TuttoBallo20 June - 2020
In questo numero di Giugno: Abbiamo fatto per te l’analisi fiscale, economica e sociale del Decreto Rilancio, con Eugenia Galimi, Lara Gatto, Sandro Mallamaci. Abbiamo raccolto le dichiarazioni di Domenico Cannizzaro contro la FIDS. Abbiamo intervistato la prima étoile della danza sportiva: Monica Nigro. Abbiamo incontrato la ballerina più ricercata dei social: Victoria Aletta. Incontriamo il pittore delle cupole il maestro: Giovannino Montanari Ti presentiamo il manager delle stelle Antonio Desiderio. Conosciamo meglio il fotografo delle étoile parigine: Cosimo Mirco Magliocca autore della copertina e controcopertina. Con TuttoBallo20 puoi allenare il tuo fisico con gli esercizi della dottoressa Valeria Ferrara. La tua mente con il counseling ballerino, Giovanni Battista Gancemi. La tua anima con il cinema e il teatro suggeriti da Marco Calogero. E ancora TuttoBallo20 è… mangiare sano, i suggerimenti di Pina delle Site oggi sono tutti per il frutto regina di stagione "le ciliegie" frutto regina di stagione. Moda con l’influencer Marianna Bonavolontà. Make - Up con Mauri Menga. Hair Style con Ernesto Biagetti. Ricorderemo Margot Fonteyn a 101 anni dalla sua nascita. Spiegheremo il rito della danza per gli "All Blacks". E infine da questo numero di TuttoBallo20 inizia la collaborazione con la direttrice di SoloMente.it, Francesca Meucci che ci consegna il "pensiero del mese", un punto di vista sulla danza che mette a fuoco fatti e cronache tersicorei. Buona Lettura.
In questo numero di Giugno: Abbiamo fatto per te l’analisi fiscale, economica e sociale del Decreto Rilancio, con Eugenia Galimi, Lara Gatto, Sandro Mallamaci. Abbiamo raccolto le dichiarazioni di Domenico Cannizzaro contro la FIDS. Abbiamo intervistato la prima étoile della danza sportiva: Monica Nigro. Abbiamo incontrato la ballerina più ricercata dei social: Victoria Aletta. Incontriamo il pittore delle cupole il maestro: Giovannino Montanari Ti presentiamo il manager delle stelle Antonio Desiderio. Conosciamo meglio il fotografo delle étoile parigine: Cosimo Mirco Magliocca autore della copertina e controcopertina. Con TuttoBallo20 puoi allenare il tuo fisico con gli esercizi della dottoressa Valeria Ferrara. La tua mente con il counseling ballerino, Giovanni Battista Gancemi. La tua anima con il cinema e il teatro suggeriti da Marco Calogero.
E ancora TuttoBallo20 è…
mangiare sano, i suggerimenti di Pina delle Site oggi sono tutti per il frutto regina di stagione "le ciliegie" frutto regina di stagione. Moda con l’influencer Marianna Bonavolontà. Make - Up con Mauri Menga. Hair Style con Ernesto Biagetti. Ricorderemo Margot Fonteyn a 101 anni dalla sua nascita. Spiegheremo il rito della danza per gli "All Blacks".
E infine da questo numero di TuttoBallo20 inizia la collaborazione con la direttrice di SoloMente.it, Francesca Meucci che ci consegna il "pensiero del mese", un punto di vista sulla danza che mette a fuoco fatti e cronache tersicorei. Buona Lettura.
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J u n e 2 0 2 0
TuttoBallo20
D E C R E T O R I L A N C I O
D O M E N I C O C A N N I Z Z A R O
C O V I D : P A R T I T A
R A C C O N T A P E R C H È S I È
L A F A S E 2
D I M E S S O D A L L A F I D S
V I C T O R I A A L E T T A :
M O N I C A N I G R O : " N E L M I O F U T U R O
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C O S I M O M I R C O M A G L I O C C A
P I A Z Z A V I T T O R I O V I N C E
T O R N A A F O T O G R A F A R E I
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D I V I I T A L I A N I
A L L E N A M E N T I D A
B E L L E D ' E S T A T E
5 M I N U T I
I C O N S I G L I D E G L I
E S P E R T I
P S I C O L O G I A
Nicolas Le Riche
© Cosimo Micro Magliocca Photographe Patris
incontra il neoclassicismo".
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
Storia di copertina
Nicolas Le Riche - étoile Opera de Paris
(Sartrouville, 29 gennaio 1972). Foto scattata
1999 da Cosimo Mirco Magliocca
nel
Photographe alla prima mondiale del
Paris
scritto dal leggendario coreografo
balletto
Roland Petit.
Ispirato alla prima commedia romantica di Goethe,
Clavigo, racconta le agonie di un amante dalla
volontà debole diviso tra le offerte del suo cuore e
il suo spirito malvagio, che lo spinge a servire i
propri interessi, portandolo a rinunciare al vero
amore a favore di una vita di dissolutezza.
La musica, commissionata da Petit, è composta
dal libanese Gabriel Yared, premio Oscar per la
colonna sonora del film "Il Paziente Inglese" ("An
English Patient").
Jean-Michel Wilmotte adotta un approccio
decisamente astratto, strutturando lo spazio con
vari pannelli grigi, neri o bianchi che mettono in
scena i costumi di Luisa Spinatelli
magnificamente, descritti come "la fantasia
di Nicolas Le Riche, sua moglie, l'étoile
Partner
Clairemaire Osta.
TuttoBallo20 - June 2020.
Editore "Stefano Francia" EnjoyArt
Direttore - Fabrizio Silvestri
Vice direttore - Eugenia Galimi
Segretaria di redazione - Pina delle Site
Redazione - Marina Fabriani Querzè
hanno collaborato: Marco Calogero,
Antonio Desiderio, Mauri Menga, Walter
Garibaldi, Giovanni Battista Gangemi,
Lara Gatto, Danilo Piccini.
Foto: Cosimo Mirco Magliocca,
Danilo Piccini, Federic Frennessen,
GDG Press.
É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e
immagini in qualsiasi forma. É vietata la
redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e
immagini non autorizzata espressamente dal
direttore.
Testata giornastica non registrata di proprietà:
©ASS: Stefano Francia EnjoyArt
per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com
É morto Cesare Nissirio storico ufficio stampa del Premio Danza Positano.
A darne la notizia, con una sua stupenda foto, Massimo Capodanno, fotoreporter e blogger,
con Positano My Life. Nissirio era la voce del Premio Danza con Alberto Testa, Nissirio è
nato a Rodi in Grecia nel 1940, da un padre greco, nato al Cairo, e da una madre italiana,
nata in Russia durante una tournée dei genitori ambedue cantanti lirici, amici e colleghi di
Enrico Caruso. Ciao Cesare!
T U T T O B A L L O 2 0 | J U N E 2 0
L A V I T A R I P R E N D E A N C H E A P A S S O D I D A N Z A
d i E u g e n i a G a l i m i
Atmosfera da primo giorno di scuola, come
tanti ragazzini che si ritrovano dopo le
vacanze estive: questa l’aria che si respirava
ben prima dell’orario di inizio delle lezioni
all’esterno del “Clivia Village” (Villaggio dello
Sport ASC) di Reggio Calabria.
Un appuntamento atteso sin da quando l’8
marzo quel fatidico DPCM aveva
improvvisamente imposto la sospensione di
tutte le attività gettando i numerosi “Over50”
con uno spirito da teenagers, nello sconforto
totale. Persone che, da tempo avevano
gustato il piacere di vivere parte delle loro
giornate in compagnia degli amici,
condividendo la passione per il ballo,
socializzando e, nello stesso tempo, cercando
di tenere attivi il corpo e la mente.
Questo lungo e interminabile periodo di
isolamento forzato è stato vissuto da ognuno
in maniera diversa: chi l’ha presa con filosofia
e ha trovato il modo di riempirsi le giornate
con i più disparati interessi, chi l’ha affrontato
da buon cittadino ossequioso delle regole,
chi invece è andato nel panico sin da subito,
reagendo con paura all’evoluzione degli
eventi.
I mezzi di comunicazione, in questo senso,
non hanno svolto un buon servizio: informare,
aggiornare, responsabilizzare certamente è
stato necessario ma non ci si è preoccupati
delle conseguenze che un’enfasi troppo
accentuata ha provocato sui soggetti più
deboli che sono poi quelli più a rischio. Il
clima di terrore ingenerato e rafforzato dalle
immagini forti dei camion dell’esercito di
Bergamo, dai servizi dei giornalisti che,
minuto dopo minuto, hanno fatto la cronaca
di questa guerra, come fossero inviati al
fronte, hanno profondamente inciso
sull’equilibrio psicologico di molte persone di
una certa età. Tanti anziani, soprattutto quelli
che vivevano da soli, che avevano trovato il
modo di stare in compagnia e affrontare il
crepuscolo della vita con gioia, si sono
trovati, dalla sera alla mattina, reclusi tra le
quattro mura delle loro case.
Settimane intere fatte di lunghe giornate
vissute nella paura, un incubo dal quale
avevano perso la speranza di uscire. E,
invece, è arrivato il momento della
ripartenza… grazie alla ferma volontà di chi
da anni si spende per rendere migliore la
vita di questi Amici. L’ASC di Reggio
Calabria, con il suo Presidente Antonio
Eraclini, in collaborazione con tantissimi
professionisti dello Sport delle varie
discipline, non ha perso un solo minuto
riuscendo a creare le condizioni ottimali
per riprendere in totale sicurezza e
all’aperto tutte le attività e in particolare la
Danza sportiva.
Nonostante che, in tutti questi mesi, tutti
gli istruttori ASC (che prima dell’apertura
del Villaggio, hanno frequentato il corso
“Gestione dell’emergenza Covid19”) siano
rimasti in contatto via Skype con i loro
associati tramite video lezioni o tutorial con
l’intento di mantenere vivo il loro interesse
e la voglia di non abbattersi, grandissima è
stata l’euforia e la gioia di ritrovarsi e molti
hanno trattenuto a stento la voglia di
riabbracciarsi o anche solo di stringersi la
mano per non violare le diverse ordinanze.
Tutti in fila, alla giusta distanza con la
mascherina a norma, hanno compilato
l’autocertificazione, atteso pazientemente
la misurazione della temperatura e
sanificato le mani con il gel, con la gioia
chiaramente visibile sul volto e
l’immancabile lacrimuccia negli occhi di
molti. Col cuore in gola, in una emozione
crescente, ognuno ha preso posizione nel
rispetto del distanziamento sociale di 2
metri, previsto per l’attività fisica seguendo
alla lettera le indicazioni impartite da
insegnanti e collaboratori fino alle note
della prima canzone, che come una
liberazione hanno prodotto un applauso
spontaneo.
Tutto è passato, un incubo, un brutto
sogno… E’ finalmente ritornato a tutti il
sorriso e la voglia di vivere!
periodo di lockdown, vissuto a casa
Il
Covid-19, ha avuto
dell’emergenza
anche e soprattutto, dal punto
conseguenze,
vista economico; molte, infatti, le categorie
di
i settori colpiti, che hanno subìto danni e
ed
ingenti, e per i quali la ripartenza è
perdite
che semplice. Lo Stato ha cercato di
tutt’altro
ed aiutare, per quanto possibile, con
agevolare
concessione di agevolazioni e con
la
di un contributo a fondo perduto,
l’erogazione
le categorie ed i soggetti colpiti, affinché
tutte
questi possa esserci un rilancio ed una
per
economica; i contorni e le
ripresa
di tali aiuti ed agevolazioni,
caratteristiche
contenuti nel “Decreto Rilancio”. Vediamo
sono
prevede, soprattutto per un settore a noi
cosa
DEFINITIVO per lavoratori dipendenti o
F I S C O E B A L L O
F I S C O E B A L O
F A S E - 2
di Lara Gatto
COVID -19
DECRETO
RILANCIO
F A S E - 2
INDENNITÁ
BONUS SPORT E SALUTE
di Lara Gatto
Si conferma il bonus Sport e Salute di 600 euro a favore dei collaboratori sportivi e amministrativogestionali
che abbiano un contratto di collaborazione in essere alla data del 23 febbraio 2020 con
CONI/CIP/ASD/SSD/FSN/EPS/DSA per i mesi di aprile e maggio 2020. Il bonus non è assoggettato a
tassazione.Il bonus non spetta a chi ha in essere un altro rapporto di lavoro dipendente o autonomo o a
chi riceva altre indennità previste dai decreti governativi o a chi percepisca il reddito di cittadinanza o di
emergenza, pensioni, indennità di disoccupazione (Naspi). Ai soggetti già beneficiari per il mese di marzo
del bonus, il nuovo bonus di aprile e maggio 2020 sarà erogato, senza necessità di ulteriore domanda. Si
attende ora entro 7 giorni dall’emanazione del presente decreto (19.05.2020), un decreto del Ministero
dell’economia e delle finanze di concerto con l’Autorità delegata in materia di sport, per la definizione
puntuale delle modalità di attuazione di questo bonus di aprile-maggio, di presentazione delle nuove
domande, i documenti richiesti e le cause di esclusione.
Lavoratori sportivi “professionisti” iscritti al Fondo Pensione Sportivi Professionisti (art. 98) .
È previsto per questi lavoratori inquadrati quali “professionisti” ai sensi della legge 91/1981 con
retribuzione annua inferiore a 50.000 euro, l’accesso al trattamento di integrazione salariale
vicino:
limitatamente ad un periodo massimo di 9 settimane.
CESSIONE
SETTORE SPORT
EMERGENZA COVID-19 (ART.122)
DL 19/05/2020 N. 34
Le principali novità di interesse per il
settore SPORT
I crediti d’imposta di cui ai diversi articoli del Decreto rilancio [tra cui: Credito d’imposta per i canoni di
locazione di immobili ad uso non abitativo (art. 28); Credito d'imposta per l'adeguamento degli
ambienti di lavoro (art. 120); credito d'imposta per sanificazione degli ambienti di lavoro e l'acquisto di
Sospensione dei versamenti (art. 126 e 127) Per
le ASD/SSD entro il 16 settembre 2020,
dispositivi dì protezione (art 125)] possono essere ceduti ad altri soggetti, inclusi banche e altri
potranno essere versati, in un'unica soluzione o
intermediari finanziari. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono definite le
mediante rateizzazione fino a un massimo di
quattro rate mensili di pari importo:
A) RITENUTE D’ACCONTO E A TITOLO
modalità attuative per questa cessione del credito, comprese quelle relative all'esercizio dell'opzione,
da effettuarsi in via telematica.
assimilati (versamenti delle ritenute alla fonte,
di cui agli articoli 23, 24 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre
1973, n. 600, che i predetti soggetti operano in
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
qualità di sostituti d'imposta);
B) Contributi INPS, INAIL ex ENPALS
Adempimenti e versamenti dei contributi
previdenziali e assistenziali e dei premi per
l'assicurazione obbligatoria;
C) IVA scadente nel mese di marzo aprile e
maggio.
SANIFICAZIONE E ACQUISTO (ART.125)
È riconosciuto un credito d’imposta del 60% delle spese sostenute nel 2020per la
sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, nonché per l'acquisto di dispositivi di
Per le addizionali regionali e comunali dovute
protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti
relativamente ai mesi di marzo, aprile e
fino ad un massimo di 60.000 Euro. Il credito spetta a imprese, lavoratori autonomi, enti non
maggio, il rinvio del versamento è al 16
commerciali, compresi gli enti del Terzo settore (quindi anche per SSD e ASD).
settembre 2020 (anche con la rateizzazione in
Il credito d'imposta è utilizzabile in sede di dichiarazione dei redditi relativa al periodo
quattro rate mensili) è possibile solo se si
d'imposta di sostenimento della spesa ovvero in compensazione mediante F24.
riscontri una diminuzione del fatturato del 33%
Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, da adottare entro 30 giorni dalla
rispetto all’analogo mese dell’anno
precedente, (marzo su marzo, aprile su aprile,
data di entrata in vigore della legge di conversione decreto “Rilancio”, sono stabiliti i criteri e
le modalità di applicazione e di fruizione del credito d'imposta.
maggio su maggio).
iconosciuto un credito d'imposta in misura pari al 60%
È
spese sostenute nel 2020, per un massimo di 80.000
delle
in relazione agli interventi necessari per far rispettare le
euro,
sanitarie e le misure di contenimento contro la
prescrizioni
del virus COVID- 19, compresi quelli edilizi
diffusione
per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la
necessari
di spazi medici, ingressi e spazi comuni, per
realizzazione
di arredi di sicurezza, nonché in relazione agli
l'acquisto
in attività innovative, compresi quelli necessari
investimenti
investimenti di carattere innovativo quali lo sviluppo o
ad
di strumenti e tecnologie necessarie allo
l'acquisto
dell'attività lavorativa e per l'acquisto di
svolgimento
per il controllo della temperatura dei
apparecchiature
e degli utenti.
dipendenti
credito d’imposta è riconosciuto alle imprese, ai lavoratori
Il
alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti
autonomi,
compresi gli enti del Terzo settore (quindi anche SSD
privati,
ASD)ed è utilizzabile in compensazione nel mod. F24,
e
limiti e modalità che verranno definiti con un
secondo
dell’Agenzia delle Entrate.
