Articolo Tagliavini appoggiature
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LUIGI FERDINANDO TAGLIAVINI<br />
una tendenza che nel recitativo si può constatare nel graduale abbandono<br />
dell’antico tipo di cadenza in cui le ultime due note del canto (normalmente<br />
tonica e dominante) si sovrappongono alla dominante del basso strumentale,<br />
che risolve poi sulla tonica. 71 Nella seconda metà del Settecento questo tipo di<br />
cadenza è ormai sostituito dalla cadenza ‘ritardata’ degli strumenti dopo l’esecuzione<br />
della clausola vocale conclusiva. 72 Ma ne rimangono ancora tracce nella<br />
notazione, ove la penultima nota del basso (normalmente una semiminima sulla<br />
dominante) può essere scritta contemporaneamente alle due note conclusive del<br />
canto (crome tonica-dominante o secondo grado 73 -tonica). È normale in tal<br />
caso lasciare la voce ‘scoperta’, aggiungendo alla battuta un tempo sovrabbondante<br />
e concludendo con la sola cadenza strumentale, ma vi sono casi in cui<br />
possono sussistere dubbi. 74<br />
Sembra doversi attribuire ad un’analoga tendenza il mutamento che si verifica<br />
allorché nell’opera seria si abbandona il recitativo secco: le formule vocali<br />
rimangono praticamente le stesse, ma gli accordi strumentali, trasposti dal cem-<br />
71 Su questo problema cfr. in particolare JACK WESTRUP, The Cadence in Baroque Recitative, in Natalicia<br />
Musicologica Knud Jeppesen a c. di Biørn Hjelmborg & Søren Sørensen, Copenhagen 1962, pp.<br />
243-252; SVEN HOSTRUP HANSELL, The Cadence in 18th-Century Recitative, «The Musical Quarterly»,<br />
LIV 1968, pp. 228-248; WINTON DEAN, The Performance of Recitative in Late Baroque Opera,<br />
«Music and Letters», LVIII 1977, pp. 389-402.<br />
72 Nei recitativi delle cantate e degli oratori di J. S. Bach la cadenza strumentale è per lo più ‘ritardata’,<br />
ma ricorrono anche numerosi casi di cadenza ‘contemporanea’, armonizzata con 4/6 - 3/5.<br />
Ne citerò qualche esempio: secondo recitativo (accompagnato) della cantata Gelobet seist du, Jesu<br />
Christ (BWV 91) con cadenza ritardata alla batt. 5 e contemporanea alla batt. 11: primo recitativo<br />
(secco) di Christus wir sollen loben schon (BWV 121) con cadenze ritardate alle batt. 4 e 9 e cadenza<br />
contemporanea finale; secondo recitativo (secco) di Tritt auf die Glaubensbahn (BWV152): cadenza<br />
finale contemporanea; primo recitativo (accompagnato) di Das neugeborne Kindelein (BWV 122):<br />
cadenze contemporanee alle batt. 6 e 12, cadenza finale ritardata.<br />
73 Nella grafia figura invariabilmente quale penultima nota il primo grado, da sostituirsi nell’esecuzione<br />
con l’appoggiatura superiore, cioè col secondo grado.<br />
74 Nelle edizioni da me curate di Mitridate, Ascanio in Alba e Betulia liberata (cfr. nota 8) ho interpretato<br />
come ‘ritardate’ le non molte cadenze notate (a mio giudizio solo apparentemente) come<br />
‘contemporanee’. Non sono stati dello stesso avviso curatori di altre opere mozartiane giovanili,<br />
in particolare Kathleen Kuzmick Hansell, curatrice del Lucio Silla (WOLFGANG AMADEUS MOZART,<br />
Neue Ausgabe sämtlicher Werke, Serie II, Werkgruppe 5, Band 7, Bärenreiter, Kassel 1986). Nel<br />
recitativo Che intesi, eterni Dei (Atto II, Scena IX) ricorrono due casi di cadenza d’inganno in cui la<br />
nota del basso sul quinto grado è notata contemporaneamente alle due note conclusive del canto<br />
(discendenti dal primo al quinto grado) e precisamente sulle parole «è questo» (b. 50) e «un<br />
pegno» (b. 115, ultima del recitativo). In entrambi i casi la signora Hansell ha creduto di dover<br />
seguire alla lettera il testo, ritenendo trattarsi effettivamente di ciò che ella chiama «cadenza<br />
tronca» e armonizzando di conseguenza la nota del basso con 6/4 -3/5 (ma incorrendo nel primo<br />
caso nell’infortunio di due quinte consecutive).<br />
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