TRAKS INTERVIEW #3
Torna TRAKS INTERVIEW, il magazine online di TRAKS tutto dedicato alle interviste: in questo numero troverai Mike Coacci, Pier Bernardi, I miei migliori complimenti, Scarda, SoFa King, Giuliano Vozella e Tiro!
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contaminato da blues, funk e soul.<br />
Hai scelto un tipo di sound più ruvido<br />
per questo tuo secondo album...<br />
Sono sempre stato un fan del sound<br />
degli anni ‘70, mi<br />
piacciono i suoni<br />
organici e vintage;<br />
inoltre, i brani di<br />
questo album sono<br />
piu bluesy e riff –<br />
oriented. Dal vivo<br />
con la mia band<br />
suoniamo nel 99%<br />
dei casi in power<br />
trio, per cui ho cercato<br />
di indirizzare<br />
l’album verso un<br />
sound che fosse il<br />
più possibile simile<br />
a quello che andremo<br />
a proporre live.<br />
Più difficile questo<br />
oppure l’esordio?<br />
Ahahah… esordisco<br />
con una risata<br />
perché quest’album<br />
credo sia il<br />
più sofferto a cui<br />
abbia mai partecipato,<br />
sia da solista,<br />
che come session<br />
man. Lo stesso<br />
titolo dell’album, il<br />
quale inizialmente<br />
avrebbe dovuto<br />
chiamarsi diversamente, è scaturito da<br />
un reale intervento chirurgico, non previsto,<br />
a cui mi sono sottoposto durante<br />
le lavorazioni dell’album. Diciamo che<br />
è stata una “surgery” vera, e allo stesso<br />
tempo, spirituale, perché ho dovuto<br />
in qualche maniera accettare la cosa e<br />
ritardare l’uscita dell’album.<br />
Chi hai scelto per lavorare con te sul<br />
nuovo disco?<br />
Sul nuovo album ho scelto di lavorare<br />
con gli stessi musicisti con cui collaboro<br />
attualmente dal vivo: Gianmarco<br />
Petti al basso e cori e Luca Cetroni alla<br />
batteria; sono musicisti con cui lavoro<br />
da diversi anni, e con cui ormai c’è<br />
un grande feeling musicale. Quando<br />
arrangio i brani ci capiamo al volo. In<br />
fase di scrittura lavoro abitualmente<br />
solo, ma nella sonorità, in pratica, è un<br />
disco di una band affiatata. E poi, da<br />
non sottovalutare il grande lavoro del<br />
mio amico e fonico Raffaele Petrucci.<br />
Puoi raccontare la strumentazione<br />
principale che hai utilizzato per suonare<br />
in questo disco?<br />
Chitarristicamente<br />
parlando ho utilizzato<br />
pochissima attrezzatura:<br />
un paio<br />
di chitarre (Stratocaster<br />
e Telecaster), un<br />
paio di pedali distorsori,<br />
un wah, 2 amplificatori<br />
stile vintage.<br />
E poi ci sono una<br />
chitarra acustica e<br />
una classica, utilizzate<br />
in alcuni brani.<br />
Non utilizzo mai molte cose.<br />
Puoi descrivere i tuoi concerti?<br />
I miei live hanno solitamente un impatto<br />
molto potente e ricco di energia,<br />
do spazio a momenti di improvvisazione<br />
e spettacolarizzazione coinvolgendo<br />
anche direttamente il pubblico.<br />
Chi sono gli artisti indipendenti italiani<br />
che stimi di più?<br />
Ammetto candidamente di non seguire<br />
con particolare attenzione la scena indipendente<br />
italiana. Essendo cresciuto<br />
con un determinato background, e cantando<br />
in inglese, seguo maggiormente<br />
artisti d’oltre oceano.<br />
Puoi indicare tre brani che ti hanno<br />
influenzato particolarmente?<br />
Ti do delle risposte “da chitarrista”:<br />
“Little wing” – Jimi Hendrix<br />
“Hold the line” – Toto<br />
“Purple rain” – Prince<br />
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