provvedimento
è dovuto il versamento del saldo dell'IRAP relativa al
Non
(per i soggetti con esercizio sociale coincidente con
2019
solare) o al periodo 2019/2020 (per i soggetti con
l’anno
sociale a cavallo d’anno), fermo restando il
esercizio
dell'acconto dovuto per il medesimo periodo di
versamento
che, pertanto, se superiore al saldo genera un
imposta
IRAP che, stante al tenore della norma,
credito
non utilizzabile. Si attendono chiarimenti in
diventerebbe
è altresì dovuto il versamento della prima rata
merito.Non
dell’IRAP relativa al periodo di imposta
dell'acconto
a quanto indicato nel paragrafo precedente per
successivo
due distinte categorie di soggetti e l'importo di tale
le
è comunque escluso dal calcolo dell'imposta
versamento
versare a saldo per lo stesso periodo d'imposta,
da
i mesi di maggio, giugno e luglio 2020, l'Autorità di
Per
per energia reti e ambiente (ARERA) dispone la
regolazione
della spesa sostenuta dalle utenze elettriche
riduzione
in bassa tensione diverse dagli usi domestici, con
connesse
alle voci della bolletta identificate come
riferimento
e gestione del contatore" e "oneri generali di
"trasporto
L’importo della riduzione verrà applicato
sistema".
nelle bollette del periodo da maggio a luglio.
direttamente
al 31 luglio 2020 il pagamento dei canoni di concessione o di
Rinviato
sospesi nel periodo compreso tra la chiusura degli impianti e fino
locazione
luglio 2023 (art.216). Se il concessionario ne fa richiesta, le parti (Ente
e gestore) possono concordare tra loro la revisione dei rapporti in
pubblico
mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio
scadenza
anche attraverso la proroga della durata del
economico-finanziarie
caso di mancato accordo, le parti possono recedere dal
rapporto.In
tale caso, il concessionario ha diritto al rimborso del valore delle
contratto.In
realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti,
opere
costi effettivamente sostenuti dal concessionario, nonché delle penali e
dei
altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza dello scioglimento
degli
sospensione delle attività sportive disposta con i decreti governativi viene
La
come fattore di sopravvenuto squilibrio dell'assetto di interessi
considerata
con il contratto di locazione di palestre, piscine e impianti sportivi di
pattuito
di soggetti privati.Il conduttore (e quindi il gestore dell’impianto
proprietà
ha pertanto diritto a richiedere al proprietario dell’immobile una
sportivo)
del 50% del canone mensile contrattualmente pattuito,
riduzione
alle cinque mensilità da marzo 2020 a luglio 2020, salva la
limitatamente
di un diverso ammontare a cura della parte interessata (gestore o
prova
Quindi il gestore potrà avanzare richiesta al proprietario per la
proprietario).
del canone così come previsto dalla legge avendo possibilità di
riduzione
anche eventuali pagamenti di canoni effettuati nei mesi da marzo
recuperare
oggi eccedenti il 50% dell’importo mensile originario in applicazione
ad
imprese e i lavoratori autonomi con ricavi o compensi non superiori a 5
Le
di euro nel 2019, spetta un credito d'imposta nella misura del 60%
milioni
mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione
dell'ammontare
immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell'attività
di
commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o
industriale,
abituale e professionale dell'attività di lavoro autonomo, a
all'esercizio
che abbiano subìto una diminuzione del fatturato o dei
condizione
nel mese di riferimento (marzo 2020 rispetto a marzo 2019, aprile
corrispettivi
su aprile 2019, maggio 2020 su maggio 2019) di almeno il 50%.Si ritiene
2020
in tale disposizione possano rientrare anche le SSD. Il credito d'imposta
che
anche agli enti non commerciali (e quindi le associazioni), compresi gli
spetta
del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione al
enti
di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non
canone
destinati allo svolgimento dell'attività istituzionale. L’importo del
abitativo
d’imposta è commisurato ai canoni effettivamente versati nei mesi di
credito
aprile e maggio. Il credito d'imposta è utilizzabile nella dichiarazione
marzo,
F I S C O E B A L L O
ADEGUAMENTO (ART.120)
IMPIANTI SPORTIVI PUBBLICI
CONCESSIONE O LOCAZIONE
(ART. 216)
F A S E - 2
AMBIENTE DI LAVORO
30 giugno 2020. In alternativa al pagamento in unica rata è possibile
al
ratealmente in 4 rate mensili da luglio a ottobre. Impianti sportivi
pagare
pubblici in concessione con scadenza della concessione entro il 31
oppure, nel caso in cui l'opera non abbia ancora superato la fase di collaudo,
del contratto.
IRAP
VERSAMENTO (ART. 24)
CANONE LOCAZIONE
IMPIANTI SPORTIVI “PRIVATI”
(ART. 216)
divenendone pertanto abbuonato.
USO NON ABITATIVO (ART. 28)
all’attuale disposizione normativa.
RIDUZIONE ONERI
BOLLETTE ELETTRICHE
dei redditi oppure in compensazione e non è assoggettato a tassazione.
C O V I D E B A L L O
D I S A N D R O M A L L A M A C I
di Sandro Mallamaci
Analisi del rischio
Dopo aver atteso con ansia il via libera del Governo, finalmente il 25 maggio si sono potute riprendere molte
attività che da mesi erano state sospese. Tra queste le palestre e i centri sportivi in genere. Si riprende ma
attenendosi a precise disposizioni emanate dagli organi di governo con la consulenza del Comitato Tecnico Scientifico.
Disposizioni contenute nei DPCM in particolare quello dello scorso 17 maggio. Parola d'ordine: distanziamento. Sì,
perché la regola unica individuata ed imposta è quella del cosiddetto distanziamento sociale. Cerchiamo di capire da
cosa scaturisce questa indicazione. Quando i primi giorni dell'anno è scoppiata l'emergenza coronavirus ci si è trovati
ad affrontarla per la prima volta in assoluto. È vero che in effetti si trattava di una emergenza sanitaria, ma i tempi ed i
modi con i quali si è manifestata ha preso di sorpresa tutti, soprattutto il Sistema Sanitario Nazionale. La vera
emergenza, pertanto, è stata quella di dover fronteggiare più che un virus, per quanto aggressivo e violento, la
richiesta di cure ospedaliere da parte di molte persone in tempi molto ristretti.
I responsabili del Ministero competente e le diverse Aziende Sanitarie Locali non erano strutturati e organizzati per
rispondere adeguatamente a queste richieste. Sui motivi che hanno determinato questa inadeguatezza non ci vogliamo
soffermare. È stato necessario quindi affrontare questa imprevista situazione e prendere le conseguenti decisioni. In
sostanza si è provveduto a fare una classica analisi di valutazione del rischio e, a seguito di questa, adottare le misure
per ottenere gli obiettivi attesi.
Tutto trasparente per il cittadino comune che non si è dovuto preoccupare di capire il fenomeno, né di analizzare i
rischi, né di prendere decisioni. Se ci pensiamo questi sono invece compiti ed oneri che normalmente sono in capo ai
datori di lavoro o ai responsabili del servizio di protezione delle aziende, e sono ben conosciuti da tutti i lavoratori
ormai da parecchi anni, da quando è stata promulgata la famosa legge 626 del 94, successivamente integrata e
modificata. In molti si sono trovati alle prese con il DVR, Documento di Valutazione dei Rischi nei luoghi di lavoro, ma
questa normativa non riguardava tutte le attività ma solo quelle con determinate caratteristiche in termini di tipologia di
attività e di numero di lavoratori dipendenti. Di questi tempi, invece, di sicurezza sono chiamati ad occuparsene
obbligatoriamente un po' tutti.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2020 ha consentito quindi la ripresa dell'attività
sportiva di base e dell'attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e
privati,(…) ma nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Per garantire il
rispetto di queste prescrizioni sono state emanate apposite linee guida a cura dell'Ufficio per lo Sport.
In sostanza il processo di valutazione del rischio covid si è sviluppato secondo i criteri canonici richiamati all’art.15 del
D.Lgs del 9 APRILE 2008, N. 81 che riguarda le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori
nei luoghi di lavoro. I principali sono: la valutazione di tutti i rischi; la programmazione della prevenzione;
l’eliminazione dei rischi e, se non è possibile, la loro riduzione al minimo; la limitazione al minimo del numero dei
soggetti che sono, o che possono essere, esposti al rischio; l’informazione e la formazione adeguate e conseguenti
direttive adeguate.
Dato lo stato di emergenza e i tempi strettissimi per prendere decisioni, ovviamente in un primo tempo non si è dato il
giusto spazio al confronto con la cittadinanza. Dovendo procedere all’analisi del rischio si è considerata l’eventualità
che l’accadimento in questione (contagio) potesse comportare conseguenze negative sul sistema sanitario, che a sua
volta è legata anche alla probabilità che si verifichi l’evento. Oltre al necessario processo di analisi, hanno giocato un
ruolo importante gli aspetti soggettivi di chi ha avuto la responsabilità di effettuarlo, fortemente influenzati dalla
percezione personale e soprattutto dall’aspetto psicologico del valutatore, che ha dovuto procedere alla stima della
probabilità del contagio, e della gravità e la quantificazione dell’effetto dello stesso. Trattandosi di un virus altamente
contagioso, questa probabilità è stata ritenuta molto alta. Si è cercato di circoscrivere l’ambito di analisi, tenendo
conto dei differenti contesti territoriali e dei diversi ambiti economici, considerando che l’attivazione del processo
di gestione del rischio aveva come obiettivo quello di preservare la vita dei cittadini, ma contemporaneamente di
preservare la vita economica e sociale dell’intera nazione. La probabilità che si potesse correre il rischio di un
contagio nel caso del covid quindi è stata individuata nella possibilità che si potessero verificare una serie di eventi,
ovvero il contatto tra un soggetto infetto ed altri, oppure in situazioni di assembramenti con aumento della probabilità
del contagio. L’obiettivo che gli analisti si sono quindi posti è stato quello di ridurre al minimo questa possibilità.
La soluzione è stata trovata e condivisa dalle autorità competenti nell’imporre regole che fondamentalmente
garantiscono il distanziamento dei soggetti ed evitano il formarsi di assembramenti. Le linee guida a cura dell'Ufficio
per lo Sport non sono altro che lo strumento attraverso il quale il valutatore/decisore ha dato ai diversi soggetti le
istruzioni su come attuare correttamente le prescrizioni per ridurre il rischio di contagio. Nell’applicare le misure
previste però è richiesta una sorta di ulteriore valutazione che deve tenere conto delle specificità delle possibili
azioni e dei diversi luoghi. Restano a carico del singolo responsabile una serie di adempimenti di non semplice
attuazione. Nell’ambito delle attività sportive, e in particolare quelle svolte in palestre e in centri sportivi, in
osservanza delle disposizioni richiamate nelle linee guida dell’Ufficio dello Sport del Ministero, la A.S.C. ha messo a
C O V I D E B A L L O
disposizione degli associati un documento di valutazione del rischio specifico molto ben strutturato secondo il seguente
schema:
considerazioni generali
riferimenti normativi
norme generali
misure di prevenzione
gestione di persona sintomatica
protocollo di regolamentazione
revisioni
la sicurezza sul lavoro nelle associazioni sportive
Questo documento contiene tutte le informazioni utili per poter svolgere le attività in piena sicurezza senza tralasciare
alcun dettaglio. Molta attenzione deve essere data alla parte che riguarda le misure di prevenzione che sono ben
individuate, per esempio nell’obbligo per i tesserati di autocertificazione attestante lo stato COVID negativo, di non
essere sottoposto a misure di quarantena, nel distanziamento personale, nell’obbligo di utilizzare mascherine ed
altri DPI necessari. L’esatta individuazione delle figure responsabili, dell’attuazione delle Misure Tecniche e di quelle
organizzative, quali norme comportamentali, procedure di accesso, utilizzo dei dispositivi di prevenzione del contagio,
tenendo conto anche dei diversi scenari come ad esempio la presenza esclusiva nell’impianto sportivo di persone
tesserate per la medesima società ovvero la compresenza nell’impianto di diverse entità giuridiche. Sono date anche
istruzioni dettagliate in merito alle modalità di informazione con la previsione dell’affissione di locandine informative e
cartellonista circa il corretto comportamento da tenere nei diversi spazi di uso comune, la predisposizione di
segnaletica, di materiali di comunicazione. Risalto è dato anche alla formazione intesa come attività fondamentale
per la comprensione degli interventi di prevenzione attuati nel sito sportivo o per evitare il rischio di contagio da
COVID Dettagliate indicazioni riguardano, in linea generale la gestione entrata/uscita degli operatori sportivi e di
altri soggetti nei siti sportivi, finalizzata a favorire orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile
contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, servizi igienici, locali di attesa, locali dedicati alle attività sportive, locali
di ristoro, ecc.), consigliando una attenta analisi dei lay-out e dei percorsi. Un documento che non tralascia alcun
aspetto del problema, dalla gestione dei casi sintomatici, alle turnazioni, alle attività di pulizia, a quella di sanificazione,
all’ impiego di dispositivi che riducono l contatto (es. guanti, abbigliamento da lavoro/attività sportiva, mascherine,
etc.), alle precauzioni igieniche personali. Indicazioni specifiche sono fornite in una sezione dedicata alle palestre con
la previsione di poter essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura
maggiore di 37,5 °C. Consigli su come organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze
di almeno 1 metro (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere), anche
regolamentando l’accesso agli stessi, i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi
e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza, almeno 1 metro per le persone
mentre non svolgono attività fisica, almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella
intensa).
È comunque previsto che ogni organizzazione sportiva debba procedere alla valutazione del rischio del proprio sito e
definire le necessarie misure di prevenzione e protezione finalizzate alla gestione del rischio stesso sulla base di
un’accurata analisi delle specificità delle attività che vi si svolgono. Una attenta e responsabile analisi del rischio
covid garantisce la continuità delle attività sportive in tutta sicurezza e serenità da parte degli associati che in
maniera disciplinata e con la necessaria cautela possono così riprendere a divertirsi, socializzare e mantenere in
forma il corpo e la mente. E allora, si parte…. in tutta sicurezza!
C O V I D E B A L L O
COVID e BALLO: Il parere del Presidente del Comitato
Provinciale di Reggio Calabria ASC , Dottor Antonio Eraclini
Ogni giorno il Comitato Provinciale ASC di Reggio Calabria Città
Metropolitana, che rappresenta solo nel territorio provinciale più
di 400 associazioni e circa 55 mila tesserati, raccoglie disperate
richieste di aiuto e infinite incertezze da parte delle proprie
associazioni affiliate, dalle famiglie degli atleti, dagli atleti, dai
dirigenti, dai tecnici e da tutte le figure del mondo sportivo.
La posizione del nostro ente preposto alla promozione dello sport
ci mette nelle condizioni di essere vicino quotidianamente ad ogni
associazione sportiva, condividendo le gioie i risultati le
aspettative e i dolori.
Oggi, con immenso rammarico, ne raccogliamo solo i dolori!
Dare Voce alla sofferenza delle tante realtà sportive, che causa
virus, non hanno svolto alcuna attività e si vedono senza alcuna
entrata derivante da quote mensili associative o sponsorizzazioni
di alcun tipo, diventa prioritario e vitale per questo ente e per
tutte le realtà sportive che rappresenta. Fra tutte le preoccupazioni
che agitano le associazioni spicca il problema affitto, c’è la
concreta possibilità che a settembre, tante di queste associazioni
non avranno una sede dove svolgere la loro attività sportiva ed
altre non esisteranno più.
Nel nostro Paese, il ballo ha un enorme successo, basti pensare
che vi sono più di diecimila maestri in attività, migliaia di
competitori, cinque milioni di persone che frequentano, o che
hanno frequentato, una scuola di danza sportiva.
Questa disciplina, inoltre, nel corso degli ultimi tempi è in forte
espansione, anche grazie alle numerose trasmissioni televisive (ad
es. Ballando con le Stelle) che ne promuovono le caratteristiche,
oltre che per la disponibilità del Comitato Olimpico Internazionale
ad elevare alla dignità di discipline olimpiche almeno dieci danze.
Nella maggior parte dei casi chi inizia a praticare questo sport, lo
fa per divertimento, per mantenersi in forma e per socializzare.
Dunque, non per gareggiare.
In sostanza è possibile affermare che la danza sportiva altro non è
che la trasformazione in ballo, solitamente di coppia, da disciplina
artistica in disciplina sportiva, che dispone di proprie regole, come
tutti gli sport, competizioni e gare agonistiche.
Per la fase 2 e 3 i tempi sono ancora incerti ma dalle ultime
direttive pare che le disposizioni viaggino su una linea quasi
definita che prevede protocolli serrati difficili da attuare come
ad esempio:
Distanziamento Sociale
Accesso su prenotazione
Controllo degli accessi e delle uuscite
Controllo delle temperature e mascherine
Rivalutazione degli Spazi all'aperto •
Viste le difficolta sopra elencate e prendendo atto che questi
protocolli saranno molto severi ed alcune associazioni non
potranno rispettarli per mancanza di spazio, il Comitato ASC di
Reggio Calabria ha pensato di chiedere in affitto una struttura
privata al centro della città (il Clivia Reggio Village), dove prima
del lockdown veniva svolto prettamente lo sport del calcio, e
trasformarla - solo per il periodo che vedrà la nuova normalità
prendere il sopravvento - in una palestra all’aperto dove le
attività di fitness di danza e tutti quegli sport che potranno
essere praticati in totale sicurezza avranno i loro spazi,
abbiamo, inoltre, pensato di andare incontro a tutte quelle
associazioni, ludoteche o altro che lavorano con il mondo
dell’infanzia per garantire uno spazio a chi non ne ha per
tornare a rivivere il rapporto di socialità con i loro piccoli,
progettando dei Centri Ricreativi Estivi. Oltre al Centro Sportivo
Clivia Reggio Village il Comitato ha promosso la propria idea di
un contenitore che possa coinvolgere tutte le realtà sportive e
ricreative affiliate da adattare a qualsiasi tipo di spazi esterni a
disposizione delle associazioni.
Concludo mandando un messaggio a tutto il mondo sportivo
chiedendo di avere pazienza e di usare il tempo che abbiamo
avuto a disposizione in questi mesi per ripartire con nuove idee
e nuove prospettive.
