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LeStrade luglio 2020

SPECIALE - L’innovazione italiana che spicca nel mondo PONTI - Progetto di ripristino di impalcati in acciaio MATERIALI - Il lavoro di squadra tra emulsioni e bitumi

SPECIALE - L’innovazione italiana che spicca nel mondo
PONTI - Progetto di ripristino di impalcati in acciaio
MATERIALI - Il lavoro di squadra tra emulsioni e bitumi

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66<br />

67 LS<br />

Impalcati in Acciaio<br />

La via corretta<br />

al ripristino<br />

GLI INTERVENTI DI RIPARAZIONE/RIPRISTINO DEGLI IMPALCATI<br />

IN ACCIAIO DI PONTI STRADALI DEVONO ESSERE AFFRONTATI<br />

ADOTTANDO UN VERO E PROPRIO “APPROCCIO PROGETTUALE”,<br />

SOPRATTUTTO QUANDO SI OPERA IN PRESENZA<br />

DI TRAFFICO. DI SEGUITO, UNA BEST PRACTICE A CURA DI IIS,<br />

L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA, RAPPRESENTATIVA<br />

DI UN’INIZIATIVA IN CUI LA GRANDE COMPLESSITÀ È STATA<br />

SEMPLIFICATA DAI GIUSTI METODI E STRUMENTI.<br />

La riparazione di anomalie o difetti rilevati su strutture<br />

metalliche, quali ponti e viadotti in acciaio destinati<br />

alla viabilità, è un argomento di grande attualità. La<br />

forte spinta in atto e i conseguenti investimenti destinati alla<br />

manutenzione delle opere civili contribuiranno progressivamente<br />

all’individuazione delle opere che necessitano prioritariamente<br />

di interventi di manutenzione o ripristino. Per<br />

quanto concerne le opere a struttura metallica, le anomalie<br />

“attese” consistono, nella maggior parte dei casi, in fenomeni<br />

di ammaloramento dovuti alla corrosione atmosferica<br />

ovvero all’insorgenza di cricche di fatica dovute ai carichi<br />

ciclici applicati o, infine, alla presenza di difetti originari, in<br />

particolare, in corrispondenza dei giunti saldati. Questi ultimi<br />

risalgono alle fasi di costruzione e ciò si verifica più frequentemente<br />

in corrispondenza delle saldature trasversali<br />

fra i conci, giacché eseguite in opera e non in officina e pertanto<br />

in condizioni operative non ottimali.<br />

Le riparazioni e il ripristino in opera di anomalie di tipo planare,<br />

sempre di particolare gravità, debbono essere inseriti<br />

nel quadro di un intervento realizzativo che richiede un notevole<br />

sforzo progettuale, soprattutto quando questi interventi<br />

vengono realizzati sotto l’azione di carichi importanti,<br />

per il peso della struttura e in presenza di traffico. La riparazione<br />

di difetti in saldatura prevede inevitabilmente la rimozione<br />

preliminare dei tratti di saldatura interessati dalla<br />

presenza dei difetti stessi. Questa rimozione indebolisce le<br />

membrature e può compromettere la stabilità statica della<br />

struttura durante l’intervento, costituendo un rischio sostanziale<br />

di collasso che si manifesta durante le fasi di lavo-<br />

1<br />

ro e deve essere adeguatamente mitigato, ricorrendo, se<br />

necessario, alla parzializzazione del traffico.<br />

Nel seguito viene descritto uno di questi interventi, che IIS<br />

(Istituto Italiano della Saldatura) ha definito e progettato,<br />

finalizzato alla riparazione di un viadotto di svariati chilometri<br />

di lunghezza, a struttura mista, con impalcato metallico<br />

e soletta in c.a., per la viabilità stradale ordinaria, già posto<br />

Giancarlo Canale<br />

Responsabile Coordinamento<br />

Commerciale Gruppo IIS<br />

Istituto Italiano<br />

della Saldatura<br />

Federazione FINCO<br />

1. Tipico di viadotto a sezione<br />

variabile (modello FEM)<br />

2<br />

3<br />

2. Tipico di giunto trasversale<br />

tra travi principali<br />

con indicazione delle aree<br />

di rimozione difetti<br />

3. Esemplificativo di codifica<br />

dei componenti<br />

in opera e sul quale, all’atto dei controlli visivi e strumentali,<br />

fu evidenziata un’ampia serie di indicazioni di difetti di<br />

tipo planare. Era richiesto che l’intervento fosse eseguito in<br />

presenza di carichi meccanici importanti dovuti al peso della<br />

soletta in calcestruzzo.<br />

Tipologia di impalcato<br />

e obiettivo dell’intervento<br />

L’impalcato in acciaio era costituito da una sezione variabile<br />

