Waste n. 16 giugno 2021
Bioplastiche e forsu. Per un composto di qualità Nuove rubriche, ma il cambiamento non finisce qui...
Bioplastiche e forsu. Per un composto di qualità
Nuove rubriche, ma il cambiamento non finisce qui...
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Anno V<br />
Giugno<br />
<strong>2021</strong><br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
3,2,1<br />
IMPATTO… ZERO!<br />
SU<br />
DI<br />
GIRI!<br />
BIOPLASTICHE<br />
E FORSU.PER UN<br />
COMPOST DI QUALITÀ<br />
NUOVE RUBRICHE,<br />
MA IL CAMBIAMENTO<br />
NON FINISCE QUI…
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Casa Editrice la fiaccola srl<br />
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2 SOMMARIO<br />
ISSN 2610-9069<br />
Numero <strong>16</strong><br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
In primo piano<br />
8 Cestino d’oro<br />
Processo per il riciclo<br />
upcycling delle vetroresine<br />
10 Up e Downcycling<br />
Progetti geniali, idee bizzarre<br />
11 <strong>Waste</strong> Strategy<br />
Cosa sta cambiando<br />
nel business dei rifiuti<br />
12 Recupero materiali<br />
Aeromobili parte 3.<br />
Il quadro della situazione<br />
<strong>16</strong> Veicoli fuori uso<br />
Soluzioni e tecnologie per il<br />
riuso e riciclo dei componenti<br />
Economia circolare<br />
20 Discografia green<br />
Produrre musica a impatto<br />
zero, si può !<br />
24 L’intervista<br />
Bioplastiche e FORSU.<br />
Marco Versari, Presidente<br />
di Assobioplastiche<br />
28 CircolarMente<br />
Esempi di valorizzazione<br />
delle risorse materiche<br />
da rifiuto<br />
Energia<br />
32 Idrogeno verde e rinnovabili<br />
Obiettivo 2030: l’Unione<br />
Europea mette il turbo<br />
Rifiuti solidi<br />
34 Sistemi di sicurezza<br />
Obiettivo zero infortuni<br />
all’interno degli impianti<br />
42 Attrezzature<br />
Pinza di selezione in aiuto<br />
al riuso e riciclo<br />
44 Vaglio a tamburo<br />
Tecnologia per la separazione<br />
dei materiali più svariati<br />
46 Selezionatrici<br />
Alto grado di separazione<br />
per rifiuti tessili misti<br />
48 Rifiuti da C&D<br />
In arrivo l’End of <strong>Waste</strong><br />
per detriti da demolizione<br />
e costruzione<br />
50 Sperimentazione RENTRi<br />
Evoluzione digitale nella<br />
tracciabilità dei rifiuti<br />
Biowaste<br />
54 Impianti 4.0<br />
Due nuovi ecoprogetti per<br />
ottimizzare il compostaggio<br />
58 Scarti da macellazione<br />
Tecnologie sofisticate per<br />
trasformare i sottoprodotti<br />
Acque reflue<br />
64 Patrimonio blu<br />
Il punto sul ruolo<br />
della risorsa idrica<br />
66 Innovazione digitale<br />
L’industria idrica deve<br />
darsi una mossa<br />
Veicoli&Allestimenti<br />
Rubriche<br />
3 Editoriale<br />
4 Advertiser e aziende citate<br />
6 Numeri e poltrone<br />
27 News economia circolare<br />
31 News energia<br />
38 News rifiuti solidi<br />
56 News biowaste<br />
62 News acque reflue<br />
wasteweb.it<br />
waste@fiaccola.it<br />
74 Igiene urbana<br />
Il compattatore con motore<br />
a gas per una raccolta rifiuti<br />
stellare<br />
72 News veicoli&allestimenti<br />
Direttore Responsabile<br />
Lucia Edvige Saronni<br />
lsaronni@fiaccola.it<br />
General Manager<br />
Giuseppe Guzzardi<br />
gguzzardi@fiaccola.it<br />
Consulenza Tecnico-Scientifica<br />
Marco Comelli<br />
mcomelli@fiaccola.it<br />
Coordinamento Editoriale<br />
Federica Lugaresi<br />
flugaresi@fiaccola.it<br />
Redazione<br />
Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />
Fabrizio Parati, Gianenrico Griffini<br />
(Responsabile della sezione veicoli<br />
e allestimenti), Emilia Longoni<br />
waste@fiaccola.it<br />
Collaboratori<br />
Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />
Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />
Alessandro Marangoni, Giovanni Milio, Mattia<br />
Molena, Eliana Puccio, Michele Ragonese,<br />
Riccardo Rossi<br />
Segreteria<br />
Jole Campolucci<br />
jcampolucci@fiaccola.it<br />
Impaginazione e progetto grafico<br />
Studio Grafico Page<br />
Novate Milanese (MI)<br />
Amministrazione<br />
Francesca Lotti<br />
flotti@fiaccola.it<br />
Margherita Russo<br />
amministrazione@fiaccola.it<br />
Abbonamenti<br />
Mariana Serci<br />
abbonamenti@fiaccola.it<br />
Traffico e pubblicità<br />
Laura Croci<br />
marketing@fiaccola.it<br />
Marketing e pubblicità<br />
Sabrina Levada (Responsabile estero)<br />
slevada@fiaccola.it<br />
Agenti<br />
Giorgio Casotto<br />
T 0425 34045 - Cell. 348 5121572<br />
info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia,<br />
Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna<br />
(escluse Parma e Piacenza)<br />
Trimestrale - LO/CONV/059/2010<br />
Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />
Stampa<br />
Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi)<br />
ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />
STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313<br />
21/11/1985 - Roc 32150<br />
Prezzi di vendita<br />
abb. annuo Italia Euro 60,00<br />
abb. annuo Estero Euro 120,00<br />
una copia Euro 20,00<br />
una copia Estero Euro 40,00<br />
È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale<br />
di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa<br />
rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali,<br />
ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati<br />
rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito<br />
nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre<br />
comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo<br />
regolamento UE sulla Privacy N.20<strong>16</strong>/679. Qualora non desiderasse<br />
ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />
alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it<br />
Organo di informazione e<br />
documentazione<br />
Questo periodico è associato all’Unione<br />
Stampa Periodica Italiana: numero di<br />
iscrizione 15794<br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
20123 Milano | Via Conca del Naviglio 37<br />
Tel. +39 02 89421350 - Fax +39 02 89421484<br />
fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com
EDITORIALE<br />
3<br />
È UNA QUESTIONE<br />
DI CELL(UL)E.<br />
A COMBUSTIBILE.<br />
Il tema del momento è l’idrogeno, in tutti i colori immaginabili,<br />
dall’innominabile grigio al molto sospetto<br />
blu, fino al verde (ma non dimentichiamo il turchese<br />
e il rosa, due opzioni interessanti almeno per chi scrive).<br />
Se ne parla perché sono in arrivo una valanga di soldi<br />
pubblici, sia nazionali che europei, dentro e fuori il PNRR<br />
e Next Generation Europe… Ciò che lascia perplessi è la<br />
guerra intestina (aggettivo scelto non a caso) che si è scatenata<br />
contro l’idrogeno soprattutto nella mobilità, da parte dei fautori dell’elettrico<br />
a batteria contro quelli dell’elettrico a celle a combustibile. Attacchi<br />
che si sono spostati anche sul fronte lessicale, dove si cerca di far passare<br />
il concetto che elettrico=batterie, e che hanno coinvolto anche il novello<br />
MITE, accusato di tradimento della causa per avere seguito le direttive europee<br />
in materia (basterebbe leggersi i documenti). Forse l’Europa è un bestione<br />
troppo grosso con cui prendersela…<br />
Naturalmente si tratta alla fine solo di liti per la spartizione dei denari pubblici,<br />
dove scatta sempre la sindrome da “gioco a somma zero”: se danno i soldi<br />
agli altri ce n’è di meno per noi. Un’impostazione che purtroppo infesta da<br />
sempre ogni discorso ambientale, abituato a vivere di sussidi, anche nel nostro<br />
settore specifico. Di idrogeno parliamo nella nuova sezione energia<br />
della rivista, incidentalmente perché l’idrogeno cui si pensa sarà quello ricavabile<br />
dall’acqua utilizzando l’eccesso di produzione delle rinnovabili non<br />
programmabili, che altrimenti diverrebbe scarto perché se immesso in rete<br />
ne provocherebbe l’instabilità.<br />
Le novità di questo numero pre-estivo non finiscono qui. Abbiamo tre nuove<br />
rubriche fisse. La prima è affidata a Marco Capellini, CEO di Matrec, già conosciuto<br />
dai lettori per l’intervista dello scorso numero, e che naturalmente<br />
si occuperà di materiali. La seconda vede in campo Alessandro Marangoni,<br />
fondatore e anima di Althesys, punto di riferimento dello studio nel settore<br />
della gestione rifiuti, energia e utilities. Suo argomento le strategie in evoluzione<br />
nel mondo del waste e dell’economia circolare. Terza rubrica,<br />
fatta in casa dalla redazione, sui temi top e down del settore. Ma questo<br />
è un numerone, anche dal punto di vista della foliazione: c’è l’intervista<br />
a Marco Versari sulle bioplastiche, la terza e ultima parte<br />
dello speciale sul riciclo degli aerei di linea, le rubriche fisse…<br />
Insomma, nonostante l’incertezza della situazione, sì… viaggiamo.<br />
Marco Comelli
4 ADVERTISERS<br />
bongioannimacchine.com . . . . . . . . .5<br />
mercedes-benz-trucks.com/it_IT/ . . .73<br />
Anno V<br />
Giugno<br />
<strong>2021</strong><br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
3,2,1<br />
IMPATTO… ZERO!<br />
IN COPERTINA<br />
canginibenne.com . . . . . . . . . . .III Cop<br />
pal-greendivision.it . . . . . . . . . . . . . .15<br />
ecomondo.com . . . . . . . . . . . . . . . . .63<br />
palmierigroup.com . . . . . . . . . . . . . .23<br />
SU<br />
DI<br />
GIRI!<br />
BIOPLASTICHE<br />
E FORSU.PER UN<br />
COMPOST DI QUALITÀ<br />
NUOVE RUBRICHE,<br />
MA IL CAMBIAMENTO<br />
NON FINISCE QUI…<br />
ecotecsolution.com . . . . . . . . . . .39,41<br />
atlantide-web.it . . . . . . . . . . . . .IV Cop<br />
forrec.eu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13<br />
iesbiogas.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9<br />
panizzolo.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />
sardiniasymposium.it . . . . . . . . . . . .71<br />
tanaitalia.com . . . . . . . . . . . . . . . . . .53<br />
tomra.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .27<br />
Un po’ vintage e un po’ no. La scelta della cover<br />
di <strong>giugno</strong> è caduta sul long playing, che è<br />
stato introdotto per la prima volta nel 1948<br />
dalla Columbia Records.<br />
Noto anche con la sigla LP, identifica il formato<br />
standard di disco in vinile sul quale vengono<br />
incisi, in forma analogica, gli album discografici.<br />
Nell’industria musicale di oggi,<br />
esistono artisti che vogliono fare la differenza<br />
registrando e producendo album a impatto<br />
zero, ossia azzerando le emissioni di CO 2 .<br />
Nella pratica? Utilizzando energie rinnovabili<br />
per il funzionamento delle attrezzature musicali,<br />
e producendo musica autonomamente,<br />
in uno studio di proprietà. Una sfida che dovrebbe<br />
diventare un modello di business sostenibile.<br />
Per tutti coloro che fanno musica.<br />
incofin.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .57<br />
volvoce.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19<br />
xylem.com . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65<br />
indeco.it . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61<br />
wheeliot.com . . . . . . . . . . . . . . . .II Cop.<br />
zeroemission.show . . . . . . . . . . . . . .79<br />
AZIENDE CITATE<br />
A<br />
Agylix Corporation ..................10<br />
Allison ....................................74<br />
Althesys..................................11<br />
Asso Bioplastiche ..................24<br />
Audi........................................18<br />
B<br />
Baux ......................................29<br />
BMW ......................................18<br />
British Airwase ......................12<br />
C<br />
Cangini ..................................42<br />
D<br />
Data4........................................6<br />
Dulevo International ..............72<br />
E<br />
Ecotech Solution ....................44<br />
EIT InnoEnergy ......................31<br />
Euroinformatica......................50<br />
F<br />
Farid ......................................74<br />
H<br />
Hyundai ..................................17<br />
I<br />
Incofin ....................................35<br />
Irizar ......................................78<br />
K<br />
Kokoboard ..............................29<br />
Korec........................................8<br />
M<br />
Marie Tecnimont SpA..............10<br />
Matrec....................................28<br />
Mercedes-Benz ......................74<br />
Michelin..................................30<br />
N<br />
NextChem ..............................10<br />
P<br />
Peugeot..................................18<br />
Polestar..................................18<br />
Pyratecs ................................56<br />
R<br />
RedUnit ..................................59<br />
Renault ..................................18<br />
Rice House ..............................7<br />
S<br />
Saxa Gres ................................6<br />
Snam......................................54<br />
Stadlear..................................46<br />
T<br />
Tomra ....................................46<br />
V<br />
Vogelsang ..............................58<br />
Volvo ......................................18<br />
X<br />
Xylem Water Solutions............66
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
2 3<br />
4<br />
6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
NUMERI E POLTRONE<br />
1 2 3 4<br />
Numeri e poltrone<br />
Saxa Gres<br />
Obiettivo Circular<br />
Economy<br />
Sostenibilità<br />
ambientale e<br />
competitività<br />
delle imprese passano<br />
attraverso le<br />
competenze. Il gruppo<br />
imprenditoriale Saxa<br />
Gres con sede ad<br />
Anagni, è la prima<br />
Circular Factory a<br />
realizzare<br />
12 3<br />
4<br />
pavimentazione urbana<br />
con un processo “end of<br />
waste” che consente di<br />
recuperare fino al 30%<br />
di materiali provenienti<br />
dal ciclo dei rifiuti (come<br />
le ceneri da<br />
termovalorizzatori).<br />
La nuova generazione di<br />
prodotti, realizzati con<br />
spessori da 5 a 6,5 cm, è<br />
ottenuta con un mix di<br />
argille e ceneri<br />
recuperate da<br />
inceneritori locali e<br />
cave, ed è in grado di<br />
rispondere ad<br />
importanti sollecitazioni.<br />
A fine febbraio, l’utility<br />
milanese A2a ne ha<br />
rilevato il 27,7% del<br />
capitale…<br />
Ecolamp<br />
Eureka!<br />
Il trattamento<br />
dei RAEE<br />
garantisce<br />
vantaggi ambientali,<br />
sanitari ed economici.<br />
La raccolta di R4 e R5<br />
(rispettivamente<br />
apparecchi<br />
elettrodomestici e<br />
lampadine fluorescenti,<br />
lampade a led), avviene<br />
capillarmente<br />
attraverso una<br />
struttura che copre<br />
tutto il territorio<br />
nazionale.<br />
I dati raccolti dal<br />
1°gennaio a inizio del<br />
mese di marzo<br />
registrano 314.702,40<br />
12 3<br />
4<br />
Kg di R5, con un tasso<br />
di recupero annuale<br />
pari al 96,1%.<br />
308.888 sono i Kg di R4<br />
ritirati, con un recupero<br />
del 97,7%.<br />
Dal 2008 al 2020, sono<br />
state 159,5 milioni le<br />
lampadine raccolte.<br />
DATA4<br />
Più green<br />
con il referente<br />
per la sostenibilità<br />
Jean-Paul<br />
Leglaive è il<br />
nuovo Direttore<br />
QHSE (Qualità, salute,<br />
sicurezza e ambiente) e<br />
responsabile delle<br />
strategie di sviluppo<br />
sostenibile per Data4.<br />
La società ha nominato<br />
Leglaive il quale dovrà<br />
supervisionare e<br />
coordinare la strategia<br />
CSR (Corporate social<br />
responsability) di<br />
Data4. Il progetto ha<br />
l’obiettivo di rendere<br />
Data4 un attore green<br />
di riferimento nel<br />
settore dei data center,<br />
riducendo il proprio<br />
impatto ambientale -<br />
compreso quello dei<br />
clienti – lungo tutta la<br />
catena di valore.<br />
“Sono particolarmente<br />
entusiasta di unirmi a<br />
Data4 in un momento<br />
chiave della sua<br />
attività. È una sfida che<br />
si inserisce in modo<br />
naturale tra le altre<br />
missioni di cui sono<br />
stato incaricato, come<br />
migliorare la<br />
soddisfazione del<br />
cliente (ISO 9001),<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
NUMERI E POLTRONE<br />
PRIMO PIANO<br />
12 3<br />
4<br />
7<br />
Ricehouse<br />
W gli “sposi”<br />
Una startup (che<br />
noi teniamo<br />
d’occhio da tempo),<br />
e che trasforma gli scarti<br />
derivanti dalla lavorazione<br />
del riso in materiali<br />
naturali per la bioedilizia.<br />
Recentemente è avvenuto<br />
il “salto”… e non stiamo<br />
parlando di ricette.<br />
Ricehouse ha concluso un<br />
aumento di capitale pari a<br />
600 mila euro con<br />
l’ingresso di nuovi soci<br />
nella compagine<br />
societaria. L’iniezione<br />
consentirà alla startup di<br />
12 3<br />
4<br />
raggiungere 3 milioni di<br />
fatturato entro il <strong>2021</strong> e di<br />
sviluppare progetti legati<br />
ad efficienza energetica ed<br />
economia circolare.<br />
“Siamo davvero felici che<br />
abbiano deciso di darci<br />
fiducia realtà importanti<br />
del mondo del venture<br />
capital come Boost Heroes<br />
(Gruppo B Holding),<br />
Impact Hub e a|impact,<br />
insieme a imprenditori<br />
come Jean-Sébastien<br />
Decaux e eccellenze<br />
alimentari riconosciute a<br />
livello nazionale come<br />
Riso Gallo” ha dichiarato<br />
Tiziana Monterisi, Founder<br />
e CEO di Ricehouse.<br />
L’azienda ha tutti i numeri<br />
per diventare punto di<br />
riferimento internazionale,<br />
proponendo prodotti<br />
leggeri, atossici e naturali.<br />
ridurre gli impatti<br />
ambientali e il<br />
consumo di energia<br />
(ISO 14001 e 50001),<br />
migliorare la salute e<br />
la sicurezza degli<br />
stakeholder (ISO<br />
45001) o la sicurezza<br />
dei sistemi informativi<br />
(ISO 27001), nell’ambito<br />
del Sistema di Gestione<br />
Integrato (IMS) di<br />
DATA4” ha dichiarato<br />
Leglaive.<br />
European Pellet Council (EPC)<br />
Incarico di fuoco!<br />
L’associazione europea che dà<br />
voce al settore del pellet di<br />
legno, ha annunciato il nuovo<br />
incarico per Annalisa Paniz nel ruolo di<br />
vicepresidente.<br />
La nuova nomina è arrivata pochi<br />
giorni dopo la pubblicazione dei nuovi<br />
standard revisionati dallo schema di<br />
certificazione di qualità del pellet<br />
ENplus ® .<br />
Tra questi, saranno imprescindibili<br />
norme più stringenti su tracciabilità e<br />
catena di custodia del materiale, una<br />
migliore regolamentazione dei<br />
contratti di intermediazione, e l’obbligo<br />
di indicazione sui sacchi del lotto di<br />
produzione.<br />
“Accolgo questa nomina – ha spiegato<br />
Annalisa – come la conferma del ruolo<br />
guida dell’Italia nel settore del pellet<br />
europeo. Il nostro Paese è il più<br />
importante mercato mondiale del<br />
pellet su scala domestica-residenziale.<br />
Sono convinta che lavorando in<br />
sinergia e facendo squadra a livello<br />
comunitario, il settore potrà vincere le<br />
principali sfide che lo attendono: la<br />
decarbonizzazione del settore del<br />
riscaldamento e del raffrescamento e<br />
la salvaguardia della qualità dell'aria.<br />
In questo senso, il pellet di legno è una<br />
delle principali soluzioni già<br />
disponibili”. E noi non possiamo che<br />
augurare in bocca al lupo!