MONICA
L ' É T O I L E I T A L I A N A D E L B A L L R O O M
MONICA NIGRO
LA BALLERINA CHE HA CONQUISTATO IL
MONDO CON TECNICA, STILE ED ELEGANZA
SI RACCONTA IN UNA INTERVISTA
FABRIZIO SILVESTRI
P E R S O N A G G I E B A L L O
Monica Nigro, prima étoile italiana nel Ballroom, con Valerio
Colantoni occupa il podio internazionale delle danza di coppia.
Vive tra Milano e Hong Kong. La sua eleganza, il suo fascino, la
sua bravura sono diventate caratteristiche di un anime
giapponese nella serie d’animazione “Welcome to the Ballroom”.
Nell’ epoca della zoomania l’abbiamo incontrata, e ci ha detto che
resterà sulle piste da ballo ancora per anni.
Conosciamola meglio…
Monica, tu vivi tra l'Italia e Hong Kong... scelta dettata da cosa?
Diciamo che vivo tra Italia, Hong Kong e resto del mondo… viaggio
tantissimo... Innanzitutto in Italia perché amo l'Italia, c'é la mia
famiglia, gli amici; Hong Kong e resto del mondo, diciamo, sono stati
una scelta lavorativa.
Conosci la serie d’animazione "Welcome to the Ballroom"?
Sì, meravigliosa! L'ho scoperto qualche anno fa in Giappone...
veramente come fumetto; poi ho saputo da poco che c’è una
versione anime, un cartone animato insomma…
Secondo noi, i disegnatori di questo cartoon “Welcome to the
Ballroom” hanno creato un tuo avatar, la bellezza di una delle
protagoniste ti rappresenta, siamo certi che si sono ispirati a te...
É una delle considerazioni più belle... direi che é un onore... non
male essere d'ispirazione per un personaggio di "Welcome to the
Ballroom" Credo sia una storia molto interessante: un giovane che si
rifugia nella danza per sfuggire al bullismo; riuscire ad arrivare ai
giovani, con un argomento cosi importante, è una bellissima idea e
poi sapere che una delle ballerine ha i tuoi caratteri fisionomici…
(sorride divertita)
Monica, tu balli da quando eri bambina, secondo te, come è
cambiato il mondo della danza?
Si, ballo da quando avevo 4 anni. Il cambiamento più grande, credo,
sia stato la divisione in federazioni; la danza era molto forte quando
si gareggiava tutti insieme, senza distinzione...amatori in idsf e
professionisti in wdc....
Ora, diciamo che ci sono troppe distinzioni, sigle, troppi titoli da
distribuire che rendono la danza meno forte ...tutti corrono ad avere
un titolo, invece che impegnarsi ad essere grandi ballerini...
5. Monica oggi, sei sul podio della classifica mondiale con Valerio
Colantoni. Nel corso della tua carriera hai cambiato più volte
partner. Per Monica Nigro, quali caratteristiche deve avere un
ballerino?
Si, ho avuto, generalmente, partnership lunghe quando ho smesso di
crescere in altezza. Santini 2/3 anni, Krapez 12 anni e ora con
Valerio siamo al quinto anno. Innanzitutto determinazione e
devozione, ma la cosa fondamentale é credere nella coppia al 100%.
A me piace molto quando in pista ho un partner con una personalità
ben chiara. Capacità di comunicare e scendere a compromessi
senza essere egoisti, altra caratteristica da non sottovalutare.
Monica tu sei una protagonista mondiale della danza. Come si
arriva ad essere un' étoile della danza sportiva?
Come tutti gli sport, e l'arte fatta ai massimi livelli, richiede un
impegno fisico e personale molto alto.
Come ci si arriva? Per esperienza personale posso dire con
perseveranza, duro lavoro, bisogna cercare di migliorare ogni
giorno, bisogna cercare informazione e ispirazione in qualsiasi
forma d'arte, non bisogna mai abbattersi, nessuno può fermarti se
non te stesso. Quindi fino a quando il tuo, e solo tuo cuore, e la tua
mente ti dicono di continuare, fà di tutto per abbattere i limiti e vai
oltre a quello che credevi fosse impossibile. Nulla è impossibile!
P E R S O N A G G I E B A L L O
Tu sei considerata una delle più eleganti ballerine al mondo, come
curi il tuo look, hai un team che ti segue?
Grazie! Innanzitutto ho degli sponsor che mi seguono, Chrisanne
Clover per gli abiti, International Dance Shoes per le scarpe e Lella
Milano per le acconciature. Ho sempre avuto la passione per gli abiti;
sono ormai 15 anni che disegno i miei abiti e cerco di avere idee nuove
anche per l'acconciatura. Cerco ispirazione un po’ ovunque: libri di
moda, sfilate, post di designer, film, musical...
Ti piacerebbe un giorno oltre che insegnare diventare una stilista di
moda?
É sempre stato un mio sogno, chissà, magari un giorno diventerà realtà.
Rimanete sintonizzati e avrete notizie...
Consigli sul look e make-up da dare alle giovani ballerine?
Dunque, bisogna sempre tenere ben chiaro cosa sta bene su di noi, in
base alla forma del proprio viso, sia per l'acconciatura che per il trucco,
oltre ai colori della carnagione, occhi e capelli.
Credo sempre che eleganza e leggerezza siano la chiave per un look
perfetto. Mai esagerare, il dettaglio fa la differenza non la quantità.
Tu e Valerio come gestite gli allenamenti?
Abbiamo due tipi di allenamenti, tecnici e stamina (resistenza fisica) e li
alterniamo in base alle gare in programma. Maggiore studio tecnico, se
dobbiamo cambiare coreografie o approfondire e migliorare le azioni.
Ad un mese da una gara importante, ci concentriamo sulla resistenza
fisica; ogni giorno sviluppiamo stamina con diverse metodologie per
non renderla noiosa, perché sappiamo che la stamina non piace a
nessuna, ma noi riusciamo a farla senza troppa sofferenza. (Sorride)
E quando sei da sola come ti alleni?
Io mi dedico ad esercizi a corpo libero per essere muscolarmente forte
ma, allo stesso tempo, pratico lo yoga, che amo a livello fisico e
mentale; aiuta molto e lo consiglio a tutti, anche ai non ballerini. La
combinazione di queste due attività mi permette di essere forte e
flessibile, connubio perfetto per un ballerino.
1Il Tuo ballo preferito
Bella domanda! Indubbiamente il tango e adoro anche il Valzer Inglese..
Quello più difficile, complicato da eseguire?
A livello tecnico tutti diventano complicati, se fatti cercando la
perfezione col partner. Credo Valzer Inglese. Ma anche QuickStep a
livello di coordinazione, direi, non semplice .
Come hai scelto la disciplina Ballroom piuttosto che Latin o altri stili?
Io credo sia stata una scelta naturale. Sono sempre stata “standardista”.
Comunque, essendo una persona curiosa, ho ballato anche latini, hip
hop. C'e' stato un periodo dove avremmo voluto fare con il mio ex
ballerino i 10 balli, ma poi abbiamo deciso di dedicarci al 100% ad una
sola disciplina, e diciamo anche che ha influito molto l’aspetto
finanziario, si spende molto per fare bene due discipline.
Cosa mangia Monica Nigro?
Mangio un pò di tutto.... Non mi privo di nulla..
Credo che bisogna mangiar sano ed in quantità che non superino il
vizio. Riesco a gestirmi bene. Poi, si riesce a capire con il tempo, in base
alle gare, quando mangiare di più o di meno, perché da ballerino si
bruciano tante calorie, e per essere in forma bisogna nutrirsi in modo
intelligente.
Nel futuro di Monica Nigro cosa c'è?
In futuro, finita la mia carriera competitiva (ne avrò ancora per un po'),
sicuramente lavorare nel mondo della danza, aiutare tanti ballerini e
condividere le mie conoscenze e l'amore per la danza.
Nuovi progetti su cui sto lavorando, spero, prendano vita, una bella
famiglia e, perché no, un cane.
PS EA R L SU O T NE A E G GB I A LE L BO
A L L O
Monica Nigro - Gala Awards "Stefano Francia
EnjoyArt" 2018
Premiata con Valerio Colantoni come
Miglior Coppia 2018
il "Lago
dei
Cigni"
P E R S O N A G G I E B A L L O
V I C T O R I A A L E T T A :
in Calle Verdi di
Barcellona ho ballato
E S U I N S T A G R A M I L V I D E O D I V E N T A V I R A L E
F a b r i z i o S i l v e s t r i
la quarantena, in tutto il mondo sono accadute cose belle e brutte. Noi vogliamo raccontarvene una bella
Durante
riguarda la danza. Quando la passione prende il sopravvento, anche una via di Barcellona può diventare
che
palcoscenico: tutù, scarpette con la punta e si va in scena in Calle Verdi per rappresentare il "Lago dei Cigni”, con
Per me il successo è quando le cose
“Successo”?
cambiano, per me sarà un successo se dopo
davvero
emergenza sanitaria gli artisti saranno
questa
come meritano. In Italia, a causa di questa
valorizzati
è stata disposta la chiusura di compagnie e
pandemia,
anche a Barcellona che, oltretutto, necessita di
teatri...
per la cultura. Il successo sarà quando il
finanziamenti
di un Paese investirà su tutti gli artisti. Penso
governo
le emozioni che la musica e la danza possono
per
e... creare un armonia unica. Per questo
trasmettere
a Barcellona, nella strada dove vivo, alle 20
Noi,
per le persone che in questo momento
applaudiamo
video ho saputo dal mio compagno che il giorno
del
sarebbe stato il giornata mondiale della danza, i
dopo
vicini mi hanno chiesto con insistenza di ballare
miei
classico per loro. Credo che questa idea sia nata
un
ad un insieme di idee di gruppo, con la speranza
grazie
emozionarci tutti insieme e dimenticare per alcuni
di
ho un balletto preferito, mi piacciono tutti e le
Non
ancora di più. Comunque, per me, i più belli
novità
sono: Lago dei cigni, Romeo e Giulietta e The Lady of
è stato per niente facile stare lontana dalla mia
Non
anzi...ancora mi mancano i pranzi in famiglia
famiglia,
domenica e non solo... L’affetto e l’amore di una
della
e di un padre non potranno mai essere sostituiti.
madre
fatto solamente l’audizione. Era la mia audizione
Ho
ne avevo fatte altre 3 prima. Quindi, se non mi
decisiva,
presa in Spagna, penso che avrei frequentato
avessero
Avevo 19 anni quando me ne andai di casa.
l’università.
Spagna è bellissima e non avevo mai vissuto in una
La
sul mare come Barcellona. Il Ballet di Barcellona è
città
compagnia, c’è un buon ambiente ed è bene
un'ottima
erano in programmazione molti spettacoli,
organizzata,
purtroppo rimandati. Lavoro anche in una
adesso
di danza aperta nel 1988 la DAVID CAMPOS
scuola
P E R S O N A G G I E B A L L O
protagonista una ballerina italiana: Victoria Aletta.
La via di Barcellona ha fatto da scenario ad un'esibizione
e sulle note incantate del "Lago dei Cigni" di Pëtr Il'ič Čajkovskij, la giovane ballerina, sospesa sulle punte,
toccante
volteggiato professionalmente per il pubblico affacciato ai balconi e finestre della città della catalogna,
ha
Victoria, su Instagram, un suo video mentre balla in
Calle Verdi di Barcellona "il lago dei Cigni", è
diventato virale. Lo ha fatto per avere successo?
ricreando tutta la poesia del balletto.
Un momento di pura magia come ci racconta la danzatrice fiorentina.
adesso il video stia inviando un forte messaggio,
che
per le visualizzazioni o i likes, ma per i commenti,
non
tutti ad andare a teatro: il teatro ci porta in un’
invito
dimensione.
altra
Come è nata questa "Classical Dance Street"?
lavorando durante l’emergenza sanitaria…
stanno
giochi, cantiamo e balliamo. Il giorno prima
facciamo
minuti questo momento cosi difficile.
Qual è il suo balletto preferito?
Camellias.
Da qualche anno Lei lavora al Ballet de Barcelona.
Come mai è andata via dall'Italia e come è maturata
la scelta di vivere e ballare in Spagna?
© Roser Salvador Fàbrega
SCHOOL. È stata anche una compagnia di danza dal
1990, adesso chiusa.
danza dall'età di 3 anni e mezzo, fino a quando la mia
Faccio
mi portò all'età di 5 anni in una scuola di danza
mamma
seria, sita nella mia città, Firenze. La SAD di Laura
classica
Lisi. La mia insegnante, da bambina, per anni è
Checcuci
Donatella Locchi, brava maestra; grazie a lei ho un
stata
molto combattivo. Dopo ho lavorato con la direttrice
carattere
come Raffaella Renzi, Christophe Ferrari, Charles
maestri
Elizabeth Platel, Nicolas Le Riche e molti altri.
Jude,
danza ho finito gli studi alla Sad metodo Marika
Di
di Montecarlo della scuola Princess Grace. Nell’
Besobrasova
scolastico ho frequentato il liceo linguistico, dove mi
ambito
diplomata. Ho frequentato per un anno la facoltà di
sono
presso una università online, ma poi non ho avuto
psicologia
tempo.
più
ho detto prima non è stato facile, ma bisogna guardare
Come
cose positive delle situazioni. Sono all'estero e posso
le
livello culturale significa acquistare tantissimo. Qui, in
a
siamo molti stranieri e in compagnia, è meraviglioso.
Spagna,
che vivendo fuori ed avendo viaggiato, ho la mente
Penso
e molto curiosa. In Italia sono sicura che ritornerò: è la
aperta
terra, ma per adesso sto bene qui. Ovviamente per le
mia
estive non potrò mai rinunciare alla Costiera
vacanze
come ogni anno, da tradizione da quando ero
Amalfitana,
Per il momento il lavoro mi permette di avere
bambina.
Barcellona. Potevo approfittare di tornare in Italia, però gli
A
in questo momento, ho preferito evitarli.ù
aeroporti,
sono in forma, non salto, non faccio una variazione non
Non
resistenza in questo momento. Sto facendo riposare il mio
ho
me ne sarà grato. Adesso faccio un’ ora di lezione al
sicura,
più un’ora di workout. Questo lockdown lo sto
giorno
per conoscermi, a livello artistico e non: dipingo
passando
leggo, ascolto buona musica, cucino e coltivo anche
(male),
orto. Adesso approfitto per riposare e, tantissime volte nei
un
più vuoti, mi faccio sempre la solita domanda: vale
momenti
pena di vivere correndo come macchine? Sono due mesi
la
sono a casa e spero che dopo questa emergenza sanitaria,
che
posso fare paragoni, se in Italia non ho mai lavorato a
Come
professionale? I due paesi penso si assomiglino molto;
livello
l’Italia ha la Scala, l’Opera di Roma ed il san Carlo
ovviamente
Napoli. Qui? Compania Nacional di Madrid e Ballet de
di
P E R S O N A G G I E B A L L O
A quanti anni ha inizio a ballare?
della scuola Laura Checcuci, un’artista e perfezionista,
e con
Quale percorso di studi ha effettuato?
Cosa significa per una giovane ballerina come lei, danzare
all'estero piuttosto che in Italia, lontano da tutti i propri
affetti?
il mio Paese, l’Italia, un paese unico,
rappresentare
poi vivere in un paese diverso è aprire la mente,
meraviglioso;
© Roser Salvador Fàbrega
vacanze estive ogni anno.
Dove ha trascorso il periodo di quarantena?
Come è stato per lei... cosa ha fatto per mantenersi in
forma?
corpo dopo giornate di
8 ore di massacrante lavoro: sono
qualcosa cambi.
Lavorando all'estero è inevitabile fare un paragone con
l'Italia... Le sue considerazioni ?
Barcelona.
Tornerebbe a ballare in Italia?
Certo! È il mio Paese. Sarebbe un onore.
© Roser Salvador Fàbrega
P R O F E S S I O N I E B A L L O
C O S I M O M I R C O M A G L I O C C A
torno a
fotografare
l'italia
"Le Quinte - Lago dei Cigni"
Bol'šoj Ballet - Teatro Petruzzelli - Bari
© Cosimo Mirco Magliocca Photographer Paris
indipendenza, che ritrova e vive in pieno in una sua grande passione: la fotografia. Inizia, dunque a coltivare
concreta, che porterà Mirco a collezionare un susseguirsi di successi, oltre i confini nazionali. A metà degli anni
'90, infatti, si trasferisce a Parigi e, quindi, nella Ville Lumière, da cui era sempre stato attratto, trovandosi
inarrestabile: dapprima la Comédie Française gli affiderà i primi servizi fotografici e, nello stesso tempo, l'Opéra
PS RA OL FU ET SE S E I O BN AI L E L OB A L L O
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
dei maggiori fotografi di produzioni teatrali parigini, dopo aver
Uno
le più grandi étoile ed artisti francesi, ha deciso di ritornare in
immortalato
Italia per raccontare i nostri talenti.
Mirco Magliocca, pugliese, nativo di Barletta, è animato, sin da bambino, da un forte senso di libertà ed
quest'arte prestissimo, dai tempi della scuola, durante i quali trascorre tutto il suo tempo nei laboratori scolastici
messi a disposizione, in cui imparerà tecniche e segreti legati al mondo della fotografia. Con il tempo, ciò che era
una passione, un sogno di bambino, pian piano prende forma, e diventerà una vera e propria attività, vitale e
completamente immerso nel magico mondo dei palcoscenici del teatro e dell'Opera. Da qui inizierà un successo
national de Paris chiede la sua collaborazione; in tal modo, il bagaglio artistico di Mirco si arricchisce ed affina,
egli ha, infatti, l'onore e la "fortuna" di fotografare i maggiori artisti dell'ambiente sul palcoscenico, in pose e
situazioni eccezionali.
