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Waste n. 16 giugno 2021

Bioplastiche e forsu. Per un composto di qualità Nuove rubriche, ma il cambiamento non finisce qui...

Bioplastiche e forsu. Per un composto di qualità

Nuove rubriche, ma il cambiamento non finisce qui...

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Anno V<br />

Giugno<br />

<strong>2021</strong><br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

3,2,1<br />

IMPATTO… ZERO!<br />

SU<br />

DI<br />

GIRI!<br />

BIOPLASTICHE<br />

E FORSU.PER UN<br />

COMPOST DI QUALITÀ<br />

NUOVE RUBRICHE,<br />

MA IL CAMBIAMENTO<br />

NON FINISCE QUI…


La tua flotta<br />

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Quaderno Tecnico<br />

Speciale dedicato a veicoli e attrezzature<br />

per la raccolta, la movimentazione<br />

e il trasporto dei rifiuti e l’igiene urbana<br />

Casa Editrice la fiaccola srl<br />

Per maggiori informazioni marketing@fiaccola.it


2 SOMMARIO<br />

ISSN 2610-9069<br />

Numero <strong>16</strong><br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

In primo piano<br />

8 Cestino d’oro<br />

Processo per il riciclo<br />

upcycling delle vetroresine<br />

10 Up e Downcycling<br />

Progetti geniali, idee bizzarre<br />

11 <strong>Waste</strong> Strategy<br />

Cosa sta cambiando<br />

nel business dei rifiuti<br />

12 Recupero materiali<br />

Aeromobili parte 3.<br />

Il quadro della situazione<br />

<strong>16</strong> Veicoli fuori uso<br />

Soluzioni e tecnologie per il<br />

riuso e riciclo dei componenti<br />

Economia circolare<br />

20 Discografia green<br />

Produrre musica a impatto<br />

zero, si può !<br />

24 L’intervista<br />

Bioplastiche e FORSU.<br />

Marco Versari, Presidente<br />

di Assobioplastiche<br />

28 CircolarMente<br />

Esempi di valorizzazione<br />

delle risorse materiche<br />

da rifiuto<br />

Energia<br />

32 Idrogeno verde e rinnovabili<br />

Obiettivo 2030: l’Unione<br />

Europea mette il turbo<br />

Rifiuti solidi<br />

34 Sistemi di sicurezza<br />

Obiettivo zero infortuni<br />

all’interno degli impianti<br />

42 Attrezzature<br />

Pinza di selezione in aiuto<br />

al riuso e riciclo<br />

44 Vaglio a tamburo<br />

Tecnologia per la separazione<br />

dei materiali più svariati<br />

46 Selezionatrici<br />

Alto grado di separazione<br />

per rifiuti tessili misti<br />

48 Rifiuti da C&D<br />

In arrivo l’End of <strong>Waste</strong><br />

per detriti da demolizione<br />

e costruzione<br />

50 Sperimentazione RENTRi<br />

Evoluzione digitale nella<br />

tracciabilità dei rifiuti<br />

Biowaste<br />

54 Impianti 4.0<br />

Due nuovi ecoprogetti per<br />

ottimizzare il compostaggio<br />

58 Scarti da macellazione<br />

Tecnologie sofisticate per<br />

trasformare i sottoprodotti<br />

Acque reflue<br />

64 Patrimonio blu<br />

Il punto sul ruolo<br />

della risorsa idrica<br />

66 Innovazione digitale<br />

L’industria idrica deve<br />

darsi una mossa<br />

Veicoli&Allestimenti<br />

Rubriche<br />

3 Editoriale<br />

4 Advertiser e aziende citate<br />

6 Numeri e poltrone<br />

27 News economia circolare<br />

31 News energia<br />

38 News rifiuti solidi<br />

56 News biowaste<br />

62 News acque reflue<br />

wasteweb.it<br />

waste@fiaccola.it<br />

74 Igiene urbana<br />

Il compattatore con motore<br />

a gas per una raccolta rifiuti<br />

stellare<br />

72 News veicoli&allestimenti<br />

Direttore Responsabile<br />

Lucia Edvige Saronni<br />

lsaronni@fiaccola.it<br />

General Manager<br />

Giuseppe Guzzardi<br />

gguzzardi@fiaccola.it<br />

Consulenza Tecnico-Scientifica<br />

Marco Comelli<br />

mcomelli@fiaccola.it<br />

Coordinamento Editoriale<br />

Federica Lugaresi<br />

flugaresi@fiaccola.it<br />

Redazione<br />

Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />

Fabrizio Parati, Gianenrico Griffini<br />

(Responsabile della sezione veicoli<br />

e allestimenti), Emilia Longoni<br />

waste@fiaccola.it<br />

Collaboratori<br />

Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />

Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />

Alessandro Marangoni, Giovanni Milio, Mattia<br />

Molena, Eliana Puccio, Michele Ragonese,<br />

Riccardo Rossi<br />

Segreteria<br />

Jole Campolucci<br />

jcampolucci@fiaccola.it<br />

Impaginazione e progetto grafico<br />

Studio Grafico Page<br />

Novate Milanese (MI)<br />

Amministrazione<br />

Francesca Lotti<br />

flotti@fiaccola.it<br />

Margherita Russo<br />

amministrazione@fiaccola.it<br />

Abbonamenti<br />

Mariana Serci<br />

abbonamenti@fiaccola.it<br />

Traffico e pubblicità<br />

Laura Croci<br />

marketing@fiaccola.it<br />

Marketing e pubblicità<br />

Sabrina Levada (Responsabile estero)<br />

slevada@fiaccola.it<br />

Agenti<br />

Giorgio Casotto<br />

T 0425 34045 - Cell. 348 5121572<br />

info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia,<br />

Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna<br />

(escluse Parma e Piacenza)<br />

Trimestrale - LO/CONV/059/2010<br />

Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />

Stampa<br />

Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi)<br />

ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />

STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313<br />

21/11/1985 - Roc 32150<br />

Prezzi di vendita<br />

abb. annuo Italia Euro 60,00<br />

abb. annuo Estero Euro 120,00<br />

una copia Euro 20,00<br />

una copia Estero Euro 40,00<br />

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale<br />

di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa<br />

rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali,<br />

ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati<br />

rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito<br />

nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre<br />

comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo<br />

regolamento UE sulla Privacy N.20<strong>16</strong>/679. Qualora non desiderasse<br />

ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />

alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it<br />

Organo di informazione e<br />

documentazione<br />

Questo periodico è associato all’Unione<br />

Stampa Periodica Italiana: numero di<br />

iscrizione 15794<br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

20123 Milano | Via Conca del Naviglio 37<br />

Tel. +39 02 89421350 - Fax +39 02 89421484<br />

fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com


EDITORIALE<br />

3<br />

È UNA QUESTIONE<br />

DI CELL(UL)E.<br />

A COMBUSTIBILE.<br />

Il tema del momento è l’idrogeno, in tutti i colori immaginabili,<br />

dall’innominabile grigio al molto sospetto<br />

blu, fino al verde (ma non dimentichiamo il turchese<br />

e il rosa, due opzioni interessanti almeno per chi scrive).<br />

Se ne parla perché sono in arrivo una valanga di soldi<br />

pubblici, sia nazionali che europei, dentro e fuori il PNRR<br />

e Next Generation Europe… Ciò che lascia perplessi è la<br />

guerra intestina (aggettivo scelto non a caso) che si è scatenata<br />

contro l’idrogeno soprattutto nella mobilità, da parte dei fautori dell’elettrico<br />

a batteria contro quelli dell’elettrico a celle a combustibile. Attacchi<br />

che si sono spostati anche sul fronte lessicale, dove si cerca di far passare<br />

il concetto che elettrico=batterie, e che hanno coinvolto anche il novello<br />

MITE, accusato di tradimento della causa per avere seguito le direttive europee<br />

in materia (basterebbe leggersi i documenti). Forse l’Europa è un bestione<br />

troppo grosso con cui prendersela…<br />

Naturalmente si tratta alla fine solo di liti per la spartizione dei denari pubblici,<br />

dove scatta sempre la sindrome da “gioco a somma zero”: se danno i soldi<br />

agli altri ce n’è di meno per noi. Un’impostazione che purtroppo infesta da<br />

sempre ogni discorso ambientale, abituato a vivere di sussidi, anche nel nostro<br />

settore specifico. Di idrogeno parliamo nella nuova sezione energia<br />

della rivista, incidentalmente perché l’idrogeno cui si pensa sarà quello ricavabile<br />

dall’acqua utilizzando l’eccesso di produzione delle rinnovabili non<br />

programmabili, che altrimenti diverrebbe scarto perché se immesso in rete<br />

ne provocherebbe l’instabilità.<br />

Le novità di questo numero pre-estivo non finiscono qui. Abbiamo tre nuove<br />

rubriche fisse. La prima è affidata a Marco Capellini, CEO di Matrec, già conosciuto<br />

dai lettori per l’intervista dello scorso numero, e che naturalmente<br />

si occuperà di materiali. La seconda vede in campo Alessandro Marangoni,<br />

fondatore e anima di Althesys, punto di riferimento dello studio nel settore<br />

della gestione rifiuti, energia e utilities. Suo argomento le strategie in evoluzione<br />

nel mondo del waste e dell’economia circolare. Terza rubrica,<br />

fatta in casa dalla redazione, sui temi top e down del settore. Ma questo<br />

è un numerone, anche dal punto di vista della foliazione: c’è l’intervista<br />

a Marco Versari sulle bioplastiche, la terza e ultima parte<br />

dello speciale sul riciclo degli aerei di linea, le rubriche fisse…<br />

Insomma, nonostante l’incertezza della situazione, sì… viaggiamo.<br />

Marco Comelli


4 ADVERTISERS<br />

bongioannimacchine.com . . . . . . . . .5<br />

mercedes-benz-trucks.com/it_IT/ . . .73<br />

Anno V<br />

Giugno<br />

<strong>2021</strong><br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

3,2,1<br />

IMPATTO… ZERO!<br />

IN COPERTINA<br />

canginibenne.com . . . . . . . . . . .III Cop<br />

pal-greendivision.it . . . . . . . . . . . . . .15<br />

ecomondo.com . . . . . . . . . . . . . . . . .63<br />

palmierigroup.com . . . . . . . . . . . . . .23<br />

SU<br />

DI<br />

GIRI!<br />

BIOPLASTICHE<br />

E FORSU.PER UN<br />

COMPOST DI QUALITÀ<br />

NUOVE RUBRICHE,<br />

MA IL CAMBIAMENTO<br />

NON FINISCE QUI…<br />

ecotecsolution.com . . . . . . . . . . .39,41<br />

atlantide-web.it . . . . . . . . . . . . .IV Cop<br />

forrec.eu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13<br />

iesbiogas.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9<br />

panizzolo.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />

sardiniasymposium.it . . . . . . . . . . . .71<br />

tanaitalia.com . . . . . . . . . . . . . . . . . .53<br />

tomra.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .27<br />

Un po’ vintage e un po’ no. La scelta della cover<br />

di <strong>giugno</strong> è caduta sul long playing, che è<br />

stato introdotto per la prima volta nel 1948<br />

dalla Columbia Records.<br />

Noto anche con la sigla LP, identifica il formato<br />

standard di disco in vinile sul quale vengono<br />

incisi, in forma analogica, gli album discografici.<br />

Nell’industria musicale di oggi,<br />

esistono artisti che vogliono fare la differenza<br />

registrando e producendo album a impatto<br />

zero, ossia azzerando le emissioni di CO 2 .<br />

Nella pratica? Utilizzando energie rinnovabili<br />

per il funzionamento delle attrezzature musicali,<br />

e producendo musica autonomamente,<br />

in uno studio di proprietà. Una sfida che dovrebbe<br />

diventare un modello di business sostenibile.<br />

Per tutti coloro che fanno musica.<br />

incofin.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .57<br />

volvoce.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19<br />

xylem.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65<br />

indeco.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61<br />

wheeliot.com . . . . . . . . . . . . . . . .II Cop.<br />

zeroemission.show . . . . . . . . . . . . . .79<br />

AZIENDE CITATE<br />

A<br />

Agylix Corporation ..................10<br />

Allison ....................................74<br />

Althesys..................................11<br />

Asso Bioplastiche ..................24<br />

Audi........................................18<br />

B<br />

Baux ......................................29<br />

BMW ......................................18<br />

British Airwase ......................12<br />

C<br />

Cangini ..................................42<br />

D<br />

Data4........................................6<br />

Dulevo International ..............72<br />

E<br />

Ecotech Solution ....................44<br />

EIT InnoEnergy ......................31<br />

Euroinformatica......................50<br />

F<br />

Farid ......................................74<br />

H<br />

Hyundai ..................................17<br />

I<br />

Incofin ....................................35<br />

Irizar ......................................78<br />

K<br />

Kokoboard ..............................29<br />

Korec........................................8<br />

M<br />

Marie Tecnimont SpA..............10<br />

Matrec....................................28<br />

Mercedes-Benz ......................74<br />

Michelin..................................30<br />

N<br />

NextChem ..............................10<br />

P<br />

Peugeot..................................18<br />

Polestar..................................18<br />

Pyratecs ................................56<br />

R<br />

RedUnit ..................................59<br />

Renault ..................................18<br />

Rice House ..............................7<br />

S<br />

Saxa Gres ................................6<br />

Snam......................................54<br />

Stadlear..................................46<br />

T<br />

Tomra ....................................46<br />

V<br />

Vogelsang ..............................58<br />

Volvo ......................................18<br />

X<br />

Xylem Water Solutions............66


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

2 3<br />

4<br />

6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

NUMERI E POLTRONE<br />

1 2 3 4<br />

Numeri e poltrone<br />

Saxa Gres<br />

Obiettivo Circular<br />

Economy<br />

Sostenibilità<br />

ambientale e<br />

competitività<br />

delle imprese passano<br />

attraverso le<br />

competenze. Il gruppo<br />

imprenditoriale Saxa<br />

Gres con sede ad<br />

Anagni, è la prima<br />

Circular Factory a<br />

realizzare<br />

12 3<br />

4<br />

pavimentazione urbana<br />

con un processo “end of<br />

waste” che consente di<br />

recuperare fino al 30%<br />

di materiali provenienti<br />

dal ciclo dei rifiuti (come<br />

le ceneri da<br />

termovalorizzatori).<br />

La nuova generazione di<br />

prodotti, realizzati con<br />

spessori da 5 a 6,5 cm, è<br />

ottenuta con un mix di<br />

argille e ceneri<br />

recuperate da<br />

inceneritori locali e<br />

cave, ed è in grado di<br />

rispondere ad<br />

importanti sollecitazioni.<br />

A fine febbraio, l’utility<br />

milanese A2a ne ha<br />

rilevato il 27,7% del<br />

capitale…<br />

Ecolamp<br />

Eureka!<br />

Il trattamento<br />

dei RAEE<br />

garantisce<br />

vantaggi ambientali,<br />

sanitari ed economici.<br />

La raccolta di R4 e R5<br />

(rispettivamente<br />

apparecchi<br />

elettrodomestici e<br />

lampadine fluorescenti,<br />

lampade a led), avviene<br />

capillarmente<br />

attraverso una<br />

struttura che copre<br />

tutto il territorio<br />

nazionale.<br />

I dati raccolti dal<br />

1°gennaio a inizio del<br />

mese di marzo<br />

registrano 314.702,40<br />

12 3<br />

4<br />

Kg di R5, con un tasso<br />

di recupero annuale<br />

pari al 96,1%.<br />

308.888 sono i Kg di R4<br />

ritirati, con un recupero<br />

del 97,7%.<br />

Dal 2008 al 2020, sono<br />

state 159,5 milioni le<br />

lampadine raccolte.<br />

DATA4<br />

Più green<br />

con il referente<br />

per la sostenibilità<br />

Jean-Paul<br />

Leglaive è il<br />

nuovo Direttore<br />

QHSE (Qualità, salute,<br />

sicurezza e ambiente) e<br />

responsabile delle<br />

strategie di sviluppo<br />

sostenibile per Data4.<br />

La società ha nominato<br />

Leglaive il quale dovrà<br />

supervisionare e<br />

coordinare la strategia<br />

CSR (Corporate social<br />

responsability) di<br />

Data4. Il progetto ha<br />

l’obiettivo di rendere<br />

Data4 un attore green<br />

di riferimento nel<br />

settore dei data center,<br />

riducendo il proprio<br />

impatto ambientale -<br />

compreso quello dei<br />

clienti – lungo tutta la<br />

catena di valore.<br />

“Sono particolarmente<br />

entusiasta di unirmi a<br />

Data4 in un momento<br />

chiave della sua<br />

attività. È una sfida che<br />

si inserisce in modo<br />

naturale tra le altre<br />

missioni di cui sono<br />

stato incaricato, come<br />

migliorare la<br />

soddisfazione del<br />

cliente (ISO 9001),<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

NUMERI E POLTRONE<br />

PRIMO PIANO<br />

12 3<br />

4<br />

7<br />

Ricehouse<br />

W gli “sposi”<br />

Una startup (che<br />

noi teniamo<br />

d’occhio da tempo),<br />

e che trasforma gli scarti<br />

derivanti dalla lavorazione<br />

del riso in materiali<br />

naturali per la bioedilizia.<br />

Recentemente è avvenuto<br />

il “salto”… e non stiamo<br />

parlando di ricette.<br />

Ricehouse ha concluso un<br />

aumento di capitale pari a<br />

600 mila euro con<br />

l’ingresso di nuovi soci<br />

nella compagine<br />

societaria. L’iniezione<br />

consentirà alla startup di<br />

12 3<br />

4<br />

raggiungere 3 milioni di<br />

fatturato entro il <strong>2021</strong> e di<br />

sviluppare progetti legati<br />

ad efficienza energetica ed<br />

economia circolare.<br />

“Siamo davvero felici che<br />

abbiano deciso di darci<br />

fiducia realtà importanti<br />

del mondo del venture<br />

capital come Boost Heroes<br />

(Gruppo B Holding),<br />

Impact Hub e a|impact,<br />

insieme a imprenditori<br />

come Jean-Sébastien<br />

Decaux e eccellenze<br />

alimentari riconosciute a<br />

livello nazionale come<br />

Riso Gallo” ha dichiarato<br />

Tiziana Monterisi, Founder<br />

e CEO di Ricehouse.<br />

L’azienda ha tutti i numeri<br />

per diventare punto di<br />

riferimento internazionale,<br />

proponendo prodotti<br />

leggeri, atossici e naturali.<br />

ridurre gli impatti<br />

ambientali e il<br />

consumo di energia<br />

(ISO 14001 e 50001),<br />

migliorare la salute e<br />

la sicurezza degli<br />

stakeholder (ISO<br />

45001) o la sicurezza<br />

dei sistemi informativi<br />

(ISO 27001), nell’ambito<br />

del Sistema di Gestione<br />

Integrato (IMS) di<br />

DATA4” ha dichiarato<br />

Leglaive.<br />

European Pellet Council (EPC)<br />

Incarico di fuoco!<br />

L’associazione europea che dà<br />

voce al settore del pellet di<br />

legno, ha annunciato il nuovo<br />

incarico per Annalisa Paniz nel ruolo di<br />

vicepresidente.<br />

La nuova nomina è arrivata pochi<br />

giorni dopo la pubblicazione dei nuovi<br />

standard revisionati dallo schema di<br />

certificazione di qualità del pellet<br />

ENplus ® .<br />

Tra questi, saranno imprescindibili<br />

norme più stringenti su tracciabilità e<br />

catena di custodia del materiale, una<br />

migliore regolamentazione dei<br />

contratti di intermediazione, e l’obbligo<br />

di indicazione sui sacchi del lotto di<br />

produzione.<br />

“Accolgo questa nomina – ha spiegato<br />

Annalisa – come la conferma del ruolo<br />

guida dell’Italia nel settore del pellet<br />

europeo. Il nostro Paese è il più<br />

importante mercato mondiale del<br />

pellet su scala domestica-residenziale.<br />

Sono convinta che lavorando in<br />

sinergia e facendo squadra a livello<br />

comunitario, il settore potrà vincere le<br />

principali sfide che lo attendono: la<br />

decarbonizzazione del settore del<br />

riscaldamento e del raffrescamento e<br />

la salvaguardia della qualità dell'aria.<br />

In questo senso, il pellet di legno è una<br />

delle principali soluzioni già<br />

disponibili”. E noi non possiamo che<br />

augurare in bocca al lupo!


