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la Ciminiera 2020 05

Auto elettriche, Davide Lazzaretti, il profeta dell'Amiata, il Cristo dell'Amiata, Jrò, Personaggi storici in 3D, Roberto Burioni - Virus la grande sfida, arte e ceramica, acrime ed Amore in Isabella Caracciolo, Duchessa di Mesuraca, Epidemie nella storia e nella letteratura antica, I Mosaici di Huqoq, Giuliano e gli Ebrei, Angelo Di Lieto, Francesca Ferraro, Pasquale Natali, Daniele Mancini, Amore e bellezza nella tragica fine della Principessa MARIA D’AVALOS, Gabriele Campagnano

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il profeta dell'Amiata, il Cristo dell'Amiata, Jrò, Personaggi storici in 3D, Roberto Burioni - Virus la grande sfida, arte e ceramica, acrime ed Amore in
Isabella Caracciolo, Duchessa di Mesuraca, Epidemie nella storia e nella letteratura antica, I Mosaici di Huqoq, Giuliano e gli Ebrei, Angelo Di Lieto, Francesca Ferraro, Pasquale Natali, Daniele Mancini,
Amore e bellezza nella tragica fine della Principessa MARIA D’AVALOS, Gabriele Campagnano

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comprensorio di Napoli intorno al 1563 e

educato con seri e particolari studi nelle arti

musicali dai più insigni musici del viceregno

partenopeo, grazie anche ai numerosi ed illustri

frequentatori del cenacolo di casa Gesualdo,

divenne soprattutto il “Principe dei Musici”.

Portava sempre con sé due voluminosi libri,

che contenevano tutte le sue composizioni e

si esibiva ovunque per suscitare la meraviglia

dei suoi ascoltatori e per diffondere la sua arte.

Veniva ritenuto “un raro suonatore di molti

strumenti e del liuto in special modo…”.

Nel suo Cenacolo vi erano insigni musicisti

del tempo, come l’organista e suonatore di

liuto ed arpa Giandomenico Montella, il

cembalista Scipione Stella, il suonatore di

viola ad arco Antonio Grifone e poi Fabrizio

Gazzella, Rocco Rodio, Scipione Dentice,

Fabrizio Filomarino, questi ultimi tutti esperti

di chitarra a sette corde e di cembalo.

In quel tempo non era dignitoso per un nobile

cimentarsi nelle vesti di musicista, quindi,

quando doveva fare delle pubblicazioni di

madrigali, il principe Carlo li faceva stampare

o sotto falso nome o con altri artifizi editoriali.

. Il Cenacolo era collocato nell’ammezzato

dello stesso Palazzo, nell’area a sinistra del

portale. Attraverso una scala a chiocciola si

arrivava agli appartamenti superiori.

Dopo qualche tempo l’unione fu rallegrata

dalla nascita del primogenito Emanuele, però

questa felicità durò circa quattro anni, e cioè

sino a quando nella vita degli uomini non

s’inseriscono spiritelli disturbatori o forze

Il castello di Gesualdo, residenza del principe

occulte che subdolamente preparano trappole

mortali a chi in quel momento è assolutamente

ignaro di quanto nell’immediatezza può

accadere.

Infatti, in una festa di ballo, Maria d’Avalos,

incantevole e ricca, s’incontrò con Fabrizio

Carafa, duca d’Andria, di circa trentanni, bello

come un Adone e con le sembianze di Marte,

il quale, all’epoca, era considerato il cavaliere

più bello della Città.

Fabrizio, padre di quattro figli, era sposato

con Maria Carafa, figlia di Don Luigi, Principe

di Scigliano e di Donna Lucrezia del Tufo ed

abitava nel Palazzo di largo San Marcellino,

oggi sede dell’Istituto Tecnico Elena di savoia..

Maria Carafa era una donna devota, docile,

che dalla turbolenza e dal libertinaggio del

marito, che aveva sposato a tredici anni, aveva

sempre subìto santamente maltrattamenti e

tormenti.

Così le occasioni di feste varie, di incontri

salottieri, di serate danzanti, non mancarono

ai due, la cui fiamma d’amore si alimentava ed

ardeva sempre più nella loro anima e soprattutto

nel loro corpo. Dagli sguardi alle frasi d’amore

si passò già durante il primo incontro. Però nel

tempo non bastarono più. Infatti, un giorno,

nel mentre la splendida Maria passeggiava in

Via Chiaia a Napoli, finse di accusare un forte

dolore di pancia, perciò fu costretta ad entrare

in una casa dove nascosto l’attendeva Fabrizio

nel giardino. Questo fu l’inizio di altri incontri

che le circostanze di volta in volta offrivano

agli innamorati con diversi artifizi e differenti

la Ciminiera 31

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