Allure Magazine (2-2019)

008
OPINIONIST
Fin che la barca va
dalla parte del consumatore
Chi lo salverà, il mondo del profumiere?
Quali saranno, le sue sorti? Soccomberà, adeguandosi
alla malasorte, spegnendosi lentamente come
un cero da chiesa, o un guizzo d’orgoglio e di spirito
di sopravvivenza delle persone lungimiranti gli
darà nuova linfa, nuova vita e altre belle storie da
raccontare?
E la malasorte, è davvero tale, o in realtà si
tratta di masochismo individuale, di
apatia, di rassegnazione o di mancanza
di amor proprio?
Un importante dirigente di un
brand altrettanto importante,
qualche giorno fa mi ha confidato,
fra il lusingato e lo stupito, che per
la Società da lui gestita l’anno trascorso
è stato fruttuoso, economicamente
parlando, grazie alla vendita
dei prodotti on-line.
Mi ha pure confessato, ingenuamente,
d’avere avuto diversi problemi
con i profumieri e di essere
dovuto intervenire più volte per rassicurarli sulla
questione. Come li avrà rassicurati, sinceramente,
non è dato sapere. Inoltre, costui mi ha confermato
che i prodotti venduti attraverso i canali virtuali
sono gli stessi reperibili in profumeria, ma con
prezzi più bassi.
Così la figura del profumiere, alla quale personalmente
devo molto, non ha via di scampo: o sottostare
al diktat delle aziende cosmetiche o barcamenarsi
fra Lourdes e Fatima per rimanere a galla.
Subendo, inoltre, un altro fenomeno inquietante
che sta investendo il mondo della bellezza: figurette
e venditori del tempio che, spacciandosi per
“esperti”, elargiscono sul web suggestioni alla
Wanna Marchi, con toni e discorsi apparentemente
DIEGO DALLA PALMA
Esperto di immagine, costumista,
scenografo, scrittore,
attento osservatore di costume.
più chic rispetto alla Regina degli imbonitori.
Costoro manifestano idiozie e prodezze convinti che
le donne siano delle caprette da portare al pascolo. C’è
da chiedersi: lo fanno per vivere il loro attimo di
gloria, o per sopravvivere alle loro inadeguatezze
esistenziali? Mah.
La maggior parte di essi non sa nemmeno lontanamente
cosa c’è, dietro il mondo delle
profumerie qualificate. E qui, viene il
bello. Qui, in questa parola: qualificate!
Il futuro dei profumieri dovrà per
forza, o per spirito di sopravivenza,
contemplare, analizzare e rivalutare
questo vocabolo, agendo con
prontezza.
Perché, diciamoci anche questo,
per quanto scomodo: non tutte le
profumerie del Paese, ieri come
oggi, l’hanno considerata e rispettata,
tale condizione.
A parere mio, è ora di farlo. Subito.
Urgentemente. Mettendo a disposizione
competenze, esperienze, energie umane e
passionali, luccicanze d’animo, carezze e onestà
d’ogni genere.
Dialogando con altri mondi e con altre realtà, ovviamente,
compresi quelli virtuali. Perché, in sintesi,
nel mondo della cosmetica mi pare che stiano saltando
molti equilibri e molte certezze. O sbaglio?
Per questo, incontrando a Riccione duecentocinquanta
operatori del mondo dei profumieri Ethos
mi sono commosso: ho sentito vibrare il loro disagio
ma ho avvertito, più forte, la loro passione.
Superiore al rumore fragoroso delle spade e a quello,
silente, dello sconforto.