30.04.2018 Views

GEOmedia_1_2018

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Rivista bimestrale - anno XXII - Numero 1/<strong>2018</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

LiDAR<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

Gen/Feb <strong>2018</strong> anno XXII N°1<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

Quarant'anni<br />

di innovazione<br />

nell'evoluzione<br />

delle Stazioni<br />

Totali<br />

FOTOMODELLAZIONE<br />

DA SMARTPHONE<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

CON DRONI PER GLI<br />

INTERVENTI DI RECUPERO<br />

NUOVI TRENDS NELLA<br />

CLASSIFICAZIONE DEI<br />

DATI SATELLITARI


Porta il #fresh surveying nel tuo business con<br />

innovazioni uniche e pratiche di GeoMax<br />

30°<br />

(video) Zoom3D Catalogo Generale Zenith 35 Pro<br />

www.geomax-positioning.it<br />

works when you do


Tecnologie fulcro del TECHNOLOGY for ALL <strong>2018</strong><br />

Le tecnologie al centro dell’evento TECHNOLOGY for ALL <strong>2018</strong> consentono di conoscere, documentare, proteggere<br />

e monitorare il nostro ambiente sia dal punto di vista territoriale che dal punto di vista del costruito, con un particolare<br />

riguardo a tutte quelle manifestazioni rappresentative emergenti, in cui, indipendentemente dall’epoca, dall’ubicazione<br />

e dalle caratteristiche tecniche e strutturali, si possa riconoscere la testimonianza di un’identità materiale trasmissibile<br />

alle generazioni future, sopravveniente anche nella semplificazione dei processi infrastrutturali delle nostre città storiche<br />

intelligenti.<br />

Quest'anno l'evento si terrà dal 3 al 5 ottobre e si parlerà delle seguenti tecnologie.<br />

BIM – con una particolare attenzione al laser scanner e alla fotogrammetria, che costituiscono il primo passo per la<br />

digitalizzazione della realtà che ci circonda, le cui caratteristiche storiche inducano ad introdurre il termine HBIM<br />

(Heritage Building Information Modeling), particolarmente finalizzato alla manutenzione programmata, elemento essenziale<br />

per una gestione intelligente del futuro.<br />

LASER SCANNER – in continua evoluzione verso sistemi di auto localizzazione, che consentano anche la ricostruzione<br />

in tempo reale di uno spazio circostante, finalizzata a soddisfare esigenze tecnologiche prima inimmaginabili, come quella<br />

dell’orientamento da remoto della guida autonoma per mezzi terrestri o aerei.<br />

SATELLITI – tramite i loro Big e Open Data, quale quelli provenienti dalle costellazioni Copernicus e Landsat, ora volti<br />

ad integrare i più sofisticati e precisi sensori commerciali per produrre finalmente un’analisi della Terra dallo Spazio di<br />

portata rivoluzionaria nella prevenzione dei grandi rischi.<br />

DRONI – rappresentati da sistemi a pilotaggio remoto o automatico che sfruttano la fotogrammetria per fornire<br />

informazioni geometriche accurate, ravvicinate o a bassa quota, anche utilizzando sensori sofisticati o sistemi LiDAR per<br />

produrre elaborati molto accurati in zone inaccessibili o troppo ristrette per i costi del volo aereo tradizionale.<br />

GEODATI – in un processo continuo di standardizzazione, uniformazione e integrazione, per i quali i due ambiti<br />

della Geodesia e della Geoinformatica, si stanno fondendo a seguito di un’onda inarrestabile intrapresa e guidata dalla<br />

digitalizzazione come fenomeno regolato dai mass media e dallo sviluppo dei social network.<br />

PNT – un acronimo per individuare l’integrazione di tre processi, positioning, navigation, e timing nei molteplici usi, cui<br />

sono oggi destinati, tra i quali i sistemi di navigazione quando applicati congiuntamente ai geodati (cartografie, meteo,<br />

traffico, etc) o i sistemi di navigazione cosiddetta autonoma sicura, sia in campo terrestre che aereo a bassa quota.<br />

AR, VR, MR – tre acronimi che sono sinonimi rispettivamente di realtà aumentata, virtuale e mista, volendo significare<br />

la volontà di proporre informazioni digitali relazionate alla posizione dell’osservatore e alla sensorialità reattiva a situazioni<br />

determinate.<br />

IMAGING – andare oltre il visibile con analisi basate sullo studio delle immagini con sistemi multispettrali, laser, SAR,<br />

LiDAR, o altro per analizzare profondamente gli elementi che normalmente non sono direttamente interpretabili o<br />

facilmente classificabili, sia per il territorio, che per i beni culturali e l’ambiente.<br />

AnD – le Analisi non Distruttive consentono di conoscere le caratteristiche strutturali dei materiali sottoposti a indagine<br />

senza alterarne l’integrità, mantenendo intatta la loro funzionalità. Strumento di diagnostica per eccellenza, trovano<br />

particolare applicazione per conoscere in anticipo le cause di guasti e malfunzionamenti delle opere realizzate dall’uomo e<br />

in particolare per il Patrimonio Culturale.<br />

Le future smart city baseranno la maggior parte della loro funzionalità sul posizionamento di precisione e sull’infrastruttura<br />

geografica di dato territoriale, soggetta ad aggiornamento periodico, tanto per consentire il flusso informativo dai<br />

sensori quanto dagli oggetti monitorati collegabili e resi interattivi attraverso la rete Internet. I Big Data sono in<br />

continua evoluzione, inoltre, verso l’accumulo e l’aggregazione per mezzo dell’intelligenza artificiale dedicata, istantanea<br />

nell’apprendimento sia dalla risposta che dall’interrogativo umano, elaborando l’una e l’altro quantitativamente e<br />

serialmente.<br />

In questa fucina tecnologica l’applicazione industriale italiana si sta muovendo con proposizione convincente, non del<br />

tutto favorevole la domanda interna, soprattutto se considerata sul piano massivo a costo contenuto della produzione,<br />

ma non senza competitività verso l’andamento positivo delle innovazioni registrato sul mercato mondiale, orientato al<br />

nostro trading dai paesi che nell’immediato traggano il maggior vantaggio dall’avanzamento anche prototipale apportato<br />

dall’Italia.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

Fotogrammetria da<br />

UAV negli interventi<br />

di recupero: dalla<br />

fase pre-progettuale<br />

al cantiere<br />

di Donatella Dominici,<br />

Pierluigi De Berardinis, Maria<br />

Alicandro, Marianna Rotilio<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

15 MERCATO<br />

24 IMMAGINE ESA<br />

38 MEMORIE<br />

40 AEROFOTOTECA<br />

46 AGENDA<br />

12<br />

Nuovi<br />

trends nella<br />

classificazione dei<br />

dati satellitari per<br />

analizzare l’uso<br />

del suolo<br />

di Renzo Carlucci<br />

In copertina una immagine<br />

della serie GT di stazioni<br />

totali robotiche Topcon, che<br />

rappresenta una soluzione<br />

ridotta nelle dimensioni, ma<br />

ad elevate prestazioni. Una<br />

soluzione di posizionamento<br />

ibrido in un sistema compatto<br />

più piccolo di un terzo e due<br />

volte più veloce.<br />

26<br />

Big Data…<br />

a few Outliers =<br />

Big Mistakes<br />

Un nuovo processo<br />

per l’individuazione<br />

di outliers<br />

di Maurizio Rosina<br />

geomediaonline.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


INSERZIONISTI<br />

3DTarget 45<br />

aerRobotix 10<br />

Codevintec 19<br />

Epsilon 37<br />

Esri Italia 17<br />

32 Fotomodellazione<br />

con immagini da<br />

smartphone per la<br />

diFFusione della<br />

conoscenza dei Beni<br />

Culturali<br />

di Saverio D’Auria<br />

Geogrà 30<br />

Geomax 2<br />

Gter 22<br />

Planetek Italia 11<br />

Stonex 31<br />

Studio SIT 18<br />

SurveyLab 15<br />

GeoBusiness 21<br />

TECHNOLOGYforALL 23<br />

Teorema 46<br />

Topcon 48<br />

Trimble 47<br />

L’evoluzione delle<br />

Stazioni Totali: 42<br />

quarant’anni di<br />

innovazione Topcon<br />

di Massimiliano Toppi,<br />

Sauro Passarelli<br />

Da est ad ovest l’immagine ci<br />

mostra le isole della Corsica e<br />

della Sardegna nel Mar Mediterraneo,<br />

l’Italia ed il Mar<br />

Adriatico fino alla Croazia,<br />

alla Bosnia Herzegovina, alla<br />

Serbia ed infine i confini occidentali<br />

della Romania. Più<br />

a nord, parzialmente oscurate<br />

da formazioni nuvolose, si<br />

trovano Germania, Svizzera,<br />

Austria e la catena montuosa<br />

delle Alpi.<br />

L’immagine è stata acquisita<br />

da Sentinel-3A il 28 settembre<br />

2016.<br />

Credits: contains modified<br />

Copernicus Sentinel data<br />

(2016), processed by ESA<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />

Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele<br />

Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia, Luigi<br />

Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro<br />

Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio Selvini,<br />

Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

Condizioni di abbonamento<br />

La quota annuale di abbonamento alla rivista Science è di € & 45,00. Technology Communication<br />

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di<br />

ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.<br />

L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita<br />

revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza<br />

dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.<br />

La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti.<br />

Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta<br />

dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere<br />

richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />

riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 20 aprile <strong>2018</strong>.


FOCUS<br />

Fotogrammetria da UAV negli<br />

interventi di recupero: dalla fase<br />

pre-progettuale al cantiere<br />

di Donatella Dominici, Pierluigi De Berardinis, Maria Alicandro, Marianna Rotilio<br />

La fotogrammetria da UAV (Unmanned Aerial Vehicle) è utilizzata nel mondo del recupero<br />

e della ricostruzione post-sisma e le sue potenzialità di impiego possono ancora essere<br />

approfondite. Per questo motivo l’articolo illustra nuovi scenari di ricerca, attualmente<br />

oggetto di studio in sinergia con la progettazione sostenibile.<br />

Da molti anni il tema<br />

del recupero dei centri<br />

storici è oggetto di<br />

dibattito nazionale al fine di<br />

garantire la conservazione della<br />

cultura materiale dei luoghi,<br />

passando dal singolo monumento<br />

al centro storico fino al<br />

cosiddetto “valore ambientale<br />

di insieme” (Zordan et al 2002)<br />

dei centri minori. All’interno<br />

del tema generale della riqualificazione<br />

urbana, spicca per attualità<br />

ed interesse la lettura in<br />

chiave sostenibile del recupero,<br />

in quanto trattasi di un’azione<br />

volta a limitare il consumo di<br />

suolo, alla riduzione degli “sprechi”<br />

energetici, al “risveglio”<br />

dell’identità culturale e del sentimento<br />

di appartenenza ad un<br />

luogo,… Nell’ultimo decennio<br />

il concetto di recupero si è arricchito<br />

di ulteriori significati,<br />

legati anche all’intensa attività<br />

di ricostruzione post-sisma che<br />

sta caratterizzando il centro Italia<br />

a partire dall’evento tellurico<br />

che nel 2009 colpì la città di<br />

L’Aquila. L’enorme difficoltà<br />

che gli operatori del settore<br />

hanno incontrato nel momento<br />

in cui si sono trovati ad intervenire<br />

nelle zone terremotate è<br />

stata quella relativa alla “presa<br />

visione” dello stato di fatto,<br />

ancorché prima dell’analisi<br />

dell’entità del danno. Infatti,<br />

Fig. 2 – a) Zoom su un ortomosaico estratto dall’elaborazione del volo fotogrammetrico nel centro<br />

storico di Fontecchio (AQ). Dall’ortomosaico sono state messe in evidenza le linee aeree relative ad<br />

un piazzale del centro storico. b) modello 3D della zona indagata. Immagine estrapolata dalla tesi di<br />

laurea in Ingegneria Edile Architettura di Luigi Fradiani “Il controllo della progettazione esecutiva<br />

nel recupero dell’edilizia storica e la gestione del piano di cantierizzazione: il caso studio del borgo di<br />

Fontecchio (Aq)”, Relatore Prof. Pierluigi De Berardinis, Correlatore Geom. Lucio Cococetta.<br />

ultimata la fase del primo soccorso<br />

alla popolazione, restavano<br />

principalmente fabbricati<br />

imprigionati tra imponenti cumuli<br />

di macerie, viabilità interrotte<br />

ed accessi interdetti. E’ in<br />

questo momento che si decise<br />

di impiegare la fotogrammetria<br />

da “UAV” (Unmanned Aerial<br />

Vehicle). L’UAV, dall’uso consolidato<br />

in ambiente militare, è<br />

un’ottima piattaforma di acquisizione<br />

di dati per rilievi metrici<br />

dei danni nelle zone inaccessibili<br />

per l’essere umano o comunque<br />

non in sicurezza (Dominici<br />

et al. 2012) e, più in generale,<br />

per la gestione delle problematiche<br />

ambientali e territoriali.<br />

La fotogrammetria da UAV,<br />

in sinergia con il laser scanner,<br />

GNSS e rilievo tradizionale permette<br />

di ottenere una completa<br />

visione 3D metrica e navigabile<br />

degli oggetti indagati.<br />

La fotogrammetria da UAV apre<br />

nuovi scenari di applicazione<br />

nel campo della fotogrammetria<br />

dei vicini (Eisenbeiß 2009),<br />

permettendo di ottenere rilievi<br />

aerei ad altissima risoluzione<br />

(circa 2-10 cm) facilmente integrabili<br />

con i rilievi laser scanner<br />

grazie allo sviluppo di nuovi<br />

algoritmi di Structure from<br />

Motion (SFM) (Westoby et al<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


FOCUS<br />

Fig. 1 – Fasi principali di elaborazione: a) image matching; b) bundle adjustment; c) Dense Matching; d) Texturing.<br />

2012, Barazzetti et al 2011), che<br />

hanno permesso di lavorare con<br />

le nuvole di punti nel campo<br />

della fotogrammetria. Un ulteriore<br />

vantaggio dell’utilizzo della<br />

tecnica da UAV è rappresentato<br />

dalla velocità di esecuzione dei<br />

rilievi, ad esempio è possibile rilevare<br />

più di un ettaro di superficie<br />

in meno di 10 minuti.<br />

Nello specifico la fotogrammetria<br />

è la tecnica di rilievo che<br />

permette di ottenere informazioni<br />

metriche di un oggetto<br />

partendo dall’acquisizione,<br />

con un sensore ottico (camera<br />

fotografica), di almeno 2 o più<br />

immagini da differenti punti di<br />

vista e con un adeguato grado di<br />

sovrapposizione.<br />

Le fasi fondamentali del rilievo<br />

possono essere sintetizzate in:<br />

4Pianificazione del volo;<br />

4Acquisizione fotogrammi e<br />

rilievo di punti di controllo a<br />

terra (GCP);<br />

4Elaborazione dei dati;<br />

4Validazione dei dati finali.<br />

La pianificazione del volo<br />

consente di garantire la giusta<br />

sovrapposizione dei fotogrammi<br />

e in base alle caratteristiche del<br />

sensore utilizzato (lunghezza<br />

focale e dimensioni del pixel<br />

del sensore), di determinare la<br />

quota ottimale di volo; quest’ultima<br />

funzione della risoluzione<br />

finale del rilievo (Dominici et<br />

al. 2016).<br />

Durante la seconda fase, l’UAV<br />

seguirà la rotta preimpostata<br />

dal piano di volo per acquisire i<br />

fotogrammi. Il numero dei fotogrammi<br />

sarà funzione, oltre dei<br />

parametri suddetti, anche dell’estensione<br />

dell’area da rilevare.<br />

In aggiunta all’acquisizione<br />

dei fotogrammi, per georeferenziare<br />

e controllare i risultati<br />

del modello finale, come noto,<br />

dovranno essere acquisiti dei<br />

GCP, (Ground Control Point)<br />

punti con coordinate 3D note<br />

in un determinato sistema di<br />

riferimento e ben visibili su più<br />

immagini. In base alle dimensioni<br />

dell'area da rilevare, i GCP<br />

(min. 3) devono essere distribuiti<br />

omogeneamente e vengono<br />

misurati con tecniche GNSS<br />

o rilievo tradizionale tramite<br />

Stazione totale (Dominici et al.<br />

2016).<br />

Per la ricostruzione dei modelli<br />

3D viene eseguito il tipico approccio<br />

della SFM (Westoby<br />

2012, Triggs et al, 1999) e di<br />

Dense Matching (Fig. 1) ad<br />

oggi implementato nella maggior<br />

parte dei software per la<br />

modellazione 3D (Szeliski,<br />

2010) come Pix4D, Agisoft,<br />

APERO- MICMAC, ecc.<br />

I modelli 3D vengono georeferenziati<br />

durante la fase di<br />

bundle adjustment, inserendo<br />

e riconoscendo manualmente<br />

i GCP sui fotogrammi. Per la<br />

validazione dei risultati, come<br />

noto, alcuni dei GCP non<br />

utilizzati nella fase precedente,<br />

contribuiscono alla valutazione<br />

della qualità finale.<br />

Dalla restituzione fotogrammetrica<br />

vengono estratti differenti<br />

output (Modelli 3D, ortofoto,<br />

DEM) estremamente utili all’esportazione<br />

di informazioni<br />

metriche e qualitative con precisione<br />

centimetrica di edifici,<br />

anche nel caso in cui essi siano<br />

distrutti o fortemente danneggiati<br />

a seguito di eventi catastrofici,<br />

come sisma, alluvione, frana,<br />

ecc. e tali output risultano<br />

oggi spesso utilizzati nel mondo<br />

Fig. 3 - Ricostruzione 3D e rilievo termografico su aggregato.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 7