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

WASTE AWARD<br />

Cestino d’oro<br />

Marco Comelli<br />

Ricerca con R maiuscola se ne fa anche nel nostro Paese.<br />

Come nel caso di Korec che brevetta un processo<br />

per il riciclo upcycling della vetroresina. Un materiale a larga<br />

diffusione che è destinato in massima parte alla discarica<br />

Il riciclo delle<br />

vetroresine<br />

è sempre stato<br />

complesso perché<br />

trattasi di materiali<br />

compositi.<br />

Ora col nuovo<br />

brevetto, tramite<br />

pirolisi si scindono<br />

i due componenti<br />

base: la fibra<br />

di vetro (che viene<br />

totalmente<br />

recuperata)<br />

e la resina (con<br />

le medesime<br />

caratteristiche<br />

di quella vergine)<br />

che può così essere<br />

rimiscelata.<br />

Un’opinione corrente relativa all’Italia recita<br />

che il punto debole dell’economia<br />

nazionale risieda nella mancanza di ricerca,<br />

di base ma soprattutto industriale.<br />

C’è moltissimo di vero, ma spesso l’opinione,<br />

che si dovrebbe basare su fatti, diventa una<br />

profezia che si auto avvera.<br />

Se un’innovazione radicale è di origine italiana<br />

non può essere vera, quindi non vale la pena<br />

parlarne, e tantomeno finanziarla.<br />

Nel nostro settore questo meccanismo ha colpito<br />

più di una volta.<br />

Citiamo solo due storie a lieto fine come le plastiche<br />

biobased di Novamont e, ancora più clamorosa,<br />

la vicenda di cui<br />

Col processo brevettato<br />

da Korec, il riciclo upcycling<br />

delle vetroresine, diventa<br />

fattibile e sostenibile<br />

abbiamo parlato più volte,<br />

di Aquafil.<br />

In via preventiva e quasi<br />

apotropaica assegniamo il<br />

Cestino d’Oro di questo<br />

mese a Korec, azienda italiana<br />

(con sede in provincia<br />

di Pisa e impianto pilota nei pressi di Livorno),<br />

che ha sviluppato (e brevettato in tutto il mondo)<br />

un processo per il riciclo upcycling delle<br />

vetroresine.<br />

Ne abbiamo già accennato nel numero di febbraio<br />

dello scorso anno, parlando di un progetto<br />

europeo a cui Korec partecipa.<br />

Le vetroresine, uno dei primi materiali compositi<br />

ad avere larga diffusione (basta citare la<br />

nautica da diporto e le pale delle turbine eoliche)<br />

sono molto difficili da riciclare a meno di<br />

rassegnarsi al downcycling (triturazione e inclusione<br />

in materiali da costruzione) o all’incenerimento<br />

(con rendimento bassissimo), o<br />

come forma di smaltimento più semplice, alla<br />

discarica (oggi il 90% dei prodotti finisce lì).<br />

Soluzione assai poco sostenibile, anche visti i<br />

volumi in gioco: 100.000 tonnellate l’anno solo<br />

in Italia.<br />

Korec, brainchild di due ricercatori e consulenti<br />

di grande esperienza, Laura Saviano e An -<br />

tonello Dimiccoli, ha messo a punto un procedimento<br />

di trattamento della vetroresina a pirolisi<br />

in atmosfera di anidride carbonica.<br />

Sottoposto a temperature<br />

e pressioni precise, il materiale<br />

si scinde nella due<br />

componenti base, la fibra di<br />

vetro, che viene totalmente<br />

recuperata, e la resina, che<br />

ritorna allo stato liquido originario<br />

per l’85% del peso.<br />

La resina ha le stesse caratteristiche di quella<br />

vergine e può essere miscelata con questa,<br />

per ora sino al 20%.<br />

I risultati di qualità sono lusinghieri (si misura con<br />

il numero di iodio, ossia la percentuale di legami<br />

in sa turi che permettono la polimerizzazione),<br />

ma soprattutto il processo ha costi convenienti.<br />

Ora Korec sta per partire con uno stabilimento<br />

di produzione. In bocca al lupo, e intanto complimenti.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

10 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

PUNTI COSPICUI<br />

Upcycling e Downcycling<br />

Federica Lugaresi<br />

La rubrica che mette in evidenza le cose interessanti<br />

del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />

sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />

wow<br />

Avanti coi progetti<br />

di riciclo chimico<br />

Plastica. Quasi fosse la piaga<br />

del XXI secolo. Perché inquina<br />

e non sempre può essere<br />

riciclata, e… bla bla bla. Ma<br />

NextChem, società<br />

controllata Marie Tecnimont<br />

Spa, e Agilyx Corporation<br />

hanno siglato un accordo per<br />

supportare lo sviluppo di<br />

impianti di riciclo chimico<br />

avanzato su scala mondiale.<br />

Verrà utilizzata la tecnologia<br />

avanzata di pirolisi di Agilyx<br />

nel processo di conversione<br />

dei rifiuti plastici misti in<br />

olefine e carburanti circolari.<br />

Grazie al riciclo chimico, la<br />

plastica post consumo verrà<br />

trasformata in componenti<br />

chimici, senza un<br />

“declassamento” in termini<br />

qualitativi. I prodotti così<br />

ottenuti possono essere<br />

riutilizzati in modo continuo,<br />

implementando il recupero<br />

della plastica.<br />

In molti si impegnano a<br />

trovare soluzioni per la<br />

sostenibilità della plastica<br />

(che non può essere riciclata<br />

coi metodi tradizionali), e ora<br />

NextChem contribuisce ad<br />

allungarne il suo ciclo di vita<br />

in ottica di economia circolare<br />

e low carbon. Ora<br />

forse la finiremo di<br />

demonizzare le<br />

materie plastiche…<br />

bleah!<br />

Le scarpe<br />

coi peli di cane<br />

Partiamo dal presupposto che<br />

una scarpa si debba portare ed<br />

usare più e più volte. Partiamo<br />

anche dal concetto che una<br />

calzatura debba durare nel<br />

tempo e soprattutto, se non<br />

indossata, la si possa “ritrovare”.<br />

E invece…<br />

Da un progetto della designer<br />

tedesca Emilie Burfeind,<br />

nominato tra i progetti candidati<br />

al Green Concept Award <strong>2021</strong>,<br />

nasce il prototipo di una<br />

calzatura sportiva biodegradabile<br />

realizzata con l’impiego di<br />

materiali da fonte rinnovabile e di<br />

scarto, di uso non convenzionale.<br />

La tomaia della sneaker a<br />

calzino è costituita da una<br />

“lana” ottenuta da peli di cane<br />

recuperati dalla toelettatura.<br />

Chi si occupa di ciò è una startup<br />

che raccoglie e trasforma in<br />

filato questa risorsa che<br />

generalmente viene gestita<br />

come rifiuto. Attraverso<br />

un processo di lavorazione di<br />

maglieria 3D è stato possibile<br />

produrre una tomaia senza<br />

cuciture e senza scarti,<br />

caratterizzando le aree con<br />

diversa funzionalità. La calza<br />

viene poi immersa in gomma<br />

naturale liquida, con l’obiettivo<br />

di creare una protezione<br />

idrorepellente. Mentre la suola<br />

è realizzata con micelio<br />

mescolato a cellulosa<br />

derivante da scarti<br />

agricoli.<br />

…Ma veramente?????<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

STRATEGIE IN EVOLUZIONE<br />

PRIMO PIANO<br />

11<br />

<strong>Waste</strong> management,<br />

cambia il business dei rifiuti<br />

Secondo i dati dell’Annual Report di WAS - <strong>Waste</strong> Strategy,<br />

il valore della produzione è cresciuto fino a 12 miliardi.<br />

Aumentano la quota di mercato dei maggiori<br />

player (+6,4 per cento) e gli investimenti (+4%)<br />

Alessandro Marangoni<br />

Nel 2019 le maggiori 230 aziende del waste<br />

management (raccolta, trattamento, smaltimento<br />

e selezione rifiuti urbani) hanno<br />

registrato un valore di produzione pari a 11,7 miliardi<br />

di euro, con un aumento dei rifiuti gestiti<br />

(+6,4%) e degli investimenti (+4,1%), rispetto al<br />

2018. Le aziende chiamate a raccogliere e gestire<br />

i rifiuti stanno cambiando, investendo in tecnologie<br />

innovative per recuperarli e trasformarli in energia,<br />

carburanti, nuovi materiali e tanto altro. Le nuove<br />

multiutility stringono alleanze con società energetiche<br />

o multinazionali chimiche e allargano il<br />

proprio perimetro di business in una crescita costante.<br />

Anche nel 2019 sono stati soprattutto i maggiori<br />

player a crescere, nonostante il quadro macroeconomico<br />

debole. I rifiuti gestiti dalle Top 120 si<br />

sono attestati su 26,5 milioni di tonnellate, con un<br />

aumento del 6,4% sull’anno precedente. Crescono<br />

anche gli investimenti (+4,1% rispetto al 2018), pari<br />

a circa 535 milioni di euro.<br />

Le Top 120 pubbliche e private, che coprono il 56%<br />

dei Comuni italiani, servono circa il 70% degli abitanti<br />

e raccolgono il 76% dei rifiuti urbani; hanno<br />

investito il 5,7% del loro valore di produzione, mezzo<br />

punto in più rispetto all’anno precedente. Ancora<br />

maggiore è l’incidenza per le aziende di trattamento<br />

e smaltimento, che cresce al 12,5%. Il 60%<br />

degli investimenti è stato destinato alla realizzazione<br />

di nuovi impianti e al miglioramento di quelli<br />

esistenti.<br />

Un elemento che trova conferma nel Was Report<br />

di quest’anno è l’eterogeneità del quadro italiano:<br />

la distanza tra la prima delle 120 aziende per valore<br />

Alessandro Marangoni, economista<br />

e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />

Althesys, società professionale indipendente<br />

specializzata nella consulenza strategica<br />

e nello sviluppo di conoscenza.<br />

Opera con competenze di eccellenza nei<br />

settori chiave di ambiente, energia,<br />

infrastrutture e utility, nei quali assiste<br />

imprese e istituzioni.<br />

della produzione (multiutility con circa 1,2 miliardi<br />

di euro nel 2019 solo nel waste) e l’ultima (monoutility<br />

locale con meno di 10 milioni) è infatti molto<br />

ampia. Il 30% delle Top 120 opera nelle aree del<br />

Nord Ovest, il 25% nel Centro, il 21% nel Sud e<br />

Isole, il 18% nel Nord Est; solo il 6% è attivo a livello<br />

nazionale.<br />

La raccolta differenziata media aumenta di 1,7<br />

punti percentuali, passando dal 63% al 64,7%, rispetto<br />

ad un dato nazionale che nel 2018 era del<br />

58,1%.<br />

Il comparto del waste management italiano sta<br />

dunque crescendo e cambiando in fretta.<br />

L’innovazione tecnologica sta cambiando il volto<br />

del settore e in particolare dei segmenti del recupero<br />

dei materiali. Nuovi player da altri settori ne<br />

accelerano l’evoluzione e ne aumentano al contempo<br />

la complessità.<br />

l<br />

WAS – <strong>Waste</strong> Strategy è il think tank di Althesys dedicato all’analisi della filiera<br />

produzione-consumo del waste management e del riciclo con un approccio integrato,<br />

che unisce la prospettiva aziendale e industriale a una visione di sistema. Lo scopo<br />

è fornire un quadro unitario e proporre strategie d’impresa e politiche di sistema<br />

che integrino i diversi aspetti: ambientali, sociali, industriali, economici, normativi<br />

e tecnologici. Superare approcci parziali e frammentati è infatti fondamentale<br />

per lo sviluppo del settore e per definire le policy migliori per il Paese.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

SMANTELLAMENTO AEREI<br />

Riciclare progettando<br />

Marco Comelli<br />

La metodologia di design for disassembly approda nell’industria<br />

aeronautica, mentre l’aviazione civile resta sospesa in un limbo.<br />

Ondata di aerei di linea da smantellare in arrivo?<br />

Uno dei Boeing<br />

747-400<br />

della British<br />

Airways ritirati<br />

e avviati<br />

al riciclo l’anno<br />

scorso.<br />

Da quando abbiamo iniziato questa piccola<br />

serie sullo smantellamento ed il riciclo degli<br />

aerei di linea, l’andamento del mercato<br />

ha seguito traiettorie non pienamente previste.<br />

La riduzione del traffico avrebbe in teoria dovuto<br />

spingere le compagnie a liberarsi dei jet widebody<br />

(detti anche twin-aisle, ossia a doppio corridoio)<br />

più anziani. In effetti qualcosa è accaduto,<br />

a partire dalla dismissione dei Boeing 747-400<br />

British Airways che è arrivata sui media di tutto il<br />

mondo. Nove di questi ora, attendono di essere<br />

smantellati sulle piazzole dell’ex base aerea della<br />

RAF a Cotswold nel Gloucestershire. Uno verrà<br />

preservato intatto, ma a disposizione della Air<br />

Salvage International che opera sul sito ci sono<br />

già altri sei Jumbo-jet. Per il resto, la quantità di<br />

aerei di linea dismessi nel 2020 è calata, a 420 unità,<br />

contro le 500 del 2019. Le ragioni sono diverse.<br />

Per alcuni tipi, come l’Airbus 330, i ritiri sono stati<br />

comparabili, 113 nel 2020 contro 118 nel 2019. Ma<br />

per il Boeing 737NG c’è stato un dimezzamento:<br />

da 56 a 24, a causa delle difficoltà del 737 MAX che<br />

ha rallentato il rinnovamento delle flotte di 737.<br />

Una causa più generale è la mancanza di domanda<br />

per le parti riciclate. Negli ultimi mesi si<br />

calcola che solo il 5% della flotta mondiale di<br />

wide-body fosse operativa, contro il 68% dei narrow<br />

body (single aisle) utilizzati nelle linee interne.<br />

Aerei che non volano significano meno manutenzione<br />

e quindi meno ricambi. Diversi A380,<br />

per esempio, non sono stati avviati al riciclo ma<br />

solo parcheggiati perché non esiste domanda<br />

delle loro spoglie. Per i 747 la situazione è migliore<br />

perché vengono usati come aerei cargo.<br />

Una nuova fonte di reddito…<br />

Il quadro comunque non è stabile. I principali operatori<br />

del settore registrano un aumento di richieste<br />

per il semplice parcheggio di aerei non utilizzati,<br />

tant’è che per alcuni di essi l’affitto delle<br />

piazzole sta diventando una linea di business, potendo<br />

offrire prezzi di molto inferiori a quelli carissimi<br />

degli aeroporti, soprattutto in Europa. Ma<br />

il clima europeo non è quello favorevole dei deserti<br />

americani e australiani, casa dei grandi depositi<br />

di aerei “a riposo”. Mantenere efficienti i velivoli<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

SMANTELLAMENTO AEREI<br />

PRIMO PIANO<br />

13<br />

da noi è molto più dispendioso. Le società di ricerca<br />

di mercato prevedono - tra la fine di quest’anno e<br />

il 2022 - l’inizio di un boom dei ritiri e degli smantellamenti;<br />

circa un raddoppio rispetto ai 500 su<br />

cu si era stabilizzato il mercato pre-pandemia. Se<br />

il valore degli aerei interi e volabili scenderà sotto<br />

quello della somma delle loro parti, arriverà l’ondata.<br />

Occorre tuttavia considerare che raddoppiare<br />

di colpo l’offerta di parti di ricambio (come i motori<br />

e l’avionica, ma anche i carrelli e le parti idrauliche)<br />

in un mercato ancora incerto nel recupero, avrà<br />

sicuramente un effetto sui prezzi. Se questi ultimi<br />

scenderanno sotto al minimo necessario per ripagare<br />

i costi di smantellamento, l’ondata si infrangerà<br />

sugli scogli della sostenibilità economica.<br />

Per non parlare degli effetti sui produttori di parti<br />

di ricambio. Un crollo dei prezzi in questo senso,<br />

potrebbe anche spingere molte compagnie “povere”<br />

a prolungare il servizio di aerei già anziani,<br />

una situazione paradossale ma che si è già vista<br />

in altri settori.<br />

…ma è necessario pianificare<br />

Per prodotti con un lungo ciclo di vita come gli aerei<br />

di linea, questi alti e bassi nella parte terminale<br />

della vita utile sono difficili da evitare, aldilà di pro-<br />

Lo spazio<br />

destinato<br />

al singolo<br />

passeggero.<br />

Anche gli interni<br />

sono stati pensati<br />

con materiali<br />

completamente<br />

riciclabili.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

14 PRIMO PIANO SMANTELLAMENTO AEREI Soluzioni<br />

blematiche contingenti come la pandemia. I produttori<br />

fino a poco tempo fa, non si preoccupavano<br />

del fine vita dei loro aerei in fase di progettazione<br />

e costruzione. Al massimo “ragionavano” in termini<br />

di facilità di manutenzione. Troppo complesso<br />

prevedere la situazione a 30 anni dall’entrata in<br />

servizio. Ma qualcosa sta cambiando, e le grandi<br />

aggregazioni politiche si stanno muovendo con<br />

decisione per introdurre regole da applicare per<br />

la gestione del fine vita. Nel settore automotive<br />

esistono e sono attive da anni. Gli aeroplani costituiscono<br />

una flotta molto piccola, e per dimensioni<br />

singole non hanno lo stesso impatto di una<br />

nave. Ma sono anche molto visibili per cui c’è da<br />

attendersi, soprattutto in Europa, qualche azione<br />

in tal senso. Inoltre, per un operatore conoscere<br />

in anticipo le prospettive di smantellamento e riciclo<br />

della sua flotta può garantire una pianificazione<br />

economica più affidabile.<br />

Esiste sempre una prima volta<br />

Precedentemente (almeno ufficialmente) ai<br />

grandi costruttori come Boeing e Airbus, a ragionare<br />

sui principi del “design for disassembly<br />

and recycling” è stata Boom Technology, la startup<br />

che sta realizzando un piccolo aereo di linea<br />

supersonico a 55 posti, l’Overture. L’azienda -<br />

che ha un direttore per la sostenibilità e l’ambiente<br />

- in parallelo alla progettazione di dettaglio<br />

e alla scelta dei materiali, sta concependo un<br />

vero e proprio piano di fine vita. Non esistendo<br />

ancora degli standard industriali per il riciclo di<br />

alcuni dei materiali che Boom intende usare nella<br />

costruzione del suo supersonico, i progettisti<br />

si stanno concentrando, oltre che sulla sicurezza<br />

e le prestazioni, anche su materiali che abbiano<br />

la maggiore probabilità di essere riciclati. E ciò<br />

comporta cercare di prevedere se, da qui a 30-<br />

40 anni, possa esistere un mercato per i materiali<br />

di cui sopra.<br />

I recenti progressi tecnologici aiutano. Boom<br />

prevede di usare per la fusoliera dell’Overture<br />

quasi esclusivamente fibra di carbonio.<br />

Soprattutto facendo attenzione che sia agevolmente<br />

riciclata con i nuovi metodi che sono<br />

stati descritti nella seconda parte di questa<br />

serie. Medesimo approccio per i fluidi idraulici<br />

e i lubrificanti, che oggi vengono spesso bruciati.<br />

La società è convinta di riuscire in questo<br />

modo a garantire oggi, che fra 40 anni, il proprio<br />

aereo sia riciclabile al 100% o quasi.<br />

La circolarità vola.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

<strong>16</strong> PRIMO PIANO Soluzioni<br />

VEICOLI FUORI USO<br />

Ultima corsa?<br />

Cosa succede quando si arriva alla rottamazione di un veicolo?<br />

Ma soprattutto quanti e quali sono i componenti<br />

che hanno già nel loro DNA una second life?<br />

Altri potrebbero averla? Sembra che non si butti via nulla<br />

Federica Lugaresi<br />

Fine corsa, fine vita. In realtà non è proprio<br />

così. Diversamente da quanto si creda infatti,<br />

i veicoli da rottamare identificano una<br />

risorsa molto preziosa ma, prima, devono essere<br />

trattati secondo quanto previsto dalla Direttiva<br />

ELV (2000/53/EC), per poter poi continuare a “vivere”<br />

nel pieno rispetto dell’ambiente.<br />

I target normativi<br />

In ottica di economia circolare, non è corretto<br />

quindi che i veicoli fuori uso si vedano come rifiuto<br />

(all’interno della Comunità europea se ne<br />

generano tra i sette e otto milioni all’anno) poiché<br />

è possibile recuperarne, reimpiegarne o riciclarne<br />

fino al 95% in peso dei componenti. Solo<br />

il 5% resterebbe nella parte non riusabile o riciclabile.<br />

Ed è proprio con la Direttiva di cui sopra,<br />

che si tende al raggiungimento di questi<br />

numeri, e a fare sì che questo volume da potenziale<br />

diventi reale.<br />

Ma secondo il Rapporto Italia del Riciclo 2020,<br />

“per i veicoli a fine vita la percentuale di reimpiego<br />

è ancora al di sotto dell'85% in peso del<br />

veicolo (obiettivo al 2015 fissato dall'art. 7, comma<br />

2, del D.Lgs.209/2003). E ancora appare lontano<br />

l'obiettivo del recupero totale del 95% a<br />

causa dell'assenza di forme di recupero energetico;<br />

una mancanza che decisamente compromette<br />

la possibilità di raggiungere il target<br />

complessivo di recupero”.<br />

Una delle principali ragioni di questi mancati<br />

raggiungimenti è data dalla difficoltà di promuovere<br />

- da parte dei centri di raccolta e degli impianti<br />

di frantumazione - il tema di riciclaggio<br />

per alcuni componenti dei veicoli (ad es. cruscotti,<br />

imbottiture e rivestimenti dei sedili) che,<br />

ad oggi, vengono assemblati in fase di progettazione/costruzione<br />

con modalità tali da rendere<br />

inefficaci, complesse ed onerose le operazioni<br />

di disassemblaggio, recupero e/o riciclo.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

VEICOLI FUORI USO<br />

PRIMO PIANO<br />

17<br />

Il flop…<br />

Secondo il Rapporto Italia del Riciclo<br />

2020, le principali criticità al mancato raggiungimento<br />

del target di recupero dei<br />

veicoli rottamati, restano:<br />

- l’esportazione illegale di veicoli fuori<br />

uso che sottrae notevole quantità di materiali<br />

e ricambi usati, nonché centinaia<br />

di migliaia di tonnellate dei rottami ferrosi<br />

(diversamente disponibili per l’industria<br />

siderurgica nazionale).<br />

- il peggioramento del livello qualitativo<br />

del materiale in ingresso nei centri di demolizione.<br />

Si tenga presente poi, che molti micro impianti<br />

di frantumazione sono ancora sprovvisti di BAT<br />

(Best Available Techniques) che impediscono il<br />

recupero estremo dei materiali derivanti dalla<br />

stessa.<br />

Ci si ingegna…<br />

A parte le soluzioni di recupero delle componenti<br />

“classiche” dei veicoli a fine vita (pneumatici fuori<br />

uso, motore, batterie, lampadine e alluminio),<br />

diventa indispensabile la creazione di mercati<br />

per i materiali provenienti dalla lavo ra zio ne dei<br />

rifiuti generati con la loro demolizione (come per<br />

esempio vetri e plastiche); ma anche consentire<br />

il recupero energetico del<br />

Il fluff è il residuo delle operazioni<br />

di frantumazione e selezione<br />

dei rottami metallici, che<br />

rappresenta in peso una frazione<br />

significativa tra il 15 e il 20%<br />

di un veicolo fuori uso.<br />

fluff (scarto derivante dalla<br />

medesima sorgente) che attualmente<br />

è conferito e<br />

smaltito in discarica.<br />

In realtà le cose stanno<br />

cambiando.<br />

Un esempio tra tutti è dato<br />

da Hyundai che ha lanciato<br />

una collezione di moda upcycling<br />

chiamata “Re:Style<br />

2020″, realizzata impiegando materiali di scarto<br />

derivati sia dalla rottamazione che dal processo<br />

produttivo del veicolo, per riutilizzare i componenti<br />

ferrosi e i metalli normalmente non destinati al<br />

riciclo. La capsule collection (costituita da accessori,<br />

borse e capi di abbigliamento) quindi è la dimostrazione<br />

che i rifiuti considerati scarto, possono<br />

invece diventare una risorsa e prolungare<br />

così la propria vita. Nella pratica? Collane e braccialetti<br />

riutilizzano cinture di sicurezza e vetri delle<br />

auto ed espansi uniti ad oro e perle; gilet realizzati<br />

con airbag e borse create con tessuto dei tappetini<br />

e imbottiture; ma anche tute realizzate con denim<br />

e pelle scartati durante la fase di produzione.<br />

Relativamente agli scarti da fluff, si punta (e già<br />

si sta applicando) ad ottenere in output metalli<br />

EoW tramite il recupero di acciaio, alluminio e<br />

rame (anche da indotti e motori elettrici) in forma<br />

di granuli monomateriale, completamente separati<br />

e classificati come<br />

materia prima seconda (grazie<br />

ad impianti adeguati).<br />

Le modalità di riciclaggio a<br />

fine vita dei veicoli demoliti<br />

hanno quindi un importante<br />

impatto in termini di economia<br />

circolare, ed è per ciò<br />

che sono sempre di più le<br />

case automobilistiche che<br />

stanno iniziando ad utilizzare<br />

materiali riciclati per gli interni (e non solo) dei<br />

loro modelli.<br />

Stessa faccia della medaglia<br />

Se è vero che si cercano soluzioni e tecnologie<br />

sempre nuove per recuperare e riciclare le componenti<br />

e i materiali di un veicolo a fine vita, è altrettanto<br />

vero che le Case costruttrici tendono a<br />

minimizzare l’impatto ambientale dei loro veicoli,<br />

Nel 2018<br />

il riciclo<br />

e il reimpiego<br />

dei veicoli fuori<br />

uso sono stati,<br />

rispettivamente,<br />

di 860.620<br />

e 132.244 kt;<br />

ma la percentuale<br />

di reimpiego<br />

è ancora inferiore<br />

all’85% in peso<br />

del veicolo.<br />

In alto,<br />

un esempio<br />

di rivestimenti<br />

per sedili,<br />

costituiti in PET<br />

riciclato.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

18 PRIMO PIANO VEICOLI FUORI USO Soluzioni<br />

Con i vetri delle<br />

auto rottamate,<br />

Hyundai ha creato<br />

collane<br />

e braccialetti<br />

della linea<br />

Re:Style.<br />

Gli airbag sono<br />

stati riutilizzati<br />

per gilet, mentre<br />

i tessuti<br />

dei tappetini<br />

e la pelle<br />

(scartata durante<br />

le fasi<br />

di lavorazione),<br />

rispettivamente<br />

riusati per borse<br />

e tute.<br />

utilizzando per gli interni materiali alternativi. E<br />

già a partire dalla fase di progettazione, ogni nuovo<br />

veicolo deve integrare materiali riciclati che<br />

vengono valutati in base alla loro fabbricazione<br />

e al loro fine vita.<br />

In Audi per esempio, i materiali riciclati postconsumo<br />

(integrati con alcune nuove sostanze)<br />

vanno a costituire le coperture di plastica sotto<br />

i tergicristalli, la cui produzione comprende il<br />

50% della plastica proveniente dagli involucri<br />

delle batterie, mentre i tessuti riciclati vengono<br />

utilizzati per lo smorzamento dei rumori nella<br />

zona del pavimento dell’auto.<br />

La nuova BMW i3 presenta interni fatti per la<br />

maggior parte di kenaf, un materiale leggero derivato<br />

dalla pianta di malva.<br />

I sedili, invece, sono costruiti con legno sostenibile<br />

e persino il pannello di controllo, rifinito in<br />

eucalipto, è green.<br />

Anche Hyunday con la sua Ioniq Electric, ha deciso<br />

di ridurre l’utilizzo di plastica del 20%. Gli interni<br />

sono prodotti utilizzando plastica riciclata, combinata<br />

con polvere di legno e pietre vulcaniche.<br />

L’ultimo modello della Ford Eco Sport, presenta<br />

un abitacolo di plastica tutta riciclata ed i tappetini,<br />

ad esempio, derivano dal riutilizzo di 470<br />

vecchie bottigliette.<br />

Gli esempo continuano. In casa del Leone, il modello<br />

Peugeot 508 ha una media del 31% dei<br />

materiali riciclati e presenti in natura e circa 80<br />

parti di polimeri contengono materiali di questo<br />

tipo. L’uso di fibre di canapa nei condotti di sbrinamento<br />

del parabrezza e l’uso di polipropilene<br />

riciclato nei deflettori o nel vano della ruota di<br />

scorta ne sono solo un esempio.<br />

Polestar, la società di Volvo, nell’ultimo Model 2<br />

per ridurre l’utilizzo di plastiche, ha realizzato<br />

un abitacolo utilizzando solo fibre naturali.<br />

I sedili invece derivano da bottiglie di plastica riciclate<br />

e il resto degli interni è fatto da scarti di<br />

plastica derivati dalla produzione di sughero;<br />

mentre i tappetini, provengono dal riciclo di reti<br />

da pesca. Anche Renault ZOE, ha un abitacolo<br />

super green, costituito da materiali che arrivano<br />

da cinture di sicurezza riciclate, scarti di tessuto<br />

e recupero di bottiglie di plastica. l<br />

Rottamare un veicolo: ecco cosa si può riciclare<br />

• Batterie che contengono al loro interno metalli<br />

pesanti. Devono essere opportunamente<br />

raccolte e trattate.<br />

• Pneumatici da cui si ricava, previo trattamento,<br />

granulato di gomma e polverino per<br />

applicazioni del settore edile e stradale.<br />

Rappresentano anche un’importante fonte<br />

energetica per settori industriali altamente<br />

energivori.<br />

• RAEE e lampadine i cui vetri, lavati e triturati,<br />

possono essere riusati come lane di vetro<br />

ed isolanti in campo edilizio, ma anche nella<br />

vetrificazione delle superfici di piastrelle.<br />

• Vetri del parabrezza, lunotto posteriore, finestrini<br />

ed interni all’abitacolo, vengono inviati<br />

in stabilimenti specializzati e riciclati.<br />

• Plastica che costituisce diversi componenti<br />

presenti in un veicolo, può essere recuperata<br />

prima della demolizione (paraurti) ed inviata<br />

al riciclo; o recuperata in seguito alla frantumazione<br />

della carcassa e separata in base al<br />

colore ed al polimero di composizione.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


