TuttoBallo20 september2020- EnjoyArt
“Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti”. Gabriele D’Annunzio è presente all’interno del numero di settembre di TuttoBallo20, il professore Ernesto Di Renzo, ci racconta come il “Parrozzo” d’Abruzzo sia stato uno dei dolci più amati dal nostro poeta abruzzese. TuttoBallo20 è la rivista che ti informa e ti tiene in forma. Questo mese abbiamo deciso di presentare argomenti che stimolano la creatività per dare slancio alla rinascita. Interviste con: il guru della danza Espen Salberg; i coach Massimo Giorgianni e Alessia Manfredini; la prima ballerina internazionale Liudmilla Konovalova; Matteo Sedda, il ballerino che è riuscito a portare la sua vita in palcoscenico; Susanna Santoro e Jon Vallejo una coppia a confronto per raccontare la loro storia di Danza e amore sul palcoscenico. I consigli dei nostri esperti per come ripartire alla grande e affrontare un nuovo anno di lavoro complesso: Ciro Vinci, Michela Mignano, Giovanni Battista Gangemi, Eugenia Galimi, Angela De Vito, Sandro Mallamaci, Danilo Pentivolpe, Jupiter (l’astrologo di Rai1), Annalisa De Meis. In questo numero incontrerai compagnie prestigiose di danza che nel rispetto delle norme anti Covid-19 presentano i loro spettacoli: Atzewi Dance Company, Circo Bianco, Altradanza, Luigi Fortunato, Roma Europa Festival. In questo numero vi proponiamo ampie pagine di formazione con Inspiral Ballet di Chilian Estevez Heredia, Domenico Iannone, Alessia Demofonte, Federico Vessella. Sulle pagine di TuttoBallo20 la formazione passa anche per la storia della danza con Vittorio Viscardi e Gianna Menetti. Rossella Simonari, Susan Walker Spence. TuttoBallo20 ti informa e ti tiene in forma, scarica il tuo numero di Settembre e inizia a leggere l’argomento che più ti interessa. Fai un regalo ad un tuo amico e suggerisci anche a lui di leggere TuttoBallo20, così anche lui sarà in forma e informato… Buona Lettura.
“Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti”.
Gabriele D’Annunzio è presente all’interno del numero di settembre di TuttoBallo20,
il professore Ernesto Di Renzo, ci racconta come il “Parrozzo” d’Abruzzo sia stato uno dei dolci più amati dal nostro poeta abruzzese.
TuttoBallo20 è la rivista che ti informa e ti tiene in forma.
Questo mese abbiamo deciso di presentare argomenti che stimolano la creatività per dare slancio alla rinascita. Interviste con: il guru della danza Espen Salberg; i coach Massimo Giorgianni e Alessia Manfredini; la prima ballerina internazionale Liudmilla Konovalova; Matteo Sedda, il ballerino che è riuscito a portare la sua vita in palcoscenico; Susanna Santoro e Jon Vallejo una coppia a confronto per raccontare la loro storia di Danza e amore sul palcoscenico.
I consigli dei nostri esperti per come ripartire alla grande e affrontare un nuovo anno di lavoro complesso: Ciro Vinci, Michela Mignano, Giovanni Battista Gangemi, Eugenia Galimi, Angela De Vito, Sandro Mallamaci, Danilo Pentivolpe, Jupiter (l’astrologo di Rai1), Annalisa De Meis.
In questo numero incontrerai compagnie prestigiose di danza che nel rispetto delle norme anti Covid-19 presentano i loro spettacoli: Atzewi Dance Company, Circo Bianco, Altradanza, Luigi Fortunato, Roma Europa Festival.
In questo numero vi proponiamo ampie pagine di formazione con Inspiral Ballet di Chilian Estevez Heredia, Domenico Iannone, Alessia Demofonte, Federico Vessella.
Sulle pagine di TuttoBallo20 la formazione passa anche per la storia della danza con Vittorio Viscardi e Gianna Menetti. Rossella Simonari, Susan Walker Spence.
TuttoBallo20 ti informa e ti tiene in forma, scarica il tuo numero di Settembre e inizia a leggere l’argomento che più ti interessa.
Fai un regalo ad un tuo amico e suggerisci anche a lui di leggere TuttoBallo20, così anche lui sarà in forma e informato… Buona Lettura.
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
s e p t e m b e r 2 0 2 0
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
TuttoBallo20
LIUDMILA KONOVALOVA
Wiener Staatsoper
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
TuttoBallo20 - September 2020
In copertina :Liudmila Konovalova - Étoile Winer Staatsoper
TuttoBallo20 - September 2020.
Editore "Stefano Francia" EnjoyArt
Direttore - Fabrizio Silvestri
Vice direttore - Eugenia Galimi
Segretaria di redazione - Pina delle Site
Redazione - Marina Fabriani Querzè
hanno collaborato: Ernesto Biagetti, Maria Luisa Bossone,
Elena Botti, Marco Calogero, Antonio Desiderio Artist
Management, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Gianluca
Nardulli Walter Garibaldi, Giovanni Battista Gangemi, Lara
Gatto, Danilo Piccini.
Foto: Danilo Piccini, Luca Bartolo, NYC DANCE PROJECT,
Gennaro Guida., Veronica Napoleoni.
Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine
sociale dei protagonisti.
Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del
diritto d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e
discussione ai sensi degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis
della Lg. 633/1941.
É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.
É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal
direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.
Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt
per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com
Contro Copertina
La contro copertina di Settembre è
dedicata a due giovani artisti.
Veronica Napoleoni,
fotografa, che ha realizzato lo scatto della
contro copertina.
(www.veronicanapoleoni.com).
Saverio Santangelo, (ritratto nella foto)
Giovane ventenne siciliano, danzatore,
attore di musical.
T U T T O B A L L O 2 0 | S E P T E M B E R 2 0
E D I T O R I A L E
F a b r i z i o S i l v e s t r i
d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e
Settembre è un mese dove tutto si rimette in moto. E’ il mese dei progetti e dei buoni propositi.
L’importante, però, è che i buoni propositi si trasformino in azioni. Agli obiettivi fissati in vacanza, devono seguire
le azioni, altrimenti restano sogni. Allora qual è il modo giusto di affrontare questo mese?
Questo è il mese delle sfide con se stessi. Settembre è il mese delle nuove opportunità… Tu sei pronto a guidare
la macchina della vita per raggiungere i tuoi obiettivi? La cosa migliore della fine di qualcosa (come la fine
dell'estate), è un nuovo inizio.
Fare tabula rasa, ricominciare, cambiare stagione e ruolo fa bene a tutti. E settembre potrebbe essere il mese
dell'opportunità per migliorare se stessi e fare qualcosa per gli altri. Per raggiungere gli obiettivi bisogna
rispettare alcune regole:
Pensa positivo e sarai più felice
I pensieri positivi sono una garanzia di felicità. Tutto ciò che pensi quasi sempre accade. Il cervello è un
trasmettitore di emozioni. Il pensiero positivo produce endorfine, trasmettitori di energia vitale, da cui dipende il
nostro umore, il sentirci bene o male. Attivando le endorfine riusciamo a ridurre stati emotivi negativi,
producendo sensazioni di sollievo e benessere. Come svilupparle? Con il pensiero positivo, con la respirazione
giusta, yoga e meditazione. Quindi, trovando il lato positivo in tutto quello che facciamo o sta per accadere,
ritorna il buon umore. Un trucco per stare bene e cambiare modulazione del pensiero? Pensa a cosa divertenti,
anche se ridi da solo, chi se ne frega… Guarda un film comico, oppure pensa che a breve potrai indossare di
nuovo gli stivali che ti piacciono tanto. Sii sinceramente felice che torna settembre e trasmetti questa allegria a
tutti…
Non ti lamentare!
Sapevi che ci lamentiamo in media 20 volte al giorno? (E generalmente senza motivi gravi...) Lamentarsi è come
stare sulla sedia a dondolo, ti muovi ma non ti porta da nessuna parte. Più ti lamenti più darai importanza alla
cosa che ti dà fastidio. Relativizza l'importanza delle cose facendoti la grande domanda: è davvero così grave
da dargli tanta importanza?
I cinesi dicono: Hai un problema e puoi risolverlo?… Perché ti preoccupi.
Hai un problema e non puoi risolverlo?... Perché ti preoccupi.
Saluta la pigrizia
E’ finito il tempo della siesta. Togli il sombrero e inizia a muoverti. Sveglia presto la mattina, abbandona il
malumore, programma la giornata con il sorriso. Piccolo trucchetto per superare la pigrizia. Tecnica del
countdown spaziale … Quante volte in tv hai visto la partenza di un shuttle? Cosa fanno prima di lanciarlo nello
spazio? Contano a rovescio 5, 4, 3, 2, 1, vai..alla fine del count down la navetta viene lanciata nello spazio … Ora,
immagina anche tu di essere uno shuttle da lanciare ogni volta che devi fare qualcosa … Non rimandare più. Per
ogni cosa che devi fare conta da 5 a zero e vedrai che al cervello darai la spinta giusta per fare quella cosa.
Come alzarsi dal letto e non spegnere per 10 volte la sveglia … A proposito della sveglia, mettila distante dal
letto, vedrai che quando suona sei obbligato ad alzarti … Io l’ho messa in bagno. E sai perché? Perché quando
metti i piedi fuori dal letto, il corpo si sveglia automaticamente …
Programma le tue giornate
Rientrare a lavoro dopo un periodo di riposto, equivale a stressarsi ancora: leggere le e-mail, smaltire il lavoro
accumulato, rimettere in ordine la casa, affrontare i problemi quotidiani e così via.. Per superare tutto in maniera
allegra e brillante, prendi un quaderno, agenda o taccuino e scrivi le cose da fare nella giornata suddividendole
in: cose da fare immediatamente, cose da fare in un secondo momento, cosa superflue, e cose che puoi
delegare …
Una volta stabilita la priorità delle cose da fare, inizi con una visione completa della giornata e sei anche
contenta di fare le cose che hai stabilito tu e che nessuno ti ha imposto di fare …
Fare Pulizie
È dimostrato che pulire i luoghi in cui passiamo molto tempo ha effetti benefici per la salute mentale, quindi fai il
primo passo mettendo a posto le tue cose in camera, in casa e in ufficio …
Ascolta una bella playlist ballabile … balla mentre ascolti la musica, fai diventare il tuo cervello distributore
automatico di endorfine e vedrai che il buon umore arriva …
A T T U A L I T Á B A L L O
F I S C O E B A L L TuttoBallo20
Anthony Mmesoma Madu
La storia di un ballerino nigeriano
Dopo una esibizione in mezzo al fango il giovane ballerino nigeriano
ottiene una borsa di studio con l'American Ballet Theatre negli Stati Uniti.
Dimostrando alla sua comunità che tutto è possibile.
di Giovanni Fenu
In questo periodo storico che stiamo vivendo, fatto di giornate concitate, di allarmi quotidiani sulla pandemia che minano le
nostre fragili certezze quotidiane che inamovibili ritenevamo fino a qualche mese fa, la storia che proviene dalla Nigeria è
come un raggio di luce nel buio tunnel che stiamo attraversando. Una goccia di speranza nel mare, agitato, del vivere
quotidiano, un appiglio a cui aggrapparsi per tentare di risollevarsi fino quasi a toccare il cielo; tutto questo grazie alla
fanciullesca leggiadria di un giovane ballerino nigeriano, Anthony Mmesoma che, con la sua performance ballerina sotto la
pioggia, a piedi nudi nel fango, ripresa in un video che ha ben presto spopolato su YouTube, non solo ha commosso milioni di
utenti nel mondo, ma ci ricorda anche come l’arte tersicorea può, con la sua leggerezza, esprimere al meglio il concetto di
“sogno”. Il dodicenne Mmesoma, allievo della sede nigeriana “Leap of Dance Academy”, la quale intende raggiungere il
miglioramento personale soprattutto attraverso il ballo, con la sua danza naturale, a piedi nudi nel fango con sullo sfondo le
povere capanne del suo villaggio, ci ricorda – per citare Trilussa – che “tutto sommato la felicità è una piccola cosa”, anche –
e soprattutto – una spontanea danza sotto la pioggia, in un povero, ricco villaggio della Nigeria. Il gesto di Mmesoma, che a
me, spero di non essere impertinente, ricorda, per la sua spontaneità e leggiadria, la celebre danza sotto la pioggia di Gene
Kelly in Singin’ in the Rain (1952), non è passato inosservato e ha destato l’attenzione di diversi “addetti ai lavori”.
In particolare quella dell’ex ballerina nigeriana Fade Ogunro che, impressionata dalla grazia e dal talento di Anthony, non ha
esitato a contattare la scuola di danza dove si allena il giovane, per garantire a lui e ad altri talenti nigeriani dell’arte
tersicorea una borsa di studio che consentirà loro di studiare seriamente la danza classica almeno fino al compimento della
maggiore età. Il genuino gesto di Anthony, a noi occidentali, soprattutto in questo momento così incerto e nebuloso, deve
servire da sprone, da monito a non arrendersi, ad andare avanti con rinnovata speranza e fiducia. In fin dei conti tutti noi, così
come il giovane danzatore africano, abbiamo quotidianamente il nostro “fango” sotto i piedi – chiamatelo come volete, che
siano problemi economici, personali, esistenziali e quant’altro – che tenta di trattenerci a terra; e proprio in questi momenti,
come ci insegna Anthony, che bisogna riscoprire tutta la nostra forza, la nostra fanciullesca leggiadria per librarci, come tanti
ballerini, verso quel cielo che, se oggi è plumbeo, domani vedrà risplendere un meraviglioso arcobaleno.
Parafrasando una celebre frase presente ne L’Idiota di Fiodor Dostoevskij, possiamo affermare che:
“la bellezza (e la danza, nda) salverà il mondo”.
FC IO SM CP O E L E A NBN AI LE L OB A L L O
TuttoBallo20
La "Regina della danza" Carla Fracci il 20 agosto è stata festaggiata per i suoi 84 anni a
Nepi, al Festival Internazionale della Danza e delle Danze diventando cittadina onoraria.
Nella foto e tra le braccia dei ballerini: Giuseppe Picone Maurizio Nardi, Marlon Dino,
Friedman Vogel, Oscar Chacon , Alexander Diablo, Ioaquin de la Luz. Fotografia storica e
unica scattata nel 2013 dal maestro fotografo Alessio Buccafusca. Auguri!!!
Il 25 agosto la "Fatina della Tv" Maria Giovanna Elmi ha festeggiato nella sua Tarvisio
i suoi primi 80 anni. Annunciatrice, cantante di canzoni per bambini, conduttrice, Maria
Giovanna Elmi è considerata il volto solare ed elegante di una televisione garbata.
foto di Danilo Piccini. Auguri!
Salberg (Oslo 28/3/1952, Ariete), già campione di latin dance, icona della
Espen
internazionale, è diventato il coach di ballo più ricercato nel settore danza di
danza
è uno stilista di moda affermato nel 2004 crea
Attualmente
viola di Paulina (Jennifer Lopez) protagonista del film “ShallWe Dance”.
l’abito
un impegno e l’altro, mentre gira il mondo, siamo riusciti a fargli qualche
Tra
su danza e moda…
domanda
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO
A L L O
TuttoBallo20
ESPEN SALBERG
I L G U R U D E L L A D A N Z A S I R A C C O N T A
coppia e non solo.
di Pina Delle Site
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO
A L L O
TuttoBallo20
Ciao Espen, dopo aver vissuto in ogni angolo della terra, attualmente,
dove vivi?
Io e il mio compagno Issy viviamo a Tokio. Quattro anni fa ci siamo trasferiti
da Bali, Indonesia.
Tu hai iniziato a ballare quando avevi 10 anni, come ti sei avvicinato
alla danza?
A 8 anni ho visto in televisione in Norvegia un team match di 10 balli tra
Scandinavia e Inghilterra, e durante la pausa ci fu una gara di Team Macht
Junior, quando ho visto ballare quei bambini mi sono innamorato
immediatamente della danza. Dopo un pò ho iniziato a studiare danze di
coppia in una scuola locale e da quel momento non ho più smesso…
Tu hai ballato, Standard, Latino Americani, 10 Balli (titolato mondiale
amatore e professionista). Cosa ti portò a scegliere definitivamente le
Danze Latino Americane?
Ho iniziato a ballare 10 balli perché quando si è bambini ti insegnano tutti e
due, giustamente. A 10 anni ho iniziato a fare le gare vincendo vari titoli,
europei, Mondiali. Quando ballavo con Kirsten il migliore risultato era
sempre nei latino americani, così abbiamo scelto definitivamente quello
stile, anche perché sono stato sempre attratto da
dalle musiche latine.
In rapporto ad oggi cosa ti manca della danza degli anni 70/80?
In quegli anni, tutto sembrava più semplice. Avevamo un solo maestro, oggi
le coppie ne hanno 8, 10. Io mi sentivo guidato, protetto dal mio
insegnante. Abbiamo vissuto un ballo sano dove si pensava solo a ballare,
migliorarsi e avere personalità. Oggi un ruolo importante lo gioca anche la
“politica”. Il ballo di oggi qualitativamente è altissimo, quello che noto nelle
coppie moderne è la mancanza di identità.
I ballerini oggi sembrano tutti uguali, pochi danzano il proprio stile.
Mancano di personalità.
Tu oggi sei il modello al quale molti ballerini si ispirarono per
diventare una star nella danza. E Espen Salber a chi si è ispirato?
Quali erano i tuoi modelli quando ballavi?
Ti ringrazio, mi fa piacere sapere che sono un modello, una guida per loro.
Quando ballavo io, i modelli erano i campioni come Peter Eggleton e Brand
Winslade, i pluricampioni Bille Bobbie Irvine. Nomi che non pronunciano i
giovani di oggi, eppure sono loro che hanno fatto la storia del ballo.
Espen Salberg e suo marito Issy
nel giorno delle nozze, celebrate nel 2018 in Italia.
Tu oggi sei un coach, coreografo affermato. La tue coreografie si
distinguono da quelle dei tuoi colleghi soprattutto per la
contaminazione tra i generi che tu hai introdotto. Come si crea una
coreografia?
Io provo sempre a essere me stesso. Anche quando avevo 16, 17 anni
curavo io le mie coreografie. Quando ero competitore, io creavo le nostre
coreografie, cercavo sempre di essere originale, e non avevo mai paura di
non essere in linea con gli altri, anzi, volevo proprio creare il mio trend, il
mio stile. Forse, questo è stato il modo migliore per cercare ispirazione.
Quando crei una coreografia nel ballo, si cercano le giuste atmosfere;
ascolto la musica latino americana e mi lascio trasportare dal ritmo,
cercando di immaginare come i corpi dell’uomo e della donna possano
ballare insieme, quale emozione sentano e quale debbano trasmettere al
pubblico. Il corpo deve seguire il ritmo, mettere in gioco il carattere di quel
ballo. Tutto questo produce ispirazione.
Non esiste una ricetta giusta per fare una bella coreografia. Io ascolto la
musica che scelgo o la coppia ha scelto, poi chiedo o mi domando perché
l’ho scelta, e quale messaggio voglio veicolare. Poi studio la coppia, i
protagonisti, le loro capacità, il loro potenziale.
Entro nel loro territorio per capire se sono a loro agio e sono disposti ad
imparare nuovi passi. C’è differenza tra coreografie da gara e quelle per
uno show. Nel primo caso si guarda prima la tecnica, la personalità e poi si
inizia a studiare i passi da eseguire in gare. Mentre nello show prediligo più
lo spettacolo, la contaminazione di generi e stili. Ogni coreografia deve
avere un forte appeal, che emozioni e catturi l’attenzione del pubblico. Mi
piace coreografare, mi piace lavorare in team. La danza è arte e business,
per questo bisogna sempre offrire una performance di alta qualità. Musica e
mood sono assolutamente, per me, elementi importanti per creare una
coreografia avvincente.
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO
A L L O
TuttoBallo20
P E R S O N A G G I E B A L L O
F I C O E B A L L O
TuttoBallo20
Quando tu ballavi, c’era una sola federazione che organizzava i campionati, il vincitore era l’unico
campione al mondo.
Oggi, invece, con le varie federazioni che organizzano gare, campionati, ci sono due o tre campioni del
mondo che rivendicano il titolo. Secondo te, tutto questo sta svalutando la danza?
Il mondo del ballo si è sviluppato molto, rispetto a quando ballavo, oggi ci sono molte più coppie e credo per
questo sia giusto offrire una scelta più ampia. D’altro canto, però bisogna anche dire che ogni federazione ha il
proprio campione. E in giro per il mondo
ci sono due, tre campioni del mondo. Questo, a mio avviso, abbassa il valore dei titoli vinti. Un titolo di oggi ha
meno appeal per lo showbiz danza, rispetto a ieri, quando una sola coppia all’anno era campione. Secondo me,
una coppia si può definire tale quando riesce a conquistare tutto il mondo per la sua bravura e poco importa a
quale federazione appartiene. In teoria la tecnica, il carisma, l’appeal fanno di una coppia i campioni. Dico questo
perché molte federazioni pensano che per diventare campione bisogna avere altre caratteristiche, penalizzando
così un pò la tecnica. Se le federazioni promuovono ballerini che hanno tecnica scadente, tale concezione svaluta
la danza…
Dopo qualche anno dal tuo debutto, avvenuto nel 1973, tu lasci la Norvegia, per diventare cittadino del
mondo. In tutti i traslochi che hai fatto (Londra, Roma, Bhali, Tokyo), Espen cosa cercava?
Sono diventato cittadino del mondo perché volevo crescere, imparare da chi ne sapeva più di me… Nel 1973, io e
Kirsten, ci siamo trasferititi a Londra perché volevamo entrare a pieno titolo nel circuito internazionale della danza,
dal momento che nessun norvegese
prima di noi era diventato campione mondiale. Noi ci siamo riusciti… Abbiamo vinto il titolo nazionale inglese e poi
il titolo mondiale amatori Latini; quando siamo tornati in Norvegia abbiamo aperto la scuola di ballo. Poi siamo
tornati in Inghilterra, nel 1979, abbiamo ballato come professionisti Latini fino al 1985, anno in cui abbiamo vinto
proprio il Campionato Professionisti Latini. Da lì abbiamo iniziato a girare il mondo con lo show Latin Fantasy con
Alan e Hazel Fletcher. In quello show ho imparato tanto, come coreografo e come stilista di abiti da ballo. Quando,
nel 1993 ho deciso di smettere di ballare per dedicarmi di più sul mio sogno di diventare stilista, mi trasferisco a
Roma dove inizio a studiare moda, poi nel 2007 mi trasferisco a Bali...
Oxana Lebedew e Espen Salberg
Ci racconti come ti sei avvicinato alla moda e come mai hai deciso di venire a vivere a Roma?
