Articolo Tagliavini appoggiature
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LUIGI FERDINANDO TAGLIAVINI<br />
(crome La-Sol8), mentre in quella della cantante la conclusione di frase cade su<br />
due crome notate alla stessa altezza (Sol8) sulla parola «fede» e su una semplice<br />
semiminima (sempre Sol8) su «cor»:<br />
È chiaro qui che un’esecuzione alla lettera, senza l’integrazione delle corrispondenti<br />
<strong>appoggiature</strong> al canto, creerebbe una fastidiosa dissonanza, oltre che<br />
una vera e propria assurda inversione di ruoli (linea melodica ‘ornata’ dagli strumenti<br />
e conservata ‘piatta’ dalla cantante).<br />
Innumerevoli stilizzazioni strumentali del recitativo vocale sono esplicite su<br />
questo problema: le conclusioni piane (o femminili, che dir si voglia) delle frasi<br />
o dei membri di frase non vengono qui mai espresse graficamente da due note<br />
di eguale altezza, ma la prima di esse è scritta quale appoggiatura superiore o,<br />
meno frequentemente, inferiore. Mi limiterò a ricordare, dello stesso Beethoven,<br />
i recitativi che figurano in due Sonate per pianoforte, rispettivamente<br />
all’inizio della ripresa del primo movimento dell’op. 31 n° 2 in Re minore e<br />
nell’Adagio ma non troppo dell’op. 110 in La bemolle maggiore, di Weber il recitativo<br />
intercalato nella Romanza del Concerto per clarinetto in Mi bemolle<br />
maggiore op. 74 e, se mi è consentito citare un ‘minore’, tra i fedeli seguaci della<br />
maniera rossiniana, il primo dei tre movimenti di un’Elevazione in Re minore<br />
per organo di Padre Davide da Bergamo, alias Felice Moretti: 1<br />
1 Padre DAVIDE DA BERGAMO, Elevazione, Vismara, Milano s. a. (n° 3343); edizione anastatica in P.<br />
DAVIDE DA BERGAMO (FELICE MORETTI), Musiche per organo, Paideia-Bärenreiter, Brescia-Kassel<br />
1982 (Biblioteca classica dell’organista a c. di Giuseppe Scarpat, 16), pp. 165-167.<br />
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