PERFORMANCE<br />

TOTALE


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

20 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

DISCOGRAFIA ECO<br />

Note greentose<br />

Eliana Puccio<br />

L’artista polacco Wojtek ha registrato e prodotto il suo album<br />

a emissioni zero. L’obiettivo è sensibilizzare l’industria musicale<br />

e spingerla ad abbracciare un modello di business sostenibile<br />

Di musica che inquina ne abbiamo<br />

parlato negli scorsi numeri<br />

di <strong>Waste</strong>. Avevamo accennato<br />

anche ad alcuni artisti che si erano rifiutati<br />

di andare in tour per evitare conseguenze<br />

gravi sull’ambiente. Abbiamo<br />

intervistato Wojtek, un pianista e compositore<br />

autodidatta polacco che vive e<br />

crea musica a Berlino, che ha deciso<br />

di provare ad offrire un proprio contributo<br />

dando vita ad un’album a impatto<br />

zero. Fin dall'inizio, Wojtek è stato coinvolto<br />

nel movimento per il clima “Fri -<br />

days for Future” e il suo “Atmo sphere”<br />

è stato registrato e prodotto a emissioni<br />

zero. Con il suo lavoro discografico,<br />

Wojtek vuole ispirare le persone ad agire<br />

al fine di minimizzare le proprie<br />

emissioni di carbonio, e spingere l'industria<br />

musicale a passare ad abbracciare<br />

un modello di business più sostenibile,<br />

consentendo la creazione, il<br />

rilascio e il consumo di musica entro i<br />

confini planetari. L’album parla per lo<br />

stesso Wojtek, che ha sempre preferito<br />

comunicare con la sua musica e le sue<br />

azioni. Artista appassionato ma schivo,<br />

è guidato dal desiderio di creare un<br />

cambiamento a lungo termine.<br />

Wojtek catturerà sicuramente i cuori,<br />

ma anche le menti appassionate di chi,<br />

come lui, tiene a questo pianetae vuol<br />

far di tutto per migliorarlo.<br />

Sotto la cover<br />

dell’album<br />

di Wojtek,<br />

“Atmosphere”.<br />

Il titolo deriva<br />

da un seminario<br />

che l’artista ha<br />

seguito durante<br />

i suoi studi.<br />

Come viene realizzato un album carbon neutral<br />

e cosa significa?<br />

Nel caso del mio album “Atmosphere”, carbon<br />

neutral vuol dire ridurre le emissioni quando<br />

possibile, compensando quello che è impossibile<br />

da eliminare. Possiamo fare la stessa cosa nelle<br />

nostre case, utilizzando<br />

le energie rinnovabili<br />

e riducendo<br />

ciò che consumiamo.<br />

Vale la pena sottolineare<br />

che quel termine<br />

si riferisce sia<br />

alle emissioni dirette<br />

sia indirette. Nel mio<br />

caso non ho dovuto<br />

pensare ad emissioni<br />

molto distanti dal<br />

mio quotidiano.<br />

Parlo in particolare<br />

di quelle generate<br />

dalla produzione delle attrezzature musicali.<br />

Mi stavo preoccupando per la situazione che da<br />

anni ci minaccia e ci tenevo a fare la differenza.<br />

Tentare di cambiare qualcosa nel mondo musicale<br />

era la mossa più importante che potessi<br />

fare nella mia posizione.<br />

Ho proposto l’idea al mio team e l’hanno accolta<br />

con grande entusiasmo, è stato sfidante ma davvero<br />

necessario. Poi, il processo di creazione della<br />

musica carbon neutral si è rivelato più semplice<br />

di quanto pensassi.<br />

Il primo passo era quello di capire quali fossero<br />

le azioni da intraprendere ed eventualmente valutare<br />

le loro possibili conseguenze in termini<br />

del carbon footprint (emissioni di gas serra che<br />

generano). Ho preparato un foglio di calcolo per<br />

controllarlo ed avere tutti i numeri a portata di<br />

mano. Quando possibile, azzeravo completamentele<br />

emissioni usando il cento per cento delle<br />

energie rinnovabili.<br />

Ho affrontato diverse sfide e mi sono posto<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

DISCOGRAFIA ECO<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

21<br />

molte domande durante il percorso, ma sono<br />

stato fortunato da avere la possibilità di consultarmi<br />

con un esperto in cambiamenti climatici<br />

ed energie.<br />

Tutti i miei dubbi, ma anche soluzioni e consigli<br />

su come essere un abitante migliore di questo<br />

pianeta, si possono trovare sul mio sito Web<br />

(www.iamwojtek.com), che può essere fonte di<br />

ispirazione per altri artisti.<br />

Conosci qualcun altro che l’ha già fatto prima?<br />

Non proprio nel mondo della musica ma sì, conosco<br />

tante aziende che sono diventate carbon<br />

neutral e tante altre che ci stanno lavorando<br />

(Google, Ikea, ecc.). Addirittura alcuni stati hanno<br />

annunciato di voler diventare ad emissioni zero<br />

entro il 2050 (inclusa la Cina entro il 2060).<br />

Tuttavia non conosco nessun progetto simile nel<br />

mondo della musica. Se però, una persona sta<br />

producendo tutta la sua musica autonomamente,<br />

alimentata da energie rinnovabili ed in uno<br />

studio di proprietà, si può parlare di una produzione<br />

carbon neutral.<br />

Nel mio caso è stato più complesso perché le diverse<br />

fasi del progetto si sono svolte in luoghi<br />

differenti: registrazione a Londra, mixing a<br />

Berlino e masterizzazione a Varsavia.<br />

Questo ha creato sfide aggiuntive al processo<br />

di creazione del progetto pienamente carbon<br />

neutral.<br />

È TEMPO DI<br />

VALORIZZARE<br />

AL MASSIMO<br />

I METALLI<br />

COM.STEEL SPA - barattolame da R.S.U.<br />

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Marzo <strong>2021</strong><br />

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Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

22 ECONOMIA CIRCOLARE<br />

DISCOGRAFIA ECO<br />

L’album è stato<br />

registrato<br />

e prodotto<br />

a emissioni zero.<br />

Lo scopo<br />

è puntare<br />

su di un modello<br />

di business<br />

sostenibile.<br />

photo di Przemek Dzienis<br />

Con quali materiali è stato realizzato “At -<br />

mosphere”? Come mai hai scelto di intitolarlo<br />

proprio così?<br />

Spesso utilizzo un microfono portatile, soprattutto<br />

quando viaggio. Quelle registrazioni diventano<br />

poi una specie di cartoline, le mie memorie<br />

registrate in formato audio.<br />

Ho deciso di includerle nell’album perché quelle<br />

persone, eventi, esperienze mi hanno reso<br />

chi sono trasformando il genere di musica che<br />

faccio. Puoi letteralmente sentire i miei genitori,<br />

mia nonna o amici. Non so se gli ascoltatori<br />

possano comprendere perché le conversazioni<br />

sono tutte in polacco, ma per me<br />

significa molto e crea una seconda, più intima,<br />

storia dietro ogni traccia.<br />

Il titolo “Atmosphere” ha origine da un seminario<br />

che ho seguito durante i miei studi di architettura<br />

a Berlino nel 2019. È stata una lezione<br />

molto teorica su come viene creata<br />

un’atmosfera specifica e cosa può significare.<br />

Stavamo discutendo sull’impatto dell’illuminazione,<br />

temperatura, materiali, spazio, dimensioni,<br />

proporzioni, circostanze storiche<br />

ecc. Mi è rimasta impressa e mi sono sono ispirato<br />

a ciò per poter tradurre questa mia conoscenza<br />

in musica e creare la mia atmosfera<br />

con tutti gli elementi diversi, includendo le registrazioni<br />

di cui parlavo prima. Il secondo significato<br />

è relativo al problema globale che accomuna<br />

l’umanità: la crisi climatica che invade<br />

la nostra atmosfera.<br />

Secondo te cosa dovrebbero gli operatori del<br />

mondo musicale per aiutare ad affrontare il<br />

problema del cambiamento climatico?<br />

In primo luogo, dovrebbero parlarne costantemente<br />

perché la gente deve rendersi conto<br />

del problema del riscaldamento globale per<br />

poterlo risolvere.<br />

Secondo me è la questione in assoluto più importante<br />

di questi tempi. Il mio progetto non<br />

rappresenta un grande cambiamento se teniamo<br />

conto della scala delle emissioni globali.<br />

Ma sicuramente lancia un chiaro messaggio:<br />

dobbiamo e possiamo fare qualcosa per affrontare<br />

la crisi.<br />

In secondo luogo, dovremmo smettere di utilizzare<br />

i combustibili fossili e sostituirli con le<br />

energie rinnovabili nei nostri studi di registrazione,<br />

aree concerti e festival.<br />

Pensi che in futuro diventerà sempre più comune<br />

per le case discografiche produrre dischi<br />

a impatto zero?<br />

Lo spero davvero perché è anche una strategia<br />

attuata da diversi stati, quella di diventare carbon<br />

neutral in futuro. Dobbiamo farlo per sfidare<br />

il cambiamento climatico e mantenere le<br />

temperature globali inferiori ai 2C° impegnandoci<br />

a scendere a 1,5 C°.<br />

E’ necessario cambiare ogni singolo settore,<br />

industria musicale inclusa. Mi auguro che tra<br />

qualche anno non sarà nemmeno più necessario<br />

parlarne, perché ritenuto scontato farlo.<br />

Cosa pensi, invece, sui concerti e festival a<br />

impatto zero?<br />

È un ottimo trend! Sono tanti i festival di musica<br />

elettronica organizzati in Germania, per esempio<br />

Feel Festival, che sono sensibili a questo tema<br />

e si impegnano a limitare il più possibile il proprio<br />

impatto sul clima.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

24 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

L’INTERVISTA AL PROTAGONISTA<br />

Marco Versari,<br />

Presidente<br />

Assobioplastiche.<br />

Work in progress<br />

Le bioplastiche compostabili consentono<br />

di risolvere alcuni dei problemi ambientali.<br />

Uno fra tutti lo spreco della frazione organica<br />

dei rifiuti, ricca di materia di alta qualità<br />

che, opportunamente trattata, si identifica<br />

come importante risorsa per ripristinare il suolo<br />

Marco Comelli<br />

Bioplastiche e FORSU, due argomenti di cui<br />

ci occupiamo regolarmente sulle pagine<br />

della rivista. Chi ci segue, ha ormai capito<br />

che cerchiamo di tenere anche su di essi un approccio<br />

che si discosti da quanto si può trovare negli<br />

ormai innumerevoli inserti e speciali dei media<br />

generalisti, relativamente alle tematiche genericamente<br />

“verdi”. In particolare, sposiamo in pieno<br />

la tesi che la ricerca di base ed industriale<br />

sulle bioplastiche debba essere indirizzata verso<br />

sostituti biobased dei polimeri oggi ricavati<br />

da fonti fossili, e non verso polimeri biodegradabili<br />

o compostabili. Il perché lo abbiamo<br />

spiegato ad abundantiam nello speciale<br />

del numero di novembre. Per la<br />

plastica “durevole”, biobased o no, la<br />

strada è il riciclo strettamente controllato.<br />

Unico settore in cui bisogna fare<br />

eccezione è quello della plastica che<br />

fatalmente finisce nella frazione organica<br />

dei rifiuti solidi urbani, in particolare<br />

certi imballaggi, e i famigerati<br />

sacchetti per la raccolta dei<br />

rifiuti. Qui le bioplastiche biodegradabili<br />

e compostabili sono necessarie,<br />

perché eliminano la dispendiosa<br />

(e non sempre efficace operazione<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

L’INTERVISTA AL PROTAGONISTA ECONOMIA CIRCOLARE 25<br />

Economia Circolare<br />

Film<br />

di bioplastica<br />

compostabile.<br />

di “pulitura”) dell’organico da tutto quello che organico<br />

non è. Naturalmente in questa posizione<br />

seguiamo la guada di chi ne sa e ne fa molto più<br />

di noi e da più tempo. E che negli ultimi trent’anni<br />

ha costruito contemporaneamente la leadership<br />

italiana nelle bioplastiche monouso e nel riciclo<br />

della FORSU.<br />

Lo spiega meglio di noi Marco Versari, presidente<br />

di Assobioplastiche, nell’intervista che segue.<br />

Si mette spesso in rilievo che la leadership italiana<br />

nelle bioplastiche compostabili è strettamente<br />

legata alla sua focalizzazione sulla gestione<br />

della FORSU. Da cosa è nata questa<br />

filosofia rivelatasi vincente?<br />

Nasce dalla visione estremamente innovativa con<br />

cui i pionieri dell’industria italiana delle bioplastiche,<br />

verso la fine degli anni ’80, si sono dedicati<br />

allo sviluppo di nuovi prodotti, pensati non tanto<br />

come alternative tout court ad altri già disponibili<br />

sul mercato quanto come strumenti utili a risolvere<br />

veri e problemi ambientali, nello specifico lo spreco<br />

della frazione organica dei rifiuti, risorsa ricca di<br />

materia organica in elevate quantità, che nella<br />

maggior parte dei casi veniva smaltita in discarica.<br />

Attraverso un approccio di sistema e grazie alla<br />

collaborazione con alcuni Comuni l’industria ha<br />

messo a punto le prime soluzioni idonee per consentire<br />

una raccolta della frazione organica igienica<br />

ed efficiente e il successivo avvio a riciclo in impianti<br />

di compostaggio.<br />

Infatti, l’utilizzo di bioplastiche compostabili, potendo<br />

essere trattate insieme al rifiuto organico<br />

senza intaccare la qualità del compost e/o del biogas<br />

generato dopo lo smaltimento, offre una gestione<br />

più semplice dei rifiuti e contemporaneamente<br />

una soluzione per la raccolta stessa.<br />

Utilizzando sacchi per la raccolta differenziata,<br />

shopper e sacchi frutta e verdura compostabili per<br />

la raccolta del rifiuto, è possibile ottimizzare le modalità<br />

di raccolta ed aumentarne la quantità senza<br />

diminuire la qualità. Le bioplastiche compostabili<br />

sono una soluzione anche per altre applicazioni a<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

contatto con i rifiuti organici, come nel caso degli<br />

imballaggi alimentari.<br />

Grazie a questo approccio, l'Italia è oggi in Europa<br />

il paese con la più alta quantità di frazione organica<br />

domestica raccolta e il paese con la maggiore produzione<br />

e consumo di plastiche compostabili.<br />

Come si sta muovendo l'Europa, o non muovendo,<br />

relativamente alla FORSU e al suo trattamento<br />

in ottica di circolarità?<br />

L’Europa ha introdotto una raccolta differenziata<br />

obbligatoria della frazione organica a partire dal<br />

2024. Tuttavia, ad oggi, i dati europei sul trattamento<br />

della frazione organica sono deludenti: dei 113 mi-<br />

Compost<br />

da FORSU, ricco<br />

di sostanza<br />

organica che può<br />

essere riportata<br />

nel suolo.


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

26 ECONOMIA CIRCOLARE<br />

L’INTERVISTA AL PROTAGONISTA<br />

La bioplastica<br />

può essere<br />

riciclata<br />

e/o compostata,<br />

ma è il<br />

compostaggio<br />

una forma<br />

di riciclo, nonché<br />

migliore fine vita<br />

della bioplastica<br />

stessa.<br />

lioni di frazione organica, solo il 34% viene avviato<br />

a riciclo. Un recente studio condotto da Zero <strong>Waste</strong><br />

Europe ed il Biobased Industry Con sortium ha analizzato<br />

il trattamento della frazione organica derivante<br />

da scarti alimentari negli Stati Membri europei.<br />

I numeri mostrano che dei 60 milioni di<br />

tonnellate di rifiuti alimentari solo 9,5 milioni di tonnellate,<br />

pari al <strong>16</strong>% del totale, vengono avviato al<br />

riciclo. In questo contesto, l’Italia è il primo paese<br />

europeo per percentuale di riciclo: infatti, su un potenziale<br />

di tonnellate di rifiuto organico alimentare<br />

pari a 7,7 milioni di tonnellate annue, ne vengono<br />

riciclate circa 3,6 milioni di tonnellate, pari al 47%<br />

del totale (il valore più alto in tutta la EU27+). Tutto<br />

ciò con innegabile beneficio per l’ambiente perché<br />

il rifiuto organico, trasformato in compost con specifici<br />

processi industriali, è una risorsa straordinaria<br />

per ripristinare la materia organica del suolo. Non<br />

possiamo non occuparci dello stato di degrado in<br />

cui versa il suolo, inquinato, depredato, desertificato,<br />

e la minaccia che questa condizione rappresenta<br />

per l’umanità e per il Pianeta. Il suolo svolge un<br />

ruolo centrale nella nostra vita perché è il punto di<br />

partenza per la produzione alimentare, la crescita<br />

della vegetazione, per la ritenzione, filtrazione e<br />

moderazione del flusso di acqua verso le falde acquifere<br />

e i fiumi, la rimozione di contaminanti e riduzione<br />

della frequenza e del rischio di alluvioni,<br />

la regolazione dei flussi di energia da e verso l’atmosfera<br />

e la mitigazione del clima e impatto della<br />

siccità. Il suolo è una risorsa non rinnovabile - occorrono<br />

più di 2000 anni per formare 10 cm di terreno<br />

– e riportarci sostanza organica attraverso il<br />

compost significa, aiutare gli agricoltori ad aumentare<br />

lo stoccaggio di carbonio organico e contribuire<br />

così a ridurre le emissioni di gas serra, incrementando<br />

la fertilità e produttività degli ecosistemi e rigenerare<br />

i territori.<br />

Venendo alle bioplastiche in senso generale,<br />

quale pensa sia la strada giusta in ottica di fine<br />

vita dei prodotti: riciclo, compostaggio o un mix?<br />

La legislazione italiana attuale e potenziale è<br />

conscia delle diverse vie possibili?<br />

Il compostaggio è una forma di riciclo, fine vita<br />

perfetto delle bioplastiche. Come ho già spiegato<br />

l'Italia ha messo a punto un sistema virtuoso di<br />

trattamento della frazione organica all'interno del<br />

quale le plastiche compostabili hanno svolto la<br />

propria azione per la raccolta di qualità. Da ultimo,<br />

proprio negli ultimi mesi, è diventato operativo il<br />

primo consorzio di responsabilità estesa del produttore<br />

per le bioplastiche - BIOREPACK - che<br />

coinvolge i produttori, i trasformatori, gli utilizzatori<br />

e i compostatori.<br />

Il nuovo consorzio, primo al mondo nel settore degli<br />

imballaggi in plastica compostabile, si colloca<br />

all’interno del sistema CONAI come nuovo consorzio<br />

di filiera (settimo) per la gestione a fine vita<br />

degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile<br />

certificati UNI EN 13432, che possono<br />

essere riciclati con la raccolta della frazione organica<br />

dei rifiuti (art. 182 ter del TUA – d.lgs. n.<br />

152/2006) e trasformati, con specifico trattamento<br />

industriale, in compost. Alla base dello sviluppo<br />

dell’industria del riciclo e degli attuali schemi di<br />

compliance risiede il concetto di “responsabilità<br />

estesa del produttore” (Extended Producer<br />

Responsibility, EPR), coniato trent’anni fa e adottato<br />

dall’UE per affrontare il tema delle cosiddette<br />

“esternalità” ossia degli effetti delle attività economiche<br />

che ricadono verso soggetti che non hanno<br />

avuto alcun ruolo in esse.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


NEWS<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

27<br />

Vietato<br />

sperperare<br />

n Stop agli sprechi con gli<br />

RPC (contenitori in plastica<br />

riutilizzabili) di IFCO,<br />

azienda leader nella<br />

fornitura di imballaggi.<br />

Pericolo scampato grazie a<br />

questi contenitori che<br />

garantiranno comunque il<br />

trasporto sicuro di alimenti<br />

e la durata di<br />

conservazione. Nessuna<br />

minaccia, dunque, alla<br />

qualità. Tutti i contenitori in<br />

plastica riutilizzabile di<br />

IFCO vengono riusati tra 30<br />

e 120 volte prima di essere<br />

rimossi dal servizio in<br />

seguito a usura, danni o<br />

modifiche al design. Quelli<br />

danneggiati vengono<br />

riciclati al 100% e utilizzati<br />

per la produzione di nuovi<br />

RPC, riducendo<br />

sensibilmente la richiesta<br />

di materie prime.<br />

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28 ECONOMIA CIRCOLARE NUOVI MATERIALI<br />