FOCUS<br />

dell’edilizia, in particolare anche<br />

per la ricostruzione post-sisma.<br />

Gli autori hanno intuito che<br />

l’impiego della fotogrammetria<br />

da UAV ha notevoli potenzialità<br />

anche per ulteriori applicazioni<br />

inerenti il recupero edilizio, di<br />

cui oggi sono pochi i riferimenti<br />

nel panorama internazionale.<br />

Per questo motivo hanno<br />

elaborato una ricerca volta ad<br />

unire le due “anime” della geomatica<br />

e del recupero edilizio<br />

che ha dato vita allo sviluppo<br />

di numerosi progetti tra i quali,<br />

il più ambizioso, è sicuramente<br />

quello relativo alla fondazione<br />

dello Spin-Off dell’Università<br />

degli Studi di L’Aquila chiamato<br />

Gitais s.r.l. (Geo-Inspired<br />

Technologies & Applications<br />

for Innovation & Sustainability<br />

– www.gitais.it).<br />

La ricerca è finalizzata all’utilizzo<br />

delle tecniche geomatiche<br />

applicate nel campo della<br />

riqualificazione sostenibile,<br />

indagando differenti ambiti<br />

di intervento. Di seguito verrà<br />

illustrata una sintesi delle esperienze<br />

finora svolte, concentrando<br />

l’attenzione sull’utilizzo dei<br />

risultati ottenuti, grazie all’impiego<br />

della fotogrammetria da<br />

UAV, in differenti casi di studio<br />

analizzati.<br />

Riqualificazione degli scenari<br />

luminosi<br />

L’impiego della fotogrammetria<br />

da UAV è stata impiegata per<br />

rilevare le reti infrastrutturali<br />

aeree, in modo tale da metterne<br />

in luce le criticità, come ad<br />

esempio il danneggiamento in<br />

facciata, l’inadeguatezza delle<br />

connessioni e degli ancoraggi,<br />

la scarsa resa cromatica, la presenza<br />

di interferenze di colore,<br />

causate di norma da sorgenti<br />

luminose di diverso tipo, che<br />

determinano una non corretta<br />

percezione dello spazio e del<br />

costruito, …<br />

Le citate analisi hanno consentito<br />

di evidenziare le criticità<br />

tra cui ad esempio la presenza<br />

di zone d’ombra e dunque di<br />

condizioni di pericolosità, l’assenza<br />

di valorizzazione delle<br />

emergenze architettoniche, la<br />

dispersione del flusso luminoso,<br />

… La metodologia elaborata è<br />

stata verificata nel centro minore<br />

storico di Fontecchio (Aq), si<br />

veda Fig. 2.<br />

Riqualificazione energetica<br />

dell’involucro edilizio<br />

Mediante l’installazione di un<br />

sensore termico sull’UAV gli<br />

autori hanno eseguito delle<br />

indagini non distruttive sull’involucro<br />

storico di alcuni edifici,<br />

volte ad acquisire informazioni<br />

termiche sugli elementi, ma<br />

anche dati inerenti i materiali,<br />

in relazione al danno e al degrado.<br />

E’ stato possibile infatti<br />

rilevare la presenza di cambi di<br />

materiali nel substrato, approfondire<br />

la conoscenza in situ di<br />

infiltrazioni capillari, distacco<br />

di intonaco, fessurazioni, risalita<br />

di umidità, … in alcune facciate<br />

storiche di edifici siti nel già citato<br />

borgo di Aielli (Fig. 3)<br />

Miglioramento prestazioni<br />

energetiche del fabbricato<br />

La fotogrammetria da UAV è<br />

stata impiegata anche per promuovere<br />

il miglioramento del<br />

comportamento energetico del<br />

fabbricato, acquisendo informazioni<br />

inerenti le coperture.<br />

La sperimentazione è stata<br />

eseguita nel centro storico di<br />

Aielli (AQ). Il DEM (Fig. 4.a)<br />

ad altissima risoluzione (6 cm),<br />

ottenuto dal processo fotogrammetrico,<br />

è stato sottoposto ad<br />

ulteriori indagini in ambiente<br />

GIS al fine di ottenere le mappe<br />

di pendenze ed esposizione<br />

dell’intero borgo. Il processo è<br />

è stato automatizzato tramite il<br />

Model Builder di ArcMap (Fig.<br />

4.d) ed utilizzando gli algoritmi<br />

“Slope” e “Aspect” (8). Ulteriori<br />

filtraggi sono stati necessari<br />

Fig. 4- a) DEM del borgo di Aielli; b) mappa delle pendenze; c) mappa delle esposizioni; d) workflow di restituzione automatica in Model<br />

Builder di ArcMap.<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


FOCUS<br />

al fine di rimuovere il rumore<br />

generato dalla presenza di altri<br />

elementi rilevati (p. es.: alberi,<br />

automobili, lampioni, ecc,).<br />

Nelle seguenti Fig. 4.b e Fig. 4.c<br />

sono riportate le mappe tematiche<br />

restituite. Tali informazioni<br />

morfologiche (pendenze ed<br />

esposizioni dei versanti) hanno<br />

consentito di individuare le potenzialità<br />

e criticità in relazione<br />

all’applicazione delle energie<br />

rinnovabili come ad esempio<br />

la valutazione del potenziale<br />

fotovoltaico dell’intero borgo<br />

analizzato.<br />

Monitoraggio attività<br />

di cantiere<br />

Gli ambiti di interesse fin qui<br />

illustrati riguardano principalmente<br />

la fase pre-progettuale<br />

dell’intervento di recupero ovvero<br />

quella relativa alle analisi<br />

che consentiranno di redigere<br />

degli elaborati capaci di rispettare,<br />

interpretare e salvaguardare<br />

le reali condizioni dell’esistente.<br />

Gli autori però hanno intuito<br />

come la fotogrammetria da<br />

UAV possa essere efficacemente<br />

utilizzata anche durante la fase<br />

esecutiva del progetto, al fine di<br />

monitorare non solamente gli<br />

stadi di sviluppo interni al cantiere<br />

e le relative configurazioni<br />

evolutive dei layout, ma anche<br />

Fig. 5 - Ortofoto georeferenziata ottenuta da volo fotogrammetrico da UAV nel centro storico di Villa<br />

Sant’Angelo (AQ), individuazione del cantiere e analisi degli accessi al cantiere. Immagini estrapolate<br />

dalla tesi laurea in Ingegneria Civile di Marcone Claudia “Fotogrammetria da UAV per una gestione<br />

“smart” del cantiere. Relatore: Prof.ssa Donatella Dominici, Prof. Pierluigi De Berardinis; Correlatore:<br />

Ing. Maria Alicandro.<br />

per controllare l’intorno per<br />

una migliore gestione logistica<br />

e delle interferenze (Fig. 5-Fig.<br />

6). In questo specifico filone di<br />

ricerca, gli autori hanno sperimentato<br />

l’importanza dell’utilizzo<br />

della fotogrammetria da<br />

UAV in due centri storici, ovvero<br />

quello di Villa Sant’Angelo e<br />

quello di Fontecchio, entrambi<br />

collocati nella Provincia di L’Aquila.<br />

In conclusione dunque, si è<br />

voluto sottolineare la potenzialità<br />

di impiego della fotogrammetria<br />

da UAV nel campo del<br />

recupero edilizio. Il gruppo di<br />

ricerca crede nell’impiego di<br />

queste conoscenze in territori<br />

fragili come quelli del contesto<br />

italiano e sta lavorando per<br />

approfondire nuovi aspetti di<br />

ricerca relativi all’uso della fotogrammetria<br />

da UAV in sinergia<br />

con la progettazione sostenibile<br />

e mediante il coinvolgimento<br />

delle istituzioni.<br />

Fig. 6– a) Nuvola di punti con individuazione delle gru (elementi in viola e in blu); b) modello 3D semplificato, ricostruito dalle informazioni<br />

della nuvola di punti e individuazione delle interferenze gru nelle zone adiacenti il cantiere; c) Analisi interferenza gru nel<br />

centro storico di Villa S. Angelo (Aq). Immagini estrapolate dalla tesi laurea in Ingegneria Civile di Marcone Claudia “Fotogrammetria da<br />

UAV per una gestione “smart” del cantiere. Relatore: Prof.ssa Donatella Dominici, Prof. Pierluigi De Berardinis; Correlatore: Ing. Maria<br />

Alicandro.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 9


FOCUS<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Barazzetti L, Forlani G, Remondino F, Roncella R. & Scaioni M. (2011) Experiences and achievements in automated image sequence orientation for<br />

close-range photogrammetric projects. Proc. SPIE 8085, Videometrics, Range Imaging, and Applications XI, 80850F; 2011 May 23; Munich (DE).<br />

Dominici, D., Baiocchi, V., Zavino, A., Alicandro, M., & Elaiopoulos, M. (2012, May). Micro UAV for post seismic hazards surveying in old city<br />

center of L’Aquila. In Proceedings of the FIG Working Week (pp. 06-10).<br />

Dominici D, Alicandro M, Massimi V. (2017) UAV photogrammetry in the post-earthquake scenario: case studies in L'Aquila, Geomatics, Natural<br />

Hazards and Risk 8.1 (2017): 87-103.<br />

Eisenbeiß, H. (2009). UAV photogrammetry (Doctoral dissertation, ETH Zurich).<br />

Zhao, W., Chellappa, R., Phillips, P. J., & Rosenfeld, A. (2003). Face recognition: A literature survey. ACM computing surveys (CSUR), 35(4),<br />

399-458.<br />

Westoby M J, Brasington J, Glasser N F, Hambrey M J & Reynolds J M (2012). Structure-from-Motion’ photogrammetry: A low-cost, effective tool<br />

for geoscience applications. Geomorphology. [Internet]. 179: 300–314.<br />

Zordan L, Bellicoso A, De Berardinis P, Di Giovanni G & Morganti R (2002). Le tradizioni del costruire della casa in pietra: materiali, tecniche,<br />

modelli e sperimentazioni. Gruppo Tipografico Editoriale, L’Aquila, 7.<br />

ABSTRACT<br />

The UAV photogrammetry has a lot of potential in terms of building rehabilitation and post-earthquake reconstruction, of which today there are<br />

few references on the international scene. For this reason the authors have elaborated a research aimed to merge the geomatics techniques and the<br />

building recovery, arising the develop of a lot of projects. In particular, different scenarios will be presented in the paper, from the pre-design step<br />

in the field of sustainable rehabilitation to the optimization of the “construction sites” management.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotogrammetria; UAV; recupero edilizio; sostenibilità<br />

AUTORE<br />

Prof. Donatella Dominici, donatella.dominici@univaq.it<br />

Prof. Pierluigi De Berardinis, pierluigi.deberardinis@univaq.it<br />

Ing. Ph. D. Marianna Rotilio, m.rotilio@gitais.it<br />

Ing. Ph. D. Maria Alicandro, m.alicandro@gitais.it<br />

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-architettura ed ambientale, Università degli studi dell’Aquila, Via Gronchi, 18 – L’Aquila<br />

Droni Idrografici polivalenti<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

• Mappatura parametri ambientali<br />

• Ispezione fondali<br />

Dighe, laghi, cave in falda, bacini, fiumi e<br />

canali fino a 15 4 m/s. Km/h. Insensibili ai bassi ai bassi<br />

fondali e alla presenza di alghe e detriti<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong><br />

Vendita - Noleggio - Servizi chiavi in mano,<br />

anche con strumentazione cliente


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 11


REPORT<br />

Nuovi trends nella classificazione<br />

dei dati satellitari per<br />

analizzare l’uso del suolo<br />

di Renzo Carlucci<br />

La classificazione delle immagini è il<br />

processo di assegnazione delle classi<br />

di copertura del suolo ai pixel. In<br />

generale, sono tre le principali tecniche<br />

di classificazione delle immagini nel<br />

telerilevamento. Le più comunemente<br />

usate solo le tecniche Unsupervised<br />

Classification e la Supervised<br />

Classification, tuttavia la classificazione<br />

basata su oggetti Object-Based<br />

Fig. 1 - Mappa divisoria di copertura del terreno in 16 categorie a risoluzione di 30 metri.<br />

Zhang & Roy, 2017.<br />

Calssification ha recentemente<br />

raggiunto un forte utilizzo in quanto<br />

utile per i dati ad alta risoluzione.<br />

La Unsupervised<br />

Classification raggruppa<br />

prima i pixel in “cluster”<br />

in base alle loro proprietà. Per<br />

creare “cluster”, gli analisti utilizzano<br />

algoritmi di clustering<br />

di immagini quali K-means e<br />

ISODATA. Esistono molti software<br />

di uso libero nel campo<br />

del telerilevamento per creare<br />

mappe di copertura del suolo.<br />

Dopo aver scelto un algoritmo<br />

per effettuare il clustering,<br />

si determinano il numero di<br />

gruppi che si vogliono generare.<br />

Questi saranno ancora<br />

cluster non classificati perché<br />

nella fase successiva si procederà<br />

ad identificare manualmente<br />

ciascun cluster con classi di<br />

copertura territoriale.<br />

Nel complesso, la classificazione<br />

senza supervisione è la tecnica<br />

più basilare poiché non ha<br />

bisogno di campioni ed è un<br />

modo semplice per segmentare<br />

e comprendere un›immagine.<br />

Nella Supervised Classification<br />

invece, si selezionano campioni<br />

rappresentativi per ciascuna<br />

classe di copertura del suolo e<br />

il software utilizza questi siti<br />

per l’apprendimento e li applica<br />

all’intera immagine. Si utilizza<br />

la firma spettrale definita<br />

nel set utilizzato per l’apprendimento.<br />

La procedura in sintesi prevede<br />

la selezione delle aree di<br />

rferimento, la generazione di<br />

un file delle firme spettrali e la<br />

classificazione finale.<br />

La Unsupervised e la Supervised<br />

Classification sono basate sulla<br />

creazione di pixel quadrati e<br />

ogni pixel ha una classe.<br />

Invece la classificazione delle<br />

immagini Object-based<br />

raggruppa i pixel in forme e<br />

dimensioni rappresentative<br />

con una segmentazione multirisoluzione.<br />

La segmentazione multirisoluzione<br />

produce oggetti immagine<br />

omogenei raggruppando i<br />

pixel. Genera contemporaneamente<br />

oggetti con diverse scale<br />

in un’immagine. Questi oggetti<br />

sono più significativi perché<br />

rappresentano le caratteristiche<br />

dell’immagine.<br />

Ma soprattutto, si può classificare<br />

gli oggetti in base a texture,<br />

contesto e geometria.<br />

Un nuovo algoritmo<br />

La classificazione dei dati multispettrali<br />

e iperspettrali è diventata<br />

sempre più importante<br />

per rilevare il cambiamento<br />

dell’uso del suolo. Sebbene<br />

esistano molti algoritmi e approcci<br />

per tale classificazione,<br />

il miglioramento delle tecniche<br />

di classificazione che utilizzano<br />

dati ampiamente disponibili<br />

come i dati satellitari di<br />

Landsat si è ampiamente arrestato<br />

negli ultimi anni.<br />

Recentemente è stata<br />

sviluppata una nuova tecnica<br />

di classificazione utilizzando<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

insieme un gran numero di<br />

immagini di MODIS, che ha<br />

una risoluzione di 500 metri, e<br />

Landsat che ha una risoluzione<br />

30 metri. Complessivamente,<br />

sono stati raccolti tre anni di<br />

dati dai programmi Landsat<br />

5, Landsat 7 e MODIS. La<br />

ricerca si è concentrata sull’area<br />

che copre 20 e 50 gradi di<br />

latitudine nord, principalmente<br />

in Nord America. L’algoritmo<br />

sarà esteso utilizzando la serie<br />

Sentinel 2 e combinando tali<br />

dati per ottenere anche una<br />

classificazione globale a risoluzione<br />

di 30 metri.<br />

Il metodo [ZHANG2017-1]<br />

sfrutta un ampio set di formazione<br />

che consente di tenere<br />

conto di più insiemi di informazioni,<br />

e quindi di classi, nel<br />

tempo e nella stagionalità. In<br />

precedenza, sarebbero state<br />

prese in considerazione 1-2<br />

scene per un’area; ora questo<br />

numero è salito a più di 10 volte.<br />

L’algoritmo consiste di due<br />

tipi di tecniche di classificazione<br />

delle foreste casuali; uno dei<br />

metodi valuta localmente ogni<br />

tessera mentre l’altro guarda<br />

tutte le tessere e le classifica per<br />

le tessere complessive.<br />

Nell’esempio mostrato con il<br />

metodo sopra descritto sono<br />

state identificate in totale 16<br />

classi che hanno permesso ai<br />

risultati di distinguere addirittura<br />

tra diversi tipi di foreste<br />

sempreverdi o caduche e latifoglie<br />

o no.<br />

30 milioni di prodotti open<br />

Landsat Data (GWELD)<br />

mensili a livello mondiale, disponibili<br />

al pubblico, generati<br />

da tutte le immagini Landsat<br />

7 ETM + e Landsat 5 TM<br />

disponibili per un periodo di<br />

tre anni, allineati ai prodotti<br />

di terreno MODIS e dati coerentemente<br />

preelaborati (schermati<br />

dalle nuvole, saturazione<br />

segnalata, correzione per via<br />

atmosferica e normalizzata per<br />

Fig. 1 - Mappa divisoria di copertura del terreno in 16 categorie a risoluzione di 30 metri.<br />

Zhang & Roy, 2017.<br />

la riflettanza adattata al nadir<br />

BRDF), sono stati classificati.<br />

Il prodotto di copertura del<br />

terreno MODIS 500 m è stato<br />

filtrato in modo migliorativo,<br />

utilizzando solo pixel di buona<br />

qualità che non hanno cambiato<br />

classe di copertura del suolo<br />

nel 2009, 2010 o 2011, seguito<br />

dalla selezione automatizzata di<br />

valori metrici GWELD spaziali<br />

corrispondenti di 30 m, per<br />

definire grandi dati campionati<br />

in Nord America. I dati di test<br />

sono stati campionati in modo<br />

che le proporzioni di classe<br />

fossero le stesse delle proporzioni<br />

di classe di prodotto di<br />

copertura del suolo del Nord<br />

America MODIS e corrispondessero<br />

all’1% delle risoluzioni<br />

pixel a 500 metri e al 0,50%<br />

dei 30 metri. Trentanove metriche<br />

temporali GWELD per<br />

ogni 30 m di pixel nordamericano<br />

sono state classificate<br />

utilizzando (a) una singola<br />

foresta casuale e (b) un metodo<br />

adattivo localmente con un<br />

classificatore di foresta casuale<br />

derivato e applicato localmente<br />

e i risultati della classificazione<br />

spazialmente mosaicati insieme.<br />

I risultati della classificazione<br />

della copertura del suolo<br />

apparivano geograficamente<br />

plausibili e alla scala sinottica<br />

erano simili al prodotto di copertura<br />

del terreno MODIS.<br />

Un’ispezione visiva dettagliata<br />

ha rivelato che le classificazioni<br />

casuali delle foreste casuali<br />

adattative e le confidenze di<br />

classificazione associate erano<br />

generalmente più coerenti rispetto<br />

ai singoli risultati della<br />

classificazione casuale delle foreste.<br />

Con il livello di accordo<br />

tra le classificazioni di 30 m e i<br />

dati di addestramento derivati ​<br />

dal prodotto di copertura del<br />

terreno MODIS è stato valutato<br />

mediante il bootstrap della<br />

implementazione casuale delle<br />

foreste.<br />

L’algoritmo di Hankui Zhang,<br />

della South Dakota State<br />

University, può essere ottenuto<br />

utilizzando un server FTP<br />

dopo aver ottenuto un nome<br />

utente e una password da<br />

Zhang qui ftp://bruin.sdstate.edu<br />

Tra le varie possibilità, l’algoritmo<br />

consente un raffinamento<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 13