Avevo 40 anni, come ti raccontavo prima, decisi di smettere di ballare per realizzare il mio sogno, quello di studiare
moda… Mi trasferii a Roma per farlo. Mi iscrissi all’Accademia Europea di Moda di Franco Reale. Li è iniziato tutto.
Mi ricordo che andavo tre giorni a settimana a scuola a San Lorenzo in Lucina, il resto dei giorni li passavo a
studiare e insegnare. Una volta terminata la scuola, ho aperto il primo atelier di moda con Daniele Leonardi di
Terni, come me, amico di Stefano Francia, poi con De Paolis e con varie ditte di produzione italiane fino al 2007,
anno in cui sono andato a vivere a Bali anche per una situazione di salute, dovevo prendermi cura di me e
prendermi un po' di pausa. Bali, invece, mi ha dato una forte opportunità, creando il mio brand “Firmato
EspenSalberg”.
Quando crei una collezione a cosa ti ispiri?
L’ispirazione può arrivare da un profumo, da un colore, da un tessuto, da una donna stessa. Per me è importante
rendere la donna, elegante e sensuale. Inizio sempre dalla visione di una silhouette e poi arriva il tema della
collezione. Come l’ultima collezione, Profumo di Donna. Donna elegante, e sensuale, ricoperta di pizzo nero
trasparente.
Il tuo colore preferito?
Il mio colore preferito è il nero. Ricordo che quando facevo il parrucchiere lessi in qualche rivista che i colori
fondamentali della mo
sono Nero, Bianco e Rosso. Quei colori li usavo anche per le clienti che ballavano e dovevano decidere il colore
dei capelli; all’epoca, anche se azzardato, era importante farsi notare in pista, sono colori che in pista fanno
ancora effetto. Oltre a questi tre colori base mi piace color champagne, color nudo nel tono giusto, verde smeraldo,
pinkcerries, viola.
Carolyn Smith
Coco Chanel diceva: “Se una donna è malvestita si nota l’abito. Se è vestita impeccabilmente si nota la
donna”, cosa rende unica una donna per “Firmato EspenSalberg”?
La donna “Firmato EspenSalberg” è una donna unica, sensuale, elegante, fuori dagli schemi convenzionali. Amo
molto curare la silhouette. Per il 95% lavoro su tessuti elasticizzati, perché è molto importante che l’abito sia
comodo e questo rende la donna felice.
Quali consigli puoi dare alle giovani ballerine per creare e tenere alto il loro personal brand, la loro immagine?
Quando si parla di Personal brand è difficile dare consigli, soprattutto ai giovani di oggi che sono cresciuti con
internet, e vanno alla ricerca del proprio stile copiando a destra e a sinistra, guardando su youtube i loro idoli. Per
aiutarli veramente, bisogna assecondare la loro indole, cercando di tirare fuori la loro personalità, solo così
possiamo guidarli. Bisogna rendere conto dell’inclinazione della coppia e lavorarci sodo. Poi, se si raggiunge
l’obiettivo la soddisfazione è per tutti.
I sogni del giovane Espen, si sono realizzati tutti?
Espen ha realizzato tutti i sogni che aveva da bambino. Ora ci sono quelli da adulto, che non dirò mai a nessuno, li
custodisco dentro di me e lavoro duro per realizzarli. Sono abituato a farcela da solo, qualora non ci riuscissi non
mi vergogno a chiedere aiuto…
Firmato Espen Salberg
FP IE SR CS O N E A GBG AI LE L BO
A L L O
TuttoBallo20
"Fin da bambina mi è sempre piaciuto ballare"
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Liudmila Konovalova è nata a Mosca (Russia). Si è diplomata alla Moscow Bolshoi Ballet Academy ed è entrata a far parte del Russian State Ballet nel
2002. Nel 2004 è stata nominata prima solista e ha ballato i ruoli principali in "Giselle", "Don Chisciotte", "Schwanensee", "Dornröschen", "Der
Nussknacker", "Danza delle ore" e "Paquita". Nel 2007 è entrata a far parte dello Staatsballett Berlin ed è stata nominata Solista nel 2009. A Berlino
ha interpretato i ruoli principali in "Dornröschen" di Vladimir Malakhov, "Schwanensee" di Patrice Bart e "Der Nussknacker", "Scheherezade" (Fokin)
e Pierre Lacotte. "La Vivandière" e "Concerto per violino" di Clark Tippet (Max Bruch Nr. 1), nonché altri ruoli principali in "Giselle" e "Das
flammende Herz" di Patrice Bart, "Cenerentola" e "La Péri" di Vladimir Malakhov, "Paquita" "(Petipa), "Festa dei fiori a Genzano" (Bournonville) e
"Sylvia" di Frederick Ashton. Nel 2010 è entrata a far parte della Wiener Staatsballett come solista ed è stata ì promossa a First Solist nel 2011.
Premi e riconoscimenti: 3 ° posto al concorso "Young Russian Ballet" a Krasnodar (2004), Premio speciale dal Serge Lifar Ballet Competition a Kiev
(2006), 2 ° posto al Concorso internazionale di balletto KIBC a Seoul, 1 ° posto all'ÖTR -Concorso a Vienna e nel Concorso di danza classica "Premio
Roma" nel 2007, Premio Capri Danza International (2018). Nel giugno 2019 liudmila Konovalova è stata onorata dall'Ambasciata russa a Vienna per i
suoi meriti del rapporto culturale tra Russia e Austria.
I Tuoi esordi fino all'arrivo al Teatro dell'Opera di Vienna.
Fin da bambina mi è sempre piaciuto ballare, quando ascoltavo la musica, in particolare la musica classica (Lo Schiaccianoci era mio preferito a quel
tempo, 3-4 anni. In seguito, mi hanno iscirtto alla scuola di danza, dapprima privata, poi in quella professionale dell'Accademia Bolshoi. Il mio
processo educativo non è stato facile ... Sono riuscita a malapena ad entrare in accademia, ma solo nella classe per "alunni poco talentuosi" e più tardi
(2a classe dell'Accademia) sono stata buttata fuori dall'Accademia. Mia Madre ha dovuto scrivere una lettera per supplicare di tenermi in accademia
e fortunatamente sono riuscita a finire tutto i corsi accademici. Il modo per diventare Ballerina e' stato molto arduo, pieno di ostacoli, ma credo
proprio che questo mi abbia reso la Ballerina e la Persona che oggi sono. Ho imparato a superare qualsiasi difficoltà e a continuare sulla strada verso
il mio sogno, il mio obiettivo! Uno dei momenti molto importanti della mia vita e soprattutto della mia carriera è successo in Italia a Roma! Ho vinto il
Premio Roma Competition, dove il presidente della giuria era Maya Plisetskaya!
E questo, e soprattutto Lei, mi ha aperto molte porte e ha fatto sì che le persone sentissero parlare di me, mi invitassero. È stato l'inizio della mia
carriera internazionale. Più tardi, quando ero già prima ballerina della Wiener Staatsoper, sono stata invitata a ballare per il giubileo di M. Plisetskaya
85 a Parigi ... Ma la nostra grande, anche straordinaria relazione stava iniziando in Italia, a Roma. A Roma ho incontrato per la prima volta anche
Giuseppe Picone (Direttore del Balletto San Carlo) in occasione del mio Debutto al Lago dei cigni con il Teatro Dell'Opera di Roma, invitata dal
manager Antonio Desiderio. E da quel momento abbiamo iniziato la nostra grande amicizia e collaborazione sul palco!
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Cosa è importante per una ballerina?
Molte cose… Ovviamente parto dalle mie esperienze. Il
talento ovviamente è la base ma occorre anche un duro
lavoro!
Questa la grande combinazione. Se manca uno dei due,non
si può avere successo. Inoltre, credere fortemente in cio
che fai ed amare la tua professione! Un pizzico di fortuna
serve sempre, ma devi essere pronto a cogliere quelle
possibilità, e non puoi sederti, non fare nulla ad aspettare,
quella fortuna ricadrà su di te come una Mela di Newton.
Qual è il tuo ruolo preferito?
Di sicuro Odette/Odile del Lago dei Cigni! L'ho ballato
moltissime volte, ed è stato un ruolo importantissimo per la
mia carriera, quindi sicuramento questo! Il mio debutto è
avvenuto al Teatro La Fenice di Venezia. Era il mio sogno
ballare lì! Ovviamente in parte perché Maria Callas cantava
lì... .E io sono un grande fan di Maria Callas ... Un anno prima
del mio debutto, ho visitato Venezia e in particolare La
Fenice come turista, e quando sono entrato ho espresso un
desiderio: “una volta nella mia vita, vorrei salire su questo
palco e ballare qui”. Solo un anno dopo ero lì a ballare,
invitata da Daniele Cipriani.
Tornerai a Dicembre al Teatro San Carlo...
Sarà la mia terza collaborazione con il Teatro San Carlo!
E devo dire che mi sembra di tornare a casa. Ne sono
enormemente felice! Quando sono entrato in questo
teatro per la prima volta è stato un'emozione unica! Adoro
gni angolo lì! È emplicemente incredibilmente bello e
stimolante!
Quando vai a scaldarti nella Sala Renata Tebaldi,e poi vedi
gli omaggi impressi nel teatro a G.Rossini e G.Donizetti .....!
Sono senza parole! E guardare dal palco il pubblico, con
tutta questa bellezza, avere un pubblico italiano così
caloroso, mi riempi il cuore di gioia!
Cosa è la danza per te e quali sono i tuoi progetti futuri?
Beh, è difficile descriverlo con le parole ... Penso che la
danza sia la mia vita. Perché quando sono sul palco e mi
esibisco, mi apro e porto dentro le mie esperienze di vita,
porto tutto cio che è dentro di me, a volte anche qualcosa
che non posso mostrare nella vita reale. Penso che il ballo,
mi permetta di essere la vera me. Tra i prossimi progetti
l'inizio della nuova stagione con il nostro nuovo direttore
d'opera Bogdan Roščić e il nuovo direttore di balletto e
coreografo Martin Schläpfer!
Sono molto felice ed emozionato per questo nuovo capitolo
della mia carriera! È stato uno dei miei grandi sogni
lavorare con lui, per poter imparare e creare qualcosa di
nuovo! Penso che niente possa essere più meraviglioso che
essere un testimone o parte di un processo creativo
quando sta per nascere qualcosa di bello!
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Massimo & Alessia
20 anni di passioni, danza e amore
di Fabrizio Silvestri
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Massimo e Alessia hanno avuto successo
da oltre 20 anni. Insieme hanno ottenuto
8 titoli mondiali, sono diventati campioni
d'Europa e 18 volte campioni italiani,
dilettanti e professionisti, oltre che 6
volte campioni del mondo del Classi Show
Dance. Il loro successo è basato su calore,
musicalità ed espressione.
La loro missione è creare una comunità
che implichi un alto livello di
insegnamento, attraverso studi di danza,
materiali di coltivazione online ed eventi
dal vivo, dando ai ballerini di tutto il
mondo la possibilità di vivere
un'esperienza straordinaria.
L’obiettivo di Massimo e Alessia è quello
di far evolvere il concetto di studio di
danza, puntando sullo sviluppo personale.
Nel millennio della comunicazione la
coppia, sposata da 22 anni, ha elaborato
un proprio modello, adattando gli
insegnamenti della crescita personale alla
danza, creando un “meta-dance” che si
pone il fine di aiutare i danzatori ad
esprimere le proprie potenzialità, la
propria autenticità, utilizzando la danza
come mezzo di crescita personale sulle tre
intelligenze: mentale, fisica ed emotiva.
Massimo e Alessia, cosa vi manca dei 20
anni di agonismo?
non ci manca la gara; abbiamo fatto
agonismo per molti anni ed ad alto livello.
Quando abbiamo deciso di smettere, nel
2004, sentivamo che era il momento
giusto, e da allora non abbiamo mai
sentito la mancanza, certamente ballare e
fare allenamento a volte ci crea
nostalgia…. Tutto ha un tempo…un inizio
ed una fine. Certamente sono stati anni di
sacrifici , divertimento, fatica, crescita e
soddisfazioni, ma crescendo i bisogni
cambiano e gli obiettivi pure. La
sensazione della preparazione e della
performance è l’aspetto che ci manca
maggiormente.
Voi avete iniziato a ballare giovanissimi,
siete rimasti sempre insieme, poi è
arrivato il matrimonio e tre bellissimi figli.
Qual è il segreto della vostra unione?
Pazienza, perseveranza, complicità,
rispetto e tanta voglia di mettersi in gioco
per potersi migliorare, in modo da
soddisfare il bisogno altrui e non solo il
proprio.
Massimo, Alessia: Come si gestiscono,
famiglia, impegni personali e lavoro?
I ballerini fin da giovani imparano a
pianificare la propria vita….
Ora è tutto amplificato e non sempre
semplice, avendo 3 figli molto impegnati
nelle loro attività, i nostri impegni
lavorativi e personali, il Franchising di
scuole di ballo che gestiamo… Abbiamo
capito che è importante una buona
organizzazione; solo in questo modo si
riescono a gestire più cose.
Come vi siete accorti che la vita
professionale doveva correre su un
binario parallelo con la crescita
personale?
Tutto è iniziato grazie al ballo; abbiamo
sempre creduto che l’aspetto umano
fosse importante quanto il gesto tecnico.
Il ballo è stato un mezzo per farci
crescere come ballerini e come persone:
da qui nasce l’unione fra il ballerino e
l’essere umano; se non cresci come
persona è difficile comprendere certi
aspetti che il ballo richiede. Siamo
entrambi appassionati di crescita
personale, e abbiamo in piedi, da anni, un
master in coaching personale. Molti dei
libri che leggevamo già da amatori, erano
quasi sempre incentrati su questa
tematica, quindi il pensiero di poter
esprimere se stessi al meglio, è ciò che da
sempre ci ha appassionato.
Nel corso della vostra carriera professionale
avete sempre raggiunto tutti gli obiettivi?
Massimo: la mia priorità nel ballo era
quella di migliorarmi sempre, essendo un
perfezionista, quindi difficilmente mi
accontentavo di ciò che facevo e
raggiungevo; appena raggiunto un
obiettivo, ne formulavo altri. In realtà
dopo aver smesso di competere ho
realizzato che il vero scopo del ballo per
me non erano i risultati anche se
importanti, ma trasmettere delle
sensazioni a chi ci guardava.
Alessia: Penso che nella nostra carriera
siamo stati, nonostante alcune difficoltà,
caparbi nel credere in noi stessi a
discapito dell’ambiente di allora che,
nella maggior parte dei casi , apprezzava
solo ballerini con una certa statura ed una
tecnica classica. Noi abbiamo raggiunto
l’obiettivo di sfatare queste credenze
,sviluppando uno stile unico, innovativo e
caloroso. Credo, quindi, che abbiamo
raggiunto i nostri obiettivi, esprimendo
cio’ che desideravamo .
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Massimo tu sei un life coach, artist coach; hai scritto libri e creato corsi di formazione per ballerini e
insegnanti di danza. Come hai scoperto la programmazione neuro linguistica?
Quando ero ancora competitore lessi un libro sulla linguistica e, da qui è nata la curiosità di conoscere di più,
non solo nella PNL ma anche di altre filosofie che hanno lo scopo di ampliare la conoscenza di se stessi e degli
altri. Ho conseguito il master di PNL all’estero, master conseguito anche da Alessia. Dagli studi fatti e che
continuiamo a fare abbiamo creato il modello Meta-Dance ( modello di eccellenza per ballerini); tale modello
raggruppa le tecniche che negli anni abbiamo sperimentato, e che sono pensate unicamente per ballerini.
Devo confessarti, comunque, che scrivere è attualmente una delle attività che faccio con più passione. Sto
ultimando, infatti, un libro sulla comunicazione non verbale che sarà pubblicato a breve. Sia io che Alessia
siamo appassionati di crescita personale, argomento che studiamo costantemente. Abbiamo comunque,
come accennato, un master in PNL entrambi , acquisito circa 10 anni fa in Inghilterra .
Massimo, come definiresti la PNL ad un ballerino che non l’ha mai sentita nominare?
Come dicevo mi piacerebbe che i ballerini focalizzassero la loro attenzione sulla crescita personale. La PNL è
una piccola parte di essa che si occupa di linguistica. Vorrei aggiungere che spesso molti usano in maniera
non appropriata questo temine che va molto di moda, ma credo che solo chi abbia vissuto una propria
esperienza, possa trasmettere autenticamente quello di cui necessita il ballerino-persona.
Quali sono gli strumenti che deve avere nella propria borsa un ballerino?
Puoi farci qualche esempio sui metodi che tu stesso hai usato e che un lettore di “TuttoBallo20” può applicare
da subito. Ecco gli strumenti che abbiamo portato in borsa e che hanno fatto parte del nostro cammino: un
libro, un asciugamano per il sudore, Pazienza, Ambizione, Credenza, Fanatismo, una spalla cui appoggiarsi nei
momenti difficili, conoscenza dell’arte, pensieri sinceri, gratitudine ed un pizzico di stupore.
Alessia, voi avete tre figli, sono ballerini anche loro?
I nostri figli sono interessati al gioco del calcio, che io, da perfetta profana ed estranea all’’ambiente, sto
imparando a conoscere ed ad amare per amore loro. Tutti e tre, inoltre, suonano uno strumento , questo per
avvicinarli al mondo dell’arte
Massimo, il Covid19, ha bloccato l’intera economia compreso la danza, molte scuole non riapriranno,
altre riapriranno con difficoltà. Secondo te da dove bisognerebbe ripartire?
Le scuole di ballo, a mio avviso, sono un potenziale enorme per soddisfare i bisogni dell’essere umano.
Bisogna proiettare la propria attenzione su cosa è possibile fare nella situazione in cui ci troviamo; non
possiamo cambiare il Covid , ma possiamo cambiare le nostre strategie a riguardo. Lamentarsi non aiuta,
bisogna e ripeto bisogna, trovare strategie innovative. Il covid, a mio avviso, nella sua negatività sta dando
l’opportunità di miglioramento, ci sta stimolando e, pur essendo un periodo incerto, oltre che difficile, bisogna
diventare più creativi. Molte scuole hanno avuto problemi perché fanno attività di gruppo ; noi della
Danceasfire, abbiamo una metodologia che focalizza la propria attenzione sull’individuo, e questo ci è stato di
aiuto in quanto evitiamo gli assembramenti; inoltre abbiamo dato ai nostri allievi la possibilità di continuare il
loro percorso facendo anche lezioni online.
Come organizzatori voi avete rimandato la data dell’evento “Dance AsFireChampionships” che si terrà
fine ottobre inizio novembre a Roma. Cosa ci puoi dire di più?
In effetti il nostro evento "Danceasfire Championship" è stato rimandato al 16-17-18 di aprile 2021; l’edizione
2020 era stata rinviata ad ottobre 2020, ma il manger dell’Hilton dei Cavalieri di Roma , ci ha palesato le sue
perplessità a riguardo, vista la possibilità di aggregazione di più persone, e tenuto conto che nell’ultima
edizione eravamo al completo sia in sala che negli spazi esterni. Contiamo, nell’edizione di aprile 2021, di
avere la stessa qualità e servizio del 2019, con musica dal vivo, giudici internazionali, ed una partecipazione a
livello mondiale. Avevamo, nel 2019, 15 nazioni partecipanti ed anche molti Italiani che ringraziamo per il
supporto. Contiamo , pandemia permettendo , di organizzare al meglio la terza edizione !
Massimo e Alessia, quali sono i vostri obiettivi a breve, medio e lungo termine…
Abbiamo molto progetti che stiamo passo dopo passo attuando e che, per scaramanzia, non vorremmo
svelare ! A breve ci sarà la pubblicazione on line di Libri e materiale didattico disponibile sul sito danceasfire;
il nuovo libro di Massimo su comunicazione e movimento sarà pubblicato a breve e stiamo lavorando per
rendere il progetto studi Danceasfire, più conosciuto in Italia e all’estero
Massimo come si fa a rimanere fedele ai propri obiettivi?
Per prima cosa assicurarsi che si sappia cosa si vuole e non cosa non si vuole. Il cervello non comprende le
negazioni; se, per esempio ti dico
non pensare ad un elefante, la tua mente ti ha dato in questo momento l’immagine dell’elefante, ecco perché
quando si formula un obiettivo bisogna formularlo proiettandolo su cosa si vuole raggiungere. Dopo aver
compreso cosa si vuole, capire quali sono i piccoli passi da seguire dando loro una scadenza, deve essere
misurabile, altrimenti diventa difficile. Una volta pianificato questo, bisogna darsi da fare, senza lasciare
spazio alle abitudini che potrebbero ostacolare i programmi concepiti. I piccoli passi raggiunti danno energia,
e questo crea una sensazione vincente nelle persona che è, quindi, motivata a fare il secondo passo. Quando
lavoro con ballerini e persone “ comuni“, mi assicuro che essi, dopo aver raggiunto il mini obiettivo, si facciano
un regalo, segnale importante dello scopo raggiunto.
Volevamo ringraziare TuttoBallo20 e Fabrizio Silvestri per averci dato l’ opportunità di condividere un pò della
nostra vita, sperando che la nostra esperienza sia di aiuto e motivazione al percorso di vita altrui. Buona vita a
tutti, e come diciamo sempre...con la fiamma accesa.
PC EO RM SPO AN GA NG IGE I E E B AL L L O
TuttoBallo20
Matteo Sedda
"GUERRIERO DELLA DANZA" CHE METTE
IL
SCENA TUTTO SE STESSO .
IN
di Giovanni Battista Gangemi
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Questo progetto mi ha reso sicuramente
più forte sul mio status e di conseguenza
su chi sono. Sapere che questo spettacolo
ha una valore non solo artistico ma anche
politico mi rende fiero e mi fa venire voglia
di continuare a creare.
Hai avuto paura di diventare una persona
vittima di scherno o di discriminazione?
In verità no. Per fortuna ho sempre avuto,
fin da piccolo, un carattere abbastanza
forte. Durante l’adolescenza sono stato
vittima di piccoli atti di bullismo, ma non mi
hanno mai abbattuto, anzi sono riuscito a
rispondere con determinazione. Un paio di
anni fa mi è successo che alcune persone
di mia conoscenza abbiano usato differenti
luoghi comuni, non sapendo della mia
sieropositività. Ma questo mi ha fatto capire
che è la mancanza di informazione e la
paura che ti porta all’errore.
Una conversazione tra amici, inizia così l’intervista al danzatore Matteo
Sedda, un giovane danzatore cagliaritano, residente in Belgio.