CircolarMente<br />

Parte da questo numero una nuova e curiosa rubrica.<br />

Uno spazio dedicato agli aspetti di economia circolare,<br />

relativi alla valorizzazione delle risorse materiche<br />

e, in particolare, di ciò che viene considerato rifiuto<br />

Marco Capellini<br />

matrec.com<br />

Il tema è fondamentale. Anche in relazione<br />

ai molteplici obiettivi prefissati dalla<br />

Commissione Europea in ambito di Green<br />

New Deal, la nuova agenda europea per la<br />

crescita sostenibile e il Piano d’azione per<br />

l’Economia Circolare. Quello che vi proponiamo,<br />

è una serie di contributi finalizzati a stimolare<br />

e influenzare positivamente il mercato<br />

nel proporre materiali sostenibili frutto di strategie<br />

di economia circolare. Questo è quello<br />

che come Matrec facciamo ogni giorno, per<br />

supportare le imprese a cercare soluzioni innovative<br />

di materiali da impiegare nei propri<br />

processi produttivi.<br />

Nel panorama mondiale, molte grandi aziende<br />

hanno ridefinito la propria mission considerando<br />

COFFEEPANEL 3D: Pannelli<br />

decorativi costituiti per il 95%<br />

da fondi di caffè riciclati postconsumo,<br />

pressati con<br />

l’ausilio di un legante,<br />

attraverso un processo di<br />

produzione che ha eliminato<br />

totalmente gli scarti.<br />

Caratterizzati da un design<br />

elegante e d’impatto visivo, le<br />

piastrelle che compongono<br />

gli stessi pannelli, possono<br />

assumere varie forme che<br />

successivamente vengono<br />

fissate ad un supporto in fibra<br />

di legno. A fine vita le diverse<br />

componenti, possono essere<br />

facilmente separate ed i fondi<br />

di caffè, a seguito di un<br />

processo di macinazione,<br />

vengono rilavorati per essere<br />

trasformati in nuovi pannelli.<br />

(designpanels.com)<br />

NATURESCAST:<br />

Materiale composto<br />

da scarti agroforestali<br />

recuperati e<br />

uniti con leganti a<br />

base d'acqua che lo<br />

rendono<br />

biodegradabile e<br />

riciclabile a fine vita.<br />

Applicabile a quasi<br />

tutte le superfici,<br />

trova impiego nella<br />

realizzazione di<br />

prodotti per l’edilizia,<br />

per l’arredamento,<br />

oggettistica e<br />

rivestimenti. Un<br />

materiale circolare<br />

VOC free, leggero,<br />

ignifugo e isolante,<br />

che conferisce una<br />

finitura organica al<br />

prodotto finale<br />

valorizzando tutti<br />

gli aspetti di<br />

naturalità che lo<br />

contraddistinguono.<br />

(natureslegacy.com)<br />

Giugno <strong>2021</strong>


NUOVI MATERIALI<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

29<br />

prioritario un intervento in tema di sostenibilità,<br />

pianificando azioni che coinvolgono la progettazione,<br />

i processi produttivi ed i prodotti, orientando<br />

le attività verso modelli di business circolari per<br />

rafforzare la propria competitività. I materiali devono<br />

svolgere un ruolo chiave per favorire strategie<br />

di durabilità, riparabilità e riciclabilità dei<br />

prodotti, oltre ad un ridotto impatto ambientale.<br />

Come funziona…<br />

Tutti gli appuntamenti della rubrica saranno<br />

incentrati nel presentare soluzioni di materiali<br />

differenti in relazione all’origine del rifiuto.<br />

In questo numero, presentiamo materiali circolari<br />

ed innovativi ottenuti dagli scarti agricoli<br />

e dell’industria alimentare, rifiuti che se reimpiegati<br />

consentono di ridurre gli sprechi, di valorizzare<br />

risorse materiche di origine rinnovabile<br />

(che non hanno ancora esaurito la loro funzione)<br />

e che possono essere riciclate e messe nuovamente<br />

a disposizione di un sistema economico<br />

virtuoso e rispettoso dell’ambiente.<br />

I materiali circolari organici, scartati in fase di<br />

raccolta, dai processi produttivi o in alcuni casi<br />

anche post-consumo, vengono riciclati e reimpiegati<br />

in molteplici settori come architettura,<br />

packaging, arredamento, oggettistica e più<br />

recentemente introdotti con maggior frequenza<br />

anche nel mondo della moda.<br />

In ambito di architettura e come soluzioni di<br />

rivestimenti alternativi ai tradizionali materiali,<br />

fanno capolino molte proposte interessanti<br />

che, attraverso la ricerca e sviluppo, hanno<br />

saputo sfruttare al meglio le caratteristiche<br />

intrinseche dei rifiuti derivanti dal mondo agroalimentare.<br />

l<br />

Il copyright di tutte le<br />

immagini appartiene alle<br />

aziende menzionate.<br />

RICE STRAW BOARD: E’ costituito per il 94% in paglia di riso riciclata<br />

e lacca a base d'acqua, ideato al fine di aggiungere valore ai residui<br />

agricoli, utilizzati come sottoprodotti per la realizzazione di pannelli<br />

alternativi al legno. La sua monomatericità lo rende riciclabile a fine vita<br />

ed è principalmente impiegato per la decorazione interna, nella<br />

realizzazione di pareti, soffitti, pavimenti e mobili. (kokoboard.com)<br />

BAUX ACOUSTIC PULP:<br />

Viene realizzato in legno di abete<br />

e pino coltivati in modo<br />

sostenibile, unito a crusca di<br />

frumento, fecola di patate, cera<br />

di origine vegetale e bucce di<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

agrumi. Le sue diverse<br />

colorazioni sono ottenute<br />

utilizzando differenti percentuali<br />

di crusca di grano.<br />

Caratterizzato da diversi motivi<br />

geometrici, è ideale nelle<br />

applicazioni a parete; la<br />

superficie una volta essiccata<br />

viene perforata utilizzando una<br />

tecnica laser avanzata, che<br />

garantisce un migliore<br />

assorbimento acustico. Un<br />

materiale circolare ignifugo,<br />

impermeabile e durevole nel<br />

tempo, che combina alte<br />

prestazioni di isolamento termico<br />

e acustico con design e<br />

sostenibilità ambientale. 100%<br />

biodegradabile e riciclabile alla<br />

fine della sua vita utile.<br />

(baux.com)


30 ECONOMIA CIRCOLARE NEWS<br />

Un enzima di... gomma<br />

Michelin produrrà pneumatici<br />

100% sostenibili. Il tutto<br />

grazie alla collaborazione<br />

di Carbios, che ha sviluppato<br />

una tecnologia interessante<br />

Irene Boschi<br />

Pneumatici 100 per cento riciclabili. Si<br />

tratta del frutto della collaborazione tra<br />

il noto produttore di pneumatici; Mi -<br />

chelin e Carbios (azienda francese nel campo<br />

della biochimica) che ha condotto allo sviluppo<br />

di una nuova tecnologia.<br />

Michelin ha comunicato il successo dei test<br />

fatti sulla tecnologia di riciclaggio enzimatico<br />

per i rifiuti PET, sviluppata da Carbios, nella<br />

produzione di pneumatici.<br />

Per la prima volta al mondo, le gomme per<br />

auto potranno essere prodotte usando fibre<br />

riciclate, sostenibili e performanti allo stesso<br />

tempo. Carbios ha progettato una tecnologia<br />

di riciclaggio che trasforma qualsiasi tipo di<br />

plastica a base di PET in una fibra ad alte prestazioni,<br />

idonea per costruire gomme per auto.<br />

“Siamo molto orgogliosi di essere i primi ad<br />

aver prodotto e testato fibre tecniche riciclate<br />

per pneumatici. Questi rinforzi sono stati realizzati<br />

con bottiglie colorate e riciclate utilizzando<br />

la tecnologia enzimatica del nostro partner<br />

Carbios.<br />

Questi rinforzi high-tech hanno dimostrato la<br />

loro capacità di fornire prestazioni identiche a<br />

quelle dell’industria petrolifera“, ha commentato<br />

Nicolas Seeboth, direttore per la ricerca<br />

sui polimeri di Michelin.<br />

Non si tratta della prima volta in cui le plastiche<br />

complesse vengono riciclate utilizzando<br />

dei metodi termomeccanici, solo che finora<br />

non avevano mai risposto ai requisiti giusti per<br />

l’applicazione nella produzione di pneumatici.<br />

L’’azienda ha semplicemente preso bottiglie<br />

di plastica usate, indumenti in poliestere e altri<br />

prodotti in plastica, che altrimenti sarebbero<br />

semplicemente stati degli scarti, e usato un<br />

enzima per depolimerizzare il PET.<br />

Tale enzima può quindi essere impiegato in<br />

una varietà di applicazioni come appunto la<br />

produzione di pneumatici per auto.<br />

E’ giusto dire infatti che il settore automobilistico<br />

- che guarda a un un futuro sostenibile<br />

- non deve ridursi al lancio di veicoli 100% elettrici<br />

ma avvalersi anche dell’utilizzo di materiali<br />

riciclabili, quando possibile, per le varie componenti<br />

come gli pneumatici.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


NEWS<br />

ENERGIA<br />

31<br />

Acciaio verde<br />

Irene Boschi<br />

La startup Green Steel realizzerà il primo<br />

impianto siderurgico senza l’utilizzo di fonti<br />

fossili. L’obiettivo è produrre 5 milioni<br />

di tonnellate di lega green all’anno<br />

Sarà il primo impianto siderurgico a non<br />

utilizzare fonti fossili. H2 Green Steel,<br />

startup, sostenuta da EIT InnoEnergy,<br />

costruirà a Boden-Luleå, nel nord della Svezia,<br />

il primo impianto siderurgico alimentato da<br />

idrogeno verde.<br />

Si tratta di un progetto, altamente innovativo,<br />

da 2,5 miliardi che creerà 10.000 posti di lavoro.<br />

Tra gli obiettivi vi è quello di produrre 5<br />

milioni di tonnellate di acciaio all’anno entro<br />

il 2030.<br />

"Il progetto H2 Green Steel - commenta l’ amministratore<br />

delegato di EIT InnoEnergy, Diego<br />

Pavia - ha la portata, l'ambizione, il modello<br />

di business innovativo e il team di implementazione<br />

per farsi portavoce della posizione<br />

dell'Europa nella trasformazione delle industrie<br />

ad alta intensità energetica. Questo caso,<br />

che è replicabile, è fondamentale per rispettare<br />

gli impegni di neutralità climatica del nostro<br />

continente.<br />

Queste sono condizioni fondamentali per la<br />

missione di EIT InnoEnergy, e il progetto industriale<br />

Green Steel è un altro esempio convincente<br />

dell'impegno di EIT InnoEnergy ad<br />

essere un elemento chiave per la transizione<br />

energetica, sviluppando catene di valore industriali<br />

strategiche in Europa".<br />

"Siamo estremamente felici di collaborare<br />

ancora una volta con EIT InnoEnergy.<br />

Insieme, accelereremo la decarbonizzazione<br />

dell'industria dell'acciaio e daremo<br />

il via all'economia dell'idrogeno.<br />

Questo sarà fondamentale per raggiungere<br />

gli obiettivi climatici dell'UE", dice Carl-Erik<br />

Lagercrantz, presidente del consiglio di H2<br />

Green Steel e Northvolt. È proprio l’ubicazione<br />

della regione di Norrbotten a rendere sostenibile<br />

la costruzione dell’impianto: con condizioni<br />

favorevoli per la produzione di acciaio<br />

non fossile, con un pronto accesso all'energia<br />

a basso costo da fonti rinnovabili, minerali di<br />

ferro di alta qualità, un grande porto marittimo<br />

a Luleå. L’idrogeno verde sarà un tassello importante<br />

per i piani dell'UE relativi alla neutralità<br />

climatica.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

32 ENERGIA Soluzioni<br />

SOLUZIONE IDROGENO<br />

Idrogeno verde<br />

e rinnovabili, una<br />

questione di eccessi<br />

Marco Comelli<br />

L’Unione Europea nel luglio 2020 ha dato una forte accelerazione<br />

sull’idrogeno, dalla produzione all’utilizzo nei vari settori,<br />

dall’industria pesante alla mobilità. La chiave è non sprecare<br />

l’energia in eccesso prodotta dalle fonti rinnovabili<br />

Molta acqua è passata sotto i pronti dal<br />

tempo dell’uscita del best seller, in<br />

gran parte dimenticato, di Jeremy<br />

Rifkin, “L’economia dell’idrogeno”. Dopo avere<br />

fornito per qualche mese materia per articoli,<br />

editoriali e trasmissioni televisive, l’argomento<br />

andò in sordina.<br />

Oltre alla constatazione che alle parole non<br />

aveva fatto seguito alcun fatto significativo (almeno<br />

in Europa e in Italia), le tesi di Rifkin non<br />

erano riuscite a superare un’obiezione fondamentale:<br />

perché usare energia pregiata come<br />

quella elettrica (la definizione di idrogeno verde<br />

non era ancora stata inventata, ma il concetto<br />

è il medesimo) per produrre un vettore energetico<br />

comunque difficile da gestire con l’obiettivo<br />

di produrre… altra energia elettrica, con<br />

notevoli perdite di conversione?<br />

Trovare il senso<br />

L’obiezione è perfettamente valida anche oggi. Ciò<br />

che ha cambiato l’equazione ha cambiato, o almeno<br />

è in procinto di cambiare, è la diffusione<br />

delle rinnovabili elettriche non programmabili,<br />

ossia fotovoltaico ed eolico. Entrambe queste fonti<br />

hanno infatti la caratteristica di produrre energia<br />

elettrica non quando serve, ma quando c’è. Per<br />

superare questa limitazione, l’unica soluzione ragionevole<br />

si identifica negli accumuli. Ma l’energia<br />

elettrica, in grandi quantità, è impossibile oggi da<br />

conservare per lunghi periodi. L’idrogeno è una<br />

soluzione - anzi, per l’Unione Europea, LA soluzione<br />

- con un doppio obiettivo: portare la decarbonizzazione<br />

in settori ostici (Hard To Abate), come<br />

quello dell’industria chimica e pesante, e costituire<br />

un’alternativa all’utilizzo delle batterie, per esempio<br />

nella mobilità elettrica.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

SOLUZIONE<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

IDROGENO ENERGIA<br />

33<br />

Esempio<br />

di stazione<br />

di rifornimento<br />

a idrogeno.<br />

In Germania,<br />

ubicate<br />

anche all’interno<br />

delle città.<br />

La soluzione possibile<br />

L’energia elettrica in eccesso, nella visione europea,<br />

verrebbe utilizzata per scindere l’acqua. L’idrogeno<br />

sarebbe poi stoccato sul posto o trasportato tramite<br />

condotte (che a determinate condizioni potrebbero<br />

essere quelle usate per il gas naturale)<br />

là dove verrebbe utilizzato direttamente, o per generare<br />

elettricità (con celle a combustibile o turbine).<br />

La modalità di utilizzo è tutt’ora una questione<br />

aperta. Come ha spiegato Marcello Capra,<br />

Delegato SET Plan del MITE nel corso della recente<br />

Next Generation Mobility (NGM) di Torino e<br />

di cui <strong>Waste</strong> era media partner, gli investimenti<br />

relativi all’idrogeno nel PNRR cubano per 3640<br />

milioni di euro. La mobilità nel breve termine è<br />

prioritaria: su 530 milioni destinati al segmento di<br />

utilizzo di questo tipo, 230 milioni verrebbero investiti<br />

nella realizzazione di stazioni di servizio a<br />

700 bar (distribuite in 40 punti di rifornimento) lungo<br />

la direttrice del Brennero, il corridoio To-Ts, e<br />

nei tratti transfrontalieri (Monte Bianco e Gottardo).<br />

Obiettivo: raggiungere entro il 2030 una penetrazione<br />

dell’idrogeno, nel settore del trasporto su<br />

gomma a lungo raggio, pari al 5-7%. Altri 300 milioni<br />

di euro sarebbero poi destinati alla sostituzione<br />

dei locomotori diesel con macchine a celle<br />

a combustibile, in alcune tratte non elettrificate<br />

della rete ferroviaria italiana, che oggi rappresentano<br />

il 10% del totale.<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

Arrivano le aziende<br />

Di fronte a queste risorse, cui si aggiunge un altro<br />

miliardo di dollari per il Clean Hydrogen nel quadro<br />

di Next Generation Europe e altro ancora nel<br />

quadro dei programmi di ricerca EU (300 milioni<br />

in tre anni), le aziende si stanno mobilitando. Per<br />

citarne solo alcune, Bosch - come ha spiegato<br />

Carlo Mannu a NGM - sta lavorando contemporaneamente<br />

sia sull’idrogeno che sull’e-fuel,<br />

un’altra forma di utilizzo di elettricità in eccesso<br />

delle rinnovabili (su cui torneremo). Punch Torino,<br />

la ex GM Powertrain oggi di proprietà belga, sta<br />

lavorando su tre fronti: produzione, logistica e utilizzo<br />

per la mobilità - come ha rivelato Vincenzo<br />

Verdino, capo della unit dedicata – anche in ambito<br />

navale, uno dei settori in cui i vettori energetici a<br />

base di idrogeno hanno un futuro assicurato. Iveco<br />

Bus vede l’elettrico a idrogeno come il prossimo<br />

step alla decarbonizzazione per i trasporti collettivi<br />

su gomma, grazie alle sue caratteristiche di “pieno”<br />

e grande autonomia” in tempi brevi.<br />

L’azienda, ha spiegato il product manager Marco<br />

Zanchetta, sta comunque iniziando a sviluppare<br />

una propria soluzione di bus a celle a combustibile<br />

in ambito urbano, in attesa che i costi permettano<br />

l’estensione al mercato, più naturale,<br />

dei bus di linea e turistici.<br />

l<br />

Tabella<br />

relativa<br />

agli investimenti<br />

destinati<br />

all’idrogeno,<br />

previsti<br />

nel PNRR.<br />

Sopra, locale<br />

di elettrolizzatori<br />

che separano<br />

l’idrogeno<br />

dall’ossigeno<br />

dell’acqua.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

34 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

SICUREZZA IMPIANTI<br />

Obiettivo primo<br />

zero infortuni<br />

Matthieu Colombo<br />

Silea adotta un sistema anticollisione uomo-macchina per<br />

elevare la sicurezza all’interno dell’impianto di compostaggio,<br />

nella quale l’intera provincia di Lecco conferisce FORSU e verde<br />

si raggiunge puntando alla<br />

perfezione dei processi, mettendo in<br />

L’eccellenza<br />

prima linea la sicurezza sul lavoro di<br />

ogni operatore, anche nel settore della raccolta<br />

e del trattamento rifiuti. Con questa consapevolezza<br />

Silea di Val madrera (LC) ha cercato<br />

una tecnologia anticollisione uomo-macchina<br />

per elevare ai massimi livelli la sicurezza<br />

dei propri dipendenti che operano all’interno<br />

dell’efficiente impianto di compostaggio della<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

SICUREZZA IMPIANTI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

35<br />

Le macchine operatrici<br />

sono in noleggio full<br />

service e vengono<br />

regolarmente<br />

sostituite. Il sistema<br />

Kigis si trasferisce<br />

da una macchina<br />

ad un’altra<br />

in pochi istanti.<br />

Sotto, le aree<br />

di maturazione.<br />

La sicurezza è facile<br />

L’immagine qui sotto raggruppa tutti i<br />

componenti del sistema anticollisione<br />

uomo-macchina Kigis, distribuito in Italia<br />

dalla Incofin di Origgio (VA). La trasmittente<br />

da installare sul mezzo è quella<br />

rossa, che va associata al modulo nero<br />

con il cavo che serve a trasmettere allarmi<br />

visivi ed acustici all’operatore della<br />

macchina operatrice. Il trasmettitore più<br />

compatto è quello vibrante, ricariabile<br />

con micro usb, che gli uomini a terra possono<br />

mettere in tasca o indossare con<br />

una fascia da braccio o sul caschetto di<br />

sicurezza. incofin.it<br />

frazione organica ad Annone di Brianza (LC).<br />

L’impianto aerobico, entrato in attività nel 2008<br />

e ammodernato nel 20<strong>16</strong> è d’esemplare efficienza<br />

e prevede un ambiente chiuso per la<br />

ricezione dell’umido e la conseguente triturazione,<br />

quindi un corridoio coperto per alimentare<br />

le 5 biocelle e le successive aree di<br />

maturazione e permettere al vaglio cilindrico<br />

rotativo (pezzatura 10 mm) di lavorare al riparo<br />

da luce e intemperie.<br />

Queste caratteristiche architettoniche, necessarie<br />

per favorire la maturazione in biocella<br />

del materiale conferito ed evitare fuoriuscite<br />

di odori, portano le due pale gommate in azione<br />

all’impianto a operare in condizioni gravose<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

36 RIFIUTI SOLIDI SICUREZZA IMPIANTI<br />

Sopra, la trasmittente<br />

veicolo del sistema<br />

anticollisione Kigis.<br />

Il Pedestrian<br />

Tag che vibra<br />

per allertare<br />

l’operatore<br />

a terra si tiene<br />

in tasca<br />

o indossa<br />

con appositi<br />

supporti.<br />

Silea è il gestore<br />

dell’intero ciclo<br />

integrato<br />

dei rifiuti dell’intera<br />

provincia di Lecco<br />

ed altri comuni<br />

delle province di Como<br />

e Bergamo.<br />

Sopra, gli esterni<br />

dell’impianto<br />

di compostaggio<br />

di Annone di Brianza.<br />

sia per le caratteristiche biologiche del materiale<br />

movimentato, sia per i ristretti spazi di<br />

manovra disponibili. In ottica del tutto preventiva,<br />

per elevare la tutela sul lavoro in impianto,<br />

Silea ha ricercato una tecnologia per mettere<br />

in sicurezza gli operatori a terra che eseguono<br />

attività di monitoraggio dei processi e manutenzioni<br />

ordinarie.<br />

Sicurezza assoluta, sistema modulare<br />

La scelta della società è caduta sul sistema<br />

di sicurezza attiva IPAS (Intelligent Proximity<br />

Alert System), della Kigis Safety Technology,<br />

proposto da Daniele Da vanzo dell’italiana<br />

Incofin, come soluzione per prevenire la collisione<br />

tra uomini e macchine operatrici.<br />

Si tratta di una tecnologia espressamente sviluppata<br />

per elevare l'incolumità degli operatori<br />

a terra in ambienti in cui lavorano macchine<br />

operatrici come ad esempio macchine movimento<br />

terra, carrelli elevatori o movimentatori<br />

industriali.<br />

Per semplificare al massimo possiamo dire<br />

che l’IPAS ha la stessa funzionalità dei sensori<br />

di retromarcia di un’auto, ma con monitoraggio<br />

dell’ambiente a 360° e con una tecnologia<br />

applicata totalmente differente, senza ultrasuoni,<br />

radar o sensori. In sostanza ogni lavoratore<br />

in cantiere deve indossare una trasmittente<br />

Pedestrian Tag (rigorosamente non<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