REPORT<br />

e una classificazione accurata<br />

delle terre coltivate e delle aree<br />

sviluppate. Ciò gli consente<br />

di essere utile sia per il monitoraggio<br />

agricolo che per lo<br />

sviluppo dell’uso del territorio,<br />

incluso lo sprawl urbano.<br />

Classificazione acquatica<br />

Sebbene questo approccio<br />

abbia dimostrato una grande<br />

novità per la classificazione<br />

terrestre, la maggior parte del<br />

globo è coperta dall’acqua e altre<br />

ricerche si stanno ora concentrando<br />

su questa area.<br />

Il telerilevamento satellitare<br />

può essere un’alternativa efficace<br />

per la mappatura di cianobatteri<br />

e della distribuzione di<br />

macrofite acquatiche su vaste<br />

aree rispetto ai campionamenti<br />

specifici on-site effettuate da<br />

navi. Tuttavia, caratteristiche di<br />

spettri ottici simili tra macrofite<br />

acquatiche e fasci di cianobatteri<br />

nelle bande d’onda del<br />

vicino infrarosso (NIR) creano<br />

una barriera alla loro discriminazione<br />

quando si verificano in<br />

concomitanza.<br />

Un gruppo di ricerca<br />

[LIANG2017] ha sviluppato<br />

un nuovo indice di cianobatteri<br />

e macrofiti (CMI) basato su<br />

una banda infrarossa blu, una<br />

verde e una a onde corte per<br />

separare le acque con le scorie<br />

cianobatteriche da quelle dominate<br />

dalle macrofite acquatiche<br />

e un indice di torbidità<br />

dell’acqua (TWI) per evitare<br />

interferenze da alte acque<br />

torbide tipiche dei laghi poco<br />

profondi. Combinando CMI,<br />

TWI e l’indice delle alghe<br />

fluttuanti (FAI), è stato utilizzato<br />

un nuovo approccio di<br />

classificazione per discriminare<br />

l’acqua del lago, le fioriture dei<br />

cianobatteri, le macrofite sommerse<br />

e le macrofite emergenti<br />

/ galleggianti usando le immagini<br />

MODIS nel grande lago<br />

poco profondo ed eutrofico<br />

(Cina).<br />

La precisione complessiva della<br />

classificazione è stata dell’86%<br />

in totale e l’accuratezza dell’utente<br />

è stata dell’88%, 79%,<br />

85% e 93% rispettivamente<br />

per macrofite sommerse, macrofite<br />

emergenti / galleggianti,<br />

scisti cianobatterici e acqua del<br />

lago.<br />

Classificazione urbana<br />

La mappatura delle aree urbane<br />

a livello regionale e globale<br />

è stata utilizzata in ecologia,<br />

ambiente, sociologia e altre<br />

materie. Recentemente, è<br />

diventato sempre più popolare<br />

estrarre aree urbane dai<br />

dati di rilevamento remoto<br />

della luce notturna. In Cina<br />

[ZHANG2017-2] è stato testato<br />

un metodo alternativo per<br />

estrarre informazioni di aree<br />

urbane dai dati VIIRS Day /<br />

Night Band (DNB) e MODIS<br />

normalizzati di indice di vegetazione<br />

differenziale (NDVI)<br />

basati sull’algoritmo AMPSO<br />

(adaptive mutation swarm optimization)<br />

e il Support Vector<br />

Machine (SVM).<br />

Questo metodo è stato convalidato<br />

utilizzando le aree urbane<br />

di alcune città cinesi classificate<br />

dalle immagini Landsat<br />

con algoritmo di classificazione<br />

delle immagini Object-based.<br />

È stato dimostrato che questo<br />

nuovo metodo per l’estrazione<br />

di aree urbane aveva una buona<br />

coerenza di classificazione con<br />

il risultato del Landsat 8 OLI.<br />

Inoltre, è più robusto rispetto<br />

ad altri metodi di classificazione<br />

e può essere utilizzato anche<br />

per caratterizzare la trama interurbana.<br />

Anche per la classificazione<br />

delle regioni urbane si stanno<br />

utilizzando fonti alternative<br />

come la luce notturna della<br />

VIIRS Day / Night Band<br />

(DNB).<br />

Un approccio utilizza una tecnica<br />

di ottimizzazione dello<br />

swarm delle particelle adattive<br />

che consente a tali dati notturni<br />

di aiutare a indicare le<br />

regioni urbane. Nel complesso,<br />

la precisione è stata dell’82%<br />

circa per la nuova tecnica, che<br />

è migliore dei metodi standard,<br />

sebbene non di una grande<br />

percentuale. Forse prendendo<br />

l’approccio di Zhang e utilizzando<br />

la varietà di dati di telerilevamento<br />

come l’osservazione<br />

notturna e la copertura dei<br />

corpi idrici, allora è possibile<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

una copertura veramente globale<br />

e temporale.<br />

Nuovi metodi di classificazione<br />

stanno iniziando a migliorare<br />

le forme multispettrali e altre<br />

forme di dati satellitari che<br />

potenzialmente consentono<br />

classificazioni di risoluzione<br />

più accurate e relativamente<br />

più alte che possono estendersi<br />

su tutto il globo. Forse come<br />

sviluppo significativo l’algoritmo<br />

di Zhang consentirà una<br />

comprensione più sfumata<br />

delle forme generali del terreno,<br />

come i paesaggi boschivi,<br />

aprendo nuove aree di ricerca<br />

per scienziati che probabilmente<br />

non avrebbero considerato<br />

l’utilizzo della classificazione<br />

del telerilevamento in precedenza.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Some [ZHANG2017-1] Zhang, Hankui K., and David P. Roy. 2017. “Using the 500 m<br />

MODIS Land Cover Product to Derive a Consistent Continental Scale 30 m Landsat Land<br />

Cover Classification.” Remote Sensing of Environment 197 (August): 15–34. https://doi.<br />

org/10.1016/j.rse.2017.05.024.<br />

[LIANG2017] Liang, Qichun, Yuchao Zhang, Ronghua Ma, Steven Loiselle, Jing Li, and<br />

Minqi Hu. 2017. “A MODIS-Based Novel Method to Distinguish Surface Cyanobacterial<br />

Scums and Aquatic Macrophytes in Lake Taihu.” Remote Sensing 9 (2): 133. https://doi.<br />

org/10.3390/rs9020133.<br />

[ZHANG2017-2] Zhang, Qiao, Ping Wang, Hui Chen, Qinglun Huang, Hongbing Jiang,<br />

Zijian Zhang, Yanmei Zhang, Xiang Luo, and Shujuan Sun. 2017. “A Novel Method for<br />

Urban Area Extraction from VIIRS DNB and MODIS NDVI Data: A Case Study of Chinese<br />

Cities.” International Journal of Remote Sensing 38 (21): 6094–6109. https://doi.org/10.1080<br />

/01431161.2017.1339927.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Telerilevamento; remote sensing; classificazione; dati satellitari; uso del suolo<br />

ABSTRACT<br />

New trends in satellite data classification to analyze land use.<br />

Image classification is the process of assigning land cover classes to pixels. In general, there are three<br />

main image classification techniques in remote sensing. The most commonly used are Unsupervised<br />

Classification and Supervised Classification techniques, however the Object-Based Classification<br />

classification has recently achieved a strong use as useful for high resolution data.<br />

AUTORE<br />

Renzo Carlucci<br />

r.carlucci@mediageo.it<br />

www.mediageo.it<br />

®<br />

Satellite Services for Structural Monitoring<br />

I.MODI® è un servizio che sfrutta i dati di Osservazione Terrestre per<br />

monitorare la stabilità di edifici e infrastrutture civili in tutto il mondo.<br />

Fornendo report in maniera user-friendly tramite WebGIS,<br />

I.MODI® rende il dato satellitare utilizzabile in modo semplice e intuitivo.<br />

Controllo sistematico<br />

di aree molto vaste<br />

Dati satellitari<br />

facili da capire<br />

Non richiede dispositivi<br />

installati sulla struttura<br />

Back Analysis usando<br />

dati archiviati dal 1992<br />

Integrazione con il<br />

contesto geologico<br />

Servizi modulari per<br />

le esigenze dell’utente<br />

I.MODI® è sviluppato da<br />

Survey Lab, spin off dell’Università La Sapienza di Roma, è<br />

impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie per la<br />

realizzazione di prodotti, processi e servizi di geomatica.<br />

Dal 2008 opera nel campo del controllo di edifici e<br />

infrastrutture civili e del monitoraggio del territorio<br />

mediante l’utilizzo integrato di sensori satellitari e terrestri.<br />

www.imodi.info<br />

www.surveylab.info<br />

This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020<br />

research and innovation programme <strong>GEOmedia</strong> under n°1-<strong>2018</strong> grant agreement No 720121 15


MERCATO<br />

I RINNOVATI SERVIZI DEL GEOPORTALE NAZIONALE<br />

Se è vero che Il Geoportale Nazionale si rinnova e rivolge la sua attenzione<br />

ai Comuni (https://goo.gl/MvfxNw) è anche vero che molti nuovi<br />

servizi sono già attivi a livello nazionale ma poco conosciuti.<br />

Innanzitutto vorrei richiamare l’attenzione sulla licenza per il riuso dei<br />

dati che, ad eccezione delle ortofoto, sono dati pubblici e quindi si possono<br />

condividere, riprodurre, distribuire, comunicare ed esporre al pubblico,<br />

con qualsiasi mezzo e formato. Inoltre è possibile modificare, remixare,<br />

trasformare il materiale e basarsi su di esso per le proprie opere per<br />

qualsiasi fine, anche commerciale. Questo in quanto i dati del Geoportale<br />

Nazionale sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione<br />

– 3.0 Italia (https://goo.gl/5LGiVi). Chiunque desideri riprodurre o pubblicare<br />

elaborati contenenti i dati del Geoportale nazionale ha l’obbligo di<br />

rispettare i vincoli previsti dalla citata licenza.<br />

Il servizio di distribuzione dati PST<br />

Sono molti i servizi attivi, tra questi vorrei porre l’evidenza sul servizio di distribuzione dati PST - Piano Straordinario di<br />

Telerilevamento che mette a disposizione sia dati LiDAR da cui sono derivabili modelli digitali del terreno con maglia da 1x1 m<br />

a 4x4 m in funzione delle zone, che dati PS (Permanent Scatterer, riflettori radar permanenti) derivati da osservazioni SAR, che<br />

consentono di analizzare fenomeni di subsidenza. I dati PS sono un strumento per l’identificazione, la mappatura e la caratterizzazione,<br />

spaziale e temporale, dei movimenti del territorio con possibilità di identificazione dei rischi e di individuazione delle aree del<br />

territorio soggette ai rischi idrogeologici<br />

Il MATTM in questo programma ha affrontato diverse questioni inerenti la produzione su scala nazionale dei dati PS e l’interpretazione<br />

a diverse scale spaziali dei dati per la valutazione dei dissesti. Sono stati individuati standard omogenei di produzione del dato<br />

PS esteso a tutto il territorio nazionale.<br />

Scaricare i dati con un servizio WFS<br />

Il Servizio di Scaricamento o Download “permette di scaricare copie di set di dati territoriali o di una parte di essi e, ove fattibile, di<br />

accedervi direttamente” (Direttiva 2007/2/CE).<br />

Le linee guida INSPIRE per l’implementazione dei Servizi di Scaricamento, per i dati vettoriali, consigliano che tale servizio, ad<br />

accesso diretto, sia implementato utilizzandolo standard ISO 19142 Web Feature Service supporting ISO 19143 Filter Encoding<br />

(OGC Web Feature Service 2.0 e OGC Filter Encoding 2.0)<br />

Il WFS (Web Feature Service), generato secondo lo standard, offre all’utente finale un file XML basato sul Geography Markup<br />

Language (GML) permettendo il trasferimento delle singole entità geospaziali e quindi l’accesso diretto all’informazione territoriale<br />

con la possibilità di analizzare e processare direttamente i dati territoriali provenienti da fonti diverse.<br />

La procedura<br />

La procedura illustrata all’interno del portale cartografico (https://goo.gl/Wk7iZW) si basa su una richiesta da inviare con email ove<br />

è necessario specificare l’area richiesta, il tipo di prodotto e le finalità. L’Amministrazione risponderà il prima possibile e, una volta<br />

pagati i diritti amministrativi (alcuni euro), si è autorizzati a scaricare i dati dall’area FTP.<br />

Una procedura non velocissima ma, considerata la qualità del dato e il tipo di Amministrazione che li gestisce, vale la pena attendere<br />

anche per il costo quasi irrisorio.<br />

Per approfondire vedi i dati disponibili dal PST : https://goo.gl/ehDUs3.<br />

IL DRONE IDROGRAFICO DI ULTIMA<br />

GENERAZIONE DI AERROBOTIX<br />

L’ ormai quasi decennale esperienza di aerRobotix nello sviluppo di droni acquatici si è<br />

espressa nuovamente, oggi, con il varo dell’ultimo nato, che è stato presentato al pubblico<br />

in occasione della manifestazione specializzata DronItaly (Milano 23-24 marzo).<br />

Si tratta di un natante robotizzato monocarena, molto adatto ad operare in presenza di<br />

corrente e ad effettuare, in aggiunta al classico rilievo batimetrico e monitoraggio ambientale,<br />

anche misure correntometriche su fiumi e canali con profilatori Doppler.<br />

Leggero e molto facilmente trasportabile con una vettura può essere gestito anche da un<br />

solo operatore.<br />

Come gli altri natanti brevettati di aerRobotix presenta la importante peculiarità di una<br />

propulsione elettrica basata su ventola aerea. Si tratta di una scelta ben ponderata e suffragata da numerose esperienze operative<br />

acquisite negli anni. Infatti gli ambiti in cui tali mezzi sono chiamati ad operare quali bacini idroelettrici, cave, laghi, fiumi e canali,<br />

sono caratterizzati dalla frequente presenza di vegetazione galleggiante, detriti affioranti e formazioni algali che possono facilmente<br />

intrappolare le eliche marine e costringere all’interruzione della missione.<br />

Su questo nuovo modello è stato riversato un particolare sforzo di abbattimento dei costi.<br />

www.aerrobotix.com<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


MERCATO<br />

®<br />

®<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 17


MERCATO<br />

GESTIRE GRANDI DATASET AMBIENTALI: TUTTI<br />

I VANTAGGI DELLA PIATTAFORMA TL-AMBIENS<br />

TL-Ambiens, l’ultimo prodotto software realizzato da TerreLogiche<br />

per il monitoraggio ambientale, è una piattaforma di supporto decisionale<br />

per l’archiviazione, la gestione e l’analisi di dati derivanti<br />

dalle attività di monitoraggio ambientale in grado di cambiare in<br />

modo determinante il processo di gestione dei dati ambientali.<br />

Secondo la normativa ambientale (Dlgs 152/2006) tutte le attività<br />

che producono impatto (anche solo potenziale) sull’ambiente sono<br />

soggette ad autocontrolli obbligatori. Dai ripetuti controlli deriva<br />

l’inevitabile produzione di grandi quantità di dati analitici, relativi<br />

a diverse matrici ambientali e su numerosi punti di controllo, la cui<br />

gestione è spesso complicata se non lasciata al caso.<br />

Inoltre, se da un lato la normativa impone il confronto dei dati acquisiti<br />

con i limiti di legge e la comunicazione agli Enti di controllo<br />

del loro eventuale superamento, dall’altro bisogna affrontare degli<br />

ostacoli reali: il solo confronto con le soglie di legge non permette la<br />

reale comprensione dei fenomeni in atto con una conseguente perdita<br />

di informazioni preziose; il Gestore dell’attività ricorre alla consulenza<br />

di esperti che necessitano della storia dei monitoraggi eseguiti<br />

su tutte le matrici ambientali, operazione complessa, onerosa e che<br />

richiede tempi lunghi.<br />

Purtroppo, in caso di superamento delle soglie, Il Gestore è chiamato<br />

a rispondere in tempi rapidi alle richieste dell’Ente di controllo, pena<br />

la chiusura dell’impianto.<br />

Proprio l’esigenza di gestire agilmente una tale mole di dati complessi<br />

e disomogenei, è alla base di TL-Ambiens, un sistema di archiviazione<br />

dinamica dei dati multitemporali di monitoraggio ambientale,<br />

in un ambiente GIS, facilmente aggiornabile e interrogabile, con<br />

strumenti di analisi grafica e numerica del dato.<br />

Ecco le principali funzionalità con cui è possibile operare:<br />

4 Visualizzazione della distribuzione spaziale e temporale dei dati<br />

Layer geografici (GIS) di matrici, sottomatrici ambientali, superamenti<br />

di soglia;<br />

4 Diversi filtri di ricerca (matrice, campagna, intervallo di date,<br />

punto di controllo, range di valori, metodo analitico, laboratorio);<br />

4 Visualizzazione immediata di eventuali superamenti di CSC e<br />

livelli di allarme;<br />

4 Realizzazione di mappe tematiche e diagrammi (cronogrammi,<br />

scatterplot, diagrammi classificativi);<br />

4 Importazione dei dati da fogli elettronici;<br />

4 Verifica della qualità dei nuovi dati analitici importati;<br />

4 Analisi statistica con strumenti numerici e grafici (istogrammi,<br />

Box-Plot, QQ-Plot);<br />

4 Esportazione di tabelle, grafici e mappe tematiche, realizzazione<br />

di report stampabili;<br />

4 Modulo per la gestione di stazioni di monitoraggio continuo.<br />

Un esempio dei vantaggi di tali funzionalità è il caso studio della<br />

discarica del “Tiro a Segno”, situata a sud dell’abitato di Navacchio<br />

(PI), è stata oggetto di controllo da parte di ARPAT per i valori<br />

elevati di arsenico che venivano riscontrati nelle acque sotterranee.<br />

È stato condotto uno studio ad hoc da TerreLogiche e IGG-CNR,<br />

nel quale TL-Ambiens è stato un valido supporto decisionale nella<br />

risoluzione dei problemi ambientali.<br />

Lo studio condotto con l’ausilio della piattaforma TL-Ambiens ha<br />

messo in evidenza vantaggi decisivi, come la possibilità di gestire i<br />

dati da un’unica interfaccia omogenea, flessibile e di facile utilizzo, la<br />

verifica immediata della qualità dei dati e dei superamenti di soglia e<br />

l’uso multiutente della piattaforma.<br />

Per maggiori informazioni su TL_Ambiens e le sue funzionalità<br />

-> http://tlambiens.it/<br />

L’eccellenza dei dati geografici<br />

Toponomastica e numerazione civica<br />

A beneficio degli ambiti di utilizzo più maturi ed esigenti, per la gestione e per la pianificazione geografica e quotidiana<br />

delle reti e delle utenze, della grande e media distribuzione, della raccolta RSU, dei sistemi navigazionali e del car-sharing,<br />

per l’attività politica e per quella amministrativa. www.studiosit.it • info@studiosit.it<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


GLI SCENARI PIÙ INNOVA-<br />

TIVI DELLA TECNOLOGIA<br />

ALLA CONFERENZA ESRI<br />

ITALIA <strong>2018</strong>: ROMA 16 E<br />

17 MAGGIO<br />

Il 16 e 17 maggio si terrà a Roma,<br />

all’Ergife Palace Hotel, la manifestazione<br />

più articolata e completa<br />

a livello nazionale nel settore<br />

delle tecnologie geospaziali,<br />

della Geolocalizzazione e della<br />

Geomatica.<br />

Ogni anno la Conferenza Esri Italia<br />

coinvolge circa duemila persone e<br />

offre un’occasione unica d’incontro<br />

per scoprire gli ultimi sviluppi<br />

della tecnologia e le possibilità per<br />

ottenere vantaggi per il proprio business.<br />

Decine di workshop tecnologici, eventi speciali, sessioni parallele, iniziative formative<br />

e presentazioni di progetti, offriranno un panorama vasto e completo dei nuovi trend<br />

tecnologici, come IOT, Big Data, Location Analytics, Droni, App.<br />

Tema centrale della sessione plenaria sarà l’esplorazione di un modello di Società 5.0<br />

che, dopo l'affermazione del concetto di Industry 4.0, vuole sostenere una Smart<br />

Society, dove la trasformazione digitale rappresenta un veicolo per promuovere la qualità<br />

della vita, attraverso la domotica, le smart city, la smart agriculture, la cybersicurezza,<br />

l'innovazione tecnologica dell'healthcare, puntando l’attenzione sulle esigenze<br />

dell’uomo.<br />

Ospite d’eccezione dell’apertura della Conferenza, sarà Carlo Ratti, architetto, ingegnere<br />

e innovatore che indaga, con il suo un gruppo di ricerca, come le nuove tecnologie<br />

stiano cambiando il modo in cui concepiamo, progettiamo e viviamo le città. Il suo<br />

intervento sarà una visione su come la tecnologia evolverà e diventerà pervasiva nella<br />