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
WASTE AWARD<br />
Cestino d’oro<br />
Marco Comelli<br />
Ricerca con R maiuscola se ne fa anche nel nostro Paese.<br />
Come nel caso di Korec che brevetta un processo<br />
per il riciclo upcycling della vetroresina. Un materiale a larga<br />
diffusione che è destinato in massima parte alla discarica<br />
Il riciclo delle<br />
vetroresine<br />
è sempre stato<br />
complesso perché<br />
trattasi di materiali<br />
compositi.<br />
Ora col nuovo<br />
brevetto, tramite<br />
pirolisi si scindono<br />
i due componenti<br />
base: la fibra<br />
di vetro (che viene<br />
totalmente<br />
recuperata)<br />
e la resina (con<br />
le medesime<br />
caratteristiche<br />
di quella vergine)<br />
che può così essere<br />
rimiscelata.<br />
Un’opinione corrente relativa all’Italia recita<br />
che il punto debole dell’economia<br />
nazionale risieda nella mancanza di ricerca,<br />
di base ma soprattutto industriale.<br />
C’è moltissimo di vero, ma spesso l’opinione,<br />
che si dovrebbe basare su fatti, diventa una<br />
profezia che si auto avvera.<br />
Se un’innovazione radicale è di origine italiana<br />
non può essere vera, quindi non vale la pena<br />
parlarne, e tantomeno finanziarla.<br />
Nel nostro settore questo meccanismo ha colpito<br />
più di una volta.<br />
Citiamo solo due storie a lieto fine come le plastiche<br />
biobased di Novamont e, ancora più clamorosa,<br />
la vicenda di cui<br />
Col processo brevettato<br />
da Korec, il riciclo upcycling<br />
delle vetroresine, diventa<br />
fattibile e sostenibile<br />
abbiamo parlato più volte,<br />
di Aquafil.<br />
In via preventiva e quasi<br />
apotropaica assegniamo il<br />
Cestino d’Oro di questo<br />
mese a Korec, azienda italiana<br />
(con sede in provincia<br />
di Pisa e impianto pilota nei pressi di Livorno),<br />
che ha sviluppato (e brevettato in tutto il mondo)<br />
un processo per il riciclo upcycling delle<br />
vetroresine.<br />
Ne abbiamo già accennato nel numero di febbraio<br />
dello scorso anno, parlando di un progetto<br />
europeo a cui Korec partecipa.<br />
Le vetroresine, uno dei primi materiali compositi<br />
ad avere larga diffusione (basta citare la<br />
nautica da diporto e le pale delle turbine eoliche)<br />
sono molto difficili da riciclare a meno di<br />
rassegnarsi al downcycling (triturazione e inclusione<br />
in materiali da costruzione) o all’incenerimento<br />
(con rendimento bassissimo), o<br />
come forma di smaltimento più semplice, alla<br />
discarica (oggi il 90% dei prodotti finisce lì).<br />
Soluzione assai poco sostenibile, anche visti i<br />
volumi in gioco: 100.000 tonnellate l’anno solo<br />
in Italia.<br />
Korec, brainchild di due ricercatori e consulenti<br />
di grande esperienza, Laura Saviano e An -<br />
tonello Dimiccoli, ha messo a punto un procedimento<br />
di trattamento della vetroresina a pirolisi<br />
in atmosfera di anidride carbonica.<br />
Sottoposto a temperature<br />
e pressioni precise, il materiale<br />
si scinde nella due<br />
componenti base, la fibra di<br />
vetro, che viene totalmente<br />
recuperata, e la resina, che<br />
ritorna allo stato liquido originario<br />
per l’85% del peso.<br />
La resina ha le stesse caratteristiche di quella<br />
vergine e può essere miscelata con questa,<br />
per ora sino al 20%.<br />
I risultati di qualità sono lusinghieri (si misura con<br />
il numero di iodio, ossia la percentuale di legami<br />
in sa turi che permettono la polimerizzazione),<br />
ma soprattutto il processo ha costi convenienti.<br />
Ora Korec sta per partire con uno stabilimento<br />
di produzione. In bocca al lupo, e intanto complimenti.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
10 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
PUNTI COSPICUI<br />
Upcycling e Downcycling<br />
Federica Lugaresi<br />
La rubrica che mette in evidenza le cose interessanti<br />
del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />
sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />
wow<br />
Avanti coi progetti<br />
di riciclo chimico<br />
Plastica. Quasi fosse la piaga<br />
del XXI secolo. Perché inquina<br />
e non sempre può essere<br />
riciclata, e… bla bla bla. Ma<br />
NextChem, società<br />
controllata Marie Tecnimont<br />
Spa, e Agilyx Corporation<br />
hanno siglato un accordo per<br />
supportare lo sviluppo di<br />
impianti di riciclo chimico<br />
avanzato su scala mondiale.<br />
Verrà utilizzata la tecnologia<br />
avanzata di pirolisi di Agilyx<br />
nel processo di conversione<br />
dei rifiuti plastici misti in<br />
olefine e carburanti circolari.<br />
Grazie al riciclo chimico, la<br />
plastica post consumo verrà<br />
trasformata in componenti<br />
chimici, senza un<br />
“declassamento” in termini<br />
qualitativi. I prodotti così<br />
ottenuti possono essere<br />
riutilizzati in modo continuo,<br />
implementando il recupero<br />
della plastica.<br />
In molti si impegnano a<br />
trovare soluzioni per la<br />
sostenibilità della plastica<br />
(che non può essere riciclata<br />
coi metodi tradizionali), e ora<br />
NextChem contribuisce ad<br />
allungarne il suo ciclo di vita<br />
in ottica di economia circolare<br />
e low carbon. Ora<br />
forse la finiremo di<br />
demonizzare le<br />
materie plastiche…<br />
bleah!<br />
Le scarpe<br />
coi peli di cane<br />
Partiamo dal presupposto che<br />
una scarpa si debba portare ed<br />
usare più e più volte. Partiamo<br />
anche dal concetto che una<br />
calzatura debba durare nel<br />
tempo e soprattutto, se non<br />
indossata, la si possa “ritrovare”.<br />
E invece…<br />
Da un progetto della designer<br />
tedesca Emilie Burfeind,<br />
nominato tra i progetti candidati<br />
al Green Concept Award <strong>2021</strong>,<br />
nasce il prototipo di una<br />
calzatura sportiva biodegradabile<br />
realizzata con l’impiego di<br />
materiali da fonte rinnovabile e di<br />
scarto, di uso non convenzionale.<br />
La tomaia della sneaker a<br />
calzino è costituita da una<br />
“lana” ottenuta da peli di cane<br />
recuperati dalla toelettatura.<br />
Chi si occupa di ciò è una startup<br />
che raccoglie e trasforma in<br />
filato questa risorsa che<br />
generalmente viene gestita<br />
come rifiuto. Attraverso<br />
un processo di lavorazione di<br />
maglieria 3D è stato possibile<br />
produrre una tomaia senza<br />
cuciture e senza scarti,<br />
caratterizzando le aree con<br />
diversa funzionalità. La calza<br />
viene poi immersa in gomma<br />
naturale liquida, con l’obiettivo<br />
di creare una protezione<br />
idrorepellente. Mentre la suola<br />
è realizzata con micelio<br />
mescolato a cellulosa<br />
derivante da scarti<br />
agricoli.<br />
…Ma veramente?????<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
STRATEGIE IN EVOLUZIONE<br />
PRIMO PIANO<br />
11<br />
<strong>Waste</strong> management,<br />
cambia il business dei rifiuti<br />
Secondo i dati dell’Annual Report di WAS - <strong>Waste</strong> Strategy,<br />
il valore della produzione è cresciuto fino a 12 miliardi.<br />
Aumentano la quota di mercato dei maggiori<br />
player (+6,4 per cento) e gli investimenti (+4%)<br />
Alessandro Marangoni<br />
Nel 2019 le maggiori 230 aziende del waste<br />
management (raccolta, trattamento, smaltimento<br />
e selezione rifiuti urbani) hanno<br />
registrato un valore di produzione pari a 11,7 miliardi<br />
di euro, con un aumento dei rifiuti gestiti<br />
(+6,4%) e degli investimenti (+4,1%), rispetto al<br />
2018. Le aziende chiamate a raccogliere e gestire<br />
i rifiuti stanno cambiando, investendo in tecnologie<br />
innovative per recuperarli e trasformarli in energia,<br />
carburanti, nuovi materiali e tanto altro. Le nuove<br />
multiutility stringono alleanze con società energetiche<br />
o multinazionali chimiche e allargano il<br />
proprio perimetro di business in una crescita costante.<br />
Anche nel 2019 sono stati soprattutto i maggiori<br />
player a crescere, nonostante il quadro macroeconomico<br />
debole. I rifiuti gestiti dalle Top 120 si<br />
sono attestati su 26,5 milioni di tonnellate, con un<br />
aumento del 6,4% sull’anno precedente. Crescono<br />
anche gli investimenti (+4,1% rispetto al 2018), pari<br />
a circa 535 milioni di euro.<br />
Le Top 120 pubbliche e private, che coprono il 56%<br />
dei Comuni italiani, servono circa il 70% degli abitanti<br />
e raccolgono il 76% dei rifiuti urbani; hanno<br />
investito il 5,7% del loro valore di produzione, mezzo<br />
punto in più rispetto all’anno precedente. Ancora<br />
maggiore è l’incidenza per le aziende di trattamento<br />
e smaltimento, che cresce al 12,5%. Il 60%<br />
degli investimenti è stato destinato alla realizzazione<br />
di nuovi impianti e al miglioramento di quelli<br />
esistenti.<br />
Un elemento che trova conferma nel Was Report<br />
di quest’anno è l’eterogeneità del quadro italiano:<br />
la distanza tra la prima delle 120 aziende per valore<br />
Alessandro Marangoni, economista<br />
e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />
Althesys, società professionale indipendente<br />
specializzata nella consulenza strategica<br />
e nello sviluppo di conoscenza.<br />
Opera con competenze di eccellenza nei<br />
settori chiave di ambiente, energia,<br />
infrastrutture e utility, nei quali assiste<br />
imprese e istituzioni.<br />
della produzione (multiutility con circa 1,2 miliardi<br />
di euro nel 2019 solo nel waste) e l’ultima (monoutility<br />
locale con meno di 10 milioni) è infatti molto<br />
ampia. Il 30% delle Top 120 opera nelle aree del<br />
Nord Ovest, il 25% nel Centro, il 21% nel Sud e<br />
Isole, il 18% nel Nord Est; solo il 6% è attivo a livello<br />
nazionale.<br />
La raccolta differenziata media aumenta di 1,7<br />
punti percentuali, passando dal 63% al 64,7%, rispetto<br />
ad un dato nazionale che nel 2018 era del<br />
58,1%.<br />
Il comparto del waste management italiano sta<br />
dunque crescendo e cambiando in fretta.<br />
L’innovazione tecnologica sta cambiando il volto<br />
del settore e in particolare dei segmenti del recupero<br />
dei materiali. Nuovi player da altri settori ne<br />
accelerano l’evoluzione e ne aumentano al contempo<br />
la complessità.<br />
l<br />
WAS – <strong>Waste</strong> Strategy è il think tank di Althesys dedicato all’analisi della filiera<br />
produzione-consumo del waste management e del riciclo con un approccio integrato,<br />
che unisce la prospettiva aziendale e industriale a una visione di sistema. Lo scopo<br />
è fornire un quadro unitario e proporre strategie d’impresa e politiche di sistema<br />
che integrino i diversi aspetti: ambientali, sociali, industriali, economici, normativi<br />
e tecnologici. Superare approcci parziali e frammentati è infatti fondamentale<br />
per lo sviluppo del settore e per definire le policy migliori per il Paese.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
SMANTELLAMENTO AEREI<br />
Riciclare progettando<br />
Marco Comelli<br />
La metodologia di design for disassembly approda nell’industria<br />
aeronautica, mentre l’aviazione civile resta sospesa in un limbo.<br />
Ondata di aerei di linea da smantellare in arrivo?<br />
Uno dei Boeing<br />
747-400<br />
della British<br />
Airways ritirati<br />
e avviati<br />
al riciclo l’anno<br />
scorso.<br />
Da quando abbiamo iniziato questa piccola<br />
serie sullo smantellamento ed il riciclo degli<br />
aerei di linea, l’andamento del mercato<br />
ha seguito traiettorie non pienamente previste.<br />
La riduzione del traffico avrebbe in teoria dovuto<br />
spingere le compagnie a liberarsi dei jet widebody<br />
(detti anche twin-aisle, ossia a doppio corridoio)<br />
più anziani. In effetti qualcosa è accaduto,<br />
a partire dalla dismissione dei Boeing 747-400<br />
British Airways che è arrivata sui media di tutto il<br />
mondo. Nove di questi ora, attendono di essere<br />
smantellati sulle piazzole dell’ex base aerea della<br />
RAF a Cotswold nel Gloucestershire. Uno verrà<br />
preservato intatto, ma a disposizione della Air<br />
Salvage International che opera sul sito ci sono<br />
già altri sei Jumbo-jet. Per il resto, la quantità di<br />
aerei di linea dismessi nel 2020 è calata, a 420 unità,<br />
contro le 500 del 2019. Le ragioni sono diverse.<br />
Per alcuni tipi, come l’Airbus 330, i ritiri sono stati<br />
comparabili, 113 nel 2020 contro 118 nel 2019. Ma<br />
per il Boeing 737NG c’è stato un dimezzamento:<br />
da 56 a 24, a causa delle difficoltà del 737 MAX che<br />
ha rallentato il rinnovamento delle flotte di 737.<br />
Una causa più generale è la mancanza di domanda<br />
per le parti riciclate. Negli ultimi mesi si<br />
calcola che solo il 5% della flotta mondiale di<br />
wide-body fosse operativa, contro il 68% dei narrow<br />
body (single aisle) utilizzati nelle linee interne.<br />
Aerei che non volano significano meno manutenzione<br />
e quindi meno ricambi. Diversi A380,<br />
per esempio, non sono stati avviati al riciclo ma<br />
solo parcheggiati perché non esiste domanda<br />
delle loro spoglie. Per i 747 la situazione è migliore<br />
perché vengono usati come aerei cargo.<br />
Una nuova fonte di reddito…<br />
Il quadro comunque non è stabile. I principali operatori<br />
del settore registrano un aumento di richieste<br />
per il semplice parcheggio di aerei non utilizzati,<br />
tant’è che per alcuni di essi l’affitto delle<br />
piazzole sta diventando una linea di business, potendo<br />
offrire prezzi di molto inferiori a quelli carissimi<br />
degli aeroporti, soprattutto in Europa. Ma<br />
il clima europeo non è quello favorevole dei deserti<br />
americani e australiani, casa dei grandi depositi<br />
di aerei “a riposo”. Mantenere efficienti i velivoli<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
SMANTELLAMENTO AEREI<br />
PRIMO PIANO<br />
13<br />
da noi è molto più dispendioso. Le società di ricerca<br />
di mercato prevedono - tra la fine di quest’anno e<br />
il 2022 - l’inizio di un boom dei ritiri e degli smantellamenti;<br />
circa un raddoppio rispetto ai 500 su<br />
cu si era stabilizzato il mercato pre-pandemia. Se<br />
il valore degli aerei interi e volabili scenderà sotto<br />
quello della somma delle loro parti, arriverà l’ondata.<br />
Occorre tuttavia considerare che raddoppiare<br />
di colpo l’offerta di parti di ricambio (come i motori<br />
e l’avionica, ma anche i carrelli e le parti idrauliche)<br />
in un mercato ancora incerto nel recupero, avrà<br />
sicuramente un effetto sui prezzi. Se questi ultimi<br />
scenderanno sotto al minimo necessario per ripagare<br />
i costi di smantellamento, l’ondata si infrangerà<br />
sugli scogli della sostenibilità economica.<br />
Per non parlare degli effetti sui produttori di parti<br />
di ricambio. Un crollo dei prezzi in questo senso,<br />
potrebbe anche spingere molte compagnie “povere”<br />
a prolungare il servizio di aerei già anziani,<br />
una situazione paradossale ma che si è già vista<br />
in altri settori.<br />
…ma è necessario pianificare<br />
Per prodotti con un lungo ciclo di vita come gli aerei<br />
di linea, questi alti e bassi nella parte terminale<br />
della vita utile sono difficili da evitare, aldilà di pro-<br />
Lo spazio<br />
destinato<br />
al singolo<br />
passeggero.<br />
Anche gli interni<br />
sono stati pensati<br />
con materiali<br />
completamente<br />
riciclabili.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
14 PRIMO PIANO SMANTELLAMENTO AEREI Soluzioni<br />
blematiche contingenti come la pandemia. I produttori<br />
fino a poco tempo fa, non si preoccupavano<br />
del fine vita dei loro aerei in fase di progettazione<br />
e costruzione. Al massimo “ragionavano” in termini<br />
di facilità di manutenzione. Troppo complesso<br />
prevedere la situazione a 30 anni dall’entrata in<br />
servizio. Ma qualcosa sta cambiando, e le grandi<br />
aggregazioni politiche si stanno muovendo con<br />
decisione per introdurre regole da applicare per<br />
la gestione del fine vita. Nel settore automotive<br />
esistono e sono attive da anni. Gli aeroplani costituiscono<br />
una flotta molto piccola, e per dimensioni<br />
singole non hanno lo stesso impatto di una<br />
nave. Ma sono anche molto visibili per cui c’è da<br />
attendersi, soprattutto in Europa, qualche azione<br />
in tal senso. Inoltre, per un operatore conoscere<br />
in anticipo le prospettive di smantellamento e riciclo<br />
della sua flotta può garantire una pianificazione<br />
economica più affidabile.<br />
Esiste sempre una prima volta<br />
Precedentemente (almeno ufficialmente) ai<br />
grandi costruttori come Boeing e Airbus, a ragionare<br />
sui principi del “design for disassembly<br />
and recycling” è stata Boom Technology, la startup<br />
che sta realizzando un piccolo aereo di linea<br />
supersonico a 55 posti, l’Overture. L’azienda -<br />
che ha un direttore per la sostenibilità e l’ambiente<br />
- in parallelo alla progettazione di dettaglio<br />
e alla scelta dei materiali, sta concependo un<br />
vero e proprio piano di fine vita. Non esistendo<br />
ancora degli standard industriali per il riciclo di<br />
alcuni dei materiali che Boom intende usare nella<br />
costruzione del suo supersonico, i progettisti<br />
si stanno concentrando, oltre che sulla sicurezza<br />
e le prestazioni, anche su materiali che abbiano<br />
la maggiore probabilità di essere riciclati. E ciò<br />
comporta cercare di prevedere se, da qui a 30-<br />
40 anni, possa esistere un mercato per i materiali<br />
di cui sopra.<br />
I recenti progressi tecnologici aiutano. Boom<br />
prevede di usare per la fusoliera dell’Overture<br />
quasi esclusivamente fibra di carbonio.<br />
Soprattutto facendo attenzione che sia agevolmente<br />
riciclata con i nuovi metodi che sono<br />
stati descritti nella seconda parte di questa<br />
serie. Medesimo approccio per i fluidi idraulici<br />
e i lubrificanti, che oggi vengono spesso bruciati.<br />
La società è convinta di riuscire in questo<br />
modo a garantire oggi, che fra 40 anni, il proprio<br />
aereo sia riciclabile al 100% o quasi.<br />
La circolarità vola.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
<strong>16</strong> PRIMO PIANO Soluzioni<br />
VEICOLI FUORI USO<br />
Ultima corsa?<br />
Cosa succede quando si arriva alla rottamazione di un veicolo?<br />
Ma soprattutto quanti e quali sono i componenti<br />
che hanno già nel loro DNA una second life?<br />
Altri potrebbero averla? Sembra che non si butti via nulla<br />
Federica Lugaresi<br />
Fine corsa, fine vita. In realtà non è proprio<br />
così. Diversamente da quanto si creda infatti,<br />
i veicoli da rottamare identificano una<br />
risorsa molto preziosa ma, prima, devono essere<br />
trattati secondo quanto previsto dalla Direttiva<br />
ELV (2000/53/EC), per poter poi continuare a “vivere”<br />
nel pieno rispetto dell’ambiente.<br />
I target normativi<br />
In ottica di economia circolare, non è corretto<br />
quindi che i veicoli fuori uso si vedano come rifiuto<br />
(all’interno della Comunità europea se ne<br />
generano tra i sette e otto milioni all’anno) poiché<br />
è possibile recuperarne, reimpiegarne o riciclarne<br />
fino al 95% in peso dei componenti. Solo<br />
il 5% resterebbe nella parte non riusabile o riciclabile.<br />
Ed è proprio con la Direttiva di cui sopra,<br />
che si tende al raggiungimento di questi<br />
numeri, e a fare sì che questo volume da potenziale<br />
diventi reale.<br />
Ma secondo il Rapporto Italia del Riciclo 2020,<br />
“per i veicoli a fine vita la percentuale di reimpiego<br />
è ancora al di sotto dell'85% in peso del<br />
veicolo (obiettivo al 2015 fissato dall'art. 7, comma<br />
2, del D.Lgs.209/2003). E ancora appare lontano<br />
l'obiettivo del recupero totale del 95% a<br />
causa dell'assenza di forme di recupero energetico;<br />
una mancanza che decisamente compromette<br />
la possibilità di raggiungere il target<br />
complessivo di recupero”.<br />
Una delle principali ragioni di questi mancati<br />
raggiungimenti è data dalla difficoltà di promuovere<br />
- da parte dei centri di raccolta e degli impianti<br />
di frantumazione - il tema di riciclaggio<br />
per alcuni componenti dei veicoli (ad es. cruscotti,<br />
imbottiture e rivestimenti dei sedili) che,<br />
ad oggi, vengono assemblati in fase di progettazione/costruzione<br />
con modalità tali da rendere<br />
inefficaci, complesse ed onerose le operazioni<br />
di disassemblaggio, recupero e/o riciclo.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
VEICOLI FUORI USO<br />
PRIMO PIANO<br />
17<br />
Il flop…<br />
Secondo il Rapporto Italia del Riciclo<br />
2020, le principali criticità al mancato raggiungimento<br />
del target di recupero dei<br />
veicoli rottamati, restano:<br />
- l’esportazione illegale di veicoli fuori<br />
uso che sottrae notevole quantità di materiali<br />
e ricambi usati, nonché centinaia<br />
di migliaia di tonnellate dei rottami ferrosi<br />
(diversamente disponibili per l’industria<br />
siderurgica nazionale).<br />
- il peggioramento del livello qualitativo<br />
del materiale in ingresso nei centri di demolizione.<br />
Si tenga presente poi, che molti micro impianti<br />
di frantumazione sono ancora sprovvisti di BAT<br />