SICUREZZA IMPIANTI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

37<br />

A destra la pala<br />

gommata con benna<br />

ad alto ribaltamento<br />

e sistema anticollisione<br />

uomo-macchina<br />

che alimenta<br />

il trituratore<br />

del FORSU e verde<br />

conferito.<br />

nominale, ricaricabile tramite mini Usb, impermeabile<br />

e indossabile con supporto a fascia<br />

elastica o su caschetto) e ogni macchina operatrice<br />

deve avere a bordo sia un Vehicle Tag,<br />

sia un modulo d’allarme (sono componenti<br />

facilmente trasferibili da una macchina ad<br />

un’altra). Le due tipologie di trasmittente<br />

emettono un segnale a banda ultra larga<br />

UWB, assolutamente non nocivo per la salute<br />

dell’uomo, caratterizzato da impulsi di energia<br />

a radiofrequenza. La precisione del segnale è<br />

centimetrica, quindi ben superiore a quella<br />

bluetooth o di una rete 4G e permette quindi<br />

di vegliare sul distanziamento tra i differenti<br />

dispositivi in modo puntuale con distanze parametrabili<br />

da 1 a 30 metri!<br />

Quando una trasmittente Vehicle Tag si avvicina<br />

a una Pedestrian Tag (distanza d’allarme<br />

configurabile), la prima emette segnali<br />

luminosi e poi acustici tramite il modulo indicatore<br />

posto in cabina, mentre la seconda<br />

emette una vibrazione importante (differenti<br />

impostazioni possibili) per allertare l’uomo<br />

a terra. Il numero di trasmittenti<br />

configurabile per lo stesso luogo di<br />

lavoro è infinito.<br />

“Gli 87 Comuni serviti da Silea producono 23.000<br />

tonnellate annue di FORSU e altrettante di verde.<br />

L’impianto di compostaggio di Annone di Brianza<br />

è autorizzato per 28.000 t/anno (70% FORSU<br />

e 30% verde il mix trattato 2020). Parte del FORSU<br />

e del verde sono quindi trattati fuori provincia.<br />

La raccolta è già ad ottimi livelli, ma per<br />

migliorare ulteriormente è stato avviato il nuovo<br />

sistema di misurazione puntuale con<br />

l’introduzione progressiva sul territorio del “Sacco<br />

rosso” per il rifiuto indifferenziato compatibile con<br />

il nuovo sistema di rilevazione a radiofrequenza<br />

(Rfid) in dotazione alle squadre di raccolta. Silea<br />

è in costante evoluzione e il sistema anticollisione<br />

di Incofin è in linea con la filosofia del Gruppo,<br />

molto attento alla sicurezza dei dipendenti<br />

e dotato di un Sistema di Gestione della Salute<br />

e Sicurezza nei luoghi di lavoro certificato ISO<br />

45001. Lo utilizziamo da circa un anno e per noi<br />

è un grande valore aggiunto. Diamo dei tag<br />

(trasmettitori) anche agli operatori esterni che<br />

effettuano le manutenzioni.”<br />

Andrea Corti<br />

responsabile<br />

esercizio impianto<br />

di compostaggio<br />

Silea.<br />

Un fiore all’occhiello<br />

A capitale totalmente pubblico, Silea<br />

fornisce servizi di raccolta e igiene urbana<br />

a 87 comuni e conta su un impianto<br />

di selezione avanzata delle plastiche derivanti<br />

dalla raccolta differenziata, di un impianto di<br />

termovalorizzazione con recupero energetico<br />

e dell’impianto di compostaggio della frazione<br />

organica protagonista in queste pagine.<br />

Il sito di Annone di Brianza è uno dei fiori all’occhiello<br />

della società per la sua efficienza<br />

e per il minimo impatto sul territorio grazie al<br />

raffinato e monitorato sistema di depurazione<br />

dell’aria e alla produzione di compost di qualità<br />

offerto gratuitamente ai cittadini, così come<br />

per le aziende agricole.<br />

l<br />

L’impianto di compostaggio Silea è dotato di moderna tecnologia aerobica,<br />

opera all’interno di una infrastruttura completamente chiusa<br />

e in depressione. Le emissioni di processo sono convogliate in un biofiltro<br />

a materiale legnoso (foto sopra) che permette la completa ossidazione della<br />

componente organica, risultando quindi inodore, grazie anche al recente<br />

inserimento di una linea di pretrattamento chimico dell’aria con torre<br />

di lavaggio (in alto) e biotrickling Mónashell® con conchiglie.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

38<br />

RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />

Ancorati all’ambiente<br />

Tetra Pak si allinea alla Direttiva UE<br />

sugli articoli monouso. L’azienda annuncia<br />

di esser pronta a lanciare la sua linea<br />

di tappi “tethered” per evitarne la dispersione<br />

Ginevra Fontana<br />

Tappi “tethered”<br />

secondo quanto<br />

richiesto<br />

dalla Direttiva UE<br />

sugli articoli<br />

monouso.<br />

Tetra Pak, produttore di imballaggi poliaccoppiati,<br />

ha annunciato di allinearsi<br />

alla Direttiva UE sugli articoli monouso<br />

(SUP) adottando sulle proprie confezioni tappi<br />

ancorati, i cosiddetti "tethered".<br />

Il tappo fissato al contenitore è infatti uno dei<br />

requisiti richiesti dalla Direttiva SUP (Single<br />

Use Plastics, con divieti o limitazioni alla vendita<br />

di alcuni articoli monouso in plastica), ai<br />

contenitori monouso in plastica per bevande,<br />

proprio per evitare la dispersione in ambiente<br />

dei rifiuti plastici.<br />

Obiettivo dell'azienda sarà inoltre passare al<br />

"polietilene verde", prodotto con bioetanolo<br />

da risorse rinnovabili. Lo scorso febbraio<br />

l'azienda ha anche annunciato di voler sostituire<br />

parte del polietilene utilizzato nei propri<br />

contenitori in cartone e poliaccoppiato PE/Al<br />

con una resina circolare attribuita mediante<br />

bilancio di massa.<br />

"Ci concentriamo sul riciclaggio - spiega Lars<br />

Holmquist, vicepresidente esecutivo per le soluzioni<br />

di imballaggio e le operazioni commerciali<br />

di Tetra Pak - in base alla progettazione,<br />

impegnandoci a investire circa 100 milioni di<br />

euro all'anno nei prossimi 5-10 anni per sviluppare<br />

soluzioni di imballaggio più sostenibili.<br />

Ciò include alternative per sostituire la plastica<br />

di origine fossile ed evitare i rifiuti, nonché<br />

massimizzare l'uso di materiali rinnovabili<br />

nelle nostre confezioni. Rispondere alle esigenze<br />

di riciclaggio delle persone è una componente<br />

fondamentale non solo per diventare<br />

più sostenibili, ma anche per rendere il cibo<br />

più disponibile e più sicuro per tutti i consumatori".<br />

“Circa il 32 per cento di tutti gli imballaggi<br />

in plastica non viene raccolto e la plastica<br />

può impiegare centinaia di anni per<br />

degradarsi - conclude Lars Holmquist,<br />

Vicepresidente Packaging Solutions and<br />

Commercial Operations presso Tetra Pak -.<br />

Ci stiamo concentrando sull'ecodesign finalizzato<br />

al riciclo".<br />

L’azienda ha annunciato che la prima ad essere<br />

rilasciata sul mercato è la chiusura<br />

HeliCap 26 Pro, con l'obiettivo di garantire la<br />

protezione degli alimenti e, al tempo stesso,<br />

la praticità per il consumo domestico. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

39<br />

Il segreto del pallet<br />

n A volte la chiave di volta per rendere il<br />

nostro futuro migliore è semplicemente<br />

fare un passo indietro. Nessun prodotto<br />

inventato dall’uomo può infatti<br />

paragonarsi ai benefici insiti nel legno.<br />

Ed è proprio il legno a rendere il pallet<br />

EPAL più sicuro e sostenibile rispetto a<br />

uno in plastica. La sua attività<br />

antibatterica è infatti 13 volte superiore a<br />

quest’ultima. A confermarlo è uno studio<br />

del tedesco Institut für Holztechnologie.<br />

I pallet in legno sono perfetti per<br />

trasportare merci in tutta sicurezza,<br />

soprattutto in questo periodo pandemico.<br />

Possono essere riutilizzati fino a quando<br />

non vengono poi riciclati per dare vita a<br />

nuovi prodotti ed hanno una “carboon<br />

footprint” fra il 72 e l’80 per cento inferiore<br />

rispetto a quelli in plastica.<br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

40<br />

RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />

Imballaggi killer<br />

Uno studio svedese ha rivelato la presenza<br />

di alcuni contaminanti pericolosi per la salute.<br />

È bastato analizzare gli imballaggi in carta<br />

e cartone destinati al contatto con il cibo<br />

Ginevra Fontana<br />

Attenzione agli imballaggi alimentari e<br />

prodotti in carta e cartone a contatto<br />

col cibo. A lanciare il segnale di prudenza<br />

è uno studio dell’ Agenzia svedese per<br />

le sostanze chimiche (Kemi). L’agenzia ha infatti<br />

analizzato - con prove di laboratorio questi<br />

contenitori - rilevando la presenza in quantità<br />

inaspettate di diversi contaminanti come il bisfenolo<br />

A e gli ftalati (sostanze chimiche organiche).<br />

Da quanto emerso dalla ricerca, il fenomeno<br />

interesserebbe l’80 per cento dei campioni<br />

analizzati. Sono stati sottoposti a test confezioni<br />

per hamburger, patatine fritte e popcorn,<br />

cannucce, piatti, imballaggi per diversi prodotti<br />

alimentari come cereali per bambini e confezioni<br />

di biscotti. Dei 61 materiali di imballaggio<br />

testati, ben 49 contengono Dehp (Ftalato di bis<br />

(2-etilesile), noto interferente endocrino e classificato<br />

come tossico per la riproduzione.<br />

L'uso di queste sostanze è vietato in Europa<br />

in prodotti come giocattoli e articoli per l’infanzia<br />

perché appunto pericolosi per la salute.<br />

Tuttavia tali sostanze possono essere usate<br />

per produrre plastiche destinate a entrare in<br />

contatto con gli alimenti, secondo l’attuale<br />

Regolamento sui polimeri. L'uso di Dehp e<br />

Dbp, purtroppo, non è contro la legge.<br />

Secondo la bozza di decreto (in vigore il 1° gennaio<br />

2022), chi commercializza prodotti di consumo<br />

dovrà dichiarare su un’apposita piattaforma<br />

digitale pubblica, la presenza nei propri<br />

prodotti di eventuali interferenti endocrini. l<br />

Dei 61 materiali<br />

di imballaggio testati,<br />

ben 49 contengono<br />

Dehp, noto<br />

interferente<br />

endocrino, classificato<br />

come tossico<br />

per la riproduzione.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

41<br />

E la discarica ringrazia<br />

n Sport, ambiente, economia<br />

circolare. Bastano tre parole<br />

a descrivere perfettamente il<br />

progetto “esosport”, nato<br />

dalla collaborazione tra<br />

Regione Marche, federazioni<br />

sportive marchigiane di<br />

atletica, ciclismo e tennis, e<br />

Legambiente Marche.<br />

Il piano consiste nella<br />

realizzazione di nuovi parco<br />

giochi e piste di atletica da<br />

donare ai Comuni colpiti dal<br />

dal terremoto. “Il progetto del<br />

riciclo dei materiali sportivi -<br />

commenta Nicolas Meletiou,<br />

managing director eso –<br />

aiuterà alla creazione dei<br />

Giardini di Betty negli 89<br />

Comuni che hanno subito i<br />

danni del terremoto e il<br />

nostro desiderio di aprire a<br />

breve uno dei 10 impianti in<br />

Italia, previsti per la<br />

trasformazione e riciclo e<br />

produzione, in questa<br />

meravigliosa terra”.<br />

terremoto. Il tutto riciclando<br />

oggetti sportivi come scarpe<br />

o palline da tennis ormai<br />

vecchi e usurati.<br />

Pertanto se siete degli<br />

sportivi fatevi avanti e<br />

prendetene parte.<br />

Il progetto, finanziato dalla<br />

Regione Marche, prevede il<br />

recupero di copertoni di<br />

biciclette, camere d’aria,<br />

scarpe e palline da tennis,<br />

per arrivare ad avere granulo<br />

sfuso che, una volta<br />

riagglomerato in piastrelle,<br />

sarà donato gratuitamente<br />

alle amministrazioni<br />

pubbliche delle aree colpite<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

ECOTEC SOLUTION SRL<br />

Via Bolzano 2 · I-39011 Lana (BZ)<br />

T+F +39 0473 562 437<br />

info@ecotecsolution.com<br />

www.ecotecsolution.com


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

42 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

ATTREZZATURE<br />

Pinza selezione “green”:<br />

continuo impegno al riciclo<br />

Damiano Diotti<br />

Consapevole che l’incentivo al riuso e al riciclo<br />

sia un tema all’ordine del giorno anche tra le imprese,<br />

la pinza selezione Cangini si tinge di verde,<br />

in aiuto alla sostenibilità ambientale<br />

Cangini rappresenta un’idea<br />

di produzione che guarda lontano,<br />

L’azienda<br />

nel rispetto dell’ambiente e in linea<br />

con i principi dello sviluppo sostenibile.<br />

Il focus sulla pinza selezione PF di casa<br />

Cangini ne è un esempio concreto.<br />

Tra le molteplici funzionalità della pinza selezione<br />

c’è anche il suo utilizzo nell’ambito<br />

del riciclo.<br />

Grazie alle sue chele progettate in acciaio<br />

antiusura HB400, che montano lame reversibili<br />

imbullonate, riesce ad effettuare anche<br />

leggere demolizioni e permette di lavorare<br />

con rapidità e maneggevolezza. È in grado<br />

di movimentare in maniera affidabile qualsiasi<br />

tipologia di materiale.<br />

La vediamo infatti in azione in un centro di<br />

riciclaggio, fornitore di servizi per il recupero<br />

sostenibile.<br />

In questo caso l’obiettivo della pinza diventa<br />

quello di compattare e raccogliere il materiale<br />

da riciclo: dalla plastica al cartone, ma<br />

non solo, in quanto è efficace anche per la<br />

selezione e movimentazione degli inerti, dei<br />

rottami e dei materiali di natura ferrosa. (In<br />

foto è visibile la pinza in azione). Anche in<br />

questo campo la pinza selezione Cangini ne<br />

esce vincente.<br />

Grande è la sua funzionalità grazie alla ro-<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

ATTREZZATURE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

43<br />

La pinza PF di Cangini<br />

ha rotazione idraulica<br />

bidirezionale e chele<br />

in acciaio antiusura<br />

HB400, con lame<br />

reversibili<br />

imbullonate.<br />

tazione idraulica bidirezionale (dotazione di<br />

serie su tutti i modelli), che la rende molto<br />

versatile in cantieri dove la movimentazione<br />

avviene in tempi rapidi. Anche le chele sono<br />

state analizzate e diversificate: le configurazioni<br />

realizzate rendono possibile, infatti, la<br />

movimentazione rapida e in sicurezza di<br />

qualsiasi materiale, anche di quelli più voluminosi<br />

che richiedono una presa efficace.<br />

Le configurazioni delle chele sono state progettate,<br />

infatti, per far fronte a più necessità.<br />

Il modello PF è caratterizzato da chele asolate,<br />

mentre il modello alternativo, nella versione<br />

PG, presenta chele grigliate particolarmente<br />

resistenti e adatte a lavori gravosi.<br />

La pinza è disponibile per l’applicazione su<br />

escavatori da 1.2 ton fino a 14.00 ton, per<br />

soddisfare qualsiasi esigenza in svariati ambiti<br />

di utilizzo.<br />

Optional per ogni evenienza<br />

L’attrezzatura può essere equipaggiata di kit sollevamento<br />

cordoli costituito da utensili con superficie<br />

in gomma per la movimentazione di cordoli<br />

in cemento. Può essere dotata di chiusura<br />

laterale o di chiusura laterale dentata. La chiusura<br />

laterale aumenta la capacità di carico della<br />

pinza. La chiusura laterale dentata, invece, permette<br />

la movimentazione di pietre e legname,<br />

garantendo una presa maggiormente efficace.<br />

I nostri valori<br />

Uno dei valori in evidenza per il mondo Cangini<br />

è il perseguimento di uno sviluppo economico<br />

che guardi al benessere generale, sociale e<br />

ambientale. Ne sono testimonianza i suoi prodotti<br />

ma anche la concezione interna all’azienda,<br />

che si basa sull’impegno alla riduzione dei<br />

consumi.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

44 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

VAGLI A TAMBURO<br />

Guarda come ti vaglio<br />

Federica Lugaresi<br />

Gli operatori del settore ne sono ben consapevoli.<br />

Investire, ed avere ritorni veloci in termini economici,<br />

non è scontato. Ma è fattibile. Solo scegliendo accuratamente<br />

il macchinario, si raggiunge una vagliatura efficiente<br />

Vagliatura di rifiuti<br />

biologicamente<br />

stabilizzati.<br />

Il migliore rifiuto è quello non prodotto.<br />

Aumentare la riciclabilità e utilizzare materie<br />

prime seconde al posto di quelle vergini,<br />

è infatti il meccanismo per far durare all’infinito<br />

risorse finite. Ma è necessario<br />

l’indispensabile aiuto della tecnologia, come<br />

quella fornita dai vagli a tamburo di Pronar,<br />

distribuiti in esclusiva da Ecotec Solution.<br />

Stiamo parlando di soluzioni utilizzate per separare<br />

il materiale in ingresso a differenti granulometrie,<br />

e che ben si adattano alla lavorazione<br />

dei più svariati materiali, con attenzione<br />

ai rifiuti urbani, legname di scarto e cippato,<br />

biomassa e inerti.<br />

Chi meglio si adatta...<br />

MPB 14.44, MPB 18.47, MPB 20.55 e MPB<br />

20.72 sono i fiori all’occhiello di Pronar, a cui<br />

è stato aggiunto il nuovo vaglio MPB 18.47/1,<br />

che garantisce tutte le funzionalità del modello<br />

più venduto MPB 18.47, ma che grazie ad un<br />

design piu compatto consente un ulteriore risparmio<br />

sull’investimento. La superficie di vagliatura<br />

effettiva varia dai <strong>16</strong> m 2 ai 40,6 m 2 , in<br />

base al modello prescelto.<br />

Ogni macchina viene concepita per potersi<br />

plasmare sulle specifiche esigenze del cliente.<br />

In pratica un “tailor made” che, mediante<br />

l’adattamento dei vagli, la capacità di lavorare<br />

diverse tipologie di materiale e l’ampia<br />

scelta degli accessori, contribuisce ad un<br />

miglioramento delle prestazioni sia in termini<br />

qualitativi che quantitativi ampliando la gamma<br />

di prestazioni da poter offrire ai clienti<br />

dei clienti.<br />

Equipaggiamenti che fanno la differenza<br />

Scegliere un vaglio da acquistare non è cosa<br />

semplice. Diversi sono i fattori che le aziende<br />

devono prendere in considerazione per assicurarsi<br />

un vero ritorno sull’investimento.<br />

Intanto la scelta del tamburo che deve lavorare<br />

il materiale. A fare la differenza è la forma della<br />

foratura: le più comuni sono quelle quadrate<br />

e rotonde con dimensioni che vanno da 10 mm<br />

ad un massimo di 100 mm; a cui si potrebbe<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

VAGLI<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

A TAMBURO<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

45<br />

Dettaglio dei dischi<br />

del vaglio stellare.<br />

Viene utilizzato<br />

per la lavorazione<br />

del materiale umido,<br />

quali rifiuti urbani,<br />

industriali, compost<br />

legno o corteccia.<br />

aggiungere una maglia a griglia speciale<br />

(montata attorno allo scheletro del tamburo)<br />

in caso fosse necessario raggiungere granulometrie<br />

inferiori.<br />

La dimensione e la forma dei fori possono<br />

essere decise dall’acquirente. Il tamburo infatti<br />

può essere dotato di coltelli apri-sacco,<br />

che favoriscono la rottura dei sacchetti di<br />

plastica e di altri materiali quali zolle e terriccio,<br />

oppure di facchini che sollevano il materiale<br />

durante il processo di vagliatura, migliorandone<br />

la qualità.<br />

La funzionalità dei vagli può essere ulteriormente<br />

incrementata sostituendo il tamburo<br />

montato di serie con un vaglio stellare, utile<br />

alla lavorazione del materiale umido, quali<br />

rifiuti urbani, industriali, compost legno o<br />

corteccia.<br />

È possibile poi, scegliere se equipaggiare la<br />

macchina di un motore Diesel Deutz, oppure<br />

Caterpillar o, in alternativa, di un motore<br />

elettrico, perfetto per l’utilizzo in aree chiuse<br />

ed entrambi montati su telaio estraibile, che<br />

ne facilita la manutenzione.<br />

Telaio gommato o cingolato (su cui viene allestito<br />

il vaglio) vengono decisi in base alla tipologia<br />

del terreno su cui il cliente deve operare,<br />

ed alla disponibilità dei mezzi edili per lo<br />

spostamento del vaglio stesso.<br />

Opzioni su opzioni<br />

Diverse sono quindi le possibili configurazioni<br />

dei vari modelli.<br />

Tra i principali equipaggiamenti, sono presenti<br />

la griglia sassi a sollevamento idraulico<br />

(per la protezione della tramoggia e del tamburo<br />

da pietre e sassi di grandi dimensioni);<br />

il separatore ad aria (per la separazione della<br />

frazione leggera dal sopravaglio e un conseguente<br />

ulteriore recupero di materie prime<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

secondarie come pellicole o carta); ed i rulli<br />

magnetici montati su entrambi i nastri di<br />

scarico (per la rimozione efficace di elementi<br />

ferrosi e metallici dal materiale in uscita).<br />

Ogni vaglio Pronar include tra gli allestimenti<br />

di serie un sistema di lubrificazione<br />

centralizzato, che permette<br />

un funzionamento senza manutenzione<br />

degli elementi in movimento che<br />

sono esposti a carichi pesanti e a condizioni<br />

operative difficili e una spazzola<br />

a comando idraulico, che protegge la<br />

foratura del vaglio da eventuali intasamenti.<br />

A dimostrazione, che la Casa costruttrice<br />

“si e sempre dimostrata in grado<br />

di recepire ciò che il mercato richiede<br />

e questo aspetto si traduce in continue<br />

migliorie sulle macchine”, come ha dichiarato<br />

Martin Mairhofer, Managing<br />

Director di Ecotec Solution. l<br />

Dettaglio dei fori<br />

del tamburo.<br />

Facchini<br />

di sollevamento<br />

all’interno del tamburo.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

46 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

SELEZIONATRICI<br />

Taylor made… è<br />

proprio il caso di dirlo!<br />

Federica Lugaresi<br />

Selezionare e recuperare i rifiuti tessili da pre e post consumo<br />

è imprescindibile dall’impiego di tecnologie sviluppate<br />

su sensori. Lo dimostra l’impianto pilota svedese, primo<br />

al mondo ad essere completamente automatizzato<br />

studio articolato in più fasi, rientra nel progetto<br />

finanziato dal governo svedese SIPTex (Swedish<br />

Innovation Platform for Textile Sorting), che<br />

mira a sviluppare una soluzione per la selezione<br />

dei tessuti adatta alle esigenze dei riciclatori e<br />

dell'industria dell'abbigliamento. STADLER ha<br />

progettato e costruito l'impianto, mentre TOM-<br />

RA ha fornito i separatori ottici NIR.<br />

del tessile identifica uno dei<br />

settori a maggiore impatto ambientale.<br />

Non solo: nell’intera UE genera L’industria<br />

rifiuti stimati in <strong>16</strong> mln di tonnellate all’anno,<br />

dei quali circa i due terzi finiscono in discarica<br />

o, alla meglio, vengono inceneriti.<br />

Le risorse preziose (non recuperate) contenute<br />

in tali scarti vengono quindi perdute.<br />

Recentemente STADLER e TOMRA hanno consegnato<br />

l'impianto di selezione completamente<br />

automatizzato Sysav Industri AB, che seleziona<br />

i rifiuti tessili misti - pre e post consumo - nel<br />

sud della Svezia. L’impianto, risultato da uno<br />

Passo dopo passo<br />

Il riciclaggio delle fibre richiede una separazione<br />

ad alto grado di selezione poiché il 50%<br />

dei tessuti è costituito da fibre miste.<br />

Attualmente si procede manualmente ma il<br />

risultato non soddisfa le aziende di riciclo e<br />

dell’industria della moda, e quindi si recupera<br />

solo una parte di questi scarti che hanno un<br />

grande potenziale. Nella la terza fase del progetto<br />

SIPTex - che vede l’operatività dell’impianto<br />

di Malmö - si seleziona il rifiuto tessile<br />

con modalità completamente automatizzata.<br />

La capacità raggiunge fino a 4,5 tonnellate/ora<br />

in una linea. Il materiale in entrata viene consegnato<br />

in balle, che pesano in genere da 350<br />

a 500 kg e include rifiuti pre e post consumo<br />

(ritagli, filati e scarti dei produttori tessili nel<br />

primo caso, abbigliamento e tessili domestici<br />

nel secondo che possono contenere cerniere<br />

e bottoni). Il primo consiste in rifiuti industriali<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

