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Intimo più mare n° 213 - Settembre 2018

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CONSUMATORI E<br />

BRAND<br />

I consumatori amano i consumatori, un po' meno i<br />

brand. Luigi Rubinelli di Retail Watch al workshop sui<br />

consumi del Future Concept Lab ha messo in luce questa<br />

realtà.<br />

"Dobbiamo ridare importanza alle parole che fanno la<br />

differenza. - ha detto - Per esempio follower ci deve far<br />

pensare al concetto di libertà intesa come possibilità di<br />

scelta quindi i consumatori si fidano di altri consumatori<br />

e delle loro opinioni (sui social network). Prima i<br />

brand erano <strong>più</strong> credibili. Siamo passati dal passaparola<br />

reale a quello virtuale, ma è la stessa cosa.<br />

Il 56% dei consumatori non si fida dei prodotti industriali.<br />

Questo ci deve far riflettere e saper ascoltare cosa<br />

sta succedendo. Per esempio, nell'alimentare i piccoli<br />

brand si sono presi la rivincita e governano anche nelle<br />

catene dei supermercati. Si può dire sia finita l'egemonia<br />

dei grandi marchi internazionali perché sono arrivati<br />

i brand locali e le marche del territorio.<br />

C'è stata una transumanza dei consumatori verso l'alto<br />

(premium) ma verso il basso (discount) non è avvenuta.<br />

Il premium cresce ma resta piccolo, il discount continua<br />

a essere solo un sesto del mercato. La parte centrale del<br />

mercato è ancora intatta. E come ha detto Fellini al giovane<br />

Spielberg, per conquistare il pubblico devi essere<br />

il pubblico, quindi si torna sempre ai social network e al<br />

passaparola virtuale, anche se tutti sappiamo dello scandalo<br />

Facebook e dei dati venduti.<br />

Amazon invece è caduta in un altro tranello: ha eliminato<br />

chi si occupa de i resi e non si possono <strong>più</strong> restituire i<br />

U&B TWINSET<br />

prodotti oltre un certo numero di pezzi. Il retail online<br />

si basa sui resi ma sono un costo alto. Questo è un grave<br />

danno al concetto di contratto, servizio, fiducia, trasparenza.<br />

Nel frattempo comprano anche spazi nei negozi<br />

fisici per vendere i loro prodotti. A Parigi Google ha<br />

comprato uno spazio all'interno della Fnac.<br />

La casa è la nuova dimensione della vendita e il negozio<br />

si è trasferito nelle nostre case. Si tratta di un cambio<br />

di paradigma. Non c'è <strong>più</strong> il posto di lavoro, ma c'è un<br />

posto di contatto (touch point) aperto 24 ore su 24. Siamo<br />

passati dal luogo d'acquisto al punto d'acquisto, così<br />

come stiamo passando dal self-service all'on demand,<br />

mettendo l'io al primo posto, passando quindi anche dal<br />

noi all'io.<br />

La segmentazione. Dobbiamo immedesimarci nei bisogni<br />

dei consumatori e fornire un servizio estremamente<br />

personalizzato (vedi esperimento di Sephora su un target<br />

preciso). Capire in profondità i bisogni dei singoli.<br />

La sostenibilità sarà il vero driver dei prossimi anni.<br />

Questo significa raccontare la verità. Bisogna inventarsi<br />

prodotti nuovi che hanno dimensioni merceologiche in<br />

grado di aiutarci a essere sostenibili. E anche la comunicazione<br />

deve essere sostenibile.<br />

Consiglio di rileggere Lezioni Americane di Italo Calvino,<br />

(Harvard, 1984) e i suoi sei appunti per il prossimo<br />

millennio (quello attuale): leggerezza, rapidità, esattezza,<br />

visibilità, molteplicità, coerenza. Sono valide ancora<br />

oggi per interpretare il presente e il futuro.<br />

Siamo un'enciclopedia, scrive Calvino. Chi è ciascuno di<br />

noi se non una combinazione di esperienze, informazioni,<br />

letture, immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia,<br />

una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario<br />

di stili, dove tutto può essere rimescolato e riordinato in<br />

tutti i modi possibili".

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