“senseable City”. Sarà poi dato spazio alla presentazione di best practice internazionali<br />

e nazionali di particolare rilevanza che dimostrano i vantaggi ottenuti da aziende e<br />

istituzioni grazie alla Science of Where. Interverranno sul palco testimonial importanti<br />

di enti e aziende italiane.<br />

Novità dell’edizione <strong>2018</strong> della Conferenza sarà il GEOsmartcampus Innovation<br />

Forum, una iniziativa che nasce per favorire e promuovere lo sviluppo di soluzioni<br />

innovative per realizzare una Smart Society. L'evento, a cura di GEOsmartcampus, sarà<br />

un momento di approfondimento e scambio di conoscenze sui più importanti trend<br />

dell'Innovazione dedicato ai manager, ai professionisti, alle start-up e ai talenti delle<br />

realtà italiane e straniere. Si parlerà di: A.I, e-mobility, Cybersecurity, Smart Energy,<br />

Logistic & Transport, Smart Sport, 5G, AI Botz, Turismo, Smart Water, Blockchain,<br />

Big Data & Social Media, Realtà Virtuale Immersiva.<br />

MERCATO<br />

Eppur…<br />

si muove?<br />

Interferometro radar da terra<br />

Monitoraggio in tempo reale<br />

di frane e deformazioni,<br />

oltre il millimetro!<br />

Rilievi fino a 4 chilometri<br />

> monitoraggio frane, ponti<br />

e cavalcavia<br />

> prove di carico<br />

> deformazioni dighe e strutture<br />

> analisi modale<br />

> monitoraggio vibrazioni<br />

FastGBSAR Uno strumento, due modalità.<br />

La Conferenza di Esri Italia sarà anche l’occasione per scoprire e approfondire tutte<br />

le novità della tecnologia Esri. In una serie di eventi dedicati, gli esperti di Esri Italia<br />

mostreranno, attraverso Demo live, tutte le più interessanti innovazioni e funzionalità<br />

della Piattaforma ArcGIS. Nella suggestiva cornice del GEOBSERVATORY le demo<br />

live riguarderanno il 3D, la realtà aumentata e immersiva.<br />

Tanti Eventi connoteranno la Conferenza, per raccontare le più innovative best<br />

practice sull’uso delle tecnologie geografiche in diversi settori: Utility, GIS e BIM,<br />

Location Intelligence, Imagery, Pubblica Amministrazione, Ambiente e gestione delle<br />

risorse, Agricoltura di precisione, Archeologia e Beni culturali, Rischio ed Emergenze,<br />

Sostenibilità e Pianificazione territoriale.<br />

FastGBSAR RAR<br />

Real Aperture Radar<br />

FastGBSAR SAR<br />

Synthetic Aperture Radar<br />

www.esriitalia.it<br />

CODEVINTEC<br />

Tecnologie per le Scienze della Terra<br />

Tel. +39 02 4830.2175 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> www.codevintec.it 19


MERCATO<br />

tecnologie innovative: acquisizione dei dati, elaborazione e diffusione<br />

per gli utenti finali. Previste anche attività dimostrative sul<br />

campo delle più sofisticate strumentazioni disponibili sul mercato<br />

internazionale.<br />

In vista di “TECHNOLOGY for ALL <strong>2018</strong>” è stato raggiunto un<br />

accordo tra mediaGEO, società organizzatrice della manifestazione<br />

dal 2014 ed editrice delle riviste “<strong>GEOmedia</strong>” e “Archeomatica”,<br />

e Mediarkè, società specializzata nella realizzazione e promozione<br />

di eventi. L’intesa prevede che Mediarkè supporti mediaGEO nelle<br />

attività di segreteria organizzativa e di ufficio stampa della prossima<br />

edizione.<br />

TECHNOLOGYFORALL <strong>2018</strong>: UNA NUOVA SEDE,<br />

UN FORMAT RINNOVATO E UN NUOVO PARTNER<br />

PER L'ORGANIZZAZIONE DELL’EVENTO<br />

Grandi novità per “TECHNOLOGY for ALL <strong>2018</strong>”, il forum<br />

dedicato all’innovazione tecnologica per il territorio e l’ambiente,<br />

i beni culturali e le smart city. Giunto alla quinta edizione, l’evento<br />

si svolgerà a Roma dal 3 al 5 ottobre in una nuova e prestigiosa<br />

location, che sarà annunciata prossimamente.<br />

Rinnovato anche il format della manifestazione, che offrirà sempre<br />

momenti informativi e formativi di alto livello, oltre ad occasioni<br />

di confronto e di business tra le Pubbliche Amministrazioni, le<br />

Università e le aziende specializzate.<br />

In fase di definizione l’intenso programma di convegni, conferenze<br />

e workshop che affronteranno l'intero processo di utilizzo delle<br />

“Una nuova sede, un format rinnovato, un nuovo partner per<br />

l’organizzazione e la comunicazione: sono queste solo le prime<br />

novità che caratterizzeranno la prossima edizione di ‘Technology<br />

for All <strong>2018</strong>’ e che, ne siamo certi, daranno un forte impulso per<br />

un’ulteriore crescita alla nostra manifestazione”, spiega Alfonso<br />

Quaglione, amministratore unico di mediaGEO. “Giunti alla<br />

quinta edizione, intendiamo consolidare il prestigio ed anche incrementare<br />

le dimensioni di questo evento, che si conferma come<br />

l’unico grande appuntamento in Italia dedicato alle nuove tecnologie<br />

applicate al territorio, all’ambiente, ai beni culturali e alle<br />

smart city”.<br />

Per rimanere sempre aggiornato sulle novità di TECHNOLOGY<br />

for ALL <strong>2018</strong> visita periodicamente:<br />

www.technologyforall.it<br />

Sfruttando EGNSS (Galileo ed EGNOS), il sistema invia l'ora<br />

dell'incidente, la posizione precisa del veicolo e la direzione di<br />

marcia verso i servizi di emergenza, consentendo ai soccorritori di<br />

raggiungere più velocemente il luogo dell'incidente. Un eCall può<br />

anche essere attivato manualmente premendo un pulsante nell'auto,<br />

ad esempio da un testimone a un incidente grave.<br />

Il sistema si avvale della costellazione Galileo che stabilisce una comunicazione<br />

bidirezionale con i ricevitori ed è appunto in grado di<br />

ricevere segnalazioni dall'utente. Sebbene l'obbligatorietà del servizio<br />

parte dal mese di Aprile <strong>2018</strong>, di certo non è ancora pronta<br />

l'infrastruttura satellitare, fortemente in ritardo e alla quale devono<br />

aggiungersi ancora molti satelliti, previsti entro il 2020.<br />

POSIZIONAMENTO SATELLITARE ECALL OBBLI-<br />

GATORIO SU TUTTI I NUOVI VEICOLI EUROPEI<br />

Dal 31 marzo <strong>2018</strong>, tutti i nuovi modelli di automobili e furgoni<br />

leggeri venduti nell'UE devono essere dotati di dispositivi eCall<br />

che avvisano automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente,<br />

inviando la loro posizione. L'obiettivo del sistema è ridurre<br />

il tempo di risposta alle emergenze per incidenti stradali e salvare<br />

vite umane.<br />

Probabilmente pagheremo su ogni veicolo un costo suppletivo<br />

dei dispositivi stimato intorno ai 100 EUR per veicolo dalla data<br />

di entrata in vigore del regolamento, il 31 marzo <strong>2018</strong>, che forse<br />

avrebbe potuto essere ritardato all'effettivo momento di entrata in<br />

piena funzione della costellazione Galileo.<br />

Per maggiori informazioni http://www.gsa.europa.eu<br />

eCall si attiva automaticamente non appena i sensori all'interno<br />

del veicolo rilevano un grave incidente. Una volta attivato, il sistema<br />

compone il numero di emergenza europeo 112 e stabilisce<br />

un collegamento telefonico all'apposito call center di emergenza.<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


MERCATO<br />

REGISTER FOR FREE*<br />

BUSINESS <strong>2018</strong><br />

LONDON • UK 22 – 23 MAY<br />

Registration now open<br />

Register online today and attend the geospatial event<br />

designed for everyone involved in the gathering, storing,<br />

processing and delivery of geospatial information.<br />

Exhibition • Conference • Seminars • Workshops • Networking<br />

GeoBusinessShow.com<br />

Background image provided by Ordnance Survey stand L10.<br />

*Exhibition, seminars and workshops are free to attend. There is a fee to attend <strong>GEOmedia</strong> the conference. n°1-<strong>2018</strong> 21


MERCATO<br />

MONITORAGGIO: VERSO L'ANALISI AUTOMATI-<br />

CA DEI BIG DATA SATELLITARI SUL CLOUD<br />

In base all'accordo, Descartes Labs e Planetek Italia svilupperanno<br />

nuove applicazioni di telerilevamento in settori quali l'agricoltura<br />

di precisione e lo sviluppo sostenibile. Questa partnership<br />

segue il cambio di paradigma dei servizi di osservazione<br />

della Terra, passando da un modello "a progetto" a un modello<br />

information-as-a-service.<br />

Grazie all'analisi automatica dei big data satellitari su cloud,<br />

la creazione di analytics con una dimensione spaziale diventa<br />

dinamica. Ciò è possibile combinando le capacità dell'intelligenza<br />

artificiale, del machine learning e del cloud computing di<br />

Descartes Labs, con gli oltre venti anni di esperienza di Planetek<br />

Italia nella progettazione e nello sviluppo di servizi di osservazione<br />

della Terra collegati a Copernicus, il programma di punta<br />

dell'Unione Europea per lo spazio e l'informazione ambientale.<br />

"Non ho dubbi che la nostra partnership con Descartes Labs<br />

aumenterà enormemente il valore della nostra piattaforma<br />

Rheticus®. Grazie a questa partnership, i nostri clienti beneficeranno<br />

del miglioramento della nostra produzione di geoanalytics,<br />

offrendo un valore superiore ai nostri clienti in tutto il<br />

mondo", ha affermato il CEO di Planetek Italia, Giovanni Sylos<br />

Labini. "Questo accordo ci dà anche la possibilità di seguire il<br />

percorso verso un modello information-as-a-service, implementato<br />

dall'Europa con i Copernicus Data and Information Access<br />

Services (DIAS). L'Agenzia Spaziale Europea è stata lungimirante<br />

nel favorire l'incontro tra aziende europee e aziende come<br />

Descartes Labs nell'ultima conferenza Future EO di maggio<br />

2017. "<br />

"Siamo molto lieti di collaborare con Planetek, una società che è<br />

in linea con il nostro business e complementare rispetto al lavoro<br />

GIS E WEBGIS<br />

che stiamo svolgendo nelle scienze geospaziali", ha dichiarato il<br />

co-fondatore e CEO di Descartes Labs, Mark Johnson. "Il team<br />

di Planetek utilizza dati e immagini di ultima generazione fornite<br />

da Copernicus ed ESA per elevare gli standard nell'elaborazione<br />

di mappe, nel rilevamento dei cambiamenti o nelle applicazioni<br />

del telerilevamento all'agricoltura. Il nostro obiettivo<br />

nel lavorare insieme è che possiamo fornire diagnosi più rapide<br />

e precise su alcuni dei problemi che più affliggono il mondo".<br />

I punti salienti delle attività e degli accordi delle aziende<br />

Descartes Labs ha creato una piattaforma di supercalcolo basata<br />

su cloud per l'applicazione della machine intelligence a enormi<br />

serie di dati. Sfruttando la confluenza dei progressi dell'intelligenza<br />

artificiale e del cloud computing ad alte prestazioni,<br />

- insieme al rapido aumento dei sensori che acquisiscono informazioni<br />

in tutto il mondo -, Descartes Labs ha creato una<br />

fabbrica aziendale di dati. Oggi, Descartes Labs utilizza immagini<br />

satellitari per modellare sistemi complessi sul pianeta, come<br />

la silvicoltura e l'agricoltura. L'azienda elabora i flussi di dati<br />

provenienti da tutte le principali costellazioni satellitari su larga<br />

scala per fornire un accesso istantaneo alle immagini pronte per<br />

l'analisi del mondo intero in un'interfaccia massiccia, ricercabile<br />

e su richiesta.<br />

Planetek ha creato Rheticus, una piattaforma di servizi di geoinformazione<br />

automatici basata su cloud, progettata per fornire<br />

dati e informazioni aggiornati e accurati sul nostro mondo che<br />

cambia. Rheticus fornisce informazioni tempestive che soddisfano<br />

le esigenze di un numero crescente di applicazioni aziendali.<br />

Le informazioni sono fornite come servizio e comprendono<br />

mappe, report e indici geospaziali, progettati per monitorare<br />

diversi fenomeni: cambiamenti territoriali, dinamiche urbane e<br />

cambiamenti nell'uso del suolo, movimenti del terreno (frane<br />

e subsidenza), stabilità delle infrastrutture, nuove infrastrutture<br />

e aree di costruzione, aree incendiate o la qualità delle acque<br />

marino-costiere.<br />

Grazie a questo accordo, Planetek Italia potrà ampliare la gamma<br />

dei servizi di monitoraggio forniti dalla piattaforma Rheticus<br />

via web su scala globale attraverso una rete internazionale di<br />

partner Rheticus. Descartes Labs potrà trovare potenziali nuove<br />

applicazioni e aree di ricerca, garantendo ad entrambi i partner<br />

maggiori spazi di sfruttamento del valore dei big data satellitari e<br />

di creazione di nuovo valore significativo per i clienti.<br />

www.planetek.it<br />

MONITORAGGIO 3D<br />

TELERILEVAMENTO<br />

2<br />

www.gter.it<br />

info@gter.it<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong><br />

GNSS<br />

FORMAZIONE<br />

RICERCA E INNOVAZIONE


018<br />

ROMA 3-5 OTTOBRE<br />

Tecnologie per il Territorio, il Patrimonio Culturale e le Smart City<br />

www.technologyforall.it<br />

Science & Technology Communication<br />

#TECHFORALL


Il Deserto del Kalahari<br />

La Namibia è famosa non solo per i suoi paesaggi desertici<br />

dalla vista mozzafiato, ma anche perché questi deserti offrono<br />

una testimonianza della storia delle deformazioni dovute alla tettonica<br />

a placche in questa parte dell’Africa.<br />

Il Deserto della Namibia, che corre lungo la costa sud-occidentale dell’Africa, è ritenuto<br />

il deserto più antico della Terra. Sebbene questa immagine sia stata acquisita<br />

più ad est, su parte della Namibia sud-orientale, i suoi toni impressionanti color arancioruggine<br />

derivano dal clima semi-arido di questa remota regione.<br />

Il Kalahari (che copre gran parte del Botswana, alcune regioni del Sud Africa e parte del sudest<br />

della Namibia) non è un vero e proprio deserto giacchè riceve molta pioggia, ma è tuttavia<br />

un’area di antiche dune sabbiose fossili. Alcune di queste dune, note anche come ‘sand sheets’<br />

(Ndt: dune laminari), possono essere osservate nel loro sviluppo mentre attraversano l’angolo in<br />

alto a destra dell’immagine, in cui appaiono sorprendentemente parallele ed uniformi. Si pensa<br />

che queste dune si siano formate tra 250000 e 12000 anni fa e sono rimaste tali fin da allora.<br />

Anche ad est il paesaggio appare come un mondo alieno di colore arancione ed è dominato<br />

da creste, scarpate e letti di laghi prosciugati detti anche ‘padelle di sale’. Alcune strade che<br />

tagliano bruscamente il paesaggio sono una testimonianza del fatto che questa regione<br />

non è del tutto disabitata.<br />

Questa immagine è stata catturata da Sentinel-2 il 28 luglio 2017.<br />

Crediti: ESA<br />

Traduzione: Gianluca Pititto


REPORT<br />

Big Data…a few<br />

Outliers = Big Mistakes<br />

Un nuovo processo per l’individuazione di outliers<br />

di Maurizio Rosina<br />

La tecnologia ci mette<br />

nelle condizioni di potere<br />

e dovere maneggiare<br />

grandi moli di dati. Nuvole<br />

di punti acquisite nei modi<br />

più vari e Big Data sono le<br />

parole d’ordine e le realtà<br />

con cui oggigiorno sempre<br />

più occorre misurarsi.<br />

Fig. 1 – calcolo del fattore di distanza dei punti dal baricentro robusto sulla base del CH 50<br />

.<br />

Nell’elaborazione dei<br />

dati sempre più spesso<br />

entrano in gioco<br />

la stima/calcolo di parametri<br />

statistici quali la media, la varianza,<br />

lo scarto quadratico<br />

medio, ecc. Ebbene è noto che<br />

bastano pochi outliers (ovvero<br />

pochi valori anomali, aberranti,<br />

chiaramente distanti dagli altri<br />

valori disponibili) per ‘mettere<br />

in crisi’ medie, scarti quadratici<br />

medi ed … altro, con il risultato<br />

di giungere a risultati finali definiamoli<br />

perlomeno ‘fuorvianti’.<br />

La tematica dell’individuazione<br />

degli outliers assume quindi la<br />

massima importanza per poter<br />

giungere a risultati quanto più<br />

possibile corretti e significativi.<br />

Occorre quindi sempre propedeuticamente<br />

ricercare gli eventuali<br />

valori anomali - che talvolta<br />

assumono persino il ruolo del<br />

‘risultato’ cercato, e ciò proprio<br />

in ragione della loro ‘anomalia’<br />

che li differenzia dal resto dei<br />

dati -, e con tecniche che quanto<br />

più possibile non presuppongano<br />

una conoscenza a priori della<br />

tipologia di distribuzione che i<br />

dati in esame dovrebbero avere.<br />

Il nuovo approccio ideato per<br />

l’individuazione di outliers nello<br />

spazio R 2 fruisce di tecniche geometrico/statistiche<br />

largamente<br />

indipendenti dalla tipologia di<br />

distribuzione dei dati, e si articola<br />

in quattro passi metodologici.<br />

Data una nuvola di punti nello<br />

spazio R 2 :<br />

1. Individuazione dei vari cluster<br />

di punti e dei punti che non<br />

appartengono a nessuno dei<br />

cluster individuati.<br />

Per ciascun cluster<br />

2. Individuazione, tramite la<br />

tecnica del convex hull peeling,<br />

del particolare convex<br />

hull (CH 50<br />

) che al suo interno<br />

contiene non più del 50% dei<br />

punti del cluster, e calcolo su<br />

tali punti interni (che sono il<br />

‘core’ del cluster) del baricentro<br />

(ora robusto) tramite una<br />

operazione di media.<br />

3. Utilizzo di una tecnica di<br />

mapping (che realizza una<br />

nuova metrica) che porta<br />

tutti i punti che giacciono sul<br />

CH 50<br />

a trovarsi ad un fattore<br />

di distanza pari ad uno dal<br />

baricentro, che è come dire<br />

che il CH 50<br />

viene ad assume la<br />

forma di un cerchio con centro<br />

nel baricentro e raggio pari<br />

ad uno. Tale tecnica, illustrata<br />

più in dettaglio nel seguito,<br />

è applicata a tutti i punti del<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