Successivamente vivrà un'altra importante esperienza con i Corazzieri francesi, e con il Gran Palais, dove troverà
l'ispirazione per produrre reportage per Fiac, Saut Hermès, Paris Photo ecc; anche
il direttore del teatro de
Capitole a Toulouse, Christophe Ghristi gli affiderà la fotografia delle proprie opere in seguito Dominique Pitoiset
prossimo direttore l'opera di Dijion e il Teatro Petruzzelli di Bari reclamano i suoi servizi fotografici, ed insieme a
lui altre compagnie teatrali si affideranno al suo genio ed alla sua capacità, nell'immortalare, tramite la fotografia,
le rappresentazioni e le tournèè sui palcoscenici dei più grandi teatri mondiali, per poter poi illustrare importanti
libri di storia.
©
organizzate, per mostrare la
attimi, le espressioni, le luci ma la sua
PS RA OL FU ET SE S E I O BN AI L E L OB A L L O
Varie sono anche le esposizioni
bellezza e l'arte della sua fotografia,
come ad esempio "Le Eroine
dell'Opera",
prevista il 6 ottobre
2020 presso Mediateca di Touluse,
a cura del Comune di Toulouse e il
Teatro del Capitole.atica. Mirco non
è semplicemente un fotografo: egli
è il poeta della fotografia.
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
dunque, i successi di colui che potremmo definire
Tanti,
della fotografia italo-francese" e che decide, dopo
l'"Artista
ed anni di successo e di esperienza al di là delle Alpi, di
anni
in Italia e mettere a disposizione tutta la propria Arte
tornare
apprezzare e farci apprezzare i nostri grandi talenti
per
ma cos'ha di particolare l'arte, la fotografia di
nazionali;
che lo rende un artista eccezionale?
Mirco,
La fotografia, di per sé immortala gli
fotografia completa gli attimi ed i
gesti immortalati, rendendoli magici,
anche agli attimi più
significato,
forse, ma solo
effimeri,
più insignificanti... e
apparentemente,
per una dote innata dell'artista:
questo
capacità di donare movimento,
la
dell'anima, a qualcosa, la
quello
che di per sé è statica. Mirco
fotografia,
è semplicemente un fotografo:
non
è il poeta della fotografia.
egli
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
imprimendogli un senso, un
PS RA OL FU ET SE S E I O BN AI L E L OB A L L O
© Cosimo Mirco Magliocca Photographer Paris
S E R I E T V E B A L L O
Serie fenomeno
web con 11 milioni
di visualizzazioni è
pronta per
sbarcare in tv.
THE SMILING - LA SERIE
SEI PUNTATE DA 45 MINUTI
di Marco Calogero
S E R I E T V E B A L L O
Deborah Polliotto: "Spesso i titoli e i prestigiosi traguardi hanno un
sapore non sempre dolce, come appaiono agli occhi della gente".
Da un’idea basata su vita vera è nato un
prodotto dal sapore internazionale. Tutto
ha inizio da un trailer. Il successo fu
immediato: milioni di visualizzazioni
accompagnate da numerosissimi
commenti entusiasti. Ad una risposta
tanto positiva, conseguì la realizzazione
della prima stagione della serie "The
Smiling", formata da 5 episodi 10
minuti l'uno. Un grande investimento e,
allo stesso tempo, un 'importante
scommessa; nessun aiuto, nessuno
sponsor, nè product placement
ma solo un grande sforzo produttivo, su
una serie che finora ha avuto il merito e la
fortuna di coniugare grande qualità e
grande successo di pubblico. Fenomeno
nata dal web al punto da essere riuscita a
registrare 11 milioni di visualizzazioni ed
essere pronta a sbarcare in tv. Tra i
protagonisti, Deborah Polliotto,
ballerina professionista nel mondo
agonistico delle danze latino americane
con una esperienza a livello internazionale
e nazionale: racconterà in prima persona
momenti di difficoltà della sua vita con i
vari retroscena del mondo della danza.
"Spesso i titoli e i prestigiosi traguardi
hanno un sapore non così dolce e
trionfante come appaiono agli occhi della
gente che ci ammira" dice la
protagonista. "The Smiling la Serie" è
questo: Vita vera raccontata dalle
persone che l’ hanno vissuta.
Quali sono i particolari avvenimenti
che saranno raccontati?
Sin da piccola ho dovuto far fronte a delle
difficoltà che hanno generato conseguenze
poco piacevoli, dal bullismo a particolari
"vizi" di persone adulte. Oltre alla parte
danza, verrà affrontato l' argomento delle
arti marziali dov’è protagonista Danilo
Fanfano, mio marito. Ci sarà un
intrecciarsi di storie vissute realmente e
vicende di cronaca, in pratica una serie
ricca di contenuti.
Parli di retroscena del mondo del
ballo, a cosa ti riferisci?
Nella serie si racconterà non solo della
parte degli allenamenti e competizioni, ma
anche di tutto quello che ci sta dietro, la
parte positiva e non. Oltre ai sacrifici che
ogni atleta deve vivere ci sono anche
compromessi da affrontare e conseguenze
alle scelte prese. Ma dovrete vedere "The
Smiling la Serie" per scoprirli.
Nelle scene i protagonisti sono tutti
attori ?
Nella parte danza, come in quella delle
arti marziali, ci sono maggiormente
ballerini ed alcuni di loro si improvvisano
attori per piccole parti con grande
successo, scoprendo un ulteriore talento.
Qual è il futuro di The Smiling la
serie?
Questo progetto è ancora ad oggi in
lavorazione; stiamo attendendo risposte
dai probabili canali televisivi per la
distribuzione .
"The Smiling la Serie", programmata in
4 stagioni, è una sfida con una morale:
"Non mollare mai!" affermazione con un
grande significato, soprattutto in questo
periodo che stiamo vivendo.
S E R I E T V E B A L L O
Welcome to the Ballroom
Manga scritto e disegnato da Tomo Takeuchi,
serializzato sul Monthly Shōnen Magazine di
Kōdansha dal 5 novembre 2011. Nel 2017 è
diventata una serie animata prodotta da
Production I.G, e trasmesso in Giappone tra
l'8 luglio e il 16 dicembre 2017. Negli Stati
Uniti i diritti sono stati acquistati da
Kodansha Comics USA. I 24 Episodi in Italia
sono trasmessi da Amazon Prime.
Tatara Fujita è un ragazzo che non ha sogni,
ma cerca di trovare qualcosa che possa
perseguire per tutta la vita. Essendo vittima
di bullismo ed estorsione, viene salvato da
un uomo di nome Kaname Sengoku, un
istruttore di danza che lo salva da un
pestaggio. Tatara scopre così la danza
sportiva , se ne innamora e diventa un buon
competitore. Molti personaggi sono ispirati ai
protagonisti del Ballroom moderno, tra
questi si riconoscono i campioni italiani
Monica Nigro e Valerio Colantoni.
SP AR LO UF TE E S S E I O BN AI L E L OB A L L O
Antonio
Desiderio
"VADO SEMPRE ALLA RICERCA DI NUOVI TALENTI"
PS RA OL FU ET S E S IE O BN I A LE L BO
A L L O
Il mondo dello spettacolo e delle sue stelle da sempre
affascina. Dietro ogni grande artista, però, non dobbiamo
mai dimenticare che esiste una figura eclettica che deve
possedere precise doti organizzative ed artistiche, a cui è
affidato il delicatissimo compito di seguire, lanciare e
promuovere i suoi artisti nel miglior modo. Se volessimo
dare un nome a tutto ciò, potremmo parlare di Antonio
Desiderio, affermato manager internazionale di danza e
mix di arte, preparazione e management.
Antonio, come ti sei avvicinato a questo mondo e
come mai hai scelto proprio la danza come campo
d’attività principale?
“Sono nel mondo del teatro da sempre: mio padre era un
ex dipendente del Teatro dell’Opera di Roma. Ho iniziato a
vedere gli spettacoli di opera e balletto da bambino. Con il
passare del tempo la curiosità è diventata grande
passione per lo spettacolo. Da sempre amante della
musica, ho studiato pianoforte, che è stato il primo
"veicolo" per avvicinarmi alla danza.
L’incontro con il ballerino Sergio Marocchi è stato per me
determinante. Non ho mai danzato, ma cominciai a
frequentare la sua scuola da spettatore; è stato lui a farmi
conoscere questo mondo: i titoli del repertorio
ballettistico, la struttura di una lezione di danza, le
differenze dei vari stili. Ho a seguito deciso di
specializzarmi nell’accompagnamento delle classi di danza,
prendendo delle lezioni specifiche, unitamente ai miei
studi universitari di giurisprudenza.
A seguito della laurea ho conosciuto un cantante lirico che
voleva un' assistente personale, ma che avesse
conoscenze artistiche e, nel mio caso, anche giuridiche.
Ho iniziato cosi a girare quasi tutti i teatri del mondo. A
seguito, è sopraggiunto l’étoile Giuseppe Picone che è
stata la prima di tante altre collaborazioni con importanti
nomi venuto a seguito."
Cosa fa il manager di spettacolo?
"Le attività sono molte e varie. Si comincia in genere da un
progetto pensato fatto ad hoc per l’artista, oppure si
affianca un giovane talento per lanciarlo su larga scala
(come ad esempio sto facendo in questo momento e che,
a breve svelerò, per presentarlo a tutti!!!).
Manager ed artista sono uniti da un contratto con
mandato di rappresentanza che autorizza il
rappresentante ad agire in nome e per conto del
rappresentato.
È attraverso questo strumento giuridico che vengo
autorizzato al trattamento dei dati sensibili dell’artista, alla
diffusione della sua immagine e ai suoi riferimenti fiscali
ed economici. Il dialogo aperto con l'artista è il principio
massimo della mia etica professionale, in quanto non
bisogna mai dimenticare che è sempre l’artista ad andare
in scena e per ogni progetto deve quindi essere sicuro di
farlo."
Hai lavorato e lavori ancora con i veri big della danza.
Ci sono state collaborazioni a te particolarmente
rimaste nel cuore?
Di sicuro, primo tra tutti, Giuseppe Picone di cui nutro da
sempre grande stima professionale, oltre che personale.
Oggi dirige il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli
in maniera impeccabile, ricevendo sempre tanti consensi.
Un’altra persona a me molto cara è il Professor Aldo
Masella, storico, critico di danza e regista teatrale, al quale,
con immensa umiltà, anni fa feci la prefazione del suo libro
“Le parole della danza”, all’interno del quale ha dedicato un
capitolo alla mia persona. In ultimo, ma sempre tra i miei
primi pensieri, Maria Grazia Garofoli, ex direttore del corpo
di ballo dell’Arena di Verona, a cui devo il mio lancio
professionale.
È stata la prima a darmi fiducia all’interno di un teatro che
era all'epoca interamente contro di me, nel 2008. La
ringrazio profondamente e pubblicamente per essere
sempre la grande professionista, la grande amica e
confidente, pronta sempre ad aiutarmi in mille imprese,
come l'ultima condivisa, della Tournee in Cina di Lago dei
Cigni, con sue coreografie in cui abbiamo fatto 25 recite in
9 città cinesi!
Come hai gestito i tre mesi di lockdown?
"Ho cancellato, come tutti, 3 mesi di lavoro tra produzioni e
concorsi, ma ho cercato di essere comunque produttivo,
anche durante questo tempo. Con l'amico e collega
Vincenzo Macario Eventi, abbiamo infatti creato un talk
show da me condotto su piattaforma Instagram, chiamato
"LA VOCE DELLA DANZA". Lo abbiamo creato dapprima
per intervistare tutti i grandi personaggi della danza 3 volte
a settimana poi, vedendo i grandi ascolti ricevuti, abbiamo
pensato di creare una sezione speciale di questo talk
unicamente per le scuole di danza, dando così la possibilità
a tutti di dire la loro in questo difficile momento,
scambiando importanti consigli o idee, specie prima e
durante la fase 2 del Covid 19. Sono venute fuori
tantissime idee condivise, e questo ha funzionato sul
principio per cui abbiamo creato questo progetto: essere
tutti uniti e coesi in questo difficile momento, e sono felice
di esserci riuscito. Inoltre, sempre per essere attivi in
questo periodo, l'esigenza pressante di un riconoscimento
del nostro settore e di una promulgazione fatta a 360
gradi, mi hanno spinto insieme a Vincenzo Macario,
Stefano Forti ed Angelo Spampinato, alla creazione di una
piattaforma chiamata ITALIA DANCE NETWORK, una vera e
grande associazione della Danza a garanzia del settore
Culturale del Mondo della Danza, dove professionisti del
settore, sono a disposizione dei propri associati, offrendo
un supporto alle didattiche dell'insegnamento, uno studio
legale e commerciale atti a tutelare al meglio l'identità
professionale di questo settore da troppo tempo
bistrattato.
Gli obiettivi che l’Associazione si prefigge di raggiungere
sono, infatti, dare voce, supporto e tutela a tutti i
professionisti, scuole ed eventi, legati a quest’arte.
Cosa ti senti di consigliare a un giovane in questo
momento?
"Di non mollare e non arrendersi, né ora, ne mai. Questo
momento ci ha messi a dura prova e continuerà a farlo ma
dobbiamo fronteggiarlo a testa alta. Siamo italiani, quelli
che si sono sempre rialzati. Lo faremo anche stavolta e
daremo al Mondo intero un motivo in più per continuare a
parlare di noi."
SA T LT U TA E L I E T Á B AE LB L AO
L L O
DOMENICO CANNIZZARO
" I O , B A L L O D A S O L O "
LA FIDS DI NUOVO SOTTO ACCUSA?
INTERVISTA DI MARCO CALOGERO
LA PROVOCAZIONE
DEL FINALISTA
MONDIALE WDSF
TEN DANCE
DOPO
LE DIMISSIONI
DALLA FIDS.
Domenico, lei ha iniziato da bambino con i dieci balli, quale marcia in più deve
avere un ballerino per potersi dedicare a due discipline sorelle ma con tecniche
diverse?
Si, ho iniziato da piccino con le 10 DANZE. Devo dire che, anche se trattasi di due
discipline messe insieme, 5 DANZE STANDARD e 5 DANZE LATINO AMERICANE, io le ho
sempre considerate un'unica disciplina, anzi, una terza disciplina dopo, appunto, le
Standard e le Latine separatamente. Studiare, praticare e competere in entrambe le
discipline implica senz'altro un doppio dispendio fisico, economico, mentale nonché
temporale, ma è anche vero che il ballare una disciplina aiuta e facilita la pratica
dell'altra. Credo che ci sia una compensazione, un'elasticità muscolare migliore, un
portamento più completo. Per arrivare a questa completezza, così come ci sono
arrivato io, occorre però avere dietro, fin da piccoli, due grandi fattori determinanti:
un grande sostegno dei genitori ed una grande predisposizione al sacrificio.
C'è stato un periodo in cui pensava di voler smettere, e quale aspetto del suo carattere le ha dato la forza di continuare?
Non mi sono mai trovato in una situazione del genere e, credo, neanche si possa parlare di fortuna. La danza per me ha sempre
rappresentato una "missione"; evidentemente non ho mai trovato durante il mio cammino nulla che potesse richiamare
maggiormente la mia attenzione. Ammetto che ho incontrato tanti ostacoli, come alcune "ingiustizie" o "illeciti" che purtroppo,
mi hanno, accompagnato talvolta, ma il mio carattere mi porta a superare ogni ostacolo dandomi una carica esplosiva che mi fa
andare più avanti, ancora più forte. Posso dire che senza questi imprevisti, forse, non sarei il "Campione" che sono oggi.
La danza sportiva richiede molto sacrificio, all'estero il sacrificio è lo stesso o esistono delle dinamiche più facili da
affrontare?
La danza sportiva ITALIANA è sempre stata la più vincente, la storia di questo sport parla chiaro, ma credo che i ballerini italiani sia
ancora più vincente, il nostro carisma e la nostra vena artistica hanno sempre fatto il resto, e ci hanno reso i più BRAVI e FORTI al
MONDO.
A T T U A L I T Á E B A L L O
Ho avuto la fortuna di praticare molto all'estero, Inghilterra, Russia e nei Paesi dell'Est in generale, fin dalle categorie giovanili;
ho vissuto in Russia, in Lettonia, ed ho constatato che in quelle zone una disciplina artistica o sportiva è sinonimo fin da sempre
di professione e studio, come per esempio in Italia lo è la scuola dell'obbligo. I bambini lì, così come i ragazzi, crescono con
un'altra forma mentis, e probabilmente vivono molto più seriamente lo sport della Danza. In Italia mediamente si aspira a
diventare da grandi, avvocati, dottori, ingegneri ecc. Nell'est probabilmente si ambisce a diventare, da grandi, pattinatori,
ballerini, circensi ecc. Aver praticato all'estero senz'altro mi ha aiutato tantissimo. Aggiungo, la nostra Federazione Italiana
Danza Sportiva, com'è oggi, con tutti i suoi meccanismi contorti, non aiuta certo i talenti italiani, anzi, li allontana. Il 2019-2020 è
stato in netto calo, più della metà rispetto alle stagioni agonistiche precedenti. Questo significa che qualcosa non va proprio
bene. Nel 2020 al Campionato Italiano Assoluto FIDS, in alcune categorie, vi era la partecipazione di una sola coppia di atleti. Non
si è mai visto niente del genere negli anni passati. Alcune tra le altre Federazioni nazionali straniere, stanno avendo, invece, un
netto aumento di atleti, specialmente YOUTH e AMATORI; bisognerebbe iniziare a prendere spunto da qualcuna di esse.
Nel periodo del lockdown, ha mantenuto la voglia di allenarsi costantemente,
oppure ne ha approfittato per potersi rigenerare?