(Best Available Techniques) che impediscono il<br />
recupero estremo dei materiali derivanti dalla<br />
stessa.<br />
Ci si ingegna…<br />
A parte le soluzioni di recupero delle componenti<br />
“classiche” dei veicoli a fine vita (pneumatici fuori<br />
uso, motore, batterie, lampadine e alluminio),<br />
diventa indispensabile la creazione di mercati<br />
per i materiali provenienti dalla lavo ra zio ne dei<br />
rifiuti generati con la loro demolizione (come per<br />
esempio vetri e plastiche); ma anche consentire<br />
il recupero energetico del<br />
Il fluff è il residuo delle operazioni<br />
di frantumazione e selezione<br />
dei rottami metallici, che<br />
rappresenta in peso una frazione<br />
significativa tra il 15 e il 20%<br />
di un veicolo fuori uso.<br />
fluff (scarto derivante dalla<br />
medesima sorgente) che attualmente<br />
è conferito e<br />
smaltito in discarica.<br />
In realtà le cose stanno<br />
cambiando.<br />
Un esempio tra tutti è dato<br />
da Hyundai che ha lanciato<br />
una collezione di moda upcycling<br />
chiamata “Re:Style<br />
2020″, realizzata impiegando materiali di scarto<br />
derivati sia dalla rottamazione che dal processo<br />
produttivo del veicolo, per riutilizzare i componenti<br />
ferrosi e i metalli normalmente non destinati al<br />
riciclo. La capsule collection (costituita da accessori,<br />
borse e capi di abbigliamento) quindi è la dimostrazione<br />
che i rifiuti considerati scarto, possono<br />
invece diventare una risorsa e prolungare<br />
così la propria vita. Nella pratica? Collane e braccialetti<br />
riutilizzano cinture di sicurezza e vetri delle<br />
auto ed espansi uniti ad oro e perle; gilet realizzati<br />
con airbag e borse create con tessuto dei tappetini<br />
e imbottiture; ma anche tute realizzate con denim<br />
e pelle scartati durante la fase di produzione.<br />
Relativamente agli scarti da fluff, si punta (e già<br />
si sta applicando) ad ottenere in output metalli<br />
EoW tramite il recupero di acciaio, alluminio e<br />
rame (anche da indotti e motori elettrici) in forma<br />
di granuli monomateriale, completamente separati<br />
e classificati come<br />
materia prima seconda (grazie<br />
ad impianti adeguati).<br />
Le modalità di riciclaggio a<br />
fine vita dei veicoli demoliti<br />
hanno quindi un importante<br />
impatto in termini di economia<br />
circolare, ed è per ciò<br />
che sono sempre di più le<br />
case automobilistiche che<br />
stanno iniziando ad utilizzare<br />
materiali riciclati per gli interni (e non solo) dei<br />
loro modelli.<br />
Stessa faccia della medaglia<br />
Se è vero che si cercano soluzioni e tecnologie<br />
sempre nuove per recuperare e riciclare le componenti<br />
e i materiali di un veicolo a fine vita, è altrettanto<br />
vero che le Case costruttrici tendono a<br />
minimizzare l’impatto ambientale dei loro veicoli,<br />
Nel 2018<br />
il riciclo<br />
e il reimpiego<br />
dei veicoli fuori<br />
uso sono stati,<br />
rispettivamente,<br />
di 860.620<br />
e 132.244 kt;<br />
ma la percentuale<br />
di reimpiego<br />
è ancora inferiore<br />
all’85% in peso<br />
del veicolo.<br />
In alto,<br />
un esempio<br />
di rivestimenti<br />
per sedili,<br />
costituiti in PET<br />
riciclato.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
18 PRIMO PIANO VEICOLI FUORI USO Soluzioni<br />
Con i vetri delle<br />
auto rottamate,<br />
Hyundai ha creato<br />
collane<br />
e braccialetti<br />
della linea<br />
Re:Style.<br />
Gli airbag sono<br />
stati riutilizzati<br />
per gilet, mentre<br />
i tessuti<br />
dei tappetini<br />
e la pelle<br />
(scartata durante<br />
le fasi<br />
di lavorazione),<br />
rispettivamente<br />
riusati per borse<br />
e tute.<br />
utilizzando per gli interni materiali alternativi. E<br />
già a partire dalla fase di progettazione, ogni nuovo<br />
veicolo deve integrare materiali riciclati che<br />
vengono valutati in base alla loro fabbricazione<br />
e al loro fine vita.<br />
In Audi per esempio, i materiali riciclati postconsumo<br />
(integrati con alcune nuove sostanze)<br />
vanno a costituire le coperture di plastica sotto<br />
i tergicristalli, la cui produzione comprende il<br />
50% della plastica proveniente dagli involucri<br />
delle batterie, mentre i tessuti riciclati vengono<br />
utilizzati per lo smorzamento dei rumori nella<br />
zona del pavimento dell’auto.<br />
La nuova BMW i3 presenta interni fatti per la<br />
maggior parte di kenaf, un materiale leggero derivato<br />
dalla pianta di malva.<br />
I sedili, invece, sono costruiti con legno sostenibile<br />
e persino il pannello di controllo, rifinito in<br />
eucalipto, è green.<br />
Anche Hyunday con la sua Ioniq Electric, ha deciso<br />
di ridurre l’utilizzo di plastica del 20%. Gli interni<br />
sono prodotti utilizzando plastica riciclata, combinata<br />
con polvere di legno e pietre vulcaniche.<br />
L’ultimo modello della Ford Eco Sport, presenta<br />
un abitacolo di plastica tutta riciclata ed i tappetini,<br />
ad esempio, derivano dal riutilizzo di 470<br />
vecchie bottigliette.<br />
Gli esempo continuano. In casa del Leone, il modello<br />
Peugeot 508 ha una media del 31% dei<br />
materiali riciclati e presenti in natura e circa 80<br />
parti di polimeri contengono materiali di questo<br />
tipo. L’uso di fibre di canapa nei condotti di sbrinamento<br />
del parabrezza e l’uso di polipropilene<br />
riciclato nei deflettori o nel vano della ruota di<br />
scorta ne sono solo un esempio.<br />
Polestar, la società di Volvo, nell’ultimo Model 2<br />
per ridurre l’utilizzo di plastiche, ha realizzato<br />
un abitacolo utilizzando solo fibre naturali.<br />
I sedili invece derivano da bottiglie di plastica riciclate<br />
e il resto degli interni è fatto da scarti di<br />
plastica derivati dalla produzione di sughero;<br />
mentre i tappetini, provengono dal riciclo di reti<br />
da pesca. Anche Renault ZOE, ha un abitacolo<br />
super green, costituito da materiali che arrivano<br />
da cinture di sicurezza riciclate, scarti di tessuto<br />
e recupero di bottiglie di plastica. l<br />
Rottamare un veicolo: ecco cosa si può riciclare<br />
• Batterie che contengono al loro interno metalli<br />
pesanti. Devono essere opportunamente<br />
raccolte e trattate.<br />
• Pneumatici da cui si ricava, previo trattamento,<br />
granulato di gomma e polverino per<br />
applicazioni del settore edile e stradale.<br />
Rappresentano anche un’importante fonte<br />
energetica per settori industriali altamente<br />
energivori.<br />
• RAEE e lampadine i cui vetri, lavati e triturati,<br />
possono essere riusati come lane di vetro<br />
ed isolanti in campo edilizio, ma anche nella<br />
vetrificazione delle superfici di piastrelle.<br />
• Vetri del parabrezza, lunotto posteriore, finestrini<br />
ed interni all’abitacolo, vengono inviati<br />
in stabilimenti specializzati e riciclati.<br />
• Plastica che costituisce diversi componenti<br />
presenti in un veicolo, può essere recuperata<br />
prima della demolizione (paraurti) ed inviata<br />
al riciclo; o recuperata in seguito alla frantumazione<br />
della carcassa e separata in base al<br />
colore ed al polimero di composizione.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
PERFORMANCE<br />
TOTALE
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
20 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
DISCOGRAFIA ECO<br />
Note greentose<br />
Eliana Puccio<br />
L’artista polacco Wojtek ha registrato e prodotto il suo album<br />
a emissioni zero. L’obiettivo è sensibilizzare l’industria musicale<br />
e spingerla ad abbracciare un modello di business sostenibile<br />
Di musica che inquina ne abbiamo<br />
parlato negli scorsi numeri<br />
di <strong>Waste</strong>. Avevamo accennato<br />
anche ad alcuni artisti che si erano rifiutati<br />
di andare in tour per evitare conseguenze<br />
gravi sull’ambiente. Abbiamo<br />
intervistato Wojtek, un pianista e compositore<br />
autodidatta polacco che vive e<br />
crea musica a Berlino, che ha deciso<br />
di provare ad offrire un proprio contributo<br />
dando vita ad un’album a impatto<br />
zero. Fin dall'inizio, Wojtek è stato coinvolto<br />
nel movimento per il clima “Fri -<br />
days for Future” e il suo “Atmo sphere”<br />
è stato registrato e prodotto a emissioni<br />
zero. Con il suo lavoro discografico,<br />
Wojtek vuole ispirare le persone ad agire<br />
al fine di minimizzare le proprie<br />
emissioni di carbonio, e spingere l'industria<br />
musicale a passare ad abbracciare<br />
un modello di business più sostenibile,<br />
consentendo la creazione, il<br />
rilascio e il consumo di musica entro i<br />
confini planetari. L’album parla per lo<br />
stesso Wojtek, che ha sempre preferito<br />
comunicare con la sua musica e le sue<br />
azioni. Artista appassionato ma schivo,<br />
è guidato dal desiderio di creare un<br />
cambiamento a lungo termine.<br />
Wojtek catturerà sicuramente i cuori,<br />
ma anche le menti appassionate di chi,<br />
come lui, tiene a questo pianetae vuol<br />
far di tutto per migliorarlo.<br />
Sotto la cover<br />
dell’album<br />
di Wojtek,<br />
“Atmosphere”.<br />
Il titolo deriva<br />
da un seminario<br />
che l’artista ha<br />
seguito durante<br />
i suoi studi.<br />
Come viene realizzato un album carbon neutral<br />
e cosa significa?<br />
Nel caso del mio album “Atmosphere”, carbon<br />
neutral vuol dire ridurre le emissioni quando<br />
possibile, compensando quello che è impossibile<br />
da eliminare. Possiamo fare la stessa cosa nelle<br />
nostre case, utilizzando<br />
le energie rinnovabili<br />
e riducendo<br />
ciò che consumiamo.<br />
Vale la pena sottolineare<br />
che quel termine<br />
si riferisce sia<br />
alle emissioni dirette<br />
sia indirette. Nel mio<br />
caso non ho dovuto<br />
pensare ad emissioni<br />
molto distanti dal<br />
mio quotidiano.<br />
Parlo in particolare<br />
di quelle generate<br />
dalla produzione delle attrezzature musicali.<br />
Mi stavo preoccupando per la situazione che da<br />
anni ci minaccia e ci tenevo a fare la differenza.<br />
Tentare di cambiare qualcosa nel mondo musicale<br />
era la mossa più importante che potessi<br />
fare nella mia posizione.<br />
Ho proposto l’idea al mio team e l’hanno accolta<br />
con grande entusiasmo, è stato sfidante ma davvero<br />
necessario. Poi, il processo di creazione della<br />
musica carbon neutral si è rivelato più semplice<br />
di quanto pensassi.<br />
Il primo passo era quello di capire quali fossero<br />
le azioni da intraprendere ed eventualmente valutare<br />
le loro possibili conseguenze in termini<br />
del carbon footprint (emissioni di gas serra che<br />
generano). Ho preparato un foglio di calcolo per<br />
controllarlo ed avere tutti i numeri a portata di<br />
mano. Quando possibile, azzeravo completamentele<br />
emissioni usando il cento per cento delle<br />
energie rinnovabili.<br />
Ho affrontato diverse sfide e mi sono posto<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
DISCOGRAFIA ECO<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
21<br />
molte domande durante il percorso, ma sono<br />
stato fortunato da avere la possibilità di consultarmi<br />
con un esperto in cambiamenti climatici<br />
ed energie.<br />
Tutti i miei dubbi, ma anche soluzioni e consigli<br />
su come essere un abitante migliore di questo<br />
pianeta, si possono trovare sul mio sito Web<br />
(www.iamwojtek.com), che può essere fonte di<br />
ispirazione per altri artisti.<br />
Conosci qualcun altro che l’ha già fatto prima?<br />
Non proprio nel mondo della musica ma sì, conosco<br />
tante aziende che sono diventate carbon<br />
neutral e tante altre che ci stanno lavorando<br />
(Google, Ikea, ecc.). Addirittura alcuni stati hanno<br />
annunciato di voler diventare ad emissioni zero<br />
entro il 2050 (inclusa la Cina entro il 2060).<br />
Tuttavia non conosco nessun progetto simile nel<br />
mondo della musica. Se però, una persona sta<br />
producendo tutta la sua musica autonomamente,<br />
alimentata da energie rinnovabili ed in uno<br />
studio di proprietà, si può parlare di una produzione<br />
carbon neutral.<br />
Nel mio caso è stato più complesso perché le diverse<br />
fasi del progetto si sono svolte in luoghi<br />
differenti: registrazione a Londra, mixing a<br />
Berlino e masterizzazione a Varsavia.<br />
Questo ha creato sfide aggiuntive al processo<br />
di creazione del progetto pienamente carbon<br />
neutral.<br />
È TEMPO DI<br />
VALORIZZARE<br />
AL MASSIMO<br />
I METALLI<br />
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Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
22 ECONOMIA CIRCOLARE<br />
DISCOGRAFIA ECO<br />
L’album è stato<br />
registrato<br />
e prodotto<br />
a emissioni zero.<br />
Lo scopo<br />
è puntare<br />
su di un modello<br />
di business<br />
sostenibile.<br />
photo di Przemek Dzienis<br />
Con quali materiali è stato realizzato “At -<br />
mosphere”? Come mai hai scelto di intitolarlo<br />
proprio così?<br />
Spesso utilizzo un microfono portatile, soprattutto<br />
quando viaggio. Quelle registrazioni diventano<br />
poi una specie di cartoline, le mie memorie<br />
registrate in formato audio.<br />
Ho deciso di includerle nell’album perché quelle<br />
persone, eventi, esperienze mi hanno reso<br />
chi sono trasformando il genere di musica che<br />
faccio. Puoi letteralmente sentire i miei genitori,<br />
mia nonna o amici. Non so se gli ascoltatori<br />
possano comprendere perché le conversazioni<br />
sono tutte in polacco, ma per me<br />
significa molto e crea una seconda, più intima,<br />
storia dietro ogni traccia.<br />
Il titolo “Atmosphere” ha origine da un seminario<br />
che ho seguito durante i miei studi di architettura<br />
a Berlino nel 2019. È stata una lezione<br />
molto teorica su come viene creata<br />
un’atmosfera specifica e cosa può significare.<br />
Stavamo discutendo sull’impatto dell’illuminazione,<br />
temperatura, materiali, spazio, dimensioni,<br />
proporzioni, circostanze storiche<br />
ecc. Mi è rimasta impressa e mi sono sono ispirato<br />
a ciò per poter tradurre questa mia conoscenza<br />
in musica e creare la mia atmosfera<br />
con tutti gli elementi diversi, includendo le registrazioni<br />
di cui parlavo prima. Il secondo significato<br />
è relativo al problema globale che accomuna<br />
l’umanità: la crisi climatica che invade<br />
la nostra atmosfera.<br />
Secondo te cosa dovrebbero gli operatori del<br />
mondo musicale per aiutare ad affrontare il<br />
problema del cambiamento climatico?<br />
In primo luogo, dovrebbero parlarne costantemente<br />
perché la gente deve rendersi conto<br />
del problema del riscaldamento globale per<br />
poterlo risolvere.<br />
Secondo me è la questione in assoluto più importante<br />
di questi tempi. Il mio progetto non<br />
rappresenta un grande cambiamento se teniamo<br />
conto della scala delle emissioni globali.<br />
Ma sicuramente lancia un chiaro messaggio:<br />
dobbiamo e possiamo fare qualcosa per affrontare<br />
la crisi.<br />
In secondo luogo, dovremmo smettere di utilizzare<br />
i combustibili fossili e sostituirli con le<br />
energie rinnovabili nei nostri studi di registrazione,<br />
aree concerti e festival.<br />
Pensi che in futuro diventerà sempre più comune<br />
per le case discografiche produrre dischi<br />
a impatto zero?<br />
Lo spero davvero perché è anche una strategia<br />
attuata da diversi stati, quella di diventare carbon<br />
neutral in futuro. Dobbiamo farlo per sfidare<br />
il cambiamento climatico e mantenere le<br />
temperature globali inferiori ai 2C° impegnandoci<br />
a scendere a 1,5 C°.<br />
E’ necessario cambiare ogni singolo settore,<br />
industria musicale inclusa. Mi auguro che tra<br />
qualche anno non sarà nemmeno più necessario<br />
parlarne, perché ritenuto scontato farlo.<br />
Cosa pensi, invece, sui concerti e festival a<br />
impatto zero?<br />
È un ottimo trend! Sono tanti i festival di musica<br />
elettronica organizzati in Germania, per esempio<br />
Feel Festival, che sono sensibili a questo tema<br />
e si impegnano a limitare il più possibile il proprio<br />
impatto sul clima.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
24 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
L’INTERVISTA AL PROTAGONISTA<br />
Marco Versari,<br />
Presidente<br />
Assobioplastiche.<br />
Work in progress<br />
Le bioplastiche compostabili consentono<br />
di risolvere alcuni dei problemi ambientali.<br />
Uno fra tutti lo spreco della frazione organica<br />
dei rifiuti, ricca di materia di alta qualità<br />
che, opportunamente trattata, si identifica<br />
come importante risorsa per ripristinare il suolo<br />
Marco Comelli<br />
Bioplastiche e FORSU, due argomenti di cui<br />
ci occupiamo regolarmente sulle pagine<br />
della rivista. Chi ci segue, ha ormai capito<br />
che cerchiamo di tenere anche su di essi un approccio<br />
che si discosti da quanto si può trovare negli<br />
ormai innumerevoli inserti e speciali dei media<br />
generalisti, relativamente alle tematiche genericamente<br />
“verdi”. In particolare, sposiamo in pieno<br />
la tesi che la ricerca di base ed industriale<br />
sulle bioplastiche debba essere indirizzata verso<br />
sostituti biobased dei polimeri oggi ricavati<br />
da fonti fossili, e non verso polimeri biodegradabili<br />
o compostabili. Il perché lo abbiamo<br />
spiegato ad abundantiam nello speciale<br />
del numero di novembre. Per la<br />
plastica “durevole”, biobased o no, la<br />
strada è il riciclo strettamente controllato.<br />
Unico settore in cui bisogna fare<br />
eccezione è quello della plastica che<br />
fatalmente finisce nella frazione organica<br />
dei rifiuti solidi urbani, in particolare<br />
certi imballaggi, e i famigerati<br />
sacchetti per la raccolta dei<br />
rifiuti. Qui le bioplastiche biodegradabili<br />
e compostabili sono necessarie,<br />
perché eliminano la dispendiosa<br />
(e non sempre efficace operazione<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
L’INTERVISTA AL PROTAGONISTA ECONOMIA CIRCOLARE 25<br />
Economia Circolare<br />
Film<br />
di bioplastica<br />
compostabile.<br />
di “pulitura”) dell’organico da tutto quello che organico<br />
non è. Naturalmente in questa posizione<br />
seguiamo la guada di chi ne sa e ne fa molto più<br />
di noi e da più tempo. E che negli ultimi trent’anni<br />
ha costruito contemporaneamente la leadership<br />
italiana nelle bioplastiche monouso e nel riciclo<br />
della FORSU.<br />
Lo spiega meglio di noi Marco Versari, presidente<br />
di Assobioplastiche, nell’intervista che segue.<br />
Si mette spesso in rilievo che la leadership italiana<br />
nelle bioplastiche compostabili è strettamente<br />
legata alla sua focalizzazione sulla gestione<br />
della FORSU. Da cosa è nata questa<br />
filosofia rivelatasi vincente?<br />
Nasce dalla visione estremamente innovativa con<br />
cui i pionieri dell’industria italiana delle bioplastiche,<br />
verso la fine degli anni ’80, si sono dedicati<br />
allo sviluppo di nuovi prodotti, pensati non tanto<br />
come alternative tout court ad altri già disponibili<br />
sul mercato quanto come strumenti utili a risolvere<br />
veri e problemi ambientali, nello specifico lo spreco<br />
della frazione organica dei rifiuti, risorsa ricca di<br />
materia organica in elevate quantità, che nella<br />
maggior parte dei casi veniva smaltita in discarica.<br />
Attraverso un approccio di sistema e grazie alla<br />
collaborazione con alcuni Comuni l’industria ha<br />
messo a punto le prime soluzioni idonee per consentire<br />
una raccolta della frazione organica igienica<br />
ed efficiente e il successivo avvio a riciclo in impianti<br />
di compostaggio.<br />
Infatti, l’utilizzo di bioplastiche compostabili, potendo<br />
essere trattate insieme al rifiuto organico<br />
senza intaccare la qualità del compost e/o del biogas<br />
generato dopo lo smaltimento, offre una gestione<br />
più semplice dei rifiuti e contemporaneamente<br />
una soluzione per la raccolta stessa.<br />
Utilizzando sacchi per la raccolta differenziata,<br />
shopper e sacchi frutta e verdura compostabili per<br />
la raccolta del rifiuto, è possibile ottimizzare le modalità<br />
di raccolta ed aumentarne la quantità senza<br />
diminuire la qualità. Le bioplastiche compostabili<br />
sono una soluzione anche per altre applicazioni a<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
contatto con i rifiuti organici, come nel caso degli<br />
imballaggi alimentari.<br />
Grazie a questo approccio, l'Italia è oggi in Europa<br />
il paese con la più alta quantità di frazione organica<br />
domestica raccolta e il paese con la maggiore produzione<br />
e consumo di plastiche compostabili.<br />
Come si sta muovendo l'Europa, o non muovendo,<br />
relativamente alla FORSU e al suo trattamento<br />
in ottica di circolarità?<br />
L’Europa ha introdotto una raccolta differenziata<br />
obbligatoria della frazione organica a partire dal<br />
2024. Tuttavia, ad oggi, i dati europei sul trattamento<br />
della frazione organica sono deludenti: dei 113 mi-<br />
Compost<br />
da FORSU, ricco<br />
di sostanza<br />
organica che può<br />
essere riportata<br />
nel suolo.