Mi piace definirlo un “Guerriero della danza”, un danzatore che mette
in scena tutto se stesso, facendo diventare la sua storia fatta di
resistenza, resilienza e coraggio, una vera espressione poetica,
utilizzando il suo corpo. Un ragazzo, semplice, vivo, alla ricerca della
coscienza, delle emozioni, lui con i suoi modi di fare non parla alle
persone, ma parla ai cuori, perché, in fondo, chiudersi in se stessi
rende più fragili. Dire di se stessi e raccontare, come ha fatto Matteo,
ci fa capire che non si è mai soli.
Come è stato portare in scena se stessi e la propria esperienza di
vita sul palcoscenico?
Devo dire che è stata un’esperienza bellissima che mi ha fatto capire
tanto. Ma più che il portare in scena lo spettacolo, quello che mi ha
fatto crescere a livello artistico e umano è stato il processo creativo.
Dover trasformare le tue insicurezze in qualcosa di costruttivo
artisticamente è stata una bella sfida. Sapere che queste tue ferite
sarebbero diventate oggetto di giudizio mi hanno fatto alle volte
tentennare. Ho dovuto capire che per vincere sulle mie insicurezze le
avrei dovute accettare e portare la mia vita personale in scena. Ho
deciso di prendere il motto di Carol Hanish “Il personale è politico” e
farlo mio, rendendolo pubblico attraverso le arti performative. Per
fortuna lavoro con due ragazzi meravigliosi, Alessandra Ferreri e
Joshua Vanhaverbeke, con cui abbiamo creato un collettivo chiamato
Vitamina. Insieme siamo riusciti a portare e trasformare le mie paure in
un prodotto artisticamente e politicamente valido e siamo molto
contenti del risultato.
Tu svolgi il tuo lavoro per lo più fuori dai
territorio Italiano. Come è vivere la tua
professione di danzatore all'estero e da
ragazzo con Hiv? E come la vedresti la
tua vita sul territorio Italiano?
Vivo a Bruxelles e devo dire che mi trovo
benissimo. Ogni anno ci sono tantissimi
eventi culturali e festival di ogni genere
che ti permettono di restare al passo con i
tempi, per quanto riguarda, per esempio, il
teatro. Hai la possibilità di incontrare
tantissime persone di culture differenti e
questo per un artista è importantissimo.
Dialogare scambiandosi le idee sono la
base per un ragazzo che vuole far parte
cdel mondo dell’arte. E poi ormai si puòc
dire che Bruxelles è la Mecca del mondo
della danza contemporanea. Nel mondo
del teatro non ho mai avuto problemi per
la mia sieropositività, le persone sono
molto aperte riguardo a questa tematica,
ma questo non vuol dire che bisogna
abbassare la guardia e che non ci sia un
lavoro sociale e politico da fare. Anzi!
Sto cercando di creare dei collegamenti
con il territorio italiano ma non è semplice.
Ci sono dei gusti che prediligo con il mio
gruppo che non rispecchiano la scena
italiana. Ma sono contento di aver trovato
delle persone che credono nel nostro
percorso. Come la Dancehaus più di
Milano, Centro Nazionale di produzione
della Danza e Moreno Solinas e Igor
Urzelai della compagnia Igor and Moreno
che hanno uno spazio meraviglioso a
Sassari chiamato S’ALA / spazio per artist+.
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Da quest’anno abbiamo iniziato una collaborazione insieme, inaugurata con “POZ!” per il festivalDANZA
SassariDANZA. Sono molto contento di averli conosciuti e sono sicuro che sarà un percorso costruttivo per la mia
crescita da performer e artista. Penso che sia difficile soprattutto al giorno d’oggi contare solo sulle proprie forze,
bisogna saper farsi aiutare. Il concetto dell’artista autonomo, poliedrico e intoccabile degli anni passati sta finendo. Si
sta tornando al concetto di collettività e aiuto reciproco. Un messaggio veramente importante per i giorni bui che
stiamo affrontando.
Secondo te ci sono tutte le dovute informazioni per quanto riguarda Hiv?
Purtroppo no. Bisognerebbe inserire nelle scuole l’educazione sessuale e iniziare a non pensare più al sesso come
un tabù ma come un elemento da affrontare in tranquillità e sicurezza. Sono convinto che molti problemi sociali di
oggigiorno nascono perché ci sono dei grandi divieti sulla sessualità e di conseguenza il tema HIV/AIDS ne risente.
Non parliamo poi di nazioni con una forte cultura religiosa, come l’Italia. Saper che i ragazzi d’oggi non usano o
addirittura non sanno cosa sia il preservativo è veramente una piaga da debellare. E parlo soprattutto della comunità
eterosessuale. La comunità LGBTQI+ è molto più informata su questo aspetto, abbiamo imparato dal passato per
fortuna.
Portando in scena "POZ!" quale è stato il messaggio che hai voluto trasmettere al tuo pubblico e cosa vorresti
dire ai nostri lettori?
Di essere liberi di poter dire ed essere ciò che si è. Da quando ho dichiarato al mondo la mia sieropositività mi sono
levato un macigno dalle spalle. E devo dire che è una sensazione fantastica. HIV non vuol dire più morte, anzi... io sto
bene e conduco una vita sana senza aver la paura di dover trasmettere il virus. I terribili anni 80 e 90 sono finiti. Siamo
nel 2000 e la scienza grazie a Dio ha fatto dei passi da gigante. Quello che invece è rimasto indietro sono la stupidità
e l’ignoranza umana che devo dire, guardandomi in giro sembra che stia aumentando a dismisura. C’è ancora
tantissimo lavoro da fare a livello sociale e magari in futuro riusciremmo a debellare questo virus, ma saremmo
veramente pronti ad avere un mondo senza pregiudizio? Pensando al nuovo virus Covid-19, che sta cambiando il
mondo, sembra che la risposta sia ancora negativa.
"Poz" photo © Paolo Ferri
INTERVISTA
DOPPIA
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
DI GIOVANNI BATTISTA GANGEMI
danza è vita, unione, talento ed emozione. Due ballerini della Compagnia "Semperor Ballet "of
La
, a confronto. Una vita per la danza e un amore in palcoscenico.
Dresden
P E R S O N A G G I E B A L L O
TuttoBallo20
Quando hai iniziato a studiare danza?
Ho iniziato danza all’età di 3 anni , ovviamente per gioco ma già
da così piccola sentivo sempre il bisogno di muovermi e avevo
una connessione molto forte con la musica, presso il Centro
Studio Danza di Gabriella Cutrupi a Reggio di Calabria . Ho
iniziato il mio percorso professionale all’età di 12 anni studiando
prima all’Accademia Nazionale di Danza a Roma per un anno, in
seguito alla scuola del Teatro dell’Opera di Roma ed infine, all’età
di 14 anni, ho continuato il mio percorso all’Accademia del
Teatro alla Scala di Milano dove ho conseguito il diploma nel
2011.
Quando hai iniziato a studiare danza?
Ho iniziato a studiare danza intorno ai 3 anni. Mia mamma è
sempre stata molto affezionata al mondo della danza ed è stata
lei a introdurmi in questo mondo..
Jon Vallejo
Susanna Santoro
Entrambi siete di Nazionalità diversa. E’ più facile fare
carriera all’estero o nella propria Nazione?
Premetto che dovunque si lavori, per fare carriera deve esserci
un grande talento e tanta dedizione, a prescindere dal Paese.
Detto questo, direi che la scelta del posto in cui si vorrebbe
lavorare dipende anche da ciò che si desidera ballare. In Italia i
Teatri che ti permettono di vivere facendo questo lavoro sono
pochi e hanno basi per lo più classiche; all’estero, invece, il
panorama della danza è più ampio e ti permette di spaziare di
più e scoprire stili diversi.
Come affronti la vita professionale con la vita
sentimentale?
Bene! Nonostante lavoriamo nello stesso teatro, abbiamo
sempre orari diversi e raramente siamo nello stesso studio per
una prova. Siamo entrambe persone a cui piace staccare la
spina una volta usciti da Teatro, perciò quando torniamo a casa
cerchiamo,per quanto possibile, di non parlare di lavoro e di
goderci un po’ di relax.
Come vedi la danza e la sua formazione della tua Nazione?
L’Italia offre una qualità di insegnamento altissima invidiata da
molti Paesi. Penso che se il nostro lavoro fosse valorizzato nello
stesso modo in cui viene fatto all’estero, sarebbe un incentivo in
più per spingere tanti nuovi talenti ad iniziare questo percorso e
vedere un futuro aperto a nuove opportunità.
Il tuo prossimo spettacolo?
Il mio prossimo spettacolo è intitolato “We Will Dance”, si terrà al
Semperoper Ballet Theatre e la premiere sarà il 18 Settembre.
È insieme di Soli, passi a due e quartetti, tutti estratti da balletti
diversi e scelti in modo da poter rispettare le regole e le misure
sull’emergenza Corona Virus: massimo 10 persone
contemporaneamente sul palco e minimo un metro di
distanziamento . Un ottimo compromesso che permette di
rimettere in moto il nostro lavoro e l’arte in generale.
Cosa consigli ai ragazzi o alle ragazze che iniziano un
percorso
coreutico?
Lavorate per voi stessi. Non aspettate che sia qualcun altro a
dirvi cosa fare, siate affamati di informazioni e mettete in pratica
tutto ciò che sentite.
Raccontaci molto brevemente, come è Jon Vallejo?
Jon è la persona più buona e generosa che conosca.
Apparentemente molto calmo, è lui che mi calma nei momenti di
stress, un porto sicuro dove rifugiarsi. Anche lui però ha dei
momenti di agitazione ma è comunque molto bravo a gestirli ed
a vivere sempre qualsiasi situazione in modo equilibrato,
riuscendo sempre a sapere qual è la cosa giusta da fare.
Entrambi siete di Nazionalità diversa. E’ più facile fare
carriera all’estero o nella propria Nazione?
Il talento che si trova tanto in Spagna quanto in Italia è di un
valore incalcolabile; sfortunatamente non si può sempre
sviluppare una carriera in tanti settori artistici come invece si
può fare all’estero.
Come affronti la vita professionale con la vita
sentimentale?
Specialmente nel nostro mestiere, emozionalmente altalenante,
è necessario, almeno per me, avere una stabilità a livello
personale.
A prescindere dal mestiere, la vita privata è fondamentale per
sostenere ciò che si vuole diventare.
Come vedi la danza e la sua formazione della tua Nazione?
Siamo molto lontani da un livello abbastanza alto di formazione.
Molti talenti, poche opportunità .
Il tuo prossimo spettacolo?
Il prossimo spettacolo sarà il 18 settembre e si chiamerà “We Will
Dance”. Sarà una serata di Gala dove balleremo diversi pezzi di
diversi coreografi tenendo conto delle regole sull’emergenza
Covid19. Una grande opportunità e fortuna per noi e per il
pubblico.
Cosa consigli ai ragazzi o alle ragazze che iniziano un
percorso coreutico?
Dedizione al cento per cento. Come tutto nella vita, date il
massimo sempre e comunque.
Raccontaci molto brevemente, come è Susanna Santoro?
Mi rende ogni giorno una persona migliore.
Ci compensiamo e ci completiamo.
F O R M A Z I O N E E B A L L O
TuttoBallo20
Inspiral Ballet: danzare appieno le emozioni
di Chilian Estevez Heredia
traduzione di laria Castanò
Inspiral Ballet è un unico concetto, basato su nove materie tra loro correlate, responsabile di
enfatizzare gli elementi interni ed esterni nell’educazione di un ballerino, da un punto di vista
contemporaneamente fisico ed intellettuale. Riprendendo l’aneddoto per cui il miglior modo di
imparare è fare, l’Inspiral Ballet va ancora più a fondo: il metodo più efficace per danzare è
sentire il movimento dall’interno ed esprimere appieno le emozioni attraverso quest’ultimo.
Analizzandosi internamente, i danzatori stabiliscono una relazione intrinseca con le varie
parti del loro corpo e, considerando in aggiunta le dinamiche scientifiche più avanzate e
complesse, riescono a comprendere e a rispondere ai “perché”, che si celano dietro ogni passo,
oltre che all’aspetto tecnico ed artistico di ogni movimento.
Il nostro obiettivo è preparare i ballerini attraverso una comprensione scientifica del loro
corpo e lo sviluppo di una maggiore abilità nell’esecuzione e nella frammentazione di ogni
gesto, affinché possano prendersi cura del loro corpo, in quanto strumento di lavoro, con
saggezza ed intelligenza. Incoraggiandoli ad assumere alimenti ricchi di vitamine, minerali e
proteine e fornendo consigli nutrizionali adeguati, promuoviamo la sicurezza e la longevità
della loro carriera. La danza è un amalgama di scienze spiegate in un linguaggio silente, in cui
il movimento è guidato dalle vibrazioni sonore, le quali si armonizzano nel sistema nervoso
centrale e attraversano le cellule del corpo, utilizzando i neurotrasmettitori per replicare il
suono; il cuore, invece, è responsabile di tradurre le sue pulsazioni esternamente, mediante i
neuroni, nella forma di movimenti.
I ballerini sono in grado di acquisire padronanza di loro stessi quando riescono ad utilizzare
ogni atomo attivo del proprio corpo, e a dirigere tutte le energie verso lo stesso punto
cardinale: le informazioni si trasmettono dal cervello alle ossa, ai muscoli e ai legamenti alla
velocità della luce. Quando i danzatori raggiungeranno questo livello di consapevolezza
corporea, acquisiranno un perfetto controllo del loro corpo, anche a livello cellulare, e i loro
atomi saranno diretti verso un punto comune, come nella teoria quanto meccanica.
Dal punto di vista microscopico, siamo circondati da una geometria perfetta, in cui i corpi che
si spostano da un posto ad un altro, si muovono a spirale: dall’aria che entra nei nostri
polmoni alle 320 paia di muscoli nel corpo, spiralizzati all’interno delle miofasce.
Usiamo la sfera cinetica per definire il nostro spazio personale: il quadrato in cui decidiamo di
posizionarci fisicamente in relazione agli altri corpi presenti (ad esempio, quando viene
mantenuta la posizione “croice” o “en-face” sul palcoscenico). La matematica viene adoperata
quando scandiamo il ritmo musicale a tempi di otto, quando calcoliamo la distanza tra ogni
gamba durante gli spostamenti, i salti o i giri. Utilizziamo anche le leggi della fisica per
stabilire i movimenti e i passi da eseguire durante le pirouettes ed i fouettes.
L’ambiente che ci circonda ci forma, il mondo interno a noi ci definisce; ciò che consumiamo
come cibo, infatti, ci nutre. Ciò significa che in un ambiente salutare e altruistico, dedito alla
crescita fisica ed intellettuale, le nostre cellule sono in grado di svolgere funzioni metaboliche
perfette e divisioni frattali. Se l’ambiente, d’altra parte, è contrastante, le cellule verranno
inibite e saranno soggette a cambiamenti funzionali e distorsioni durante la divisione. Il cibo
chiaramente riveste un ruolo predominante, proprio perché da esso dipende la nutrizione
cellulare di ossa, legamenti e muscoli.
Inspiral Ballet stabilirà presto diversi workshop per allievi, insegnanti ed educatori che
vogliono cimentarsi nell’apprendimento di qualche nozione in più riguardo alle relazioni tra le
suddette discipline e la danza, col fine di educare e fornire delucidazioni alle nuove
generazioni. Per partecipare ai workshop, webinar e classi, visitate il sito:
www.inspiralballet.com. oppure cercate il metodo su YouTube, FB, Twitter e LinkedIn.
Gli insegnanti dell’Inspiral Ballet sono disponibili a prendere parte a commissioni,
collaborazioni con artisti, progetti multimediali, riviste, gala, competizioni, eventi su misura,
discussioni motivazionali. Ilaria Castanò
F O R M A Z I O N E E B A L L O
TuttoBallo20
"DRAMMATURGIA E DANZA"
RIFLESSIONI DI UN
COREOGRAFO...
Domenico Iannone
coreografo per la compagnia di balletto “ALTRADANZA”.
F O R M A Z I O N E E B A L L O
TuttoBallo20
Ho sempre pensato che la drammaturgia fosse parte integrante della danza.
Danzatore classico, prima che coreografo, approfondendo la conoscenza della materia
con studi di testi letterari, ed osservando numerosi spettacoli di danza contemporanea,
ho potuto prendere atto di quanto sia importante la figura del drammaturgo nel
contesto di un'opera coreografica e nel quadro complessivo di una compagnia tra
coreografi e danzatori.
Noti critici e professionisti della cultura coreografica, sottolineano quanto il ruolo di
drammaturgo sia un fondamento che assume importanza interpretativa e autorevole
nella danza per fa sì che nelle arti coreografiche e drammaturgiche coincidano acutezza
di pensiero ed espressione, in un modello d’appropriazione della unicità artistica di un'
opera.
Questa visione tutt’oggi viene considerata da molti, che la applicano e la dispongono,
espressione di quanto certe convinzioni possano essere comprese ma non
necessariamente condivise totalmente, nonostante provi profonda stima artistica e
culturale per i loro sostenitori.
Scorgo in essi una carenza, ovviamente non per tutti, di una competenza della materia
tecnica della danza accademica e delle sue evoluzioni storiche, notando nei lavori messi
in scena, uno scollamento tra testo, coreografia e tecnica, discipline che è impossibile
scindere, soprattutto quando inesistente è il testo.
Non sono in assoluto, depositario di verità, ma nel corso della mia carriera artistica e
creativa, il pensiero è stato sempre rivolto al pubblico, come fruitore dalle mia opera, del
mio progetto artistico, legato al mio mondo interiore, al mio senso estetico e al voler
sempre lasciare una traccia, un pensiero, un disegno emotivo ma soprattutto la
sensazione a chi, seduto in platea, si sente partecipe del mio lavoro.
Gran parte delle mie creazioni sono ispirate ai grandi della letteratura classica e
contemporanea, ed al senso di lasciarsi trasportare dalla magnificenza della ricerca e
delle esecuzioni musicali. Con la danza racconto storie, con la danza racconto emozioni,
la danza è il mezzo con il quale trasmetto la mia spiritualità interiore.
F O R M A Z I O N E E B A L L O
TuttoBallo20
Alessia Demofonti è una danzatrice. Ha scelto il flamenco come mezzo di
espressione personale o come dice lei, “in realtà è stato il Flamenco a
trovarmi”. Ha iniziato a danzare molto giovane (danza accademica, hip hop,
danza orientale, afrocubana), ma l’incontro decisivo è stato proprio quello con il
flamenco, che ha travolto e cambiato il corso di vita della giovane ballerina
quando aveva 17 anni.
"Il flamenco è un potente mezzo di espressione personale, permette di
esplorarsi a fondo ed attraverso il linguaggio del corpo e la connessione con le
emozioni più profonde può essere di grande aiuto per arrivare alla profondità
spirituale e connetterci con la nostra forza interiore”- ci racconta Alessia - “è
una possibilità per arrivare a sperimentare il cosiddetto Duende, termine
intraducibile che sfugge da qualsiasi spiegazione di carattere razionale e
definito da Lorca come: quel potere misterioso che tutti sentono e che nessun
filosofo spiega”.
Alessia che cos’è il Flamenco?
E’ una bella domanda... la prima cosa che tengo a sottolineare è che si
pronuncia con la C e non con la G (flamenCo e non flamenGo), come
erroneamente si sente pronunciare troppo spesso. Il flamenco nasce in Spagna,
precisamente in Andalusia, una terra ricca di cultura, contrasti ed influenze
diverse, una terra in cui hanno vissuto, lottato, sofferto e gioito popoli che iì
sono arrivati da tante regioni del mondo, dall’India alla Persia, dall’Europa
dell’Est al nostro Mediterraneo e che lì hanno messo radici o lasciato tracce del
loro passaggio. E' un’arte, una cultura vera e propria, unica, che nasce dal
popolo e che si compone di mille sfaccettature derivanti dal vissuto personale e
dall’esperienza dell’individuo.
Il termine “flamenco”, etimologicamente parlando, è oggetto di diverse
interpretazioni (alcune poco probabili in verità) tra le quali voglio citare quella
del politico e scrittore spagnolo Blas Infante che fa derivare il termine dall’arabo
“felah-mengu” (contadino che fugge); d’altronde l’Andalusia (Al Andalus così
chiamata dai musulmani) ha avuto otto secoli di dominazione araba, diventando
centro, potere ed espressione di quella cultura.
E proprio dal potere espressivo del cante e dalla sua poetica nasce il flamenco,
anche nella sua espressione musicale (“il toque” ovvero l’accompagnamento
della chitarra) e naturalmente della danza (“il baile”).
Il cante si divide in cante “jondo” (ovvero profondo, l’espressione più pura del
flamenco, serio, malinconico ed appassionato), cante “medio” e cante “chico”
(leggero, allegro).
La sua nascita è datata verso la metà del 1800, quando era un’arte privata e
riservata, condivisa solo all’interno del nucleo familiare: in seguito, con la scoperta di
questa cultura e con un sempre maggior interesse nei suoi confronti, già all’inizio
del Novecento hanno iniziato ad apparire i primi Cafè Cantantes, dove il flamenco è
stato proposto in maniera commerciale, con una conseguente “caduta” della sua
forma più pura. Dalla metà del secolo scorso il flamenco, fortunatamente, ha vissuto
una fortissima ripresa riuscendo a divenire famoso nel mondo, senza però essere
svilito come forma d’arte, e questo grazie anche ad artisti del calibro di Camaron de
la Isla, Jose Merce, Enrique Morente, Carmen Linares (e moltissimi altri) per il
“cante”, Paco de Lucia, Manolo Sanlucar, Tomatito, Gerardo Nunez,
VicenteAmigoetc (per il “toque”) e Carmen Amaya, Antonio Gades, Manolete,
Manuela Carrasco, Antonio Canales, etc (per il “Baile”) Il riconoscimento più grande
arriva nel 2010, quando l’UNESCO inserisce il Flamenco nel Patrimonio Culturale
Immateriale dell’Umanità perché è espressione di tutti i sentimenti dell’essere
umano e quindi affine all’umanità intera.
Il Flamenco, oggi, seguita ad essere un genere in continua evoluzione,
assecondando quindi la sua stessa natura; e, se ancora c’è chi rimane fortemente
legato alla sua forma più pura, possiamo affermare che attualmente il Flamenco è
sempre più soggetto alla fusione, contaminazione ed integrazione con altre culture
e forme d’arte. Io stessa collaboro ad un progetto interessantissimo che si chiama
Flamenco Tango Neapolis (idea del musicista e compositore partenopeo Salvo
Russo https://www.salvo-russo.com/flamenco-tango-neapolis/), un‘originale
contaminazione di stili fra la canzone napoletana, il flamenco ed il tango argentino.