Sono sincero, ho fatto molta fatica a non allenarmi, ed oggi confesso di aver
infranto, dopo un periodo di quarantena, qualche piccola regola, ma sempre con
attenzione e senza danneggiare nessuno. Disponendo di una struttura propria, ed
essendo convivente con la mia ballerina, non appena si è presentato il minimo
spiraglio siamo scappati subito nella scuola di danza. Ad oggi invece siamo in
pieno svolgimento degli allenamenti, ed abbiamo ripreso il nostro ritmo
completamente. Allenarsi, per me, vuol dire rigenerarsi.
Quanto è importante il look di un ballerino e cosa comporta trascurare la
propria immagine?
Il look di un ballerino è senza ombra di dubbio al primo posto: non può esistere un
bravo ballerino senza un buon look. Questi due aspetti camminano di pari passo,
come lo spazio-tempo, e sono indissolubili. Penso che "Il look fa il ballerino, ma la
danza non fa il look". Motivo per cui il ballerino deve prestare molta attenzione nel
crearsi un proprio look, idoneo al livello in cui compete, senza tralasciare alcun
minimo particolare o dettaglio. Se il look non è perfetto, meglio non entrare in
pista.
Domenico, un detto dice " Tutto si evolve e noi non dobbiamo pretendere di
rimanere fermi", come si è evoluto lei e la danza sportiva negli ultimi anni?
Sono da sempre stato per l'evoluzione in generale, non mi è mai piaciuto essere
tradizionalista. La Danza Sportiva è uno sport che si è evoluto al pari, e forse anche
più, di qualunque altro sport. Ho avuto la fortuna di competere in TRE generazioni
fino ad oggi, YOUTH, AMATORI e PROFESSIONISTI, in cui il ballo è cambiato tanto.
Valeria Pittalis - Domenico Cannizzaro
A ST AT LU UA TL LE I IT TE Á Á BE E AB LB A LA L OL OL O
Si dice che forse siamo noi talenti ad evolvere la Danza stessa, attraverso le nostre "inventive" involontarie, ma sono
sicuro che un atleta deve essere al passo coi tempi rispetto agli altri atleti che trova in competizione. Personalmente i
miei avversari rappresentano per me un punto di riferimento, come io lo rappresento per loro. Questo crea i
presupposti per un'evoluzione continua ed una competizione piena di stimoli e voglia di vincere.
Domenico, si parla delle sue dimissioni nella federazione che ha rappresentato per anni… Perché questa
decisione? E c'è amaro in essa?
Si, mi sono dimesso dalla FIDS dopo la recente ed illecita mia estromissione dalla Lista degli ATLETI di Interesse
Nazionale. Nonostante io sia attuale Finalista al Campionato del Mondo 10 DANZE a Novembre 2019, nonostante non
vi siano più stati, per l'emergenza COVID 19, altri Mondiali nel 2020, ed avendo peraltro saltato il Campionato Italiano
Assoluto 2020 per comprovate ragioni di salute, la FIDS ha ha ritenuto, violandone il regolamento che io non dovessi
essere di INTERESSE NAZIONALE, dopo solo qualche mese in cui ho rappresentato L'ITALIA in Finale nel Mondo.
Ho deciso, quindi, di "denunciare" ufficialmente con
documentazioni ciò che di ILLECITO succede nella FIDS di
oggi, agli organi competenti, dopodiché mi son dimesso.
Oggi, all'interno della FIDS, vi sono al "comando"
personaggi già puniti dal CONI, radiati o addirittura puniti
dalla legge, indagati od in attesa di giudizio da parte della
giustizia ordinaria. Insomma, una situazione alquanto
scandalosa e macabra, ai danni di centinaia di ballerini ed
atleti.
Se la sentirebbe di rappresentare un ruolo politico nella
danza sportiva? Se si, quale mansioni porterebbe avanti con
un progetto?
In questo momento sono concentrato alla conquista del Titolo
Mondiale e sono in piena attività agonistica, ma credo che in un
futuro quando non competerò più, non escluderei (non lo so,
forse..) un eventuale mio ruolo politico nella Danza Sportiva. Il
ruolo che comunque desidererei avere è quello di presiedere una
Federazione e, magari, con l'esperienza positiva e negativa che
da Campione ho fatto sulla mia pelle, vorrei riuscire a
"proteggere" questo sport in ITALIA e proteggerne anche tutti i
suoi "ATLETI". Cosa che non sta avvenendo attualmente.
Domenico infine, un messaggio da parte sua ai nostri lettori,
sostiene che sia importante la comunicazione fuori dal
pubblico dei palazzetti ?
Certo! La comunicazione è l'anima di tutto, e la Danza Sportiva
vive assolutamente di comunicazione. Ne ha tanto bisogno, oggi
più di prima e, rispetto ad altri sport storici, la Danza è ancora
troppo giovane. Non ha nulla da invidiare a nessun altro sport
esistente; semmai, potrebbe essere addirittura un esempio per
gli altri in termini di sportività tecnica, artistica e mentale, ma la
comunicazione avrà, negli anni a venire, un ruolo
importantissimo e centrale.
Ringrazio Voi della rivista TUTTO BALLO per il grande contributo
che offrite a questo SPORT, attraverso la Vostra informazione.
Valeria Pittalis - Domenico Cannizzaro
G I O V A N N I N O
I L P I T T O R E
AS RA TL E U TE E B E A LB L AO
L L O
Rome. The smaller square of Pietralata
Mixed media, acrylic, on convas
100x100 cm (2016)
M O N T A N A R I
D E L L E C U P O L E
incontro casuale ed inaspettato.
“Un
voleva un altro attore”.
L’arte
AS RA TL E U TE E B E A LB L AO
L L O
All’anagrafe di Terni risulta come Giovanni Vianello, ma le sue opere le firma come Giovannino
Montanari, un omaggio alla madre; enfant prodige, inizia a dipingere come autodidatta, e lascia
gli studi universitari per dedicarsi al suo immenso amore per i viaggi, intraprendendo la carriera
all’interno di una compagnia aerea. Vive in molte città del mondo, dove prende anche parte ad
alcune azioni umanitarie. Viene casualmente notato da Giuseppina Travaglio dell’Associazione
Culturale “Zoe” di Potenza della quale fa parte anche Teknè, galleria che si occupa di mostre ed
esposizioni di arte moderna.
Giuseppina Travaglio di lui scriverà: “Un incontro casuale ed inaspettato. L’arte voleva un altro
attore”. Un fortunato, nonché fortuito incontro, nel bellissimo e storico palazzo di Cesi, mi
permetteva di ammirare un’opera molto materica ma resa “leggera” da pochi tratti decisi.
Un’opera realizzata da un giovane studente di liceo di qualche anno fa e tenuta in un angolo
come dolce ricordo di gioventù.
Giovannino Montanari è di animo sensibile e spirito modesto. Il suo lavoro ed i molti viaggi
effettuati nel corso della sua vita, gli hanno consentito oggi di riprendere in mano i colori e
riportare sulla tela il bagaglio di bellezza ed emozioni che, fino ad anni fa, non aveva condiviso
con nessuno. Le sue opere, che parlano di bellezza, di architetture, di amore, di voglia di vivere,
incantano e fanno sognare. La rete, poi, gli apre le strade, ed il Montanari, conosciuto ed
apprezzato dalla prestigiosa
Associazione "ItaliaArte" di Guido Folco, con sede a Torino,
ricomincia a viaggiare ma, stavolta, in compagnia delle sue tele e per importanti mostre in Italia e
all'estero.
Divide la sua vita tra L'Italia e la Germania:
Cesi (Terni), Francoforte ed Amburgo; è
molto apprezzato nella Repubblica
Popolare Cinese, dove ha già partecipato
ad importanti mostre. É presidente
della
MOWI Art Communication, Associazione
no profit per divulgare l'arte nel mondo,
supportando artisti dei quattro continenti;
promuove mostre d'arte nei più bei musei
in Italia e nel mondo. Attualmente la MoWi
Art è impegnata ad organizzare una mostra
itinerante in Russia, ma i ben noti eventi
hanno bloccato tutte le opere a San
Pietroburgo...
Vice Presidente di Arte per L'Arte,
Associazione no profit, formata da un
affiatato team di professionisti, in grado di
promuovere con competenza e passione la
raffinatezza del Made in Italy, che
rappresenta una sintesi unica di arte, cultura,
storia... ma soprattutto "modo di essere e di
vivere" Arte in tutta la sua bellezza: pittori,
scultori, cantanti, ballerini, artisti di strada,
circensi… un progetto ardito che da anni
viene seguito da un team di amici dell'artista.
www.giovanninomontanari.de
S AT OL UR TI A E E B A L L O
M A R G O T
F O N T E Y N
"Dama della Regina, Regina della Danza"
di Fabrizio Silvestri
S T O R I A E B A L L O
Margot Fonteyn, nome d' arte di Peggy Hookham, è nata il 18 maggio 1919 a Reigate, località a sud di Londra. Iniziò i suoi studi
di danza a Shangai e li completò a Londra con la grande maestra, Serafina Stafieva, alla celebre scuola del Sadler' s Wells.
Figlia di madre brasiliana e padre inglese, Peggy trascorse la sua infanzia tra la Cina e il Sud America. Dalla madre ereditò la
vivacità del temperamento ed i bellissimi grandi occhi; dal padre controllo e riservatezza, prettamente britannici. A questi
caratteri peculiari lei aggiunse il tratto aristocratico, la nobiltà del portamento. Arrivò ad affermarsi presto in teatro; il suo
primo ruolo come “Fiocco di Neve” nello “Schiaccianoci”, aveva la morbidezza che, poi, sarebbe stato il carattere distintivo di
tutta la sua carriera. Nel 1935, appena sedicenne, fu nominata prima ballerina erede di Alicia Markova (Londra, 1º dicembre
1910 – Bath, 2 dicembre 2004 - onorificenza DBE 1963); nel 1939 interpretò “Giselle”, “Lago dei cigni” e “Bella addormentata”.
Due sono stati gli incontri magici nella vita della Fonteyn: Il primo con il coreografo Frederick Ashton (Guayaquil, 17
settembre 1904 – Eye, 18 ottobre 1988), che confezionò per lei i ruoli-chiave del suo repertorio nei balletti “Apparitions”
(1936), “Dante Sonata” (1940) , “Symphonic Variations” (1946), “Cinderella” (1948), “Daphnis and Chloé” (1951), “Sylvia” (1952)
e soprattutto “Ondine” (1958) e “Marguerite and Armand” (1963).
L'altro personaggio, destinato ad
apparire nella costellazione dei divi del
balletto e nella vita di Margot, fu Rudolf
Nureyev. Il furore dionisiaco di Rudy si
sposava alla grazia delicata della
Fonteyn, che ne temperava gli eccessi,
ammorbidendo i contorni. Insieme
ottennero i successi più clamorosi della
loro carriera: l'indimenticabile “Lago di
Nervi” (1962) e le serate all' Opera di
Roma nel giugno 1964, per il passo a
due del “Corsaro” e, appunto, il lungo
duo del recitar danzando di
“Marguerite and Armand”. Una delle
ultime apparizioni di Margot Fontayne,
come racconta Alberto Testa (nda
danzatore, coreografo, critico di danza
e insegnante, Torino, 23 dicembre 1922
– Torino, 4 ottobre 2019) “fu a Mantova
nel 1988 nel programma televisivo
“Festa a Corte”, era magrissima, pallida,
con difficoltà a camminare per un'
artrosi, con complicazioni di una
sciatica dolorosa che le rese penosa
persino la sola apparizione in scena.
Aveva preso l' impegno con gli
organizzatori e non volle mancare alla
parola data. Venne perciò a Mantova
con il marito Roberto Arias,
paralizzato, ex ambasciatore del
Panama presso la corte inglese”.
S T O R I A E B A L L O
L'incidente che colpì il marito accadde nel
1964. Margot era a Spoleto con Nureyev ed il
Royal Ballet di Londra, per provare il balletto
“Raymonda”, quando accadde che un rivale
politico attentò in Inghilterra alla vita di Arias.
Nella sua autobiografia, Margot racconta della
sua corsa pazza, in macchina, da Spoleto
all'aeroporto, per raggiungere il marito ferito e
poi costretto dalla paralisi alla immobilità,
pressoché assoluta, in una sedia a rotelle. Nel
giugno del 1986, a Milano, ricevette il “Premio
Porselli - Una vita per la danza”, “dama della
regina, regina della danza”, come riportava la
motivazione.
Erano gli anni in cui splendeva la stella Carla
Fracci, danzatrice che Margot definiva figlia.
La Fonteyn ha dominato il mondo della danza
senza esserne dominata, oltrepassandolo
indenne dai marasmi, trasparente, diafana,
quasi giocando con se stessa, come con la sua
ombra in Ondine.
La Fonteyn non voleva stupire, non ricercava
effetti pirotecnici; la sua tecnica era
equilibratissima, misurata, purissima, favorita
dalle squisite proporzioni fisiche e dalle linee
musicalissime. Alla fine degli anni ’70 Margot
Fonteyn si ritirò dalle scene per andare a
vivere a Panama, accanto al marito.
Ammalatasi di cancro, morì nel 1991.
Dalle sue vicissitudini (la prigione, l’assistenza
a suo marito paralizzato, la lotta contro il
tumore), Margot trasse la sua propria filosofia:
“La cosa più importante che io abbia imparato
in tutti questi anni è la differenza tra fare il
proprio lavoro seriamente e vivere la propria
vita seriamente. Nel primo caso è imperativo
e, nel secondo, disastroso”.
“I grandi artisti sono persone che trovano la via per essere se
stessi nella loro arte. Ogni sorta di presunzione causa la
mediocrità, nell’arte come nella vita”.
SP AS IL CU OT LE OE G IB A A LE L BO
A L L O
COUNSELING
DANZA
RESILIENZA
di Giovanni Battista Gangemi
PS SA I LC UO TL E O E G I BA A E L LB OA L L O
L’integrazione del Counseling con la danza è un percorso di evoluzione e crescita personale che promuove la salute ed il benessere della persona.
Attraverso il movimento, l’espressione corporea e la consapevolezza sono compendiati gli aspetti dell’energia, dell’espressione di sé della relazione
interpersonale. I movimenti del corpo, siano essi lenti o meccanici, leggiadri o fluidi, sono indicatori di come le persone sono, si sentono e vivono nella
quotidianità. La Danza facilita la persona a dare libero sfogo alle emozioni represse, promuovendo una trasformazione dell’individuo,
consentendogli di acquisire una maggiore consapevolezza tra la dimensione fisica e psichica; coinvolge, inoltre, oltre al lavoro con il corpo, la voce, la
creatività, la fantasia, aiutando la persona ad apprendere, riapprendere e costituire nuove modalità relazionali. Quanto più si va oltre se stessi come
individui condizionati, tanto più si scopre la libertà, raggiungendo livelli poco frequentati di vitalità ed estasi. Quindi, in un percorso di danza, si possono
focalizzare e migliorare aspetti problematici della vita personale. Fare dell’attività fisica è altamente consigliato a tutti per un benessere psicofisico, e la
Danza può rappresentare una valida alternativa ad altre attività di fitness.
La Danza promuove "la consapevolezza" del corpo e permette, attraverso il movimento, un contatto più profondo con noi stessi. Ai benefici fisici che il
movimento ha sull'apparato cardio-respiratorio e muscolare, si aggiungono quindi i benefici, non meno importanti, relativi alla sfera psicologica; la
Danza, infatti, offre uno spazio tempo in cui, interrotta la routine quotidiana, qualsiasi persona può attingere l’energia derivata. Dal rapporto
corporeo in contatto con la musica. Dalla scoperta della propria creatività. Da una maggiore conoscenza di sé, attraverso l’apertura al simbolico. Molte
persone vivono il tradimento del corpo, non tanto nella malattia, quanto nel disagio del confronto con un corpo che rifiutano, perché lontano dai canoni
estetici imposti dai mass media.
La Danza facilita l’accettazione del proprio corpo, induce ad usarlo invece che a rifiutarlo, a viverlo nella sua dimensione comunicativa e
creativa. Differentemente dagli esercizi di ginnastica o di quelli delle discipline sportive, che presuppongono movimenti predeterminati e obbligati, nella
Danza una persona può assumere, in tutta scioltezza e consapevolezza, le posizioni del corpo che più agevolmente permettono di togliere le tensioni
muscolari.
Gli obiettivi che si propone la danza sono:
• migliorare il benessere psicofisico,
• migliorare le relazioni interpersonali,
• apprendere nuove modalità comportamentali,
• liberare le tensioni psichiche e fisiche,
• acquisire una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo,
• migliorare l’autostima,
• acquisire una maggiore capacità di movimento e coordinazione,
• rilassamento,
• trovare un centro di stabilità e serenità personale,
• migliorare la fiducia di se stessi e, non per ultimo, tanto divertimento.
