Farmaci biologici - Istituto Clinico Humanitas
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Triathlon, rugby, arti marziali: sport “alternativi”,<br />
forse meno conosciuti ma più educativi.<br />
Scopriamoli con l’aiuto degli specialisti di <strong>Humanitas</strong>.<br />
si intermedie di cambio<br />
da una frazione<br />
all’altra. Le distanze<br />
olimpiche sono: 1500<br />
metri di nuoto, 40<br />
chilometri di bicicletta<br />
e 10 chilometri di<br />
corsa (sia nel settore<br />
maschile che in quello<br />
femminile). Ci sono<br />
altre distanze: lo Sprint, con misure all’incirca dimezzate;<br />
gli Iron Kid (ancora più brevi) per i bambini; l’Ironman<br />
che prevede distanze estreme ed è un po’ a se stante<br />
(la durata varia dalle 8-9 alle 13 ore, è quindi per atleti<br />
molto preparati sia fisicamente che mentalmente).<br />
Il triathlon ha una serie di caratteristiche tali da poter<br />
accrescere molto il bagaglio di esperienze di chi lo pratica<br />
perché è uno sport duro, impegnativo, che insegna<br />
subito a rispettare gli avversari e a sapersela cavare da<br />
soli. E’ fondamentalmente individuale e richiede la capacità<br />
di sapersi ben gestire nel corso dell’attività agonistica<br />
e degli allenamenti. Comporta un’intensità e una<br />
frequenza di allenamenti piuttosto elevata e, quindi,<br />
l’impiego di molto tempo (questo è certamente un<br />
aspetto poco incoraggiante). A determinati livelli, è<br />
un’attività sportiva che consente di girare il mondo per<br />
partecipare alle competizioni ed è quindi una bella<br />
scuola di vita. E’ fondamentale essere piuttosto forti in<br />
ogni frazione ed essere rapidi nei cambi tra una frazio-<br />
In <strong>Humanitas</strong> dal<br />
2002, il dottor<br />
Stefano Aglieri<br />
è responsabile<br />
dell’Unità Operativa<br />
di Riabilitazione<br />
Cardiologica e<br />
Respiratoria.<br />
ne e l’altra; considerata la difficoltà intrinseca, poter<br />
concludere bene una gara è già una vittoria anche per<br />
atleti preparati. Infine ricordiamoci che si tratta di uno<br />
sport che si svolge sempre all’aria aperta”.<br />
IL RUGBY<br />
Tra gli sport di squadra, una disciplina molto formativa<br />
ed educativa è il rugby, come il triathlon uno sport considerato<br />
duro. In effetti il contatto fisico con l’avversario<br />
è importante, basti pensare al confronto tra i pacchetti di<br />
mischia, però bisogna anche sottolineare una<br />
componente ‘nobile’ tipica della palla ovale: i<br />
contendenti delle due squadre avversarie si<br />
applaudono reciprocamente alla fine della partita<br />
e spesso vincitori e vinti festeggiano insieme<br />
il dopo partita. Nel rugby lo spirito sportivo<br />
riveste ancora ai giorni nostri un grande<br />
valore. “Insegna ai giovani a socializzare e a<br />
fare gioco di squadra - spiega il dottor Stefano<br />
Respizzi -. E’ assai raro vedere un atleta primeggiare<br />
nettamente per popolarità e fama<br />
sugli altri; il risultato si raggiunge tramite una<br />
partecipazione corale alle varie fasi del gioco; in genere<br />
prevale la squadra che è meglio organizzata sia in fase<br />
difensiva che offensiva. Insomma, sport faticoso e duro<br />
per i frequenti contatti fisici che devono essere affrontati<br />
con preparazione adeguata, ma sport di grande spettacolarità<br />
e di grande rispetto reciproco tra i contendenti”.<br />
LE ARTI MARZIALI<br />
Judo e Karatè, le più diffuse tra le arti marziali, sono senza<br />
dubbio discipline sportive che educano e formano i<br />
propri adepti. Vi è una componente di rigidità comportamentale<br />
che porta all’acquisizione di un autocontrollo<br />
sul tappeto e, di conseguenza, nella vita. “Per i bambini<br />
questo aspetto potrebbe apparire un po’ noioso - precisa<br />
il dottor Aglieri - specie se i più piccoli, che cercano nello<br />
sport soprattutto un’occasione di gioco, vengono subito<br />
‘inquadrati’. Tuttavia se il Maestro (figura molto carismatica<br />
in questo ambito, con forte valenza educativa)<br />
sa coinvolgere i più piccoli nel modo giusto, sono convinto<br />
che i ‘discepoli’ lo ricorderanno per sempre in maniera<br />
del tutto positiva. I vantaggi maggiori che si possono<br />
trarre dalla pratica di queste discipline sportive sono:<br />
uno sviluppo neuromuscolare armonioso ed efficiente<br />
(rapidità, coordinazione e grande reattività muscolare<br />
sono alla base del gesto atletico), la capacità di autocontrollo,<br />
il saper gestire il rapporto con gli altri al fine di ottenere<br />
una relazione equilibrata con il prossimo rispettando<br />
sempre chi si ha di fronte. La tecnica del controllo<br />
del movimento e della forza viene sempre più affinata<br />
man mano che l’atleta passa di grado, dalla iniziale cintura<br />
bianca ai gradi di livello superiore. Quindi fermezza,<br />
autocontrollo e grande rispetto per il prossimo, ma anche<br />
possibilità di conoscenza di tecniche sopraffine di<br />
autodifesa sono esperienze che si possono trarre dalla<br />
pratica delle arti marziali; indubbiamente nella vita adulta<br />
tali esperienze, ottenute da una sana attività fisica,<br />
possono rivestire un ruolo assai importante”. H<br />
N. 1/2009 - <strong>Humanitas</strong> 45