SELEZIONATRICI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

47<br />

Il sensore ottico<br />

TOMRA seleziona<br />

gli scarti tessili<br />

che scorrono<br />

sul nastro.<br />

secchi dei produttori tessili, come ritagli, filati<br />

e scarti. Il secondo è costituito da abbigliamento<br />

e tessili domestici, che includono materiale<br />

non selezionato dalla raccolta differenziata<br />

da fonti come i centri di riciclo, e rifiuti<br />

industriali e preselezionati manualmente da<br />

servizi di leasing e noleggio tessile. Il materiale<br />

viene selezionato intero e può contenere bottoni,<br />

cerniere e altre parti non tessili. Come<br />

detto sopra, l’impianto è stato interamente<br />

progettato da STADLER in stretta collaborazione<br />

con TOMRA ed ha incluso la fornitura<br />

dei sistemi di dosaggio, di nastri trasportatori,<br />

delle unità di selezione ottica NIR, dei nastri<br />

trasportatori ad alta velocità, della pressa, del<br />

sistema sia elettronico di controllo, sia di aria<br />

compressa che di depolverazione.<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

Insieme si vince<br />

Nell’ultima fase del progetto, è stato accertato<br />

“che il sistema progettato potesse funzionare<br />

con successo su scala industriale e che le frazioni<br />

in uscita potessero raggiungere la purezza<br />

e il tasso di recupero necessari per il riciclo e il<br />

riutilizzo. Non esiste una tecnologia su scala industriale<br />

per il riciclo dei tessili senza downcycling,<br />

quindi si è dovuta sviluppare la soluzione<br />

completa di selezione", ha spiegato Matej Fuerst,<br />

Project Manager di STADLER.<br />

Elemento indispensabile alla realizzazione di<br />

questo progetto pionieristico in ottica di economia<br />

circolare tessile, la tecnologia basata<br />

su sensori di TOMRA che ha fornito sia un separatore<br />

ottico AUTOSORT® NIR VIS per la<br />

fase 2 (col progetto pilota di Avesta), sia altri<br />

quattro per l'impianto di Malmö. "Finora sono<br />

disponibili poche ricerche sul riciclo delle frazioni<br />

tessili. Per essere efficaci nella selezione<br />

dei tessili pre e post consumo non indossabili<br />

ai fini del riciclo, la selezione automatizzata a<br />

sensori è fondamentale. In questo progetto,<br />

la nostra tecnologia si è dimostrata efficiente<br />

nel separare diverse frazioni tessili per tipo di<br />

materiale e colore” ha dichiarato László<br />

Székely, Vicepresidente e Head of Plastic<br />

Applications di TOMRA.<br />

Una partnership vincente, con cui si è concretizzato<br />

un impianto unico nel suo genere e di<br />

alta qualità, nonostante la selezione tessile<br />

automatizzata sia una tecnologia nuova. l<br />

Viste dell’impianto<br />

di selezione tessile<br />

in funzione.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

48 RIFIUTI SOLIDI SCARTI DA C&D Soluzioni<br />

Il detrito è servito<br />

Ludovica Bianchi<br />

In arrivo l’End of <strong>Waste</strong> per i rifiuti da demolizione<br />

e costruzione, che da soli identificano un volume<br />

pari a 60 milioni di tonnellate l’anno.<br />

Finalmente una destinazione diversa anche per loro<br />

I rifiuti da C&D<br />

identificano il 61,2%<br />

di quelli speciali<br />

non pericolosi,<br />

che vengono prodotti<br />

complessivamente nel<br />

nostro Paese.<br />

Il miglior rifiuto è quello non prodotto. O<br />

comunque quello che può essere riciclato<br />

e riutilizzato. La Comunità europea - compreso<br />

il nostro Paese con l’introduzione del<br />

Superbonus del 110% - ha puntato i riflettori<br />

sulle ristrutturazioni degli edifici, affinchè sia<br />

minimizzato il loro impatto ambientale in termini<br />

di consumi energetici e materiali utilizzati.<br />

Nei prossimi mesi quindi, occhi puntati<br />

su questo settore ‘spinto’ dall’accesso a finanziamenti<br />

mirati e dall’utilizzo di materiali<br />

per costruzioni provenienti da operazioni di<br />

recupero e reimpiego.<br />

Anche il Ministero dell’Ambiente sta ultimando<br />

(al momento in cui stiamo scrivendo) il<br />

nuovo decreto End of <strong>Waste</strong> sulla destinazione<br />

delle diverse tipologie di rifiuti provenienti da<br />

costruzioni e demolizioni. “Si tratta di 60 milioni<br />

di tonnellate l’anno tolte dal mondo dei<br />

rifiuti. E in questi rifiuti rientrano, per esempio,<br />

quelli del terremoto” ha dichiarato il Ministro<br />

Sergio Costa.<br />

Un ‘nuovo’ valore al vecchio<br />

flusso di rifiuti<br />

Stiamo parlando di rifiuti speciali non pericolosi<br />

- sino ad oggi normati dalla direttiva<br />

2008/98/CE - che prevede il 70% di preparazione<br />

per il recupero, riutilizzo e riciclaggio di<br />

materia. Un obiettivo ampiamente raggiunto<br />

e superato dall’Italia già nel 2018 con un tasso<br />

pari al 77,4% (dati Ispra); e con tale percentuale<br />

che presenta un aumento di oltre 2 punti<br />

rispetto al 2017.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

SCARTI DA C&D RIFIUTI SOLIDI<br />

49<br />

Economia Circolare<br />

Gli scarti da C&D rappresentano il 61,2% dei<br />

rifiuti speciali non pericolosi prodotti complessivamente<br />

in Italia (134 Mt). Un trend decisamente<br />

in aumento, visto che negli ultimi anni<br />

ha registrato un + 20%.<br />

Attualmente, i rifiuti delle operazioni di costruzione<br />

e demolizione smaltiti in discarica sono<br />

pari a 488 kt, ben oltre il 9% del totale dei rifiuti<br />

speciali non pericolosi smaltiti nel 2018.<br />

Per gli scarti di questo settore dunque, in ottica<br />

di un’economia più circolare, il Ministero vuole<br />

definire una destinazione ed incentivare la loro<br />

trasformazione in materie prime seconde. Ma,<br />

tanto esistono potenzialità di miglioramento<br />

nel riciclo di rifiuti da C&D, quanto esistono<br />

problematiche.<br />

La gestione italiana<br />

Negli ultimi dieci anni il riciclo di questa tipologia<br />

di rifiuti è decisamente migliorato, sia in<br />

termini quantitativi che qualitativi grazie anche<br />

alle tecnologie di trattamento e modernizzazione<br />

degli impianti. Si dovrà proseguire sulla<br />

strada tracciata, puntando a ridurre l’utilizzo<br />

dei rifiuti da C&D a scopo di riempimento o di<br />

copertura delle discariche, ed “incrementare<br />

il reimpiego ed il riciclo di qualità”; ma anche<br />

migliorare la raccolta differenziata a monte<br />

degli impianti di trattamento.<br />

Il riciclo degli inerti presenta una serie di importanti<br />

vantaggi: per le pubbliche amministrazioni<br />

ed Enti locali, che possono incrementare<br />

le attività di recupero limitando il ricorso allo<br />

smaltimento in discarica e l’apertura di nuove<br />

cave di inerti naturali; ma anche per le imprese<br />

del settore costruzioni che possono conferire i<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

rifiuti presso gli impianti di riciclaggio (con costi<br />

inferiori rispetto al conferimento in discarica),<br />

e allo stesso tempo, rifornirsi di materiali che,<br />

a parità di qualità e prestazioni, hanno un costo<br />

inferiore rispetto ai materiali naturali.<br />

Oggi nel nostro Paese si seguono fondamentalmente<br />

due strade: il recupero e lo smaltimento<br />

le cui operazioni sono classificate dal<br />

decreto legislativo 152/06 (R per il recupero e<br />

D per lo smaltimento). Nel 2018 è stato destinato<br />

al recupero il 67,7% dei rifiuti speciali,<br />

mentre la quantità restante viene gestita mediante<br />

lo smaltimento in discarica, incenerimento<br />

e coincenerimento.<br />

L’approccio attuale<br />

In attesa dell’End of <strong>Waste</strong> per questo flusso<br />

di rifiuti - che ne incentiverà la produzione di<br />

materia prima seconda (da riposizionare nella<br />

filiera limitando l’estrazione di materie prime)<br />

- la diffidenza regna sovrana.<br />

La carenza di conoscenze delle caratteristiche<br />

dei materiali e delle procedure di controllo<br />

da applicare, fanno sì che si sia restii<br />

all’utilizzo di materiali provenienti da rifiuti.<br />

Esiste comunque un mercato per gli<br />

aggregati riciclati rappresentato dal<br />

settore delle costruzioni di infrastrutture<br />

(strade, ferrovie, piste<br />

ciclabili ecc.) ed in minima parte<br />

al confezionamento di calcestruzzi<br />

strutturali. Ma ciò è dovuto<br />

alla normativa tecnica che<br />

richiede aggregati riciclati di solo<br />

calcestruzzo, per la fabbricazione<br />

di nuovo calcestruzzo. l<br />

Le macerie del ponte<br />

Morandi. Una parte<br />

di esse verrà<br />

riutilizzata<br />

nella costruzione<br />

del Memoriale.<br />

Struttura progettata<br />

dall’architetto Boeri<br />

per non dimenticare<br />

le 43 vittime.<br />

Esempio di calcestruzzo<br />

riciclato.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

50 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

TRACCIABILITÁ DEGLI SCARTI<br />

Sperimentazione RENTRi,<br />

c’è già chi è attivo<br />

Riccardo Rossi<br />

MiTE ha messo ai blocchi di partenza i lavori di implementazione<br />

del RENTRi, il nuovo sistema informatico di tracciabilità<br />

dei rifiuti. Le prime applicazioni a partire da luglio <strong>2021</strong><br />

Cominciamo dall’acronimo. RENTRi,<br />

Registro Elettronico Nazionale per la<br />

Tracciabilità dei Rifiuti.<br />

Perché senza tracciabilità e controlli, la guerra<br />

dei rifiuti non si vince.<br />

Molti pensavano che non sarebbe mai entrato<br />

in vigore, altri ne ipotizzavano un flash veloce<br />

come è accaduto per il SISTRI nel dicembre<br />

del 2009. Invece, a seguito di tante voci ed incontri<br />

con le associazioni di categoria in seguito<br />

ad Ecomondo 2019, è confermato che il<br />

MiTE (Ministero della Transizione Ecologica)<br />

farà partire la sperimentazione del RENTRi<br />

tra pochissime settimane.<br />

In pole position<br />

Euroinformatica, con Atlantide DS.8 (la propria<br />

piattaforma software per la gestione dei<br />

rifiuti), ha seguito già in fase embrionale, la<br />

genesi di questa nuova modalità per effettuare<br />

le registrazioni fiscali dei rifiuti e relative<br />

formulazioni. È infatti parte attiva dei tavoli<br />

tecnici per la sperimentazione RENTRi, e segue<br />

con attenzione gli sviluppi e le evoluzioni<br />

di questo nuovo sistema di digitalizzazione.<br />

Un valore aggiunto, che si ritrova direttamente<br />

nello strumento principe di cui sopra, dedicato<br />

espressamente alla gestione della filiera<br />

dei rifiuti e dei flussi aziendali in ottica<br />

di economia circolare e industria 4.0.<br />

Cos’è il RENTRi…<br />

L’art. 188-bis del DLGS 152/2006 con la modifica<br />

del D.Lgs.1<strong>16</strong> entrato in vigore il 26 settembre<br />

2020, stabilisce, attualmente, che il<br />

sistema di tracciabilità dei rifiuti si compone<br />

delle procedure e degli strumenti di tracciabilità<br />

che dovranno essere integrati nel nuovo<br />

sistema informatico RENTRi.<br />

Tale sistema sarà composto di un REN<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

TRACCIABILITÁ<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

DEGLI SCARTI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

51<br />

(Registro Elettronico Nazionale: un grosso<br />

Database Nazionale centralizzato) che riceverà<br />

i dati dai vari gestionali di mercato (che sono<br />

la componente TRi di tracciabilità) in una modalità<br />

di invio e gestione molto simile alla fatturazione<br />

elettronica che ora tutte le aziende<br />

conoscono.<br />

Questo significa che, per registrarsi al RENTRi<br />

verrà creato un apposito portale, gestito presso<br />

la competente struttura organizzativa del<br />

Ministero della Transizione Ecologica.<br />

Tale struttura verrà supportata tecnicamente<br />

dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali sulla<br />

base di modalità operative stabilite da una regolamentazione<br />

ministeriale di prossima uscita.<br />

Il ruolo dell’Albo gestori Ambientali è fondamentale<br />

perché dovrà gestire i rapporti con<br />

gli utenti e la riscossione dei contributi.<br />

… e per chi<br />

Gli utenti che si dovranno iscrivere a questo<br />

nuovo sistema (e applicarlo) – come indicato<br />

da Ecocamere – si identificano nei produttori<br />

di rifiuti pericolosi; enti ed imprese che effettuano<br />

il trattamento dei rifiuti, che raccolgono<br />

o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale;<br />

commercianti ed intermediari di rifiuti<br />

pericolosi; e consorzi istituiti per il recupero<br />

e riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti.<br />

Ma si dovranno iscrivere al RENTRi anche coloro<br />

che operano con i rifiuti non pericolosi,<br />

quindi chiunque effettui a titolo professionale<br />

attività di raccolta e trasporto di rifiuti; i commercianti<br />

e gli intermediari di rifiuti senza detenzione,<br />

le imprese e gli enti che effettuano<br />

operazioni di recupero e di smaltimento di rifiuti.<br />

Ed anche i Consorzi istituiti per il recupero<br />

e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti;<br />

nonché le imprese e gli enti produttori iniziali<br />

di rifiuti pericolosi e di rifiuti non pericolosi di<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

cui all’articolo 184, comma 3, lettere c) d ) e<br />

g), ad esclusione degli imprenditori agricoli di<br />

cui all’articolo 2135 del codice civile, con un<br />

volume di affari annuo non superiore a 8000<br />

euro; le imprese che raccolgono e trasportano<br />

i propri rifiuti non pericolosi (di cui all’articolo<br />

212 comma 8) e, non da ultimo - in merito ai<br />

soli rifiuti non pericolosi - le imprese e gli enti<br />

produttori iniziali che non hanno più di 10 dipendenti.<br />

Si parte avvantaggiati<br />

Gli utenti di Atlantide conoscono già queste<br />

tematiche, poiché la componente di ingegnerizzazione<br />

della piattaforma è nota da tempo,<br />

così come l’approccio all’innovazione tecnologica.<br />

La tabella di marcia è stata presentata nel corso<br />

dei diversi incontri con le associazioni, ed<br />

è molto serrata.<br />

Sono state indicate le date di Luglio <strong>2021</strong> per<br />

la partenza, e Novembre <strong>2021</strong> per la fine della<br />

sperimentazione: ciò che ne risulterà funzionante<br />

ed efficace, sarà ufficializzato nel prossimo<br />

decreto attuativo.<br />

Il resto verrà affrontato in decreti successivi.<br />

EUROINFORMATICA che è parte attiva nella<br />

sperimentazione, realizza a partire da fine <strong>giugno</strong><br />

fino a ottobre, una serie di webinar con<br />

l’obiettivo di tenere costantemente informati<br />

sui risultati della sperimentazione e su tutte<br />

le novità, non solo i propri clienti ma anche la<br />

vasta platea di soggetti che dovranno aderire<br />

al RENTRI: una sorta di “reality” costruito per<br />

far interagire i diversi soggetti coinvolti in maniera<br />

dinamica e proattiva.<br />

A fine ottobre l’appuntamento sarà in presenza<br />

con un convegno all’interno di ECOMONDO<br />

<strong>2021</strong>. Il programma degli incontri/eventi è disponibile<br />

su www.atlantide-web.it l<br />

Atlantide DS.8,<br />

la piattaforma<br />

software<br />

per la gestione<br />

dei rifiuti,<br />

è utilizzabile<br />

su tutti i tipi<br />

di devices.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

52<br />

RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />

Giocare coi numeri<br />

Anno 2020, nel nostro Paese recupero record<br />

di plastica da imballaggi.Il sistema funziona<br />

Riccardo Rossi<br />

Che l’Italia fosse una nazione virtuosa,<br />

lo si era già capito. Grazie anche ad<br />

una maggiore sensibilità sul corretto<br />

conferimento della plastica. La raccolta ha<br />

registrato infatti un aumento del 4% rispetto<br />

all’anno precedente, con 1.433.203 tonnellate<br />

di plastica da imballaggi conferite ai Centri<br />

di selezione (dati Corepla). Un nuovo record<br />

relativo alla quantità trattata, nonostante una<br />

pandemia ancora in corso; e nonostante siano<br />

stati immessi imballaggi al consumo sul<br />

territorio nazionale per un quantitativo pari<br />

a 2.198 kt (in flessione di circa il 5% rispetto<br />

al 2019).<br />

Snocciolando qualche numero, il sistema è<br />

riuscito a recuperare 1.820.270 tonnellate di<br />

imballaggi in plastica, equivalenti al 95%.<br />

“I risultati di questo bilancio, a fronte di un<br />

periodo emergenziale senza precedenti, dimostrano<br />

ii passi avanti che il nostro Paese<br />

ha compiuto nell’ambito dell’organizzazione<br />

di un sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi<br />

in plastica capace di fronteggiare<br />

cambi di prospettiva imprevisti e repentini”<br />

spiega Giorgio Quagliolo, presidente di<br />

Corepla.<br />

Nel 2020 sono state riciclate 655.393 tonnellate<br />

di imballaggi in plastica, soprattutto provenienti<br />

da raccolta differenziata urbana. A<br />

queste si devono aggiungere i quantitativi<br />

prodotti dalle attività commerciali e industriali,<br />

per un riciclo complessivo di oltre 900.000<br />

tonnellate.<br />

377.907 tonnellate sono state avviate a recupero<br />

energetico, fornendo energia in sostituzione<br />

dei combustibili fossili. Di queste, il<br />

75% è stato destinato a cementifici ed il restante<br />

25% alla termovalorizzazione. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