La Danza è libertà di movimento, creatività, espressione di sé, gioia e divertimento. Quando penso ai danzatori, agli artisti in generale, mi viene
immediatamente in mente l’espressione “combatti contro i mulini a vento”, per esemplificare l’idea che una persona lotti contro il potere, contro il
“muro di gomma”, e in questo senso, l’idea del Don Chisciotte che ha una visione di un bizzarro o pazzo cavaliere animato dall’idea di combattere per
una giusta causa, armandosi grottescamente contro il potere ed i privilegi, che spesso sono sordi e ben ovattati, imperscrutabili o circondati da un nido
di vespe. Alcuni sottolineano come Don Chisciotte abbia buoni princìpi; ciò è del tutto in linea con quanto professato dai precetti della cavalleria errante;
questo non lo rende un Robin Hood, anzi, la savia pazzia che lo possiede si dimostra palese nella sua ortodossia, quando afferma che egli non può
intervenire nelle zuffe di coloro che non sono cavalieri come lui. Da ciò ho rivisto un popolo di artisti e danzatori, tanti Don Chisciotte, che si armano per
cambiare. La visione critica delle condizioni del Paese che si manifesta, per le aree del territorio attraverso immagini drammatiche, di un territorio alla
deriva, oggetto di un teatro vuoto, disoccupazione, indifferenza verso questa professione e verso tutte quelle professioni artistiche. Se è chiaro il
malessere vissuto sul territorio, occorre anche chiedersi come mai tanti gruppi, singole persone, associazioni, non solo resistono in condizioni talvolta
estreme, ma producono dei dinamismi anche con traiettorie di crescita e benessere. A dimostrazione che i giovani che decidono di fare dell’arte
una professione, hanno espresso e sono capaci di esprimere forme di resilienza che, accanto a tante difficoltà, hanno consentito non solo
il coraggio di cambiare una mentalità retrograda, ma il coraggio di resistere ad una terra che offre poco e, potremmo dire, una
sopravvivenza ed al tempo stesso lo sviluppo. Riuscendo a creare, a re- inventare un lavoro, la voglia di emergere… Tenendo conto di tutte
le difficoltà che possiamo trovare nella nostra Italia, una popolazione che possiede una struttura di personalità la cui caratteristica distintiva è la
resistenza. Da un punto di vista non solo mio, la resistenza può evolvere in resilienza nel momento in cui permette alla persona non solo di non cedere,
sotto i colpi della vita ma, addirittura, se possibile, di costruire un equilibrio maggiormente adattivo e funzionale. La capacità che ci rende capaci di
sopportare un evento critico, contrapponendovi una forza possibilmente uguale ma contraria, è la resistenza; la capacità di utilizzare la
forza critica che ci ha investito, per trarne nuova forza vitale, è ciò che ci rende resilienti. Il processo di resilienza, rappresenta qualcosa in più
della mera sopravvivenza a un trauma; ha a che fare con la capacità di esperire il dolore e trasformarlo in forza, di sentire la rabbia ed usarla come
motore per il cambiamento, creando un futuro di speranza dalle ceneri della disperazioni. Resilienti non si nasce, ma lo si può diventare, attraverso un
processo dinamico in cui le caratteristiche personali della situazione si condizionano reciprocamente. Forse, per meglio differenziare la resistenza dalla
resilienza, dobbiamo fare riferimento alla flessibilità, che permette di realizzare un virtuoso processo di adattamento continuo. Flessibilità, quale capacità
di creare forza dalla debolezza, di accettare la fragilità, la mancanza, l’imperfezione. Come direbbe Huxley “La vita non è quello che ci accade, ma
quello che facciamo con ciò che ci accade”. Se non abbiamo potere contro ciò che ci capita, abbiamo però la responsabilità di costruire e ricostruire
mediante quello che la vita ci ha dato in sorte. Si arriva a cambiare se stessi, visto che non si possono cambiare le circostanze. La resilienza non è,
dunque, un fenomeno individuale, ma anche relazionale sociale. Il ruolo del contesto sociale, tuttavia, non deve mai essere interpretato come senso di
delega delle nostre responsabilità alla società o agli altri.
C I N E M A E B A L L O
C I N E M A E B A L L O
L’Orchestra di Piazza Vittorio, l’ensemble di musicisti
che racchiude tutto il mondo, vince la 65esima
edizione dei David di Donatello 2020 come “Miglior
Musicista” per “Il Flauto Magico di Piazza Vittorio”,
una travolgente riscrittura dell’opera di Mozart, primo
film musicale multietnico della storia del cinema.
“É curioso - afferma l'orchestra - che in questo
momento storico venga premiata una moltitudine, che
in un periodo in cui si ha grande paura delle
aggregazioni vinca questo premio l’emblema di quello
che è una moltitudine di persone felici assieme che
fanno un percorso di grande sacrificio e amore.
Dedichiamo questo premio a tutti i musicisti che in
questo momento soffrono". Diretto da Mario Tronco e
Gianfranco Cabiddu, prodotto da Isabella Cocuzza e
Arturo Paglia e interpretato dagli stessi musicisti
dell'Orchestra, accanto a Petra Magoni, Violetta
Zironi e Fabrizio Bentivoglio, “Il Flauto Magico di
Piazza Vittorio”, la cui colonna sonora è stata scritta e
rielaborata da Leandro Piccioni e Mario Tronco, con
la produzione artistica di Pino Pecorelli, è una favola
visionaria e ultrapop, ambientata in una Piazza
Vittorio che si anima come per magia durante la
notte. I giardini della piazza, dopo l’orario di chiusura,
dal tramonto fino all’alba, diventano il luogo dove
tutto può accadere e dove tutto effettivamente
accade. I suoi abitanti si trasformano in principi,
maghi, regine e sacerdoti in un caledoscopio di suoni
colori e lingue diverse.
Così come la musica, il film è un percorso libero,
denso di riferimenti a generi e stili diversi che si
sposano, fino alla rivisitazione, con le tecniche del
teatro barocco e lirico europeo, con le sue macchine
teatrali e i suoi trucchi artigianali, fondali dipinti e
arredi poveri di cartapesta, armonizzati visivamente
con l’aiuto delle moderne tecniche cinematografiche.
In questi ultimi tempi, caratterizzati da narrazioni
fuorvianti, il messaggio di integrazione, convivenza e
scambio culturale, che da sempre caratterizza tutta la
produzione artistica dell’OPV, trova nella favola del
“Flauto Magico di Piazza Vittorio” una sintesi chiara
ed immediata, che rende evidente il reciproco
arricchimento umano ed artistico di cui sono
portatrici culture e tradizioni diverse, capaci,
nell’incontro, di integrarsi attraverso lo scambio sia
musicale che umano. Un messaggio, oggi più che mai
necessario ed universale. Nata nel 2002 sulla spinta di
artisti, intellettuali ed operatori culturali con la
volontà di valorizzare l’omonima Piazza dell’Esquilino
di Roma, per antonomasia il rione multietnico della
città, l’Orchestra di Piazza Vittorio, ideata e creata da
Agostino Ferrente e Mario Tronco, ha accolto dalla
sua nascita oltre 100 musicisti provenienti da ogni
parte del mondo e da ambiti musicali differenti, la
maggior parte dei quali ha trovato, proprio
nell’Orchestra, un’occasione di riscatto, ed ha
acquisito la cittadinanza italiana.
Regia: Marco Tronco, Gianfranco Cabiddu
Coreografie: Piergiorgio Milano
Muisca: Leandro Piccioni
Mozart, i personaggi femminili possono cambiare il corso degli eventi
chiusura, dal tramonto fino all’alba del giorno, diventa il luogo dove
cartapesta, da armonizzare visivamente con l’aiuto delle moderne
CS IAN LE UM T A E E B A L L O
L’Orchestra di Piazza Vittorio, tra le sue ultime produzioni, vanta una versione inedita del Va’ pensiero di Giuseppe Verdi,
inclusa nel repertorio de “L’Orchestra di Piazza Vittorio all’Opera”, concerto che propone le arie tratte dalle opere che,
negli ultimi dieci anni di attività, l’Orchestra ha reinterpretato (Il Flauto Magico e il Don Giovanni di Mozart, la Carmen di
Bizet), traendo ispirazione dai musicisti dell’Ottocento che, nei vicoli di Napoli, rappresentavano le partiture di maggiore
ispirazione popolare per coinvolgere le classi meno abbienti. L’Orchestra promuove la ricerca e l’integrazione di repertori
musicali diversi, per dare vita ad un nuovo “suono del mondo”; ha all’attivo cinque dischi e oltre 1400 concerti in tutto il
mondo: New York, Hammamet, Vienna, Los Angeles, San Francisco, Santa Cruz, Londra, Parigi, La Rochelle, Lione,
Barcellona, Melbourne, Lisbona, Oporto, Colonia,Sarajevo...L’OPV è nata in seno all’Associazione Apollo 11, ed è stata ideata e
creata da Mario Tronco e Agostino Ferrente.
Il Flauto di Piazza Vittorio
SCHEDA FILM
Italia Francia 2017
Cast: OPV, Ernesto Lopez Maturell, Violetta Zironi, ElHadjiYeri Samb,
Petra Magoni. Fabrizio Bentivoglio
Un film musicale in 8 lingue, dove i musicisti della multietnica
Orchestra di Piazza Vittorio rivisitano e re‐interpretano l’opera di
Mozart, arricchendola e adattandola ad un setting moderno,
ognuno secondo le proprie tradizioni e culture musicali. Tutto
avviene nei giardini di Piazza Vittorio, che si animano per magia
durante la notte. Contrariamente a quanto accade nell’Opera di
ed assumere un ruolo decisivo. Piazza Vittorio, dopo l’orario di
tutto può accadere e dove tutto effettivamente accade, come in una
favola.
Così come la musica, il film è un percorso libero, denso di riferimenti
a generi e stili diversi che si sposano, fino alla rivisitazione, con le
tecniche del teatro barocco e lirico europeo, con le sue macchine
teatrali e i suoi trucchi artigianali, fondali dipinti e arredi poveri di
tecniche cinematografiche.
S C U O L A E B A L L O
d i G i o v a n n i B a t t i s t a G a n g e m i
d i G i o v a n n i B a t t i s t a G a n g e m i
d i G i o v a n n i B a t t i s t a G a n g e m i
LA FORMAZIONE
NELL'ARTE
SRC: SCUOLA DI RECITAZIONE DELLA CALABRIA
Coordinata da Giorgio Colangeli e patrocinata dal Giffoni Film festival,
la scuola ha ridato al territorio un’offerta formativa di altissimo livello
dedicata a coloro che vogliono intraprendere, con serietà e dedizione,
la professione dell’attore in tutte le sue declinazioni espressive.
S C U O L A E B A L L O
La SRC - Scuola di Recitazione della Calabria, ideata e diretta da Walter Cordopatri, rappresenta un punto di
riferimento artistico, sociale e culturale per l’intera Regione. La scuola, coordinata da Giorgio Colangeli e patrocinata
dal Giffoni Film festival, ha ridato alla Calabria un’offerta formativa di altissimo livello dedicata a coloro che vogliono
intraprendere, con serietà e dedizione, la professione dell’attore in tutte le sue declinazioni espressive. La struttura si
colloca presso il Polo Solidale per la Legalità “Francesco Vinci” a Cittanova Provincia di Reggio di Calabria, grazie alla
collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Cittanova che ha offerto i locali, rendendo possibile, così, la crescita
e lo sviluppo delle diverse attività della scuola, in modo esponenziale. La SRC, Scuola di Recitazione della Calabria,
vuol essere la struttura formativa di riferimento regionale per l’arte della recitazione e per l’insegnamento della
professione dell’attore. I corsi, a numero chiuso e con frequenza obbligatoria, prevedono lezioni teoriche e lezioni
pratiche, ed offrono ai propri allievi una formazione attoriale completa a 360 gradi; una formazione come occasione di
verifica di eventuali connessioni fra teatro, cinema e vita quotidiana, in modo da poter ricavare utili insegnamenti sia
sopra un palcoscenico, tradizionalmente intenso, sia davanti ad una macchina da presa, sia nella vita di tutti i giorni.
Basandosi proprio su quest’ultimo punto, vista la chiusura delle scuole prevista dal decreto, causa Covid-19, la Scuola
di Recitazione della Calabria ha iniziato, sin da subito, con la formazione a distanza, dando possibilità ai docenti ed
agli allievi di rimanere in contatto e di svolgere le attività di formazione. Ogni classe ha continuato senza sosta, tra le
mille difficoltà, a studiare, a confrontarsi, a rimanere collegati alla quotidianità della vita e ad imparare a vivere il qui
ed ora, a vivere le varie emozioni che, giorno dopo giorno, crescevano, senza dimenticare la speranza di tornare alla
vita sociale ed all’abbraccio con gli amici e con gli stessi docenti. Entriamo nel vivo della scuola, raggiungendo
telefonicamente il Direttore Walter Cordopatri e il Coordinatore Didattico Giorgio Colangeli . Dopo molte interviste a
nomi illustri della danza e del canto, oggi mi trovo in questo “caffè” virtuale, a conversare, da una parte con l’illustre
Giorgio Colangeli, una pietra miliare dei palcoscenici e del cinema Italiano; dall’altra parte Walter Cordopatri, non solo
un giovane attore professionista, ma anche un giovane Direttore di una scuola di recitazione, agli inizi della sua
carriera; due personalità che condividono un sogno: la passione e la professione artistica.
Maestro Colangeli, cosa serve per fare bene l’Attore?
Credo che per fare questa professione ci voglia prima di tutto passione, perché il nostro è un lavoro forte e fragile
contemporaneamente. Poi bisogna stare attenti ai canoni della moda, anche se ogni attore impone la sua fisicità, la
propria bellezza e la propria voce .
Cos’è il Personaggio?
Il personaggio dipende dal diverso Iter: il personaggio teatrale e il personaggio del cinema.
In teatro il personaggio viene costruito durante le prove, varia dall’idea che ha in mente il Regista, varia dalla forma
del Teatro stesso. Durante le repliche viene perfezionato e a volte anche totalmente cambiato.
Nel cinema è una costruzione che avviene in tempo reale, nel momento in cui parte la ripresa del film. Il personaggio
nel cinema è costruito anche in base alla scenografia, agli oggetti che ha in scena. Nel cinema la propria prestazione è
molto “interrotta” dal montaggio, dal post produzione del film stesso.
Non bisogna dimenticare che il personaggio è qualcosa che hai dentro, trovando le affinità, imparando ad amarlo,
cercando di farlo entrare dentro se stessi.
È mai capitato che interpretasse personaggi lontani dalla sua personalità?
Ne ho svolti tanti, lontani dal mio carattere, dalla mia personalità. Ho cercato di percepire tramite l’utilizzo delle
emozioni, riportando la mia emozione sul personaggio, facendo gioco sul fatto che la fantasia e l’agire spesso possono
essere una linea sottile che li divide.
S C U O LA A R TE E BE A LB LA OL
L O
Il lavoro dell’attore può diventare alienante?
Si, quando l’artista si svilisce nel gesto della ripetizione, ma, può essere anche terapeutico, dipende molto dalla personalità
dell’attore. Di certo è più sicuro di altri lavori, che spesso ti portano alla ripetizione quotidiana del gesto e della ripetitività,
potremmo dire che sotto questo aspetto, il lavoro dell’artista ti “protegge”. Perché c’è la possibilità di cambiare spesso il
personaggio, l’azione, può saltare la mediazione personaggio e porsi come soggetto o oggetto della comunicazione attraverso la
realizzazione di un’azione performativa, che si svolge in tempo reale e in luogo che la determina, nel qui ed ora, con accrescimento
della qualità e della quantità del piacere.
Da due anni è coordinatore didattico della Scuola di Recitazione della Calabria. Come si identifica in questa figura di
coordinatore didattico?
L’insistenza di Walter mi ha convinto. Ho molta stima di Walter, è un giovane attore con molte idee innovative, che ama con
passione questo mestiere. Io, realmente, non mi sento molto appartenente alla formazione. Forse, perché io inizio all’età di
trent’anni, quasi per gioco, a fare l’attore, e in seguito sono entrato nell’arte professionale di questo mestiere. Mi sento ancora più
allievo che docente, perché c’è sempre da imparare, pur essendo molto portato all’insegnamento. Essere coordinatore didattico
della Scuola di Recitazione della Calabria, mi stimola e mi gratifica, è la cosa migliore che potessi fare, sono lì a rappresentare un
esempio importante, un obiettivo per gli studenti.
Cosa vorrebbe dire ai ragazzi o alle ragazze che studiano recitazione?
Di non smettere mai di sognare. Credo molto nei giovani. Faccio il tifo per loro. Hanno scelto un mestiere nobile
Cosa manca all’attore di oggi?
Forse, potrebbe mancare un po’ di teatro, perché molti di loro sono attirati dall’audio – visivo. In particolare, credo che manchi il
Teatro della parola.
Cosa consiglierebbe ai docenti della varie Scuole di Recitazione?
Insistere su quello dove i ragazzi sono meno preparati, per equilibrarli sulle loro capacità e abilità. Dare una varietà nella
formazione offerta. Essere di stimolo alla ricerca del nuovo attore in formazione.
Cosa si prova ad essere premiato come migliore attore?
Una grande emozione. il Primo premio, fu un premio collettivo, per il film di Ettore Scola “La Cena”, premiato con il Nastro di
Argento come miglior attore non protagonista. Ma quello che sento più vicino e che mi ha gratificato, è stato nel 2006 come attore
non protagonista, per il Film di Alessandro Angelini “L’aria salata”. Uno perché era la prima edizione del “Festival del Cinema di
Roma “, secondo perché sono romano. L’ho vissuto con tante emozioni, anche discordanti tra di loro. Avevo grandi preoccupazioni,
per uscire allo scoperto, perché non ero protetto da un personaggio, ma ero io, Giorgio Colangeli. Contemporaneamente ero ricco
di emozioni positive, perché un premio ti fa dire che tutto ha funzionato, mette tutto in armonia. Ti approvi.