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
26 ECONOMIA CIRCOLARE<br />
L’INTERVISTA AL PROTAGONISTA<br />
La bioplastica<br />
può essere<br />
riciclata<br />
e/o compostata,<br />
ma è il<br />
compostaggio<br />
una forma<br />
di riciclo, nonché<br />
migliore fine vita<br />
della bioplastica<br />
stessa.<br />
lioni di frazione organica, solo il 34% viene avviato<br />
a riciclo. Un recente studio condotto da Zero <strong>Waste</strong><br />
Europe ed il Biobased Industry Con sortium ha analizzato<br />
il trattamento della frazione organica derivante<br />
da scarti alimentari negli Stati Membri europei.<br />
I numeri mostrano che dei 60 milioni di<br />
tonnellate di rifiuti alimentari solo 9,5 milioni di tonnellate,<br />
pari al <strong>16</strong>% del totale, vengono avviato al<br />
riciclo. In questo contesto, l’Italia è il primo paese<br />
europeo per percentuale di riciclo: infatti, su un potenziale<br />
di tonnellate di rifiuto organico alimentare<br />
pari a 7,7 milioni di tonnellate annue, ne vengono<br />
riciclate circa 3,6 milioni di tonnellate, pari al 47%<br />
del totale (il valore più alto in tutta la EU27+). Tutto<br />
ciò con innegabile beneficio per l’ambiente perché<br />
il rifiuto organico, trasformato in compost con specifici<br />
processi industriali, è una risorsa straordinaria<br />
per ripristinare la materia organica del suolo. Non<br />
possiamo non occuparci dello stato di degrado in<br />
cui versa il suolo, inquinato, depredato, desertificato,<br />
e la minaccia che questa condizione rappresenta<br />
per l’umanità e per il Pianeta. Il suolo svolge un<br />
ruolo centrale nella nostra vita perché è il punto di<br />
partenza per la produzione alimentare, la crescita<br />
della vegetazione, per la ritenzione, filtrazione e<br />
moderazione del flusso di acqua verso le falde acquifere<br />
e i fiumi, la rimozione di contaminanti e riduzione<br />
della frequenza e del rischio di alluvioni,<br />
la regolazione dei flussi di energia da e verso l’atmosfera<br />
e la mitigazione del clima e impatto della<br />
siccità. Il suolo è una risorsa non rinnovabile - occorrono<br />
più di 2000 anni per formare 10 cm di terreno<br />
– e riportarci sostanza organica attraverso il<br />
compost significa, aiutare gli agricoltori ad aumentare<br />
lo stoccaggio di carbonio organico e contribuire<br />
così a ridurre le emissioni di gas serra, incrementando<br />
la fertilità e produttività degli ecosistemi e rigenerare<br />
i territori.<br />
Venendo alle bioplastiche in senso generale,<br />
quale pensa sia la strada giusta in ottica di fine<br />
vita dei prodotti: riciclo, compostaggio o un mix?<br />
La legislazione italiana attuale e potenziale è<br />
conscia delle diverse vie possibili?<br />
Il compostaggio è una forma di riciclo, fine vita<br />
perfetto delle bioplastiche. Come ho già spiegato<br />
l'Italia ha messo a punto un sistema virtuoso di<br />
trattamento della frazione organica all'interno del<br />
quale le plastiche compostabili hanno svolto la<br />
propria azione per la raccolta di qualità. Da ultimo,<br />
proprio negli ultimi mesi, è diventato operativo il<br />
primo consorzio di responsabilità estesa del produttore<br />
per le bioplastiche - BIOREPACK - che<br />
coinvolge i produttori, i trasformatori, gli utilizzatori<br />
e i compostatori.<br />
Il nuovo consorzio, primo al mondo nel settore degli<br />
imballaggi in plastica compostabile, si colloca<br />
all’interno del sistema CONAI come nuovo consorzio<br />
di filiera (settimo) per la gestione a fine vita<br />
degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile<br />
certificati UNI EN 13432, che possono<br />
essere riciclati con la raccolta della frazione organica<br />
dei rifiuti (art. 182 ter del TUA – d.lgs. n.<br />
152/2006) e trasformati, con specifico trattamento<br />
industriale, in compost. Alla base dello sviluppo<br />
dell’industria del riciclo e degli attuali schemi di<br />
compliance risiede il concetto di “responsabilità<br />
estesa del produttore” (Extended Producer<br />
Responsibility, EPR), coniato trent’anni fa e adottato<br />
dall’UE per affrontare il tema delle cosiddette<br />
“esternalità” ossia degli effetti delle attività economiche<br />
che ricadono verso soggetti che non hanno<br />
avuto alcun ruolo in esse.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
NEWS<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
27<br />
Vietato<br />
sperperare<br />
n Stop agli sprechi con gli<br />
RPC (contenitori in plastica<br />
riutilizzabili) di IFCO,<br />
azienda leader nella<br />
fornitura di imballaggi.<br />
Pericolo scampato grazie a<br />
questi contenitori che<br />
garantiranno comunque il<br />
trasporto sicuro di alimenti<br />
e la durata di<br />
conservazione. Nessuna<br />
minaccia, dunque, alla<br />
qualità. Tutti i contenitori in<br />
plastica riutilizzabile di<br />
IFCO vengono riusati tra 30<br />
e 120 volte prima di essere<br />
rimossi dal servizio in<br />
seguito a usura, danni o<br />
modifiche al design. Quelli<br />
danneggiati vengono<br />
riciclati al 100% e utilizzati<br />
per la produzione di nuovi<br />
RPC, riducendo<br />
sensibilmente la richiesta<br />
di materie prime.<br />
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28 ECONOMIA CIRCOLARE NUOVI MATERIALI<br />
CircolarMente<br />
Parte da questo numero una nuova e curiosa rubrica.<br />
Uno spazio dedicato agli aspetti di economia circolare,<br />
relativi alla valorizzazione delle risorse materiche<br />
e, in particolare, di ciò che viene considerato rifiuto<br />
Marco Capellini<br />
matrec.com<br />
Il tema è fondamentale. Anche in relazione<br />
ai molteplici obiettivi prefissati dalla<br />
Commissione Europea in ambito di Green<br />
New Deal, la nuova agenda europea per la<br />
crescita sostenibile e il Piano d’azione per<br />
l’Economia Circolare. Quello che vi proponiamo,<br />
è una serie di contributi finalizzati a stimolare<br />
e influenzare positivamente il mercato<br />
nel proporre materiali sostenibili frutto di strategie<br />
di economia circolare. Questo è quello<br />
che come Matrec facciamo ogni giorno, per<br />
supportare le imprese a cercare soluzioni innovative<br />
di materiali da impiegare nei propri<br />
processi produttivi.<br />
Nel panorama mondiale, molte grandi aziende<br />
hanno ridefinito la propria mission considerando<br />
COFFEEPANEL 3D: Pannelli<br />
decorativi costituiti per il 95%<br />
da fondi di caffè riciclati postconsumo,<br />
pressati con<br />
l’ausilio di un legante,<br />
attraverso un processo di<br />
produzione che ha eliminato<br />
totalmente gli scarti.<br />
Caratterizzati da un design<br />
elegante e d’impatto visivo, le<br />
piastrelle che compongono<br />
gli stessi pannelli, possono<br />
assumere varie forme che<br />
successivamente vengono<br />
fissate ad un supporto in fibra<br />
di legno. A fine vita le diverse<br />
componenti, possono essere<br />
facilmente separate ed i fondi<br />
di caffè, a seguito di un<br />
processo di macinazione,<br />
vengono rilavorati per essere<br />
trasformati in nuovi pannelli.<br />
(designpanels.com)<br />
NATURESCAST:<br />
Materiale composto<br />
da scarti agroforestali<br />
recuperati e<br />
uniti con leganti a<br />
base d'acqua che lo<br />
rendono<br />
biodegradabile e<br />
riciclabile a fine vita.<br />
Applicabile a quasi<br />
tutte le superfici,<br />
trova impiego nella<br />
realizzazione di<br />
prodotti per l’edilizia,<br />
per l’arredamento,<br />
oggettistica e<br />
rivestimenti. Un<br />
materiale circolare<br />
VOC free, leggero,<br />
ignifugo e isolante,<br />
che conferisce una<br />
finitura organica al<br />
prodotto finale<br />
valorizzando tutti<br />
gli aspetti di<br />
naturalità che lo<br />
contraddistinguono.<br />
(natureslegacy.com)<br />
Giugno <strong>2021</strong>
NUOVI MATERIALI<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
29<br />
prioritario un intervento in tema di sostenibilità,<br />
pianificando azioni che coinvolgono la progettazione,<br />
i processi produttivi ed i prodotti, orientando<br />
le attività verso modelli di business circolari per<br />
rafforzare la propria competitività. I materiali devono<br />
svolgere un ruolo chiave per favorire strategie<br />
di durabilità, riparabilità e riciclabilità dei<br />
prodotti, oltre ad un ridotto impatto ambientale.<br />
Come funziona…<br />
Tutti gli appuntamenti della rubrica saranno<br />
incentrati nel presentare soluzioni di materiali<br />
differenti in relazione all’origine del rifiuto.<br />
In questo numero, presentiamo materiali circolari<br />
ed innovativi ottenuti dagli scarti agricoli<br />
e dell’industria alimentare, rifiuti che se reimpiegati<br />
consentono di ridurre gli sprechi, di valorizzare<br />
risorse materiche di origine rinnovabile<br />
(che non hanno ancora esaurito la loro funzione)<br />
e che possono essere riciclate e messe nuovamente<br />
a disposizione di un sistema economico<br />
virtuoso e rispettoso dell’ambiente.<br />
I materiali circolari organici, scartati in fase di<br />
raccolta, dai processi produttivi o in alcuni casi<br />
anche post-consumo, vengono riciclati e reimpiegati<br />
in molteplici settori come architettura,<br />
packaging, arredamento, oggettistica e più<br />
recentemente introdotti con maggior frequenza<br />
anche nel mondo della moda.<br />
In ambito di architettura e come soluzioni di<br />
rivestimenti alternativi ai tradizionali materiali,<br />
fanno capolino molte proposte interessanti<br />
che, attraverso la ricerca e sviluppo, hanno<br />
saputo sfruttare al meglio le caratteristiche<br />
intrinseche dei rifiuti derivanti dal mondo agroalimentare.<br />
l<br />
Il copyright di tutte le<br />
immagini appartiene alle<br />
aziende menzionate.<br />
RICE STRAW BOARD: E’ costituito per il 94% in paglia di riso riciclata<br />
e lacca a base d'acqua, ideato al fine di aggiungere valore ai residui<br />
agricoli, utilizzati come sottoprodotti per la realizzazione di pannelli<br />
alternativi al legno. La sua monomatericità lo rende riciclabile a fine vita<br />
ed è principalmente impiegato per la decorazione interna, nella<br />
realizzazione di pareti, soffitti, pavimenti e mobili. (kokoboard.com)<br />
BAUX ACOUSTIC PULP:<br />
Viene realizzato in legno di abete<br />
e pino coltivati in modo<br />
sostenibile, unito a crusca di<br />
frumento, fecola di patate, cera<br />
di origine vegetale e bucce di<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
agrumi. Le sue diverse<br />
colorazioni sono ottenute<br />
utilizzando differenti percentuali<br />
di crusca di grano.<br />
Caratterizzato da diversi motivi<br />
geometrici, è ideale nelle<br />
applicazioni a parete; la<br />
superficie una volta essiccata<br />
viene perforata utilizzando una<br />
tecnica laser avanzata, che<br />
garantisce un migliore<br />
assorbimento acustico. Un<br />
materiale circolare ignifugo,<br />
impermeabile e durevole nel<br />
tempo, che combina alte<br />
prestazioni di isolamento termico<br />
e acustico con design e<br />
sostenibilità ambientale. 100%<br />
biodegradabile e riciclabile alla<br />
fine della sua vita utile.<br />
(baux.com)
30 ECONOMIA CIRCOLARE NEWS<br />
Un enzima di... gomma<br />
Michelin produrrà pneumatici<br />
100% sostenibili. Il tutto<br />
grazie alla collaborazione<br />
di Carbios, che ha sviluppato<br />
una tecnologia interessante<br />
Irene Boschi<br />
Pneumatici 100 per cento riciclabili. Si<br />
tratta del frutto della collaborazione tra<br />
il noto produttore di pneumatici; Mi -<br />
chelin e Carbios (azienda francese nel campo<br />
della biochimica) che ha condotto allo sviluppo<br />
di una nuova tecnologia.<br />
Michelin ha comunicato il successo dei test<br />
fatti sulla tecnologia di riciclaggio enzimatico<br />
per i rifiuti PET, sviluppata da Carbios, nella<br />
produzione di pneumatici.<br />
Per la prima volta al mondo, le gomme per<br />
auto potranno essere prodotte usando fibre<br />
riciclate, sostenibili e performanti allo stesso<br />
tempo. Carbios ha progettato una tecnologia<br />
di riciclaggio che trasforma qualsiasi tipo di<br />
plastica a base di PET in una fibra ad alte prestazioni,<br />
idonea per costruire gomme per auto.<br />
“Siamo molto orgogliosi di essere i primi ad<br />
aver prodotto e testato fibre tecniche riciclate<br />
per pneumatici. Questi rinforzi sono stati realizzati<br />
con bottiglie colorate e riciclate utilizzando<br />
la tecnologia enzimatica del nostro partner<br />
Carbios.<br />
Questi rinforzi high-tech hanno dimostrato la<br />
loro capacità di fornire prestazioni identiche a<br />
quelle dell’industria petrolifera“, ha commentato<br />
Nicolas Seeboth, direttore per la ricerca<br />
sui polimeri di Michelin.<br />
Non si tratta della prima volta in cui le plastiche<br />
complesse vengono riciclate utilizzando<br />
dei metodi termomeccanici, solo che finora<br />
non avevano mai risposto ai requisiti giusti per<br />
l’applicazione nella produzione di pneumatici.<br />
L’’azienda ha semplicemente preso bottiglie<br />
di plastica usate, indumenti in poliestere e altri<br />
prodotti in plastica, che altrimenti sarebbero<br />
semplicemente stati degli scarti, e usato un<br />
enzima per depolimerizzare il PET.<br />
Tale enzima può quindi essere impiegato in<br />
una varietà di applicazioni come appunto la<br />
produzione di pneumatici per auto.<br />
E’ giusto dire infatti che il settore automobilistico<br />
- che guarda a un un futuro sostenibile<br />
- non deve ridursi al lancio di veicoli 100% elettrici<br />
ma avvalersi anche dell’utilizzo di materiali<br />
riciclabili, quando possibile, per le varie componenti<br />
come gli pneumatici.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
NEWS<br />
ENERGIA<br />
31<br />
Acciaio verde<br />
Irene Boschi<br />
La startup Green Steel realizzerà il primo<br />
impianto siderurgico senza l’utilizzo di fonti<br />
fossili. L’obiettivo è produrre 5 milioni<br />
di tonnellate di lega green all’anno<br />
Sarà il primo impianto siderurgico a non<br />
utilizzare fonti fossili. H2 Green Steel,<br />
startup, sostenuta da EIT InnoEnergy,<br />
costruirà a Boden-Luleå, nel nord della Svezia,<br />
il primo impianto siderurgico alimentato da<br />
idrogeno verde.<br />
Si tratta di un progetto, altamente innovativo,<br />
da 2,5 miliardi che creerà 10.000 posti di lavoro.<br />
Tra gli obiettivi vi è quello di produrre 5<br />
milioni di tonnellate di acciaio all’anno entro<br />
il 2030.<br />
"Il progetto H2 Green Steel - commenta l’ amministratore<br />
delegato di EIT InnoEnergy, Diego<br />
Pavia - ha la portata, l'ambizione, il modello<br />
di business innovativo e il team di implementazione<br />
per farsi portavoce della posizione<br />
dell'Europa nella trasformazione delle industrie<br />
ad alta intensità energetica. Questo caso,<br />
che è replicabile, è fondamentale per rispettare<br />
gli impegni di neutralità climatica del nostro<br />
continente.<br />
Queste sono condizioni fondamentali per la<br />
missione di EIT InnoEnergy, e il progetto industriale<br />
Green Steel è un altro esempio convincente<br />
dell'impegno di EIT InnoEnergy ad<br />
essere un elemento chiave per la transizione<br />
energetica, sviluppando catene di valore industriali<br />
strategiche in Europa".<br />
"Siamo estremamente felici di collaborare<br />
ancora una volta con EIT InnoEnergy.<br />
Insieme, accelereremo la decarbonizzazione<br />
dell'industria dell'acciaio e daremo<br />
il via all'economia dell'idrogeno.<br />
Questo sarà fondamentale per raggiungere<br />
gli obiettivi climatici dell'UE", dice Carl-Erik<br />
Lagercrantz, presidente del consiglio di H2<br />
Green Steel e Northvolt. È proprio l’ubicazione<br />
della regione di Norrbotten a rendere sostenibile<br />
la costruzione dell’impianto: con condizioni<br />
favorevoli per la produzione di acciaio<br />
non fossile, con un pronto accesso all'energia<br />
a basso costo da fonti rinnovabili, minerali di<br />
ferro di alta qualità, un grande porto marittimo<br />
a Luleå. L’idrogeno verde sarà un tassello importante<br />
per i piani dell'UE relativi alla neutralità<br />
climatica.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
32 ENERGIA Soluzioni<br />
SOLUZIONE IDROGENO<br />
Idrogeno verde<br />
e rinnovabili, una<br />
questione di eccessi<br />
Marco Comelli<br />
L’Unione Europea nel luglio 2020 ha dato una forte accelerazione<br />
sull’idrogeno, dalla produzione all’utilizzo nei vari settori,<br />
dall’industria pesante alla mobilità. La chiave è non sprecare<br />
l’energia in eccesso prodotta dalle fonti rinnovabili<br />
Molta acqua è passata sotto i pronti dal<br />
tempo dell’uscita del best seller, in<br />
gran parte dimenticato, di Jeremy<br />
Rifkin, “L’economia dell’idrogeno”. Dopo avere<br />
fornito per qualche mese materia per articoli,<br />
editoriali e trasmissioni televisive, l’argomento<br />
andò in sordina.<br />
Oltre alla constatazione che alle parole non<br />
aveva fatto seguito alcun fatto significativo (almeno<br />
in Europa e in Italia), le tesi di Rifkin non<br />
erano riuscite a superare un’obiezione fondamentale:<br />
perché usare energia pregiata come<br />
quella elettrica (la definizione di idrogeno verde<br />
non era ancora stata inventata, ma il concetto<br />
è il medesimo) per produrre un vettore energetico<br />
comunque difficile da gestire con l’obiettivo<br />
di produrre… altra energia elettrica, con<br />
notevoli perdite di conversione?<br />
Trovare il senso<br />
L’obiezione è perfettamente valida anche oggi. Ciò<br />
che ha cambiato l’equazione ha cambiato, o almeno<br />
è in procinto di cambiare, è la diffusione<br />
delle rinnovabili elettriche non programmabili,<br />
ossia fotovoltaico ed eolico. Entrambe queste fonti<br />
hanno infatti la caratteristica di produrre energia<br />
elettrica non quando serve, ma quando c’è. Per<br />
superare questa limitazione, l’unica soluzione ragionevole<br />
si identifica negli accumuli. Ma l’energia<br />
elettrica, in grandi quantità, è impossibile oggi da<br />
conservare per lunghi periodi. L’idrogeno è una<br />
soluzione - anzi, per l’Unione Europea, LA soluzione<br />
- con un doppio obiettivo: portare la decarbonizzazione<br />
in settori ostici (Hard To Abate), come<br />
quello dell’industria chimica e pesante, e costituire<br />
un’alternativa all’utilizzo delle batterie, per esempio<br />
nella mobilità elettrica.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
SOLUZIONE<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
IDROGENO ENERGIA<br />
33<br />
Esempio<br />
di stazione<br />
di rifornimento<br />
a idrogeno.<br />
In Germania,<br />
ubicate<br />
anche all’interno<br />
delle città.<br />
La soluzione possibile<br />
L’energia elettrica in eccesso, nella visione europea,<br />
verrebbe utilizzata per scindere l’acqua. L’idrogeno<br />
sarebbe poi stoccato sul posto o trasportato tramite<br />
condotte (che a determinate condizioni potrebbero<br />
essere quelle usate per il gas naturale)<br />
là dove verrebbe utilizzato direttamente, o per generare<br />
elettricità (con celle a combustibile o turbine).<br />
La modalità di utilizzo è tutt’ora una questione<br />
aperta. Come ha spiegato Marcello Capra,<br />
Delegato SET Plan del MITE nel corso della recente<br />
Next Generation Mobility (NGM) di Torino e<br />
di cui <strong>Waste</strong> era media partner, gli investimenti<br />
relativi all’idrogeno nel PNRR cubano per 3640<br />
milioni di euro. La mobilità nel breve termine è<br />
prioritaria: su 530 milioni destinati al segmento di<br />
utilizzo di questo tipo, 230 milioni verrebbero investiti<br />
nella realizzazione di stazioni di servizio a<br />
700 bar (distribuite in 40 punti di rifornimento) lungo<br />
la direttrice del Brennero, il corridoio To-Ts, e<br />
nei tratti transfrontalieri (Monte Bianco e Gottardo).<br />
Obiettivo: raggiungere entro il 2030 una penetrazione<br />
dell’idrogeno, nel settore del trasporto su<br />
gomma a lungo raggio, pari al 5-7%. Altri 300 milioni<br />
di euro sarebbero poi destinati alla sostituzione<br />
dei locomotori diesel con macchine a celle<br />
a combustibile, in alcune tratte non elettrificate<br />
della rete ferroviaria italiana, che oggi rappresentano<br />
il 10% del totale.<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
Arrivano le aziende<br />
Di fronte a queste risorse, cui si aggiunge un altro<br />
miliardo di dollari per il Clean Hydrogen nel quadro<br />
di Next Generation Europe e altro ancora nel<br />
quadro dei programmi di ricerca EU (300 milioni<br />
in tre anni), le aziende si stanno mobilitando. Per<br />
citarne solo alcune, Bosch - come ha spiegato<br />
Carlo Mannu a NGM - sta lavorando contemporaneamente<br />
sia sull’idrogeno che sull’e-fuel,<br />
un’altra forma di utilizzo di elettricità in eccesso<br />
delle rinnovabili (su cui torneremo). Punch Torino,<br />
la ex GM Powertrain oggi di proprietà belga, sta<br />
lavorando su tre fronti: produzione, logistica e utilizzo<br />
per la mobilità - come ha rivelato Vincenzo<br />
Verdino, capo della unit dedicata – anche in ambito<br />
navale, uno dei settori in cui i vettori energetici a<br />
base di idrogeno hanno un futuro assicurato. Iveco<br />
Bus vede l’elettrico a idrogeno come il prossimo<br />
step alla decarbonizzazione per i trasporti collettivi<br />
su gomma, grazie alle sue caratteristiche di “pieno”<br />
e grande autonomia” in tempi brevi.<br />
L’azienda, ha spiegato il product manager Marco<br />
Zanchetta, sta comunque iniziando a sviluppare<br />
una propria soluzione di bus a celle a combustibile<br />
in ambito urbano, in attesa che i costi permettano<br />
l’estensione al mercato, più naturale,<br />
dei bus di linea e turistici.<br />
l<br />
Tabella<br />
relativa<br />
agli investimenti<br />
destinati<br />
all’idrogeno,<br />
previsti<br />
nel PNRR.<br />
Sopra, locale<br />
di elettrolizzatori<br />
che separano<br />
l’idrogeno<br />
dall’ossigeno<br />
dell’acqua.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
34 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
SICUREZZA IMPIANTI<br />
Obiettivo primo<br />
zero infortuni<br />
Matthieu Colombo<br />
Silea adotta un sistema anticollisione uomo-macchina per<br />
elevare la sicurezza all’interno dell’impianto di compostaggio,<br />
nella quale l’intera provincia di Lecco conferisce FORSU e verde<br />
si raggiunge puntando alla<br />
perfezione dei processi, mettendo in<br />
L’eccellenza<br />
prima linea la sicurezza sul lavoro di<br />
ogni operatore, anche nel settore della raccolta<br />
e del trattamento rifiuti. Con questa consapevolezza<br />
Silea di Val madrera (LC) ha cercato<br />
una tecnologia anticollisione uomo-macchina<br />
per elevare ai massimi livelli la sicurezza<br />
dei propri dipendenti che operano all’interno<br />
dell’efficiente impianto di compostaggio della<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
SICUREZZA IMPIANTI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
35<br />
Le macchine operatrici<br />
sono in noleggio full<br />
service e vengono<br />
regolarmente<br />
sostituite. Il sistema<br />
Kigis si trasferisce<br />
da una macchina<br />
ad un’altra<br />
in pochi istanti.<br />
Sotto, le aree<br />
di maturazione.<br />
La sicurezza è facile<br />
L’immagine qui sotto raggruppa tutti i<br />
componenti del sistema anticollisione<br />
uomo-macchina Kigis, distribuito in Italia<br />
dalla Incofin di Origgio (VA). La trasmittente<br />
da installare sul mezzo è quella<br />
