Articolo Tagliavini appoggiature
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LUIGI FERDINANDO TAGLIAVINI<br />
Gottesdienst, di chiarire che «nel recitativo i cantanti non devono cantar sempre<br />
come sta scritto nelle note, ma devono di quando in quando servirsi d’un cosiddetto<br />
accento», parole corredate di eloquenti esempi musicali. 3 Il termine Accent<br />
riferito all’appoggiatura esprime bene la funzione di traduzione musicale<br />
dell’accento prosodico e verrà impiegato anche da autori italiani, tra cui Giambattista<br />
Mancini, secondo cui «tutto il merito del recitativo consiste, e sta nel<br />
ben collocare l’appoggiatura, o sia accento musicale qual suol chiamarsi comunemente».<br />
4<br />
Ancora nel penultimo decennio del XVIII secolo un compositore italiano<br />
attivo in Inghilterra, Domenico Corri, 5 si preoccuperà di richiamare l’attenzione<br />
sulla difficoltà che nella musica vocale italiana è creata dalla divergenza tra<br />
notazione ed esecuzione: «Infatti, sia un’aria sia un recitativo, se cantati esatta-<br />
3 GEORG PHILIPP TELEMANN, Harmonischer Gottesdienst oder geistliche Cantaten zum allgemeinen<br />
Gebrauche […], [Hamburg 1735/26], edizione moderna in G. PH. TELEMANN, Musikalische Werke<br />
hrsg. im Auftrag der Gesellschaft für Musikforschung, vol. II (a c. di G. Fock). L’istruzione e gli<br />
esempi si trovano nel Vorbericht, che nella citata edizione moderna è riprodotto in grafia normalizzata.<br />
Nella forma originale esso si può leggere in G. PH. TELEMANN, Singen ist das Fundament zur<br />
Music in allen Dingen – Eine Dokumentenaussammlung, Wilhelmshaven 1981 (Taschenbücher zur<br />
Musikwissenschaft, 80), pp. 130-138, ove tuttavia gli esempi musicali sono riprodotti privi del<br />
testo poetico. L’istruzione (che nell’originale suona «Beym Recitatif […] haben die Sänger in<br />
acht zu nehmen, daß sie nicht allemal so singen, wie die Noten da stehen, sondern sich hin und<br />
wieder eines so genannten Accents bedienen») è riprodotta, tra l’altro, assieme agli esempi, in<br />
LUIGI FERDINANDO TAGLIAVINI, «Sposa! Euridice!» – Prosodischer und musikalischer Akzent, in De<br />
Editione Musices – Festschrift Gerhard Croll zum 65. Geburtstag, Laaber, Laaber 1992, pp. 177-202, in<br />
particolare p. 182.<br />
4 GIAMBATTISTA MANCINI, Pensieri, e riflessioni pratiche sopra il canto figurato, Stamp. Ghelen, Vienna<br />
1774, pp. 167-168; edizione corretta e ampliata sotto il titolo di Riflessioni pratiche sul canto figurato,<br />
Stamp. Galeazzi, Milano 1777 (ristampa anastatica Forni, Bologna 1970), p. 239.<br />
5 DOMENICO CORRI, A Select Collection of the Most Admired Songs, Duets &c. From Operas in the<br />
highest esteem, And from other Works, in Italian, English, French, Scotch, Irish, &c. &c. In three Books,<br />
John Corri, Edinburgh s.a. (1781-1785); in seguito (tra il 1794 e il 1799) è apparso un quarto<br />
volume: Select Collection of the Most Admired Songs, Duetts […] in Four Books […] The Fourth of<br />
Songs, Rondos, Duetts, Trios […] in the English, French & Scotch Languages […], Corri, Dusseck &<br />
C°, London & Edinburgh, s. a. (edizione anastatica dei quattro volumi a c. di Paola Bernardi e<br />
Gino Nappo, Associazione Clavicembalista Bolognese, Bologna-Roma 1990-1993, con traduzione<br />
italiana della parte teorico-didattica; prefazione del quarto volume a c. di Pio Pellizzari, a<br />
cui si deve l’accertamento dell’esistenza di tale volume). La raccolta di Corri è redatta al fine di<br />
ovviare alle inesattezze e alle lacune che Corri stesso deplora nella notazione corrente; egli adotta<br />
così una scrittura il più possibile vicina alla realtà esecutiva, notando ornamenti, colorature,<br />
cadenze, segni dinamici, di fraseggio e di respiro, realizzazione del basso continuo per il cembalo<br />
e, ciò che più qui ci interessa, tutte le <strong>appoggiature</strong> necessarie o da lui ritenute opportune. Sulla<br />
datazione di quest’opera cfr. TAGLIAVINI, «Sposa, Euridice!», pp. 201-202. Quanto all’importanza<br />
della testimonianza di Corri cfr. La vocalità nel Settecento attraverso la testimonianza di D. Corri compositore,<br />
editore e didatta, a. c. di Paola Bernardi e Gino Nappo – Il Recitativo nella prassi esecutiva del<br />
XVIII secolo – Interventi [ai seminari sulla vocalità nel ’700, Viterbo, 29 novembre 1988-23 dicembre<br />
1991] di Alfonso Antoniozzi, Paola Bernardi, Alessandra Campana, Carlo Marinelli, Gino Nappo,<br />
Gescom, Viterbo 1992 (Gruppo di ricerca e sperimentazione musicale - Anno XVIII).<br />
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