terebbe teoricamente sufficiente<br />

all’individuazione di eventuali<br />

outliers.<br />

In merito al passo 2 il baricentro<br />

calcolato sui punti strettamente<br />

contenuti nel CH 50<br />

risulta essere<br />

particolarmente robusto, ed è<br />

assimilabile all’analogo calcolo<br />

spesso condotto su dati appartenenti<br />

al secondo e terzo quartile<br />

di un boxplot.<br />

La tecnica utilizzata nel passo 3<br />

è particolarmente interessante,<br />

in quanto permette di tenere<br />

conto della ‘forma’ assunta dai<br />

punti del cluster nella successiva<br />

valutazione/individuazione degli<br />

outliers, che opera sulla base di<br />

un particolare ‘fattore di distancluster<br />

ed ai punti che sono<br />

risultati non appartenere ad<br />

alcuno dei cluster individuati.<br />

Con questa tecnica tutti i<br />

punti strettamente contenuti<br />

in CH 50<br />

avranno un fattore di<br />

distanza dal baricentro minore<br />

di uno e tutti i punti esterni<br />

al CH 50<br />

avranno un fattore<br />

di distanza dal baricentro<br />

maggiore di uno. A seguito<br />

di questa tecnica si potrà nel<br />

seguito operare su tali valori di<br />

distanze (ovvero su sequenze<br />

di valori - dati univariati -<br />

nello spazio R 1 ) e non più su<br />

coordinate nello spazio R 2 .<br />

4. Utilizzo, sulle distanze calcolate<br />

nel passo precedente, della<br />

diseguaglianza di Chebychev<br />

(valida per una qualsiasi tipologia<br />

di distribuzione univariata<br />

di valori). La distribuzione<br />

di Chebychev garantisce che<br />

per una distribuzione qualsiasi<br />

di valori, una volta calcolata<br />

la sua media (μ), il suo scarto<br />

quadratico medio (σ) e fissata<br />

una costante k >0, al massimo<br />

lo [(1/k 2 )*100]% dei valori<br />

potranno risultare esterni<br />

all’intervallo μ-kσ, μ+kσ. Ciò<br />

permette, su base statistica, di<br />

definire in modo ‘fine’ come<br />

outlier un qualsiasi punto la<br />

cui distanza dal baricentro<br />

ricada all’esterno dell’intervallo<br />

μ-k, μ+kσ. Molto spesso<br />

nell’utilizzo della diseguaglianza<br />

di Chebyschev piuttosto<br />

che fissare la costante k<br />

si preferisce fissare un valore<br />

di probabilità (p), in quanto<br />

per una distribuzione unimodale<br />

di valori tra k e p sussiste<br />

la relazione p = 1/k 2 , quindi<br />

fissato p è immediato risalire<br />

al relativo k = √(1⁄p). La ricerca<br />

degli outliers viene quindi<br />

condotta, per ciascun cluster,<br />

individuando come outliers i<br />

punti, sia del cluster che non<br />

appartenenti a nessun cluster,<br />

le cui distanze dal baricentro<br />

del cluster siano esterne all’intervallo<br />

sopra definito.<br />

Tramite i quattro passi metodologici<br />

sopra sommariamente<br />

descritti si giunge, senza alcuna<br />

ipotesi preventiva sulla tipologia<br />

di distribuzione dei dati, a poter<br />

individuare la presenza di eventuali<br />

outliers rispetto ai vari<br />

cluster individuati.<br />

Inoltre, è di tutta evidenza che<br />

l’approccio proposto è teoricamente<br />

facilmente espandibile<br />

a dati nello spazio R 3 , con i vari<br />

convex hull che potrebbero assumere<br />

la struttura di politopi<br />

di minima chiusura convessa di<br />

punti nello spazio R 3 .<br />

Il dettaglio delle operazioni<br />

L’approccio perseguito è altamente<br />

modulare, ed è quindi<br />

opportuno fornire qualche dettaglio<br />

circa le operazioni condotte<br />

nei passi sopra elencati. Il passo<br />

1 non impone alcun specifico<br />

metodo nella individuazione dei<br />

cluster, tanto che, se ritenuto opportuno,<br />

tale passo può persino<br />

essere saltato, vedendo la nuvola<br />

dei punti in esame come un unico<br />

cluster, su cui operare con i<br />

passi successivi. Inoltre, nel caso<br />

di analisi condotte su dati originali<br />

univariati, già il solo passo 4,<br />

saltando tutti i precedenti, risul-<br />

Figura 3 – il campione dei dati - 3243 coordinate<br />

relative a localizzazioni di POI presenti<br />

nelle province di Viterbo e Latina.<br />

Fig. 2 – il mapping dei punti sulla base dei nuovi<br />

fattori di distanza calcolati - si noti in particolare<br />

come i punti del CH 50<br />

cui viene attribuito il nuovo<br />

fattore di distanza giacciano su di un cerchio ideale<br />

(di raggio 1) dal baricentro.<br />

Fig. 4 – i due cluster individuati (algoritmo<br />

Dbscan) ed i punti (noise) non assegnabili<br />

dall’algoritmo ad alcuno dei due cluster.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 27


REPORT<br />

Fig. 5 – primo cluster – a sinistra il cluster con evidenziato<br />

il suo CH 50<br />

ed il baricentro ricavato dai punti strettamente<br />

contenuti nel CH 50<br />

. A destra l’immagine del mapping attivato<br />

sui punti del cluster e su quelli che non appartengono<br />

a nessun cluster. Le distanze dal baricentro dei punti della<br />

figura a destra saranno l’oggetto dell’analisi volta all’individuazione<br />

di outliers che verrà condotta nella fase successiva<br />

tramite l’utilizzo della diseguaglianza di Chebyshev.<br />

za’ di ciascun<br />

punto<br />

rispetto al baricentro<br />

(robusto) del cluster. Nello<br />

stimare se un punto appartiene<br />

o no ad un determinato cluster<br />

è pratica generale assumere che<br />

più un punto è vicino al baricentro<br />

(robusto) del cluster, più<br />

è verosimile che il punto appartenga<br />

al cluster. Bisogna però<br />

anche tenere in considerazione<br />

se l’insieme dei punti del cluster<br />

è distribuito simmetricamente<br />

o asimmetricamente rispetto al<br />

baricentro, per poter decidere<br />

se la valutazione di una distanza<br />

dal baricentro è significativa per<br />

Fig. 6 – secondo cluster - a sinistra il cluster con evidenziato<br />

il suo CH 50<br />

ed il baricentro ricavato dai punti strettamente<br />

contenuti nel CH 50<br />

. A destra l’immagine del mapping attivato<br />

sui punti del cluster e su quelli che non appartengono<br />

a nessun cluster. Le distanze dal baricentro dei punti della<br />

figura a destra saranno l’oggetto dell’analisi volta all’individuazione<br />

di outliers che verrà condotta nella fase successiva<br />

tramite l’utilizzo della diseguaglianza di Chebyshev.<br />

l’individuazione di un outlier.<br />

Occorre, quindi, tenere conto<br />

della ‘forma’ del cluster nel calcolo<br />

del ‘fattore di distanza’ del<br />

generico punto dal baricentro<br />

(robusto). La tecnica adottata<br />

per il calcolo di un fattore di<br />

distanza che tenga in conto<br />

tale ‘forma’ è particolarmente<br />

semplice. Detto O il baricentro<br />

(robusto) del cluster, per il generico<br />

punto P si calcola il punto<br />

di intersezione P’ con il CH 50<br />

generato dalla semiretta con origine<br />

O e passante per P, quindi<br />

si calcola il rapporto dp=OP/<br />

OP’, che assume il significato di<br />

fattore di distanza del punto P<br />

dal baricentro O. Risulta di tutta<br />

evidenza che qualsiasi punto<br />

P che giaccia sul CH 50<br />

avrà un<br />

fattore di distanza dp = 1, ovvero<br />

un fattore di distanza unitaria<br />

dal baricentro; viceversa qualsiasi<br />

punto P strettamente contenuto<br />

entro il CH 50<br />

avrà un fattore<br />

di distanza dp < 1, e qualsiasi<br />

punto esterno al CH 50<br />

avrà un<br />

fattore di distanza dp >1 (vedi<br />

figura 1).<br />

E’ come se ogni punto venisse<br />

rimappato, con il nuovo fattore<br />

di distanza, sulla semiretta che<br />

lo congiunge al baricentro robusto<br />

(vedi figura 2). Quindi tale<br />

tecnica definisce una metrica<br />

sull’insieme dei punti, ed il fattore<br />

di distanza dal baricentro<br />

permette di poter tenere conto<br />

della ‘forma’ del cluster, che si<br />

assume sia definita dalla forma<br />

del CH 50.<br />

Un po’ quanto è ottenibile,<br />

ma in modo assai più<br />

complesso, tramite la distanza<br />

di Mahalanobis, che però opera<br />

correzioni basandosi esclusivamente<br />

su forme strettamente<br />

ellissoidali.<br />

Nel passo 4 si è voluta seguire<br />

la tecnica di utilizzare, su<br />

ciascun cluster, in sequenza<br />

due volte la disuguaglianza<br />

di Chebyshev con parametri<br />

diversi. Per ciascun cluster inizialmente<br />

vengono calcolate<br />

media μ e scarto quadratico<br />

medio σσdi tutti i suoi valori<br />

(valori che sono le distanze dei<br />

punti del cluster dal baricentro,<br />

ottenute nel passo precedente) e<br />

viene applicata la diseguaglianza<br />

di Chebyshev con un fattore k<br />

piuttosto basso (oppure, data<br />

la relazione k = che sussiste tra<br />

k = √(1⁄p) e la probabilità p,<br />

imponendo un valore di p piuttosto<br />

alto), che si traduce nel<br />

selezionare, come valori ‘core/<br />

fondamentali’ sicuramente appartenenti<br />

al cluster, solo quelli<br />

molto prossimi alla media (ovvero<br />

valori a distanza di pochi<br />

kσ rispetto alla media μ). Su<br />

tali valori ‘core/fondamentali’<br />

si calcolano nuovamente media<br />

μ 1<br />

e scarto quadratico medioσσ 1<br />

(che ora si ritengono parametri<br />

molto rappresentativi e robusti)<br />

e si effettua la effettiva ricerca<br />

degli outliers, ancora tramite la<br />

diseguaglianza di Chebyshev in<br />

cui si utilizzano i nuovi e robusti<br />

valori μ 1<br />

eσσ 1<br />

, ed si applica<br />

con un fattore k più alto del<br />

precedente (o, il che è dire lo<br />

stesso, un fattore p più piccolo<br />

del precedente), ciò che si traduce<br />

nell’individuare come outliers<br />

solo valori molto distanti<br />

dalla media μ 1<br />

, ovvero valori<br />

che ‘sicuramente’ non appartengono<br />

al cluster. La ricerca degli<br />

outliers viene quindi effettuata<br />

sui tutti i valori del cluster e sui<br />

punti che sono risultati non appartenere<br />

ad alcun cluster, per<br />

questi ultimi calcolandone preventivamente<br />

il mapping rispetto<br />

al baricentro del cluster e le<br />

relative distanze dal baricentro.<br />

Modulando opportunamente<br />

i valori con cui attivare in sequenza<br />

le due diseguaglianze<br />

di Chebyshev si giunge ad una<br />

individuazione quanto si vuole<br />

‘fine’ degli outiers, ottenuta in<br />

base a parametri statistici dichiarabili<br />

ed ad una metodologia<br />

indipendente dalla tipologia<br />

di distribuzione dei dati.<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

Un esempio su dati reali<br />

Nel seguito viene presentato un<br />

esempio su di un campione di<br />

dati reali, relativo a 3243 coordinate<br />

relative a localizzazioni<br />

di POI presenti nelle province<br />

di Viterbo e Latina. Nella figura<br />

3 viene presentato il campione<br />

dei dati da elaborare. La figura 4<br />

propone i 2 cluster individuati<br />

(tramite il classico algoritmo<br />

DBscan) ed i punti (noise) che<br />

non risultano assegnabili dall’algoritmo<br />

a nessuno dei due cluster.<br />

Le figure 5 e 6 presentano,<br />

per ciascuno dei due cluster:, il<br />

CH 50<br />

ed il baricentro ricavato<br />

dai punti strettamente contenuti<br />

nel CH 50,<br />

quindi la successiva<br />

fase di mapping, attivata sia sui<br />

punti del cluster che su quelli<br />

che non appartengono a nessun<br />

cluster. Tale mapping ha l’effetto<br />

di portare tutti i punti che<br />

giacciono sul CH 50<br />

ad un fattore<br />

di distanza pari ad uno dal baricentro,<br />

tutti i punti strettamente<br />

contenuti entro il CH 50<br />

ad un<br />

fattore di distanza dal baricentro<br />

minore di uno, ed infine tutti<br />

i punti esterni al CH 50<br />

ad un<br />

fattore di distanza maggiore di<br />

uno. Infine nelle figure e 7 e 8<br />

sono riportati gli outliers individuati<br />

tramite la diseguaglianza<br />

di Chebychev applicata ai due<br />

cluster ed i punti noise fissando<br />

valori diversi per il parametro di<br />

probabilità.<br />

Gli outlier proposti nelle seguenti<br />

figure 7 e 8 sono individuati<br />

tramite uno specifico<br />

processo che utilizza nell’analisi<br />

due volte la disuguaglianza di<br />

Chebyshev su ciascuno dei cluster<br />

individuati. Per ogni cluster<br />

individuato una prima volta la<br />

disuguaglianza di Chebyshev<br />

viene utilizzata per individuare/selezionare<br />

i valori ‘core/<br />

fondamentali’ del cluster, sui<br />

quali calcolare dei nuovi valori<br />

di media μ 1<br />

e scarto quadratico<br />

medioσσ 1<br />

(che ottenuti in tal<br />

modo si ritengono parametri<br />

estremamente ‘rappresentativi’<br />

del cluster e ‘robusti’). Quindi la<br />

disuguaglianza di Chebyshev viene<br />

utilizzata una seconda volta,<br />

con i valori di media μ1 e scarto<br />

quadratico medio σ1 precedentemente<br />

calcolati, per l’effettiva<br />

individuazione degli outliers. In<br />

particolare, per ottenere quanto<br />

illustrato nella figura 5, nel primo<br />

utilizzo della diseguaglianza<br />

di Chebyshev, per ricavare i<br />

valori ‘core/fondamentali’ si è<br />

fissato quale valore di probabilità<br />

p = 0.3 (che corrisponde a fissare<br />

un valore di k =1.8), valore che<br />

assicura che almeno il 70% dei<br />

dati del cluster giacciono entro<br />

l’intervallo [μ-1.8σ..μ+1.8σ], in<br />

cui μ e σ sono la media e lo scarto<br />

quadratico medio calcolati dei<br />

dati (i valori delle distanze dal<br />

baricentro) del cluster. Quindi<br />

si sono individuati i valori del<br />

cluster che ricadono entro tale<br />

intervallo e su di essi si è calcolata<br />

una nuova media μ 1<br />

ed un<br />

nuovo scarto quadratico medio<br />

σ 1<br />

(che ora si ritengono parametri<br />

estremamente ‘rappresentativi’<br />

del cluster e molto ‘robusti’) e<br />

si è fissato quale nuovo valore di<br />

probabilità p =0.005, valore che<br />

corrisponde al fissare un k=14,<br />

e che assicura che al massimo il<br />

Fig. 7 – Gli agglomerati di punti in rosso corrispondono<br />

a 17 outliers individuati sul campione<br />

dei dati tramite l’utilizzo della diseguaglianza di<br />

Cherbychev applicata ai due cluster ed ai dati che<br />

non appartengono a nessun cluster.<br />

cinque per mille dei valori del<br />

cluster potrebbero giacere esternamente<br />

all’intervallo [μ 1<br />

-14σ 1<br />

..<br />

μ 1<br />

+14σ 1<br />

], La ricerca degli outliers<br />

è quindi stata effettuata individuando<br />

i punti le cui distanze<br />

sono esterne a tale intervallo,<br />

e tale analisi è stata condotta per<br />

tutte le distanze dei punti del<br />

cluster e sulle distanze dei punti<br />

che non appartenevano ad alcun<br />

cluster (i punti noise), per questi<br />

ultimi calcolandone preventivamente<br />

il mapping rispetto al<br />

baricentro del cluster e le relative<br />

distanze dal baricentro. Tale processo,<br />

come detto, è condotto su<br />

ciascuno dei cluster individuati.<br />

Per ottenere quanto illustrato<br />

nella figura 6 si è si è fissato,<br />

analogamente al caso precedente,<br />

nel primo utilizzo della<br />

diseguaglianza di Chebyshev<br />

un valore di probabilità p = 0.3,<br />

mentre nel secondo utilizzo della<br />

diseguaglianza si è fissato un valore<br />

p =0.01, assai più lasco del<br />

precedente. In tal modo si è ottenuto<br />

che al massimo l’uno per<br />

cento dei valori del cluster poteva<br />

giacere esternamente all’intervallo<br />

[μ 1<br />

-10σ 1<br />

..μ 1<br />

+10σ 1<br />

], e tale<br />

rilassamento nelle condizioni di<br />

verifica ha portato all’incremento<br />

degli outliers individuati.<br />

Fig. 8 – Gli agglomerati di punti in rosso corrispondono<br />

a 100 outliers individuati sul campione<br />

dei dati tramite l’utilizzo della diseguaglianza<br />

di Cherbychev applicata ai due cluster ed ai dati<br />

che non appartengono a nessun cluster.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 29


REPORT<br />

Conclusioni<br />

Molti si occupano di ottenere<br />

risultati elaborando dati<br />

e Big Data, molti meno si<br />

preoccupano di verificare se<br />

nei dati da elaborare sono<br />

presenti valori anomali<br />

ed aberranti (outliers). Se<br />

presenti anche in minime<br />

quantità gli outliers possono<br />

rendere assai poco consistenti<br />

i risultati delle elaborazioni.<br />

La ricerca e l’individuazione<br />

di outliers è quindi un passo<br />

fondamentale, generalmente<br />

propedeutico alle elaborazioni<br />

volte ad ottenere<br />

risultati consistenti. Il nuovo<br />

approccio ideato per la individuazione<br />

di outliers nello<br />

spazio R 2 fruisce di tecniche<br />

geometrico/statistiche largamente<br />

indipendenti dalla<br />

tipologia di distribuzione<br />

dei dati, e poggia su quattro<br />

pilastri metodologici: il clustering,<br />

la tecnica del convex<br />

hull peeling, una specifica<br />

metrica e la diseguaglianza<br />

di Chebyshev, che è valida<br />

per una qualsiasi tipologia<br />

di distribuzione univariata<br />

di valori. La modularità e<br />

la generalità dell’approccio,<br />

accoppiate alla ricerca ed alla<br />

individuazione di outliers in<br />

base a parametri strettamente<br />

statistici, fanno dell’approccio<br />

presentato un utile e quotidiano<br />

strumento per chi debba elaborare<br />

dati bivariati per gli scopi<br />

più vari, con la sicurezza di poter<br />

preventivamente verificare la<br />

eventuale presenza di outliers<br />

sulla base di specifici intervalli di<br />

confidenza.<br />

Ringraziamenti<br />

Un sentito ringraziamento va al<br />

collega dott. Andrea De Lullo,<br />

che ha implementato l’intero<br />

processo algoritmico e ne ha<br />

incrementato la flessibilità d’uso<br />

introducendo per l’utente la possibilità<br />

di scegliere tra più iniziali<br />

algoritmi di clustering.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Amidan B. G., Ferryman T. A., Cooley S. K. (2005) Data Outlier Detection using the Chebyshev<br />

Theorem, IEEE Aerospace Conference Proceedings<br />

Porzio G. C. & G. Ragozini (2000) Peeling multivariate data sets: a new approach, Quaderni di<br />

Statistica, Vol. 2<br />

Ester M., Kriegel H-P., Sander J., Xu X. (1996) A Density-Based Algorithm for Discovering<br />

Clusters in Large Spatial Databases with Noise, in Proceedings of 2nd International Conference on<br />