Walter Cordopatri, l'altra figura importante nella SRC, è un giovane attore, Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia
di Roma, nella sua giovane carriera, vanta molti lavori sia nel teatro che nel cinema. In particolare, “ La notte non fa paura”, nel
quale riveste due ruoli quello di attore - sceneggiatore, ottenendo il premio come miglior Attore esordiente 2015 – Premio Omero al
Festival di Scilla. Oltre al cinema anche serie televisiva “ZeroZeroZero”, diretto da Stefano Sollima che lo porta sul tappeto rosso
del Festival di Venezia. Il suo successo più grande è stato ideare e dirigere oggi la SRC: una scuola di recitazione nella sua terra
natale. Una realtà nata da un sogno: quello di ridare alla Calabria ed ai calabresi, una vera e propria scuola di recitazione, con
un’offerta formativa di altissimo livello, punto di riferimento artistico, sociale e culturale. La formazione non si è fermata nemmeno
con il Covid-19, anzi le lezioni - come ci racconta - ha permesso un maggior legame famiglia/scuola, oltre che con gli allievi. E
quando gli chiedo del futuro, gli occhi si illuminano e mi racconta che gli aspiranti attori possono fare una pre-audizione dal 30
Maggio al 15 Luglio, inviando un video della durata massimo di 3 minuti, nel quale si presentano completando la registrazione con un
monologo o poesia inviando all'indirizzo email della scuola. Chi supera le pre-audizioni accederà alle Audizioni ufficiali, che si
volgeranno ogni sabato dal 5 Settembre al 28 Novembre.
DANZA E SPORT
M O S NA DL O U T E BE A BL AL OL L O
Passo a due
come inizio
d' incontro
di Pina Delle Site
questo incontro mensile, vogliamo porre
In
sull’aspetto rituale della danza, in
l’attenzione
gara sportiva, infatti, soprattutto di squadra, si
ogni
ad un clima di grande concitazione,
assiste
di cori, musiche, presenza di striscioni ed
arricchito
tutti atti ad incoraggiare la propria
incitamenti,
del cuore, affinché sconfigga quella
squadra
e ad esaltare, comunque, la forza e la
avversaria
dei giocatori propri idoli. Ma, per alcuni
capacità
c’è molto di più; il clima festoso sopra
sport,
fa, infatti, da cornice a quella che è una
descritto
e propria introduzione alla gara sportiva: la
vera
rituale. Prendiamo ad esempio il Rugby: è
sport duro, competitivo, di concentrazione e
uno
praticato da giocatori che sono uomini duri,
forza,
paura; si assiste, infatti ad uno scontro in
senza
fra veri e propri titani, forzuti, tutti massa e
campo
lontano 1905, si aprirono, ad opera degli “All
dal
nazionale ufficiale neozelandese, con la
Blaks”,
dell'Haka, tipica danza del popolo
performance
sia i movimenti di questa danza, che le parole
Maori;
dura, si digrignano i denti, si spalancano gli
diviene
si mostra la lingua, si muovono ritmicamente
occhi,
cerca di fare la propria parte. A ciò si
qualcosa,
le parole: il giocatore di sangue maori
aggiungono
forti, forse a tratti violente, servono a dare
feroci,
ai giocatori, affinché non possano temere
carica
partire da quel momento, tale rituale è diventato
A
integrante di tutte le gare, estendendosi
parte
ad altri sport, come ad esempio la
anche
oppure presentandosi, grazie ad altre
pallacanestro,
di Rugby, attraverso le caratteristiche di
squadre
simili, ma aventi sempre lo stesso significato:
danze
Kailao (Isole Tonga), la Siva Tau (Isole Samoa), la
la
(Isole Figi), i Pacific Islanders, che eseguono il
Cibi
creando una combinazione delle suddette
rituale
danze di guerra.
tre
comunque all’Haka, con cui la tradizione
Tornando
cominciata (ma la considerazione vale anche per i
è
praticati, appunto, dalle altre squadre), c’è
rituali
puntualizzare che questo tipo di danza, che
da
soltanto una danza di guerra, immagine che
e
si rispecchia in campo, in chiave
certamente
sportiva”), in realtà non ha solo questo
“guerra
essendo infatti una danza in cui ogni
significato;
del corpo gode di libertà di movimento, è essa
parte
di stati d’animo e di tutti i sentimenti
espressione
il giocatore prova in quel momento, non solo in
che
di “combattente”, ma anche e soprattutto di
veste
umano: anche il guerriero impavido, vera e
essere
macchina da guerra, violento ed
propria
danza come buon auspicio, la danza che
la
la paura…il potere della danza, presente
esorcizza
MS OA LN UD TO E E E B BA AL L LO
sul significato che la stessa assume,
particolare
preambolo degli incontri sportivi. All’inizio di
come
danza
muscoli. Ma le gare di questo famoso sport di forza,
con forza, a tratti anche con violenza,
pronunciate
molto suggestive: l’espressione del viso
risultano
gambe e si battono petto ed avambracci…
le
ogni parte del corpo cerca di comunicare
insomma,
anziano, infatti, recita, urlando, un ritornello,
più
durante tutta l’esibizione, le cui parole
ripetuto
l’avversario.
Leader:
Ringa pakia! Batti le mani contro le cosce!
Uma tiraha! Sbuffa col petto.
Turi whatia! Piega le ginocchia!
Hope whai ake! Lascia che i fianchi li seguano!
Waewae takahia kia kino! Pesta i piedi più forte che puoi!
Leader:
Ka mate, ka mate - È la morte, È la morte!
Squadra:
Ka ora Ka ora È la vita, è la vita!
Leader:
Ka mate, ka mate È la morte, È la morte!
Squadra:
Ka ora Ka ora È la vita, è la vita!
Tutti:
Tēnei te tangata pūhuruhuru Questo è l'uomo peloso
Nāna i tiki mai whakawhiti te rā - Colui che ha fatto splendere il sole su di me
A Upane! Ka Upane! Ancora uno scalino, ancora uno scalino,
Upane Kaupane un altro fino in alto,
Whiti te rā,! Il sole splende!
Hi! Alzati
un po’ la natura del popolo Maori,
identifica
sia stata considerata per molto tempo solo
sebbene
ludica e non cruenta, tra nemiciavversari
naturalmente
(in senso buono, “combattendo” essi una
esprime la propria sensibilità
impenetrabile,
la danza: la danza come incitazione al
attraverso
coraggio, la danza come valorizzazione di se stessi,
ovunque!
cherleading, fatto di acrobazie costruite con elementi di ginnastica e danza, vide la luce oltreoceano verso la fine
Il
con una radice originariamente tutta al maschile: sembra, infatti, che nascesse dall’abitudine degli
dell’ottocento,
durante le partite, di dar vita a vari cori e, successivamente quello che noi conosciamo come “coro da
spettatori,
fu guidato ed organizzato da uno studente, Johnny Campbell, i cui cori continuarono ad essere usati quando
stadio”
del Minnesota diede vita ad una vera e propria squadra tutta al maschile. A partire da quel momento
l’Università
varie squadre di cheerleading a sostegno di squadre di sport ufficiali e, contemporaneamente e
nacquero
si trasformarono, passando da una composizione maschile ad una composizione prettamente
gradualmente
con una uniforme che le identificava, ed arricchendosi di coreografie fatte di passi di danza ed acrobazie
femminile,
gruppi di belle ragazze intonare ritornelli ed eseguire balletti all’inizio di partite, che si disputavano
cheerleaders),
all’interno delle Università o dei licei dove, addirittura, c’era una vera e propria selezione per entrare
generalmente
chiaro, dunque, che con il tempo cambia lo spirito stesso con cui nasce la pratica del cheerleading, all’inizio
E’
da parte di belle ragazzine che, munite di pompon, con canotta e gonnellino, cantano e si muovono
incitamento
l’intenzione di trasmettere carica e motivazione ai giocatori della squadra (e, perché no, di catturare con la
con
esibizione l’attenzione di qualche bel ragazzo… magari della squadra stessa), poi, da rituale quasi simbolico
propria
gare sportive del mondo studentesco, diventa qualcosa di più competitivo, forse più professionale, considerata
delle
cura e la difficoltà maggiore che denotano le coreografie; e cambia anche l’ immagine delle cheerleaders,
la
considerate delle “semplici allegrotte ragazze”, che poi diventano vere e proprie professioniste, sottoposte
dapprima
ore ed ore di sacrificio ed allenamento …si assiste, insomma, ad una inversione di tendenza del fenomeno poiché
ad
quasi che le coreografie ed i numeri praticati dalle cheerleaders non fungano più da semplice supporto o
sembra
al match sportivo, ma acquistano la loro autonomia “rubando” quasi la scena principale dello spettacolo.
cornice
di là di tutto, comunque, è interessante notare come in entrambe i casi, sebbene con caratteristiche e modalità
Al
opposte, la danza è un rito; rito che trasmette forza, emozione, determinazione, gioia, adulazione
diametralmente
ma, soprattutto è simbolo di buon auspicio…e quindi perché no? la danza è anche un buon portafortuna nelle sfide
MS OA LN UD TO E E E B BA AL L LO
natura diversa, meno “violenta”, senza tensione, ma animate da leggerezza, gioia e festosità, si presentano, invece,
Di
esibizioni delle Cheerleaders, le atlete conosciute come le simpatiche “Ragazze Pon Pon” che, con le loro
le
esibizioni, introducono i match delle gare sportive.
più suggestive e difficoltose.
sempre
dubbio ognuno di noi avrà visto, almeno una volta nei film americani (che ci hanno fatto conoscere meglio le
Senza
squadre delle cheerleaders, simbolo ed ambizione di ogni fanciulla…
nelle
piano il cheerleading passò dall’essere una semplice moda del mondo studentesco, all’ essere riconosciuto
Pian
vera e propria attività sportiva, a richiedere che l’attività venisse svolta, come tutti gli sport, in piena sicurezza,
come
dar vita a veri e propri campionati tanto da organizzarsi in federazioni ufficiali, prendendo piede anche in Europa.
a
quotidiane!
M O D A E B A L L O
M
O
D
A
B
A
C
K
TO ELEGANCE!
Valentino
Collezione Primavera/Estate 2020 Donna
SST TO OR RI IA
A E B A L L O
Se c’è una cosa buona che dobbiamo riconoscere di Marianna al coronavirus, Bonavolontà
è che ha costretto tutti a pensare. Il lockdown è servito per fare
analisi ed esami di coscienza anche ai grandi brand del settore
moda, quel settore che rischia 2500 miliardi di dollari, il suo
valore attuale, se non si prendono precauzioni.
Fino ad oggi il fast fashion, con quasi 32 miliardi di euro di
fatturato, si è confermato come modello di business con maggior
successo nel panorama attuale della moda, caratterizzato da una
crescita sempre più incisiva ed una sfida tra colossi della moda a
colpi di outfit. Modello utile per alcuni versi, che ha però coinciso
con un lento declino della moda luxury, depauperando il
concetto stesso di moda. L’acquisto compulsivo, l’accumulo
senza senso, l’arraffare per il gusto di avere e la corsa alle
tendenze, hanno stancato anche i fashion addit più agguerriti, e
c’è voluta la quarantena per renderci conto di quanto tutto
questo sia inutile.
Lo stesso pensiero che fanno le case di moda più autorevoli, a
partire dal messaggio forte e chiaro di Giorgio Armani, che ha
dichiarato quanto l’Alta Moda si sia fatta sopraffare dal vortice
delle collezioni fast, a cui mancava tutto: sostenibilità,
artigianalità e tradizione in primis. Se si vuole andare avanti, si
deve fare un passo indietro e riscoprire i valori che ci hanno resi
famosi nel mondo: qualità, ricercatezza, eccellenza. Lo sguardo al
passato non è rivolto allo stile, non solo almeno, ma si tratta di
un concetto filosofico molto più profondo: quello del ritorno alle
collezioni pensate, una per stagione, ridare il valore a un capo
seguendo i criteri della sostenibilità, rispetto per l’ambiente ed il
lavoro dell’artigianato. La moda riprenderà possesso delle sue
virtù cardinali, i valori che un tempo erano sacrosanti.
Prudenza: fino ad oggi la moda è stata responsabile del 10% delle
emissioni di diossido di carbonio e utilizza ogni anno 1,5 bilioni di
litri d’acqua. La prudenza insegnerà a discernere il bene scegliendo
mezzi adeguati per raggiungerlo. La moda prudente saprà decidere
con sano realismo e non si farà più condurre dai facili entusiasmi,
non avrà paura di andare contro una cultura che ha dimostrato
solo essere fallimentare.
Giustizia: basta prodotti sottocosto e lavorazioni industriali. La
scelta di oggi dovrà optare per una moda handmade, artigianale,
che contenga l’amore. La giustizia è la volontà di riconoscere al
prossimo ciò che gli è dovuto, che si merita.
Fortezza: è la capacità di non fermarsi alle prime difficoltà, di non
scoraggiarsi se dinanzi al cambiamento ci sarà ancora qualcuno
preso dall’acquisto compulsivo. La parola chiave è perseverare
nella ricerca dell’eleganza senza tempo, quella di qualità che
producono le piccole realtà locali, seppur con una visione globale.
Temperanza: abbiamo constatato che lasciare le nostre pulsioni
libere di esprimersi ci ha fatti diventare schiavi del nulla. In questo
momento sono la personalizzazione, l’ecologia e il sociale i cardini
su cui puntare con un impegno ascetico che alleni la volontà di
perseguire il cambiamento, attivando l’intelligenza a valutare ciò
che può nuocere a noi ed all’ambiente.
Il consiglio per questa nuova era? Back to elegance!
Acquisti consapevoli, riscoperta dell’handmade, e ricerca di uno
stile personale unico che si distacchi dall’omologazione e dal
mondo che fino ad oggi ci ha voluto tutti uguali.
Un abbraccio bohemiano.
https://www.mariannabonavolonta.com/
MAuri
M A K E - U P E B A L L O
Trucco d'Estate
Menga
Con uno sguardo alla primavera, la parola
d'ordine per la pelle è: freschezza. E' necessario
creare una base invisibile ed impalpabile; la
materia, in questo caso il prodotto, non si deve né
vedere né sentire sulla pelle. Il viso ed il colorito
dell'incarnato dovranno essere in trasparenza; ci
vogliono degli accorgimenti per un procedimento
ben preciso: bere molta acqua per idratare la
pelle ed usare un primer per illuminarne e
minimizzarne i pori, andando a creare un effetto
molto più compatto del tessuto.
Potete utilizzare una bb cream, un fondotinta
minerale oppure un fondotinta semiliquido
diluito con una crema veicolante e, una volta
applicato e fatto aderire, vi darà un'uniformità
incredibile.
Per creare dei volumi sul viso andremo a lavorare
con dei blush mat di un tono più scuro; sotto
l'osso zigomatico e sullo zigomo utilizzeremo un
fard luminoso nelle tonalità pastello, dunque:
rosa, pesca o salmone. Per le sopracciglia avremo
due tendenze: a Parigi impazzano le sopracciglia
bleached, un po' in controtendenza; ma da New
York a Londra, passando per Milano, nella
maggior parte dei casi, le sopracciglia vengono
lasciate naturali ma ben pettinate, ma mai
eccessivamente perfette o disegnate.
Da un po' di tempo non si parlava di trucco
delicato; quest'anno, invece, ritroveremo
delicatezza ed un effetto di purezza negli occhi.
Per truccare gli occhi utilizzeremo due gradazioni
di rosa che non si discostino troppo una dall'altra.
Applicate il colore più tenue nella parte interna
dell'occhio e, con il colore leggermente più scuro,
sfumate verso l'esterno.
Al centro della palpebra, applicate un ombretto
tipo salmone chiaro o pesca chiaro per creare un
punto luce; lo stesso effetto si può creare
lasciando tra il primo ombretto ed il secondo
ombretto uno spazio vuoto. Tale tecnica dello
spazio vuoto dona anche un effetto modaiolo che
più primaverile non si può! Possiamo dare un po' di
intensità all'occhio con una matita infracigliare
nera, che andrà a riempire gli spazi vuoti tra ciglia
e ciglia, dando una maggiore profondità allo
sguardo.
All'interno dell'occhio, potremo utilizzare una
matita kajal di colore viola per dare un tocco di
mistero allo sguardo. Utilizziamo del mascara, ma
non troppo, per non rompere l'effetto di freschezza
e delicatezza dello sguardo.
Passiamo ora alle labbra: dovremo dare alla bocca
un effetto idratato, quanto basta per avere
un'immagine di very fresh look; labbra, dunque, dai
colori poco accennati con effetto finish glossy, per
dare un tocco primaverile all'insieme del volto.
Per questa primavera il look dei capelli sarà fatto
da un raccolto disordinato con inserimento di
nastri o di fiori, quasi a ricordare le famose
principesse della Walt Disney.
H A I R E B A L L O
Castano: Gold o Dark?
