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Jolly Roger Magazine numero 2, anno1 - marzo 2018

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IL MESTIERE DELLE ARMI<br />

IL MESTIERE DELLE ARMI<br />

Cristo, nel quale ritrovamenti<br />

archeologici e testimonianze<br />

scritte possono farci supporre<br />

qualcosa di più preciso circa<br />

l’impiego della Spada da parte<br />

delle popolazioni celtiche,<br />

anche se parliamo di manufatti<br />

in bronzo dal peso eccessivo e<br />

dalla scarsa maneggevolezza,<br />

ai quali era forse preferibile<br />

una lancia o un’ascia.<br />

Sempre ritrovamenti archeologici<br />

e scritti degli storici<br />

dell’epoca ci accompagnano<br />

attraverso il III secolo a.C. parlandoci<br />

dei Fenici e delle corte<br />

Falcate, il cui utilizzo è ipotizzabile<br />

come arma da abbordaggio<br />

a causa della foggia e del<br />

bilanciamento, molto simile a<br />

quello del Navy Cutlass della<br />

Royal Navy.<br />

Maggiori testimonianze scritte,<br />

grazie anche alla collaudatissima<br />

macchina bellica, e molteplici<br />

ritrovamenti archeologici<br />

carattezizzano il I scolo a.C.<br />

ponendo l’Impero Romano tra i<br />

primi utilizzatori di massa della<br />

Spada, senza che ancora, però,<br />

si possa parlare a pieno titolo di<br />

Scherma.<br />

Nel I d.C. le armi vengono uniformate<br />

all’interno dell’Impero<br />

Romano e il Gladio (celebre<br />

il modello detto “Mainz”, dal<br />

luogo del ritrovemento di un<br />

esemplare pressoché perfetto)<br />

entra a far parte dell’equipaggiamento<br />

standard del Legionario,<br />

senza che comunque le tecniche<br />

d’uso vengano codificate.<br />

Siamo in presenza di un’arma<br />

da botta né più e né meno.<br />

Il Gladio si evolve nella Spatha<br />

da cavalleria intorno al IV<br />

secolo dopo Cristo, più lunga e<br />

maneggevole per un utilizzo in<br />

arcione, ma sempre priva di una<br />

qualsiasi codifica d’impiego.<br />

Dal Nord Longobardi e Vikinghi<br />

fanno la loro comparsa<br />

con armi simili alla Spatha e<br />

parimente utilizzate senza alcuna<br />

ricercatezza, prova ne sia<br />

la quasi inesistenza di rami di<br />

guardia nel fornimento.<br />

Le spade sono poco più di una<br />

mazza e perlopiù indicano l’appartenenza<br />

a un reparto quando<br />

non il grado.<br />

celtica<br />

fenicia<br />

gladio<br />

gladio Mainz<br />

spatha<br />

normanna<br />

vikinga<br />

Dobbiamo attendere il XII secolo<br />

per incontrare una Spada<br />

degna di tale nome e simile a<br />

quella che tutti noi conosciamo,<br />

ad esempio quella denominata<br />

“di San Galgano”, grazie alla<br />

località in cui è tuttora presente<br />

un esemplare conficcato nella<br />

roccia (alla faccia del Ciclo bretone<br />

- ndA) e conservato sotto a<br />

una calotta trasparente all’interno<br />

dell’Eremo di Montesiepi,<br />

adiacente alla celebre Abbazia<br />

senza tetto nei pressi di Chiusdino,<br />

presso Siena.<br />

Ma ancora di tecnica schermistica<br />

codificata non se ne parla.<br />

In effetti nel Medioevo la Spada<br />

non è nemmeno da considerarsi<br />

un’arma vera e propria, quanto<br />

un indice di lignaggio e un simbolo<br />

di comando.<br />

In battaglia, nella mischia, erano<br />

ben altri gli strumenti utilizzati:<br />

la fenteria poteva contare<br />

su mazze ferrate o flangiate,<br />

falcioni e martelli d’arme, ben<br />

più efficaci contro le armature<br />

di una lama tanto sottilmente<br />

forgiata.<br />

Facciamo un esempio concreto<br />

per tagliare la testa al toro!<br />

Nei 1293, grazie all’impegno<br />

di Giano della Bella, vengono<br />

promulgate a Firenze le Leggi<br />

antimagnatizie, volte ad estromettere<br />

le famiglie nobili dal<br />

governo concreto della città.<br />

In tale occasione, con lo scopo<br />

di poter disporre di dati certi<br />

sui quali valutare l’operato dei<br />

futuri governanli, vengono stilati<br />

inventari e redatti calmieri<br />

che possano indicare il giusto<br />

prezzo di qualsiasi bene o manufatto.<br />

Ovviamente anche la forgiatura<br />

di una Spada viene presa in<br />

considerazione.<br />

Orbene, a quei tempi il reddito<br />

annuo di un artigiano capace<br />

di mantenere e nutrire una famiglia<br />

composta da moglie e<br />

due figli, si aggirava intorno ai<br />

quaranta fiorini, mentre la forgiatura<br />

di una Spada ne costava<br />

settanta.<br />

Si capisce bene come un simile<br />

tesoro non venisse messo a<br />

repentaglio durante uno scontro<br />

in mischia, in opposizione, oltretutto,<br />

ad avversari che difficilmente<br />

avrebbero subito danni<br />

grazie alle efficaci protezioni<br />

costituite da armature di vario<br />

genere.<br />

Ecco come possiamo dimostrare<br />

con sufficiente tranquillità<br />

come tutta una branca della<br />

cinematografia , anche contemporanea,<br />

ci abbia propinato unicamente<br />

un immane mucchio<br />

di stupidaggini e di conclamati<br />

falsi storici.<br />

E torniamo a quella che possiamo<br />

considerare come l’unica<br />

fonte attendibile e accettabile<br />

intorno alla Scherma: la trattatistica<br />

ufficiale.<br />

Dobbiamo attendere il 1280 e<br />

l’impegno dei chierici di una<br />

oscura abbazia della Foresta<br />

nera, nel cuore del Sacro Romano<br />

Impero, per ottenere finalmente<br />

un Trattato sull’Arte<br />

della Scherma, illustrato con<br />

pregevoli xilografie nelle quali<br />

allegri fraticelli con tanto di<br />

tonsura si affrontano con spada<br />

e boccoliere (un piccolo scudo<br />

da pugno dotato di umbone appuntito)<br />

codificando guardie e<br />

opposizioni come mai prima di<br />

allora era stato fatto.<br />

Conservato nella Torre di Londra<br />

e registrato con il codice dal<br />

quale ha preso il nome, l’I-33 si<br />

può considerare a pieno titolo<br />

come il punto d’ingresso della<br />

Scherma nell’era della trattatistica.<br />

San Galgano<br />

Manoscritto I-33<br />

ANNO I • NUMERO II • marzio 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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