COVER DONNA IMPRESA _ CRISTIANA PAGNI
Esponente di primo piano del panorama imprenditoriale spezzino, Cristiana Pagni inizia giovanissima la carriera di dirigente aziendale nell'azienda di famiglia, Sitep S.p.a. Dal 1996 ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato e direttore Generale della Sitep Spa gestendo la trasformazione dell'azienda da impresa a conduzione familiare a impresa industriale. La transizione si completa nel 1998, con la conclusione del turn-around aziendale che ha portato alla costituzione della new-co Sitep Italia Spa. In Sitep dopo aver ricoperto la carica di direttore marketing e relazioni esterne, ricopre attualmente il ruolo di direttore delle strategie e delle relazioni istituzionali. Attiva nel mondo dell'associazionismo industriale Cristiana è promotrice di una maggiore partecipazione femminile nell'industria. Dal 2003 al 2008 Componente Women's International Shipping & Trading Association (WISTA), Roma (Italia), founder della sezione della Spezia. Dal 2003 al 2008 Vice Presidente Operativo del Consiglio Direttivo Consorzio San Bartolomeo, La Spezia (Italia) nato per Coordinare a valorizzare le attività delle aziende dell'indotto navalmeccanico nel settore difesa e civile. Dal 2006 al 2010 è membro del CdA di Spedia, agenzia per lo sviluppo economico della Spezia, a Capitale misto pubblico e privato, creata per la promozione ed il sostegno alla crescita delle imprese e del lavoro locale. Rappresentante nel comitato Piccola Industria di Confindustria La Spezia, dal 2007 al 2014 è rappresentante in Giunta Confindustria Liguria. Dal 2006 al 2013 è rappresentante di giunta Federmeccanica, Federazione Sindacale dell'Industria Metalmeccanica Italiana, a cui aderiscono 103 gruppi di aziende Metalmeccaniche. Dal 2008 al 2013 è Vice Presidente di Confindustria La Spezia... (continua)
Esponente di primo piano del panorama imprenditoriale spezzino, Cristiana Pagni inizia giovanissima la carriera di dirigente aziendale nell'azienda di famiglia, Sitep S.p.a. Dal 1996 ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato e direttore Generale della Sitep Spa gestendo la trasformazione dell'azienda da impresa a conduzione familiare a impresa industriale. La transizione si completa nel 1998, con la conclusione del turn-around aziendale che ha portato alla costituzione della new-co Sitep Italia Spa. In Sitep dopo aver ricoperto la carica di direttore marketing e relazioni esterne, ricopre attualmente il ruolo di direttore delle strategie e delle relazioni istituzionali. Attiva nel mondo dell'associazionismo industriale Cristiana è promotrice di una maggiore partecipazione femminile nell'industria. Dal 2003 al 2008 Componente Women's International Shipping & Trading Association (WISTA), Roma (Italia), founder della sezione della Spezia. Dal 2003 al 2008 Vice Presidente Operativo del Consiglio Direttivo Consorzio San Bartolomeo, La Spezia (Italia) nato per Coordinare a valorizzare le attività delle aziende dell'indotto navalmeccanico nel settore difesa e civile. Dal 2006 al 2010 è membro del CdA di Spedia, agenzia per lo sviluppo economico della Spezia, a Capitale misto pubblico e privato, creata per la promozione ed il sostegno alla crescita delle imprese e del lavoro locale. Rappresentante nel comitato Piccola Industria di Confindustria La Spezia, dal 2007 al 2014 è rappresentante in Giunta Confindustria Liguria. Dal 2006 al 2013 è rappresentante di giunta Federmeccanica, Federazione Sindacale dell'Industria Metalmeccanica Italiana, a cui aderiscono 103 gruppi di aziende Metalmeccaniche. Dal 2008 al 2013 è Vice Presidente di Confindustria La Spezia... (continua)
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Di
Special edition Marzo 2022
Donna Impresa Magazine
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Proprietà editoriale e progetto grafico DONNA IMPRESA
HANNO
detto
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a tu per tu
Guido Stratta
Bella
VITA
Interwiew to Neil Young
Storia di copertina
Cristiana
PAGNI
Business woman
Di
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th e-r eportag
e
Salute & Benessere
Dott.ssa
Cristina
Mariani
Biologa Nutrizionista
Dott. Bruno Romano Baldassarri +39 339.1309721
I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori.