Sempre parlando di contaminazione, insieme alla mia collega Nadia Slimani che
insegna danza orientale, sto sperimentando una personale interpretazione del
cosiddetto “flamenco arabo”, genere che non esiste codificato ma che appartiene ai
moderni stili di fusione pur affondando le radici nella storia della Spagna araboandalusa.
Il flamenco mi accompagna da quando ero una ragazzina quindi che
dire... è proprio parte di me!
Non potrei vivere senza, nonostante non sia la mia cultura d’origine, ma lo
considero il mio modo di esprimere quello che sento e che provo e che, a parole,
non sono affatto brava a mostrare.
Chi può ballare il Flamenco?
Beh direi che può ballare chiunque abbia qualcosa da dire...
Il Flamenco non conosce barriere legate all'età o al fisico né tanto meno alla
distinzione uomo-donna. Il Flamenco rappresenta lo stato dell’animo umano
per cui se hai un’anima... puoi ballare flamenco.
Link Utili
https://www.youtube.com/watch?v=A_JlGbg6me0 Flamenco Tango
Neapolis -
https://www.youtube.com/watch?v=BT6MV0NcAFg Flamenco Arabo -
https://www.youtube.com/watch?v=uIlaAg065h4&t=3s
Alessia Demofonti
www.corsoflamencoroma.com
FORTUNATO. TRATTO DA “I SENTIERI
DELL’ARTE” ARTE E CULTURA IN MOVIMENTO
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
AMANTI DI MAGRITTE DEL REGISTA
GLI
E DANZATORE LUIGI
COREOGRAFO
GLI AMANTI DI MAGRITTE
LA DANZA E I GRANDI
PITTORI
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
Luigi Fortunato (Coreografo e Regista)
Talentuoso danzatore, inizia il uo percorso di studi
della danza a Salerno per poi trasferirsi a Roma e
continuare ed approfondire i suoi studi presso
L’Accademia Nazionale Di Danza, dove incontra
grandi maestri che completano la sua formazione
tersicorea. Ma sono anche le esperienze professionali
e lavorative a costruire la sua carriera, infatti vanta
prestigiose collaborazioni con artisti del mondo dello
spettacolo come André de La Roche, Ruben Celiberti,
Renato Greco, Enrico Brignano, Edoardo Vianello,
Maurizio Battista e partecipazioni a numerosi tour
nazionali e produzioni Mediaset. E’ anche primo
Ballerino nel Kolossal teatrale “La Divina Commedia”.
Dal 2010 si dedica anche all’insegnamento della
I sentieri dell’arte vuole essere un viaggio attraverso le più
belle opere d’arte in cui la pittura prenderà vita attraverso i
movimenti coreografici. L’idea nasce dall’esigenza di raccontare
e far rivivere attraverso l’arte della danza le opere di grandi
artisti quali: Picasso, Munch, Nesi, Matisse, Dalì, Van Gogh,
Canova e Magritte.
Le coreografie racconteranno la storia ed il contenuto dei
quadri che rappresenteranno, sarà una fusione d’arte che
immergerà lo spettatore in un mondo di colori di suoni e
movimenti. Oltre all’interpretazione meramente storica, il
coreografo ha voluto dare anche una sua visione delle varie
opere scelte.
Per quanto riguarda “Gli amanti di Magritte”, il coreografo è
sempre stato affascinato dall’idea del pittore di raffigurare due
soggetti che si nascondono attraverso un velo che cela mistero
e inquietudine al tempo stesso. Pur essendo svariate le
interpretazioni sul quadro degli “amanti” , il coreografo ha
voluto mettere in risalto attraverso la gestualità del movimento
due sentimenti in contrasto tra loro, la voglia di stare insieme
ed il timore di essere scoperti ma, al tempo stesso, la passione
che arde tra due soggetti che non possono far a meno di amarsi.
Il duetto è sul brano musicale del Maestro Ezio Bosso “The
skyseen from the moon” , in cui ci sono delle pause musicali che
il coreografo ha sfruttato come momenti di unione e suspance,
un continuo tira e molla in cui i danzatori sono avvolti dalla
passione e non riescono a staccarsi l’uno dall’altro.
scuole sul territorio nazionale, contribuendo
numerose
formazione di nuovi danzatori.
alla
2012 si dedica all'attività di coreografo e regista
Dal
riscuotendo consensi in
Italia e all’ estero. Firma le
coreografie per “Orfeo ed Euridice Amore immortale”
con regia di Andrè de la Roche,
per il concerto
dedicato a Mia Martini "buon compleanno
spettacolo
E’ regista coreografo per i live show Floricienta
Mimi".
per “Masha e Orso Live Show”, e per I family show
e
Compleanno Topolino” di cui è anche autore e
“Buon
É Regista - coreografo- danzatore nello
“Pegu”.
"Intrecci D’Amore".
spettacolo
danza modern contemporary collaborando con
trentacinquesima edizione del Romaeuropa Festival rilancia la sua presenza con un
La
programma ricostruito in stretta aderenza alle direttive vigenti sul distanziamento in
nuovo
e in sala e nel pieno rispetto
scena
misure di sicurezza. Sono anticipate le date di apertura e chiusura del festival, in
delle
dal 18 settembre al 15 novembre per due mesi di programmazione
programma
in 14 spazi della capitale (due sale dell’Auditorium Parco della Musica, il
internazionale
Argentina e il Teatro India, sei spazi del Mattatoio, due spazi del MAXXI – Museo
Teatro
delle arti del XXI Secolo, il Teatro Vascello, il Teatro Quarticciolo e Villa Medici –
nazionale
di Francia) e con parte della programmazione en plein air, per 62 eventi e 141
Accademia
di spettacolo in linea e in continuità con i consueti standard del REf arricchiti con
giornate
nuove attività di EXTRACT, l’inedita sezione online con 40 eventi pensati in prima italiana
le
assoluta appositamente per il web, streaming live e un palinsesto settimanale di attività
o
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
curato dallo staff del festival.
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
1 8 - 2 0 s e t t e m b r e / P r i m a
a s s o l u t a / O P E N I N G R E F 2 0
A u d i t o r i u m P a r c o d e l l a M u s i c a – C a v e a
S a s h a W a l t z & G u e s t C r e a z i o n e s i t e s p e c i f i c ( d a n z a )
1 9 s e t t e m b r e
M A X X I / P i a z z a .
I n c o r e a l i z z a z i o n e c o n M A X X I – M u s e o N a z i o n a l e d e l l e A r t i d e l
X X I S e c o l o - A n a g o o r M e p h i s t o p h e l e s ( d a n z a )
2 1 – 2 5 s e t t e m b r e
V i l l a M e d i c i – A c c a d e m i a d i F r a n c i a S a n d r o V e r o n e s i , E d o a r d o
A l b i n a t i , M e l a n i a M a z z u c c o , M i c h e l a M u r g i a e A l e s s a n d r o
P i p e r n o . S u l l a p a u r a ( L e c t u r e s )
2 2 s e t t e m b r e
P r i m a N a z i o n a l e A u d i t o r i u m P a r c o d e l l a M u s i c a - C a v e a W i m
M e r t e n s I n e s c a p a b l e T o u r ( m u s i c a )
2 3 s e t t e m b r e
A u d i t o r i u m P a r c o d e l l a M u s i c a C a v e a V a s c o B r o n d i -
T a l i s m a n i p e r t e m p i i n c e r t i ( m u s i c a )
2 3 - 2 4 s e t t e m b r e
P r i m a N a z i o n a l e - T e a t r o A r g e n t i n a B a s h a r M u r k u s | K h a s h a b i
T h e a t r e T h e M u s e u m ( d a n z a )
2 6 – 2 7 s e t t e m b r e
C o p r o d u z i o n e R E F T e a t r o A r g e n t i n a O H T - F i l i p p o A n d r e a t t a
/ E n s e m b l e V o c a l e C o n t i n u u m 1 9 l u g l i o 1 9 8 5 , U n a T r a g e d i a
A l p i n a m u s i c h e d i L i g e t i e a l t r i
2 6 s e t t e m b r e
P r i m a E s e c u z i o n e N a z i o n a l e A u d i t o r i u m P a r c o d e l l a M u s i c a –
C a v e a B r y c e D e s s n e r , K a t i a & M a r i e l l e L a b è q u e , L u c a N o s t r o ,
P M C E - P a r c o d e l l a M u s i c a C o n t e m p o r a n e a E n s e m b l e –
T o n i n o B a t t i s t a S t . C a r o l y n b y T h e S e a , C o n c e r t s f o r t w o
P i a n o s , W i r e s , L a c h r i m a e , A h y e m ,
2 6 - 2 7 s e t t e m b r e
P r i m a N a z i o n a l e - M a t t a t o i o – T e a t r o 1 B a s h a r M u r k u s ,
K h a s h a b i T h e a t r e - H a s h
2 7 s e t t e m b r e
P r i m a N a z i o n a l e - A u d i t o r i u m P a r c o d e l l a M u s i c a - C a v e a
R o b e r t H e n k e C B M 8 0 3 2 A V ( m u s i c a )
2 9 s e t t e m b r e
P r i m a N a z i o n a l e - T e a t r o A r g e n t i n a K a t V a l a s t u r - R a s p Y o u r
S o u l ( d a n z a )
2 9 – 3 0 s e t t e m b r e
P r i m a A s s o l u t a N u o v a A u d i t o r i u m P a r c o d e l l a M u s i c a – C a v e a -
A s c a n i o C e l e s t i n i . V e r s i o n e M u s i c a l e d i U n a l t r o P i e r i n o e
i l L u p o e a n c o r a u n P u l c i n e l l a ,
I N F O / B O X O F F I C E
0 6 – 4 5 5 5 3 0 5 0 / p r o m o z i o n e @ r o m a e u r o p a . n e t
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
RISE
ATZEWI DANCE
COMPANY
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
TuttoBallo20
Interpreti di "RISE"
ATZEWI DANCE COMPANY
Ballerini ospiti:
AMILCAR MORET GONZALEZ
VIRGINIA TOMARCHIO
ALEKSEJ CANEPA
Se traduciamo la parola inglese rise abbiamo il seguente
sostantivo: salita. Ebbene, questo momento che ha messo a
dura prova tutti, soprattuto gli operatori del mondo dello
spettacolo, è davvero un’ardua risalita.
Ma Alex Atzewi non è certo un artista che si siede e quindi
per lui questo momento è stato anzi un motivo di maggior
stimolo creativo ed ecco che è nata una nuova produzione
“Rise” che attraverso il movimento narra le difficoltà che
abbiamo vissuto tutti.
"Osservo che nella vita è come se ci fosse una continua
montagna da scalare e dover superare e l’ascesa alle volte è
talmente ripida da causare delle veloci scivolate le cui
riprese sono inevitabilmente rallentate e pesanti” dice
Atzewi.
Il quadro coreografico si apre con un gruppo che, attraverso
movimenti sospesi, alternati ad altrettanti che invece sono
frenetici, rappresenta questa faticosa lotta per salire verso
una meta.
Alle azioni di gruppo si alternano figure singole anch’esse
immerse nel continuo flusso dinamico dell’affannosa
“scalata”. Non tutti riusciranno nell’intento. Alcuni, vinti dalle
difficoltà dell’impresa, scenderanno rovinosamente lungo
quella salita troppo ripida per loro. Ma questa è la vita.
ALEX ATZEWI, direttore dell' ATZEWI DANCE
COMPANY nata nel 1996 col nome New Dance Concept, il
nuovo modo di concepire la danza di Atzewi ha subito un
riscontro positivo ed entusiasmante sia sul pubblico che
sugli addetti ai lavori tanto che nel 2001 la creazione
"Communication" conferma Alex Atzewi come uno dei
nuovi coreografi di spicco nel panorama ballettistico.
Alex Atzewi, docente di danza contemporanea, coreografo
e Direttore artistico della compagnia, ha creato molti
lavori per personalità illustri: Corona Paone, Sabrina
Brazzo, Amilcar Moret Gonzalez, Beatrice Carbone, Petra
Conti e Marco Agostino.
Le sue opere coreutiche sono rappresentate nei più
importanti teatri e festival internazionali. Durante il
lockdown ha creato l’idea della sua nuova produzione
“RISE” che ha prodotto e portato in scena durante l’estate
2020, artisti ospiti Alekseij Canepa, Virginia Tomarchio,
Amilcar Moret Gonzalez, oltre la sua Atzewi Dance
Company. Attualmente il corso Apad tenuto da Alex
Atzewi vede la collaborazione con docenti e danzatori
come Idan Sharabi, Fernando Troya, Loris Petrillo ,
Davide di Pretoro, Emilio Calcagno, Valerio Longo.
atzewidancecompany@libero.it
S P E T T A C O L I E B A L L O
TuttoBallo20
CIRCO
BIANCO
Circo bianco gira tutta l'Italia da più di dieci anni, avvalendosi di artisti
professionisti polivalenti e strutture acrobatiche ad alto impatto visivo.
Le performance del Circo Bianco, sono un connubio circense
tersicorèo. Gli artisti riescono a fondere le atmosfere ed emozioni che
e discipline rappresentano, grazie all'integrazione di costumi e
coreografie di alto livello che gli artisti esaltano in armonia, il tutto
sotto la supervisione creativa di Francesca Ghini. Musiche,
scenografie e coreografie sono studiate appositamente per ricreare il
tema e la trama proposte dal Circo Bianco. Circo Bianco mette a
disposizione una gamma di spettacoli già composti e, allo stesso
tempo, fornisce la possibilità di creare spettacoli su richiesta,
scegliendo un tema e una regia, o delle singole performance. Circo
Bianco è seguito e supportato oramai da decenni da aziende partner
che credono nel progetto , nell’arte e traggono profitto nel divulgare il
proprio marchio grazie alle tantissime vetrine che il Circo bianco
garantisce alle stesse.
Francesca Ghini
Attualmente da circa 6 anni, Francesca Ghini organizza, produce e dirige
spettacoli di circo contemporaneo, ricrea ambientazioni e fiabe senza
l’utilizzo di animali. Grazie ad uno spiccato talento artistico e organizzativo,
Francesca riadatta ogni spettacolo in base ai contesti in cui viene
proposto, da Teatri e Piazze , o singole attrazioni circensi per eventi privati,
matrimoni, cerimonie o sfilate di moda, cene spettacolo o locali notturni.
Francesca riesce ad adattare a qualsiasi circostanza gli spettacoli più in
voga , grazie ad una vastissima scelta fra gli artisti acrobati da inserire a
piacimento all'interno di ogni singolo show. Tutti i personaggi, dal corpo di
ballo ai trampolieri e agli acrobati, interagiscono tra loro e con il pubblico
dando vita a uno spettacolo di Circo Contemporaneo ad alto impatto
visivo ! Francesca sceglie costumi e personaggi onirici e sorprendenti e li
adatta magicamente al contesto scelto, alla location e al pubblico a cui si
rivolge lo spettacolo. In contemporanea al lavoro di direzione artistica e
produzione Francesca ha ideato diversi spettacoli portati poi in scena.
c a d e m y o f V i c t o r i a n D a n c e
A
w w . l i m p e r i a l e . i t
w
inviti, il comportamento e
"Gli
abiti." gli
Viscardi e Gianna Menetti
Vittorio
Academy Of Victorian Dance
Presidente
sapiente conduzione del
dalla
di danze.
maestro
notevoli differenze
Esistevano
l’etichetta di un ballo
tra
ed un ballo privato
pubblico
comunque, ambedue
ma,
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
IL BALLO
NELL’ EPOCA
VITTORIANA
S e c o n d a p a r t e
serata dedicata al ballo,
La
un insieme di
rappresentava
bellezza, buon gusto,
eleganza
umore e vivacità, unite
buon
avevano una base comune.
S T O R I A E B A L L O
Invito Orginale del 1861
Invito Orginale del 1811
Carnet (orginale)
TuttoBallo20
Gli inviti ad un ballo dovevano essere spediti come minimo dieci giorni prima
dell’evento e dovevano essere scritti dalla mano dei padroni di casa che
organizzavano la serata danzante. L’invito doveva avere un aspetto attraente e
prezioso, con carta bianca oppure con un bel colore beige chiaro e riportare: il nome
dell’invitato, il luogo della serata di danza, la data e l’ora dell’inizio del ballo. Esisteva
anche un codice di comportamento preciso relativo all’invito: questo doveva essere
inviato alla coppia principale della famiglia che si desidera invitare, poi uno ai figli e
figlie e, se questa famiglia ospitava in quel momento qualcuno, anche costui doveva
essere invitato ma solamente nel caso di un parente stretto. La risposta all’invito
doveva essere spedita solo dalla coppia principale, mentre l’ospite della famiglia
doveva rispondere in proprio.
L’invito poteva anche essere rifiutato per cause particolari e il diniego realmente
giustificato e spedito immediatamente. Casi del genere sono sicuramente accaduti
ma, comunque, in casi rarissimi. In pratica, rifiutare un invito sarebbe stata una
scortesia gravissima e in una società formale come quella dell’epoca, sarebbe stato
preso come un insulto. Il rifiuto avrebbe certamente compromesso i successivi
rapporti tra le persone, ed è per questo che si cercava di evitare che ciò accadesse.
Un elemento importante da scegliere per la serata era quello della scelta della
persona che avrebbe diretto il ballo.
Il “Maestro delle danze” rappresentava un elemento chiave importantissimo.
A lui si demandava la riuscita della serata che doveva essere, come detto sopra,
elegante, divertente e da ricordare. Le danze venivano scelte su arie d’opera famose
dell’epoca tant’è vero che molte musiche delle opere più in voga in quel periodo
venivano “rimaneggiate” per permetterne l’esecuzione delle figure nelle quadriglie.
In un manuale dell’epoca si legge: “Nessun gentiluomo deve avere la ventura di
entrare in una sala da ballo e non conoscere le danze proposte, nonché le figure
(delle quadriglie)”. Quando si conversava con una dama, il cavaliere si poneva
in piedi davanti a lei (l’uomo in piedi a distanza “ragionevole”, e la dama poteva
stare seduta). Era, naturalmente d’obbligo, parlare “Sotto voce”; mai parlare a voce
alta, interrompere e sovrastare gli altri e mai ridere eccessivamente. Soprattutto non
si doveva mai iniziare, e sottolineo MAI, una conversazione che avrebbe portato ad
una sicura discussione con altri. In una serata di divertimento ciò sarebbe stato
considerato molto fuori luogo.
A tutti veniva fornito un “Carnet” con l’elenco delle danze, una piccola matita e
accanto ad ogni danza c’era lo spazio per inserire il nome della persona con la quale
si sarebbe danzato. Il “Carnet” era fornito con diversa forma e materiale per ogni
ballo. Più il ballo era importante, più bello e realizzato con materiali preziosi, il
“Carnet”. Queste “carte di danza” erano piccole; le dame le portavano al polso o nella
piccola borsetta e i cavalieri nel taschino. Il “carnet” rappresentato in figura è a forma
di ventaglio, con una mattina e una lente d’ingrandimento per leggere e scrivere i
nomi. All’epoca le persone non portavano gli occhiali da vista che non erano un
accessorio diffuso, come poi sarebbe diventato nei decenni successivi e, soprattutto,
non piacevano. Gli abiti delle dame abbondavano in stoffa e avevano una forma a
clessidra o campana (1850).
Quali erano gli indumenti che riuscivano a dare questa forma gli abiti?
Il primo era il “corsetto”, una specie di prigione per il busto. Era realizzato in stoffa
con importanti inserimenti del materiale che allora si riteneva il più consono: le
stecche di balena. Queste erano cucite all’interno, in apposite tasche lunghe e
davano quell’effetto di vitino da “vespa” che si può riscontrare in tanti dipinti
dell’epoca. Non era affatto comodo ma la sua funzione non era quella di essere tale,
ma quella di dare una forma tipica ed elegante. Si allacciava principalmente sul
retro, sulla schiena e riduceva la vita al massimo. Molto si è scritto su questo
indumento che molti hanno definito “di tortura” ma la moda ha sempre il
sopravvento e tale indumento continuò la sua corsa con modelli adattati ai tempi,
fino ai primi del secolo successivo, il 900, quando a donna si liberò definitivamente
da tale oggetto. Il secondo indumento che dava la forma a campana, era
rappresentato dalla “crinolina” che era una gabbia che partiva dalla vita e si
allargava gradualmente fino all’altezza della caviglia. Questa “gabbia” era formata da
anelli di stecche di balena o metallo, sorretti da una rete o nastri che univano tutta la
gabbia.
Naturalmente sotto la “crinolina” la dama indossava gli indumenti intimi come i
famosi “mutandoni” che arrivavano sopra la caviglia, e le calze al polpaccio. Sopra
questi mutandoni venivano indossate le “sottogonne”, anche due e sopra la
crinolina. Al di sopra della “crinolina” ancora “sopragonne” e infine la vera gonna
finale lavorata. Questa ultima gonna era realizzata con una grande quantità di stoffa,
prima di tutto per non far vedere i cerchi, poi per permettere all’insieme quella
sofficità di movimenti tipici nella danza.
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
Le scarpe erano importanti e ben realizzate e avevano un tacco bassissimo, quasi inesistente; i guanti erano corti e arrivavano al polso.
Gli abiti indossati dalle dame per il ballo, erano leggermente più corti di quelli indossati normalmente di modo che il movimento del
piede non fosse ostacolato da impedimenti e quindi il piede potesse essere spostato agevolmente tra il pavimento e il vestito stesso.
Sicuramente qualche incidente dovuto a qualche danza, tipo strappo della gonna, ci fu, ma rientrava nella normale statistica degli
accadimenti. La parte superiore del vestito era scollata e scendeva sotto l’attacco della spalla. Piccole maniche scese ingraziosivano la
parte superiore e avevano anche il compito di sorreggere il vestito che presentava un’abbondante scollatura.
Attaccati alla piccola manica c’erano dei nastri e dei tulle adornati con guarnizioni di fiori che erano molto alla moda. Riguardo alla
capigliatura la situazione si fa più complessa e precisiamo che le donne di allora portavano i capelli estremamente lunghi.
A volte la lunghezza delle chiome sciolte arrivava fin sotto il ginocchio e oltre. Di notte, per dormire i capelli si portavano sciolti. Per una
donna del 1800, avere i capelli lunghissimi e sopratutto belli e curati, era sinonimo di bellezza. Facile, quindi creare degli “chignon”
voluminosi adornati anch’essi da nastri e fiori. Negli anni precedenti al 1850 il tipo di pettinatura era stata differente, con alte torri di
capelli, riccioli portati anteriormente alle orecchie (le così dette “orecchie da cani”) e così via. Intorno al 1850 inizia a vedersi una
acconciatura con la riga in mezzo che io chiamo “alla medusa”.