Knowledge Discovery and Data Mining.<br />

Riani M. & S. Zani (1998) Generalized Distance Measures for Asymmetric Multivariate<br />

Distributions, in Advances in Data Science and Classification: Proceedings of the 6th Conference of the<br />

International Federation of Classification Societies (IFCS-98), Università “La Sapienza”, Rome, 21–24<br />

July, 503-508, Springer<br />

Savage R., (1961) Probability Inequalities of the Tchebycheff Type, Journal of Research of the<br />

National Bureau of Standards, B. Mathematics and Mathematical Physics, Vol. 65B, No.3<br />

Zani S., Riani M., Corbellini A. (1998), Robust bivariate boxplots and multiple outlier detection,<br />

Computational Statistics & Data Analysis, Elsevier<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Outliers; convex hull peeling; clustering; diseguaglianza di Chebychev; scarto quadratico medio<br />

ABSTRACT<br />

The search and identification of outliers is a fundamental step, generally preparatory to the elaborations aimed at obtaining<br />

consistent results. The new approach devised for the identification of outliers in space R2 benefits from geometric /<br />

statistical techniques largely independent from the type of data distribution, and is based on four methodological pillars:<br />

clustering, the convex hull peeling technique, a specific metric and Chebyshev’s inequality, which is valid for any type of<br />

univariate distribution of values. The modularity and the generality of the approach, coupled to the research and identification<br />

of outliers based on strictly statistical parameters, make the approach presented a useful and daily tool for those<br />

who need to process bivariate data with the security of being able to previously identify outliers.<br />

AUTORE<br />

Maurizio Rosina<br />

mrosina@sogei.it<br />

RLD – Ricerca e Laboratorio Digitale – Società Generale d’Informatica<br />

Via Indipendenza, 106<br />

46028 Sermide - Mantova - Italy<br />

Phone +39.0386.62628<br />

info@geogra.it<br />

www.geogra.it<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

S800A<br />

Ricevitore GNSS con 394 canali e<br />

alte prestazioni<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 31


REPORT<br />

Fotomodellazione con immagini da<br />

smartphone per la diffusione della<br />

conoscenza dei Beni Culturali<br />

di Saverio D’Auria<br />

Nell’era dell’high tech e della<br />

virtualizzazione diffusa risulta<br />

indispensabile avvalersi anche dei<br />

dispositivi mobili di uso comune<br />

per un nuovo modo di fare cultura<br />

e ricerca. La valorizzazione<br />

del patrimonio storico può –<br />

e deve – passare per la sua<br />

digitalizzazione low cost e userfriendly,<br />

se condotta in maniera<br />

consapevole e secondo protocolli<br />

di scientificità.<br />

Fig. 1 - La chiesa di Sant’Eligio al Mercato nel contesto urbano attuale.<br />

La rapida diffusione di<br />

software per la fotomodellazione,<br />

soprattutto di<br />

tipo open-source o comunque<br />

gratuiti per alcune categorie di<br />

utenti o tipologie di applicazioni,<br />

ha avvicinato alle tecniche di<br />

rilievo image-based un pubblico<br />

sempre più ampio, anche non<br />

necessariamente specializzato<br />

in questa disciplina. Il costo<br />

relativamente contenuto delle<br />

attrezzature (fotocamere,<br />

treppiedi, droni), la loro facile<br />

trasportabilità, l’agevole archiviazione,<br />

trasferimento, riproducibilità<br />

e processamento dei<br />

dati acquisiti (file di immagini<br />

o video) e l’elevata affidabilità<br />

degli output prodotti (grazie al<br />

perfezionamento degli algoritmi<br />

di structure from motion e di<br />

ricostruzione multi-view stereo)<br />

consentono, inoltre, ad archeologi,<br />

esperti in beni culturali,<br />

architetti, ingegneri, studiosi e<br />

ricercatori di avere a disposizione<br />

strumenti infografici dalle<br />

notevoli potenzialità che sempre<br />

più spesso affiancano, o addirittura<br />

sostituiscono, i modelli<br />

tridimensionali ottenuti con<br />

tecniche range-based.<br />

I progressi della ricerca in questi<br />

ambiti, uniti alla crescente attenzione<br />

dei settori industriali,<br />

assicurano tecnologie in continuo<br />

aggiornamento e, in casi<br />

frequentissimi, tendenti al low<br />

cost e all’impiego user-friendly,<br />

‘democratizzando’ di fatto la<br />

rappresentazione digitale e virtuale<br />

del costruito. Non a caso<br />

la recente letteratura scientifica<br />

sull’argomento pone molta attenzione<br />

alle ricostruzioni 3d da<br />

fotografie ottenute da device mobili<br />

e all’accuratezza, affidabilità<br />

e utilizzabilità dei modelli elaborati<br />

in questo modo. Il paragone<br />

immediato è quello con le nuvole<br />

di punti da laser scanning,<br />

sempre validi geometricamente<br />

e immediatamente in scala al<br />

vero; i modelli da immagini, infatti,<br />

necessitano di un maggior<br />

controllo nel post-processamento<br />

dei dati, dell’implementazione<br />

di punti di controllo e, nella<br />

maggior parte dei casi, della<br />

calibrazione dell’ottica della camera<br />

il tutto al fine di ottenere<br />

la corretta parametrizzazione<br />

dimensionale della nuvola e di<br />

ridurre gli errori di allineamento<br />

e restituzione.<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

Pertanto, appare necessario<br />

definire una metodologia di rilevamento<br />

fotogrammetrico con<br />

dispositivi di uso comune e di<br />

restituzione tridimensionale che<br />

contempli protocolli adatti a varie<br />

esigenze: ricerca e diffusione<br />

scientifica, rilievo architettonico,<br />

valorizzazione, catalogazione,<br />

restauro e settori affini.<br />

Questo contributo mostra i<br />

risultati di una ricerca volta a<br />

stabilire in che modo e fino a<br />

che livello di dettaglio la fotomodellazione<br />

con immagini<br />

acquisite da smartphone di elementi<br />

architettonici morfologicamente<br />

complessi possa essere<br />

utilmente impiegata ai fini della<br />

documentazione e divulgazione<br />

scientifica del patrimonio<br />

culturale, confrontando opportunamente<br />

le nuvole di punti<br />

da fotogrammetria con quella<br />

da laser scanning – con e senza<br />

l’impiego di punti di controllo<br />

– per valutarne l’affidabilità<br />

metrico-formale.<br />

Tale sperimentazione si inserisce<br />

all’interno di un programma di<br />

ricerca più vasto che ha riguardato<br />

il rilievo sistematico della<br />

chiesa di Sant’Eligio al Mercato<br />

(o Maggiore) a Napoli per la<br />

costruzione di una metodologia<br />

che facilitasse, con un approccio<br />

multidisciplinare al tema,<br />

la comprensione degli edifici<br />

medievali napoletani utilizzando<br />

quindi il rilevamento tridimensionale,<br />

la rappresentazione<br />

grafica e i dati d’archivio, iconografici<br />

e bibliografici come strumenti<br />

finalizzati alla conoscenza<br />

storica delle fabbriche antiche e<br />

fortemente stratificate.<br />

L’oggetto di studio è il portale<br />

di ingresso che, costituendo un<br />

unicum nella storia dell’architettura<br />

medievale partenopea,<br />

è stato più volte descritto nella<br />

letteratura sull’argomento senza<br />

però mai essere rilevato digitalmente<br />

e rappresentato.<br />

Il caso studio: il portale gotico<br />

della chiesa di Sant’Eligio al<br />

Mercato a Napoli<br />

La chiesa di Sant’Eligio al<br />

Mercato riveste un ruolo fondamentale<br />

nello studio del gotico<br />

degli edifici sacri partenopei<br />

poiché rappresenta il primo<br />

caso di diretta importazione<br />

dello stile architettonico d’oltralpe<br />

a Napoli (Fig 1).<br />

Con l’avvento dei primi re<br />

francesi in città si manifestarono<br />

i segnali di un progressivo<br />

rinnovamento delle scelte architettoniche,<br />

dando anche luogo a<br />

soluzioni nuove rispetto a quelle<br />

d’origine. Realizzata a partire<br />

dal 1270 per volere di Carlo I<br />

d’Angiò, durante la sua erezione<br />

la fabbrica subì diverse interruzioni<br />

e trasformazioni a causa<br />

dello scoppio della guerra del<br />

Vespro nel 1282, delle esigenze<br />

di ampliamento dell’annesso<br />

ospedale e del manifestarsi di<br />

dissesti strutturali inferti dai<br />

terremoti del 1349 e del 1456.<br />

Nei primi anni del Seicento la<br />

chiesa fu ulteriormente modificata<br />

fino a essere oggetto di<br />

un profondo cambiamento nel<br />

corso del XVIII secolo, all’interno<br />

del quadro di rinnovamento<br />

edilizio e urbanistico di Napoli<br />

(divenuta nel 1734 la capitale<br />

del regno carolino) promosso<br />

dai Borbone. In seguito a ulteriori<br />

“restauri” ottocenteschi,<br />

l’edificio giunse al XX secolo<br />

con una struttura radicalmente<br />

diversa da quella del Duecento.<br />

Le ingenti distruzioni dovute<br />

ai bombardamenti bellici della<br />

seconda guerra mondiale, infine,<br />

portarono i restauratori a ricomporre<br />

la presunta immagine<br />

tardo-medievale comportando il<br />

sacrificio di secoli di cospicue e<br />

rilevanti stratificazioni.<br />

Il portale di ingresso sul fianco<br />

sud costituisce, però, una<br />

delle pochissime testimonianze<br />

gotiche della fabbrica, quasi<br />

interamente sopravvissuto alle<br />

trasformazioni subite dalla<br />

chiesa nel corso dei suoi sette<br />

secoli di vita. Esso “[…] appare<br />

violentemente profilato con tre<br />

tori e cinque profonde gole nello<br />

sviluppo dell’arco acuto, che è incluso,<br />

all’esterno, entro una cuspide<br />

coronata da un pinnacolo. Nel<br />

timpano così formato s’inserisce<br />

un grande trilobo a lobi aguzzi,<br />

che forse accoglieva una figura in<br />

rilievo, mentre in alto un acroterio<br />

concludeva la successione delle<br />

Fig. 2 - A sinistra, foto prima dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale (Archivio<br />

fotografico della Soprintendenza di Napoli, inv. n. 1160-B001); a destra, foto attuale.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 33


REPORT<br />

Fig. 3 - Modello a nuvola di punti da laser scanning.<br />

Il rilevamento fotogrammetrico<br />

e l’elaborazione dei dati<br />

Le operazioni di rilevamento del<br />

portale sono state condotte dapprima<br />

con il laser scanner Faro<br />

Focus 3D 120, settato ad una<br />

risoluzione di 1/5 con qualità<br />

4X in modo da garantire punti<br />

battuti con un passo di circa 8<br />

millimetri a una distanza del<br />

laser di 10 metri dalle superfici<br />

(mantenuta comunque inferiore<br />

ai 5 metri), successivamente con<br />

lo smartphone Samsung Galaxy<br />

J7, modello SM-J710FN, dotato<br />

di sensore ottico di immagine<br />

di tipo CMOS da 13 MP (3096<br />

x 4128 pixel).<br />

Le scansioni laser sono state tre,<br />

per un totale di circa 250 MB<br />

di memoria occupata, di cui<br />

una a quota superiore rispetto al<br />

vertice del timpano. La nuvola,<br />

elaborata in ambiente Autodesk<br />

ReCap e decimata in modo<br />

da isolare il solo portale, conta<br />

circa 8,5 milioni di punti ed è<br />

stata utilizzata come riferimento<br />

per i successivi confronti (Fig.<br />

3).<br />

La fase di acquisizione fotogrammetrica<br />

ha previsto, invece,<br />

15 stazioni di presa e 47<br />

scatti fotografici alla massima<br />

risoluzione, mantenendo fisse la<br />

focale reale a 4 millimetri e l’apertura<br />

del diaframma al valore<br />

di f/1.9, per un totale di circa<br />

200 MB di memoria occupata.<br />

Una stazione è stata definita in<br />

corrispondenza della proiezione<br />

a terra del sesto dell’arco, le altre<br />

lungo una direttrice pressoché<br />

equidistante dalla facciata,<br />

a circa 3 metri da essa per la<br />

vicinanza del portale all’edificio<br />

di fronte (Figg. 4-5).<br />

La fotomodellazione è avvenuta<br />

in ambiente Agisoft Photoscan;<br />

affidandosi all’auto-calibrazione<br />

delle camere e impostando i<br />

parametri più performanti per<br />

la fase di orientamento, il calcolo<br />

delle posizioni relative tra<br />

gli scatti non ha prodotto errori<br />

(Fig. 6).<br />

Per il processamento della<br />

nuvola di punti sono stati<br />

sperimentati tre algoritmi di<br />

depth filtering (mild, moderate e<br />

aggressive) – oltre che l’assenza<br />

del filtraggio – poiché l’elemento<br />

architettonico in esame<br />

è caratterizzato sia da elementi<br />

decorativi molto complessi sia<br />

da forme geometriche regolari.<br />

Il risultato migliore in termini<br />

di incidenza del rumore e di<br />

corrispondenza alle forme reali<br />

è stato ottenuto moderando l’algoritmo.<br />

Il modello finale, opportunamente<br />

decimato, conta<br />

foglie di acanto ripiegate all’insù<br />

disposte lungo il duplice gocciolatoio”<br />

(Venditti, 1969: 717). Le<br />

profonde modanature e le ricche<br />

decorazioni floreali rendono<br />

il portale un elemento unico<br />

nella sua complessità formale e<br />

la sua bellezza è certamente opera<br />

di maestranze francesi e il risultato<br />

dell’influenza del gotico<br />

rayonnant, lo stile predominante<br />

a Parigi (Fig. 2).<br />

Fig. 4 - Alcune delle prese fotografiche.<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

Fig. 5 - Le stazioni di presa.<br />

circa 8,4 milioni di punti<br />

(Fig. 7), comparabile quantitativamente<br />

a quello da<br />

laser scanning, e non risulta<br />

in vera grandezza – come era<br />

prevedibile – per l’assenza<br />

iniziale di riferimenti metrici.<br />

I risultati ottenuti<br />

Per valutare l’affidabilità<br />

formale della nuvola da fotomodellazione,<br />

sono stati<br />

implementati all’interno<br />

del software tre punti di<br />

controllo (ground control<br />

points, GCPs) ricavati dalle<br />

misurazioni laser scanning<br />

(Fig. 8).<br />

Aggiornando la nuvola di<br />

punti (a), sono stati ottenuti<br />

nell’immediatezza due<br />

risultati: l’esatto scalamento<br />

del modello e il suo orientamento<br />

rispetto al sistema di<br />

riferimento relativo al laser.<br />

Successivamente è stata riprocessata<br />

la dense cloud (b)<br />

con l’impiego dei GCPs. I<br />

modelli così elaborati, (a) e<br />

(b), sono stati confrontati in<br />

ambiente CloudCompare.<br />

Il calcolo ha messo in evidenza<br />

come la distribuzione<br />

gaussiana dei punti con scostamenti<br />

relativi inferiori ai 5 millimetri<br />

prevalga per quasi l’82%<br />

(raggiungendo il 98% per differenze<br />

inferiori al centimetro),<br />

dimostrando che il modello (a),<br />

semplicemente scalato secondo<br />

misure note, è corretto dal punto<br />

di vista formale rispetto al<br />

modello (b), processato ex-novo<br />

con i GCPs.<br />

Un ulteriore controllo sull’affidabilità<br />

morfometrica del<br />

modello image-based da<br />

smartphone è stato condotto<br />

confrontando (b) con la nuvola<br />

da rilievo laser (c), presa<br />

come riferimento assoluto. In<br />

questo caso, pur denunciando<br />

in generale la correttezza della<br />

geometria di (b), i punti che si<br />

scostano meno di mezzo centimetro<br />

sono in numero inferiore<br />

rispetto al caso precedente, pari<br />

a circa il 37% del totale dei<br />

punti discostati (Fig. 9), con<br />

una concentrazione maggiore in<br />

corrispondenza degli ornamenti<br />

architettonici, in cui lo scostamento<br />

del modello image-based<br />

arriva a superare in alcune zone<br />

i 15 millimetri (comunque per<br />

quantità limitate di punti, mai<br />

superiori al 5%).<br />

Conclusioni<br />

Il paragone condotto sui modelli<br />

3d ottenuti da tecniche<br />

di rilevamento differenti (fotogrammetria<br />

da smartphone<br />

e laser scanning) dimostra che<br />

lo scostamento dei punti della<br />

nuvola da fotomodellazione<br />

rispetto a quella da laser è da<br />

considerarsi accettabile per la<br />

creazione di realtà virtuali affidabili,<br />

valide quindi per la divulgazione,<br />

la catalogazione e la<br />

valorizzazione del patrimonio<br />

culturale.<br />

La nuvola di punti da dispositivo<br />

mobile, come visto,<br />

non necessita di GCPs per il<br />

controllo della forma; risulta<br />

invece necessario lo scalamento<br />

del modello rispetto a misure<br />

note, ottenute semplicemente<br />

anche con l’uso di strumenti<br />

tradizionali per il rilievo diretto.<br />

Inoltre, è caratterizzata da una<br />

qualità cromatica oggettivamente<br />

superiore rispetto a quella<br />

della nuvola da laser, data la<br />

Fig. 6 - In blu i punti di una singola foto utilizzati per<br />

la composizione del modello.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 35


REPORT<br />

Fig. 8 - Individuazione dei GCPs sulla nuvola da laser.<br />

Fig. 7 - Nuvola di punti da fotomodellazione.<br />

diversa qualità di sensore ottico<br />

installato.<br />

Pertanto, le potenzialità di strumenti<br />

di uso comune e di procedure<br />

informatiche speditive,<br />

se comunque impiegate secondo<br />

operatività ormai consolidate,<br />

consentono in molti casi ed<br />

entro certi parametri di pervenire<br />

all’economicizzazione (in<br />

termini di tempo e di risorse) e<br />

all’affidabilità metrica dell’intero<br />

processo finalizzato alla modellazione<br />

infografica di parti di<br />

manufatti architettonici.<br />

La prosecuzione della ricerca<br />

in questi ambiti, che si rende<br />

necessaria per le diverse variabili<br />

e condizioni al contorno ancora<br />

da esaminare, riguarderà l’estensione<br />

ad un numero più elevato<br />

di smartphone, per analizzare<br />

l’efficacia degli algoritmi di<br />

auto-calibrazione su differenti<br />

camere, contemplerà anche i<br />

modelli mesh creati da nuvole<br />

di punti e valuterà il livello di<br />

dettaglio raggiungibile ai fini<br />

delle rappresentazioni grafiche<br />

di rilievo, indispensabili, ad<br />

esempio, alla ricerca scientifica e<br />

alla progettazione di interventi<br />

di conservazione e restauro.<br />

Fig. 9 - Confronti numerici tra modelli e relativi istogrammi. A sinistra (a) con (b), a destra (b) con (c)<br />

Ringraziamenti<br />

L’autore ringrazia Emanuela De<br />

Feo e Rodolfo Maria Strollo per<br />

la preziosa collaborazione alla<br />

stesura dell’articolo.<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Alabiso A.C., Campi M. & di Luggo A. (a cura di) (2016). Il<br />

