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Farmaci biologici - Istituto Clinico Humanitas

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di cambiare nettamente<br />

la prognosi di questa neoplasia<br />

ematologica.<br />

Le nuove opportunità di<br />

cura sono in particolare<br />

legate all’introduzione<br />

nella pratica clinica di tre<br />

molecole: talidomide,<br />

Bortezomib e Lenalidomide.<br />

Questi farmaci, da<br />

soli ma soprattutto in associazione<br />

con i chemioterapici,<br />

consentono di<br />

ottenere percentuali di risposta mai registrati fino ad<br />

oggi, anche nel paziente anziano. Nel paziente al di sopra<br />

dei 65 anni o non suscettibile di terapie più aggressive,<br />

infatti, l’associazione di nuovi farmaci (talidomide<br />

e Bortezomib in particolare) alla chemioterapia convenzionale<br />

(Mephalan e prednisone assunti per bocca)<br />

consente di migliorare la sopravvivenza e la qualità di<br />

vita di questi pazienti.<br />

Nel paziente giovane, il cui trattamento comprende il<br />

trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche, la<br />

somministrazione di queste molecole nella terapia di<br />

induzione al trapianto e nel mantenimento post-trapianto<br />

comporta un netto miglioramento delle risposte<br />

complete a lungo termine, influenzando anche la sopravvivenza<br />

complessiva.<br />

Il trapianto di midollo da un familiare compatibile è a<br />

tutt’oggi una valida opzione terapeutica per la cura del<br />

mieloma multiplo, anche se i pazienti candidabili rimangono<br />

una minoranza, tenuto conto dell’età media di insorgenza<br />

della malattia e dell’eventuale disponibilità di<br />

un familiare compatibile”.<br />

In <strong>Humanitas</strong> è attivo un ambulatorio esclusivamente<br />

dedicato ai pazienti con mieloma e con MGUS (gammopatia<br />

monoclonale). Sul fronte della ricerca clinica,<br />

l’<strong>Istituto</strong> ha un ruolo attivo in numerosi studi e trial sul<br />

mieloma. Membro del Myeloma Working-party del<br />

gruppo cooperatore GIMEMA, cui afferiscono la maggior<br />

parte dei centri di Ematologia Italiani, <strong>Humanitas</strong><br />

CHE COS’È IL TRAPIANTO<br />

DI MIDOLLO OSSEO<br />

Il trapianto di midollo osseo consiste in una chemio/radioterapia “di<br />

condizionamento” volta ad eradicare la “fabbrica” che crea le cellule del<br />

sangue (emopoiesi), seguita dall’infusione, per via endovenosa, di cellule<br />

staminali (le “progenitrici” da cui hanno origine tutte le cellule del<br />

sangue: globuli bianchi, globuli rossi e piastrine). La chemioterapia di<br />

“condizionamento” può essere ad alte dosi o a dosi ridotte consentendo<br />

l’applicazione del trapianto anche in soggetto di età avanzata. Se le<br />

cellule staminali utilizzate sono quelle proprie del paziente si parla di<br />

trapianto autologo, se sono invece di un donatore si parla di trapianto<br />

allogenico. In genere è preceduto da una chemioterapia ad alte dosi.<br />

Obiettivo del trapianto è eliminare la malattia del paziente e ripristinare,<br />

con l’infusione delle cellule staminali, le normali funzioni del midollo osseo.<br />

30 <strong>Humanitas</strong> - N. 1/2009<br />

Nella foto, alcuni<br />

specialisti in<br />

Ematologia di<br />

<strong>Humanitas</strong>:<br />

Adalberto Ibatici,<br />

Monica Balzarotti,<br />

Armando Santoro<br />

(responsabile<br />

dell’Unità Operativa di<br />

Oncologia ed<br />

Ematologia<br />

dell’ospedale),<br />

Giuseppe Nozza,<br />

Barbara Sarina e<br />

Antonella Anastasia.<br />

partecipa a studi multicentrici in cui le nuove molecole<br />

vengono associate alla chemioterapia, sia nei pazienti<br />

canditati ad alte dosi sia nei pazienti anziani. Inoltre <strong>Humanitas</strong><br />

collabora con il GITMO per il trattamento dei<br />

pazienti candidati a trapianto allogenico di cellule staminali<br />

da donatore sia familiare sia volontario da registro.<br />

Infine, partecipa a trial clinici che prevedono l’ultilizzo<br />

di altre nuove molecole (ad esempio Vorinostat,<br />

un inibitore dell’istone deacetilasi) per pazienti con<br />

mieloma multiplo recidivato.<br />

LEUCEMIE ACUTE E TRAPIANTO DI MIDOLLO<br />

Sono un tumore delle cellule del sangue caratterizzato<br />

da una proliferazione anomala della cellula staminale,<br />

non ancora differenziata e con molta potenzialità. Le<br />

leucemie possono essere acute, se hanno un andamento<br />

spontaneo rapidamente evolutivo (e spesso fatale se<br />

non curate), e croniche, caratterizzate da un andamento<br />

clinico più lento.<br />

Spiega il dottor Adalberto Ibatici, specialista in ematologia<br />

di <strong>Humanitas</strong>: “Le leucemia acute hanno un’incidenza<br />

di circa 4-6 nuovi caso ogni 100.00 abitanti. Negli ultimi 10<br />

anni la cura di queste malattie ha beneficiato di nuovi approcci<br />

terapeutici e di una forte spinta della ricerca sui<br />

nuovi farmaci e sui meccanismi <strong>biologici</strong> alla base dello<br />

sviluppo e della crescita delle cellule leucemiche.<br />

La chemioterapia sistemica, adattata a seconda della tipologia<br />

della leucemia (a basso, intermedio o alto rischio)<br />

e delle caratteristiche dei pazienti (età, condizioni<br />

cliniche…), resta ancora la principale arma a nostra<br />

disposizione. Nei soggetti adulti (di età compresa fra i<br />

18 e i 60 anni) la chemioterapia di induzione determina<br />

un’elevata percentuale di risposte complete (80-85%).<br />

Nel paziente anziano (oltre i 65 anni) viene per lo più<br />

adottato un approccio conservativo e la chemioterapia<br />

svolge un ruolo contenitivo.<br />

La ricerca farmacologica in questo settore è molto attiva.<br />

Da una parte si pone l’obiettivo di migliorare i risultati<br />

raggiunti ad oggi: per coloro che non rispondono alla<br />

chemioterapia convenzionale o ricadono nella malattia,<br />

infatti, sono già disponibili nuovi chemioterapici<br />

promettenti tra i quali Clofarabina, Nelarabina, Forodesina.<br />

Parallelamente, inoltre, la ricerca sta sviluppando<br />

una rivoluzionaria frontiera per contrastare i meccanismi<br />

di sviluppo della malattia, mettendo a punto farmaci<br />

innovativi, i cosiddetti ‘<strong>biologici</strong>’, capaci di potenziare

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