Questo modo di aggiustarsi i capelli era già stato visto nei decenni precedenti ma sempre inserito all'interno di una acconciatura più
complessa. Le ciocche laterali venivano raccolte e portate all’indietro in uno chignon posto sul retro della nuca. Nel dipinto che
riportiamo qui di seguito si possono vedere le diverse acconciature in uso in quel periodo. Il dipinto di Franz Xaver Winterhalter
intitolato “L’Imperatrice Eugenia in attesa è circondata dalle sue dame” rappresenta un balzo indietro nel tempo eccezionale e ci
permette di ammirare non solo le acconciature ma anche gli accessori, i vestiti e la lunghezza delle chiome. Riportiamo per curiosità,
l’elenco delle dame ritratte: L’Imperatrice Eugenia de Montijo, la baronessa de Pierres, la principessa d'Essling, la viscontessa di Lezay-
Marnésia, la marchesa di Montebello, la duchessa di Bassano, la baronessa di Malaret, la marchesa di Las Marismas e la marchesa di
Latour-Maubourg. Nel dipinto si può osservare che solo le ragazze più giovani portavano i capelli che toccavano le spalle, mentre le
dame maritate li avevano più raccolti. … ed anche questo era un messaggio sociale.
E finalmente si danzava...Fine della seconda parte.
A c a d e m y o f V i c t o r i a n D a n c e
w w w . l i m p e r i a l e . i t
T U T T O B A L L O 2 0 | S E P T E M B E R 2 0 2 0
Il Tango della vecchia guardia:
la prima rivoluzione.
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
di Federico Vessella
foto © Pinterest:.it
Szkola Tanca Bailando
Krzysztof Owczarczak
Taniec con Poznaniu
https://milongandoblog.wordpress.com/
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
Esistono poche date determinanti nella storia del Tango, al
punto da essere considerate pietre miliari nella ricostruzione
storica di questo movimento; alcune di queste appartengono
alla prima decade del Novecento ed hanno segnato una prima
rivoluzione concettuale e musicale.
Anno di grazia 1910. Uno strumento di origine tedesca,
probabilmente brevettato nella prima metà del XIX secolo da
Heinrich Band, per essere impiegato nella musica sacra come
evoluzione dell’acordión, diventa il protagonista del Tango.
Introdotto in Argentina da migranti europei tra il 1870 ed il 1880, il
bandoneón viene integrato nelle orchestre, determinando la
scomparsa di alcuni strumenti del tango primordiale dalle stesse
formazioni (arpa e flauto).
Lo stesso anno (alcuni sostengono l’anno successivo, il 1911), il
bandoneonista Vicente Greco registra per la Casa Tagini,
concessionaria della Columbia Records, i primi tanghi con una
formazione dal nome “OrquestaTípica Criolla”, nella quale
compare come violinista Francisco Canaro. A partire da questa
esperienza, l’etichetta OrquestaTípica sarà indicativa proprio
delle orchestre di tango, con l’aggettivo “tipica” ad indicare
l’esecuzione esclusiva di musica popolare.
Passano un paio di anni circa e nel 1913 un giovane Roberto Firpo
porta all’interno dell’OrquestaTípica lo strumento che diverrà la
locomotiva musicale del tango: il pianoforte. Pianisti avvezzi al
tango, con esecuzioni da solisti, già esistevano a Buenos Aires,
nei postriboli o nei locali che potevano permettersi uno
strumento così costoso ed ingombrante. Firpo intuisce che può
giocare un ruolo determinante insieme al bandoneón e al violino
nel costruire una tessitura musicale distinta dal passato. Il
pianoforte ha il vantaggio di essere uno strumento poliedrico,
importante per la marcazione ritmica col suo registro grave,
tanto quanto per la costruzione melodica col registro acuto. Ciò
che lo differenzia da tutti gli altri strumenti utilizzati all’epoca
dalle orchestre di tango è che non si può trasportare facilmente.
Sembra un dettaglio, eppure, da quando si afferma il pianoforte
nelle orchestre, queste cessano man mano di essere itineranti e
si avviano verso un processo di stabilizzazione. Nel tempo, il
pianoforte sostituisce la chitarra, che continuerà ad essere
utilizzata come strumento di accompagnamento di altri generi
popolari. Le partiture scritte per pianoforte costituiscono una
sorta di scheletro armonico per l’esecuzione orchestrale ed il
pianoforte, oggetto comunque di lusso all’inizio del XX secolo,
avvicina al tango personaggi che appartengono alle fasce medio
alte della società.
Nello stesso decennio, questi cambiamenti nella formazione delle
orchestre e negli strumenti causano una necessaria rivoluzione anche
nello stile di suonare Tango. Si cristallizza una formazione standard per il
Tango, che è il Sexteto: Pianoforte, due bandoneón, due violini e chitarra
(sostituita poi dal contrabbasso nel 1920);
il marcato in 2x4 tipico del ritmo habanera va scomparendo in favore del
4x8, favorendo una linea estetica a vantaggio del fraseggio che
accompagna lo sviluppo melodico e sfruttando appieno le potenzialità
interpretative dei nuovi strumenti.
Non sono passati molti anni dai quartetti o dalle rondallas di chitarre e
mandolini, eppure il Tango esce da questa multi-rivoluzione totalmente
rinnovato e più vicino a quello che oggi viene ballato in milonga.
Tra le orchestre si vengono a creare due distinte correnti stilistiche,
sempre frutto delle innovazioni della decade del ’10. La prima è capitanata
dallo stile melodico ed ntellettuale di Roberto Firpo; la seconda, di
matrice più ritmica ed energica, proposta da Francisco Canaro. Il Tango
arricchisce il proprio guardaroba e comincia l’inevitabile competizione tra
le case discografiche per il crescente business che sta+ maturando.
Eppure, le novità non si limitano a quanto scritto finora, perché il 1917
segna il sorgere di un altro grande fenomeno associato al Tango: siamo in
piena Guardia vieja e nasce il Tango canción. Ma questa è un’altra storia.
https://milongandoblog.wordpress.com/
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
T A N G O
P A S S I D I P I A C E V O L I E M O Z I O N I
Di Sandro Mallamacii
Se il valzer viennese è il ballo romantico per eccellenza, che ti proietta in un mondo da
sogno, di altri tempi, fatto di sentimenti puri, come nelle favole, il tango è il ballo
sensuale che fa provare sensazioni fisiche, sensazioni forti, peccaminose, un ballo per
gente vera, in tutti i sensi.
Chi balla il tango lo fa perché vuole instaurare un rapporto fisico col partner, si
concede senza inibizioni, senza censure, vuole toccare e farsi toccare, sentire il respiro
sul viso, incrociare gli sguardi ammiccanti, insomma, veri e propri preliminari.
Il tango non è per chi vuol mantenere le distanze.
È trasportare e farsi trasportare.
È il desiderio di sentire il corpo dell'altro scivolarti addosso.
La quasi totalità delle frasi musicali del tango si eseguono in 8 tempi.
La salida è la base composta da otto passi ed è la prima figura che si impara. Si svolge
eseguendo una camminata nella giusta postura e seguendo il tempo della musica con
le opportune pause.
Se tutto è eseguito bene si ottiene la giusta espressività propria di questo ballo.
Trattandosi di un ballo eseguito in costante contatto tra l'uomo e la donna è
importante e fondamentale che ci sia un affiatamento ed una complicità tra i due.
Bisogna sentire e trasmettere le emozioni l'uno all'altra. Oggi vedere ballare il tango
argentino suscita piacevoli emozioni, ma non è sempre stato così. Alla fine XIX secolo,
quando nacque nei quartieri portuali
di Buenos Aires, era ballato da uomini di basso ceto, spesso appartenenti alla malavita,
immigrati europei, soli, senza famiglia, che si accompagnavano con prostitute. La
musica ed i testi erano ispirati dalla nostalgia per la patria lontana e dalle misere
condizioni in cui vivevano.
Il linguaggio utilizzato era il lunfardo, una vera e propria lingua nata dalla fusione di
lingue europee ed il catalano parlato nella capitale argentina. La musica era composta
per gli strumenti che gli immigrati europei avevano portato con sé, fisarmonica,
chitarra, violino.
Nei cortili dei conventillos si improvvisavano passi e ritmi per passare il tempo e non
pensare agli affetti lontani, alla ricerca di qualche momento di svago, grazie alla
disponibilità di quelle donnine, che per pochi soldi regalavano piaceri a quei diseredati.
I primi tentativi di far conoscere il tango agli europei non furono positivi. Le modalità
con cui si eseguiva erano considerate molto scandalose, a partire dai vertici della
Chiesa Cattolica, che ritenevano più consoni e pudici balli più formali come il valzer,
che non prevedevano il contatto fisico tra i ballerini.
Maestri pionieri della diffusione del tango in Europa hanno dovuto trovare il modo per
fare accettare questo ballo agli ambienti dell'aristocrazia e della Chiesa. E ci sono
riusciti modificandolo, miscelando figure di altri balli e creando musiche più adatte ai
nuovi passi.
La società ipocrita e moralista alla fine sdoganò questa moda di ballare "sans courant
d'air". Oggi il ballo di coppia, così inteso, è considerato una vera e propria terapia per
rafforzare il legame di coppia, un vero elisir per il menage e per l'intesa fisica, come
dimostrano studi scientifici in base ai quali i partner ballerini hanno rapporti sessuali
più frequenti ed una migliore qualità di relazione di coppia.
Il tango argentino è al top.
Vederlo ballare da una coppia affiatata è come assistere ad un film erotico.
Ti piace guardare, ma ti vien voglia di farlo!
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
La foto tagliata: fine di un amore
di Rosella Simonari
Come inizia una relazione? Come finisce, se finisce? E cosa
accade se vi sono interessi professionali di mezzo?
La relazione fra Josephine Baker e Alberto Spadolini
invita a porci queste domande.
Baker divenne famosa per la sua danza nella rivista a Revue
Nègre (1925), mentre Spadolini raggiunse il successo
assieme a Baker ne La Joie de Paris (1932).
Nel 1932 Baker era divenuta un’artista raffinata che aveva
iniziato a cimentarsi anche con il canto. Di Spadolini parlò in
una recensione prima della prima de La Joie de Paris,
definendolo atletico.
Non è chiaro quando il loro rapporto iniziò, ma fu di una
certa importanza, almeno per Spadolini, il quale invitò la
madre, Ida Romagnoli, a raggiungerlo a Parigi per conoscere
Baker.
Nel 1935 Baker e Spadolini si esibirono a Londra, al Prince
Edward Theatre, ma Baker venne fischiata, mentre Spadolini
fu celebrato.
È per questo che il loro rapporto terminò?
Probabilmente sì. Gelosia professionale.
Grazie al materiale raccolto da Marco Travaglini, nipote e
studioso di Spadolini, abbiamo una foto enigmatica di questa
fine, dono di Alex Wolfson, manager di Spadolini: Spadolini e
Baker insieme con indosso costumi hawaiani, probabilmente
per via del loro numero "Hawaï” ne La Joie de Paris, con il
capo di Baker però tagliato fuori dall’inquadratura.
Secondo Wolfson, quando la loro relazione finì, Spadolini
distrusse tutti gli oggetti che gliela ricordavano e Wolfson
riuscì a salvare solo parzialmente questa foto, in quanto
Spadolini stracciò il viso di Baker dall’immagine.
Eppure è una bella foto, Spadolini è in piedi e tiene in
braccio Baker, il cui corpo si staglia sul piano orizzontale, con
la schiena arcuata indietro.
Una traccia, un’intensa traccia di una storia che fu.po del
testo.
Foto Atelier Spadolini, su gentile
concessione di Marco Travaglini,
nipote e studioso di Spadolini
Joséphine vista da Condé Nast
Spadolini balla avvinto a Joséphine Baker al Casinò de Paris 1932; Alberto Spadolini ritratto da Dora Maar, danzatore nudo con globo,Parigi 1935
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
di Susan Walker-Spence
S T O R I A E B A L L O
TuttoBallo20
Bill Irvine (1926-2008) MBE e Bobbie Irvine (1932-2004) MBE
Bill, nato in Scozia e Bobbie in Sud Africa si conobbero a Johannesburg; Bill
dopo aver servito la Royal Navy iniziò a lavorare in quella città per la famosa
“British Champions” di John Wells e Renee Sissons. (John era il fratello di Elsa
Wells primo organizzatore dell’International Championships alla Royal Albert
Hall, Londra).
Bill in Sud Africa gareggiava nei Professionisti con Aida Kruger, (lui era già un
professionista a 16 anni avendo vinto 2 scellini in una gara Amatoriale
Scozzese - quando era vietato agli amatori vincere soldi- e Bobbie era già
Campionessa del Sud Africana insieme a Vernon Ballantyne. Le due coppie
sono state invitate a Londra per ballare un Team Match dopodiché sia Aida
che Vernon decisero di smettere di ballare, lasciando Bill e Bobbie soli a
Londra. Tornando in Sud Africa, Bobbie studiava con Bill per diventare
“Maestra di ballo,” si innamorarono e decisero, così, di ballare insieme
(anche se, essendo Bobbie più alta di Bill, all’inizio a Bobbie l’idea non
piaceva!). Sì sposarono nel 1957 e, dopo aver vinto il Campionato di Sud
Africa diverse volte, decisero di trasferirsi a Londra per studiare con i più
bravi insegnanti dell’epoca: Eric Hancox, LenScrivener, Charles Thiebault,
Constance Grant e, poi, Sonny Binick.
Il loro primo grande successo fu nel 1960 a Berlino quando vinsero il
Campionato del Mondo Standard. Il loro primo “British Standard
Championship” l’hanno vinto nel 1962. Il Mondiale Latine nel 1965, il “British”
Standard e Latine nel 1966 e nel 1968, entrambi i Campionati del Mondo,
Standard e Latine nello stesso giorno alla Royal Albert Hall. In totale 13
volte Campioni del Mondo! Nella loro carriera hanno fatto stages e lezioni
in ogni angolo della terra ed hanno ricevuto tutti gli onori che è possibile
ricevere nel mondo della danza compreso, nel 1967, il Member British
Empire, (MBE) della Regina Elisabetta 11.
Bill è stato il Presidente del’ ISTD (Imperial Society of Teachers of Dancing) e
del WDC (1980-82), al tempo conosciuto come ICBD ed era poi famoso per il
suo ruolo di Presidente della giuria a Blackpool, come Bobbie che giudicava
sempre dalla sua postazione preferita: a sinistra del palcoscenico!
Sia Bill che Bobbie amavano l’Italia; Bill fu Presidente della giuria presso il
FEINDA (Festival internazionale della Danza) organizzato da Adalberto e Lalla
Dell’Orto nel 1984 a Marina di Carrara. Questo competizione divenne una
delle più importanti del Mondo , conosciuta poi come il grande “Cervia” e Bill
continuò come Presidente delle Standard ogni anno per più di 20 anni,
compito che poi verrà diviso con Peter Maxwell (Latine) e Stefano Francia
(Direttore di Gara) vista l’enormità dell’impegno che tale compito richiedeva. Il
loro insegnamento e la collaborazione con molte delle più brave coppie
Italiane divenne notevole; Augusto Schiavo, presentò il “Bill e Bobbie
Irvine Awards” a Verona per diversi anni in loro onore.
Bill e Bobbie divennero autori e protagonisti di molti cambiamenti ed
evoluzioni nel Ballo “Standard”, ottenuti, - come loro fortemente credevano –
partendo da una solida base tecnica. Negli ultimi anni della loro vita e
carriera, iniziarono a notare una mancanza dei principi tecnici nel ballo -
problemi di “Over Choreography”- per cui i passi eseguiti non erano più
caratteristica delle danze di appartenenza.
Secondo Bill, il “Tempo" (attuale non musicale) significa progresso e non si può
stare fermi; bisogna avere nuove iniezioni di idee, e gli insegnanti devono avere un
approccio intelligente verso i principi della coreografia; non si può tornare al
vecchio perché la danza è progredita da molti punti di vista"... E ancora : “Il
consiglio che do ai giovani ballerini é di fare allenamento in modo intelligente e
apprendere i principi fondamentali di base di ogni danza e di applicarli al loro
ballo. La coreografia non è sufficiente per farti diventare un Campione! Devi
capire i principi basilari di Rise and Fall, lavoro di piedi e tecnica. Purtroppo ci
sono troppi difetti tecnici basilari nella danza di oggi - che non saremmo stati in
grado di fare e di lasciare andare anni fa. Il libro di tecnica é lì come una guida e
quando lo capisci, la tua danza diventerà più facile e migliore.”
E’ impossibile citare Bill senza ricordare gli insegnamenti di Bobbie, lei non me
lo perdonerebbe mai! Il suo prezioso consiglio alle Dame - ad allenarsi era:
“essere visto e non sentito (col rumore dei piedi), farsi sentire ma senza ostacolare,
essere visto ma non mettersi in mostra, muoversi e non allontanarsi, essere attivo
ma non attivato, avere tono ma non tensione, ricevere slancio ma non darlo,
essere in equilibrio sui propri piedi, sentire la danza nel tuo corpo, seguire e non
guidare, adattarsi e non essere adattato e permette alla musica di infiltrarsi nel
tuo corpo”.
C’è così tanto da scrivere su questi due danzatori, insegnanti e mentori
ispiratori; spero che questo articolo abbia dato un idea di chi erano queste
due leggende delle danze di coppia. Avendo avuto la fortuna di studiare con
loro come giovane competitore e poi di averli conosciuti meglio come colleghi
e amici - posso dire che oltre al successo ottenuto nel ballo grazie alla loro
tenacia, tenevano fortemente anche ai valori più importanti della vita...due
persone più gentili, umili e leali, credo, siano difficili oggi da trovare.
F O T O G R A F I A E B A L L O
TuttoBallo20
R E G U A : C O R P O | M A T E R I A | G E S T O
T
foto © Luca di Bartolo, Giulia Vacca
F O T O G R A F I A E B A L L O
TuttoBallo20
La fotografia e la danza, un passo a due per raccontare il movimento “danza”. Luca di Bartolo, fotografo,
da qualche anno lavoro progetti che uniscono l’arte coreutica alle arti visive, foto e cinema. Il nuovo
progetto si chiama Tregua.
E' un progetto di video danza che vede la luce durante uno degli shooting per il progetto CORPO |
MATERIA | GESTO di cui ci ha raccontato nel numero di Agosto.
Nasce all'interno della torre del Nuraghe IsParas in Sardegna (Isili), su una grata di tondini di ferro a
protezione di un pozzo, una oscura voragine. Vuole essere un lavoro personale e introspettivo sul
periodo di difficoltà vissuto da Giulia durante il lockdown.
La grata è un sostegno immaginario, inizialmente un punto di ancoraggio, ma potrebbe rivelarsi allo
stesso tempo nemica e ostile.
Rispecchia ciò che Giulia cercava in quei giorni di quarantena, trovare la luce ed il buono che poteva
esserci in quell’immobilità apparente.
Gli scatti fotografici e le brevi riprese eseguiti durante la nostra prima visita, ci hanno
condotto alla decisione di tornare sul posto con un progetto coreografico definito, puntare ad
una fotografia che giochi su profondi sfuocati, incentrata sul corpo e sui gesti, puntare ad una sonorità
che raccolga i seppur minimi rumori: le mani che scivolano sul metallo arrugginito o i piccoli pezzi di pietra
che cadono nel pozzo.
Per dare vita a Tregua abbiamo deciso di attivare una campagna di raccolta fondi sul portale
europeo di crowdfunding Ulule.
Questa scelta nasce sia dalla necessità di acquistare dell'attrezzatura audio che ci permetta di raccogliere
dettagli sonori quali lo stridio della polvere di pietra tra le mani, sia per sostenere economicamente la
partecipazione ai festival di cinema.
Per chi avrà il piacere di aiutarci abbiamo pensato ad alcune ricompense in parte simboliche
(ringraziamenti nei titoli di coda, cartolina di ringraziamento ecc.), in parte reali (una copia del
cortometraggio su supporto fisico, una stampa 40x60 a scelta tra i miei tanti scatti di danza)
(https://it.ulule.com/tregua/)
C O R P O E B A L L O
TuttoBallo20
Sport a 50 anni:
come scegliere le attività giuste per tonificare i muscoli, dimagrire e stare bene
di Eugenia Galimi
Dopo i 50 anni il metabolismo rallenta, ma allenandosi con regolarità e con le
discipline ad hoc si può aumentare il dispendio energetico e mantenere il
peso forma, oltre a conservare muscoli tonici e benessere a 360°.
Mangio come una volta eppure ingrasso. Come mai?”
Si tratta di una condizione comune alla maggior parte delle donne (ma anche
degli uomini) over 50. Il responsabile di questo disagio è il rallentamento
del metabolismo, ovvero la riduzione della velocità con la quale il nostro
corpo brucia le calorie. Questo delicato meccanismo che regola l’equilibrio tra
le calorie introdotte con gli alimenti e le calorie consumate dalle cellule per far
fronte alle diverse richieste energetiche dell’organismo, con l’avanzare dell’età
e con i cambiamenti ormonali legati alla pre-menopausa e alla menopausa,
perde il suo bilanciamento.
Per accelerare il metabolismo bisogna quindi aumentare il dispendio
energetico quotidiano che è influenzato principalmente da tre fattori:
dal metabolismo basale (quantità di energia impiegata da una persona
sveglia ma rilassata, in condizioni termiche neutre e a digiuno da otto ore),
dalla termogenesi indotta dalle attività digestive (la digestione delle
proteine è la più vorace di energia, a seguire i glucidi e poi i grassi)
dall’attività fisica.
La strada migliore per accelerare il metabolismo è praticare regolarmente
attività fisica, in questo modo si costruisce la massa muscolare magra, il
tessuto che brucia più calorie, anche 10 volte in più della massa grassa. Non
solo: potenziando la massa magra si incrementa anche il metabolismo basale.
Ma quali sono le attività più indicate per accelerare il metabolismo a
partire dai cinquant’anni? Perdere peso: meglio la palestra o la danza?
Uno dei difetti del lavoro in palestra è che spesso si concentra su una sola
area del corpo.
Questo fa sì che il grado di allenamento delle varie zone del corpo, braccia,
busto, gambe – sia disomogeneo. Va a finire, infatti, che si allenano solo le
gambe, per esempio, mentre le braccia restano meno allenate e perciò ancora
flaccide. Il lavoro in palestra spesso non promuove un buon allenamento di
tutto il corpo, ma solo di alcune zone. Questo non capita con la danza che
predispone un lavoro che interessa ogni zona del corpo.
I movimenti coinvolgono sia le gambe che le braccia, nonché il busto,
allenando tutti gli addominali, compresi i dorsali.
La danza è un ottimo allenamento poiché aiuta ad allenare tutto il
corpo. Già dopo un paio di lezioni, il fiato migliora e insieme a esso la
resistenza, segno di aver già fatto un buon lavoro.