rossa, che va associata al modulo nero<br />
con il cavo che serve a trasmettere allarmi<br />
visivi ed acustici all’operatore della<br />
macchina operatrice. Il trasmettitore più<br />
compatto è quello vibrante, ricariabile<br />
con micro usb, che gli uomini a terra possono<br />
mettere in tasca o indossare con<br />
una fascia da braccio o sul caschetto di<br />
sicurezza. incofin.it<br />
frazione organica ad Annone di Brianza (LC).<br />
L’impianto aerobico, entrato in attività nel 2008<br />
e ammodernato nel 20<strong>16</strong> è d’esemplare efficienza<br />
e prevede un ambiente chiuso per la<br />
ricezione dell’umido e la conseguente triturazione,<br />
quindi un corridoio coperto per alimentare<br />
le 5 biocelle e le successive aree di<br />
maturazione e permettere al vaglio cilindrico<br />
rotativo (pezzatura 10 mm) di lavorare al riparo<br />
da luce e intemperie.<br />
Queste caratteristiche architettoniche, necessarie<br />
per favorire la maturazione in biocella<br />
del materiale conferito ed evitare fuoriuscite<br />
di odori, portano le due pale gommate in azione<br />
all’impianto a operare in condizioni gravose<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
36 RIFIUTI SOLIDI SICUREZZA IMPIANTI<br />
Sopra, la trasmittente<br />
veicolo del sistema<br />
anticollisione Kigis.<br />
Il Pedestrian<br />
Tag che vibra<br />
per allertare<br />
l’operatore<br />
a terra si tiene<br />
in tasca<br />
o indossa<br />
con appositi<br />
supporti.<br />
Silea è il gestore<br />
dell’intero ciclo<br />
integrato<br />
dei rifiuti dell’intera<br />
provincia di Lecco<br />
ed altri comuni<br />
delle province di Como<br />
e Bergamo.<br />
Sopra, gli esterni<br />
dell’impianto<br />
di compostaggio<br />
di Annone di Brianza.<br />
sia per le caratteristiche biologiche del materiale<br />
movimentato, sia per i ristretti spazi di<br />
manovra disponibili. In ottica del tutto preventiva,<br />
per elevare la tutela sul lavoro in impianto,<br />
Silea ha ricercato una tecnologia per mettere<br />
in sicurezza gli operatori a terra che eseguono<br />
attività di monitoraggio dei processi e manutenzioni<br />
ordinarie.<br />
Sicurezza assoluta, sistema modulare<br />
La scelta della società è caduta sul sistema<br />
di sicurezza attiva IPAS (Intelligent Proximity<br />
Alert System), della Kigis Safety Technology,<br />
proposto da Daniele Da vanzo dell’italiana<br />
Incofin, come soluzione per prevenire la collisione<br />
tra uomini e macchine operatrici.<br />
Si tratta di una tecnologia espressamente sviluppata<br />
per elevare l'incolumità degli operatori<br />
a terra in ambienti in cui lavorano macchine<br />
operatrici come ad esempio macchine movimento<br />
terra, carrelli elevatori o movimentatori<br />
industriali.<br />
Per semplificare al massimo possiamo dire<br />
che l’IPAS ha la stessa funzionalità dei sensori<br />
di retromarcia di un’auto, ma con monitoraggio<br />
dell’ambiente a 360° e con una tecnologia<br />
applicata totalmente differente, senza ultrasuoni,<br />
radar o sensori. In sostanza ogni lavoratore<br />
in cantiere deve indossare una trasmittente<br />
Pedestrian Tag (rigorosamente non<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
SICUREZZA IMPIANTI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
37<br />
A destra la pala<br />
gommata con benna<br />
ad alto ribaltamento<br />
e sistema anticollisione<br />
uomo-macchina<br />
che alimenta<br />
il trituratore<br />
del FORSU e verde<br />
conferito.<br />
nominale, ricaricabile tramite mini Usb, impermeabile<br />
e indossabile con supporto a fascia<br />
elastica o su caschetto) e ogni macchina operatrice<br />
deve avere a bordo sia un Vehicle Tag,<br />
sia un modulo d’allarme (sono componenti<br />
facilmente trasferibili da una macchina ad<br />
un’altra). Le due tipologie di trasmittente<br />
emettono un segnale a banda ultra larga<br />
UWB, assolutamente non nocivo per la salute<br />
dell’uomo, caratterizzato da impulsi di energia<br />
a radiofrequenza. La precisione del segnale è<br />
centimetrica, quindi ben superiore a quella<br />
bluetooth o di una rete 4G e permette quindi<br />
di vegliare sul distanziamento tra i differenti<br />
dispositivi in modo puntuale con distanze parametrabili<br />
da 1 a 30 metri!<br />
Quando una trasmittente Vehicle Tag si avvicina<br />
a una Pedestrian Tag (distanza d’allarme<br />
configurabile), la prima emette segnali<br />
luminosi e poi acustici tramite il modulo indicatore<br />
posto in cabina, mentre la seconda<br />
emette una vibrazione importante (differenti<br />
impostazioni possibili) per allertare l’uomo<br />
a terra. Il numero di trasmittenti<br />
configurabile per lo stesso luogo di<br />
lavoro è infinito.<br />
“Gli 87 Comuni serviti da Silea producono 23.000<br />
tonnellate annue di FORSU e altrettante di verde.<br />
L’impianto di compostaggio di Annone di Brianza<br />
è autorizzato per 28.000 t/anno (70% FORSU<br />
e 30% verde il mix trattato 2020). Parte del FORSU<br />
e del verde sono quindi trattati fuori provincia.<br />
La raccolta è già ad ottimi livelli, ma per<br />
migliorare ulteriormente è stato avviato il nuovo<br />
sistema di misurazione puntuale con<br />
l’introduzione progressiva sul territorio del “Sacco<br />
rosso” per il rifiuto indifferenziato compatibile con<br />
il nuovo sistema di rilevazione a radiofrequenza<br />
(Rfid) in dotazione alle squadre di raccolta. Silea<br />
è in costante evoluzione e il sistema anticollisione<br />
di Incofin è in linea con la filosofia del Gruppo,<br />
molto attento alla sicurezza dei dipendenti<br />
e dotato di un Sistema di Gestione della Salute<br />
e Sicurezza nei luoghi di lavoro certificato ISO<br />
45001. Lo utilizziamo da circa un anno e per noi<br />
è un grande valore aggiunto. Diamo dei tag<br />
(trasmettitori) anche agli operatori esterni che<br />
effettuano le manutenzioni.”<br />
Andrea Corti<br />
responsabile<br />
esercizio impianto<br />
di compostaggio<br />
Silea.<br />
Un fiore all’occhiello<br />
A capitale totalmente pubblico, Silea<br />
fornisce servizi di raccolta e igiene urbana<br />
a 87 comuni e conta su un impianto<br />
di selezione avanzata delle plastiche derivanti<br />
dalla raccolta differenziata, di un impianto di<br />
termovalorizzazione con recupero energetico<br />
e dell’impianto di compostaggio della frazione<br />
organica protagonista in queste pagine.<br />
Il sito di Annone di Brianza è uno dei fiori all’occhiello<br />
della società per la sua efficienza<br />
e per il minimo impatto sul territorio grazie al<br />
raffinato e monitorato sistema di depurazione<br />
dell’aria e alla produzione di compost di qualità<br />
offerto gratuitamente ai cittadini, così come<br />
per le aziende agricole.<br />
l<br />
L’impianto di compostaggio Silea è dotato di moderna tecnologia aerobica,<br />
opera all’interno di una infrastruttura completamente chiusa<br />
e in depressione. Le emissioni di processo sono convogliate in un biofiltro<br />
a materiale legnoso (foto sopra) che permette la completa ossidazione della<br />
componente organica, risultando quindi inodore, grazie anche al recente<br />
inserimento di una linea di pretrattamento chimico dell’aria con torre<br />
di lavaggio (in alto) e biotrickling Mónashell® con conchiglie.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
38<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
Ancorati all’ambiente<br />
Tetra Pak si allinea alla Direttiva UE<br />
sugli articoli monouso. L’azienda annuncia<br />
di esser pronta a lanciare la sua linea<br />
di tappi “tethered” per evitarne la dispersione<br />
Ginevra Fontana<br />
Tappi “tethered”<br />
secondo quanto<br />
richiesto<br />
dalla Direttiva UE<br />
sugli articoli<br />
monouso.<br />
Tetra Pak, produttore di imballaggi poliaccoppiati,<br />
ha annunciato di allinearsi<br />
alla Direttiva UE sugli articoli monouso<br />
(SUP) adottando sulle proprie confezioni tappi<br />
ancorati, i cosiddetti "tethered".<br />
Il tappo fissato al contenitore è infatti uno dei<br />
requisiti richiesti dalla Direttiva SUP (Single<br />
Use Plastics, con divieti o limitazioni alla vendita<br />
di alcuni articoli monouso in plastica), ai<br />
contenitori monouso in plastica per bevande,<br />
proprio per evitare la dispersione in ambiente<br />
dei rifiuti plastici.<br />
Obiettivo dell'azienda sarà inoltre passare al<br />
"polietilene verde", prodotto con bioetanolo<br />
da risorse rinnovabili. Lo scorso febbraio<br />
l'azienda ha anche annunciato di voler sostituire<br />
parte del polietilene utilizzato nei propri<br />
contenitori in cartone e poliaccoppiato PE/Al<br />
con una resina circolare attribuita mediante<br />
bilancio di massa.<br />
"Ci concentriamo sul riciclaggio - spiega Lars<br />
Holmquist, vicepresidente esecutivo per le soluzioni<br />
di imballaggio e le operazioni commerciali<br />
di Tetra Pak - in base alla progettazione,<br />
impegnandoci a investire circa 100 milioni di<br />
euro all'anno nei prossimi 5-10 anni per sviluppare<br />
soluzioni di imballaggio più sostenibili.<br />
Ciò include alternative per sostituire la plastica<br />
di origine fossile ed evitare i rifiuti, nonché<br />
massimizzare l'uso di materiali rinnovabili<br />
nelle nostre confezioni. Rispondere alle esigenze<br />
di riciclaggio delle persone è una componente<br />
fondamentale non solo per diventare<br />
più sostenibili, ma anche per rendere il cibo<br />
più disponibile e più sicuro per tutti i consumatori".<br />
“Circa il 32 per cento di tutti gli imballaggi<br />
in plastica non viene raccolto e la plastica<br />
può impiegare centinaia di anni per<br />
degradarsi - conclude Lars Holmquist,<br />
Vicepresidente Packaging Solutions and<br />
Commercial Operations presso Tetra Pak -.<br />
Ci stiamo concentrando sull'ecodesign finalizzato<br />
al riciclo".<br />
L’azienda ha annunciato che la prima ad essere<br />
rilasciata sul mercato è la chiusura<br />
HeliCap 26 Pro, con l'obiettivo di garantire la<br />
protezione degli alimenti e, al tempo stesso,<br />
la praticità per il consumo domestico. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
39<br />
Il segreto del pallet<br />
n A volte la chiave di volta per rendere il<br />
nostro futuro migliore è semplicemente<br />
fare un passo indietro. Nessun prodotto<br />
inventato dall’uomo può infatti<br />
paragonarsi ai benefici insiti nel legno.<br />
Ed è proprio il legno a rendere il pallet<br />
EPAL più sicuro e sostenibile rispetto a<br />
uno in plastica. La sua attività<br />
antibatterica è infatti 13 volte superiore a<br />
quest’ultima. A confermarlo è uno studio<br />
del tedesco Institut für Holztechnologie.<br />
I pallet in legno sono perfetti per<br />
trasportare merci in tutta sicurezza,<br />
soprattutto in questo periodo pandemico.<br />
Possono essere riutilizzati fino a quando<br />
non vengono poi riciclati per dare vita a<br />
nuovi prodotti ed hanno una “carboon<br />
footprint” fra il 72 e l’80 per cento inferiore<br />
rispetto a quelli in plastica.<br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
40<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
Imballaggi killer<br />
Uno studio svedese ha rivelato la presenza<br />
di alcuni contaminanti pericolosi per la salute.<br />
È bastato analizzare gli imballaggi in carta<br />
e cartone destinati al contatto con il cibo<br />
Ginevra Fontana<br />
Attenzione agli imballaggi alimentari e<br />
prodotti in carta e cartone a contatto<br />
col cibo. A lanciare il segnale di prudenza<br />
è uno studio dell’ Agenzia svedese per<br />
le sostanze chimiche (Kemi). L’agenzia ha infatti<br />
analizzato - con prove di laboratorio questi<br />
contenitori - rilevando la presenza in quantità<br />
inaspettate di diversi contaminanti come il bisfenolo<br />
A e gli ftalati (sostanze chimiche organiche).<br />
Da quanto emerso dalla ricerca, il fenomeno<br />
interesserebbe l’80 per cento dei campioni<br />
analizzati. Sono stati sottoposti a test confezioni<br />
per hamburger, patatine fritte e popcorn,<br />
cannucce, piatti, imballaggi per diversi prodotti<br />
alimentari come cereali per bambini e confezioni<br />
di biscotti. Dei 61 materiali di imballaggio<br />
testati, ben 49 contengono Dehp (Ftalato di bis<br />
(2-etilesile), noto interferente endocrino e classificato<br />
come tossico per la riproduzione.<br />
L'uso di queste sostanze è vietato in Europa<br />
in prodotti come giocattoli e articoli per l’infanzia<br />
perché appunto pericolosi per la salute.<br />
Tuttavia tali sostanze possono essere usate<br />
per produrre plastiche destinate a entrare in<br />
contatto con gli alimenti, secondo l’attuale<br />
Regolamento sui polimeri. L'uso di Dehp e<br />
Dbp, purtroppo, non è contro la legge.<br />
Secondo la bozza di decreto (in vigore il 1° gennaio<br />
2022), chi commercializza prodotti di consumo<br />
dovrà dichiarare su un’apposita piattaforma<br />
digitale pubblica, la presenza nei propri<br />
prodotti di eventuali interferenti endocrini. l<br />
Dei 61 materiali<br />
di imballaggio testati,<br />
ben 49 contengono<br />
Dehp, noto<br />
interferente<br />
endocrino, classificato<br />
come tossico<br />
per la riproduzione.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
41<br />
E la discarica ringrazia<br />
n Sport, ambiente, economia<br />
circolare. Bastano tre parole<br />
a descrivere perfettamente il<br />
progetto “esosport”, nato<br />
dalla collaborazione tra<br />
Regione Marche, federazioni<br />
sportive marchigiane di<br />
atletica, ciclismo e tennis, e<br />
Legambiente Marche.<br />
Il piano consiste nella<br />
realizzazione di nuovi parco<br />
giochi e piste di atletica da<br />
donare ai Comuni colpiti dal<br />
dal terremoto. “Il progetto del<br />
riciclo dei materiali sportivi -<br />
commenta Nicolas Meletiou,<br />
managing director eso –<br />
aiuterà alla creazione dei<br />
Giardini di Betty negli 89<br />
Comuni che hanno subito i<br />
danni del terremoto e il<br />
nostro desiderio di aprire a<br />
breve uno dei 10 impianti in<br />
Italia, previsti per la<br />
trasformazione e riciclo e<br />
produzione, in questa<br />
meravigliosa terra”.<br />
terremoto. Il tutto riciclando<br />
oggetti sportivi come scarpe<br />
o palline da tennis ormai<br />
vecchi e usurati.<br />
Pertanto se siete degli<br />
sportivi fatevi avanti e<br />
prendetene parte.<br />
Il progetto, finanziato dalla<br />
Regione Marche, prevede il<br />
recupero di copertoni di<br />
biciclette, camere d’aria,<br />
scarpe e palline da tennis,<br />
per arrivare ad avere granulo<br />
sfuso che, una volta<br />
riagglomerato in piastrelle,<br />
sarà donato gratuitamente<br />
alle amministrazioni<br />
pubbliche delle aree colpite<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
ECOTEC SOLUTION SRL<br />
Via Bolzano 2 · I-39011 Lana (BZ)<br />
T+F +39 0473 562 437<br />
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www.ecotecsolution.com
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
42 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
ATTREZZATURE<br />
Pinza selezione “green”:<br />
continuo impegno al riciclo<br />
Damiano Diotti<br />
Consapevole che l’incentivo al riuso e al riciclo<br />
sia un tema all’ordine del giorno anche tra le imprese,<br />
la pinza selezione Cangini si tinge di verde,<br />
in aiuto alla sostenibilità ambientale<br />
Cangini rappresenta un’idea<br />
di produzione che guarda lontano,<br />
L’azienda<br />
nel rispetto dell’ambiente e in linea<br />
con i principi dello sviluppo sostenibile.<br />
Il focus sulla pinza selezione PF di casa<br />
Cangini ne è un esempio concreto.<br />
Tra le molteplici funzionalità della pinza selezione<br />
c’è anche il suo utilizzo nell’ambito<br />
del riciclo.<br />
Grazie alle sue chele progettate in acciaio<br />
antiusura HB400, che montano lame reversibili<br />
imbullonate, riesce ad effettuare anche<br />
leggere demolizioni e permette di lavorare<br />
con rapidità e maneggevolezza. È in grado<br />
di movimentare in maniera affidabile qualsiasi<br />
tipologia di materiale.<br />
La vediamo infatti in azione in un centro di<br />
riciclaggio, fornitore di servizi per il recupero<br />
sostenibile.<br />
In questo caso l’obiettivo della pinza diventa<br />
quello di compattare e raccogliere il materiale<br />
da riciclo: dalla plastica al cartone, ma<br />
non solo, in quanto è efficace anche per la<br />
selezione e movimentazione degli inerti, dei<br />
rottami e dei materiali di natura ferrosa. (In<br />
foto è visibile la pinza in azione). Anche in<br />
questo campo la pinza selezione Cangini ne<br />
esce vincente.<br />
Grande è la sua funzionalità grazie alla ro-<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
ATTREZZATURE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
43<br />
La pinza PF di Cangini<br />
ha rotazione idraulica<br />
bidirezionale e chele<br />
in acciaio antiusura<br />
HB400, con lame<br />
reversibili<br />
imbullonate.<br />
tazione idraulica bidirezionale (dotazione di<br />
serie su tutti i modelli), che la rende molto<br />
versatile in cantieri dove la movimentazione<br />
avviene in tempi rapidi. Anche le chele sono<br />
state analizzate e diversificate: le configurazioni<br />
realizzate rendono possibile, infatti, la<br />
movimentazione rapida e in sicurezza di<br />
qualsiasi materiale, anche di quelli più voluminosi<br />
che richiedono una presa efficace.<br />
Le configurazioni delle chele sono state progettate,<br />
infatti, per far fronte a più necessità.<br />
Il modello PF è caratterizzato da chele asolate,<br />
mentre il modello alternativo, nella versione<br />
PG, presenta chele grigliate particolarmente<br />
resistenti e adatte a lavori gravosi.<br />
La pinza è disponibile per l’applicazione su<br />
escavatori da 1.2 ton fino a 14.00 ton, per<br />
soddisfare qualsiasi esigenza in svariati ambiti<br />
di utilizzo.<br />
Optional per ogni evenienza<br />
L’attrezzatura può essere equipaggiata di kit sollevamento<br />
cordoli costituito da utensili con superficie<br />
in gomma per la movimentazione di cordoli<br />
in cemento. Può essere dotata di chiusura<br />
laterale o di chiusura laterale dentata. La chiusura<br />
laterale aumenta la capacità di carico della<br />
pinza. La chiusura laterale dentata, invece, permette<br />
la movimentazione di pietre e legname,<br />
garantendo una presa maggiormente efficace.<br />
I nostri valori<br />
Uno dei valori in evidenza per il mondo Cangini<br />
è il perseguimento di uno sviluppo economico<br />
che guardi al benessere generale, sociale e<br />
ambientale. Ne sono testimonianza i suoi prodotti<br />
ma anche la concezione interna all’azienda,<br />
che si basa sull’impegno alla riduzione dei<br />
consumi.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
44 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
VAGLI A TAMBURO<br />
Guarda come ti vaglio<br />
Federica Lugaresi<br />
Gli operatori del settore ne sono ben consapevoli.<br />
Investire, ed avere ritorni veloci in termini economici,<br />
non è scontato. Ma è fattibile. Solo scegliendo accuratamente<br />
il macchinario, si raggiunge una vagliatura efficiente<br />
Vagliatura di rifiuti<br />
biologicamente<br />
stabilizzati.<br />
Il migliore rifiuto è quello non prodotto.<br />
Aumentare la riciclabilità e utilizzare materie<br />
prime seconde al posto di quelle vergini,<br />
è infatti il meccanismo per far durare all’infinito<br />
risorse finite. Ma è necessario<br />
l’indispensabile aiuto della tecnologia, come<br />
quella fornita dai vagli a tamburo di Pronar,<br />
distribuiti in esclusiva da Ecotec Solution.<br />
Stiamo parlando di soluzioni utilizzate per separare<br />
il materiale in ingresso a differenti granulometrie,<br />
e che ben si adattano alla lavorazione<br />
dei più svariati materiali, con attenzione<br />
ai rifiuti urbani, legname di scarto e cippato,<br />
biomassa e inerti.<br />
Chi meglio si adatta...<br />
MPB 14.44, MPB 18.47, MPB 20.55 e MPB<br />
20.72 sono i fiori all’occhiello di Pronar, a cui<br />
è stato aggiunto il nuovo vaglio MPB 18.47/1,<br />
che garantisce tutte le funzionalità del modello<br />
più venduto MPB 18.47, ma che grazie ad un<br />
design piu compatto consente un ulteriore risparmio<br />
sull’investimento. La superficie di vagliatura<br />
effettiva varia dai <strong>16</strong> m 2 ai 40,6 m 2 , in<br />
base al modello prescelto.<br />
Ogni macchina viene concepita per potersi<br />
plasmare sulle specifiche esigenze del cliente.<br />
In pratica un “tailor made” che, mediante<br />
l’adattamento dei vagli, la capacità di lavorare<br />
diverse tipologie di materiale e l’ampia<br />
scelta degli accessori, contribuisce ad un<br />
miglioramento delle prestazioni sia in termini<br />
qualitativi che quantitativi ampliando la gamma<br />
di prestazioni da poter offrire ai clienti<br />
dei clienti.<br />
Equipaggiamenti che fanno la differenza<br />
Scegliere un vaglio da acquistare non è cosa<br />
semplice. Diversi sono i fattori che le aziende<br />
devono prendere in considerazione per assicurarsi<br />
un vero ritorno sull’investimento.<br />
Intanto la scelta del tamburo che deve lavorare<br />
il materiale. A fare la differenza è la forma della<br />
foratura: le più comuni sono quelle quadrate<br />
e rotonde con dimensioni che vanno da 10 mm<br />
ad un massimo di 100 mm; a cui si potrebbe<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
VAGLI<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
A TAMBURO<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
45<br />
Dettaglio dei dischi<br />
del vaglio stellare.<br />
Viene utilizzato<br />
per la lavorazione<br />
del materiale umido,<br />
quali rifiuti urbani,<br />
industriali, compost<br />
legno o corteccia.<br />
aggiungere una maglia a griglia speciale<br />
(montata attorno allo scheletro del tamburo)<br />
in caso fosse necessario raggiungere granulometrie<br />
inferiori.<br />
La dimensione e la forma dei fori possono<br />
essere decise dall’acquirente. Il tamburo infatti<br />
può essere dotato di coltelli apri-sacco,<br />
che favoriscono la rottura dei sacchetti di<br />
plastica e di altri materiali quali zolle e terriccio,<br />
oppure di facchini che sollevano il materiale<br />
durante il processo di vagliatura, migliorandone<br />
la qualità.<br />
La funzionalità dei vagli può essere ulteriormente<br />
incrementata sostituendo il tamburo<br />
montato di serie con un vaglio stellare, utile<br />
alla lavorazione del materiale umido, quali<br />
rifiuti urbani, industriali, compost legno o<br />
corteccia.<br />
È possibile poi, scegliere se equipaggiare la<br />
macchina di un motore Diesel Deutz, oppure<br />
Caterpillar o, in alternativa, di un motore<br />
elettrico, perfetto per l’utilizzo in aree chiuse<br />
ed entrambi montati su telaio estraibile, che<br />
ne facilita la manutenzione.<br />
Telaio gommato o cingolato (su cui viene allestito<br />
il vaglio) vengono decisi in base alla tipologia<br />
del terreno su cui il cliente deve operare,<br />
ed alla disponibilità dei mezzi edili per lo<br />
spostamento del vaglio stesso.<br />
Opzioni su opzioni<br />
Diverse sono quindi le possibili configurazioni<br />
dei vari modelli.<br />
Tra i principali equipaggiamenti, sono presenti<br />
la griglia sassi a sollevamento idraulico<br />
(per la protezione della tramoggia e del tamburo<br />
da pietre e sassi di grandi dimensioni);<br />
il separatore ad aria (per la separazione della<br />
frazione leggera dal sopravaglio e un conseguente<br />
ulteriore recupero di materie prime<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