LE CELEBRITIES PREFERISCONO...
di Ernesto Biagetti
I colori dell’estate? Diciamo innanzitutto che, specie tra i capelli biondi, si riconfermano molte delle tendenze primaverili, a cui se
ne aggiungono di nuove, che premiano sia le tonalità calde dell'ambra e del miele, sia quelle più fredde e raffinate del beige e
color vaniglia. Il castano si riconferma ancora una volta colore della stagione, apprezzato sia nella sua versione golden sia in
quella più "dark", interpretata in questa stagione da un divino caramello scuro, apprezzatissimo anche dalle celebrities. Per i rossi,
le tinte più cool saranno quelle che attingono dalle cromie del rame e della cannella, per un mix originale e raffinato che unisce
dolcezza e carattere. Biondo sabbia. Come anticipato, l'estate vive di rendita, riconfermando molte delle tendenze colore della
primavera, tra cui i colori pastello, simile al beige hair, dal leggero tocco pescato, ideale per le donne, dalla base chiara o cenere e
dalla carnagione chiara e dal sottotono non troppo caldo. Sarà però il biondo sabbia il trend principe tra le gradazioni più fredde
del blonde. Si tratta di una colorazione nude, estremamente soft e delicata, in grado di suggerire luminosità al viso, grazie a
qualche sfumatura più decisa sui toni del burro; il tutto per un look elegante e super chic, dall'anima dolce e per niente algida. Si
presta alla perfezione con una base cenere o castana chiara, sia come tinta uniforme su tutta la chioma, sia come balayage da
concentrarsi maggiormente su punte e lunghezze, lasciando intravedere una piccola porzione di respiro alla radice per un look
ancora più trendy e glam, come ci insegna la top model Karlie Kloss, affezionata da sempre a tagli medi di grande fascino. È un
colore indicato soprattutto per chi sfoggia un incarnato nude o chiaro, ma sarebbe meglio evitarlo se si ha una carnagione lunare
e dal sottotono freddo o un colorito olivastro, che richiede invece tinte più calde e avvolgenti. Biondo ambrato. Tra le gradazioni
più calde è, senza dubbio, il biondo ambrato o warm amber ad avere la meglio. Si tratta di una vecchia conoscenza perché è stato
uno dei top trend della primavera, divenuto famoso in tutto il mondo grazie al celebre bob di Jennifer Lopez, taglio evergreen
amatissimo che non conosce battute d'arresto. È un biondo caldo, sui toni del caramello chiaro, che si arricchisce di vibranti
sfumature ton sur ton, per un look caleidoscopico ed avvolgente, ideale per la stagione estiva. Risulta una scelta vincente per le
chiome bionde dalla base non troppo fredda e quelle castano chiare, dalla carnagione media e dal sottotono caldo. Perfetto sia
sui tagli corti e medi, come ama portarlo Emma Marrone, lasciando intravedere un po' di ricrescita scura, sia con capelli lunghi,
specie in versione balayage per capelli baciati dal tocco gentile del sole. Bronde dorato. Un'altra tendenza sempre molto amata
riguarda il mix di castano e biondo. La versione di bronde promossa dalla moda capelli dell'estate 2020 è quella dorata, perfetta
per illuminare il viso, creare giochi cromatici e dare movimento a chiome castane troppo piatte e monocromo. Lo sfoggia in modo
divino la super top Gigi Hadid, su una taglio lungo dallo styling wavy, che enfatizza ulteriormente il gioco armonioso di luci ed
ombre, creando un colore caldo e vibrante, perfetto per l'estate. Potete optare per una versione più decisa, avvicinandovi
maggiormente alle cromie dei biondi dorati, oppure avvicinarvi a tonalità più scure, per un classico castano gold dall'effetto
delicato ma fashion, che il sole estivo renderà ancora più luminoso in modo del tutto naturale. Tra i capelli rossi è senza dubbio la
tonalità rame ad avere la meglio. In particolare, è la colorazione warm copper, la gradazione di rosso vincente secondo la moda
capelli dell'estate. Si tratta di un mix di nuance ramate e color castagna, indicato sia per chi sfoggia capelli rossi sia per le castane
che desiderano regalare un twist originale e di carattere alla propria chioma. E che cosa, se non con un irresistibile tocco di rosso
rame? Il risultato è un castano ramato morbido ed avvolgente, da sfoggiare solo sulle lunghezze per un effetto più light oppure
sull'intera chioma.
https://www.ernestobiagetti.it/
A L L E N A M E N T I
D A 5 M I N U T I
di mobilizzazione e stretching per
Esercizi
spalle e schiena. Esercizi da ripetere
collo,
le piccole pause caffè, per gestire
durante
lo smart working.
meglio
B E N E S S E R E E B A L L O
D A F A R E T U T T I I G I O R N I
D O T T . V A L E R I A F E R R A R A
B E N E S S E R E E B A L L O
Benvenuta “fase due”! L’emergenza “covid” sembra piano
piano rientrare e lentamente si torna alla normalità. Si
possono riprendere le attività all’aperto, l’esercizio fisico,
e il nostro corpo migliora di giorno in giorno. Lo smart
working ha permesso a tantissimi di poter continuare a
lavorare tranquillamente da casa, ma molti lamentano
giornate di lavoro più lunghe e faticose, causa gli
“stravolgimenti” cui si sono dovuti adattare. E così, collo e
schiena iniziano a soffrire in modo particolare, e situazioni
latenti a uscire allo scoperto. In quest’articolo vorrei
proporvi degli esercizi di mobilizzazione e stretching per
collo, spalle e schiena, da ripetere magari anche durante
le piccole pause caffè, in modo da gestire meglio questa
nuova situazione. Cominciamo!!!
Rotazioni del collo: disegnare dei semicerchi con il collo,
portando la testa sul petto e ruotando lentamente verso
un lato e tornare indietro. Cercare di non far cadere la
Allungamento della colonna: posizionare le mani sulla base
testa posteriormente, poiché in persone con anche piccoli
della testa, e trazionarla verso lo sterno fino a sentire la
problemi, si possono risvegliare vertigini.
colonna cervicale “tirare”, tornare alla posizione iniziale.
Rotazione delle spalle: circondurre le spalle, in senso
Ripetere il movimento fino ad allungare il tratto dorsale,
risalire. Ripetere il movimento fino ad allungare il tratto
anteriore e posteriore, ponendo particolare attenzione al
movimento della scapola, ravvicinandola il più possibile
lombare, risalire.
alla colonna vertebrale.
Allungamento della “catena posteriore”: piegarsi in avanti
Allungamento dei muscoli del collo: allungare il braccio
tenendo le gambe tese, lasciare il collo morbido, ed
allungare le braccia stese, facendole poggiare le mani a
destro lateralmente, portandolo a 90°, inclinare la testa
sulla spalla sinistra, spingere la mano destra in fuori (come
terra, in una posizione comunque confortevole (si deve sentire
tirare la colonna, le gambe e le spalle ma senza sentire
se volessimo premere su un muro) e la testa verso la spalla
sinistra. Ripetere con l’arto controlaterale.
dolore). Ritornare lentamente dritti e stendere la colonna
indietro.
Allungamento delle braccia: portare le mani in alto,
Eseguire questi esercizi dopo il lavoro, ed alcuni di essi anche
stese sopra la testa, con i palmi rivolti verso il cielo,
durante, aiuterà a non irrigidirsi troppo, tenersi elastici ed
prendere una mano nell’altra e spingere verso l’alto.
aiutare il corpo a sopportare un carico di cui non ci si rende
Ripetere 6 volte alternando la posizione delle mani.
conto, ma tenuto tutto il giorno, diverse ore al giorno può
Allungamento dei muscoli del dorso: sollevare le
risultare logorante.
braccia a 90°, unire le mani e spingerle verso fuori,
inarcare il dorso come se si volesse creare una “gobba”, in
modo da allungare e sentir tirare i muscoli sotto le
scapole.
Allungamento dei muscoli cervico-dorsali: portare le
braccia indietro sulla schiena e unire le mani; creare una
tensione spingendo le mani verso terra e la testa sul petto,
modulare la stessa con i movimenti della testa,
spostandola verso un lato o l’altro, in base alla zona che si
vuole trattare.
IO CORRO SULLA STRADA, MOLTO
PRIMA DI DANZARE SOTTO LE LUCI.
(MUHAMMAD ALI)
C I B O E B A L L O
50 SFUMATURE
DI ROSSO
Tutto quello che
avreste voluto
sapere sulle ciliegie
e non avete mai
osato chiedere.
di Pina Delle Site
foto: Danilo Piccini
C I B O E B A L L O
GIUGNO È IL MESE CHE
CELEBRA IL TRIONFO
DI UN FRUTTO CHE É
UNA VERA E PROPRIA
DELIZIA:
MISS CILIEGIA
Dal sapore irresistibile, le ciliegie, definite “luculliane”
poiché, sembra, introdotte in Italia da Lucullio, oltre ad
essere belle nell’aspetto, in tutte le loro varietà, e
buone per il palato, apportano notevoli benefici per la
salute e soprattutto sono molto indicate per coloro i
quali, come tutti gli sportivi, si sottopongono a lunghe
e faticose sedute di allenamento. E vediamo, in modo
semplice e sintetico perché: innanzitutto esse sono
formate in gran parte da acqua, per cui, oltre ad essere
dissetanti, hanno un ottimo effetto diuretico,
importante per il nostro organismo; sono ricche di
diversi sali minerali, in modo particolare di potassio e
magnesio, l’uno considerato un buon regolatore della
pressione arteriosa e fondamentale in alcuni processi,
come la contrazione muscolare, l’altro importante per il
metabolismo dei grassi, per il benessere del sistema
nervoso e per la costruzione scheletrica; da
sottolineare, inoltre una buona presenza di Vitamina C,
a difesa del sistema immunitario, ed importante
nell’assimilazione del ferro.
Grazie ai loro componenti, esse manifestano proprietà
anti-infiammatorie ed anti-ossidanti, funzionali alla
cura ad esempio del diabete, di malattie cardiovascolari
o di alcune patologie tumorali. Oltre a tutti questi
ottimi benefici, le ciliegie, grazie al loro basso indice
glicemico, ed avendo un alto indice di sazietà, risultano
essere adatte a chi segue una dieta dimagrante (100 g di
ciliegie apportano, infatti 63 Kcal) e, soprattutto, come
accennato, possiedono proprietà e caratteristiche che
aiutano tantissimo i nostri cari amici atleti, ballerini e
sportivi in genere; non è un mistero, infatti, che gli
allenamenti duri e faticosi a cui essi si sottopongono,
anche quotidianamente, possano facilmente generare
infiammazione e dolore muscolare, dovuti, appunto,
alla pressione cui i muscoli sono sottoposti durante gli
sforzi. Gli studi più recenti hanno dimostrato che le
ciliegie, ed in particolare il loro succo, sono in grado di
accorciare i tempi di ripresa dei muscoli dopo
l’allenamento; altri studi hanno dimostrato le proprietà
antinfiammatorie delle ciliegie, le stesse proprietà
possedute da veri e propri farmaci anti-infiammatori
(ibuprofene); sembra, infatti che le sostanze di cui le
ciliegie si compongono, siano in grado di inibire un
enzima presente nei processi infiammatori; altri studi
ancora, hanno dimostrato i benefici delle ciliegie sul
sistema cardiovascolare dell’individuo e sul
mantenimento di un buon livello di colesterolo nel
sangue. Da non dimenticare, inoltre, le tisane a base di
ciliegie, dall’ottimo potere drenante e disintossicante,
utili alla salute del fegato, di supporto nel contrastare
l’insorgenza della cellulite ed importanti per avere una
pelle liscia, giovane ed idratata.
Che dire quindi?
Sembra che le ciliegie abbiano tutte le caratteristiche e
siano uno dei cibi più adatti a chi ha a cuore la cura e la
salute del proprio corpo, soprattutto quando questo sia
duramente sottoposto a sforzi ed allenamenti di un
certo tipo…ed ecco, quindi, qualche suggerimento per
gli amici sportivi, per piccole coccole (ampiamente
meritate) post allenamento, nutrienti, semplicissime da
preparare e salutari.
Coppa Cremosa alle Ciliegie:
In una coppa
foto:
mettete,
Danilo
secondo
Piccini
la quantità desiderata:
• Yogurt greco bianco 0% grassi
• Ciliegie denocciolate (intere o frullate)
• 1 cucchiaino di miele o 1 cucchiaio di succo d’acero
• Una manciata di mandorle tritate (facoltativo)
• Pezzettini di cioccolato fondente
Trionfo di frutti di stagione
In una coppa mettete, secondo la quantità desiderata:
• Ciliegie denocciolate
• Fragole a pezzetti
• Pesca a pezzetti
• Due cucchiaini di succo di limone
• 2 cucchiaini di zucchero di canna o 1 cucchiaino di zucchero semolato
• Foglioline di menta
Mattonella di ciliegie:
• Yogurt greco alla ciliegia oppure yogurt greco bianco a cui aggiungerete
ciliegie denocciolate con un cucchiaino di miele o di succo d’acero;
• Biscotti integrali o ai cereali
• Succo di ciliegia
Procedimento: disponete in una terrina i biscotti, ammorbiditeli bagnandoli
con succo di ciliegia; disponetevi sopra lo yogurt con le ciliegie e ricoprite con
altri biscotti sbriciolati e succo di ciliegia; ponete la terrina in congelatore per
un’oretta al massimo perché il tutto solidifichi leggermente (se si preferisce, si
può tenere la mattonella semplicemente in frigo).
E allora…buon appetito!!!
Tu quale sceglieresti, dopo ore ed ore di prove e di allenamento per una
coreografia un pò “tosta”?
foto: Danilo Piccini
Pensiero del mese
DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE
WWW.SOLOMENTE.IT
Il Covid 19 ha bloccato tutte le manifestazioni che
prevedevano assembramenti a marzo e aprile, di
conseguenza anche la Giornata mondiale della danza
del 29 aprile 2020 è stata diversa. Non hanno potuto
avere luogo i tanti festeggiamenti dal vivo che ogni
anno vengono organizzati da enti, scuole e associazioni
in ogni nazione. Si è comunque celebrato virtualmente,
in modalità online. Tutti lontani ma allo stesso tempo
vicini, accomunati da una comune passione: la danza.
Un'arte che emoziona sempre, in ogni forma e
manifestazione, si adatta a tutti e non ha limiti di età,
sesso, razza o religione. C'è la danza professionale e
quella amatoriale, c'è chi balla in casa e chi frequenta le
sale, c'è chi si allena ogni giorno e chi ogni tanto si
scatena in solitudine. Che sia danza classica, hiphop,
samba o tango, ognuno ha la sua disciplina preferita. Il
ballo è liberatorio e soprattutto grande stimolatore di
endorfine, le molecole della felicità. Durante il lockdown
i ballerini non si sono fermati, anzi! Hanno frequentato
le piattaforme come On Dance, nata da un'idea di
Roberto Bolle, e Danzoom, oppure le classi
internazionali su YouTube, prima fra tutte quella di
Tamara Rojo (Artistic director English National Ballet).
Hanno ballato e continuano a ballare. Anche noi
abbiamo ballato sui balconi e dentro le case, hanno
ballato gli infermieri alla fine dei loro estenuanti turni,
hanno ballato i bambini, hanno ballato gli anziani.
Hanno ballato dilettanti e professionisti, uniti in una
danza collettiva che ha reso più leggeri questi mesi
difficili. Perché la danza è pura emozione e non si
ferma, mai.
https://www.solomente.it/
T U T T O B A L L O 2 0 | B A C H E C A
LIBRI
MUSICA
Lettere a un giovane danzatore
Maurice Béjart (Autore)
I. Berruyer (Traduttore)
Lindau - 2017
Blue AngelsBallroom
Latin The Golden Collection
La mia vita
Isadora Duncan (Autrice)
Maria Borgese (Traduttore)
Castelvecchi - 2019
Blue AngelsBallroom
Dancing The Golden Collection
Preparazione alla danza.
Allineamento specifico per
esibirsi al meglio in qualunque
tipo di danza
Eric Franklin (Autore), M.
Paolucci (Traduttore)
Gremese - 2017
H T T P S : / / P L A Y E R . B E L I E V E . F R / V 2 / 3 6 6 1 5 8 5 0 1 8 3 8 4
Ingiosivalle
MILONGA PARA TI...
Storia della danza
di Carl Sach (Autore)
T. De Mauro (Traduttore)
Il Saggiatore - 2020
Le produzioni Always Pomodoro
Studio sono disponibili sulla
piattaforma belive e sul sito
https://www.pomodorostudio.net/
NOVITA'
L’arte ai tempi del Corona Virus. “Dillo Alla Danza“ è
la compilation che unisce la musica al ballo ed è
disponibile su tutti i digital store dal 29 aprile.
L’idea nasce da Fabrizio Silvestri, giornalista e
autore Rai, presidente dell’Associazione “Stefano
Francia”EnjoyArt, con la collaborazione del
Pomodoro Studio Always. Dopo aver cancellato
fisicamente i festeggiamenti, del 29 aprile, Giornata
Mondiale della Danza, gli organizzatori hanno
deciso, nella stessa data, di omaggiare ugualmente
la dea Tersicore con la pubblicazione della prima
compilation “Music Dance Word Day”. “Dillo Alla
Danza”, da contest si è trasformata, così, in
compilation: una raccolta di 10 canzoni dedicate alll’arte
coereutica, una preghiera in musica che giovani artisti rivolgono all’universo come
gesto di devozione, richiamo simbolico dell’antichità, per omaggiare gli dei. Le 10 tracce di
“DILLO ALLA DANZA” faranno ballare tutti: esperti, appassionati, intenditori e semplici
amanti della danza; ognuno sceglierà il proprio stile di musica e, con la propria coreografia,
esprimerà la propria emozione. “Ci piace pensare, nonostante le distanze imposte dal
periodo, che l’arte, la musica, la danza, possano tenere unite le nostre anime producendo
in ogni artista la forza di ricominciare, più forte e uniti di prima” ha detto il Direttore
artistico Fabrizio Silvestri; un concetto, questo, avvallato anche dal presidente della
Pomodoro Studio Always, Bernardo La Fonte, che ha aggiunto: “La musica è la voce
dell'anima, il ballo è l'espressione del corpo e l'arte nei suoi molteplici aspetti è il ponte
verso una qualità della vita migliore ".
Gli artisti che hanno accettato di rendere omaggio alla danza con la loro arte sono: Alessia
Annesi, Deborah Italia, Roberto Funaro, Michele Longo, Giulia Muti, Blue Angels, Roberto
Caprari, Hyra e Lorenzo Sebastianelli. La copertina dell’album è una gentile concessione da
parte dell’artista Roberto Funaro “La Ballerina Africana”, opera in china e acquerello. Se
anche tu hai un’emozione da esprimere, “Dillo Alla Danza” è la compilation per ballare con
te… “Dillo Alla Danza” è disponibile su tutti i digital store.
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
J u n e 2 0 2 0
TuttoBallo20
OTTO BUBENICEK
"Pas de trois - Canon in D major"
Coreografie JIRI BUBENICEK
Teatro Petruzzelli - Bari
© Cosimo Mirco Magliocca Photographer Paris
Per contattare la redazione scrivete a
tuttoballo20@gmail