del tipo mostrato in fig. 1. L’acciaio impiegato era del tipo<br />

S355 J2 (per gli spessori ≤40 mm) e del tipo S355 K2 (per gli<br />

spessori >40 mm). Nel caso in oggetto, a seguito di controlli<br />

effettuati, fu rilevata la presenza sistematica di difettosità<br />

planari del tipo: cricca, mancanza di fusione, difetti al vertice<br />

e inclusioni di scoria, in corrispondenza di un elevatissimo numero<br />

di giunti saldati testa a testa a piena penetrazione (circa<br />

1200 giunti) fra le piattabande e le anime delle travi principali<br />

del viadotto. Obiettivo dell’intervento era quello di portare<br />

a termine tutte le riparazioni necessarie, riducendo al minimo<br />

i rischi di instabilità dovuti alla propagazione di rotture durante<br />

le operazioni di scavo e rimozione dei difetti esistenti.<br />

Principali criticità<br />

dell’intervento<br />

Le principali criticità in questa tipologia di interventi sono<br />

le seguenti:<br />

1. Il numero elevatissimo di difetti e pertanto di posizioni su<br />

cui occorre intervenire con le riparazioni (rimozione difetti<br />

e saldatura di ripristino), con problematiche di mappatura<br />

e riferimenti per controllare l’avanzamento delle riparazioni<br />

e l’esito dei ricontrolli;<br />

2. Il dover operare sotto carichi meccanici importanti (peso<br />

struttura e/o traffico) con il rischio di propagazione instabile<br />

di rotture durante le fasi di rimozione dei difetti (scavo)<br />

e, pertanto, la definizione, zona per zona, delle dimensioni<br />

limite del f scavo;<br />

3. L’individuazione degli assi neutri delle sezioni per distinguere<br />

le zone compresse da quelle tese;<br />

4. La quantificazione del ruolo delle tensioni residue di saldatura<br />

preesistenti;<br />

5. La definizione della tenacità effettiva del materiale (resistenza<br />

alla propagazione instabile di rotture) nelle aree soggette<br />

alle rimozioni di materiale;<br />

6. La definizione delle corrette sequenze e tecniche di saldatura<br />

da adottare;<br />

Mappatura capillare<br />

delle posizioni di intervento<br />

Ciascuna delle numerosissime posizioni di intervento presenta<br />

una situazione diversa per quanto concerne le difettosità<br />

rilevate. In fig. 2 è rappresentato un tipico di una zona<br />

di intervento (saldatura testa a testa fra le due anime e le<br />

due piattabande in un giunto trasversale).<br />

La complessità nel redigere un “book” di dettagli di riparazione<br />

è legata a molteplici fattori, che vedremo più avanti,<br />

che intervengono nella valutazione di ogni singolo difetto<br />

in ragione della posizione e dell’estensione dello stesso.<br />

Anche per questo motivo è fondamentale individuare preliminarmente<br />

un sistema di riferimenti che permetta l’individuazione<br />

univoca di ciascun giunto, sia in sede di controllo,<br />

sia in sede di eventuale riparazione. In fig. 3, uno sketch<br />

esemplificativo evidenzia una possibile codifica dei componenti<br />

che costituiscono la sezione trasversale di un viadotto.<br />

Il rischio di instabilità<br />

durante le operazioni<br />

Il rischio di propagazione instabile viene mitigato ricorrendo<br />

alla valutazione delle dimensioni massime degli scavi o<br />

dei difetti nell’ambito della procedura di riparazione. Questo<br />

è uno degli aspetti ingegneristicamente più complessi della<br />

valutazione che prevede il ricorso a sofisticati strumenti di<br />

calcolo. Applicando i principi della Meccanica della Frattura<br />

vengono stimate le dimensioni critiche di eventuali difetti, o<br />

scavi, potenzialmente in grado di determinare un fenomeno<br />

di propagazione instabile del difetto stesso. A tale scopo<br />

possono essere adottate le prescrizioni della norma BS<br />

7910 “Guide to methods for assessing the acceptability of<br />

flaws in metallic structures”; ulteriori informazioni, con particolare<br />

riferimento alla tenacità dei materiali, sono reperibili<br />

nella norma API 579-1/ASME FFS-1 “Fitness For Servi-<br />

Ponti&Viadotti<br />

Ponti&Viadotti<br />

7/<strong>2020</strong> leStrade<br />

7/<strong>2020</strong>

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