NUTSPAPER PRUGNE
• Conservazione degli alimenti Tutta la qualità, in sicurezza • Dati IRI: Andamento delle vendite nella grande distribuzione a ottobre 2017 • Nei dintorni: mangiare e bere • Le ricette creative, interpretate da chef della scuola Artusiana Quattro piatti da gustare e collezionare
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Impurità minerali<br />
Non superiori a 1 g/kg ceneri acido insolubili.<br />
Tolleranze nella dimensione<br />
Le prugne confezionate in conformità con il metodo di calibratura<br />
stabilito in questo standard devono essere ragionevolmente uniformi<br />
nelle dimensioni. In un campione di 5 kg di frutta preso da una determinata<br />
partita, la differenza tra il numero di prugne più piccole e<br />
quello delle prugne più larghe per 500 g non deve superare:<br />
• 25 per partite di prugne di dimensioni che oscillano dalle 44 alle 55<br />
prugne per 500 g;<br />
• 35 per partite di prugne di dimensioni che oscillano dalle 55 alle 77<br />
prugne per 500 g;<br />
• 45 per partite di prugne contenenti più di 77 prugne per 500 g.<br />
La differenza è calcolata facendo riferimento al 10 per cento (per<br />
peso) del campione per le prugne più piccole e il 10 per cento (per<br />
peso) per le più grandi.<br />
Il materiale usato all’interno della confezione deve essere nuovo, pulito<br />
e di una qualità tale da evitare di causare alcun danno esterno o interno<br />
al prodotto. L’uso di materiali, in particolare di carta e timbri contenenti<br />
le specifiche commerciali, è ammesso, purché la stampa e l’etichettatura<br />
siano state fatte con inchiostro o colla non tossici.<br />
Le confezioni devono essere prive di qualsiasi materiale estraneo.<br />
Presentazione<br />
Le prugne devono essere presentate:<br />
• o in piccole confezioni da 0.125 kg, 0.250 kg e 1 kg. L’utilizzo di altre<br />
unità di peso può essere consentito a seconda delle norme applicabili<br />
nel paese importatore;<br />
• o in confezioni di peso pari a 1.5 kg o più.<br />
5. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA PRESENTAZIONE<br />
Uniformità<br />
Il contenuto di ogni confezione deve essere uniforme e contenere solo<br />
prugne secche della stessa origine, qualità e dimensione.<br />
La parte visibile del contenuto della confezione deve essere rappresentativa<br />
dell’intero contenuto. In aggiunta, le prugne nella “Classe I”<br />
devono essere della stessa varietà o dello stesso tipo commerciale.<br />
Confezionamento<br />
Le prugne secche devono essere confezionate in maniera tale da proteggere<br />
correttamente il prodotto.<br />
Le prugne calibrate e prive di gambo vengono introdotte nell’alimentazione<br />
della macchina che permette alle stesse di raggiungere,<br />
alla giusta angolatura, la testata di denocciolatura, dove il<br />
nocciolo viene eliminato mediante punzonatura. Le prugne denocciolate<br />
escono quindi dal dispositivo attraverso un canale separato<br />
rispetto ai noccioli.<br />
4. Essiccazione<br />
(si veda il box di approfondimento a pag. 25)<br />
5. Test del frutto essiccato<br />
In un test manuale, quando il frutto è sufficientemente essiccato<br />
la buccia dovrebbe risultare compatta e il nocciolo non dovrebbe<br />
scivolare quando la prugna è schiacciata tra il pollice e l’indice.<br />
L’umidità del frutto appena essiccato non dove registrare più del<br />
19% del contenuto d’umidità per poter esser immagazzinato in<br />
maniera soddisfacente. Le prugne con un contenuto d’umidità<br />
più alto non riescono a sopportare il confezionamento, la classificazione<br />
e la lavorazione senza subire danni e per questo non<br />
possono essere vendute. L’essiccazione non dev’essere giudicata<br />
finché il frutto non si è raffreddato. Il prodotto finito deve<br />
presentare buccia di colore nero e polpa ambrata chiara con un<br />
dolce odore di prugna e libera da acidità o caramellizzazione.<br />
Prima del 1918 la maggior parte delle prugne veniva essiccata<br />
al sole, adesso la percentuale di prugne disidratate è aumentata<br />
gradualmente a più dell’80% dell’intero raccolto.<br />
La disidratazione meccanica è preferita in quanto produce generalmente<br />
prugne essiccate di maggior qualità, è più igienica<br />
e riduce le perdite durante condizioni atmosferiche avverse per<br />
l’essiccazione.<br />
Nel lungo periodo, la disidratazione è meno costosa dell’essiccazione<br />
al sole e sia la qualità che il peso delle prugne disidratate<br />
sono spesso migliori di quelle essiccate al sole, in quanto gli<br />
scarti e le risultanti perdite sono ridotte. La disidratazione meccanica<br />
porta anche alla ritenzione di un maggior numero di zucchero<br />
rispetto all’essiccazione al sole. È buona pratica aziendale,<br />
nell’industria frutticola così come in tutte le aziende alimentari,<br />
mantenere il prodotto pulito in tutti gli stadi di lavorazione, e la<br />
disidratazione offre il metodo più igienico. Dato che le prugne<br />
maturano più tardi (da Agosto ai primi di Ottobre) di altri frutti<br />
essiccati al sole, e la stagione di essiccazione può essere interrotta<br />
dalle piogge, la disidratazione meccanica è il metodo più<br />
sicuro di essiccazione. La disidratazione non migliora però la<br />
qualità originale della prugna e neanche può ripristinare la qualità<br />
di un frutto anche solo parzialmente avariato a fronte di condizioni<br />
atmosferiche sfavorevoli nell’essiccazione al sole. Bisogna<br />
inoltre stare attenti a far funzionare correttamente l’essiccatore,<br />
pena un aumento significativo dei costi e la resa di un prodotto<br />
qualitativamente inferiore. Indurimento (essiccazione troppo rapida<br />
dell’esterno del frutto, mentre la polpa non è completamente<br />
essiccata), sanguinamento (eccessivo schiacciamento del frutto<br />
durante la disidratazione), scottatura (risultante da temperature<br />
finali eccessivamente elevate nell’essiccatore) o macchiature (dovute<br />
all’esposizione diretta agli elementi riscaldanti) possono essere<br />
causati da operazioni effettuate in maniera distratta.<br />
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