secondarie come pellicole o carta); ed i rulli<br />
magnetici montati su entrambi i nastri di<br />
scarico (per la rimozione efficace di elementi<br />
ferrosi e metallici dal materiale in uscita).<br />
Ogni vaglio Pronar include tra gli allestimenti<br />
di serie un sistema di lubrificazione<br />
centralizzato, che permette<br />
un funzionamento senza manutenzione<br />
degli elementi in movimento che<br />
sono esposti a carichi pesanti e a condizioni<br />
operative difficili e una spazzola<br />
a comando idraulico, che protegge la<br />
foratura del vaglio da eventuali intasamenti.<br />
A dimostrazione, che la Casa costruttrice<br />
“si e sempre dimostrata in grado<br />
di recepire ciò che il mercato richiede<br />
e questo aspetto si traduce in continue<br />
migliorie sulle macchine”, come ha dichiarato<br />
Martin Mairhofer, Managing<br />
Director di Ecotec Solution. l<br />
Dettaglio dei fori<br />
del tamburo.<br />
Facchini<br />
di sollevamento<br />
all’interno del tamburo.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
46 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
SELEZIONATRICI<br />
Taylor made… è<br />
proprio il caso di dirlo!<br />
Federica Lugaresi<br />
Selezionare e recuperare i rifiuti tessili da pre e post consumo<br />
è imprescindibile dall’impiego di tecnologie sviluppate<br />
su sensori. Lo dimostra l’impianto pilota svedese, primo<br />
al mondo ad essere completamente automatizzato<br />
studio articolato in più fasi, rientra nel progetto<br />
finanziato dal governo svedese SIPTex (Swedish<br />
Innovation Platform for Textile Sorting), che<br />
mira a sviluppare una soluzione per la selezione<br />
dei tessuti adatta alle esigenze dei riciclatori e<br />
dell'industria dell'abbigliamento. STADLER ha<br />
progettato e costruito l'impianto, mentre TOM-<br />
RA ha fornito i separatori ottici NIR.<br />
del tessile identifica uno dei<br />
settori a maggiore impatto ambientale.<br />
Non solo: nell’intera UE genera L’industria<br />
rifiuti stimati in <strong>16</strong> mln di tonnellate all’anno,<br />
dei quali circa i due terzi finiscono in discarica<br />
o, alla meglio, vengono inceneriti.<br />
Le risorse preziose (non recuperate) contenute<br />
in tali scarti vengono quindi perdute.<br />
Recentemente STADLER e TOMRA hanno consegnato<br />
l'impianto di selezione completamente<br />
automatizzato Sysav Industri AB, che seleziona<br />
i rifiuti tessili misti - pre e post consumo - nel<br />
sud della Svezia. L’impianto, risultato da uno<br />
Passo dopo passo<br />
Il riciclaggio delle fibre richiede una separazione<br />
ad alto grado di selezione poiché il 50%<br />
dei tessuti è costituito da fibre miste.<br />
Attualmente si procede manualmente ma il<br />
risultato non soddisfa le aziende di riciclo e<br />
dell’industria della moda, e quindi si recupera<br />
solo una parte di questi scarti che hanno un<br />
grande potenziale. Nella la terza fase del progetto<br />
SIPTex - che vede l’operatività dell’impianto<br />
di Malmö - si seleziona il rifiuto tessile<br />
con modalità completamente automatizzata.<br />
La capacità raggiunge fino a 4,5 tonnellate/ora<br />
in una linea. Il materiale in entrata viene consegnato<br />
in balle, che pesano in genere da 350<br />
a 500 kg e include rifiuti pre e post consumo<br />
(ritagli, filati e scarti dei produttori tessili nel<br />
primo caso, abbigliamento e tessili domestici<br />
nel secondo che possono contenere cerniere<br />
e bottoni). Il primo consiste in rifiuti industriali<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
SELEZIONATRICI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
47<br />
Il sensore ottico<br />
TOMRA seleziona<br />
gli scarti tessili<br />
che scorrono<br />
sul nastro.<br />
secchi dei produttori tessili, come ritagli, filati<br />
e scarti. Il secondo è costituito da abbigliamento<br />
e tessili domestici, che includono materiale<br />
non selezionato dalla raccolta differenziata<br />
da fonti come i centri di riciclo, e rifiuti<br />
industriali e preselezionati manualmente da<br />
servizi di leasing e noleggio tessile. Il materiale<br />
viene selezionato intero e può contenere bottoni,<br />
cerniere e altre parti non tessili. Come<br />
detto sopra, l’impianto è stato interamente<br />
progettato da STADLER in stretta collaborazione<br />
con TOMRA ed ha incluso la fornitura<br />
dei sistemi di dosaggio, di nastri trasportatori,<br />
delle unità di selezione ottica NIR, dei nastri<br />
trasportatori ad alta velocità, della pressa, del<br />
sistema sia elettronico di controllo, sia di aria<br />
compressa che di depolverazione.<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
Insieme si vince<br />
Nell’ultima fase del progetto, è stato accertato<br />
“che il sistema progettato potesse funzionare<br />
con successo su scala industriale e che le frazioni<br />
in uscita potessero raggiungere la purezza<br />
e il tasso di recupero necessari per il riciclo e il<br />
riutilizzo. Non esiste una tecnologia su scala industriale<br />
per il riciclo dei tessili senza downcycling,<br />
quindi si è dovuta sviluppare la soluzione<br />
completa di selezione", ha spiegato Matej Fuerst,<br />
Project Manager di STADLER.<br />
Elemento indispensabile alla realizzazione di<br />
questo progetto pionieristico in ottica di economia<br />
circolare tessile, la tecnologia basata<br />
su sensori di TOMRA che ha fornito sia un separatore<br />
ottico AUTOSORT® NIR VIS per la<br />
fase 2 (col progetto pilota di Avesta), sia altri<br />
quattro per l'impianto di Malmö. "Finora sono<br />
disponibili poche ricerche sul riciclo delle frazioni<br />
tessili. Per essere efficaci nella selezione<br />
dei tessili pre e post consumo non indossabili<br />
ai fini del riciclo, la selezione automatizzata a<br />
sensori è fondamentale. In questo progetto,<br />
la nostra tecnologia si è dimostrata efficiente<br />
nel separare diverse frazioni tessili per tipo di<br />
materiale e colore” ha dichiarato László<br />
Székely, Vicepresidente e Head of Plastic<br />
Applications di TOMRA.<br />
Una partnership vincente, con cui si è concretizzato<br />
un impianto unico nel suo genere e di<br />
alta qualità, nonostante la selezione tessile<br />
automatizzata sia una tecnologia nuova. l<br />
Viste dell’impianto<br />
di selezione tessile<br />
in funzione.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
48 RIFIUTI SOLIDI SCARTI DA C&D Soluzioni<br />
Il detrito è servito<br />
Ludovica Bianchi<br />
In arrivo l’End of <strong>Waste</strong> per i rifiuti da demolizione<br />
e costruzione, che da soli identificano un volume<br />
pari a 60 milioni di tonnellate l’anno.<br />
Finalmente una destinazione diversa anche per loro<br />
I rifiuti da C&D<br />
identificano il 61,2%<br />
di quelli speciali<br />
non pericolosi,<br />
che vengono prodotti<br />
complessivamente nel<br />
nostro Paese.<br />
Il miglior rifiuto è quello non prodotto. O<br />
comunque quello che può essere riciclato<br />
e riutilizzato. La Comunità europea - compreso<br />
il nostro Paese con l’introduzione del<br />
Superbonus del 110% - ha puntato i riflettori<br />
sulle ristrutturazioni degli edifici, affinchè sia<br />
minimizzato il loro impatto ambientale in termini<br />
di consumi energetici e materiali utilizzati.<br />
Nei prossimi mesi quindi, occhi puntati<br />
su questo settore ‘spinto’ dall’accesso a finanziamenti<br />
mirati e dall’utilizzo di materiali<br />
per costruzioni provenienti da operazioni di<br />
recupero e reimpiego.<br />
Anche il Ministero dell’Ambiente sta ultimando<br />
(al momento in cui stiamo scrivendo) il<br />
nuovo decreto End of <strong>Waste</strong> sulla destinazione<br />
delle diverse tipologie di rifiuti provenienti da<br />
costruzioni e demolizioni. “Si tratta di 60 milioni<br />
di tonnellate l’anno tolte dal mondo dei<br />
rifiuti. E in questi rifiuti rientrano, per esempio,<br />
quelli del terremoto” ha dichiarato il Ministro<br />
Sergio Costa.<br />
Un ‘nuovo’ valore al vecchio<br />
flusso di rifiuti<br />
Stiamo parlando di rifiuti speciali non pericolosi<br />
- sino ad oggi normati dalla direttiva<br />
2008/98/CE - che prevede il 70% di preparazione<br />
per il recupero, riutilizzo e riciclaggio di<br />
materia. Un obiettivo ampiamente raggiunto<br />
e superato dall’Italia già nel 2018 con un tasso<br />
pari al 77,4% (dati Ispra); e con tale percentuale<br />
che presenta un aumento di oltre 2 punti<br />
rispetto al 2017.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
SCARTI DA C&D RIFIUTI SOLIDI<br />
49<br />
Economia Circolare<br />
Gli scarti da C&D rappresentano il 61,2% dei<br />
rifiuti speciali non pericolosi prodotti complessivamente<br />
in Italia (134 Mt). Un trend decisamente<br />
in aumento, visto che negli ultimi anni<br />
ha registrato un + 20%.<br />
Attualmente, i rifiuti delle operazioni di costruzione<br />
e demolizione smaltiti in discarica sono<br />
pari a 488 kt, ben oltre il 9% del totale dei rifiuti<br />
speciali non pericolosi smaltiti nel 2018.<br />
Per gli scarti di questo settore dunque, in ottica<br />
di un’economia più circolare, il Ministero vuole<br />
definire una destinazione ed incentivare la loro<br />
trasformazione in materie prime seconde. Ma,<br />
tanto esistono potenzialità di miglioramento<br />
nel riciclo di rifiuti da C&D, quanto esistono<br />
problematiche.<br />
La gestione italiana<br />
Negli ultimi dieci anni il riciclo di questa tipologia<br />
di rifiuti è decisamente migliorato, sia in<br />
termini quantitativi che qualitativi grazie anche<br />
alle tecnologie di trattamento e modernizzazione<br />
degli impianti. Si dovrà proseguire sulla<br />
strada tracciata, puntando a ridurre l’utilizzo<br />
dei rifiuti da C&D a scopo di riempimento o di<br />
copertura delle discariche, ed “incrementare<br />
il reimpiego ed il riciclo di qualità”; ma anche<br />
migliorare la raccolta differenziata a monte<br />
degli impianti di trattamento.<br />
Il riciclo degli inerti presenta una serie di importanti<br />
vantaggi: per le pubbliche amministrazioni<br />
ed Enti locali, che possono incrementare<br />
le attività di recupero limitando il ricorso allo<br />
smaltimento in discarica e l’apertura di nuove<br />
cave di inerti naturali; ma anche per le imprese<br />
del settore costruzioni che possono conferire i<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
rifiuti presso gli impianti di riciclaggio (con costi<br />
inferiori rispetto al conferimento in discarica),<br />
e allo stesso tempo, rifornirsi di materiali che,<br />
a parità di qualità e prestazioni, hanno un costo<br />
inferiore rispetto ai materiali naturali.<br />
Oggi nel nostro Paese si seguono fondamentalmente<br />
due strade: il recupero e lo smaltimento<br />
le cui operazioni sono classificate dal<br />
decreto legislativo 152/06 (R per il recupero e<br />
D per lo smaltimento). Nel 2018 è stato destinato<br />
al recupero il 67,7% dei rifiuti speciali,<br />
mentre la quantità restante viene gestita mediante<br />
lo smaltimento in discarica, incenerimento<br />
e coincenerimento.<br />
L’approccio attuale<br />
In attesa dell’End of <strong>Waste</strong> per questo flusso<br />
di rifiuti - che ne incentiverà la produzione di<br />
materia prima seconda (da riposizionare nella<br />
filiera limitando l’estrazione di materie prime)<br />
- la diffidenza regna sovrana.<br />
La carenza di conoscenze delle caratteristiche<br />
dei materiali e delle procedure di controllo<br />
da applicare, fanno sì che si sia restii<br />
all’utilizzo di materiali provenienti da rifiuti.<br />
Esiste comunque un mercato per gli<br />
aggregati riciclati rappresentato dal<br />
settore delle costruzioni di infrastrutture<br />
(strade, ferrovie, piste<br />
ciclabili ecc.) ed in minima parte<br />
al confezionamento di calcestruzzi<br />
strutturali. Ma ciò è dovuto<br />
alla normativa tecnica che<br />
richiede aggregati riciclati di solo<br />
calcestruzzo, per la fabbricazione<br />
di nuovo calcestruzzo. l<br />
Le macerie del ponte<br />
Morandi. Una parte<br />
di esse verrà<br />
riutilizzata<br />
nella costruzione<br />
del Memoriale.<br />
Struttura progettata<br />
dall’architetto Boeri<br />
per non dimenticare<br />
le 43 vittime.<br />
Esempio di calcestruzzo<br />
riciclato.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
50 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
TRACCIABILITÁ DEGLI SCARTI<br />
Sperimentazione RENTRi,<br />
c’è già chi è attivo<br />
Riccardo Rossi<br />
MiTE ha messo ai blocchi di partenza i lavori di implementazione<br />
del RENTRi, il nuovo sistema informatico di tracciabilità<br />
dei rifiuti. Le prime applicazioni a partire da luglio <strong>2021</strong><br />
Cominciamo dall’acronimo. RENTRi,<br />
Registro Elettronico Nazionale per la<br />
Tracciabilità dei Rifiuti.<br />
Perché senza tracciabilità e controlli, la guerra<br />
dei rifiuti non si vince.<br />
Molti pensavano che non sarebbe mai entrato<br />
in vigore, altri ne ipotizzavano un flash veloce<br />
come è accaduto per il SISTRI nel dicembre<br />
del 2009. Invece, a seguito di tante voci ed incontri<br />
con le associazioni di categoria in seguito<br />
ad Ecomondo 2019, è confermato che il<br />
MiTE (Ministero della Transizione Ecologica)<br />
farà partire la sperimentazione del RENTRi<br />
tra pochissime settimane.<br />
In pole position<br />
Euroinformatica, con Atlantide DS.8 (la propria<br />
piattaforma software per la gestione dei<br />
rifiuti), ha seguito già in fase embrionale, la<br />
genesi di questa nuova modalità per effettuare<br />
le registrazioni fiscali dei rifiuti e relative<br />
formulazioni. È infatti parte attiva dei tavoli<br />
tecnici per la sperimentazione RENTRi, e segue<br />
con attenzione gli sviluppi e le evoluzioni<br />
di questo nuovo sistema di digitalizzazione.<br />
Un valore aggiunto, che si ritrova direttamente<br />
nello strumento principe di cui sopra, dedicato<br />
espressamente alla gestione della filiera<br />
dei rifiuti e dei flussi aziendali in ottica<br />
di economia circolare e industria 4.0.<br />
Cos’è il RENTRi…<br />
L’art. 188-bis del DLGS 152/2006 con la modifica<br />
del D.Lgs.1<strong>16</strong> entrato in vigore il 26 settembre<br />
2020, stabilisce, attualmente, che il<br />
sistema di tracciabilità dei rifiuti si compone<br />
delle procedure e degli strumenti di tracciabilità<br />
che dovranno essere integrati nel nuovo<br />
sistema informatico RENTRi.<br />
Tale sistema sarà composto di un REN<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
TRACCIABILITÁ<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
DEGLI SCARTI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
51<br />
(Registro Elettronico Nazionale: un grosso<br />
Database Nazionale centralizzato) che riceverà<br />
i dati dai vari gestionali di mercato (che sono<br />
la componente TRi di tracciabilità) in una modalità<br />
di invio e gestione molto simile alla fatturazione<br />
elettronica che ora tutte le aziende<br />
conoscono.<br />
Questo significa che, per registrarsi al RENTRi<br />
verrà creato un apposito portale, gestito presso<br />
la competente struttura organizzativa del<br />
Ministero della Transizione Ecologica.<br />
Tale struttura verrà supportata tecnicamente<br />
dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali sulla<br />
base di modalità operative stabilite da una regolamentazione<br />
ministeriale di prossima uscita.<br />
Il ruolo dell’Albo gestori Ambientali è fondamentale<br />
perché dovrà gestire i rapporti con<br />
gli utenti e la riscossione dei contributi.<br />
… e per chi<br />
Gli utenti che si dovranno iscrivere a questo<br />
nuovo sistema (e applicarlo) – come indicato<br />
da Ecocamere – si identificano nei produttori<br />
di rifiuti pericolosi; enti ed imprese che effettuano<br />
il trattamento dei rifiuti, che raccolgono<br />
o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale;<br />
commercianti ed intermediari di rifiuti<br />
pericolosi; e consorzi istituiti per il recupero<br />
e riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti.<br />
Ma si dovranno iscrivere al RENTRi anche coloro<br />
che operano con i rifiuti non pericolosi,<br />
quindi chiunque effettui a titolo professionale<br />
attività di raccolta e trasporto di rifiuti; i commercianti<br />
e gli intermediari di rifiuti senza detenzione,<br />
le imprese e gli enti che effettuano<br />
operazioni di recupero e di smaltimento di rifiuti.<br />
Ed anche i Consorzi istituiti per il recupero<br />
e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti;<br />
nonché le imprese e gli enti produttori iniziali<br />
di rifiuti pericolosi e di rifiuti non pericolosi di<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
cui all’articolo 184, comma 3, lettere c) d ) e<br />
g), ad esclusione degli imprenditori agricoli di<br />
cui all’articolo 2135 del codice civile, con un<br />
volume di affari annuo non superiore a 8000<br />
euro; le imprese che raccolgono e trasportano<br />
i propri rifiuti non pericolosi (di cui all’articolo<br />
212 comma 8) e, non da ultimo - in merito ai<br />
soli rifiuti non pericolosi - le imprese e gli enti<br />
produttori iniziali che non hanno più di 10 dipendenti.<br />
Si parte avvantaggiati<br />
Gli utenti di Atlantide conoscono già queste<br />
tematiche, poiché la componente di ingegnerizzazione<br />
della piattaforma è nota da tempo,<br />
così come l’approccio all’innovazione tecnologica.<br />
La tabella di marcia è stata presentata nel corso<br />
dei diversi incontri con le associazioni, ed<br />
è molto serrata.<br />
Sono state indicate le date di Luglio <strong>2021</strong> per<br />
la partenza, e Novembre <strong>2021</strong> per la fine della<br />
sperimentazione: ciò che ne risulterà funzionante<br />
ed efficace, sarà ufficializzato nel prossimo<br />
decreto attuativo.<br />
Il resto verrà affrontato in decreti successivi.<br />
EUROINFORMATICA che è parte attiva nella<br />
sperimentazione, realizza a partire da fine <strong>giugno</strong><br />
fino a ottobre, una serie di webinar con<br />
l’obiettivo di tenere costantemente informati<br />
sui risultati della sperimentazione e su tutte<br />
le novità, non solo i propri clienti ma anche la<br />
vasta platea di soggetti che dovranno aderire<br />
al RENTRI: una sorta di “reality” costruito per<br />
far interagire i diversi soggetti coinvolti in maniera<br />
dinamica e proattiva.<br />
A fine ottobre l’appuntamento sarà in presenza<br />
con un convegno all’interno di ECOMONDO<br />
<strong>2021</strong>. Il programma degli incontri/eventi è disponibile<br />
su www.atlantide-web.it l<br />
Atlantide DS.8,<br />
la piattaforma<br />
software<br />
per la gestione<br />
dei rifiuti,<br />
è utilizzabile<br />
su tutti i tipi<br />
di devices.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
52<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
Giocare coi numeri<br />
Anno 2020, nel nostro Paese recupero record<br />
di plastica da imballaggi.Il sistema funziona<br />
Riccardo Rossi<br />
Che l’Italia fosse una nazione virtuosa,<br />
lo si era già capito. Grazie anche ad<br />
una maggiore sensibilità sul corretto<br />
conferimento della plastica. La raccolta ha<br />
registrato infatti un aumento del 4% rispetto<br />
all’anno precedente, con 1.433.203 tonnellate<br />
di plastica da imballaggi conferite ai Centri<br />
di selezione (dati Corepla). Un nuovo record<br />
relativo alla quantità trattata, nonostante una<br />
pandemia ancora in corso; e nonostante siano<br />
stati immessi imballaggi al consumo sul<br />
territorio nazionale per un quantitativo pari<br />
a 2.198 kt (in flessione di circa il 5% rispetto<br />
al 2019).<br />
Snocciolando qualche numero, il sistema è<br />
riuscito a recuperare 1.820.270 tonnellate di<br />
imballaggi in plastica, equivalenti al 95%.<br />
“I risultati di questo bilancio, a fronte di un<br />
periodo emergenziale senza precedenti, dimostrano<br />
ii passi avanti che il nostro Paese<br />
ha compiuto nell’ambito dell’organizzazione<br />
di un sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi<br />
in plastica capace di fronteggiare<br />
cambi di prospettiva imprevisti e repentini”<br />
spiega Giorgio Quagliolo, presidente di<br />
Corepla.<br />
Nel 2020 sono state riciclate 655.393 tonnellate<br />
di imballaggi in plastica, soprattutto provenienti<br />
da raccolta differenziata urbana. A<br />
queste si devono aggiungere i quantitativi<br />
prodotti dalle attività commerciali e industriali,<br />
per un riciclo complessivo di oltre 900.000<br />
tonnellate.<br />
377.907 tonnellate sono state avviate a recupero<br />
energetico, fornendo energia in sostituzione<br />
dei combustibili fossili. Di queste, il<br />
75% è stato destinato a cementifici ed il restante<br />
25% alla termovalorizzazione. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
54<br />
BIOWASTE IMPIANTI 4.0<br />
Rifiuti,dalla frazione<br />
organica al biometano<br />
Eliana Puccio<br />
Ecoprogetto Milano ed Ecoprogetto Tortona, le nuove<br />
tecnologie per il completamento del ciclo virtuoso dei rifiuti<br />
Ecoprogetto<br />
Milano. Sistema<br />
di upgrading.<br />
Due impianti moderni e di ultima generazione<br />
che rappresentano l’evoluzione e l’ottimizzazione<br />
tecnica e gestionale dei tradizionali<br />
impianti di compostaggio. Eco progetto<br />
Milano ed Ecoprogetto Tortona sono di proprietà<br />
di Snam4Environment, società controllata al 100%<br />
da Snam con la missione di sviluppare infrastrutture<br />
per il biometano e promuovere green business<br />
volti al raggiungimento dei<br />
target di decarbonizzazione,<br />
in particolare nei trasporti.<br />
La realizzazione delle nuove<br />
linee di pretrattamento e di<br />
upgrading per la produzione<br />
di biometano avanzato è stata<br />
affidata a IES Biogas, attiva<br />
nella progettazione, fornitura,<br />
realizzazione e assistenza di<br />
impianti biogas e biometano,<br />
che opera all’interno del gruppo<br />
Snam con la funzione di<br />
EPC Contractor ed EPCM.<br />
Attualmente, Ecoprogetto<br />
Milano è in fase di ampliamento<br />
con la costruzione<br />
del terzo digestore e l’adeguamento<br />
dei sistemi per il<br />
pretrattamento della Forsu.<br />
Per Ecoprogetto Tortona,<br />
IES Biogas ha già installato<br />
un nuovo sistema di pretrattamento<br />
ed è in fase di rea-<br />
lizzazione l’upgrading. Il primo impianto sorge<br />
nel Comune di Albairate (MI) su un’area di 40.000<br />
mq all’interno del Parco Agricolo Sud Milano,<br />
mentre il secondo è inserito in posizione strategica<br />
all’interno del triangolo industriale Milano-<br />
Torino-Genova.<br />
Gli impianti sono in grado di trattare la frazione<br />
organica del rifiuto solido urbano e il verde proveniente<br />
da potature e manutenzioni, attraverso<br />
un processo di digestione anaerobica a umido<br />
tramite il quale, in assenza di ossigeno e grazie<br />
a reazioni biochimiche a opera di specifici batteri,<br />
la sostanza organica viene trasformata in biogas.<br />
Successivamente, attraverso un processo di purificazione<br />
del biogas (eliminazione di CO 2 , umidità<br />
e impurità), si ottiene biometano avanzato,<br />
combustibile rinnovabile del tutto assimilabile<br />
al gas naturale: viene immesso nella rete gas<br />
nazionale e utilizzato nel trasporto, garantendo<br />
una mobilità a zero emissioni.<br />
La fase anaerobica<br />
Il pretrattamento consente di eliminare le componenti<br />
di disturbo come imballi e inerti non putrescibili<br />