54<br />

BIOWASTE IMPIANTI 4.0<br />

Rifiuti,dalla frazione<br />

organica al biometano<br />

Eliana Puccio<br />

Ecoprogetto Milano ed Ecoprogetto Tortona, le nuove<br />

tecnologie per il completamento del ciclo virtuoso dei rifiuti<br />

Ecoprogetto<br />

Milano. Sistema<br />

di upgrading.<br />

Due impianti moderni e di ultima generazione<br />

che rappresentano l’evoluzione e l’ottimizzazione<br />

tecnica e gestionale dei tradizionali<br />

impianti di compostaggio. Eco progetto<br />

Milano ed Ecoprogetto Tortona sono di proprietà<br />

di Snam4Environment, società controllata al 100%<br />

da Snam con la missione di sviluppare infrastrutture<br />

per il biometano e promuovere green business<br />

volti al raggiungimento dei<br />

target di decarbonizzazione,<br />

in particolare nei trasporti.<br />

La realizzazione delle nuove<br />

linee di pretrattamento e di<br />

upgrading per la produzione<br />

di biometano avanzato è stata<br />

affidata a IES Biogas, attiva<br />

nella progettazione, fornitura,<br />

realizzazione e assistenza di<br />

impianti biogas e biometano,<br />

che opera all’interno del gruppo<br />

Snam con la funzione di<br />

EPC Contractor ed EPCM.<br />

Attualmente, Ecoprogetto<br />

Milano è in fase di ampliamento<br />

con la costruzione<br />

del terzo digestore e l’adeguamento<br />

dei sistemi per il<br />

pretrattamento della Forsu.<br />

Per Ecoprogetto Tortona,<br />

IES Biogas ha già installato<br />

un nuovo sistema di pretrattamento<br />

ed è in fase di rea-<br />

lizzazione l’upgrading. Il primo impianto sorge<br />

nel Comune di Albairate (MI) su un’area di 40.000<br />

mq all’interno del Parco Agricolo Sud Milano,<br />

mentre il secondo è inserito in posizione strategica<br />

all’interno del triangolo industriale Milano-<br />

Torino-Genova.<br />

Gli impianti sono in grado di trattare la frazione<br />

organica del rifiuto solido urbano e il verde proveniente<br />

da potature e manutenzioni, attraverso<br />

un processo di digestione anaerobica a umido<br />

tramite il quale, in assenza di ossigeno e grazie<br />

a reazioni biochimiche a opera di specifici batteri,<br />

la sostanza organica viene trasformata in biogas.<br />

Successivamente, attraverso un processo di purificazione<br />

del biogas (eliminazione di CO 2 , umidità<br />

e impurità), si ottiene biometano avanzato,<br />

combustibile rinnovabile del tutto assimilabile<br />

al gas naturale: viene immesso nella rete gas<br />

nazionale e utilizzato nel trasporto, garantendo<br />

una mobilità a zero emissioni.<br />

La fase anaerobica<br />

Il pretrattamento consente di eliminare le componenti<br />

di disturbo come imballi e inerti non putrescibili<br />

e di preparare, con la triturazione e<br />

l’aggiunta di acqua di ricircolo, la sospensione<br />

grezza da avviare ai digestori per la fase biologica<br />

anaerobica.<br />

Il substrato, preliminarmente riscaldato e portato<br />

alla temperatura di 37°-40°C e condotto al digestore,<br />

alimentato più volte al giorno, in cui si<br />

sviluppa il processo biochimico anaerobico a<br />

Giugno <strong>2021</strong>


IMPIANTI 4.0<br />

BIOWASTE 55<br />

opera di batteri metanigeni. Il materiale è continuamente<br />

mescolato per mezzo di agitatori<br />

verticali e lance di ricircolo biogas, che evitano<br />

fenomeni di sedimentazione e garantiscono<br />

l’omogeneizzazione dello stesso e il mantenimento<br />

costante del pH e della temperatura del<br />

substrato all’interno del digestore. In questa fase<br />

si producono biogas, avviati a un gasometro per<br />

la successiva raffinazione in biometano, e digestato<br />

avviato, invece, alla disidratazione e al successivo<br />

stadio di post-fermentazione. La valorizzazione<br />

del biogas avviene tramite un impianto<br />

di upgrading per la produzione di biometano.<br />

La fase aerobica<br />

Ciò che resta dal trattamento anaerobico, il digestato,<br />

viene trattato attraverso un processo<br />

aerobico per la produzione di compost di qualità<br />

da utilizzare per ripristini ambientali o in agricoltura<br />

a pieno campo come ottimo fertilizzante<br />

naturale, in grado di sostituire la concimazione<br />

chimica di origine fossile.<br />

Il substrato in uscita dal digestore viene trattato in<br />

centrifughe, in modo da separare la fase liquida<br />

dalla fase solida. La fase liquida separata viene ricircolata<br />

nel processo, mentre l’acqua in eccesso<br />

viene avviata all’impianto di depurazione interno e<br />

quindi alla fognatura pubblica. Il materiale disidratato<br />

viene avviato alla fase di compostaggio aerobico,<br />

previa miscelazione con le matrici strutturanti<br />

triturate. Terminata la fase di miscelazione, il materiale<br />

viene caricato all’interno delle celle in cui<br />

avviene il processo di biossidazione accelerata.<br />

Ecoprogetto. Potenzialità e benefici<br />

La potenzialità complessiva prevista per i due<br />

impianti è di 123.000 ton/anno per la produzione<br />

di 9,8 mln di biometano che consentirà di risparmiare<br />

un quantitativo annuo di energia equivalente<br />

a quella prodotta da oltre 7.600 tonnellate<br />

di petrolio, e alimentare 6.800 auto a metano in<br />

un anno, evitando di immettere in atmosfera<br />

19.110 ton di CO 2 . Saranno, inoltre, prodotte<br />

Giugno <strong>2021</strong><br />

350.000 ton/anno di compost per uso agricolo in<br />

sostituzione dei fertilizzanti chimici.<br />

Grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili,<br />

gli impianti limiteranno al minimo l’impatto<br />

sull’ambiente circostante, prevedendo la depurazione<br />

di tutti i liquidi e il trattamento dell’aria<br />

per tutte le fasi che possano generare fenomeni<br />

odorigeni - già limitati in questo tipo di impianti<br />

- rispetto ai classici impianti di compostaggio,<br />

in quanto tutti i processi avvengono al chiuso.<br />

“I due progetti - spiega Marco Mazzero, CEO di<br />

IES Biogas - promuovono il completamento del<br />

ciclo virtuoso dei rifiuti e l’economia circolare:<br />

gli interventi permettono, infatti, di produrre più<br />

energia, aumentando l’efficienza del pretrattamento,<br />

riducendo i sovvalli e ottimizzando, così,<br />

i costi di smaltimento”.<br />

I processi gestionali e di recupero così ottimizzati<br />

hanno ricadute positive sotto il profilo economico<br />

sulle amministrazioni pubbliche e sui cittadini,<br />

dando impulso alla mobilità sostenibile e abbattendo<br />

le emissioni legate al trasporto dei rifiuti<br />

verso altre Regioni.<br />

l<br />

Ecoprogetto<br />

Tortona.<br />

Sistema<br />

di pretrattamento.<br />

Immagini fornite<br />

da IES Biogas<br />

www.iesbiogas.it<br />

mail:<br />

info@iesbiogas.it


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

56 BIOWASTE<br />

NEWS<br />

L’alga fa l’abito<br />

Paillettes di alghe che sono l’alternativa sostenibile<br />

alla plastica. Il vestito è ricoperto di lustrini evitando<br />

così l’uso di materiali derivati dal petrolio. L’idea<br />

dei due stilisti Phillip Lim e Charlotte McCurdy<br />

Eliana Puccio<br />

Per le bio-paillettes<br />

derivate dalle alghe<br />

nel vestito è stato<br />

utilizzato<br />

un materiale<br />

realizzato<br />

con una base in rete<br />

creata dalla Pyratex.<br />

Moda e sostenibilità vanno sempre più<br />

a braccetto. C'è una bella notizia per<br />

le amanti delle paillettes, fortunatamente,<br />

non solo i consumatori ma anche i designer<br />

sono più attenti all’ambiente.<br />

Phillip Lim e Charlotte McCurdy hanno realizzato<br />

un abito ricoperto di lustrini fatti di alghe,<br />

senza ricorrere a nessun tipo di materiale<br />

derivato dal petrolio. La coppia di designer ha<br />

attinto dal processo di McCurdy che estrae il<br />

carbonio dall’atmosfera e unisce la sostanza<br />

organica al calore. La bioplastica che si forma<br />

viene versata in stampi e tagliata a forma di<br />

paillettes. Il capo è 100 per cento ecologico.<br />

Il materiale del vestito è stato realizzato con<br />

una base in rete creata dalla Pyratex (società<br />

con sede a Madrid specializzata nella ricerca<br />

di nuovi materiali), fatta in fibra di alghe e bambù<br />

chiamata SeaCell, che è sia un antitraspirante<br />

che un termoregolatore.<br />

E’ stato realizzato durante il programma iniziativa<br />

della Slow Factory Foundation, One X<br />

One 2019-2020. Un format in cui scienziati e<br />

stilisti si incontrano e si confrontano con l’intento<br />

di creare ed esplorare nuove tecnologie<br />

e tipologie di produzione. Potremmo quindi<br />

definirlo un lusso sostenibile, frutto dell’unione<br />

tra scienza e design.<br />

La ricercatrice Charlotte McCurdy spiega: "La<br />

sostenibilità nella moda non riguarda solo i<br />

tessuti organici, naturali o riciclati.<br />

Se vogliamo arrivare a zero sulle nostre emissioni,<br />

dobbiamo pensare a come sostituire il<br />

60 per centro dei tessuti che sono attualmente<br />

realizzati con combustibili fossili".<br />

Signore, potrete indossare le vostre amate<br />

paillettes senza sentirvi in colpa. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


58<br />

BIOWASTE<br />

SCARTI DA MACELLAZIONE<br />

Tritura et labora<br />

Ludovica Bianchi<br />

Dal processo di macellazione si generano sottoprodotti<br />

e scarti di origine animale che, se adeguatamente preparati,<br />

forniscono valore aggiunto. Una trasformazione che avviene<br />

tramite trituratori e sistemi di pompaggio altamente affidabili<br />

Materiali trattati<br />

con la RedUnit.<br />

Ossa, frattaglie, cotenne. Apparentemente<br />

scarti di lavorazione di difficile gestione,<br />

ma in realtà risorse preziose se opportunamente<br />

trattate. Produzione di gelatina, mangimi<br />

per animali o substrato per impianti di biogas,<br />

ne sono solo alcuni esempi. Ma per rientrare<br />

nel ciclo, questi materiali devono essere trasformati<br />

in una soluzione pompabile utilizzando una<br />

tecnologia appropriata. Perché, più le particelle<br />

sono piccole, più ampio è il campo di utilizzazione<br />

successivo.<br />

Tecnologia sofisticata<br />

Prerequisiti dei macchinari per questo tipo di lavorazione,<br />

sono la robustezza, l’affidabilità ed<br />

una triturazione che sia coordinata alla tecnologia<br />

del pompaggio.<br />

La corretta filiera di preparazione per il riciclo<br />

degli scarti e dei sottoprodotti della macellazione<br />

varia in maniera importante, in funzione delle<br />

caratteristiche dei materiali da triturare e della<br />

resa finale desiderata. Con RedUnit, Vogelsang<br />

ha sviluppato una soluzione compatta (che ri-<br />

Giugno <strong>2021</strong>


SCARTI DA MACELLAZIONE<br />

BIOWASTE 59<br />

RedUnit<br />

installata.<br />

Punti di forza<br />

chiede meno spazio e potenza), plug-and-play,<br />

e che identifica una combinazione perfetta di<br />

tecnologia - per triturazione e pompaggio – finalizzata<br />

proprio alla valorizzazione degli scarti<br />

alimentari.<br />

Triturazione efficace ed efficiente<br />

Dai macelli avicoli e suini ai produttori di gelatina,<br />

sono numerose le aziende con i più ampi requisiti<br />

di lavorazione che si affidano alla RedUnit.<br />

Un esempio su tutti, quello di una cooperativa<br />

bolognese attiva sia nel settore agroalimentare<br />

che in quello dei salumi, che effettua macellazione<br />

e sezionamento bovini e suini.<br />

Una realtà anche sensibile al tema di economia<br />

circolare e sostenibilità, tanto che ha deciso di<br />

realizzare un impianto di biogas per la produzione<br />

di energia elettrica e calore, derivanti proprio<br />

dai sottoprodotti aziendali.<br />

Come detto poc’anzi, è però necessaria una<br />

preparazione. Ecco che quindi gli scarti di macellazione<br />

(soprattutto pacchi intestinali suini)<br />

prima di essere inviati al pastorizzatore, vengono<br />

sminuzzati con il trituratore e successivamente<br />

pompati da un sistema di pompaggio<br />

volumetrico. Il processo prevede lo scarico del<br />

materiale in una tramoggia di carico e successivamente<br />

l’invio tramite una coclea ad un sistema<br />

di triturazione. Interviene quindi la pompa<br />

volumetrica che trasporta il prodotto nel<br />

pastorizzatore, nel quale subisce l’obbligatorio<br />

RedUnit consente di risparmiare spazio, energia e tempo rispetto<br />

ai trituratori utilizzati in precedenza, poiché non richiede ulteriori<br />

pompe a valle o trasportatori a coclea. Tanti sono i vantaggi:<br />

• I singoli elementi sono impilati verticalmente uno sopra l'altro<br />

in modo che il materiale triturato cada direttamente nella pompa<br />

integrata.<br />

• L'assenza di tratti di trasporto intermedi comporta una riduzione<br />

complessiva del consumo di elettricità.<br />

• La RedUnit non necessita di acqua, neanche durante il processo<br />

di triturazione, quindi i consumi idrici diminuiscono.<br />

• Manutenzione rapida e semplice con QuickService che offre<br />

diverse opzioni per la sostituzione del rotore e dello statore e<br />

per i cambi di tenuta.<br />

• Installazione semplice grazie alla modularità del sistema<br />

RedUnit, che offre quindi una soluzione plug-and-play per tutte<br />

le più svariate esigenze di pompaggio e triturazione.<br />

L’unità viene messa in servizio da personale qualificato già prima<br />

di lasciare la fabbrica.<br />

processo prima di essere inviato al digestore.<br />

Precedentemente la soluzione installata prevedeva<br />

la triturazione attraverso un tritacarne classico<br />

con una potenza installata sopra i 35 kW:<br />

non risultava ottimale e creava diverse problematiche<br />

operative ed economiche.<br />

Industria 4.0<br />

Lavorando con una logica automizzata, RedUnit<br />

consente un notevole risparmio tempo-lavoro<br />

del personale, che riesce a modulare la macchina<br />

in base alle proprie necessità e ad individuare<br />

velocemente eventuali blocchi impiantistici,<br />

intervenendo direttamente sul problema.<br />

Per fare ciò, a corredo è stato fornito un quadro<br />

con PLC ed il software sviluppato da Vogelsang,<br />

che si interfaccia perfettamente con la logica<br />

dell’intero impianto a biogas. Un sistema di allarmi<br />

poi, ne controlla il funzionamento nei parametri<br />

di lavoro impostati.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


60 BIOWASTE<br />

NEWS<br />

Microalghe, 200 t all’anno<br />

Ammonta a circa<br />

200 tonnellate all'anno<br />

la domanda italiana<br />

di microalghe per utilizzi<br />

alimentari. Dati forniti<br />

nel corso della presentazione<br />

del progetto AlgaeFarm,<br />

nell’ambito della digital<br />

preview di AquaFarm<br />

e NovelFarm<br />

Irene Boschi<br />

La domanda di microalghe essiccate in<br />

Italia è di circa 200 tonnellate all'anno,<br />

per utilizzi che vanno dall’alimentare<br />

alla nutraceutica e dalla cosmesi alla farmacopea,<br />

fino ai mangimi per i pesci.<br />

Solo meno del 13 per cento della domanda<br />

viene oggi soddisfatta dalla produzione nazionale,<br />

per i tre quarti concentrata sulla spirulina<br />

e in capo ad una decina di aziende. La catena<br />

del valore italiana comprende anche alcune<br />

realtà che producono componenti, come i fotobioreattori,<br />

o impianti completi per la coltivazione.<br />

Sono alcuni dei dati forniti in esclusiva da<br />

Alberto Bertucco, presidente di AISAM, Asso -<br />

ciazione Italiana per lo Studio e le Appli -<br />

cazioni delle Microalghe, e Liliana Rodolfi,<br />

docente dell’Università degli Studi di Firenze,<br />

nel corso della presentazione del nuovo progetto<br />

AlgaeFarm, nell’ambito della Digital<br />

Preview di AquaFarm e NovelFarm di Por -<br />

de none Fiere.<br />

Entrambe sono affiancate quest'anno da<br />

AlgaeFarm, appuntamento dedicato a tecnologie<br />

e applicazioni in alghicoltura, in programma<br />

il 9 e il 10 <strong>giugno</strong>. Il mercato italiano<br />

richiede elevata qualità, ma i nostri produttori<br />

subiscono la concorrenza di aziende europee<br />

più strutturate e con offerte comparabili.<br />

Le stime sulla produzione mondiale sono molto<br />

variabili, da un minimo di 25.000 ton nel la -<br />

te/anno ad un massimo di 130.000, suddivisa<br />

tra una ventina di generi ognuna con più specie.<br />

Dal 50 al 90% delle quantità, a seconda delle<br />

stime, si concentra su due generi, spirulina e<br />

clorella. Il valore supera abbondantemente il<br />

miliardo di dollari a livello globale ed è caratterizzato<br />

da un prezzo al kg molto elevato che<br />

lo rende rilevante sebbene in quantità non sia<br />

comparabile al contiguo comparto delle macroalghe<br />

che ogni anno ne produce 4,6 milioni<br />

di tonnellate.<br />

La ricerca, di base e industriale, si concentra<br />

oggi sul miglioramento della produttività delle<br />

microalghe coltivate, attraverso la maggiore<br />

efficienza del processo della fotosintesi, su cui<br />

si basa la fisiologia della maggior parte dei<br />

generi utilizzati su scala industriale. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


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per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

62<br />

Soluzioni<br />

ACQUE REFLUE<br />

NEWS<br />

Una spia anti-Covid<br />

Marco Comelli<br />

Un sensore elettrochimico che individua due proteine costituenti<br />

il coronavirus. Il test messo a punto dall’Università di Tor Vergata<br />

e quella dell’Insubria con l’Ospedale Militare del Celio<br />

Uno dei problemi della lotta al Covid-19 è<br />

scoprire i molti casi asintomatici ma comunque<br />

contagiosi. A parte i tamponi cosiddetti<br />

molecolari, che però richiedono laboratori<br />

specializzati e tempi lunghi per la risposta, i test<br />

in uso hanno scarsa specificità soprattutto quando<br />

la carica virale è bassa. Se si passa dall’essere<br />

umano al monitoraggio ambientale, per esempio<br />

le acque reflue, i problemi si moltiplicano. Nelle<br />

acque fognarie, infatti, sono presenti moltissimi<br />

virus, parti di virus, proteine isolate, per cui il test<br />

deve essere molto specifico. Inoltre, la quantità di<br />

virus per unità di volume è molto bassa (elevata<br />

diluizione).<br />

Questi fattori ostacolano la possibilità di utilizzare<br />

l’analisi in continuo o semicontinuo delle acque<br />

reflue come sentinella per l’allarme precoce del<br />

verificarsi di focolai dell’infezione, prima che questa<br />

diventi conclamata con le analisi sugli umani.<br />

L’Università di Tor Vergata e quella dell’Insubria,<br />

con la collaborazione dell’Ospedale Militare del<br />

Celio, hanno messo invece a punto un test elettrochimico<br />

in grado di individuare due proteine<br />

costituenti il coronovirus, la S e la N. I test sono<br />

stati eseguiti utilizzando campioni salivari, fatti<br />

reagire con anticorpi secondari all’enzima alcalino<br />

fosfatasi utilizzando microsferule magnetiche<br />

come supporto. Il marcatore della reazione<br />

è l’1-Naftolo, che viene identificato su elettrodi<br />

stampati ricoperti da un nanomateriale a base<br />

di carbonio puro. Il test riesce ad identificare la<br />

presenza delle due proteine rispettivamente a<br />

19 ng/mL and 8 ng/mL (nanogrammi per millilitro).<br />

La specificità è comparabile a quella del<br />

tampone molecolare, che però utilizza l’amplificazione<br />

delle sequenza genetiche. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

64<br />

Soluzioni<br />

ACQUE REFLUE<br />

PATRIMONIO BLU<br />

Cittadini<br />

dell’acqua<br />

Federica<br />

Lugaresi<br />

In occasione della Giornata Mondiale<br />

dell’Acqua, il Laboratorio REF<br />

Ricerche ha fatto il punto sul ruolo<br />

della risorsa idrica e la percezione<br />

degli italiani in merito ad essa.<br />

Ne è emerso un quadro interessante…<br />

è indispensabile<br />

alla<br />

L’acqua<br />

vita ed è una<br />

risorsa molto fragile<br />

che va tutelata. Un<br />

concetto su cui stiamo<br />

tutti d’accordo. Ma le<br />

stiamo dando il giusto valore? La risposta arriva<br />

da un’indagine lunga un anno - compiuta su oltre<br />

2.200 cittadini e utenti tra i 18 e 70 anni di età - che<br />

mette in evidenza il grado di consapevolezza riguardo<br />

anche al servizio idrico pubblico.<br />

Scarsa consapevolezza<br />

L’84% dei cittadini si dice disposto a versare una<br />

somma di denaro (pari a 44 euro) per tutelare l’ambiente<br />

e conservare il capitale naturale, poiché la<br />

risorsa acqua non è illimitata nel tempo e nello<br />

spazio. Manca però il corretto “sentire” in merito<br />

alla reale quantità sul consumo di acqua, che ci<br />

porta a pensare di utilizzarne, quotidianamente,<br />

meno della metà. La risorsa idrica non identifica<br />

quindi un concetto astratto, ma un bene concreto<br />

che, per essere fruito necessita di reti, tecnologie,<br />

LA CONOSCENZA DI ARERA<br />

SUL TERRITORIO NAZIONALE<br />

investimenti, competenze e persone. In una parola,<br />

servizio idrico. E qui un’altra sorpresa: solo un cittadino<br />

su tre riconosce correttamente i 4 ambiti di<br />

servizio (fornitura di acqua alle utenze, investimenti<br />

lungo tutto il ciclo integrato, raccolta e depurazione<br />

degli scarichi e controlli sulla qualità dell’acqua)<br />

di cui il gestore è responsabile.<br />

La fornitura dell’acqua è l’ambito che viene maggiormente<br />

“percepito” dato che entra nelle case<br />

ed è quindi concretamente visibile; mentre è sconosciuta<br />

la voce relativa agli investimenti per mantenere<br />

le reti. In pratica, la maggioranza degli utenti<br />

ha una visione parziale o incompleta del servizio<br />

che viene assicurato.<br />

Guadagnare fiducia<br />

In virtù di quanto sopra, diventa necessario costruire<br />

un’alleanza tra gestori, cittadini e autorità<br />

attraverso un servizio che generi soddisfazione.<br />

Il livello di gradimento degli utenti è distribuito diversamente<br />

per aree geografiche. Al nord e al centro<br />

Italia si raggiungono rispettivamente il 50% e<br />

40%, mentre al sud e nelle isole l’asticella si abbassa<br />

(38% e 30%) a causa dei ripetuti disservizi<br />

quali interruzioni nella fornitura, bassa qualità<br />

dell’acqua potabile, divieti di balneazione.<br />

Come dire… soddisfazione e fiducia vanno a braccetto<br />

e se il gestore è attento ai bisogni dei cittadini,<br />

i valori si alzano. Ne consegue che gli italiani<br />

hanno più fiducia negli operatori del servizio<br />

idrico, che nelle amministrazioni locali o nello<br />

Stato. Ed è anche grazie a ciò, che il 50% di loro<br />

è disposto ad impegnarsi a pagare un 4% in più<br />

in bolletta, per migliorare e mantenere alto lo<br />

standard del servizio.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Il noleggio Xylem<br />

Xylem mette a disposizione le più recenti tecnologie<br />

per il pompaggio e il trattamento delle acque.<br />

Perché scegliere il noleggio?<br />

1. Elimini tutti i costi legati a manutenzione e stoccaggio<br />

2. Potenzi il parco macchine senza immobilizzare capitali<br />

3. Paghi solo per le attrezzature e i servizi di cui hai bisogno<br />

4. Utilizzi i più recenti e tecnologici prodotti<br />

5. Puoi provare un prodotto e capire se fa al caso tuo<br />

Applicazioni:<br />

• Stazioni di pompaggio<br />

• By-pass fognari<br />

• Drenaggio in cantieri<br />

• Drenaggio in emergenza<br />

• Trattamento acque<br />

info.italia@xylem.com<br />

xylem.com/it-it


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

66 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />

INNOVAZIONE DIGITALE<br />

Digital Transformation,<br />

l’industria idrica è in ritardo<br />

Stefano Sampaolo, Regional Director<br />

di Xylem Water Solutions, fa il punto<br />

sulla trasformazione digitale<br />

nell’industria idrica italiana e offre<br />

qualche riflessione per accelerarne<br />

il processo. Ecco l’intervista<br />

Ing. Domenico Santoro<br />

Nella relazione “Digital Single Market for<br />

Water Services Action Plan”, redatta da<br />

ICT4WATER.eu nel 2018, vengono presentate<br />

le azioni e le attività necessarie per far fronte<br />

alle sfide emergenti dell’industria idrica.<br />

Da questo report si evince come le soluzioni digitali<br />

possano svolgere un ruolo di primaria importanza<br />

nella gestione di queste criticità. È l’ulteriore<br />

conferma della centralità della<br />

Digital Transformation nel settore idrico.<br />

Per promuovere efficacemente<br />

questa trasformazione è necessario<br />

che le tecnologie siano mature e disponibili<br />

e che le principali aziende di<br />

settore operino in questa direzione.<br />

Una delle aziende più attive in questo<br />

ambito è Xylem Water Solutions e<br />

Stefano Stefano Sampaolo, Regional Director<br />

Sampaolo South & West Europe, è convinto che<br />

proprio la Digital Trasformation del<br />

settore rivesta un ruolo determinante.<br />

Digital Trasformation, però, è un termine ormai<br />

abusato. Nello specifico cosa si intende per trasformazione<br />

digitale nel Servizio Idrico Inte -<br />

grato?<br />

Le aziende del settore idrico sono cresciute per<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

INNOVAZIONE DIGITALE<br />

ACQUE REFLUE<br />

67<br />

Il monitoraggio<br />

continuo<br />

permette<br />

di riconoscere<br />

situazioni<br />

di allarme, come<br />

pompe in blocco<br />

o operazioni<br />

non autorizzate,<br />

sulle quali<br />

si inerviene<br />

prima possibile,<br />

ma sempre<br />

a “posteriori”.<br />

Da qui, la scelta<br />

di investire<br />

sulle tecnologie<br />

Ict.<br />

decenni innovando gli aspetti meccanici e idraulici<br />

delle proprie soluzioni. Con l’avvento del nuovo<br />

millennio, il concetto di “innovazione” ha cambiato<br />

forma, incentrandosi in particolar modo in<br />

tutto ciò che riguarda lo sviluppo e l’adozione di<br />

tecnologie digitali. Xylem sta investendo ingenti<br />

risorse su quattro assi strategici: Big Data,<br />

Internet delle cose, Cyber-Security e Cloud.<br />

Perché proprio su questi quattro elementi?<br />

L’Internet delle Cose, conosciuto anche come<br />

IoT, permette di monitorare in tempo reale e da<br />

remoto tutti i componenti delle infrastrutture idriche.<br />

Questo genera grandi quantità di dati, i cosiddetti<br />

Big Data, che vengono poi trasformati in<br />

informazioni dagli Analytics. Per ottenere questi<br />

risultati servono importanti risorse informatiche,<br />

destinate all’elaborazione e allo stoccaggio di dati<br />

che non sempre le aziende sono in grado di gestire<br />

con il personale interno. Da qui il ricorso al<br />

Cloud, che mette a disposizione le risorse necessarie<br />

a fronte del solo pagamento di un canone<br />

mensile. Tutto questo consente di compiere<br />

scelte guidate dai dati, per ottimizzare le risorse<br />

disponibili. Utilizzare tecnologie Ict, di contro,<br />

espone ai rischi di questo settore, da qui la necessità<br />

di adottare la cyber-security per prevenire<br />

accessi criminali. Queste tecnologie possono essere<br />

integrate lungo tutta la catena del valore del<br />

ciclo dell’acqua: dalla gestione delle infrastrutture<br />

alle relazioni con gli utenti finali.<br />

Facciamo un esempio per le infrastrutture.<br />

Le classiche piattaforme di telerilevamento,<br />

consentono di monitorare, in tempo reale, tutti<br />

i parametri degli impianti di movimentazione e<br />

trattamento delle acque, sempre più spesso<br />

auto matizzati. Il monitoraggio continuo permette<br />

di riconoscere situazioni di allarme, come pompe<br />

in blocco o operazioni non autorizzate, sulle quali<br />

si interviene prima possibile, ma sempre “a posteriori”.<br />

Investire nelle tecnologie appena citate,<br />

invece, porta ad anticipare i problemi, poiché<br />

permette di individuare i segnali premonitori di<br />

un guasto. Ad esempio, con prodotti come Xylem<br />

Avensor e Xylem Acquaview, è possibile avere<br />

contezza dei livelli, delle ore di marcia, del numero<br />

di avviamenti delle macchine e degli assorbimenti<br />

elettrici. Ogni anomalia viene immediatamente<br />

segnalata, prevenendo così guasti<br />

imminenti. Un altro chiaro esempio è la recente<br />

piattaforma Xylem XDM che permette di elaborare<br />

e gestire il piano di manutenzione dell’intero<br />

impianto. Davvero una rivoluzione.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