Oltre ciò, per molti non è facile proseguire ed essere costanti negli
allenamenti in palestra, anzi, molto spesso, si rinuncia dopo poche lezioni.
La causa più frequente degli abbandoni pare sia la noia: ci si stanca presto di
esercizi ripetitivi e se non ci si sente coinvolti e stimolati, non si accende la
passione e la fuga dai corsi è inevitabile.
Un altro motivo, invece, per cui faresti subito meglio a preferire un corso di
danza alla palestra è il divertimento. La palestra è solo fatica mentre con la
danza, la fatica un po’ si dimentica. La ragione è legata alla musica: non c’è
danza che non utilizza la musica e questo è un vantaggio da non
sottovalutare. Ballare è molto divertente e ti aiuta a non sentire la fatica che i
muscoli del tuo corpo stanno facendo. È vero che la musica c’è anche in
palestra ma non ci balli su, la ascolti e basta per distrarti un po’.
Ballando a ritmo di musica, ti diverti molto di più e non senti la fatica cha fai.
La danza, inoltre, è un’efficace terapia antidepressiva che aumenta l’autostima
oltre a migliorare la salute del cuore e aumentare la resistenza fisica,
favorendo l’equilibrio e la flessibilità corporea.
è entrare in mondo
Creatività
tuo sporcarti le mani, vestire
tutto
bambini formulano alcune
I
sulla base di un pensiero
analogie
tipico dell'infanzia, mentre
magico
mente di un adulto o di uno
la
produce analogie che
scienziato
poi passare al vaglio di
dovranno
pensiero logico che giudicherà
un
esse siano plausibili e utili:
quanto
il ricorso alle analogie è una
ma
fonte di nuove idee.
continua
un genitore o un insegnante
Se
creare un clima favorevole
vuole
creativa, dovrebbe
all'espressione
alcune semplici strategie.
seguire
i più piccoli essere spontanei
Per
più facile, quelli un più grandi
è
essere allenati a lasciar
possono
il pensiero in modo ch
correre
a porsi volontariamente
riescano
una situazione rilassata, senza
n
di un obiettivo
l'esigenza
per cui sia possibile
prioritario,
nascere un'idea dall'altra.
far
Cropley “la creatività, consta di tre
Per
l’aspetto intellettuale (la
componenti:
di produrre idee), l’aspetto
capacità
(la disposizione a farsi
motivazionale
in mente qualcosa e poi ad
venire
anche queste idee) e
articolare
emozionale (il coraggio di ,
l’aspetto
si oppone alla pressione
che
la disponibilità al
all’adattamento;
ecc.)... è necessario favorire tutti
rischio,
tre gli elementi della creatività,
e
questa nasce dall’interazione
poiché
sue componenti”.
delle
lo studioso evidenzia
Inoltre
qualità essenziali dei creativi:
7
essere capaci di produrre molte
1
idee
essere consapevoli dei problemi
2
avere abilità analitica e sintetica
3
essere originali
4
possedere elasticità di pensiero
5
per centrare il nocciolo delle
6
questioni
porre questioni in modo nuovo.
7
Vygotskij parla della
Anche
Vygotskij pensa che la
creatività.
nasce in risposta al
creatività
che ogni uomo avverte di
bisogno
all’ambiente circostante.
adattarsi
psicologo russo sottolinea come
Lo
alla creatività, pur
l’attitudine
patrimonio di ognuno, si
essendo
in maniera e in misura
manifesti
nei vari soggetti, in quanto
diversa
di numerosi fattori, tra cui, un
frutto
di rilievo è occupato
posto
sociale e culturale in
dall’ambiente
l’individuo è inserito.
cui
possibile riconoscerne due forme
E'
creativa.
l'attività
riproduttrice è: “...legata in
L’attività
strettissimo alla nostra
modo
e consiste essenzialmente
memoria,
riprodurre o ripetere fogge di
nel
già da prima
comportamento
ed elaborate, o nel far vivere
create
d’impressione precedenti.
tracce
attività non crea nulla di
Questa
e, fondamentalmente, essa si
nuovo,
a una più o meno esatta
riduce
di ciò che già c’era”.
ripetizione
l'attività creativa ha a che
Mentre
con i sentimenti. Per Vygotskij
fare
il sentimento, non meno
dunque
pensiero, è un fondamento
del
all’atto della
indispensabile
tanto che, nella
creazione,
che l’immaginazione
convinzione
un processo di natura
sia
complessa, non
estremamente
dimenticare che ciò che
bisogna
creazione è “l’atto
chiamiamo
di un parto,il risultato di
catastrofico
M E N T E E B A L L O
TuttoBallo20
di Giovanni Battista Gangemi
La creatività
Penso che la creatività sia qualcosa
di molto importante per il
bambino e non solo.
La creatività per me è libertà,
libertà di esprimere in modo
'diverso', 'anormale', 'insolito'.
Creatività è fare qualcosa di
particolare, qualcosa che nessuno
fa, qualcosa che ti far stare meglio
e in cui metti i tuoi stati d'animo.
La creatività ti esonera delle
stereotipie del mondo, dalle regole
che il mondo ti obbliga, perché
tutti dobbiamo essere uguali,
burattini plagiati.
vestitiì diversi, inusuali. E non
importa se belli o brutti
l'importante è essere liberi, liberi di
volare, liberi di essere se stessi.
oltre l'arte
principali: l’attività riproduttrice e
Anzitutto è necessario rispettare le
domande insolite o divergenti.
(Mediazione di reciprocità). In
secondo luogo è fondamentale
mostrare che le idee sono prese in
considerazione. E inoltre è
importante incoraggiare l'autoespressione
in attività sia
spontanee che pianificate. (Criterio
di Mediazione intenzionalità e
un’intima, lunghissima gestazione e
Reciprocità).
maturazione”.
.
M E N T E E B A L L O
TuttoBallo20
STRESS DA RIENTRO
Rilassati, raccogliti, allontana
da te ogni altro pensiero.
Lascia che il mondo che ti
circonda sfumi nell’indistinto.
(Italo Calvino)
Ciro Vinci
pianista - compositore - musicoterapista
M E N T E E B A L L O
TuttoBallo20
IMPARA A GESTIRE LO STRESS
Secondo fonti Istat lo “stress da rientro” è una condizione molto comune che riguarderebbe un italiano su
dieci. Si tratta di una risposta psicofisiologica dell’individuo alla reimmersione nello stress quotidiano; una
condizione di malessere psicologico e fisico che si sperimenta a fine estate. Il rientro nel contesto
lavorativo e nella routine abituale comportala conduzione di ritmi serrati che si sostituiscono a quelli più
lenti dei periodi di vacanza. Ritornare alla quotidianità evitando lo stress non è un’impresa impossibile. Gli
esperti, in diversi campi, sono concordi nel suggerire un valido accorgimento per fronteggiare questo tipo
di malessere: . Prolungare il benessere goduto durante le ferie serve
ad allentare la tensione, ad allontanarsi da pensieri negativi e riprendere la normalità con la giusta energia.
Quante volte, per tirarsi su di morale, si ascolta un pò di musica o una canzone in
particolare?
In tutte le epoche e le culture, l’uso del suono è stato riconosciuto come strumento dalle potenzialità
curative.
Il ricorso alla musica, da anni, è diventato una vera e propria terapia, ormai il miglior farmaco emotivo.
Perché?
Perché la musica ci comprende, anticipa le nostre sensazioni, accompagna i nostri sentimenti, ci porta
esattamente dove vorremmo essere. La musica è la compagna insostituibile della nostra vita. Ci segue
sempre, da quando nasciamo a quando invecchiamo, ci aiuta ad esprimerci, ad interagire, a stare meglio, ci
regala un tappeto emotivo per tutti i momenti più importanti della nostra vita: motivo valido per farsi
trasportare dalle note di qualche brano a cui siamo particolarmente legati, sentendoci coinvolgere
emotivamente. Triste o allegra che sia, la musica ed il suo effetto benefico sono indiscutibili. Attenzione,
c’è bisogno di una guida all’ascolto. Un suono che tocca il cuore porta con sé un ventaglio di emozioni,
immagini, ricordi e significati importanti per l’ascoltatore. Paradossalmente, ciò rende vano il tentativo di
fruire di brani che fungano da “medicinali” facendo star bene chiunque l’ascolti, poiché una musica può
essere emozionante e significativa per una persona o completamente neutra, se non addirittura fastidiosa,
per un’altra.
Allora come fare?
Basta seguire poche regole di base, per raggiungere efficacemente il nostro scopo. Fortunatamente si può
ascoltare musica anche mentre si pratica attività sportiva o semplicemente si riordina la scrivania. Per
amplificare l’effetto benefico dell’ascolto ci si può concedere un momento di relax durante la giornata con
una cadenza stabilita, individuando un piccolo spazio dedicato a questo scopo in cui creare un’atmosfera
rilassante: con luci soffuse o addirittura sfruttando gli effetti magici della cromoterapia, preferendo colori
freddi (toni del blu/verde/viola), che hanno una vibrazione più bassa e non eccitano le nostre cellule, per
pareti, tendaggi o indumenti.
Scegliere brani che prevedono musica solo strumentale, possibilmente niente canzoni o melodie
conosciute. Per il relax non è la melodia a fare la differenza, ma altre caratteristiche musicali. Innanzitutto il
“tempo”, che dovrebbe collocarsi tra i 60 e gli 80 impulsi al minuto (per seguire la frequenza regolare del
cuore). Il ritmo dovrebbe essere costante, non sincopato (senza interruzioni improvvise), nessun
rallentamento o aumento di frequenza. È da preferire un pattern melodico ripetitivo, senza improvvisi
cambi di articolazione. La musica, inoltre, può variare sia di tono che di intensità a patto che queste
variazioni avvengano gentilmente, senza stacchi troppo bruschi e, in ogni caso, senza percepire eccessi.
Sarebbe preferibile evitare le musiche troppo malinconiche, dato che un suono che ci emoziona troppo
non ci si rilassa. In generale, un brano musicale“soft”dovrebbe generare sensazioni positive ed evocare
ricordi o situazioni serene e piacevoli, ma questo dipende dalla sensibilità e dall’emotività personale.
Alcuni specialisti in musicoterapia compongono musiche ad hoc, ritagliate sulle specifiche esigenze dei
fruitori/ascoltatori, che rappresentano l’optimum. Altrimenti, si trovano sul web raccolte di brani da
ascoltare per “rilassarsi”. L’importante, durante l’ascolto, è praticare una respirazione lenta, regolare e
profonda. Le musiche più utilizzate vengono selezionate di solito dal repertorio di alcuni autori di musica
classica o del genere New Age. Un’intera sinfonia è da evitare, perché propone troppe variazioni; meglio
optare per singoli movimenti, in particolare gli Adagio e l’Arioso. Ampio spazio va comunque dato alle
preferenze personali, nel rispetto dei propri gusti musicali. Non c’è una ricetta precostituita, bisogna
scoprirla. La musica è mistero, ne sappiamo ancora pochissimo, ma il potere del suono è indiscutibile.
Seeing is believing!
E D U C A Z I O N E E B A L L O
TuttoBallo20
Regole fondamentali
I bambini, in quanto persone, hanno bisogno di regole. Le regole fanno
parte della vita, sia a livello sociale che naturale, e insegnare la capacità
di limitarsi e gestire la frustrazione è parte integrante del percorso
educativo. Non si tratta di reprimere o non permettere la libera
espressione, ma di far si che l’individualità possa essere incanalata in
modo corretto senza diventare per questo un limitazione per il prossimo.
Vediamo come è giusto introdurre e gestire questo aspetto spesso
delicato e complesso dell’educazione di un bambino. Credo, innanzitutto,
che le regole debbano essere poche, ma comunicate in modo chiaro e
sintetico e sempre concordate precedentemente dalla coppia genitoriale.
Non è necessario un lungo elenco di divieti e norme, sarà preferibile
avere poche e semplici indicazioni di comportamento. Inoltre, aspetto
importantissimo, devono per forza di cose essere coerenti con i nostri
comportamenti: ad esempio, non chiederemo a nostro figlio di mangiare
seduto se siamo soliti mangiare in piedi o di fronte alla televisione, il
nostro esempio rimane sempre l’aspetto più importante ed il fattore
decisivo nel processo di imitazione e crescita.
Ricordiamo che la creatività ed il gioco sono il linguaggio dei bambini, per
cui sarà spesso più semplice per noi far comprendere alcuni concetti
ricorrendo al linguaggio fantastico: ad esempio inventando una storia per
spiegare l’importanza di lavarsi i denti dopo aver mangiato, piuttosto che
imporlo senza troppi giri di parole.
Eccedere in spiegazioni astratte e irrazionali non porta a nulla di positivo,
il linguaggio deve essere adatto all’età del bambino senza forzature o
desiderio di renderlo adulto precocemente.
Cosa fare di fronte al così detto capriccio?
Innanzi tutto dobbiamo sempre distinguere fra bisogno e desiderio e
rimanere fermi e sicuri senza possibilmente alzare la voce. L’aspetto più
importante che va considerato quando ci troviamo di fronte a
comportamenti del genere è di non stigmatizzarli e di non esprimere
pareri negativi, il rinforzo positivo è molto più efficace della punizione o
del rimprovero.
Dobbiamo sempre avere presenti quelle che sono le necessità ed i tempi
soggettivi del fanciullo: se, ad esempio, ci troviamo di fronte ad un
bambino molto agitato probabilmente sarà preferibil trascorrere molto
tempo a giocare all’aria aperta per permettergli di sfogare le sue
energie, piuttosto che guardare la televisione e pretendere calma e
silenzio.
I bambini hanno tempi diversi dall’adulto, la lentezza nel fare è associata
al bisogno di sperimentare ed apprendere; avere routine giornaliere ben
chiare che scandiscano la giornata potrà rivelarsi molto utile per la
serenità di tutti.
In conclusione:
dobbiamo eliminare il più possibile i nostri sensi di colpa e le nostre
proiezioni e stabilire un rapporto di fiducia volti all’attenzione del
bambino. Rispettare i suoi tempi e del vivere in una società nella quale
tutti hanno il diritto di essere se stessi. Però, rispettare il bambino non
significa sottomettersi a lui, né depauperarlo dell’insegnamento e della
trasmissione delle regole necessarie per il vivere civile. Non basta sancire
e far rispettare le regole, lasciando che rimangano
condizionamenti esterni. Bisogna che siano apprese e interiorizzate,
perché il bambino impari a cavarsela.
Dott.ssa Michela Mignano
Pedagogista clinico Psicomotricista funzionale e formatrice
In quell’assiduo, sistematico, immane processo di apprendimento, il
bambino va sperimentando sia la realtà fisica, sia gli atteggiamenti e le
risposte dei grandi, assumendo atteggiamenti provocatori per provocare,
appunto, risposte chiarificatrici, sia fisiche, sia verbali, sia
comportamentali. Per esempio, mentre fa il gesto di battere il martello sul
tavolo o quando fa un capriccio, lancia uno sguardo agli adulti presenti,
per vedere cosa pensano e cosa fanno, cioè per imparare cosa è
raccomandabile, cosa è permesso e cosa è proibito.
Bisogna cogliere quei gesti provocatori: è quello il momento in cui il
bambino chiede che gli venga insegnata una regola. Sgridarlo e basta
vuol dire perdere una preziosa occasione.
Che cosa spinge i bambini ad intestardirsi e a fare capricci?
La ragione principale è rappresentata dal voler prendere posizione nei
confronti degli adulti. In altre parole, spesso è un modo per affermare se
stessi come entità autonome rispetto agli adulti.
Quali sono i contenuti dei capricci dei bambini?
Frequentemente i piccoli piangono perché desiderano un oggetto che i
genitori non possono o non vogliono acquistare. Altre volte oggetto delle
loro dimostranze divengono le preferenze sul cibo, ovvero desiderano
mangiare alcuni alimenti piuttosto che altri sicuramente più salutari. In
talune circostanze il bambino fa i capricci perchè vuole indossare un
particolare indumento, che è inidoneo per stagionalità o circostanza.
I bambini più grandi si intestardiscono e piangono quando devono fare i
compiti o perché non li vogliono fare oppure perché sostengono che
bisogna usare certe procedure piuttosto che altre, caldeggiate dai
genitori. In alcune occasioni i piccoli fanno capricci perché non vogliono
uscire con i genitori o non desiderano andare in un posto proposto dai
grandi. Oggetto di capriccio può diventare il non volersi lavare e
approntare per andare a scuola. Come si vede, le occasioni che spingono
i bambini a fare capricci sono diverse.
Che cosa può fare l’adulto e come può intervenire in tali
circostanze?
É bene che la persona che si occupa del bambino, in qualità di genitore -
educatore, rifletta sui seguenti punti. Il capriccio ha una funzione
particolare per il bambino in quanto serve a fargli accettare la
frustrazione. In altre parole, lo aiuta a transitare dal principio di piacere
al principio di realtà. In pratica, lo supporta nel capire che non si può
avere tutto e subito, ma bisogna saper attendere per raggiungere un
obiettivo. Di questo l’adulto deve essere consapevole e questa
consapevolezza deve orientare il suo intervento. Una prassi che l’adulto
deve seguire quando affronta i capricci dei bambini è la coerenza. In
altri termini, non si può negare oggi quello che si è concesso ieri.
L’incoerenza destabilizza il piccolo e non lo aiuta a crescere. Non deve
uno dei genitori concedere quello che l’'altro genitore nega. Lo stesso
vale per i nonni.
T U T T O B A L L O 2 0 | S E P T E M B E R 2 0
TuttoBallo20
Un modo nuovo di
vivere la natura
Natusumba©
è la vita nel benessere
sia fisico che mentale
un insieme di coreografie
e meditazione per
l'armonia psico-fisica
https://www.facebook.com/groups/NatuSamba.net/
TuttoBallo20
L I B R O E B A L L O
TuttoBallo20
U n ’ a n t o l o g i a d i r a c c o n t i i n e d i t i p e r r a g a z z i a s o s t e g n o d i A s r o o p e r i m a l a t i r a r i
Fantasià
La beneficenza non si ferma anche in tempi di Coronavirus. E così, in poco tempo, autori volontari si sono messi a
disposizione per una antologia di racconti, Fantàsià - il cui ricavato andrà completamente a sostenere le attività di ASROO,
Associazione Scientifica Retinoblastoma e Oncologia Oculare di Siena.
Il progetto, nato da un’idea dello scrittore Stefano Labbia, intende unire le forze della parola per un obiettivo comune:
sostenere le attività di ricerca sul Retinoblastoma, il tumore oculare più frequente in età pediatrica.
Lo Staff di Siena, condotto dal medico oncologo di fama internazionale Prof.ssa Doris Hadjistilianou, segue dal 2011 un
percorso di cura e diagnosi precoce di una malattia rara: il Retinoblastoma. Proprio a Siena ogni anno si celebra la Giornata di
Oncologia Oculare che vede la partecipazione di massimi esperti sul tema. Siena è il terzo centro di Eccellenza in Europa per
casi trattati. L’intero ricavato dell’antologia fantasy – disponibile su Amazon - sarà devoluto ad ASROO. Ecco il link per
acquistare il libro:
versione cartacea o e-book: https://www.amazon.it/dp/B086PMNDNR?ref_=pe_3052080_397514860.
Nell’antologia si sperimenta il tema della fantasia con gli autori: Aharan Lee, Elena Panzera, Giorgia Sbuelz (già vincitrice del
concorso “Una fiaba per Asroo"), Greta Guerrini, Maggie van der Toorn, Monica Serra, Silvia Bruni e Stefano Labbia che
hanno dedicato gratuitamente il loro tempo e le loro competenze in beneficenza. La prefazione è di Mattia Albani. Un
contributo speciale nella realizzazione del progetto va a Palma Caramia, interior design che ha intrapreso la strada da
bookblogger per recensire e commentare i libri presenti nel catalogo Amazon e librerie fisiche e che attualmente collabora
come grafica e illustratrice per autori emergenti e non.
ASROO – Associazione Scientifica Retinoblastoma e Oncologia Oculare è nata il 27 aprile 2010 per iniziativa di medici e
biologi del Centro di riferimento del Retinoblastoma, dell’Unità di Oftalmologia e della Sezione di Biochimica del
Dipartimento di Medicina Interna Scienze Endocrino Metaboliche e Biochimica di Siena, che già da alcuni anni stanno
collaborando per un progetto di ricerca sul retinoblastoma.
L’Associazione si prefigge le seguenti finalità:
migliorare le conoscenze medico-scientifiche nel vasto campo dei tumori oculari;
migliorare la qualità dei servizi offerti ai pazienti;
diffondere e divulgare le conoscenze scientifiche raggiunte nel settore attraverso opuscoli distribuiti negli ospedali, negli
studi medici, nelle manifestazioni pubbliche quali seminari e convegni;
sostenere tramite raccolta di fondi il miglioramento dei centri specialistici dedicati attraverso la donazione di
apparecchiature scientifiche.
www.asroo.org -segreteria@asroo.org
L I B R I E B A L L O
TuttoBallo20
PAOLO
DI ORAZIO
Il pioniere dello Splatterpunk presenta il Medical Show del dott.Branzini
di Angela De Vito
Non ho mai visto Shining. Conosco Dario Argento, ma di vista perché lo incontro a messa, frequentiamo la stessa parrocchia
(!). Figuriamoci se mi metto a leggere robba de paura. Poi vado a cena dalla mia amica e vedo uno seduto in un angolo,
quieto, occhiali tondi e sguardo angelico. Penso “ha dell’artista, ma magari è una persona perbene”. Me lo presentano come
il più noto scrittore di horror italiano. Mi si congela il sorriso, porgo la gelida manina, battuta da manuale di conversazione
e ciaone. Poi la vita fa giri strani e mi trovo qua, a scrivere invece che del solito libro di Woody Allen, dell’ultimo lavoro di
Paolo Di Orazio (Speghetti Western Freak Show), quello degli occhiali tondi. Che per la cronaca, è socio fondatore e
batterista di Latte e i suoi derivati, nasce come fumettista, dipinge, traduce romanzi dall’inglese, scrive di rock e non so che
cosa faccia nel tempo libero, se ne ha. Immagino strangoli vecchiette.
·Scusa Paolo, ma visto che il mondo è già
orrendo e a tutti ogni tanto piacerebbe
fare il vicino a pezzettini, non potevi
scrivere che so, racconti erotici? O
chicklit?
In realtà provengo dalla scrittura porno
hard-core (stesso background di Pedro
Almodòvar) e stiamo parlando di un lontano
e rutilante biennio di qualche decade fa.