Patrimonio architettonico ecclesiastico di Napoli. Forme e spazi<br />

ritrovati. Napoli: ArtstudioPaparo<br />

Barazzetti L., Binda L., Scaioni M. & Taranto P. (2011)<br />

Photogrammetric survey of complex geometries with low-cost<br />

software: application to the ‘G1’ temple in Myson, Vietnam.<br />

Journal of Cultural Heritage 12, 253-262<br />

Bianchini C. & Senatore L.J. (2012). Metodi speditivi per la<br />

visualizzazione ed esplorazione interattiva di nuvole di punti. In (a<br />

cura di) Bianchini C., Documentation of Mediterranean Ancient<br />

Theatres: Athena’s activities in Merida. Roma:Gangemi Editore,<br />

53-57,<br />

Bruzelius C. (2004) The stones of Naples. Church Building in Angevin<br />

Italy, 1266-1343. New Haven: Yale University Press; trad. it. (2005)<br />

Le pietre di Napoli. L’architettura religiosa nell’Italia angioina, 1266-<br />

1343. Roma: Viella<br />

Capone M., Catuogno R. & Palomba D. (2015) Automated<br />

image-based modeling, metodologie di rilievo low cost per svelare<br />

le geometrie nascoste. La chiesa di Sant’Eligio al Mercato a Napoli.<br />

Disegnare CON 8, 1-12<br />

D’Auria S & De Feo E. (2017) La chiesa di Sant’Eligio al Mercato<br />

a Napoli. Storia, indagini documentarie, rilievi, analisi critica.<br />

Fisciano: CUA<br />

Guerriero L. & De Feo E. (2012) Rilievo materico e restauro:<br />

l’architettura angioina a Napoli, in Gráfica del Diseño: Tradición e<br />

Innovaciones, Atti del iv Congreso Internacional de Expresión<br />

Gráfica en Ingeniería, Arquitectura y Carreras Afines, La<br />

Plata, 651-656<br />

Ippolito A. & Bartolomei C. (2014) La gestione del dato di<br />

rilievo attraverso software open source: il sistema delle porte<br />

bolognesi, in Italian survey & international experience,<br />

Atti del 36° Convegno internazionale dei docenti della<br />

Rappresentazione, Roma, 897-906<br />

Kersten T.P. & Lindstaedt M. (2012) Image-Based Low-<br />

Cost Systems for Automatic 3D Recording and Modelling of<br />

Archaeological Finds and Objects, in Progress in Proceedings<br />

of the 4th International Conference EuroMed Cultural<br />

Heritage Preservation, Berlino, 1-10<br />

Mangiameli M., Mussumeci G. & Zito S. (2017) Low cost digital<br />

photogrammetry: From the extraction of point clouds by SFM technique<br />

to 3D mathematical modelling, in AIP Conference Proceedings,<br />

1863<br />

Nocerino E., Poiesi F., Locher A., Tefera Y.T., Remondino F.,<br />

Chippendale P. & Van Gool L. (2017) 3D reconstruction with a<br />

collaborative approach based on smartphones and a cloud-based<br />

server. ISPRS XLII-2/W8, 187-194<br />

Nocerino E. & Remondino F. (2016) Uso consapevole di software<br />

speditivi per ricostruzioni 3D. <strong>GEOmedia</strong> 5, 40-42<br />

Strollo R.M., D’Auria S. & De Silla F. (2017) A multidisciplinary<br />

approach to digital archaeology. Disegnare CON 10 (19); 2.1-2.11<br />

Venditti A. 1969. Urbanistica e architettura nella Napoli angioina.<br />

Storia di Napoli iii, 665-888<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Patrimonio culturale; architettura gotica; rilievo; fotomodellazione,<br />

smartphone<br />

ABSTRACT<br />

Sant’Eligio al Mercato is the first gothic church built in Naples. The<br />

portal on the south side is the primary example of the influence of<br />

the Rayonnant style prevailing in Paris, the result of French workmanship<br />

and one of the few Late Medieval remains largely untouched in<br />

the numerous restorations over seven centuries. In this research, the<br />

portal is the case study of an investigation aimed to define and test the<br />

potential offered by three-dimensional reconstruction based on photogrammetric<br />

survey carried out with mobile device and with the goal of<br />

documenting and spreading the knowledge of cultural heritage<br />

AUTORE<br />

Saverio D’Auria<br />

saverio.d.auria@uniroma2.it<br />

LAboratorio di Rilievo E Architettura (LAREA)<br />

Università degli Studi di Roma Tor Vergata<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 37


MEMORIE<br />

A UN SECOLO DALLA<br />

NASCITA DI CORRADO MAZZON<br />

di Attilio Selvini<br />

Un mio caro amico e compaesano, purtroppo scomparso<br />

prematuramente, era un fisico insigne (aveva l’incarico<br />

per l’insegnamento nella facoltà di medicina milanese,<br />

a soli venticinque anni) e lavorò per molti mesi nel<br />

laboratorio sito sulla “Testa Grigia” del Plateau Rosa<br />

appena sotto il Cervino, con la “camera di Wilson alla<br />

ricerca delle tracce dei raggi cosmici. Probabilmente<br />

quello che il caro Pasquale Casale non sapeva, era che<br />

lo strumento da lui e dai suoi colleghi usato sotto la<br />

neve del Cervino, era stato costruito in Italia da un<br />

altro fisico, di età maggiore per circa un decennio. Si<br />

legge infatti in Annali di storia delle università italiane<br />

(Leonardo Gariboldi, vol. II, Milano 2007) quanto segue:<br />

“ll 1938 fu caratterizzato da un profondo cambiamento<br />

nella struttura del gruppo milanese. Giuseppe<br />

Bolla e Amedeo Giacomini lasciarono Milano, rispettivamente<br />

per Palermo e per la direzione dell’Istituto<br />

di Elettroacustica del CNR a Roma, mentre nuovi professori<br />

e assistenti entrarono a far parte del gruppo;<br />

tra essi Antonio Mura da Pisa, e una serie di giovani<br />

laureati di Milano: Giuseppe Cocconi, Giovanni<br />

Fioretti, Corrado Mazzon, Carlo Salvetti (1918-2005),<br />

Vittorio Somenzi (1918-2003) e Vanna Tongiorgi”. E<br />

continua: “ … Le elevate montagne della catena alpina<br />

con alcune località raggiungibili anche con l’ausilio<br />

di funivie e teleferiche si prestavano ottimamente allo<br />

studio della radiazione cosmica ad alta quota. Vanna<br />

Tongiorgi misurava raggi cosmici sul Cervino e, insieme<br />

a Giuseppe Cocconi, a Passo Sella. Nel frattempo,<br />

Corrado Mazzon progettava la prima camera a nebbia,<br />

uno strumento che permette di visualizzare il percorso<br />

di particelle ionizzanti”...<br />

Corrado Mazzon, nato a Venezia nel 1918 e patrizio veneziano,<br />

passò dall’Università al Politecnico, chiamato<br />

da un altro fisico, Mariano Cunietti, di lui minore per<br />

un paio d’anni, che era già nel prestigioso Istituto di<br />

Geodesia e Topografia diretto da Gino Cassinis, allora<br />

anche direttore del Politecnico (non esisteva ancora la<br />

qualifica di “Rettore”, vedi in (Monti, Selvini 2017).<br />

Quando io entrai, un poco titubante, come collaboratore<br />

per le esercitazioni in quell’Istituto, era l’autunno<br />

del 1961. L’ambiente era ancora quello ristrutturato da<br />

Cassinis un trentennio prima, con il salone a pianterreno<br />

dedicato ai grandi armadi che contenevano buona<br />

parte degli strumenti topografici, mentre aiuti e assistenti<br />

di ruolo avevano modesti locali. Verso la Facoltà<br />

di Agraria vi era una imponente officina opportunamente<br />

allestita con torni e fresatrici, trapani e lucidatrici,<br />

con due bravissimi addetti. Completavano l’Istituto<br />

bidelli e tecnici diplomati, oltre alla austera<br />

segretaria, diplomata in pianoforte, la cui sorella era la<br />

segretaria del Direttore del Politecnico. Nell’interrato<br />

dell’Istituto, vi era il famoso “trentometro” con le<br />

aste di tre diversi materiali. E poi le sale con alcuni<br />

imponenti restitutori fotogrammetrici, fra i quali<br />

spiccavano il “Beta 2” di Nistri col “Veltropolo” e lo<br />

“Sterocartografo IV” di Santoni. A parte, ben sorvegliato,<br />

il nuovissimo AP/c della OMI.<br />

Corrado Mazzon stava in una stanzetta adiacente all’officina,<br />

e io gli venni presentato da Cunietti: mi sentii<br />

intimorito davanti al signore austero con giacca e gilet<br />

scuri e di dieci anni maggiore, già in possesso della libera<br />

docenza. Ci demmo del rispettoso “Lei”e per molto<br />

tempo non avemmo rapporti diretti.<br />

Nel 1963 a primavera, vi fu a Cagliari il nono Convegno<br />

della SIFET, e il personale del Politecnico vi partecipò<br />

in massa. Fu allora che io e Corrado divenimmo amici;<br />

lo fotografai con la mia bella “Roilleiflex”, e una delle<br />

immagini è qui allegata.<br />

Mazzon è il primo a sinistra, seguono, in ordine, Mina<br />

Cunietti, Giuseppe Inghilleri, seduto, la di lui moglie<br />

Bianca Rizzi con accanto Giovanna Togliatti e infine<br />

Mariano Cunietti.<br />

Al congresso di Viterbo, il 26 ottobre 1967, io e Sergio<br />

Donnini fummo relatori ufficiali sul tema riguardante<br />

la situazione della topografia in Italia (Donnini, Selvini<br />

1967); Mazzon lo fu sugli strumenti topografici del tempo,<br />

materia su cui era veramente inarrivabile. Quando<br />

io entrai in Salmoiraghi, ci incontrammo spesso proprio<br />

perché lui era consulente della gloriosa azienda fondata<br />

nel secolo precedete dal Porro. E proprio sul Porro,<br />

molti anni dopo, scrivemmo assieme un lungo articolo<br />

sull’Uomo di Pinerolo (Mazzon, Selvini 1981), articolo<br />

che ebbe successo e parecchi riscontri.<br />

Toccherà a lui la commemorazione del Porro, all’apertura<br />

del convegno SIFET di Mantova, il 23 settembre<br />

1975; sul grande inventore aveva già pubblicato una<br />

lunga “memoria” (Mazzon, 1975). Durante il mio soggiorno<br />

in Salmoiraghi, insistetti perché si studiassero<br />

nuovi strumenti fra cui un distanziometro optoelettronico.<br />

Ne nacque una commissione cui naturalmente<br />

partecipò anche Mazzon che suggerì, da ottimo fisico<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


MEMORIE<br />

qual era, di scegliere la soluzione della misura per impulsi<br />

(si era allora alla prima generazione di tali strumenti,<br />

che erano solo a differenza di fase). La cosa finì<br />

purtroppo, per la trasformazione della vecchia azienda<br />

fondata dal Porro, inglobata in una multinazionale, solo<br />

in una relazione tenuta al convegno SIFET di Palermo<br />

(Selvini, Bonetto, 1970).<br />

La carriera di Corrado Mazzon fu lunga e difficile; mi<br />

vien da piangere, vedendo oggi alcuni salti più o meno<br />

concorsuali di giovani rampanti che arrivano all’ordinariato<br />

nel giro di un decennio o giù di lì; con tutti i suoi<br />

meriti e le sue attività egli dovette aspettare un trentennio<br />

prima di avere una cattedra di geodesia e astronomia<br />

all’Istituto Idrografico della Marina, cattedra<br />

peraltro non dipendente dal Ministero della Pubblica<br />

Istruzione. E dovette così lasciare Venezia per l’altra<br />

città marinara, portandosi appresso molte delle sue cose<br />

fra cui un bellissimo pendolo che batteva il secondo.<br />

Ai convegni della SIFET partecipò sempre con attenzione<br />

e con alcune relazioni di notevole interesse;<br />

nella figura qui avanti lo si vede accanto al professor<br />

Alfredo Marazio, già assistente di ruolo in Istituto e poi<br />

direttore centrale dell’ENEL a Roma.<br />

Alcuni anni prima della scomparsa, Corrado veniva a<br />

trovare gli unici vecchi amici rimasti in Istituto; molti<br />

se ne erano già “andati”, e fra questi Giovanna Togliatti<br />

e Valentino Tomelleri. Alcuni, come Galetto, erano in<br />

altri atenei, dei “nuovi” non conosceva nessuno. Si<br />

parlava dei tempi andati, e lui era come sempre molto<br />

critico, da buon fisico sperimentale e da profondo<br />

conoscitore degli strumenti di misura. Parlando delle<br />

meraviglie dei ricevitori satellitari (il collega Giuseppe<br />

Birardi, osservava allora con quella tecnica le deformazioni<br />

del Colosseo, notando la incredibile ripetitività<br />

dei risultati di misura) rimarcava sarcastico: “e va bene<br />

la ripetitività, ma in quanto ai valori assoluti, chi tiene<br />

conto di quello che succede ai segnali, passando dalla<br />

stratosfera all’atmosfera?”. La struttura muraria dell’Istituto<br />

(ormai sezione del DIIAR) era molto cambiata,<br />

e Mazzon si sentiva spaesato. Non vi era più il suo<br />

vecchio studio, e nemmeno l’officina, coi due tecnici<br />

coi quali aveva a lungo lavorato, soprattutto nel settore<br />

dell’ottica; sentiva che il suo tempo era finito.<br />

Mazzon fu presente anche alla famosa conferenza voluta<br />

da Bassetti in vista della formazione della cartografia<br />

regionale lombarda, e lo si vede assieme a molti altri<br />

valorosi colleghi: è al centro nella seconda fila a partire<br />

dal basso, con ai fianchi Golinelli e Trudu, mentre<br />

l’ultimo a destra è Folloni. Nelle due file superiori si<br />

vedono Riccardo Galetto, Franco Bernini e Valentino<br />

Tomelleri, poi sotto a destra Ugo Bartorelli e Clemente<br />

Bonfigli, altri valòenti professori e topografi.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Monti C. & A. Selvini (2017) Un secolo e mezzo di geodesia e scienze affini nel<br />

Politecnico di Milano. Maggioli ed..<br />

Donnini S. & A. Selvini (1967) Rapporto sulla situazione della topografia in<br />

Italia Bollettino SIFET, n° 3/1967.<br />

Mazzon C. & A. Selvini (1981) Considerazioni storiche sulla relazione di Reichenbach<br />

e sull’anallattismo del Porro. Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE.<br />

Roma, n. 1/1981.<br />

Mazzon, C. (1975) Nel centenario della scomparsa di Ignazio Porro. Ist. Idrogr.<br />

Marina, Genova<br />

Selvini A. & R. Bonetto (1970) Appunti sul “design” degli strumenti topografici.<br />

Boll. SIFET, n° 1/1970<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

Attilio.selvini@polimi.it<br />

Già presidente della SIFET<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 39


AEROFOTOTECA<br />

L'AEROFOTOTECA<br />

NAZIONALE RACCONTA…<br />

alla scoperta di<br />

cavità sotterranee<br />

Frequentando l’Aerofototeca Nazionale<br />

(AFN) abbiamo avuto l’occasione<br />

di consultare delle aerofotografie storiche<br />

dell’area di Roma dalle quali è possibile<br />

osservare con notevole nitidezza<br />

la morfologia del territorio prima della<br />

grande espansione edilizia della città<br />

avvenuta nel secondo dopoguerra.<br />

L’osservazione stereoscopica delle foto<br />

permette di cogliere con grande dettaglio<br />

la conformazione della topografia<br />

e in particolare anche le forme<br />

morfologiche riconducibili alle attività<br />

estrattive di materiali da costruzione<br />

locali (tufi litoidi, pozzolane e ghiaie).<br />

Si possono rilevare, infatti, sia i<br />

fronti delle cave a cielo aperto che gli<br />

ingressi delle cave in sotterraneo ancora<br />

attive nel momento dello scatto o<br />

non ancora obliterate dai fenomeni di<br />

colmamento, sia naturali sia antropici,<br />

che tendono a ripianare nel tempo la<br />

superficie topografica. Altri elementi<br />

molto interessanti riportati dalle foto<br />

sono gli evidenti collassi da dissesti<br />

delle cavità sotterranee abbandonate<br />

che possono dare preziose informazioni<br />

sulle pericolosità geologiche di certe<br />

zone del territorio comunale.<br />

Roma infatti è interessata da numerosissime<br />

ed estesissime cavità sotterranee<br />

di origine antropica, molte<br />

connesse a preesistenze archeologiche<br />

sepolte (ipogei, mitrei, edifici sepolti,<br />

etc.), altre rappresentate da catacombe;<br />

ma la maggior parte di esse sono conseguenti<br />

all’estrazione di materiali da<br />

costruzione. La rete caveale sotterranea<br />

non è ancora conosciuta nella sua interezza<br />

e manifesta periodicamente la<br />

sua presenza con crolli imprevedibili<br />

ed improvvisi e la formazione di voragini<br />

anche di dimensioni rilevanti che<br />

spesso impattano rovinosamente con<br />

le attività che si svolgono in superficie.<br />

La principale causa di questi crolli è<br />

dovuta alla progressiva e avanzata alterazione<br />

meccanica delle strutture portanti<br />

delle cave sotterranee di pozzolana<br />

(volte e pilastri), favorita anche da<br />

percolazione di acqua per lo più proveniente<br />

dalle perdite delle reti idriche e<br />

fognarie e/o da vibrazioni da traffico di<br />

superficie o tremori sismici.<br />

Tra le tante foto aeree disponibili in<br />

Aerofototeca Nazionale ne abbiamo<br />

individuato alcune che rappresentano<br />

con maggiore evidenza il dissesto<br />

disponibili in Aerofototeca Nazionale<br />

del territorio di alcuni settori della<br />

città di Roma: ad esempio una foto<br />

aerea della SARA Nistri che riprende<br />

l’area dell’Abbazia delle Tre Fontane<br />

sulla via Laurentina (Fig. 1). La scelta<br />

non è casuale, essendo questa zona di<br />

Roma quella più famosa per l’attività<br />

estrattiva di pozzolana rossa. La pozzolana<br />

rossa è una sabbia vulcanica che<br />

possiede ottime caratteristiche idrauliche<br />

e che, pertanto, è stata largamente<br />

utilizzata per il confezionamento di<br />

malte adoperate specialmente per la<br />

costruzione di opere marittime; con<br />

essa sono stati realizzati la gran parte<br />

dei porti europei nei secoli XVIII e<br />

XIX. Geologicamente appartiene all’omonima<br />

unità della serie dei prodotti<br />

vulcanici emessi dall’apparato dei Colli<br />

Albani che si presenta in depositi mas-<br />

Fig. 1 - Foto aerea del 1934 (AFN, fondo SARA, 1934, neg. 34350) che riprende la zona<br />

compresa tra i tratti iniziali delle vie Laurentina ed Ardeatina. Nella parte sinistra della foto<br />

la superficie topografica è crivellata da avvallamenti o sprofondamenti generati dal cedimento<br />

delle volte delle cavità sotterranee (l’area è circoscritta dalla linea rossa).


