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La Galaverna, ovvero<br />
un sottile strato di ghiaccio<br />
che crea strutture scultoree<br />
goccioline di<br />
nebbia si condensano<br />
intorno<br />
alle particelle e<br />
inquinanti sospese<br />
nell’aria, dando do<br />
origine a cristalli simili<br />
a fiocchi di neve.<br />
Qualcosa che assomiglia somiglia alla<br />
galaverna, insomma, che invece è un fenomeno<br />
del tutto naturale. Quest’ultimo crea un sottile<br />
strato di cristalli di ghiaccio, spesso a forma di<br />
aghi, che si deposita sugli oggetti, in condizioni<br />
di nebbia e scarsa ventilazione, con temperatura<br />
STATE FRESCHI<br />
Che proprio un Paese freddo come la Svezia<br />
ospiti un hotel aperto solo d’inverno può<br />
sembrare un controsenso. Eppure dalla sua<br />
fondazione, nel 1989, l’Icehotel di Jukkasjärv,<br />
nella Lapponia svedese, vanta ogni anno<br />
migliaia di visitatori. Come si può intuire<br />
dal nome, si tratta di un albergo costruito<br />
interamente di ghiaccio e neve pressata: al<br />
suo interno la temperatura si mantiene fra i 3<br />
e gli 8 gradi sotto lo zero e gli ospiti dormono<br />
protetti da speciali sacchi a pelo e pelli di<br />
renna. L’hotel chiude i battenti in aprile, con<br />
l’arrivo del disgelo, ma viene interamente<br />
ricostruito con i primi freddi ed è pronto per<br />
la riapertura a gennaio. L’hotel, che ogni anno<br />
si scioglie con l’arrivo del disgelo, chiude ogni<br />
anno in aprile. Con i primi freddi iniziano i<br />
lavori di ricostruzione, per la riapertura di<br />
gennaio.<br />
COVER STORY<br />
LE PAROLE DEL FREDDO<br />
“È un vero inferno! Quest’inverno fa così freddo<br />
che mi sono quasi ibernato: quasi quasi vado a<br />
casa e mi faccio un bicchiere di vernaccia”. C’è<br />
un unico filo conduttore che collega queste<br />
parole? In realtà no: il primo vocabolo, inferno,<br />
deriva dal latino inferum e significa “ciò che sta<br />
in basso”. Molto al di sotto dei nostri piedi, nel<br />
caso in questione.<br />
L’origine delle parole inverno e ibernazione,<br />
però, è un’altra: entrambi i termini vengono da<br />
hibernum, che significa invernale. L’ibernazione,<br />
o letargo, è infatti il modo che usano certi<br />
animali per superare senza danni i rigori della<br />
cattiva stagione. Quanto a vernaccia, oggi<br />
i linguisti sono inclini a ritenere che questo<br />
apprezzato vino debba il suo nome a Vernazza,<br />
uno dei borghi delle Cinque Terre, in Liguria.<br />
Ma non manca chi continua ad attribuirgli la<br />
stessa radice di inverno: forse perché, come<br />
nel caso di alcuni vini passiti, veniva lavorato<br />
durante i mesi più freddi dell’anno.<br />
inferiore allo zero. Un nome e una spiegazione<br />
difficili per un evento che resta impresso nella<br />
mente di chiunque l’abbia visto in una qualche<br />
mattina d’inverno: una notte di galaverna è in<br />
grado di trasformare una landa desolata in un<br />
paesaggio da fiaba. Un po’ come riesce a fare<br />
anche la calabrosa (a proposito di nomi oscuri... ),<br />
un fenomeno simile, che differisce essenzialmente<br />
per la diversa struttura dei cristalli di ghiaccio.<br />
Ma riconoscerle l’una dall’altra non ha molta<br />
importanza, almeno per noi comuni cittadini:<br />
quello che conta è godersi lo spettacolo. G<br />
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