e di preparare, con la triturazione e<br />
l’aggiunta di acqua di ricircolo, la sospensione<br />
grezza da avviare ai digestori per la fase biologica<br />
anaerobica.<br />
Il substrato, preliminarmente riscaldato e portato<br />
alla temperatura di 37°-40°C e condotto al digestore,<br />
alimentato più volte al giorno, in cui si<br />
sviluppa il processo biochimico anaerobico a<br />
Giugno <strong>2021</strong>
IMPIANTI 4.0<br />
BIOWASTE 55<br />
opera di batteri metanigeni. Il materiale è continuamente<br />
mescolato per mezzo di agitatori<br />
verticali e lance di ricircolo biogas, che evitano<br />
fenomeni di sedimentazione e garantiscono<br />
l’omogeneizzazione dello stesso e il mantenimento<br />
costante del pH e della temperatura del<br />
substrato all’interno del digestore. In questa fase<br />
si producono biogas, avviati a un gasometro per<br />
la successiva raffinazione in biometano, e digestato<br />
avviato, invece, alla disidratazione e al successivo<br />
stadio di post-fermentazione. La valorizzazione<br />
del biogas avviene tramite un impianto<br />
di upgrading per la produzione di biometano.<br />
La fase aerobica<br />
Ciò che resta dal trattamento anaerobico, il digestato,<br />
viene trattato attraverso un processo<br />
aerobico per la produzione di compost di qualità<br />
da utilizzare per ripristini ambientali o in agricoltura<br />
a pieno campo come ottimo fertilizzante<br />
naturale, in grado di sostituire la concimazione<br />
chimica di origine fossile.<br />
Il substrato in uscita dal digestore viene trattato in<br />
centrifughe, in modo da separare la fase liquida<br />
dalla fase solida. La fase liquida separata viene ricircolata<br />
nel processo, mentre l’acqua in eccesso<br />
viene avviata all’impianto di depurazione interno e<br />
quindi alla fognatura pubblica. Il materiale disidratato<br />
viene avviato alla fase di compostaggio aerobico,<br />
previa miscelazione con le matrici strutturanti<br />
triturate. Terminata la fase di miscelazione, il materiale<br />
viene caricato all’interno delle celle in cui<br />
avviene il processo di biossidazione accelerata.<br />
Ecoprogetto. Potenzialità e benefici<br />
La potenzialità complessiva prevista per i due<br />
impianti è di 123.000 ton/anno per la produzione<br />
di 9,8 mln di biometano che consentirà di risparmiare<br />
un quantitativo annuo di energia equivalente<br />
a quella prodotta da oltre 7.600 tonnellate<br />
di petrolio, e alimentare 6.800 auto a metano in<br />
un anno, evitando di immettere in atmosfera<br />
19.110 ton di CO 2 . Saranno, inoltre, prodotte<br />
Giugno <strong>2021</strong><br />
350.000 ton/anno di compost per uso agricolo in<br />
sostituzione dei fertilizzanti chimici.<br />
Grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili,<br />
gli impianti limiteranno al minimo l’impatto<br />
sull’ambiente circostante, prevedendo la depurazione<br />
di tutti i liquidi e il trattamento dell’aria<br />
per tutte le fasi che possano generare fenomeni<br />
odorigeni - già limitati in questo tipo di impianti<br />
- rispetto ai classici impianti di compostaggio,<br />
in quanto tutti i processi avvengono al chiuso.<br />
“I due progetti - spiega Marco Mazzero, CEO di<br />
IES Biogas - promuovono il completamento del<br />
ciclo virtuoso dei rifiuti e l’economia circolare:<br />
gli interventi permettono, infatti, di produrre più<br />
energia, aumentando l’efficienza del pretrattamento,<br />
riducendo i sovvalli e ottimizzando, così,<br />
i costi di smaltimento”.<br />
I processi gestionali e di recupero così ottimizzati<br />
hanno ricadute positive sotto il profilo economico<br />
sulle amministrazioni pubbliche e sui cittadini,<br />
dando impulso alla mobilità sostenibile e abbattendo<br />
le emissioni legate al trasporto dei rifiuti<br />
verso altre Regioni.<br />
l<br />
Ecoprogetto<br />
Tortona.<br />
Sistema<br />
di pretrattamento.<br />
Immagini fornite<br />
da IES Biogas<br />
www.iesbiogas.it<br />
mail:<br />
info@iesbiogas.it
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
56 BIOWASTE<br />
NEWS<br />
L’alga fa l’abito<br />
Paillettes di alghe che sono l’alternativa sostenibile<br />
alla plastica. Il vestito è ricoperto di lustrini evitando<br />
così l’uso di materiali derivati dal petrolio. L’idea<br />
dei due stilisti Phillip Lim e Charlotte McCurdy<br />
Eliana Puccio<br />
Per le bio-paillettes<br />
derivate dalle alghe<br />
nel vestito è stato<br />
utilizzato<br />
un materiale<br />
realizzato<br />
con una base in rete<br />
creata dalla Pyratex.<br />
Moda e sostenibilità vanno sempre più<br />
a braccetto. C'è una bella notizia per<br />
le amanti delle paillettes, fortunatamente,<br />
non solo i consumatori ma anche i designer<br />
sono più attenti all’ambiente.<br />
Phillip Lim e Charlotte McCurdy hanno realizzato<br />
un abito ricoperto di lustrini fatti di alghe,<br />
senza ricorrere a nessun tipo di materiale<br />
derivato dal petrolio. La coppia di designer ha<br />
attinto dal processo di McCurdy che estrae il<br />
carbonio dall’atmosfera e unisce la sostanza<br />
organica al calore. La bioplastica che si forma<br />
viene versata in stampi e tagliata a forma di<br />
paillettes. Il capo è 100 per cento ecologico.<br />
Il materiale del vestito è stato realizzato con<br />
una base in rete creata dalla Pyratex (società<br />
con sede a Madrid specializzata nella ricerca<br />
di nuovi materiali), fatta in fibra di alghe e bambù<br />
chiamata SeaCell, che è sia un antitraspirante<br />
che un termoregolatore.<br />
E’ stato realizzato durante il programma iniziativa<br />
della Slow Factory Foundation, One X<br />
One 2019-2020. Un format in cui scienziati e<br />
stilisti si incontrano e si confrontano con l’intento<br />
di creare ed esplorare nuove tecnologie<br />
e tipologie di produzione. Potremmo quindi<br />
definirlo un lusso sostenibile, frutto dell’unione<br />
tra scienza e design.<br />
La ricercatrice Charlotte McCurdy spiega: "La<br />
sostenibilità nella moda non riguarda solo i<br />
tessuti organici, naturali o riciclati.<br />
Se vogliamo arrivare a zero sulle nostre emissioni,<br />
dobbiamo pensare a come sostituire il<br />
60 per centro dei tessuti che sono attualmente<br />
realizzati con combustibili fossili".<br />
Signore, potrete indossare le vostre amate<br />
paillettes senza sentirvi in colpa. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
58<br />
BIOWASTE<br />
SCARTI DA MACELLAZIONE<br />
Tritura et labora<br />
Ludovica Bianchi<br />
Dal processo di macellazione si generano sottoprodotti<br />
e scarti di origine animale che, se adeguatamente preparati,<br />
forniscono valore aggiunto. Una trasformazione che avviene<br />
tramite trituratori e sistemi di pompaggio altamente affidabili<br />
Materiali trattati<br />
con la RedUnit.<br />
Ossa, frattaglie, cotenne. Apparentemente<br />
scarti di lavorazione di difficile gestione,<br />
ma in realtà risorse preziose se opportunamente<br />
trattate. Produzione di gelatina, mangimi<br />
per animali o substrato per impianti di biogas,<br />
ne sono solo alcuni esempi. Ma per rientrare<br />
nel ciclo, questi materiali devono essere trasformati<br />
in una soluzione pompabile utilizzando una<br />
tecnologia appropriata. Perché, più le particelle<br />
sono piccole, più ampio è il campo di utilizzazione<br />
successivo.<br />
Tecnologia sofisticata<br />
Prerequisiti dei macchinari per questo tipo di lavorazione,<br />
sono la robustezza, l’affidabilità ed<br />
una triturazione che sia coordinata alla tecnologia<br />
del pompaggio.<br />
La corretta filiera di preparazione per il riciclo<br />
degli scarti e dei sottoprodotti della macellazione<br />
varia in maniera importante, in funzione delle<br />
caratteristiche dei materiali da triturare e della<br />
resa finale desiderata. Con RedUnit, Vogelsang<br />
ha sviluppato una soluzione compatta (che ri-<br />
Giugno <strong>2021</strong>
SCARTI DA MACELLAZIONE<br />
BIOWASTE 59<br />
RedUnit<br />
installata.<br />
Punti di forza<br />
chiede meno spazio e potenza), plug-and-play,<br />
e che identifica una combinazione perfetta di<br />
tecnologia - per triturazione e pompaggio – finalizzata<br />
proprio alla valorizzazione degli scarti<br />
alimentari.<br />
Triturazione efficace ed efficiente<br />
Dai macelli avicoli e suini ai produttori di gelatina,<br />
sono numerose le aziende con i più ampi requisiti<br />
di lavorazione che si affidano alla RedUnit.<br />
Un esempio su tutti, quello di una cooperativa<br />
bolognese attiva sia nel settore agroalimentare<br />
che in quello dei salumi, che effettua macellazione<br />
e sezionamento bovini e suini.<br />
Una realtà anche sensibile al tema di economia<br />
circolare e sostenibilità, tanto che ha deciso di<br />
realizzare un impianto di biogas per la produzione<br />
di energia elettrica e calore, derivanti proprio<br />
dai sottoprodotti aziendali.<br />
Come detto poc’anzi, è però necessaria una<br />
preparazione. Ecco che quindi gli scarti di macellazione<br />
(soprattutto pacchi intestinali suini)<br />
prima di essere inviati al pastorizzatore, vengono<br />
sminuzzati con il trituratore e successivamente<br />
pompati da un sistema di pompaggio<br />
volumetrico. Il processo prevede lo scarico del<br />
materiale in una tramoggia di carico e successivamente<br />
l’invio tramite una coclea ad un sistema<br />
di triturazione. Interviene quindi la pompa<br />
volumetrica che trasporta il prodotto nel<br />
pastorizzatore, nel quale subisce l’obbligatorio<br />
RedUnit consente di risparmiare spazio, energia e tempo rispetto<br />
ai trituratori utilizzati in precedenza, poiché non richiede ulteriori<br />
pompe a valle o trasportatori a coclea. Tanti sono i vantaggi:<br />
• I singoli elementi sono impilati verticalmente uno sopra l'altro<br />
in modo che il materiale triturato cada direttamente nella pompa<br />
integrata.<br />
• L'assenza di tratti di trasporto intermedi comporta una riduzione<br />
complessiva del consumo di elettricità.<br />
• La RedUnit non necessita di acqua, neanche durante il processo<br />
di triturazione, quindi i consumi idrici diminuiscono.<br />
• Manutenzione rapida e semplice con QuickService che offre<br />
diverse opzioni per la sostituzione del rotore e dello statore e<br />
per i cambi di tenuta.<br />
• Installazione semplice grazie alla modularità del sistema<br />
RedUnit, che offre quindi una soluzione plug-and-play per tutte<br />
le più svariate esigenze di pompaggio e triturazione.<br />
L’unità viene messa in servizio da personale qualificato già prima<br />
di lasciare la fabbrica.<br />
processo prima di essere inviato al digestore.<br />
Precedentemente la soluzione installata prevedeva<br />
la triturazione attraverso un tritacarne classico<br />
con una potenza installata sopra i 35 kW:<br />
non risultava ottimale e creava diverse problematiche<br />
operative ed economiche.<br />
Industria 4.0<br />
Lavorando con una logica automizzata, RedUnit<br />
consente un notevole risparmio tempo-lavoro<br />
del personale, che riesce a modulare la macchina<br />
in base alle proprie necessità e ad individuare<br />
velocemente eventuali blocchi impiantistici,<br />
intervenendo direttamente sul problema.<br />
Per fare ciò, a corredo è stato fornito un quadro<br />
con PLC ed il software sviluppato da Vogelsang,<br />
che si interfaccia perfettamente con la logica<br />
dell’intero impianto a biogas. Un sistema di allarmi<br />
poi, ne controlla il funzionamento nei parametri<br />
di lavoro impostati.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
60 BIOWASTE<br />
NEWS<br />
Microalghe, 200 t all’anno<br />
Ammonta a circa<br />
200 tonnellate all'anno<br />
la domanda italiana<br />
di microalghe per utilizzi<br />
alimentari. Dati forniti<br />
nel corso della presentazione<br />
del progetto AlgaeFarm,<br />
nell’ambito della digital<br />
preview di AquaFarm<br />
e NovelFarm<br />
Irene Boschi<br />
La domanda di microalghe essiccate in<br />
Italia è di circa 200 tonnellate all'anno,<br />
per utilizzi che vanno dall’alimentare<br />
alla nutraceutica e dalla cosmesi alla farmacopea,<br />
fino ai mangimi per i pesci.<br />
Solo meno del 13 per cento della domanda<br />
viene oggi soddisfatta dalla produzione nazionale,<br />
per i tre quarti concentrata sulla spirulina<br />
e in capo ad una decina di aziende. La catena<br />
del valore italiana comprende anche alcune<br />
realtà che producono componenti, come i fotobioreattori,<br />
o impianti completi per la coltivazione.<br />
Sono alcuni dei dati forniti in esclusiva da<br />
Alberto Bertucco, presidente di AISAM, Asso -<br />
ciazione Italiana per lo Studio e le Appli -<br />
cazioni delle Microalghe, e Liliana Rodolfi,<br />
docente dell’Università degli Studi di Firenze,<br />
nel corso della presentazione del nuovo progetto<br />
AlgaeFarm, nell’ambito della Digital<br />
Preview di AquaFarm e NovelFarm di Por -<br />
de none Fiere.<br />
Entrambe sono affiancate quest'anno da<br />
AlgaeFarm, appuntamento dedicato a tecnologie<br />
e applicazioni in alghicoltura, in programma<br />
il 9 e il 10 <strong>giugno</strong>. Il mercato italiano<br />
richiede elevata qualità, ma i nostri produttori<br />
subiscono la concorrenza di aziende europee<br />
più strutturate e con offerte comparabili.<br />
Le stime sulla produzione mondiale sono molto<br />
variabili, da un minimo di 25.000 ton nel la -<br />
te/anno ad un massimo di 130.000, suddivisa<br />
tra una ventina di generi ognuna con più specie.<br />
Dal 50 al 90% delle quantità, a seconda delle<br />
stime, si concentra su due generi, spirulina e<br />
clorella. Il valore supera abbondantemente il<br />
miliardo di dollari a livello globale ed è caratterizzato<br />
da un prezzo al kg molto elevato che<br />
lo rende rilevante sebbene in quantità non sia<br />
comparabile al contiguo comparto delle macroalghe<br />
che ogni anno ne produce 4,6 milioni<br />
di tonnellate.<br />
La ricerca, di base e industriale, si concentra<br />
oggi sul miglioramento della produttività delle<br />
microalghe coltivate, attraverso la maggiore<br />
efficienza del processo della fotosintesi, su cui<br />
si basa la fisiologia della maggior parte dei<br />
generi utilizzati su scala industriale. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
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Economia Circolare<br />
62<br />
Soluzioni<br />
ACQUE REFLUE<br />
NEWS<br />
Una spia anti-Covid<br />
Marco Comelli<br />
Un sensore elettrochimico che individua due proteine costituenti<br />
il coronavirus. Il test messo a punto dall’Università di Tor Vergata<br />
e quella dell’Insubria con l’Ospedale Militare del Celio<br />
Uno dei problemi della lotta al Covid-19 è<br />
scoprire i molti casi asintomatici ma comunque<br />
contagiosi. A parte i tamponi cosiddetti<br />
molecolari, che però richiedono laboratori<br />
specializzati e tempi lunghi per la risposta, i test<br />
in uso hanno scarsa specificità soprattutto quando<br />
la carica virale è bassa. Se si passa dall’essere<br />
umano al monitoraggio ambientale, per esempio<br />
le acque reflue, i problemi si moltiplicano. Nelle<br />
acque fognarie, infatti, sono presenti moltissimi<br />
virus, parti di virus, proteine isolate, per cui il test<br />
deve essere molto specifico. Inoltre, la quantità di<br />
virus per unità di volume è molto bassa (elevata<br />
diluizione).<br />
Questi fattori ostacolano la possibilità di utilizzare<br />
l’analisi in continuo o semicontinuo delle acque<br />
reflue come sentinella per l’allarme precoce del<br />
verificarsi di focolai dell’infezione, prima che questa<br />
diventi conclamata con le analisi sugli umani.<br />
L’Università di Tor Vergata e quella dell’Insubria,<br />
con la collaborazione dell’Ospedale Militare del<br />
Celio, hanno messo invece a punto un test elettrochimico<br />
in grado di individuare due proteine<br />
costituenti il coronovirus, la S e la N. I test sono<br />
stati eseguiti utilizzando campioni salivari, fatti<br />
reagire con anticorpi secondari all’enzima alcalino<br />
fosfatasi utilizzando microsferule magnetiche<br />
come supporto. Il marcatore della reazione<br />
è l’1-Naftolo, che viene identificato su elettrodi<br />
stampati ricoperti da un nanomateriale a base<br />
di carbonio puro. Il test riesce ad identificare la<br />
presenza delle due proteine rispettivamente a<br />
19 ng/mL and 8 ng/mL (nanogrammi per millilitro).<br />
La specificità è comparabile a quella del<br />
tampone molecolare, che però utilizza l’amplificazione<br />
delle sequenza genetiche. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
64<br />
Soluzioni<br />
ACQUE REFLUE<br />
PATRIMONIO BLU<br />
Cittadini<br />
dell’acqua<br />
Federica<br />
Lugaresi<br />
In occasione della Giornata Mondiale<br />
dell’Acqua, il Laboratorio REF<br />
Ricerche ha fatto il punto sul ruolo<br />
della risorsa idrica e la percezione<br />
degli italiani in merito ad essa.<br />
Ne è emerso un quadro interessante…<br />
è indispensabile<br />
alla<br />
L’acqua<br />
vita ed è una<br />
risorsa molto fragile<br />
che va tutelata. Un<br />
concetto su cui stiamo<br />
tutti d’accordo. Ma le<br />
stiamo dando il giusto valore? La risposta arriva<br />
da un’indagine lunga un anno - compiuta su oltre<br />
2.200 cittadini e utenti tra i 18 e 70 anni di età - che<br />
mette in evidenza il grado di consapevolezza riguardo<br />
anche al servizio idrico pubblico.<br />
Scarsa consapevolezza<br />
L’84% dei cittadini si dice disposto a versare una<br />
somma di denaro (pari a 44 euro) per tutelare l’ambiente<br />
e conservare il capitale naturale, poiché la<br />
risorsa acqua non è illimitata nel tempo e nello<br />
spazio. Manca però il corretto “sentire” in merito<br />
alla reale quantità sul consumo di acqua, che ci<br />
porta a pensare di utilizzarne, quotidianamente,<br />
meno della metà. La risorsa idrica non identifica<br />
quindi un concetto astratto, ma un bene concreto<br />
che, per essere fruito necessita di reti, tecnologie,<br />
LA CONOSCENZA DI ARERA<br />
SUL TERRITORIO NAZIONALE<br />
investimenti, competenze e persone. In una parola,<br />
servizio idrico. E qui un’altra sorpresa: solo un cittadino<br />
su tre riconosce correttamente i 4 ambiti di<br />
servizio (fornitura di acqua alle utenze, investimenti<br />
lungo tutto il ciclo integrato, raccolta e depurazione<br />
degli scarichi e controlli sulla qualità dell’acqua)<br />
di cui il gestore è responsabile.<br />
La fornitura dell’acqua è l’ambito che viene maggiormente<br />
“percepito” dato che entra nelle case<br />
ed è quindi concretamente visibile; mentre è sconosciuta<br />
la voce relativa agli investimenti per mantenere<br />
le reti. In pratica, la maggioranza degli utenti<br />
ha una visione parziale o incompleta del servizio<br />
che viene assicurato.<br />
Guadagnare fiducia<br />
In virtù di quanto sopra, diventa necessario costruire<br />
un’alleanza tra gestori, cittadini e autorità<br />
attraverso un servizio che generi soddisfazione.<br />
Il livello di gradimento degli utenti è distribuito diversamente<br />
per aree geografiche. Al nord e al centro<br />
Italia si raggiungono rispettivamente il 50% e<br />
40%, mentre al sud e nelle isole l’asticella si abbassa<br />
(38% e 30%) a causa dei ripetuti disservizi<br />
quali interruzioni nella fornitura, bassa qualità<br />
dell’acqua potabile, divieti di balneazione.<br />
Come dire… soddisfazione e fiducia vanno a braccetto<br />
e se il gestore è attento ai bisogni dei cittadini,<br />
i valori si alzano. Ne consegue che gli italiani<br />
hanno più fiducia negli operatori del servizio<br />
idrico, che nelle amministrazioni locali o nello<br />
Stato. Ed è anche grazie a ciò, che il 50% di loro<br />
è disposto ad impegnarsi a pagare un 4% in più<br />
in bolletta, per migliorare e mantenere alto lo<br />
standard del servizio.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Il noleggio Xylem<br />
Xylem mette a disposizione le più recenti tecnologie<br />
per il pompaggio e il trattamento delle acque.<br />
Perché scegliere il noleggio?<br />
1. Elimini tutti i costi legati a manutenzione e stoccaggio<br />
2. Potenzi il parco macchine senza immobilizzare capitali<br />
3. Paghi solo per le attrezzature e i servizi di cui hai bisogno<br />
4. Utilizzi i più recenti e tecnologici prodotti<br />
5. Puoi provare un prodotto e capire se fa al caso tuo<br />
Applicazioni:<br />
• Stazioni di pompaggio<br />
• By-pass fognari<br />
• Drenaggio in cantieri<br />
• Drenaggio in emergenza<br />
• Trattamento acque<br />
info.italia@xylem.com<br />
xylem.com/it-it
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
66 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />
INNOVAZIONE DIGITALE<br />
Digital Transformation,<br />
l’industria idrica è in ritardo<br />
Stefano Sampaolo, Regional Director<br />
di Xylem Water Solutions, fa il punto<br />
sulla trasformazione digitale<br />
nell’industria idrica italiana e offre<br />
qualche riflessione per accelerarne<br />
il processo. Ecco l’intervista<br />
Ing. Domenico Santoro<br />
Nella relazione “Digital Single Market for<br />
Water Services Action Plan”, redatta da<br />
ICT4WATER.eu nel 2018, vengono presentate<br />
le azioni e le attività necessarie per far fronte<br />
alle sfide emergenti dell’industria idrica.<br />
Da questo report si evince come le soluzioni digitali<br />
possano svolgere un ruolo di primaria importanza<br />
nella gestione di queste criticità. È l’ulteriore<br />
conferma della centralità della<br />
Digital Transformation nel settore idrico.<br />
Per promuovere efficacemente<br />
questa trasformazione è necessario<br />
che le tecnologie siano mature e disponibili<br />
e che le principali aziende di<br />
settore operino in questa direzione.<br />
Una delle aziende più attive in questo<br />
ambito è Xylem Water Solutions e<br />
Stefano Stefano Sampaolo, Regional Director<br />
Sampaolo South & West Europe, è convinto che<br />
proprio la Digital Trasformation del<br />
settore rivesta un ruolo determinante.<br />
Digital Trasformation, però, è un termine ormai<br />
abusato. Nello specifico cosa si intende per trasformazione<br />
digitale nel Servizio Idrico Inte -<br />
grato?<br />
Le aziende del settore idrico sono cresciute per<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
INNOVAZIONE DIGITALE<br />
ACQUE REFLUE<br />
67<br />
Il monitoraggio<br />
continuo<br />
permette<br />
di riconoscere<br />
situazioni<br />
di allarme, come<br />
pompe in blocco<br />
o operazioni<br />
non autorizzate,<br />
sulle quali<br />
si inerviene<br />
prima possibile,<br />
ma sempre<br />
a “posteriori”.<br />
Da qui, la scelta<br />
di investire<br />
sulle tecnologie<br />
Ict.<br />
decenni innovando gli aspetti meccanici e idraulici<br />
delle proprie soluzioni. Con l’avvento del nuovo<br />
millennio, il concetto di “innovazione” ha cambiato<br />
forma, incentrandosi in particolar modo in<br />
tutto ciò che riguarda lo sviluppo e l’adozione di<br />
tecnologie digitali. Xylem sta investendo ingenti<br />
risorse su quattro assi strategici: Big Data,<br />
Internet delle cose, Cyber-Security e Cloud.<br />
Perché proprio su questi quattro elementi?<br />
L’Internet delle Cose, conosciuto anche come<br />
IoT, permette di monitorare in tempo reale e da<br />
remoto tutti i componenti delle infrastrutture idriche.<br />
Questo genera grandi quantità di dati, i cosiddetti<br />
Big Data, che vengono poi trasformati in<br />
informazioni dagli Analytics. Per ottenere questi<br />
risultati servono importanti risorse informatiche,<br />