68 ACQUE REFLUE<br />

INNOVAZIONE DIGITALE<br />

Avere a disposizione molti dati vuol dire conoscere<br />

e capire i propri impianti?<br />

Non è sufficiente l’acquisizione. I dati poi devono<br />

essere interpretati, combinati con tutte<br />

le altre informazioni disponibili, compresi. Solo<br />

a quel punto si ha accesso a una conoscenza<br />

effettiva delle condizioni e del funzionamento<br />

delle reti e dei sistemi.<br />

Questo passaggio è decisivo per orientare la<br />

spesa verso le reali priorità, per pianificare accuratamente<br />

interventi a medio e lungo termine<br />

e ottimizzare le manutenzioni basandosi<br />

sulla conoscenza dello stato delle reti più che<br />

sulla loro vita utile. I dati interpretati orientano<br />

il processo decisionale verso l’azione migliore,<br />

con algoritmi predittivi e prescrittivi, prevedendo<br />

i potenziali guasti, automatizzando i processi<br />

e le scelte.<br />

Inoltre le Utility possono informare puntualmente<br />

gli utenti, aumentando fiducia e credibilità.<br />

Malgrado tutto questo, secondo l’Orange Book<br />

2018 di Utilitatis, il settore idrico risulta quello<br />

a più bassa percentuale di investimenti in tecnologie<br />

digitali tra i servizi a rete.<br />

Purtroppo, rispetto alla distribuzione di gas ed<br />

elettricità, il settore idrico ha accumulato un notevole<br />

ritardo. Come sperimentiamo ormai quotidianamente,<br />

le aziende di maggiori dimensioni,<br />

sopra il milione di abitanti serviti, investono maggiormente<br />

in digitalizzazione. Ma devono ancora<br />

misurarsi con aree del Paese in cui mancano adeguate<br />

infrastrutture di trasmissione dati. L’impiego<br />

di nuove tecnologie, inoltre, implica una radicale<br />

riorganizzazione interna, con investimenti economici<br />

e nella formazione delle persone. Il tutto in<br />

un settore in cui 425mila km di infrastrutture della<br />

rete idrica sono obsoleti. In un simile scenario,<br />

quindi, rimane prioritario rinnovare la rete.<br />

Xylem ha<br />

investito<br />

su inverter<br />

e dispositivi<br />

di controllo<br />

degli impianti<br />

delle stazioni<br />

di sollevamento,<br />

software avanzati<br />

di gestione,<br />

monitoraggio<br />

e telecontrollo,<br />

e tecnologie<br />

di ricerca perdite.<br />

Allora come è possibile “smuovere le acque”?<br />

Un’importante opportunità per il nostro settore è<br />

offerta dai fondi europei di NextGenerationEU.<br />

Il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede<br />

4,38 miliardi di risorse destinate al settore, di cui<br />

2,36 miliardi per le infrastrutture idriche primarie<br />

per la sicurezza dell'approvvigionamento, 0,52 miliardi<br />

per la resilienza dell'agrosistema irriguo<br />

(compresa la digitalizzazione e il monitoraggio<br />

delle reti), 0,9 miliardi per le reti di distribuzione<br />

idrica e per la digitalizzazione delle reti di monitoraggio<br />

e 0,6 miliardi per fognature e depurazione.<br />

È un impulso sufficiente?<br />

Lo stanziamento di 0,9 miliardi di euro per la voce<br />

“acquedotti e la digitalizzazione delle reti” risulta<br />

inadeguata se confrontata con il fabbisogno potenziale<br />

stimato in 2,1 miliardi di euro, solo per<br />

la digitalizzazione delle reti.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

INNOVAZIONE DIGITALE<br />

ACQUE REFLUE<br />

69<br />

Dobbiamo però considerare anche il “Piano<br />

Transizione 4.0”, nello specifico per gli impianti<br />

di trattamento delle acque. La legge di bilancio<br />

<strong>2021</strong>, infatti, proroga e il rafforza l’ex Piano<br />

Industria 4.0, portando il credito di imposta al<br />

50% recuperabile in tre anni ed esteso anche<br />

alla formazione dei dipendenti e imprenditori.<br />

Si tratta di incentivi significativi, che le Utility devono<br />

saper cogliere.<br />

Ma le diverse tecnologie si integrano tra loro?<br />

Le aziende che producono prodotti e soluzioni<br />

per l’industria idrica oggi devono essere partner<br />

affidabili per le utility.<br />

Noi di Xylem siamo tra i promotori del cambiamento,<br />

avendo investito su inverter e dispositivi<br />

di controllo degli impianti e delle stazioni di sollevamento,<br />

software avanzati di gestione, monitoraggio<br />

e telecontrollo, piattaforme di valutazione<br />

dello stato delle reti di adduzione, tec no logie di<br />

ricerca perdite, software di gestione della manutenzione<br />

delle apparecchiature. La digitalizzazione<br />

dei processi, quindi, è ormai parte integrante di<br />

tutti i nostri prodotti. La trasformazione digitale<br />

è una vera e propria sfida necessaria e improrogabile,<br />

che implica un processo di allineamento<br />

di tecnologie, competenze professionali, processi<br />

organizzativi, modelli di business, finalizzato<br />

a contribuire a creare valore e a mantenere condizioni<br />

di competitività in un ecosistema in costante<br />

cambiamento.<br />

Gli incentivi statali offrono un’opportunità unica, per<br />

digitalizzare il nostro settore, ma Utility, compagnie<br />

di telecomunicazione, produttori di tecnologie, enti<br />

di regolazione, istituzioni scientifiche ed enti di ricerca<br />

devono creare insieme un ecosistema digitale<br />

per rafforzare il Servizio Idrico.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

70 ACQUE REFLUE NEWS Soluzioni<br />

Missione<br />

Nanobond<br />

Tra i laboratori dell’Università di Siena prende<br />

vita un progetto basato sui nanomateriali<br />

ecocompatibili per la depurazione delle acque<br />

Irene Boschi<br />

Di agente 007’ ce n’è uno solo e sappiamo<br />

benissimo che il suo nome è<br />

James. Quando sentiamo parlare di<br />

Nanobond, quindi, non illudiamoci pensando<br />

a un ipotetico continuo del celebre film dove<br />

il protagonista è un agente segreto.<br />

Dopo questa simpatica e nostalgica parentesi<br />

torniamo a parlare di un argomento che ci sta<br />

molto a cuore: le acque inquinate. In particolare,<br />

del progetto Nanobond, prima citato, cofinanziato<br />

dal Fondo europeo per lo sviluppo<br />

regionale, di cui è coordinatrice scientifica la<br />

professoressa Ilaria Corsi, ecologa del dipartimento<br />

di Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente<br />

dell’Università di Siena.<br />

In cosa consiste? Si tratta di una sorta di “nanospugne”<br />

per la pulizia delle acque, porti e<br />

fiumi. Parliamo quindi di nanomateriali che si<br />

ottengono da scarti o rifiuti agricoli utilizzabili<br />

appunto per la depurazione.<br />

Lo chiarisce meglio la professoressa Corsi: ”I<br />

nanomateriali che abbiamo utilizzato per creare<br />

le nanospugne provengono dal settore del<br />

recupero degli scarti. Per questo tra i partner<br />

c’è anche Bartoli, un’azienda cartaria.<br />

Le nanospugne sono prodotte da cellulosa di<br />

carta da macero o da prodotti di scarto organico,<br />

i tuberi, da cui abbiamo ricavato l’amido".<br />

La missione di Nanobond è elaborare una<br />

strategia di bonifica delle acque inquinate, utilizzando<br />

dei nanomateriali che non siano nocivi<br />

per l’ambiente. “Nanomateriali che siano ecocompatibili<br />

– spiega la professoressa -.<br />

La ricerca sulla tecnologia di nanoremediation<br />

di Nanobond ha permesso di sviluppare<br />

un documento di raccomandazioni che contiene<br />

le linee guida per l’utilizzo dei nanomateriali<br />

ecocompatibili per la bonifica di<br />

siti contaminati”.<br />

l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


SARDINIA SYMPOSIUM IS BACK!<br />

La prossima edizione del Sardinia - 18° Simposio Internazionale sulla Gestione dei rifiuti e sulla discarica sostenibile - si<br />

terrà dall’11 al 15 Ottobre <strong>2021</strong> in una meravigliosa location sulla costa sud della Sardegna. Dopo un anno difficile e impegnativo<br />

come quello appena passato, non vediamo l’ora di incontrarvi di nuovo di persona per un’entusiasmante edizione piena di novità!<br />

Come da tradizione, il Sardinia <strong>2021</strong> includerà sessioni orali parallele, workshop pratici, presentazioni poster, business meetings e<br />

un’esposizione commerciale. Per questa edizione abbiamo in serbo nuovi format, nuove tipologie di sessioni e numerosi contenuti<br />

multimediali che si aggiungeranno alle tradizionali sessioni per creare un programma innovativo e coinvolgente: una delle grandi<br />

novità saranno le visite tecniche virtuali all’interno degli impianti più importanti del mondo! E un entusiasmante programma serale!<br />

INVIA SUBITO UN ABSTRACT E PARTECIPA COME AUTORE! WWW.SARDINIASYMPOSIUM.IT<br />

ULTIME NEWS! E’ nata l’Academy del Sardinia, un programma di aggiornamento promosso dall’IWWG - International <strong>Waste</strong><br />

Working Group. Da ora fino a tutto Giugno, esperti di livello internazionale terranno (tutti i Giovedì, in inglese) un Webinar di 3 ore su<br />

diversi aspetti della gestione dei rifiuti.<br />

LEGGI IL PROGRAMMA E REGISTRATI: https://www.sardiniasymposium.it/it/training-programme<br />

CALENDARIO DEI CORSI


72 VEICOLI&ALLESTIMENTI NEWS<br />

I primi passi<br />

verso il futuro<br />

Guida autonoma anche per spazzatrici.<br />

Al via i test per città più sostenibili e intelligenti<br />

Esattamente dall’altra parte del mondo,<br />

a Singapore, sono iniziati i primi test su<br />

strada per la prima spazzatrice stradale<br />

a guida autonoma. Si tratta della Dulevo 6000,<br />

caratterizzata da un’elevatissima efficienza<br />

meccanico-aspirante- filtrante e, soprattutto,<br />

dalla forte connotazione ecosostenibile.<br />

Dulevo International ha ottenuto in collaborazione<br />

con ST Engineering e 800 Super<br />

<strong>Waste</strong> Management, dalla Land Transport<br />

Autority di Singapore il via libera ai test. Un<br />

traguardo che ha consentito all’azienda di<br />

portare la fondamentale innovazione della<br />

guida autonoma all’interno del settore della<br />

pulizia urbana. La macchina spazzatrice risparmia<br />

fino al 60 per cento del consumo di<br />

acqua e adotta un sistema integrato di filtraggio,<br />

sviluppato in collaborazione con Gore,<br />

che garantisce l'abbattimento totale delle particelle<br />

PM10.<br />

“Siamo felici di collaborare a un’innovazione<br />

che contribuirà a rendere le città sempre più<br />

intelligenti e sostenibili e a cambiare il mondo<br />

della mobilità”, ha dichiarato Tighe Noonan,<br />

Presidente e Ceo di Dulevo International.<br />

“Il successo del progetto dimostra come<br />

Dulevo rappresenti un’eccellenza non solo per<br />

l’efficacia e l’efficienza dei propri prodotti, ma<br />

anche per la capacità di portare il proprio contributo<br />

di idee, ricerca e sviluppo in complessi<br />

programmi internazionali come questo”. Il<br />

progetto fa parte del programma di robotica<br />

ambientale della National Environment Agen -<br />

cy (NEA) di Singapore ed è in linea con i continui<br />

sforzi dell’agenzia per ottimizzare le risorse,<br />

e migliorare la produttività nel settore<br />

dei servizi ambientali. Durante il suo utilizzo,<br />

la spazzatrice a guida autonoma viene monitorata<br />

a distanza tramite un centro di tele-operazione<br />

in cui vengono determinati percorsi e<br />

tempi di pulizia, regolati e ottimizzati. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Mercedes-Benz Econic.<br />

La sicurezza non si rifiuta mai.<br />

Abbiamo migliorato il lavoro quotidiano in città. Anche per chi non è a bordo.<br />

Econic è pensato per coniugare al meglio le esigenze degli operatori e le situazioni<br />

tipiche della mobilità urbana. È progettato per offrire al conducente la massima visibilità<br />

su auto, ciclisti, pedoni, grazie all’ampia vetratura panoramica e ai suoi sistemi di visione<br />

opzionali. Disponibile con motore diesel o a gas metano e nelle versioni<br />

a due o tre assi, Econic unisce efficienza e sicurezza, sempre.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

74<br />

Soluzioni<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

MERCEDES-BENZ ECONIC<br />

In città pulizia a tutto gas<br />

Gianenrico Griffini<br />

Motore di 7,7 litri di cilindrata a gas naturale<br />

da 302 Cv e cambio automatico Allison a sei rapporti<br />

per il tre assi della Stella, in forza all’Amsa di Milano<br />

Il Mercedes-Benz<br />

Econic con<br />

motorizzazione<br />

a gas naturale<br />

compresso<br />

durante un turno<br />

di lavoro<br />

per le strade<br />

di Milano.<br />

Propulsore di 7,7 litri di cilindrata alimentato<br />

a gas naturale compresso (Cng), cambio<br />

automatico Allison a sei rapporti, compattatore<br />

a carico posteriore Farid T1 SM e alza-voltacassonetti<br />

automatico della Zoeller sono i principali<br />

componenti del Mercedes-Benz Econic<br />

2630 NGT fotografato in queste pagine. Il tre assi<br />

della Stella è in forza all’Amsa, l’Azienda Milanese<br />

Servizi Ambientali, che lo impiega nei servizi di<br />

raccolta porta a porta dei rifiuti solidi urbani, con<br />

continue fermate e ripartenze ogni 250 metri circa.<br />

La scelta della motorizzazione alternativa, ba-<br />

sata sul sei cilindri in linea OM 936 G alimentato<br />

a gas naturale compresso, è stata determinata<br />

da molteplici fattori operativi. Prima di tutto, l’esigenza<br />

di abbattere le emissioni gassose in ambiente<br />

urbano, in modo particolare quelle di anidride<br />

carbonica (CO 2) .<br />

Come scendono le emissioni<br />

Che vengono ridotte del 20 per cento con il metano<br />

di origine fossile, rispetto a un diesel Euro<br />

VI di potenza equivalente. In prospettiva, con l’impiego<br />

di bio-metano ottenuto dalla fermentazione<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

MERCEDES-BENZ ECONIC<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

75<br />

I principali componenti della bocca<br />

di carico Zoeller del compattatore<br />

a carico posteriore della Farid.<br />

Anche elettrico a batterie<br />

delle bio-masse e dagli scarti delle lavorazioni<br />

agricole, si possono addirittura azzerare le quantità<br />

di gas a effetto serra prodotte.<br />

Raccoglie e compatta in silenzio<br />

Un altro importante fattore di scelta riguarda la<br />

silenziosità del propulsore NGT (che ha un rapporto<br />

di compressione nettamente inferiore a<br />

un’unità a gasolio), particolarmente utile durante<br />

le operazioni di raccolta e compattazione dei rifiuti<br />

nelle prime ore del mattino. Sull’Econic a gas le<br />

bombole in acciaio composito sono distribuite a<br />

fianco del telaio a longheroni e traverse in due<br />

gruppi di quattro. Quelle di sinistra sono di 100<br />

litri ciascuna, mente sul lato destro del veicolo i<br />

contenitori hanno una capacità unitaria di 70 litri.<br />

Nel complesso, i 680 litri di carburante stivati a<br />

Si chiama Q-Econic il Mercedes-Benz Econic a propulsione<br />

elettrica, realizzato dallo sviluppatore e integratore di sistemi<br />

tedesco Quantron. Che è specializzato nell’offerta di soluzioni<br />

di mobilità elettriche sia mediante batterie, sia a fuel cell. Il veicolo,<br />

dotato di compattatore a carico posteriore, è stato testato<br />

in condizioni operative reali per la raccorta dei rifiuti porta a porta<br />

(900 cassonetti in un turno di lavoro) nella città di Ulm, con percorrenze<br />

giornaliere attorno agli 80 chilometri.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

76 VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

MERCEDES-BENZ ECONIC<br />

A destra,<br />

un sensore<br />

a ultrasuoni<br />

della bocca<br />

di carico. Sotto,<br />

lo scarico dietrocabina<br />

e l’apertura<br />

della porta<br />

sul lato destro.<br />

All’estrema<br />

sinistra<br />

le bombole<br />

di metano.<br />

Sopra,<br />

il sollevamento<br />

di un bidone.<br />

Sotto, uno<br />

dei sensori<br />

di sicurezza.<br />

bordo permettono un’autonomia operativa di almeno<br />

10 ore. Il propulsore a gas, che ha una potenza<br />

massima di 302 Cv e una coppia di picco di<br />

1.200 Newtonmetro, è abbinato a un cambio automatico<br />

Allison della Serie 3000 a sei rapporti<br />

con convertitore di coppia. Le principali caratteristiche<br />

costruttive dell’Allison sono descritte nel<br />

box della pagina a fianco. L’automatico è adatto<br />

al montaggio di due prese di forza, predisposte<br />

con flangia per albero di trasmissione o per l’applicazione<br />

diretta di una pompa.<br />

Automatico con convertitore<br />

Il cambio può essere dotato di rallentatore idraulico,<br />

che consente di limitare al massimo il ricorso<br />

all’impianto frenante di servizio tuttodischi e, quindi,<br />

di ridurre i costi degli interventi di manutenzione.<br />

L’Econic monta una cabina in alluminio ad<br />

accesso facilitato (low entry), con un’altezza utile<br />

di 1.745 millimetri. In alternativa, è disponibile un<br />

abitacolo ribassato, che offre una luce interna di<br />

1.295 millimetri. In entrambi i casi rimane invariato<br />

lo sbalzo anteriore di 1.880 millimetri.<br />

Giugno <strong>2021</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

MERCEDES-BENZ ECONIC<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

77<br />

L’Allison ai raggi X<br />

L’automatico Allison dell’Econic è<br />

dotato di convertitore di coppia, che<br />

moltiplica la coppia in ingresso. Alle spalle<br />

del convertitore si trovano un treno di ingranaggi, un modulo<br />

di controllo, e un circuito di raffreddamento del fluido idraulico.<br />

Il convertitore di coppia, a sua volta, prevede una pompa collegata<br />

all’albero motore, una turbina azionata dalla pompa,<br />

uno statore, che funge da elemento di reazione, e una frizione<br />

di blocco. L’insieme degli ingranaggi planetari determina i rapporti<br />

disponibili e la direzione del moto.<br />

Numerosi i dispositivi di sicurezza di ultima generazione<br />

disponibili per l’Econic, che sono stati<br />

pensati per un veicolo che opera prevalentemente<br />

in ambiente urbano. Il 2630 NGT fotografato in<br />

queste pagine è allestito con un compattatore<br />

monopala a carico posteriore T1 SM della Farid<br />

(con bocca di carico di 1.785 millimetri) che, a sua<br />

volta, è abbinato a un’attrezzatura alza-voltacassonetti<br />

Rotary 2418 costruita dalla Zoeller. Sul<br />

cinematismo vuota bidoni è presente un sistema<br />

di sicurezza a ultrasuoni, che blocca il movimento<br />

in presenza di un ostacolo (passante, operatore,<br />

animale domestico), situato o in procinto d’entrare<br />

nel raggio d’azione della macchina.<br />

di persone: 1,4 milioni di residenti e 800mila city<br />

users nella città di Milano e circa 430 mila residenti<br />

negli altri comuni dell’area metropolitana<br />

milanese e della provincia di Varese serviti dall’azienda.<br />

Amsa ha oltre 3mila dipendenti e dispone<br />

di dodici riciclerie. Ha una flotta di circa<br />

1.370 automezzi, un terzo dei quali alimentati a<br />

metano. La società raccoglie a Milano oltre il 63<br />

per cento di rifiuti riciclabili.<br />

Questa percentuale, pone il capoluogo lombardo<br />

ai primi posti per la raccolta differenziata fra<br />

tutte le metropoli europee.<br />

l<br />

Uno dei<br />

dispositivi<br />

di sicurezza<br />

disponibili<br />

per l’Econic<br />

che garantisce<br />

la frenata<br />

automatica<br />

d’emergenza.<br />

I numeri di Amsa<br />

Amsa, società del gruppo A2A, si occupa di servizi<br />

ambientali e serve cittadini e imprese di<br />

Milano e di numerosi comuni dell’hinterland milanese.<br />

Fra questi, Bresso, Buccinasco, Cor -<br />

mano, Corsico, Gerenzano, Novate Milanese,<br />

Paderno Dugnano, Pero, Pioltello, Segrate, San<br />

Do nato Milanese, San Giuliano Milanese, Sa -<br />

ronno, Settimo Milanese, Trezzano sul Naviglio<br />

e Uboldo. Amsa offre soluzioni studiate in base<br />

alle esigenze delle diverse utenze. Si occupa<br />

dell’igiene urbana in un’area di 360 chilometri<br />

quadrati, sulla quale gravitano oltre 2,6 milioni<br />

Giugno <strong>2021</strong>


78 VEICOLI&ALLESTIMENTI NEWS<br />

Elettromobilità<br />

Made in Euskadi<br />

Trazione elettrica con range extender<br />

per il tre assi ie Truck del costruttore basco allestito<br />

con compattatore per la raccolta dei rifiuti<br />

In apertura, l’ie Truck<br />

in configurazione 6x2,<br />

allestito<br />

con compattatore<br />

per la raccolta<br />

dei rifiuti.<br />

Sopra, il posto guida.<br />

A destra, i due<br />

serbatoi per il gas,<br />

che alimentano<br />

il range extender.<br />

Se l’energia erogata dalle batterie non è<br />

sufficiente (oggi) a garantire l’autonomia<br />

operativa di un camion elettrico, si può<br />

ricorrere, almeno per le applicazioni heavy<br />

duty, a un range externder. E’ la soluzione<br />

adottata dal costruttore basco Irizar per l’ie<br />

Truck, un autotelaio disponibile in configurazione<br />

4x2 e 6x2 per missioni di trasporto in<br />

aree urbane, come la raccolta e la compattazione<br />

dei rifiuti. Dotato di cabina ad accesso<br />

facilitato con piano di calpestio a 370 millimetri<br />

da terra, il veicolo monta un motore elettrico<br />

sincrono a magneti permanenti da 235 o da<br />

350 kW, alimentato da un pacco batterie agli<br />

ioni di litio con capacità compresa fra 127,5 e<br />

340 kWh. Le batterie sono collocate fra i longheroni<br />

(come il motore elettrico) e sul lato<br />

sinistro del telaio. Il range extender, responsabile<br />

della ricarica degli accumulatori (quindi<br />

non collegato alla catena cinematica), è un<br />

propulsore Cursor 9 a gas da 400 Cv. In questa<br />

configurazione, l’autonomia operativa del compattatore<br />

è compresa fra 175 e 225 km. l<br />

Giugno <strong>2021</strong>


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