Dopo una denuncia per pubblicazioni
oscene, ho ben pensato di dare fondo alla
passione per l’horror, che più mi ha
procurato in 30 anni soddisfazioni in termini
di successo di pubblico (e n’interrogazione
parlamentare per istigazione a delinquere –
allora ditelo, ce l’avete con me), tra disegno
e sceneggiatura di fumetto, racconti e
romanzi sia in italiano che in inglese. La mia
scrittura è proprio la metafora teatrale, se
vuoi, amplificata di un’irriverente anima
Grand-Guignol, proprio della bruttezza e
della violenza della razza umana. La natura
è sì cruenta (il prodigio, il mostro nella mia
pantomima), ma solo l’uomo è crudele (il
serial killer). Sicuro, quando passerò alla
narrativa chiklit, e non lo escludo affatto,
mi denuncerà l’ordine de dentisti italiani.
Adoro giudicare un libro dalla copertina.
Titolo furbo, grafica accattivante,
segnalibro gattaro che acchiappa
sempre, soprattutto le signore. Ma chi
sono i freak del titolo?
A scanso di ogni ruffiano buonismo e
scomodo cinismo, i freak sono proprio esseri
deformi, condan/nati da genitori
consanguinei e/o folgorati da Madre
Natura per arcane ragioni di entropia
genetica. In realtà, ho solo preso in prestito
l’approccio scientifico-umanista del noto
neurologo Oliver Sacks,il quale vedeva
nella malattia l’espressione di un endogeno
prodigio e una condizione straordinaria per
superare il concetto di sfortuna, sofferenza
e inferiorità, e supportare i pazienti
come persone e non come vittime sconfitte
da un qualcosa di psico fisicamente
estraneo. Per fare questo, ho dotato i
pazienti del dottor Branzini, protagonista del
romanzo, di super-poteri rendendoli una
sorta di FrX-Men senza costumi pop.
Esaltando la loro umanità, ed azzerando così
ogni condannabile intolleranza. Per chi
vorrà capirlo.
Tra le Marche e New Orleans. Come mai
queste ambientazioni così particolari
e lontane tra loro?
Avevo necessità di fare satira del tipico
italiano razzista che odia chi arriva su un
barcone e ignora che un tempo non molto
lontano, ovvero vicino a quello in cui si
svolge il mio Spaghetti Western Freak
Show (Watson edizioni), molti connazionali
partirono alla ricerca di fortuna solcando i
mari. E anche noi ci siamo, sia civilmente che
criminosamente, integrati nel mondo di
approdo. Siamo tutti uguali. Basta studiare
la storia (della mafia siculo americana,
anche). Le Marche perché… luoghi a me
cari, dove i cognomi sono più divertenti e
musicali. Per intelaiare la metafora del
razzismo legato alla migrazione, avevo
bisogno di un mare. E di un luogo, New
Orleans, sede di musica e magia, dove gli
italiani, all'epoca del romanzo (anni '80 del
XIX secolo) sono stati mal tollerati per il loro
(nostro) temperamento.
Hai tirato su i tuoi affezionatissimi fan
con una dieta molto varia. Continuerai a
nutrirli a Latte e suoi derivati?
Una bipolarità che, per fortuna, solo pochi
non hanno gradito. Perché se scrivi horror,
che c’entra la comicità?... Così come, per
molti profani, se scrivi horror devi essere
per forza di cose sadico, disturbato,
misogino, ateo, torturatore di gatti e
calpestatore seriale di aiuole. La risposta è
sì, finché avrò voglia di menare i tamburi.
Una dieta variegata tra horror e humour è il
trucco per essere sempre belli e stare bene
aggirando le rughe fossili dei cliché.
Ok, sei talented come Mr. Ripley, ma ci
sarà qualcosa di artistico che non sai
fare. Scusa, nella quale non ti sei ancora
cimentato. Vuoi svelare ai nostri lettori
una tua segretissima aspirazione artistica
per il futuro?
Voglio desidero devo farò cinema. Intanto,
inizio col farmi la masterclass di Spike Lee e
David Mamet, poi si vedrà. Lieto fine del
segreto.
https://www.paolodiorazio.com/
IL LATO
SEGRETO
DELL'ANIMA
P I T T U R A E B A L L O
TuttoBallo20
Donatella
Colasanti
P I T T O R A E B A L L O
TuttoBallo20
Donatella Colasanti ha iniziato a dipingere fin da bambina. Il suo incontro con la tavolozza ed il pennello è nato nei
primi anni dell'infanzia, grazie al padre, valente pittore, che ha saputo trasmettere alla figlia l'amore e la passione per
l'arte. Ed è stato sempre il padre ad introdurre Donatella nel mondo pittorico, a farle muovere i primi passi alla
scoperta di sensazioni nuove ed inusuali. Una passione che nella creativa non è mai venuta meno.
Donatella, già dotata di ottime capacità pittoriche, nel corso del tempo le ha sempre più approfondite ed affinate. Per
lunghi anni ha frequentato gli studi dei più noti maestri ternani, da cui ha appreso la pulizia della forma e del colore.
La pittrice è comunque riuscita ad intraprendere un cammino indipendente che l'ha portata a trovare una sua
personale forma espressiva.
La pittura in Donatella Colasanti nasce da una predisposizione particolare a cogliere il lato più recondito, segreto,
dell’immagine per proporne il fascino e il mistero attraverso una non comune maturità compositiva rivelatrice di uno
studio costante e approfondito nonché di una singolare capacità di rielaborazione.
Nonostante un’indiscutibile venatura malinconica, l’artista non ama indulgere in un dolente ripiegamento ma, al
contrario, s’addentra in armonie soffuse alla ricerca di continui spiragli attraverso cui l’evento più intimo diventa
catartico e, con straordinaria levità, le forme si evolvono in preghiera, si fanno ascolto e testimonianza di una voce che
celatamente detta. La scelta della figurazione non è affatto scontata o casuale ma risponde alla necessità di catturare
attimi di vita sottraendoli al contingente.
La sensualità quasi onirica, trasognata, che traspare da alcune pose modellate da un sapiente e sottile gioco
chiaroscurale è indice di costante tensione ad una grazia permeata d’amore smisurato per un mondo che nella sua
fuggevolezza ci avvince e sempre ci stupisce. (Francesca Pullia)
Donatella Colasanti ama guardare il mondo con i propri occhi, in concordanza perfetta con il convincimento di Coubert
secondo il quale l’artista deve trarre ispirazione da immagini della natura, squarci di verde intenso percorsi dal
cortocircuito di colori che si dilatano a macchia, facendosi ora profilo di montagna, ora soffuso chiarore di batuffoli di
nuvole, ora specchio d’acqua che riflette il sole o sequenze di alberi, contorti nel tronco e nell’intrico vivo di foglie,
simili a guizzi di fiamma di vaga ascendenza rococò, cresciuti a dismisura a carezzare il cielo, davanti a scorci di un
opalescente biancore, come fremiti d’aria su sudari di nebbia condensata.
Donatella Colasanti dipinge anche frammenti di natura, raccolti in composizioni di chiara impronta surreale, conchiglie
abbandonate sopra un tappeto gonfio di pieghe e vivo, quasi fosse mare e "caffettiere” liberate dall’immanenza delle
cose inerti e cariche d’una dignità che conferisce ad esse aspetto di creature; cesti colmi di frutta e carichi di luce che
promana dalle cose.
Come se un fuoco le bruciasse dentro e si rivelasse all’esterno di riverberi. La pittura di Donatella Colasanti ha la
naturalezza di un respiro: “Re nudo” dipinto nella semplicità potente delle cose che si vedono. (Paolo Cicchini)
Valerio De Vita
V I A G G I O E B A L L O
TuttoBallo20
mon amour.
Abidjan,
Settembre 2007, sono le 21 ora locale quando l’aereo si posa ad Abidjan,
6
per i locali), capitale economica della Repubblica di Costa d’Avorio.
(Babi
piu’ di sei ore di volo ho solo una voglia, quella di scendere dal’aereo
Dopo
posare i miei piedi a terra. All’apertura del portellone, un caldo soffocante
e
bruciarmi i vestiti di dosso. Resto immobile, senza fiato. E’ questo il
sembra
AKWABA (benvenuto) in Costa d’Avorio… Da allora sono passati 13 anni
mio
puntualmente, in compagnia di mio marito e di mia figlia, torno in questo
e,
d’Africa che mi ha rapito il cuore. Abidjan, la «New York africana»,
lembo
una metropoli brulicante di persone, mestieri, sorrisi, colori, odori, una
è
dove modernità e tradizione si intersecano in un groviglio misterioso e
città
La città è un alternarsi di lussuosi palazzi e baracche in
affascinante.
di moderni centri commerciali e miriadi di piccoli mercati
lamiera,
di grandi boulevard asfaltati e sentieri in terra battuta, di
rionali,
stellati e piccoli maquis dove la cucina locale fa da padrona.
ristoranti
diversi quartieri di Abidjan non fanno che confermare questo contrasto : gli
I
Marcory e Cocody sono in netta contrapposizione con i precari
chic
o Adjame; Yopougon la joie si anima la notte mentre Le Plateau
Abobo
di giorno.
vive
cosa dire degli abitanti? Gli ivoiriani sono inventivi, ospitali e sorridenti.
E
caciaroni, amano frequentare i maquis (ristorantini bar
conviviali,
parlare ad alta voce, gesticolare e discutere intorno ad una
all’aperto),
tavola ed una buona bottiglia.
buona
donne sono il fulcro della famiglia: laboriose ed infaticabili; oltre a
Le
gestire casa e bambini, trovano il tempo e la forza di inventarsi
lavorare,
secondarie per arrotondare i fine mese.
attività
preparazione e la vendita di cibi, bibite e merende è l’attività più
La
perché ad Abidjan si mangia a qualsiasi ora, in qualsiasi posto e
praticata
mio piatto preferito è il GARBA, tonno rosso fritto, servito con
Il
Eccellente è anche il MAFÉ, una salsa a base di pasta
l’attieké.
accompagnata da riso o foutou (una sorta di puré di
d’arachide,
o di igname bollito). La mia bibita del cuore è lo
platano
ghiacciato, del succo di zenzero misto ad ananas e
GNAMAKOUDJI
ma adoro anche il BANDJI, vino di palma, dolcissimo al
limone,
dell’estrazione, e frizzante una volta fermentato. Cosa
momento
ad Abidjan? Vista l’insicurezza di alcuni quartieri, bisogna
visitare
con prudenza, soprattutto la sera, e stare attenti ai
muoversi
spesso complici di malintenzionati. Da brava turista, ho
tassisti,
con le tappe classiche del nuovo arrivato: il Plateau, che è Il
iniziato
degli affari, popolato di giorno e deserto la notte, dove si
quartiere
futuristiche, progettate da architetti italiani) e la recente
costruzioni
Moschea. Il Musée des Civilisations de Cote d’Ivoire,
Grande
di reperti storici provenienti da tutte le regioni ed etnie della
ricco
d’Avorio.
Costa
foresta del Banco coni i suoi 600 ettari di alberi, dalle forme e
La
impressionanti, la sua riviera popolata da pesci siluri (che
dimensioni
tradizione considera sacri), ed i suoi lavatori di abiti,
la
Fanicos.
soprannominati
passeggiata in battello sulla laguna Ebrié, con visita dell’ Isola
La
e della ricca Baia dei miliardari, siti un po’ troppo
Boulay
per i miei gusti. Meritano una visita anche gli animali
occidentalizzati
zoo di Abidjan ed il mite Elefante Can, ghiotto di foglie e di
dello
che non esita a prendere direttamente dalle mani dei turisti.
banane,
prezzo d’ingresso è derisorio: 300 fcfa ad adulto, l’equivalente di
Il
centesimi d’euro, per un’esperienza veramente unica !
45
mio angolo di paradiso si trova a 30 chilometri da Abidjan,
Il
da spiaggia, mare, Laguna ed alberi di cocco. Grand
circondato
prima capitale ivoriana alla fine del XIX secolo, possiede un
Bassam,
architettura le coloniale dal fascino indiscutibile. Che
patrimonio
girovagare in questi luoghi dove il tempo sembra essersi
meraviglia
fermato!!!
sito è classificato come Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ma
Il
parte delle sue vestigia stanno sparendo a causa dell’incuria e
gran
mancanza di manutenzione. Un veropeccato!!!
della
V I A G G I O E B A L L O
TuttoBallo20
possono visitare la Piramyde,
la Cattedrale Saint Paul (due
Conosciuti per la loro «joie de vivre»,
sono un po’ come noi italiani:
per tutte le tasche.
V I A G G I O E B A L L O
TuttoBallo20
CIBO SCRITTO E CIBO DESIDERATO NELLA SENSIBILITÀ POETICA
DI GABRIELE D’ANNUNZIO
E r n e s t o D i R e n z o
U n i v e r s i t à d i R o m a T o r V e r g a t a
D i G a b r i e l e D ’ A n n u n z i o s o n o n o t e e c o n c l a m a t e t u t t e l e c o m p o n e n t i d e l s u o p o l i e d r i c o e s t r o
a r t i s t i c o e c r e a t i v o . L a s u a c a r a t u r a d i p o e t a , r o m a n z i e r e e d r a m m a t u r g o , u n i t a m e n t e a
q u e l l a d i o r a t o r e e d i u o m o d ’ a z i o n e , l o h a n n o r e s o u n o d e g l i e s p o n e n t i p i ù r a p p r e s e n t a t i v i
d e l l a s c e n a i n t e l l e t t u a l e , l e t t e r a r i a e p o l i t i c a , c h e t r a O t t o c e n t o e N o v e c e n t o h a d o m i n a t o i l
p a n o r a m a i t a l i a n o e i n t e r n a z i o n a l e .
L a s u a i n c l i n a z i o n e e s t e t i c a e v i t a l i s t i c a a l l ’ e s p e r i e n z a d e l q u o t i d i a n o h a r i g u a r d a t o l a
m u s i c a n o n m e n o c h e i l c i n e m a , i l c o l l e z i o n i s m o d ’ a r t e n o n m e n o c h e l a p i t t u r a , i l
g i o r n a l i s m o n o n m e n o c h e l ’ a v v e n t u r a e r o i c a .
T u t t a v i a e s i s t e a n c h e u n a l t r o D ’ A n n u n z i o p i ù d i s c o s t o , m a n o n p e r q u e s t o m e n o a p p r e z z a t o e
s c o n o s c i u t o d a i c u l t o r i d e l s u o g e n i o a r t i s t i c o , c h e h a a c h e v e d e r e c o n i l m o n d o d e l c i b o e
d e l l ’ e s p e r i e n z a g a s t r o n o m i c a . U n m o n d o c h e i l v a t e p e s c a r e s e h a c o s t a n t e m e n t e e s p l o r a t o e
r i c e r c a t o t a n t o n e l l e s u e o p e r e l e t t e r a r i e q u a n t o n e l l e s u e a b i t u d i n i p e r s o n a l i e i n t e r i o r i d i
v i t a . U n m o n d o v e r s o i l q u a l e s i è s p e s s o r a p p o r t a t o c o n q u e l l a b u l i m i a e f a m e l i c i t à s e n s i t i v a
c h e h a c a r a t t e r i z z a t o i l s u o a p p r o c c i o a l l ’ e s i s t e n z a .
C I B O E B A L L O
TuttoBallo20
V i s t i i n q u e s t a o t t i c a c h e l o c o l l e g a n o a l m o n d o d e l l a c u c i n a e d e l l e t r a d i z i o n i
c u l i n a r i e , i r o m a n z i e l e p o e s i e d ’ a n n u n z i a n e l a s c i a n o t r a s p a r i r e i n f i l i g r a n a u n a
c o m p l e s s a t r a m a d i r i n v i i a l c i b o c h e s e d a u n a p a r t e r i v e l a n o l e p a s s i o n i
a l i m e n t a r i d e l l ’ u o m o D ’ A n n u n z i o , d a l l ’ a l t r a i n f o r m a n o d i c o m e l ’ e p o c a n e l l a q u a l e
e g l i h a v i s s u t o a b b i a p r o d o t t o , o s a l v a g u a r d a t o , r i c e t t a r i , p i a t t i o t i p i c i t à
g a s t r o n o m i c h e c h e s o r p r e n d o n o p e r l a l o r o m i n u z i o s i t à d i r i f e r i m e n t i . T r a q u e s t e
u l t i m e , o l t r e a l l e s p e c i a l i t à c h e m a g g i o r m e n t e a m a v a m a n g i a r e e s p e s s o
c u c i n a r e i n p r i m a p e r s o n a , c o m e r i s o t t i , u o v a , m a r r o n s g l a c é s , g r i g l i a t e d i
c a r n e , s p i c c a n o p e r i n t e r e s s e n a r r a t i v o q u e l l e r i f e r i t e a i s u o i l u o g h i d e l l ’ a n i m a ,
d i s s e m i n a t i t r a P e s c a r a , A b r u z z o e l a g o d i G a r d a . M a s e c ’ è u n c i b o c h e p i ù d i
t u t t i D ’ a n n u n z i o h a d i c h i a r a t o d i a p p r e z z a r e i n c o n d i z i o n a t a m e n t e q u e s t o è i l
“ p a r r o z z o ” , i l d o l c e a b r u z z e s e p e r a n t o n o m a s i a c h e h a l e g a t o t u t t a l a s u a
p o s t e r i o r e , e a t t u a l e , n o t o r i e t à p r o p r i o a l l ’ e n d o r s e m e n t r i c e v u t o d a l p o e t a - e r o e
i n d i v e r s i f r a m m e n t i d i s c r i t t u r a e p i s t o l a r e . A p a r t i r e d a q u e l l o d a l t o n o
s o t t i l m e n t e i r o n i c o i n c u i , p a r a f r a s a n d o l a D i v i n a C o m m e d i a , a f f e r m a : « D i c e
D a n t e c h e l à d a T a g l i a c o z z o , o v e s e n z ’ a r m e v i n s e i l v e c c h i o A l a r d o , C u r r a d i n o
a v r ì e v i n t o q u e l l e c c a r d o s e a b b u t o a v e s s i u s b e r g o d i p a r r o z z o » . U n d o l c e
p o r t e n t o s o , q u i n d i , i n g r a d o d i p o r s i c o m e p o z i o n e m a g i c a , c o m e e l i s i r , c o m e
g r a a l m a a n c h e c o m e u n c o m f o r t f o o d n o s t a l g i c o e c o n s o l a t o r i o i n g r a d o d i
a n c o r a r e l ’ a n i m a d e l p o e t a a i r i c o r d i d e l l a s u a t e r r a e a l “ n a t a l e d e l l a s u a
i n f a n z i a ” .
M a c o s ’ è , d o l c i a r i a m e n t e p a r l a n d o , q u e l p a r r o z z o d i c u i D ’ A n n u n z i o h a t e s s u t o
a u l i c a m e n t e l e l o d i d e f i n e n d o l o c o m e u n “ p a n e a n g e l i c o ” e c o m e u n a
p r e l i b a t e z z a d e l p a l a t o “ p i ù d o l c e d i q u a l s i a s i c o s a d o l c e ” ?
S i t r a t t a d i u n p r o d o t t o d i p a s t i c c e r i a c r e a t o d a l p e s c a r e s e L u i g i D ’ A m i c o a g l i
i n i z i d e g l i a n n i ’ 2 0 d e l 9 0 0 , r i e l a b o r a n d o l ’ o r i g i n a r i o p a n r o z z o c o n t a d i n o e
m o d i f i c a n d o n e g l i i n g r e d i e n t i . U n a m o d i f i c a c h e g l i h a f a t t o a s s u m e r e l a
t r a d i z i o n a l e f o r m a a s e m i c u p o l a e c h e l o h a r e s o u n d o l c e p r e v a l e n t e m e n t e
n a t a l i z i o . T r a i s u o i n u m e r o s i i n g r e d i e n t i a n n o v e r a u o v a , z u c c h e r o , s e m o l i n o ,
m a n d o r l e t r i t a t e s i a d o l c i c h e a m a r e , A u r u m ( l i q u o r e t i p i c o d e l t e r r i t o r i o
p e s c a r e s e ) , s c o r z a g r a t t u g i a t a d i a r a n c i a o d i l i m o n e , o l i o e x t r a v e r g i n e d i o l i v a .
U n i d e a l t i p o d e l l a d i e t a m e d i t e r r a n e a , d u n q u e , s e n o n f o s s e p e r q u e l l a c o l a t a d i
c i o c c o l a t o f o n d e n t e c h e n e i m p r e z i o s i s c e l ’ e s t e t i c a e n e e l e v a a p o t e n z a
l ’ e s p e r i e n z a g u s t a t i v a .
U n d o l c e i n g r a d o d i e s p r i m e r e l ’ e s s e n z a d e l l a m e d i t e r r a n e i t à g a s t r o n o m i c a , s i
d i c e v a , m a i n g r a d o a n c h e e s o p r a t t u t t o d i r e n d e r e e v i d e n t e i l p r o c e s s o d i
i d e a l i z z a z i o n e c o n i l q u a l e , n e l l e c o n c e z i o n i a r c a i c h e d e l m o n d o p r e - m o d e r n o , i l
c i b o v e n i v a f a t t o o g g e t t o d i s a c r a l i z z a z i o n e e d i t e r r i t o r i a l i z z a z i o n e . L o n t a n o ,
c o m e è p o s s i b i l e e v i n c e r e d a l l e s o t t o s t a n t i p a r o l e d e l l o s t e s s o D ’ A n n u n z i o
( 1 9 2 6 ) , d a q u a l u n q u e f o r m a d i c o n s u m i s m o , d i g l o b a l i z z a z i o n e p r o d u t t i v a e d i
o m o l o g a z i o n e d e i g u s t i :
E’ tante bbone ‘stu
parrozze nóve
Che pare na pazzíe de San Ciatté
Chìavesse messe a ‘su gran forne tè
La terre lòavurate da lu bbove,
la terra grasse e luistre che se cóce,
chiù tonne de ‘na provole, a ‘su foche
gientile, e che duvente a poche a poche
chiù doce de qualunquea cosa ddóce.
Benedette D’Amiche e San Ciutté!…
Gabbriele
E’ tanto buono questo
parrozzo nuovo
che sembra una pazzia di San Cetteo
che abbia messo in questo tuo gran forno
la terra lavorata dal bue
la terra grassa e lucente che si cuoce
più tonda di una provola su questo fuoco
gentile, e che diventa a poco a poco
Più dolce di qualunque cosa dolce.
Siano benedetti D’Amico e San Cetteo!…)
Gabriele
' a n t i p a s t o c h e m e t t e a t a v o l a
L
n ' a n t i c a d a n z a r o m a n a
u
i c e t t a c o n s i g l i a t a d a l l o c h e f
R
n t o n i o B o r r e l l i
A
C I B O E B A L L O
TuttoBallo20
T R I P U D I U M
R i s t o r a n t e A q u e r e l l o
C I B O E B A L L O
TuttoBallo20
Procedimento
Per tagliatella di seppia: Pulire la seppia e cuocerla a bassa
temperatura (65°) per 60 minuti aromatizzandola con l’assenzio.
