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la Toscana Nuova - luglio, agosto 2019

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Firenze<br />

Mostre<br />

Collezione Roberto Casamonti<br />

Dopo <strong>la</strong> mostra sui capo<strong>la</strong>vori del<strong>la</strong> prima metà del<br />

Novecento, il noto gallerista fiorentino rinnova l’esposizione<br />

a Pa<strong>la</strong>zzo Bartolini Salimbeni con un percorso dagli<br />

Sessanta agli inizi del XXI secolo<br />

In corso fino al 2020, vede protagonisti nomi eccellenti come<br />

Boetti, Klein, Rauschenberg, Kiefer e Basquiat<br />

Testo e foto di Barbara Santoro<br />

Il gallerista fiorentino di fama internazionale<br />

Roberto Casamonti<br />

presenta nelle sale di Pa<strong>la</strong>zzo<br />

Bartolini Salimbeni un’altra parte<br />

del<strong>la</strong> sua vasta collezione che raccoglie<br />

complessivamente 187 capo<strong>la</strong>vori.<br />

Roberto Casamonti e Bruno<br />

Corà: un'accoppiata vincente che<br />

ancora una volta mostra al<strong>la</strong> città<br />

di Firenze come si promuove l’arte<br />

contemporanea. Come promesso,<br />

Roberto Casamonti presenta nelle<br />

sale di Pa<strong>la</strong>zzo Bartolini Salimbeni<br />

un’altra parte del<strong>la</strong> sua vasta<br />

collezione che raccoglie complessivamente<br />

187 capo<strong>la</strong>vori. Si tratta di<br />

Barbara Santoro con Roberto Casamonti accanto<br />

ad un'opera di Alighiero Boetti<br />

circa 80 opere di 138 maestri italiani<br />

e non dagli anni Sessanta agli inizi<br />

del Ventunesimo secolo. Dipinti<br />

e sculture che riflettono l'anima del<br />

collezionista, il quale ha già promesso<br />

durante <strong>la</strong> conferenza stampa che<br />

il prossimo anno presenterà un'altra<br />

appendice a sorpresa. Rispetto al<strong>la</strong><br />

prima esposizione, le sale di Pa<strong>la</strong>zzo<br />

Bartolini Salimbeni hanno cambiato<br />

look per accogliere nuovi materiali,<br />

linguaggi e dimensioni delle opere.<br />

Si parte con una sezione di Arte<br />

Povera − nata intorno al 1967 − dove<br />

si possono ammirare le opere di<br />

Boetti, Pistoletto, Merz, Kounellis,<br />

Paolini, Calzo<strong>la</strong>ri, Penone e Pascali.<br />

In partico<strong>la</strong>re, le imponenti opere di<br />

Alighiero Boetti dominano le sale per<br />

via delle loro dimensioni; Mettere al<br />

mondo il Mondo, ad esempio, è lunga<br />

ben quattro metri ed è realizzata<br />

soltanto con una penna biro, oppure<br />

Tutto, pannello di sei metri ricco di<br />

colori sgargianti completamente ricamato<br />

a mano e posizionato davanti<br />

alle finestre per meglio cogliere <strong>la</strong> luce.<br />

Tante le tendenze artistiche presenti<br />

nel<strong>la</strong> nuova esposizione :dall’<br />

Arte Povera si passa al fenomeno dei<br />

gruppi di Arte Programmata e Cinetica,<br />

al Nouveaux Realisme al movimento<br />

Fluxus, al<strong>la</strong> Poesia Visiva,<br />

al Minimalismo o Strutture Primarie,<br />

al<strong>la</strong> Land Art, all’Arte Concettuale,<br />

al<strong>la</strong> Body Art, al Graffitismo e al<strong>la</strong><br />

Transavanguardia, in un crescendo<br />

che di sa<strong>la</strong> in sa<strong>la</strong> <strong>la</strong>scia quasi senza<br />

fiato. Non sappiamo dove guardare<br />

perché tutto è perfetto, posizionato<br />

nell’angolo del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> più idoneo<br />

ad accogliere l’opera. C’è un Ceroli<br />

tutto partico<strong>la</strong>re, s'intito<strong>la</strong> Burri<br />

perché il quadro di legno sul<strong>la</strong> parete<br />

ne simu<strong>la</strong> uno del grande artista<br />

umbro:un'unica persona è seduta<br />

accanto a molte sedie posizionate in<br />

un angolo dal<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> che sembra nata<br />

apposta per accogliere quel manufatto.<br />

Curiosi i Tableaux pièges di<br />

Daniel Spoerri e il magnifico “quadro<br />

specchiante” di Pistoletto dal titolo<br />

Persona in piedi che raffigura l'amico<br />

fotografo Rinaldi. E’una velina<br />

dipinta a mano su acciaio inox lucidato<br />

a specchio del 1962. Casamonti<br />

l’ha inseguita per anni fino ad arrivare<br />

all'acquisto da un collezionista<br />

di Foligno che finalmente si era deciso<br />

a ceder<strong>la</strong>. Il bello del<strong>la</strong> collezione<br />

non è solo <strong>la</strong> qualità eccelsa e <strong>la</strong><br />

preziosità delle opere, ma il fatto che<br />

ogni pezzo rechi ricordi, emozioni,<br />

storie di amicizie, frequentazioni fra<br />

personaggi che hanno fatto dell’arte<br />

<strong>la</strong> loro vita. Presentando un anno fa<br />

<strong>la</strong> prima parte del<strong>la</strong> sua collezione,<br />

Roberto Casamonti aveva definito <strong>la</strong><br />

sua una “scelta strettamente culturale”<br />

per condividere con <strong>la</strong> città di<br />

Firenze <strong>la</strong> passione di tutta una vita.<br />

Oggi, a distanza di un anno, i visitatori<br />

fiorentini, italiani e stranieri<br />

hanno mostrato di saper apprezzare<br />

questo suo gesto generoso, come<br />

certamente avverrà anche per questa<br />

seconda esposizione che da domenica<br />

26 maggio sarà visibile per tutto<br />

il <strong>2019</strong> e il 2020 al primo piano del<br />

pa<strong>la</strong>zzo Bartolini Salimbeni in piazza<br />

Santa Trinita. Apertura dal mercoledì<br />

al<strong>la</strong> domenica nell’orario 11.30 / 19.<br />

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COLLEZIONE ROBERTO CASAMONTI

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