destinate all’elaborazione e allo stoccaggio di dati<br />
che non sempre le aziende sono in grado di gestire<br />
con il personale interno. Da qui il ricorso al<br />
Cloud, che mette a disposizione le risorse necessarie<br />
a fronte del solo pagamento di un canone<br />
mensile. Tutto questo consente di compiere<br />
scelte guidate dai dati, per ottimizzare le risorse<br />
disponibili. Utilizzare tecnologie Ict, di contro,<br />
espone ai rischi di questo settore, da qui la necessità<br />
di adottare la cyber-security per prevenire<br />
accessi criminali. Queste tecnologie possono essere<br />
integrate lungo tutta la catena del valore del<br />
ciclo dell’acqua: dalla gestione delle infrastrutture<br />
alle relazioni con gli utenti finali.<br />
Facciamo un esempio per le infrastrutture.<br />
Le classiche piattaforme di telerilevamento,<br />
consentono di monitorare, in tempo reale, tutti<br />
i parametri degli impianti di movimentazione e<br />
trattamento delle acque, sempre più spesso<br />
auto matizzati. Il monitoraggio continuo permette<br />
di riconoscere situazioni di allarme, come pompe<br />
in blocco o operazioni non autorizzate, sulle quali<br />
si interviene prima possibile, ma sempre “a posteriori”.<br />
Investire nelle tecnologie appena citate,<br />
invece, porta ad anticipare i problemi, poiché<br />
permette di individuare i segnali premonitori di<br />
un guasto. Ad esempio, con prodotti come Xylem<br />
Avensor e Xylem Acquaview, è possibile avere<br />
contezza dei livelli, delle ore di marcia, del numero<br />
di avviamenti delle macchine e degli assorbimenti<br />
elettrici. Ogni anomalia viene immediatamente<br />
segnalata, prevenendo così guasti<br />
imminenti. Un altro chiaro esempio è la recente<br />
piattaforma Xylem XDM che permette di elaborare<br />
e gestire il piano di manutenzione dell’intero<br />
impianto. Davvero una rivoluzione.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
68 ACQUE REFLUE<br />
INNOVAZIONE DIGITALE<br />
Avere a disposizione molti dati vuol dire conoscere<br />
e capire i propri impianti?<br />
Non è sufficiente l’acquisizione. I dati poi devono<br />
essere interpretati, combinati con tutte<br />
le altre informazioni disponibili, compresi. Solo<br />
a quel punto si ha accesso a una conoscenza<br />
effettiva delle condizioni e del funzionamento<br />
delle reti e dei sistemi.<br />
Questo passaggio è decisivo per orientare la<br />
spesa verso le reali priorità, per pianificare accuratamente<br />
interventi a medio e lungo termine<br />
e ottimizzare le manutenzioni basandosi<br />
sulla conoscenza dello stato delle reti più che<br />
sulla loro vita utile. I dati interpretati orientano<br />
il processo decisionale verso l’azione migliore,<br />
con algoritmi predittivi e prescrittivi, prevedendo<br />
i potenziali guasti, automatizzando i processi<br />
e le scelte.<br />
Inoltre le Utility possono informare puntualmente<br />
gli utenti, aumentando fiducia e credibilità.<br />
Malgrado tutto questo, secondo l’Orange Book<br />
2018 di Utilitatis, il settore idrico risulta quello<br />
a più bassa percentuale di investimenti in tecnologie<br />
digitali tra i servizi a rete.<br />
Purtroppo, rispetto alla distribuzione di gas ed<br />
elettricità, il settore idrico ha accumulato un notevole<br />
ritardo. Come sperimentiamo ormai quotidianamente,<br />
le aziende di maggiori dimensioni,<br />
sopra il milione di abitanti serviti, investono maggiormente<br />
in digitalizzazione. Ma devono ancora<br />
misurarsi con aree del Paese in cui mancano adeguate<br />
infrastrutture di trasmissione dati. L’impiego<br />
di nuove tecnologie, inoltre, implica una radicale<br />
riorganizzazione interna, con investimenti economici<br />
e nella formazione delle persone. Il tutto in<br />
un settore in cui 425mila km di infrastrutture della<br />
rete idrica sono obsoleti. In un simile scenario,<br />
quindi, rimane prioritario rinnovare la rete.<br />
Xylem ha<br />
investito<br />
su inverter<br />
e dispositivi<br />
di controllo<br />
degli impianti<br />
delle stazioni<br />
di sollevamento,<br />
software avanzati<br />
di gestione,<br />
monitoraggio<br />
e telecontrollo,<br />
e tecnologie<br />
di ricerca perdite.<br />
Allora come è possibile “smuovere le acque”?<br />
Un’importante opportunità per il nostro settore è<br />
offerta dai fondi europei di NextGenerationEU.<br />
Il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede<br />
4,38 miliardi di risorse destinate al settore, di cui<br />
2,36 miliardi per le infrastrutture idriche primarie<br />
per la sicurezza dell'approvvigionamento, 0,52 miliardi<br />
per la resilienza dell'agrosistema irriguo<br />
(compresa la digitalizzazione e il monitoraggio<br />
delle reti), 0,9 miliardi per le reti di distribuzione<br />
idrica e per la digitalizzazione delle reti di monitoraggio<br />
e 0,6 miliardi per fognature e depurazione.<br />
È un impulso sufficiente?<br />
Lo stanziamento di 0,9 miliardi di euro per la voce<br />
“acquedotti e la digitalizzazione delle reti” risulta<br />
inadeguata se confrontata con il fabbisogno potenziale<br />
stimato in 2,1 miliardi di euro, solo per<br />
la digitalizzazione delle reti.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
INNOVAZIONE DIGITALE<br />
ACQUE REFLUE<br />
69<br />
Dobbiamo però considerare anche il “Piano<br />
Transizione 4.0”, nello specifico per gli impianti<br />
di trattamento delle acque. La legge di bilancio<br />
<strong>2021</strong>, infatti, proroga e il rafforza l’ex Piano<br />
Industria 4.0, portando il credito di imposta al<br />
50% recuperabile in tre anni ed esteso anche<br />
alla formazione dei dipendenti e imprenditori.<br />
Si tratta di incentivi significativi, che le Utility devono<br />
saper cogliere.<br />
Ma le diverse tecnologie si integrano tra loro?<br />
Le aziende che producono prodotti e soluzioni<br />
per l’industria idrica oggi devono essere partner<br />
affidabili per le utility.<br />
Noi di Xylem siamo tra i promotori del cambiamento,<br />
avendo investito su inverter e dispositivi<br />
di controllo degli impianti e delle stazioni di sollevamento,<br />
software avanzati di gestione, monitoraggio<br />
e telecontrollo, piattaforme di valutazione<br />
dello stato delle reti di adduzione, tec no logie di<br />
ricerca perdite, software di gestione della manutenzione<br />
delle apparecchiature. La digitalizzazione<br />
dei processi, quindi, è ormai parte integrante di<br />
tutti i nostri prodotti. La trasformazione digitale<br />
è una vera e propria sfida necessaria e improrogabile,<br />
che implica un processo di allineamento<br />
di tecnologie, competenze professionali, processi<br />
organizzativi, modelli di business, finalizzato<br />
a contribuire a creare valore e a mantenere condizioni<br />
di competitività in un ecosistema in costante<br />
cambiamento.<br />
Gli incentivi statali offrono un’opportunità unica, per<br />
digitalizzare il nostro settore, ma Utility, compagnie<br />
di telecomunicazione, produttori di tecnologie, enti<br />
di regolazione, istituzioni scientifiche ed enti di ricerca<br />
devono creare insieme un ecosistema digitale<br />
per rafforzare il Servizio Idrico.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
70 ACQUE REFLUE NEWS Soluzioni<br />
Missione<br />
Nanobond<br />
Tra i laboratori dell’Università di Siena prende<br />
vita un progetto basato sui nanomateriali<br />
ecocompatibili per la depurazione delle acque<br />
Irene Boschi<br />
Di agente 007’ ce n’è uno solo e sappiamo<br />
benissimo che il suo nome è<br />
James. Quando sentiamo parlare di<br />
Nanobond, quindi, non illudiamoci pensando<br />
a un ipotetico continuo del celebre film dove<br />
il protagonista è un agente segreto.<br />
Dopo questa simpatica e nostalgica parentesi<br />
torniamo a parlare di un argomento che ci sta<br />
molto a cuore: le acque inquinate. In particolare,<br />
del progetto Nanobond, prima citato, cofinanziato<br />
dal Fondo europeo per lo sviluppo<br />
regionale, di cui è coordinatrice scientifica la<br />
professoressa Ilaria Corsi, ecologa del dipartimento<br />
di Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente<br />
dell’Università di Siena.<br />
In cosa consiste? Si tratta di una sorta di “nanospugne”<br />
per la pulizia delle acque, porti e<br />
fiumi. Parliamo quindi di nanomateriali che si<br />
ottengono da scarti o rifiuti agricoli utilizzabili<br />
appunto per la depurazione.<br />
Lo chiarisce meglio la professoressa Corsi: ”I<br />
nanomateriali che abbiamo utilizzato per creare<br />
le nanospugne provengono dal settore del<br />
recupero degli scarti. Per questo tra i partner<br />
c’è anche Bartoli, un’azienda cartaria.<br />
Le nanospugne sono prodotte da cellulosa di<br />
carta da macero o da prodotti di scarto organico,<br />
i tuberi, da cui abbiamo ricavato l’amido".<br />
La missione di Nanobond è elaborare una<br />
strategia di bonifica delle acque inquinate, utilizzando<br />
dei nanomateriali che non siano nocivi<br />
per l’ambiente. “Nanomateriali che siano ecocompatibili<br />
– spiega la professoressa -.<br />
La ricerca sulla tecnologia di nanoremediation<br />
di Nanobond ha permesso di sviluppare<br />
un documento di raccomandazioni che contiene<br />
le linee guida per l’utilizzo dei nanomateriali<br />
ecocompatibili per la bonifica di<br />
siti contaminati”.<br />
l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
SARDINIA SYMPOSIUM IS BACK!<br />
La prossima edizione del Sardinia - 18° Simposio Internazionale sulla Gestione dei rifiuti e sulla discarica sostenibile - si<br />
terrà dall’11 al 15 Ottobre <strong>2021</strong> in una meravigliosa location sulla costa sud della Sardegna. Dopo un anno difficile e impegnativo<br />
come quello appena passato, non vediamo l’ora di incontrarvi di nuovo di persona per un’entusiasmante edizione piena di novità!<br />
Come da tradizione, il Sardinia <strong>2021</strong> includerà sessioni orali parallele, workshop pratici, presentazioni poster, business meetings e<br />
un’esposizione commerciale. Per questa edizione abbiamo in serbo nuovi format, nuove tipologie di sessioni e numerosi contenuti<br />
multimediali che si aggiungeranno alle tradizionali sessioni per creare un programma innovativo e coinvolgente: una delle grandi<br />
novità saranno le visite tecniche virtuali all’interno degli impianti più importanti del mondo! E un entusiasmante programma serale!<br />
INVIA SUBITO UN ABSTRACT E PARTECIPA COME AUTORE! WWW.SARDINIASYMPOSIUM.IT<br />
ULTIME NEWS! E’ nata l’Academy del Sardinia, un programma di aggiornamento promosso dall’IWWG - International <strong>Waste</strong><br />
Working Group. Da ora fino a tutto Giugno, esperti di livello internazionale terranno (tutti i Giovedì, in inglese) un Webinar di 3 ore su<br />
diversi aspetti della gestione dei rifiuti.<br />
LEGGI IL PROGRAMMA E REGISTRATI: https://www.sardiniasymposium.it/it/training-programme<br />
CALENDARIO DEI CORSI
72 VEICOLI&ALLESTIMENTI NEWS<br />
I primi passi<br />
verso il futuro<br />
Guida autonoma anche per spazzatrici.<br />
Al via i test per città più sostenibili e intelligenti<br />
Esattamente dall’altra parte del mondo,<br />
a Singapore, sono iniziati i primi test su<br />
strada per la prima spazzatrice stradale<br />
a guida autonoma. Si tratta della Dulevo 6000,<br />
caratterizzata da un’elevatissima efficienza<br />
meccanico-aspirante- filtrante e, soprattutto,<br />
dalla forte connotazione ecosostenibile.<br />
Dulevo International ha ottenuto in collaborazione<br />
con ST Engineering e 800 Super<br />
<strong>Waste</strong> Management, dalla Land Transport<br />
Autority di Singapore il via libera ai test. Un<br />
traguardo che ha consentito all’azienda di<br />
portare la fondamentale innovazione della<br />
guida autonoma all’interno del settore della<br />
pulizia urbana. La macchina spazzatrice risparmia<br />
fino al 60 per cento del consumo di<br />
acqua e adotta un sistema integrato di filtraggio,<br />
sviluppato in collaborazione con Gore,<br />
che garantisce l'abbattimento totale delle particelle<br />
PM10.<br />
“Siamo felici di collaborare a un’innovazione<br />
che contribuirà a rendere le città sempre più<br />
intelligenti e sostenibili e a cambiare il mondo<br />
della mobilità”, ha dichiarato Tighe Noonan,<br />
Presidente e Ceo di Dulevo International.<br />
“Il successo del progetto dimostra come<br />
Dulevo rappresenti un’eccellenza non solo per<br />
l’efficacia e l’efficienza dei propri prodotti, ma<br />
anche per la capacità di portare il proprio contributo<br />
di idee, ricerca e sviluppo in complessi<br />
programmi internazionali come questo”. Il<br />
progetto fa parte del programma di robotica<br />
ambientale della National Environment Agen -<br />
cy (NEA) di Singapore ed è in linea con i continui<br />
sforzi dell’agenzia per ottimizzare le risorse,<br />
e migliorare la produttività nel settore<br />
dei servizi ambientali. Durante il suo utilizzo,<br />
la spazzatrice a guida autonoma viene monitorata<br />
a distanza tramite un centro di tele-operazione<br />
in cui vengono determinati percorsi e<br />
tempi di pulizia, regolati e ottimizzati. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Mercedes-Benz Econic.<br />
La sicurezza non si rifiuta mai.<br />
Abbiamo migliorato il lavoro quotidiano in città. Anche per chi non è a bordo.<br />
Econic è pensato per coniugare al meglio le esigenze degli operatori e le situazioni<br />
tipiche della mobilità urbana. È progettato per offrire al conducente la massima visibilità<br />
su auto, ciclisti, pedoni, grazie all’ampia vetratura panoramica e ai suoi sistemi di visione<br />
opzionali. Disponibile con motore diesel o a gas metano e nelle versioni<br />
a due o tre assi, Econic unisce efficienza e sicurezza, sempre.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
74<br />
Soluzioni<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
MERCEDES-BENZ ECONIC<br />
In città pulizia a tutto gas<br />
Gianenrico Griffini<br />
Motore di 7,7 litri di cilindrata a gas naturale<br />
da 302 Cv e cambio automatico Allison a sei rapporti<br />
per il tre assi della Stella, in forza all’Amsa di Milano<br />
Il Mercedes-Benz<br />
Econic con<br />
motorizzazione<br />
a gas naturale<br />
compresso<br />
durante un turno<br />
di lavoro<br />
per le strade<br />
di Milano.<br />
Propulsore di 7,7 litri di cilindrata alimentato<br />
a gas naturale compresso (Cng), cambio<br />
automatico Allison a sei rapporti, compattatore<br />
a carico posteriore Farid T1 SM e alza-voltacassonetti<br />
automatico della Zoeller sono i principali<br />
componenti del Mercedes-Benz Econic<br />
2630 NGT fotografato in queste pagine. Il tre assi<br />
della Stella è in forza all’Amsa, l’Azienda Milanese<br />
Servizi Ambientali, che lo impiega nei servizi di<br />
raccolta porta a porta dei rifiuti solidi urbani, con<br />
continue fermate e ripartenze ogni 250 metri circa.<br />
La scelta della motorizzazione alternativa, ba-<br />
sata sul sei cilindri in linea OM 936 G alimentato<br />
a gas naturale compresso, è stata determinata<br />
da molteplici fattori operativi. Prima di tutto, l’esigenza<br />
di abbattere le emissioni gassose in ambiente<br />
urbano, in modo particolare quelle di anidride<br />
carbonica (CO 2) .<br />
Come scendono le emissioni<br />
Che vengono ridotte del 20 per cento con il metano<br />
di origine fossile, rispetto a un diesel Euro<br />
VI di potenza equivalente. In prospettiva, con l’impiego<br />
di bio-metano ottenuto dalla fermentazione<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
MERCEDES-BENZ ECONIC<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
75<br />
I principali componenti della bocca<br />
di carico Zoeller del compattatore<br />
a carico posteriore della Farid.<br />
Anche elettrico a batterie<br />
delle bio-masse e dagli scarti delle lavorazioni<br />
agricole, si possono addirittura azzerare le quantità<br />
di gas a effetto serra prodotte.<br />
Raccoglie e compatta in silenzio<br />
Un altro importante fattore di scelta riguarda la<br />
silenziosità del propulsore NGT (che ha un rapporto<br />
di compressione nettamente inferiore a<br />
un’unità a gasolio), particolarmente utile durante<br />
le operazioni di raccolta e compattazione dei rifiuti<br />
nelle prime ore del mattino. Sull’Econic a gas le<br />
bombole in acciaio composito sono distribuite a<br />
fianco del telaio a longheroni e traverse in due<br />
gruppi di quattro. Quelle di sinistra sono di 100<br />
litri ciascuna, mente sul lato destro del veicolo i<br />
contenitori hanno una capacità unitaria di 70 litri.<br />
Nel complesso, i 680 litri di carburante stivati a<br />
Si chiama Q-Econic il Mercedes-Benz Econic a propulsione<br />
elettrica, realizzato dallo sviluppatore e integratore di sistemi<br />
tedesco Quantron. Che è specializzato nell’offerta di soluzioni<br />
di mobilità elettriche sia mediante batterie, sia a fuel cell. Il veicolo,<br />
dotato di compattatore a carico posteriore, è stato testato<br />
in condizioni operative reali per la raccorta dei rifiuti porta a porta<br />
(900 cassonetti in un turno di lavoro) nella città di Ulm, con percorrenze<br />
giornaliere attorno agli 80 chilometri.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
76 VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
MERCEDES-BENZ ECONIC<br />
A destra,<br />
un sensore<br />
a ultrasuoni<br />
della bocca<br />
di carico. Sotto,<br />
lo scarico dietrocabina<br />
e l’apertura<br />
della porta<br />
sul lato destro.<br />
All’estrema<br />
sinistra<br />
le bombole<br />
di metano.<br />
Sopra,<br />
il sollevamento<br />
di un bidone.<br />
Sotto, uno<br />
dei sensori<br />
di sicurezza.<br />
bordo permettono un’autonomia operativa di almeno<br />
10 ore. Il propulsore a gas, che ha una potenza<br />
massima di 302 Cv e una coppia di picco di<br />
1.200 Newtonmetro, è abbinato a un cambio automatico<br />
Allison della Serie 3000 a sei rapporti<br />
con convertitore di coppia. Le principali caratteristiche<br />
costruttive dell’Allison sono descritte nel<br />
box della pagina a fianco. L’automatico è adatto<br />
al montaggio di due prese di forza, predisposte<br />
con flangia per albero di trasmissione o per l’applicazione<br />
diretta di una pompa.<br />
Automatico con convertitore<br />
Il cambio può essere dotato di rallentatore idraulico,<br />
che consente di limitare al massimo il ricorso<br />
all’impianto frenante di servizio tuttodischi e, quindi,<br />
di ridurre i costi degli interventi di manutenzione.<br />
L’Econic monta una cabina in alluminio ad<br />
accesso facilitato (low entry), con un’altezza utile<br />
di 1.745 millimetri. In alternativa, è disponibile un<br />
abitacolo ribassato, che offre una luce interna di<br />
1.295 millimetri. In entrambi i casi rimane invariato<br />
lo sbalzo anteriore di 1.880 millimetri.<br />
Giugno <strong>2021</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
MERCEDES-BENZ ECONIC<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
77<br />
L’Allison ai raggi X<br />
L’automatico Allison dell’Econic è<br />
dotato di convertitore di coppia, che<br />
moltiplica la coppia in ingresso. Alle spalle<br />
del convertitore si trovano un treno di ingranaggi, un modulo<br />
di controllo, e un circuito di raffreddamento del fluido idraulico.<br />
Il convertitore di coppia, a sua volta, prevede una pompa collegata<br />
all’albero motore, una turbina azionata dalla pompa,<br />
uno statore, che funge da elemento di reazione, e una frizione<br />
di blocco. L’insieme degli ingranaggi planetari determina i rapporti<br />
disponibili e la direzione del moto.<br />
Numerosi i dispositivi di sicurezza di ultima generazione<br />
disponibili per l’Econic, che sono stati<br />
pensati per un veicolo che opera prevalentemente<br />
in ambiente urbano. Il 2630 NGT fotografato in<br />
queste pagine è allestito con un compattatore<br />
monopala a carico posteriore T1 SM della Farid<br />
(con bocca di carico di 1.785 millimetri) che, a sua<br />
volta, è abbinato a un’attrezzatura alza-voltacassonetti<br />
Rotary 2418 costruita dalla Zoeller. Sul<br />
cinematismo vuota bidoni è presente un sistema<br />
di sicurezza a ultrasuoni, che blocca il movimento<br />
in presenza di un ostacolo (passante, operatore,<br />
animale domestico), situato o in procinto d’entrare<br />
nel raggio d’azione della macchina.<br />
di persone: 1,4 milioni di residenti e 800mila city<br />
users nella città di Milano e circa 430 mila residenti<br />
negli altri comuni dell’area metropolitana<br />
milanese e della provincia di Varese serviti dall’azienda.<br />
Amsa ha oltre 3mila dipendenti e dispone<br />
di dodici riciclerie. Ha una flotta di circa<br />
1.370 automezzi, un terzo dei quali alimentati a<br />
metano. La società raccoglie a Milano oltre il 63<br />
per cento di rifiuti riciclabili.<br />
Questa percentuale, pone il capoluogo lombardo<br />
ai primi posti per la raccolta differenziata fra<br />
tutte le metropoli europee.<br />
l<br />
Uno dei<br />
dispositivi<br />
di sicurezza<br />
disponibili<br />
per l’Econic<br />
che garantisce<br />
la frenata<br />
automatica<br />
d’emergenza.<br />
I numeri di Amsa<br />
Amsa, società del gruppo A2A, si occupa di servizi<br />
ambientali e serve cittadini e imprese di<br />
Milano e di numerosi comuni dell’hinterland milanese.<br />
Fra questi, Bresso, Buccinasco, Cor -<br />
mano, Corsico, Gerenzano, Novate Milanese,<br />
Paderno Dugnano, Pero, Pioltello, Segrate, San<br />
Do nato Milanese, San Giuliano Milanese, Sa -<br />
ronno, Settimo Milanese, Trezzano sul Naviglio<br />
e Uboldo. Amsa offre soluzioni studiate in base<br />
alle esigenze delle diverse utenze. Si occupa<br />
dell’igiene urbana in un’area di 360 chilometri<br />
quadrati, sulla quale gravitano oltre 2,6 milioni<br />
Giugno <strong>2021</strong>
78 VEICOLI&ALLESTIMENTI NEWS<br />
Elettromobilità<br />
Made in Euskadi<br />
Trazione elettrica con range extender<br />
per il tre assi ie Truck del costruttore basco allestito<br />
con compattatore per la raccolta dei rifiuti<br />
In apertura, l’ie Truck<br />
in configurazione 6x2,<br />
allestito<br />
con compattatore<br />
per la raccolta<br />
dei rifiuti.<br />
Sopra, il posto guida.<br />
A destra, i due<br />
serbatoi per il gas,<br />
che alimentano<br />
il range extender.<br />
Se l’energia erogata dalle batterie non è<br />
sufficiente (oggi) a garantire l’autonomia<br />
operativa di un camion elettrico, si può<br />
ricorrere, almeno per le applicazioni heavy<br />
duty, a un range externder. E’ la soluzione<br />
adottata dal costruttore basco Irizar per l’ie<br />
Truck, un autotelaio disponibile in configurazione<br />
4x2 e 6x2 per missioni di trasporto in<br />
aree urbane, come la raccolta e la compattazione<br />
dei rifiuti. Dotato di cabina ad accesso<br />
facilitato con piano di calpestio a 370 millimetri<br />
da terra, il veicolo monta un motore elettrico<br />
sincrono a magneti permanenti da 235 o da<br />
350 kW, alimentato da un pacco batterie agli<br />
ioni di litio con capacità compresa fra 127,5 e<br />
340 kWh. Le batterie sono collocate fra i longheroni<br />
(come il motore elettrico) e sul lato<br />
sinistro del telaio. Il range extender, responsabile<br />
della ricarica degli accumulatori (quindi<br />
non collegato alla catena cinematica), è un<br />
propulsore Cursor 9 a gas da 400 Cv. In questa<br />
configurazione, l’autonomia operativa del compattatore<br />
è compresa fra 175 e 225 km. l<br />
Giugno <strong>2021</strong>
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