Farla raffreddare e tagliarla finemente (modo tagliatella).
Per la salsa al curry: Soffriggere lo scalogno in un cucchiaio di olio
evo, aggiungere le patate tagliate finemente; unire due mestoli di
brodo vegetale e lasciar cuocere per circa 30 minuti. Alla fine
frullare il tutto.
Disidratazione dei lamponi: Si lasciano cuocere a 60 gradi in forno
per circa 8 ore, in alternativa utilizzarli freschi.
Aggiungere un filo d’olio per completare il piatto.
Tripudium
Le più antiche danze romane furono
guerresche e religiose: ad esempio la
"bellicrepa", danza armata che si fa
risalire a Romolo, e il "tripudium", danza
encomiastica di derivazione etrusca.
Quest'ultima divenne una danza
sacerdotale, legata alle scadenze della
coltivazione delle terre. Consisteva nel
battere tre volte il piede a terra, secondo
un ritmo che si ispirava all'anapesto,
piede della metrica classica, composto da
due sillabe brevi ed una lunga. Antonio
Borrelli, chef del ristorante "Acquerello"
ubicato ad Ercolano, dove gli antichi
romani vissero fino all'eruzione del
Vesuvio, nel 79 d.C., propone la ricetta di
un antipasto ispirata proprio a questa
danza: una tagliatella di seppia
aromatizzata all'assenzio, con salsa di
patate al curry, brunoise di pesca gialla e
polvere di lamponi disidratati. Un piatto
elegante e raffinato, la cui piacevole
mollezza ricorda quella della danza cui
esso è dedicato.
Ingredienti per due persone
- 300 gr di seppia
- 2 patate di pasta gialla
- 20 gr di curry
- 30 gr di pesca gialla, taglio brunoise
- 10 ml di assenzio
- 1 scalogno
- Olio evo
- 30 gr di lamponi essiccati
Ristorante Acquerello
"Acquerello" è stato il primo ristorante di alta cucina ad aprire in Italia
dopo il lock down. La famiglia Irollo ha pensato ad "Acquerello" come
un polo animato da una grande comunità, unita dalla cultura e dalla
volontà di valorizzare la ricchezza delle eccellenze artigiane campane
ed italiane. Stefano, Luigi e il loro papà, soci nell’impresa, hanno
voluto trasferire la ricchezza della cultura artigianale campana e
italiana sia nel décor, sia nella proposta gastronomica di fascia alta.
"La cucina e l'ospitalità hanno il ruolo fondamentale di promotrici del
buon vivere e della coesione sociale, temi più che mai attuali per la
ripresa del nostro Paese - spiegano i fratelli Irollo -. Ci auguriamo che
tra gli insegnamenti che possiamo trarre da questa delicata
esperienza che stiamo vivendo, ci sia anche un nuovo approccio
all'alimentazione, più consapevole e rispettoso del territorio e, in
generale, della natura". A dirigere la brigata di cucina c’è lo chef
Antonio Borrelli, che rende omaggio agli ingredienti italiani,
soprattutto campani, declinandoli in decine di modi diversi e creando
così piatti stagionali che sorprendono per la particolarità dell'estetica
e del gusto. In essi si avverte una commistione tra materie prime più
ataviche, risvegliate da cotture innovative dalle quali vengono fuori
combinazioni extra-ordinarie.
B E V A N D E E B A L L O
TuttoBallo20
Una storia intrigante ed una magia non da
illusionisti avvolgono i cocktails, a cominciare
dall'etimologia del termine.
Si racconta che nel 1840 una esilarant Betsy
Floyagan (o Flanagan),durante la guerra di
secessione, servisse su richiesta, ai soldati-stanchi,
i soliti alcolici lisci,un “miscuglio” di distillati,
ottenendone un notevole successo presso il
reggimento.
I militari avrebberochiamato tale miscela
"cocktail", in quanto ricordava loro la variegata
coda del gallo, cok's-tail appunto. Sempre sulle
orme dell'amabile pennuto, altra versione vuole
che in America centrale, alla fine dei
combattimenti tra galli, il proprietario del gallo
vincitore riportasse in premio la coda del povero
animale sconfitto. Il tutto veniva annaffiato e
mescolato con un brindisi "on the cock'stail”, a
base di distillati, miscelati con succhi ed altri
liquori.
Diversa ancora la storia che ruota attorno al n. 437
di Royal Street(New Orleans), abitazione e bottega
di Antoine Peychaud, farmacista, massone, solito
accogliere i clienti con una miscela tipica del suo
paese d'origine, Santo Domingo.
Per dosare gli ingredienti (cognac,zucchero e varie
spezie) e servire il drink, sembra che il simpatico
farmacista usasse un couquiter, termine francese
che significa portauovo. La clientela avrebbe
pertanto chiamato la bevanda stessa "couquieter",
da cui sarebbe arrivato in seguito il termine
cocktail.
Emblema di quanto detto fin’ora è l’elegantissimo
Old Fashioned, nato nella New York di fine
Ottocento, base Whisky, appartenente agli
Unforgettables, che prende il nome dal medesimo
bicchiere dove è servito.
Non è difficile da preparare ma è necessario
bilanciare e diluire perfettamente gli ingredienti
per ottenere un drink rotondo ed equilibrato. Il
segreto sta nel diluire e mescolare sempre ad ogni
passaggio, in modo che prenda vita la sua
raffinatezza nel colore ambrato, e nel gusto deciso
e speziato.
Bevi
con
Cautela
Bevi con
con
Cautela
M A K E - U P E B A L L O
TuttoBallo20
M A K E - U P E B A L L O
La pelle è la migliore alleata di un buon trucco. A patto però di
curarla, coccolarla. Una donna che si rispetti non dovrebbe uscire
mai senza un filo di trucco, anche la ragazza più luminosa, anche il
viso più giovane, non può trarre vantaggio da un velo di fondotinta,
un tocco di mascara o di rossetto. Lo sguardo sarà sottolineato, la
carnagione più uniforme e l'aspetto generale più piacevole. Non
dobbiamo dimenticare, tuttavia, che il make-up viene eseguito sulla
pelle e che se questo terreno viene curato e preparato, anche il
trucco risulterà più luminoso e duraturo. Prima di parlare di gesti
importanti per la preparazione al make-up è bene spendere qualche
parola sulla pelle. Si tratta di un organo molto importante, che fino
a non moltissimi anni fa era considerata una "barriera" che separa la
pioggia dal sangue.
Oggi, al contrario, il suo ruolo è molto più chiaro: un sistema
biologico estremamente complesso, attraverso cui avvengono
innumerevoli sostanze tra l'interno e l'esterno del corpo.
La pelle è un vero e proprio organo di confine, elemento di
comunicazione tra il mondo esterno ed il nostro organismo. Accade
spesso, infatti, emergano in superficie problematiche più profonde:
l'acne ad esempio, non è che il risultato dei disequilibri ormonali
propri dell'adolescenza.
Per capirne un pò di più, basta un approccio più consapevole e meno
casuale, basta seguire qualche semplice indicazione. Regola numero
1, riconoscere il nostro tipo di pelle. Ognuno di noi ha
caratteristiche diversa, alcune congenite, come il colorito e lo
spessore cutaneo, altre dovute al passare degli anni, come le linee
d'espressione più marcate o la mancanza di compattezza.
Nonostante le variabili siano infinite, la pelle si classifica
generalmente in: normale, grassa, secca o disidratata, sensibile e
matura. Pelle normale: equilibrata nel colorito, luminosità e
consistenza, non ha particolari problemi di idratazione e si riscontra
maggiormente nei giovani.
Pelle grassa: è caratterizzata da una maggior parte di quantità di
sebo, cioè il grasso naturale presente nella cute. Risulterà perciò
lucida, a volte con impurità diffuse, anche se si può arrivare all'acne
nei casi più seri.
Pelle secca o disidratata: viene considerata un antico grande gruppo,
ma in realtà ci sono molte sfumature e differenza: è disidratata
quando è carente d'acqua e secca quando è carente di nutrimento. La
pelle può essere solo disidratata, specie in giovane età, a causa di
eccessiva esposizione al sole, fumo, alimentazione povera di vegetali
o perché pelle non curata. Se le pelle è secca, al contrario sarà
sempre disidratata perché la barriera più esterna, formata appunto
da sostanze grasse di cui è carente, non è sufficiente a garantire
un'idratazione profonda. L'acqua presente, in parole povere,
evapora.
Pelle sensibile: più diffusa a casa dell'aumento delle allergie normali,
come quella al nichel o ai profumi. Si presenta con rossori diffusi ed
è molto sottile, disidratata e reattiva alle aggressioni esterne. Pelle
matura: colorito spento, presenza di rughe, mancanza di tono e
compattezza cutanea. Bisogna però specificare che maturo non è
riferito all'età, ma ad uno stile di vita disordinato, una scorretta
alimentazione, un'esposizione al sole, una mancanza di cure che
accellereranno il fisiologico processo di invecchiamento cutaneo,
indipendentemente dall'età anagrafica.
Stabilire il giusto tipo di pelle, eviterà di applicare prodotti sbagliati,
ad esempio un fondotinta troppo pesante per una pelle grassa
oppure uno troppo asciutto per una pelle secca o matura. Gli
ombretti perlati o cremosi sono adatti per i giovani o comunque per
pelle secche. Il make-up ipoallergenico è specifico per le pelli
sensibili, che potrebbe mal tollerare prodotti profumati.
La giusta cura della pelle in base alla proprio tipologia, è, in fine,
indispensabile per una buona riuscita del trucco. Cominciamo dalla
detersione, un'azione indispensabile che deve necessariamente
essere quotidiana con prodotti adatti, facendo molta attenzione a
non utilizzare quelli troppo aggressivi o sgrassanti. Un buon
detergente infatti non deve alterare il film idrolipico che riveste la
pelle e che agisce da protettivo. La corretta detersione da modulare
in base al tipo di pelle è il primo passo per mantenere la cute in
buona salute, serve a rimuovere il trucco e le impurità che si
depositano ogni giorno sull'epidermide. Una o due volte a settimana
è bene esfoliare la pelle per rimuovere le cellule morte che tolgono
luminosità e impediscono di respirare. Questa operazione si esegue
con un gommage o scrub che assottigliano la pelle rendendola più
liscia ed omogenea.
TuttoBallo20
Il termine gommage e scrub sono sinonimi ed operano più o
meno nel medesimo modo riducendo lo spessore stratocutaneo,
parte superficie della pelle.
Gli scrub sono a base di microgranuli di derivazione vegetale o
sintesi, che attraverso un leggero massaggio grattano
delicatamente la superficie cutanea. Sono adatti alle pelli
giovani, comunque più spesse e resistenti.
I gommage sono adatti invece ad ogni tipo di pelle, sono privi
di granuli ed effettuano la loro azione esfoliante grazie ad
alcune sostanze che dissolvono le cellule morte superficiali.
Per l'altro aspetto fondamentale riguarda l'idratazione, che
rappresenta anzi il comune denominatore di ogni tipo di pelle.
Non esiste pelle che non abbia bisogno di acqua, il nutrimento
essenziale di ogni cellula.
Proviamo a pensare che una foglia che in primavera è florida e
turgida e che al contrario in autunno si secca e cade perché ha
perso la sua linfa vitale.
Ciò accade anche alla pelle.
A portare la corretta idratazione dopo aver eseguito una
buona detersione ed un eventuale buon gommage, significa
garantire un'ottima base per un make-up perfetto
M O D A E B A L L O
TuttoBallo20
Balletto a distanza di sicurezza
con il tutù oversize:
"Raw Denim"
Mentre i coreografi pensano a nuove composizioni senza contatto fisico, dal Dutch National
Ballet arriva una soluzione: Il tutù Oversize.. La ballerina, nella foto, indossa un costume in
denim con una gonna del diametro di 3 metri, perfetto per rispettare il distanziamento sociale
di 1.5 metri. "Raw Denim" tutù è stato cucito per una performance creata dal primo ballerino
coreografo Remi Wörtmeye, e i ballerini del Ducth National Ballet: Kira Hilli (principale),
Manu Kumar (principale), Sebia Plantefève, Giovanni Princic, Daniel Silva, Tess
Sturmann, Elisabeth Tonev, Conor Walmsley. L'intero progetto è ora un video “Safe
Distance Ballet”, nato dalla collaborazione tra il Dutch National Ballet e G-Star Raw.
O R O S C O P O E B A L L O
TuttoBallo20
Amore
Si rafforzerà il vostro magnetismo e la forza di seduzione. Il vostro cuore potrà esultare di gioia
perché col partner avrete un'intesa affettiva e sessuale perfetta. Per voi single si prevedono fortunati
incontri con persone che ameranno la vostra vivacità e soprattutto il vostro carattere
Lavoro
La prudenza non è mai troppa e vi converrà averne ancora più del solito, Marte non vi consente di
avere le idee chiarissime e potreste, quindi, prendere una strada sbagliata. Siate meno impulsivi .
Cercate di non pretendere troppo, anche se lavorate alle dipendenze altrui.
Amore
É un buon periodo sotto il profilo sentimentale , si prevedono momenti di grande magia per tutti: vi
sentirete al centro dell'attenzione, corteggiati e lusingati. Se siete nervosi, canalizzate la vostra
energia facendo sesso. Ricordate che in molte occasioni la passione paga sempre.
Lavoro
L'attività professionale potrebbe cambiare direzione, qualunque sia la vostra condizione di lavoro.
Dunque prendetevela comoda e aspettatevi risultati particolari. Urano potrebbe portare alla vostra
vita grandi cambiamenti sia economici che sociali, con la Sua energia innovatrice
Amore
Il momento si presenta attivissimo, per quanto riguarda la dimensione affettiva della maggior parte di
voi: rapida e scattante sarà l'intesa col partner, sia sul piano della comprensione intellettuale ch
sessuale. Sappiate cogliere le avventure che si presenteranno in questa settimana.
Lavoro
E’ ora di mettersi all'opera e di raccogliere i frutti del vostro impegno, o di seminare nuovi terreni:
genialità, energia non mancheranno. Avrete inventiva, idee originali e soluzioni avveniristiche da
proporre! Con un lavoro autonomo, ci saranno importanti novità.
Amore
Vivrete momenti gioiosi che lasceranno un segno nella vostra memoria, lo spirito d'iniziativa
favorirà gli incontri e le conquiste. Riuscirete a allargare la cerchia degli affetti senza alcuna
difficoltà. Per Voi l’amicizia è tutto, e avrete il modo di ricevere e ricambiare questo sentimento.
Lavoro
Riuscite ad essere più disponibili del solito verso i collaboratori e questo è positivo: un ambiente di
lavoro sereno e gradevole aiuta a produrre meglio. Tutto ciò gioverà ancora di più a quanti di voi
sono impegnati nel lavoro di gruppo. L'umore sarà alto e l'entusiasmo non mancherà di certo.
Amore
Avete per caso qualcosa da rimproverare al partner. Se c'è qualcosa che non vi sta bene, sarà molto
meglio affrontare la questione e cercare di risolverla di comune accordo. Venere segnala piccole
ansie nella sfera affettiva, ma mi raccomando di mantenere sempre la calma.
Lavoro
Chi è libero e indipendente nella professione, dovrà badare al sodo e al lato pratico delle questioni.
Chi lavora alle dipendenze altrui, dovrà rimboccarsi le maniche, perché saranno tanti gli impegni; ma
ne varrà la pena per i risultati che riuscirete ad ottenere. Il lavoro non vi spaventa di certo.
O R O S C O P O E B A L L O
TuttoBallo20
Amore
Sole e Mercurio garantiscono giornate eccitanti, qualunque sia la vostra personale condizione
affettiva. Per i single ci saranno innumerevoli occasioni di avventura: non mancherà un'intraprendenza
vincente, grazie alla quale conquisterete tutti. Qualche avventura all'orizzonte da prendere al volo.
Lavoro
La maggior parte di voi godrà, di un'insolita ampiezza di vedute, sicché riuscirete ad avere sempre una
visione globale dei problemi o delle varie situazioni e potrete quindi individuare immediatamente gli
ostacoli. Il vostro spirito sritico questa volta vi aiuterà tantissimo.
Amore
Il periodo sarà tumultuoso anche per chi ha un amore solido e felice in corso. Ancora più tempestoso
sarà per chi vive una situazione difficile, i difetti del partner diventeranno insormontabili. Qualche
fuga affettiva potrebbe paradossalmente aiutare il ménage affettivo.
Lavoro
Potrete realizzare alcuni vostri personalissimi progetti, soprattutto se operate nel settore della
comunicazione . Si concluderà bene un progetto che promette notevoli guadagni, anche se per ora
su altri fronti dovrete risparmiare. L'importante sarà pensare liberamente.
Amore
Se siete felici in coppia, vi sentirete ancora più felici, grazie ad un'intesa strepitosa da tutti i punti di
vista: con il partner realizzerete una vera e propria comunione di intenti. Saprete manifestare il
vostro fascino con delicatezza e sensualità.
Lavoro
Il lavoro sta marciando bene, specie se avete un'attività autonoma. Marte nel segno agevola i
contatti , favorisce le comunicazioni, accresce la vostra simpatia e vi rende imbattibili nel
commerciare. Non mancheranno ottimi guadagni ed entrate extra .
Amore
Il periodo non annuncia novità o cambiamenti turbinosi nella vostra sfera affettiva, segno chiaro che
tutto andrà per il meglio, e che tutto sarà in perfetto equilibrio. Sensibili e ricettivi, saprete cogliere
anche le sfumature e vivere una storia d’amore di straordinaria intensità
Lavoro
Dovrete mettere in preventivo qualche piccola battuta d'arresto e dovrete a volte frenare e riesaminare
la validità dei vostri progetti, a volte vi concentrerete su altri problemi, distraendovi un po’. Cambiare
aria ogni tanto non vi farà male. E non trascurate mai il trascurabile , soprattutto l’istinto
Amore
Giove e Plutone dispensano tenerezza, e riuscirete a comunicare con il partner con più forza. Inoltre
questi Astri possono rendervi molto irrequieti, cercate di meditare non siate impulsivi nelle scelte
affettive. Bellissime novità per chi è solo, avventure mordi e fuggi.
Lavoro
Il transito di Saturno accresce la vostra voglia di riuscire, di fare bene e di veder riconosciuti i vostri
meriti. Saprete proporre idee e progetti con la dovuta energia! Sensibili e ricettivi, saprete cogliere
anche le sfumature e vivere una storia d’amore di straordinaria intensità
Amore
Non mancheranno sorprese e situazioni diverse da quelle a cui siete abituati. Per quanto riguarda la
vita sentimentale ci saranno un pò di imprevisti. Qualcun si innamorerà più profondamente di
quanto mai avrebbe creduto. I sentimenti sono l'unico elemento che non riuscite a controllare.
Lavoro
Cercate di ascoltare per davvero le opinioni dei vostri collaboratori. Se lavorate in squadra con altri
non fate di testa vostra! Un atteggiamento più conciliante e ragionevole gioverà non poco al lavoro
La vostra mente cercherà nuovi stimoli culturali e creativi.
Amore
Potrete inventare un nuovo gioco con la persona amata. Se qualcuno di voi ha riscontrato un
appiattimento nell'intesa, potrà ridare vigore al rapporto di coppia proprio ricostruendo le emozioni
di un tempo. Usate sempre la vostra sconfinata immaginazione.
Lavoro
Il vostro spirito d’osservazione potrebbe risvegliarsi un po' troppo e andrà a finire che non ne
lascerete passare nemmeno una: discuterete su tutto e con tutti! Vi piacerà polemizzare e non vi
accontenterete delle vie di mezzo! Il periodo è ricco di soddisfazioni per chi ha un'attività autonoma
Pensiero del mese
DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE
WWW.SOLOMENTE.IT
S e t t e m b r e , m e s e d e l p o s t v a c a n z e p e r t a n t i
d i n o i , m e s e d i r i p r e s e s c o l a s t i c h e e
l a v o r a t i v e , m e s e d i r i c o r d i e s t i v i a n c o r a
v i v i d i . I o r i c o r d e r ò s e r a t e c a s a l i n g h e , s o t t o
u n a t e t t o i a i n t r i s a d i m u s i c a , r i s a t e e b a l l i
d i c o p p i a . C o p p i a f o r m a t a d a g r a n d i e
p i c c o l i . G i r a v o l t e s o t t o i l b r a c c i o d i m i o
f i g l i o A l e s s a n d r o c h e è a l t o p e r l a s u a e t à
m a s e m p r e n o v e a n n i h a . G i r a v o l t e e p a s s i
s t r a n i c h e c e r c a d i i n s e g n a r m i m a p r o p r i o
n o n r i e s c o a d i m i t a r l o . P o i r i c o r d e r ò l a
d a n z e d e l l e l i b e l l u l e . N o n a v e n d o i l m a r e
v i c i n o , d i s o l i t o a n d i a m o a f a r e i l b a g n o
n e l l ' a c q u a g e l i d a d i u n f i u m e i n u n a l o c a l i t à
c h e s i c h i a m a S a s s o . A c q u a l i m p i d a , b r e z z a
l e g g e r a e t a n t e l i b e l l u l e c h e v o l a n o i n t o r n o ,
d i t u t t i i c o l o r i . V o l a n o d a n z a n d o .
S e g u e n d o u n a m u s i c a c h e s e n t o n o s o l o
l o r o . C o m e i p e s c i o l i n i n e l f i u m e , c h e
n u o t a n o d a n z a n d o . C o m e m e e A l e s s a n d r o ,
e c o m e g l i a m i c i c h e f r e q u e n t a n o l a t e t t o i a .
D a n z a n o . A v o l t e q u a l c u n o n o n a p p r e z z a , o
s i l a m e n t a , o n o n c a p i s c e . M a n o n i m p o r t a
p e r c h é c o m e r e c i t a l a f r a s e d i F r i e d r i c h
N i e t z s c h e c h e è u n a d e l l e m i e p r e f e r i t e ,
" c o l o r o c h e f u r o n o v i s t i d a n z a r e f u r o n o
g i u d i c a t i p a z z i d a q u e l l i c h e n o n p o t e v a n o
s e n t i r e l a m u s i c a " . A n d a t e o l t r e , b a l l a t e
c o m e v i p i a c e e c e r c a t e d i v e d e r e l a d a n z a
a n c h e d o v e a p p a r e n t e m e n t e n o n c ' è !
https://www.solomente.it/
F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
TuttoBallo20
s e p t e m b e r 2 0 2 0
Saverio Santangelo
ph©Veronica Napoleoni
Per contattare la redazione scrivi a
tuttoballo20@gmail.com