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Il nuovo magazine targato Extempora. Numero unico dicembre 2019
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ARTE
Alla conquista del mondo
Testo di Gianluca Targetti
Thanks
Miami to Paris
Sara Cafarelli, 44 anni, senese, diplomata all’istituto d’Arte Duccio
di Boninsegna ne ha fatta di strada. Infatti, quest'anno Sacaf
- così il suo nome d'arte - ha esposto al museo del Louvre di Parigi,
nel Salon International d’Art Contemporain, due sue opere
inedite: "Thanks" e "Miami to Paris" che celebrano uno speciale
momento della vita della contradaiola giraffina.
L'artista senese aveva già conquistato un'altra fra le gallerie più
prestigiose al mondo nel 2013, il MoMa di New York.
"L'opera Thanks nasce in un momento in cui mi sembrava doveroso
ringraziare il cielo e tutte le persone che mi sono state vicine
durante questi anni. Thanks è l’ultimo atto di Reflection, la mostra
che inaugurerò ad Amsterdam il 14 dicembre prossimo e che
chiude un cerchio artistico. L’anno 2020, infatti, sarà per me un
nuovo inizio. L’altra opera, Miami to Paris, è proprio il principio di
questa nuova fase pittorica della street art. L’esposizione al Louvre
e al MoMa sono arrivate per puro caso, non sono state cercate, un
grazie mi sembrava dovuto” esordisce Sara.
Le chiedo se è consapevole di quello che le sta accadendo. "Che
dire… sono una persona molto semplice e umile, a volte mi vergogno
a dire le cose, a raccontare quello che mi sta accadendo, ho
quasi paura a urlare la felicità, mi sembra possa farla sfuggire dalle
mani. Mi emoziono anche solo a parlarne come senti. Lavoro
intensamente, mi lascio poco tempo per pensare, quando mi capita
vado a camminare e cerco di resettare i pensieri. Voglio costruire
tutto mattoncino dopo mattoncino." Sentendo parlare Sacaf,
mi viene un dubbio: sarà soddisfatta del lavoro fatto o, come altri
artisti, riguardando i suoi quadri, troverà qualche pecca? "Io sono
sempre soddisfatta perché vedo costantemente la mia evoluzione:
ogni mostra ha la sua storia e quando metto la firma in un quadro
so non lo devo più toccare. Pensa, riguardando le mie opere mi
emoziono ancora perché sono legate comunque a un particolare
momento della mia vita, a uno stato d’animo. Inoltre, mi piace il
fatto che i miei quadri vadano in giro per locali e caffè letterari
più che in gallerie, perché così prendono il convivio della gente: chi
se lo mette in casa ha un quadro che ha preso già un po’ di vita."
Volutamente, conoscendo Sara da anni, tocco una corda del suo
cuore a lei molto cara: Siena e il Palio. Allora ritorniamo indie-
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