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Gulli Gennaio2018 Completo_Low

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La Galaverna, ovvero<br />

un sottile strato di ghiaccio<br />

che crea strutture scultoree<br />

goccioline di<br />

nebbia si condensano<br />

intorno<br />

alle particelle e<br />

inquinanti sospese<br />

nell’aria, dando do<br />

origine a cristalli simili<br />

a fiocchi di neve.<br />

Qualcosa che assomiglia somiglia alla<br />

galaverna, insomma, che invece è un fenomeno<br />

del tutto naturale. Quest’ultimo crea un sottile<br />

strato di cristalli di ghiaccio, spesso a forma di<br />

aghi, che si deposita sugli oggetti, in condizioni<br />

di nebbia e scarsa ventilazione, con temperatura<br />

STATE FRESCHI<br />

Che proprio un Paese freddo come la Svezia<br />

ospiti un hotel aperto solo d’inverno può<br />

sembrare un controsenso. Eppure dalla sua<br />

fondazione, nel 1989, l’Icehotel di Jukkasjärv,<br />

nella Lapponia svedese, vanta ogni anno<br />

migliaia di visitatori. Come si può intuire<br />

dal nome, si tratta di un albergo costruito<br />

interamente di ghiaccio e neve pressata: al<br />

suo interno la temperatura si mantiene fra i 3<br />

e gli 8 gradi sotto lo zero e gli ospiti dormono<br />

protetti da speciali sacchi a pelo e pelli di<br />

renna. L’hotel chiude i battenti in aprile, con<br />

l’arrivo del disgelo, ma viene interamente<br />

ricostruito con i primi freddi ed è pronto per<br />

la riapertura a gennaio. L’hotel, che ogni anno<br />

si scioglie con l’arrivo del disgelo, chiude ogni<br />

anno in aprile. Con i primi freddi iniziano i<br />

lavori di ricostruzione, per la riapertura di<br />

gennaio.<br />

COVER STORY<br />

LE PAROLE DEL FREDDO<br />

“È un vero inferno! Quest’inverno fa così freddo<br />

che mi sono quasi ibernato: quasi quasi vado a<br />

casa e mi faccio un bicchiere di vernaccia”. C’è<br />

un unico filo conduttore che collega queste<br />

parole? In realtà no: il primo vocabolo, inferno,<br />

deriva dal latino inferum e significa “ciò che sta<br />

in basso”. Molto al di sotto dei nostri piedi, nel<br />

caso in questione.<br />

L’origine delle parole inverno e ibernazione,<br />

però, è un’altra: entrambi i termini vengono da<br />

hibernum, che significa invernale. L’ibernazione,<br />

o letargo, è infatti il modo che usano certi<br />

animali per superare senza danni i rigori della<br />

cattiva stagione. Quanto a vernaccia, oggi<br />

i linguisti sono inclini a ritenere che questo<br />

apprezzato vino debba il suo nome a Vernazza,<br />

uno dei borghi delle Cinque Terre, in Liguria.<br />

Ma non manca chi continua ad attribuirgli la<br />

stessa radice di inverno: forse perché, come<br />

nel caso di alcuni vini passiti, veniva lavorato<br />

durante i mesi più freddi dell’anno.<br />

inferiore allo zero. Un nome e una spiegazione<br />

difficili per un evento che resta impresso nella<br />

mente di chiunque l’abbia visto in una qualche<br />

mattina d’inverno: una notte di galaverna è in<br />

grado di trasformare una landa desolata in un<br />

paesaggio da fiaba. Un po’ come riesce a fare<br />

anche la calabrosa (a proposito di nomi oscuri... ),<br />

un fenomeno simile, che differisce essenzialmente<br />

per la diversa struttura dei cristalli di ghiaccio.<br />

Ma riconoscerle l’una dall’altra non ha molta<br />

importanza, almeno per noi comuni cittadini:<br />

quello che conta è godersi lo spettacolo. G<br />

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