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CONSUMATORI E<br />
BRAND<br />
I consumatori amano i consumatori, un po' meno i<br />
brand. Luigi Rubinelli di Retail Watch al workshop sui<br />
consumi del Future Concept Lab ha messo in luce questa<br />
realtà.<br />
"Dobbiamo ridare importanza alle parole che fanno la<br />
differenza. - ha detto - Per esempio follower ci deve far<br />
pensare al concetto di libertà intesa come possibilità di<br />
scelta quindi i consumatori si fidano di altri consumatori<br />
e delle loro opinioni (sui social network). Prima i<br />
brand erano <strong>più</strong> credibili. Siamo passati dal passaparola<br />
reale a quello virtuale, ma è la stessa cosa.<br />
Il 56% dei consumatori non si fida dei prodotti industriali.<br />
Questo ci deve far riflettere e saper ascoltare cosa<br />
sta succedendo. Per esempio, nell'alimentare i piccoli<br />
brand si sono presi la rivincita e governano anche nelle<br />
catene dei supermercati. Si può dire sia finita l'egemonia<br />
dei grandi marchi internazionali perché sono arrivati<br />
i brand locali e le marche del territorio.<br />
C'è stata una transumanza dei consumatori verso l'alto<br />
(premium) ma verso il basso (discount) non è avvenuta.<br />
Il premium cresce ma resta piccolo, il discount continua<br />
a essere solo un sesto del mercato. La parte centrale del<br />
mercato è ancora intatta. E come ha detto Fellini al giovane<br />
Spielberg, per conquistare il pubblico devi essere<br />
il pubblico, quindi si torna sempre ai social network e al<br />
passaparola virtuale, anche se tutti sappiamo dello scandalo<br />
Facebook e dei dati venduti.<br />
Amazon invece è caduta in un altro tranello: ha eliminato<br />
chi si occupa de i resi e non si possono <strong>più</strong> restituire i<br />
U&B TWINSET<br />
prodotti oltre un certo numero di pezzi. Il retail online<br />
si basa sui resi ma sono un costo alto. Questo è un grave<br />
danno al concetto di contratto, servizio, fiducia, trasparenza.<br />
Nel frattempo comprano anche spazi nei negozi<br />
fisici per vendere i loro prodotti. A Parigi Google ha<br />
comprato uno spazio all'interno della Fnac.<br />
La casa è la nuova dimensione della vendita e il negozio<br />
si è trasferito nelle nostre case. Si tratta di un cambio<br />
di paradigma. Non c'è <strong>più</strong> il posto di lavoro, ma c'è un<br />
posto di contatto (touch point) aperto 24 ore su 24. Siamo<br />
passati dal luogo d'acquisto al punto d'acquisto, così<br />
come stiamo passando dal self-service all'on demand,<br />
mettendo l'io al primo posto, passando quindi anche dal<br />
noi all'io.<br />
La segmentazione. Dobbiamo immedesimarci nei bisogni<br />
dei consumatori e fornire un servizio estremamente<br />
personalizzato (vedi esperimento di Sephora su un target<br />
preciso). Capire in profondità i bisogni dei singoli.<br />
La sostenibilità sarà il vero driver dei prossimi anni.<br />
Questo significa raccontare la verità. Bisogna inventarsi<br />
prodotti nuovi che hanno dimensioni merceologiche in<br />
grado di aiutarci a essere sostenibili. E anche la comunicazione<br />
deve essere sostenibile.<br />
Consiglio di rileggere Lezioni Americane di Italo Calvino,<br />
(Harvard, 1984) e i suoi sei appunti per il prossimo<br />
millennio (quello attuale): leggerezza, rapidità, esattezza,<br />
visibilità, molteplicità, coerenza. Sono valide ancora<br />
oggi per interpretare il presente e il futuro.<br />
Siamo un'enciclopedia, scrive Calvino. Chi è ciascuno di<br />
noi se non una combinazione di esperienze, informazioni,<br />
letture, immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia,<br />
una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario<br />
di stili, dove tutto può essere rimescolato e riordinato in<br />
tutti i modi possibili".