Fig. 2 - Foto satellitare attuale (da Google, 2017)<br />

che mostra l’espansione edilizia urbana cittadina<br />

nelle aree una volta interessate dalle attività estrattive<br />

nel sottosuolo. La linea rossa delimita la stessa<br />

area evidenziata nella foto d’epoca di Fig. 1.<br />

sivi e caotici di lapilli e scorie di colore<br />

rosso, viola vinaccia o grigio scuro, generalmente<br />

sciolti.<br />

La foto mostra il territorio del comune<br />

di Roma compreso tra le vie<br />

Laurentina (a sinistra) e Ardeatina (a<br />

destra); trasversalmente al centro della<br />

foto si snoda via di Perfetta. Pochi<br />

sono gli interventi edilizi già realizzati<br />

all’epoca: la borgata della Montagnola,<br />

l’Abbazia delle Tre Fontane, il Forte<br />

Ardeatino, pochi sparsi casali. Il paesaggio<br />

è di tipo rurale; la topografia è<br />

regolare, adattata alle esigenze dell’agricoltura<br />

estensiva. Possono tuttavia<br />

essere colti localmente due particolari<br />

ed evidenti elementi geomorfologici:<br />

voragini o avvallamenti, piccoli ma<br />

numerosissimi, generati dallo sprofondamento<br />

delle volte delle gallerie<br />

sotterranee realizzate per l’escavazione<br />

della pozzolana, che risaltano con<br />

morfologie molto accidentate nella<br />

parte occidentale della foto aerea, ai<br />

margini del piccolo insediamento urbano;<br />

depressioni simili a larghi catini,<br />

con forme dolci e arrotondate, visibili<br />

principalmente nella parte centrale e<br />

orientale dell’immagine, che si identificano<br />

in cave a cielo aperto o sono<br />

dovuti, in parte, al collasso generalizzato<br />

e più ampio del reticolo caveale<br />

connesso alle escavazioni sotterranee.<br />

Il confronto con altre testimonianze<br />

sia storiche che attuali (altre foto aeree,<br />

carte topografiche, immagini satellitari,<br />

ecc.) permettono di seguire nel<br />

tempo e per gradi l’evoluzione delle<br />

forme del paesaggio, fino a restituirci<br />

informazioni sull’attuale assetto conseguente<br />

alle più recenti modificazioni<br />

prodotte dagli interventi di urbanizzazione.<br />

La stessa area sopra descritta<br />

è quindi rappresentata in una foto<br />

satellitare di Google così come è ora<br />

(Fig. 2). Nel confronto non può sfuggirci<br />

che, dove una volta il suolo era<br />

pieno di buche e avvallamenti connessi<br />

all’attività estrattiva, oggi è presente<br />

la città con i suoi edifici, le strade, le<br />

reti di servizi e con i cittadini che la<br />

insediano. E’ lecito domandarci se per<br />

costruire la città sono stati rimossi tutti<br />

gli elementi di pericolosità geologica<br />

individuati dalle foto aeree e quindi se<br />

la città stessa oggi è sicura.<br />

Le foto aeree storiche pertanto rappresentano<br />

un utilissimo strumento<br />

per la individuazione della presenza<br />

in passato di attività estrattive in sotterraneo,<br />

potendone dedurre in alcuni<br />

casi estensione e densità. Inoltre,<br />

disponendo di foto aeree e anche di<br />

altre fonti informative di periodi differenti,<br />

si possono ricavare elementi<br />

di valutazione della stabilità dei vuoti<br />

ipogei nel tempo attraverso lo studio<br />

delle modificazioni della superficie topografica<br />

connesse all’evoluzione dei<br />

collassi.<br />

AUTORE<br />

Gianluigi Giannella, geologo<br />

Carlo Rosa, geologo e geoarcheologo; SIGEA<br />

Lazio; ISIPU.<br />

L’Aerofototeca Nazionale (AFN) del MiBACT-ICCD conserva<br />

diversi milioni di foto aeree sull'intero territorio nazionale a partire<br />

dalla fine dell’Ottocento (http://www.iccd.beniculturali.it/<br />

aerofototeca/; http://www.censimento.fotografia.italia.it/archivi/aerofototeca-nazionale/).<br />

Per l'argomento trattato si rimanda a Carta delle cavità sotterranee<br />

ISPRA (http://www.isprambiente.gov.it/it/cartografia/<br />

carta-delle-cavita-sotterranee-di-roma)<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 41


REPORT<br />

L’evoluzione delle Stazioni<br />

Totali: quarant’anni di<br />

innovazione Topcon<br />

di Massimiliano Toppi,<br />

Sauro Passarelli<br />

Dal primo modello noto<br />

come Guppy, dal nome<br />

di un pesce tropicale<br />

che ne ricordava le<br />

fattezze, fino alla<br />

serie GT di ultima<br />

generazione: come sono<br />

cambiate le stazioni<br />

totali Topcon e come<br />

hanno migliorato il<br />

mondo del rilevamento<br />

topografico.<br />

La storia delle Stazioni<br />

Totali Topcon ha inizio<br />

a cavallo tra il 1979 e il<br />

1980 con l’uscita sul mercato<br />

del modello GTS-1, meglio<br />

conosciuto come “Guppy”,<br />

strumento coassiale nel quale la<br />

lettura angolare veniva eseguita<br />

tramite micrometro ottico.<br />

L’appellativo Guppy lo si deve<br />

al fatto che il corpo cannocchiale/distanziometro<br />

dello strumento<br />

ricordò sin da subito ai<br />

progettisti ed ingegneri giapponesi,<br />

un pesce tropicale d'acqua<br />

dolce, il Guppy appunto, noto<br />

anche come Lebistes. Topcon<br />

fu così convinta della validità<br />

del binomio stazione totale/<br />

pesce tropicale che il suo nome<br />

ufficiale, GTS-1, appariva in<br />

secondo piano sulla placca metallica<br />

dello strumento e, altra<br />

curiosità, un pesce stilizzato su<br />

sfondo colore del mare, faceva<br />

bella mostra di sé proprio accanto<br />

al nome dello strumento,<br />

Guppy appunto.<br />

Pochi anni dopo, nel 1983 viene<br />

presentato il modello ET-1,<br />

la prima stazione totale elettronica<br />

Topcon che permetteva la<br />

lettura angolare e della distanza<br />

sul display, a cui fece seguito<br />

alcuni anni più tardi il modello<br />

ET-2.<br />

Ma occorre attendere altri<br />

due anni, e siamo nel 1985,<br />

per vedere l’uscita sul mercato<br />

della Stazione Totale GTS-3<br />

(Geodetic Total Station) il modello<br />

che più di tutti ha lasciato<br />

il segno tra gli strumenti topografici<br />

Topcon.<br />

Stazione totale facile da usare,<br />

maneggevole e di qualità costruttiva<br />

eccellente, per uno<br />

strumento diventato negli anni<br />

immediatamente successivi<br />

all'uscita sul mercato, il più<br />

venduto tra le stazioni totali a<br />

marchio Topcon, e del quale<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

qualche esemplare è tutt'ora utilizzato<br />

e custodito gelosamente<br />

da alcuni affezionati clienti.<br />

Curiosità 1: nella prima serie<br />

compariva ancora il nome<br />

Guppy, per le stesse ragioni del<br />

modello GTS-1 sopradescritto.<br />

Curiosità 2: per celebrare il<br />

successo di vendite venne prodotta<br />

una serie limitata color<br />

oro. Uno di questi esemplari fa<br />

ancora bella mostra di sé presso<br />

la sede Topcon Positioning di<br />

Ancona.<br />

Un’altra icona del passato<br />

Topcon è rappresentata dal<br />

modello GTS-6, introdotto nel<br />

1990, che univa le qualità del<br />

GTS-3 alla grande innovazione<br />

della registrazione dati su RAM<br />

card, schede di memoria estraibili<br />

con capacità fino a 256 KB.<br />

Anni Novanta: arrivano le prime<br />

stazioni totali motorizzate e<br />

robotiche<br />

I primi anni Novanta vedono<br />

inoltre la nascita delle prime<br />

stazioni totali motorizzate e robotiche<br />

Topcon; nel 1991 viene<br />

presentato infatti il modello<br />

AP-S1, a cui farà seguito nel<br />

1993 il modello AP-L1, stazioni<br />

totali che apriranno la strada<br />

Fig. 2 - Stazione Totale GTS-3.<br />

alla moderna strumentazione<br />

robotizzata: la serie GPT-8000<br />

del 2002 e la sua evoluzione, la<br />

serie GPT-9000 del 2006, modello<br />

dal quale verrà sviluppato<br />

di lì a breve un concetto totalmente<br />

nuovo di stazione totale.<br />

Il 1995 vede la nascita di una<br />

nuova generazione di stazioni<br />

totali: la serie GTS-700, il primo<br />

strumento topografico con<br />

sistema operativo MS-DOS<br />

incorporato e sul quale girava<br />

il software di gestione dati<br />

“Rilievo”, il programma la cui<br />

interfaccia grafica ha rappresentato<br />

una svolta in fatto di<br />

semplicità di utilizzo di tutte<br />

le funzioni topografiche in fase<br />

operativa.<br />

Sul finire del 1998 avviene il<br />

grande cambiamento nella misurazione<br />

con distanziometro<br />

elettronico (EDM); il nuovo<br />

nato GPT-1000 (Geodetic Pulse<br />

Total Station) permetteva infatti<br />

per la prima volta, tramite l’ausilio<br />

della misurazione laser ad<br />

impulsi, l’effettuazione di misure<br />

senza prisma fino a 250m di<br />

distanza.<br />

Negli anni successivi le serie<br />

GPT-2000, GPT-3000, insieme<br />

a tutte le altre che si sono succedute,<br />

hanno fatto registrare<br />

enormi progressi della tecnologia<br />

“reflectorless” sia in fatto<br />

di portate raggiungibili, estese<br />

fino a 1.200 e 2.000 metri, sia<br />

soprattutto in termini di sempre<br />

minori dimensioni dello “spot”<br />

laser, consentendo di fatto, misurazioni<br />

sempre più accurate.<br />

Le stazioni totali integrate con il<br />

sistema operativo Windows<br />

Il nuovo millennio porta con sé<br />

un’altra grande novità: il modello<br />

GPT-7000 presentato nel<br />

2004 infatti, introduce il sistema<br />

operativo Windows a bordo<br />

di una Stazione Totale. Ciò<br />

consente una gestione dei file<br />

di lavoro semplificata grazie alla<br />

possibilità di avvalersi di funzioni<br />

simili a quelle di un PC e<br />

Fig. 1 – La stazione Totale GTS-1,<br />

conosciuta anche come "Guppy".<br />

l’utilizzo di software operativi<br />

sempre più avanzati dal punto<br />

di vista grafico per l’ausilio delle<br />

operazioni in campagna.<br />

L’anno successivo, il 2005, vede<br />

un’altra grande innovazione<br />

nel mondo delle stazioni totali<br />

Topcon. Il GPT-7000i infatti<br />

inaugura l’integrazione tra topografia<br />

ed immagini ed introduce<br />

il concetto “Capture Reality”<br />

che in Italia fu tradotto con lo<br />

slogan: “un’immagine vale più<br />

di mille parole”.<br />

Un concetto che fu esplorato<br />

compiutamente nel 2008 con<br />

la sua naturale evoluzione, la<br />

stazione totale IS (Imaging<br />

Fig. 3 - Stazione<br />

Totale GPT-7000i.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 43


REPORT<br />

Fig. 4 – La stazione totale GPT-9000.<br />

Station) uno strumento topografico<br />

dotato di autofocus,<br />

motorizzato/robotico e reflectorless,<br />

che integra due fotocamere<br />

calibrate, una grandangolare<br />

(4x) e l’altra coassiale (30x).<br />

Le immagini acquisite servono<br />

ad integrare i dati del punto<br />

rilevato in maniera da evitare le<br />

tradizionali monografie, oppure<br />

vengono utilizzate come sfondo<br />

sul quale delimitare un’area di<br />

scansione laser con una frequenza<br />

di misura di 20 punti al<br />

secondo. Una vera rivoluzione<br />

nel campo degli strumenti topografici,<br />

il primo vero ibrido<br />

stazione totale/laser scanner apparso<br />

sul mercato.<br />

Le stazioni totali Topcon di ultima<br />

generazione<br />

Negli anni successivi molte<br />

novità hanno visto la luce in<br />

casa Topcon in fatto di stazioni<br />

totali, via via sempre più performanti<br />

e sofisticate, fino ad<br />

arrivare alla più recente innovazione<br />

rappresentata dal modello<br />

GT (Geodetic Total Station)<br />

presentato nell’estate 2016.<br />

La serie GT è una stazione<br />

motorizzata/robotica di dimensioni<br />

estremamente contenute<br />

rispetto al modello immediatamente<br />

precedente (la serie PS)<br />

e con caratteristiche uniche di<br />

precisione/tracciamento del distanziometro,<br />

stabilità del dato<br />

misurato e velocità di rotazione<br />

(180°sec) che la pongono senza<br />

alcun dubbio ai vertici della<br />

categoria.<br />

Prima ed unica stazione totale<br />

caratterizzata dalla tecnologia<br />

UltraSonic, dispone di motori<br />

ad ultrasuoni totalmente privi<br />

di ingranaggi interni, il che<br />

consente di eliminare usure e<br />

tutti gli eventuali guasti dovuti<br />

alla rotazione manuale.<br />

Per ora ci fermiamo qui, non riuscendo<br />

ancora ad immaginare<br />

a quale livello si alzerà ancora<br />

l’asticella, ma di certo rimarremo<br />

sorpresi ancora una volta,<br />

esattamente come è successo<br />

tutte le volte che Topcon ha introdotto<br />

sul mercato una delle<br />

sue innumerevoli “World First”.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Stazioni totale; rilievo topografico; Guppy; stazione robotica; Imaging Station;<br />

Capture Reality<br />

ABSTRACT<br />

A 40-year history, from the introduction of the first total station model, so named because<br />

it introduced an absolute innovation compared to the combination theodolite-EDM, up<br />

to the last generations of robotic instrumentation for which the involvement of operator is<br />

reduced to the minimum terms.<br />

A long and unstoppable series of innovations, from recording on memory cards to the first<br />

motorized models; from the operating system embedded to the reflectorless measurement,<br />

up to the introduction of the images and the “Capture Reality” concept and the combined<br />

laser scanning measurement, a real revolution in the world of surveying instrumentation.<br />

What will be the next frontier?<br />

AUTORE<br />

Massimiliano Toppi<br />

mtoppi@topcon.com<br />

Marketing Communications Manager, Topcon Positioning Italy<br />

Sauro Passarelli<br />

spassarelli@topcon.com<br />

GeoPositioning Technical Support, Topcon Positioning Italy<br />

Fig. 5 - La serie GT.<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong>


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2018</strong> 45


AGENDA<br />

6-11 maggio <strong>2018</strong><br />

Istanbul (Turkey)<br />

FIG Congress<br />

www.geoforall.it/k9cwx<br />

22 - 23 maggio <strong>2018</strong><br />

London (UK)<br />

GEO Business <strong>2018</strong><br />

www.geoforall.it/kwxyc<br />

28 – 29 Maggio <strong>2018</strong><br />

2nd Italian Workshop on<br />

Remote Sensing<br />

Pavia (Italy)<br />

www.geoforall.it/kupck<br />

30-31 Maggio <strong>2018</strong><br />

Simposio NIRITALIA <strong>2018</strong><br />

Genova (Italy)<br />

www.geoforall.it/kwwyq<br />

7-4 giugno <strong>2018</strong><br />

The ISPRS Technical<br />

Commission II Symposium<br />

"Towards Photogrammetry<br />

2020"<br />

Riva del Garda (Italy)<br />

www.geoforall.it/kwwfa<br />

11-13 Giugno<br />

XIII Convegno Nazionale<br />

GIT e SI<br />

Sarzana, La Spezia (Italy)<br />

www.gitonline.eu<br />

13-15 giugno <strong>2018</strong><br />

21st International AGILE<br />

Conference<br />

AGILE <strong>2018</strong> "Geospatial<br />

Technologies for All"<br />

Lund (Sweden)<br />

www.geoforall.it/kw9w4<br />

10 - 13 settembre <strong>2018</strong><br />

<strong>2018</strong> SPIE Remote Sensing<br />

symposium<br />

Berlin (Germany)<br />

www.geoforall.it/kwuxx<br />

19 - 21 Settembre <strong>2018</strong><br />

Remtech Expo <strong>2018</strong><br />

Ferrara<br />

www.geoforall.it/kwwyr<br />

3 - 5 Ottobre <strong>2018</strong><br />

TECHNOLOGYforALL<br />

<strong>2018</strong><br />

Roma (Italy)<br />

www.technologyforall.it<br />

16 - 18 ottobre <strong>2018</strong><br />

INTERGEO <strong>2018</strong><br />

Frankfurt (Germany)<br />

www.geoforall.it/kwux9<br />

AGENDA<br />

Dal 1986 Teorema<br />

lavora a fianco dei professionisti<br />

per fornire<br />

la tecnologia topografica più avanzata,<br />

la migliore formazione tecnica,<br />

ed una accurata assistenza post-vendita.<br />

Disto X4<br />

Leica DiSTO SeRie X<br />

Misurare, calcolare,<br />

visualizzare i vostri dati<br />

non è mai stato<br />

così semplice.<br />

Dst 360<br />

Disto X3<br />

La nuova dimensione nella tecnologia di misura<br />

❚❚innovativi: puntare e misurare con precisione oggetti distanti alla luce del sole con la<br />

fotocamera integrata Pointfinder (solo X4).<br />

❚❚Robusti e resistenti: testati per cadute da 2 metri di altezza, impermeabili a schizzi d’acqua<br />

e polvere con protezione a livello IP 65.<br />

❚❚Misurazione da punto a punto: il DST 360 permette la misurazione di distanze tra qualunque<br />

coppia di punti da una sola posizione.<br />

❚❚Planimetrie realistiche e in scala: le misurazioni di distanza ed inclinazione vi permettono<br />

di determinare distanze orizzontali con precisione assoluta.<br />

❚❚Documentazione e visualizzazione dati: grazie alla tecnologia Bluetooth, con l’app Leica<br />

DISTO Plan potete documentare e visualizzare le vostre misurazioni e con la funzione<br />

Smart Room realizzate su smartphone o tablet planimetrie precise da semplici misure<br />

della stanza.<br />

Contattaci, scoprirai molto di più.<br />

www.geomatica.it • www.disto.it • www.termocamere.com<br />

Via A. Romilli, 20/8 20139 Milano • Tel. 02 5398739 • teorema@geomatica.it


trimBle SX10<br />

la rivoluzione<br />

è appena cominciata<br />

abbiamo creato uno strumento innovativo, versatile<br />

e integrato. trimble SX10 coniuga la tecnologia di una<br />

Stazione totale robotica di alta precisione con quella di uno<br />

Scanner ad alta velocità e funzionalità imaging reale, senza<br />

alcun compromesso prestazionale.<br />

noleggialo, anche solo per un giorno.<br />

Soluzioni innovative per il rilievo, la misura e la modellazione.<br />

Transforming the way the world works<br />

Spektra Srl, a Trimble Company<br />

039.625051 | info@trimble-italia.it | www.trimble-italia.com


The Intersection of<br />

Infrastructure<br />

and Technology<br />

I passi da gigante nelle tecnologie di comunicazione e misurazione stanno trasformando<br />

il modo in cui le infrastrutture sono costruite. Creando soluzioni che abbracciano questi<br />

progressi, lavoriamo per aiutarvi a stare al passo con gli sviluppi di oggi e di domani.<br />

La nostra integrazione di posizionamento ad alta precisione, imaging ad alta velocità,<br />

gestione delle informazioni basata su cloud e semplificazione dei processi, crea maggiore<br />

produttività, qualità avanzata e sostenibilità migliorata.<br />

Guida il tuo business con la tecnologia, vai su: topconpositioning.com/INFRASTRUCTURE<br />

The Intersection of<br />

Infrastructure and Technology

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!