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STORIA DI COPERTINA
Cristiana Pagni Imprenditrice Sitep Italia Spa
IN PRIMO PIANO
SPECIALE/TOP WOMEN
L'ESPERTA RISPONDE
HANNO DETTO
FOOD
Gianluca Arioli
ARTE
EVENT
XIII Edizione Le Vele di San Ruffino
Paolo Sistilli - Caterina Crepax - Maria Teresa Berdini
LUI
BELLA VITA
Back to the Future - Neil Young - Charissa Saverio Dj Rap New York
Saule Kilaite - Silvia Colasanti
BLOG: www.yumpu.com/user/donnaimpresa
Roberta Torresan - Erica Mazzetti - Stefania Monini
CristinaMirandola-MariaLuisad'AmelyLapresa-MonicaRavanini-TatianaCampolucci
CristinaMariani-SamantaGuerrieri
AlessandraBurke-GiuliaBernardi-MilenaSanna
Guido Stratta - Angelo Maroi
23
68
102
Velasca S.r.l. - Via San Martino 14, 20122 Milano www.velasca.com
Mare N
UN FUTURO SOSTENIBILE NELLE NOSTRE MANI
In termini di quantità trasportate la navigazione marittima rappresenta di gran lunga il modo di trasporto di maggiore rilevanza. La spedizione via mare
rappresenta infatti la scelta ottimale quando l'obiettivo è quello di trovare un equilibrio fra costi e volumi spediti. Il trasporto marittimo è da sempre l'ambito di
maggiore attività ed esperienza che ogni anno movimenta migliaia di contenitori su tutte le rotte marittime del mondo.
Università, istituti di ricerca e aziende private svolgono tutti
un ruolo nell'identificare un modo per garantire che la
crescita economica sostenibile e la tutela ambientale si
rafforzino reciprocamente: ci auguriamo che l'Europa
risponda alle pressanti sfide in ambito sociale, ambientale
ed economico. Lo sviluppo sostenibile è al centro delle
azioni dell'UE e, al fine di ottimizzarne il successo, l'Unione
ribadisce l'importanza della comunicazione. La gente, a tutti
i livelli, ha bisogno di riunirsi per condividere la propria
esperienza di quali politiche funzionano e quali no. Le
aziende hanno bisogno di dialogare con le loro autorità
locali, i governi nazionali con l'UE e i governi regionali con i
cittadini. Le imposte devono essere spiegate, la logica alla
base dei provvedimenti che vanno dai progetti locali di
riciclaggio dei rifiuti alla spesa per la povertà nel terzo
mondo devono essere compresi da tutti. Le parole devono
essere tradotte in azioni. Se ciascuno di noi non fa la
propria parte per affrontare le sfide che ci attendono in
questa generazione, le generazioni future erediteranno un
pianeta impoverito. Gettare via le cose è un gesto comune
nella nostra vita quotidiana. Pensate a tutto ciò che
acquistate e utilizzate ogni giorno e considerate che un
altro miliardo e settecento milioni di persone che
costituiscono la nostra società dei consumi, sta facendo
esattamente la stessa cosa. Negli ultimi decenni abbiamo
goduto di standard di vita elevati e molti di noi hanno potuto
utilizzare merci e servizi non disponibili per loro in passato.
Ma allo stesso tempo, il modo in cui consumiamo e
produciamo questi prodotti e servizi costituisce la principale
fonte di pressione da parte nostra sull'ambiente. l nostri
consumi e produzioni superano di gran lunga la capacità di
sopportazione del nostro pianeta, sui cui sono basati la
nostra prosperità e il nostro benessere. Queste pressioni
continuano ad aumentare man mano che la popolazione
mondiale aumenta. Il risultato? Uno sviluppo urbano
incontrollato, l'impoverimento dei terreni, il prosciugamento
o l'inquinamento dei corsi d'acqua e una sfida continua per
trovare nuovi sistemi per smaltire tutti i rifiuti che gettiamo
via. Entro il 2050, in base alle tendenze attuali, la domanda
di energia globale potrebbe raddoppiare e con l'aumento
della popolazione, e l'espansione economica dei paesi in
via di sviluppo, abbiamo la necessità impellente di
sviluppare prodotti e servizi che utilizzino meno risorse, per
impedire inutili sprechi di risorse e consumare in modo più
responsabile. Il raggiungimento di questi obiettivi richiede
un notevole sforzo. È un compito che spetta a tutti:
organizzazioni internazionali, autorità pubbliche, produttori,
rivenditori, consumatori e coloro che educano i nostri figli e
il pubblico. Voi acquistate, voi votate, voi avete il potere.
Quando acquistate operate delle scelte. Le decisioni che
prendete ogni volta che viaggiate, cosa scegliete da
mangiare e come vivere nella vostra abitazione, producono
un impatto sull'ambiente. Il prezzo non dovrebbe essere
l'unico elemento su cui si basa la vostra scelta.
Aggiungendo pochi altri criteri al vostro elenco, potete fare
la differenza. Badare alle nostre risorse naturali non
significa solo proteggerle dallo sfruttamento, ma richiede
anche il riutilizzo e il riciclaggio di quanto è possibile. Ciò
che non possiamo riutilizzare deve essere smaltito in un
modo che abbia l'impatto minore possibile sull'ambiente.
Anche il mare è fonte fondamentale per la sostenibilità
economica, sociale e ambientale. In un periodo in cui la
pandemia mette in crisi lo sviluppo dell'economia, il mare
continua a consentire scambi commerciali e
approvvigionamenti: il settore marittimo è infatti
fondamentale per l'economia globale dato che quasi la
totalità degli scambi commerciali avviene via mare (circa il
90%). l'Italia importa via mare quasi l'85% del suo
fabbisogno di materie prime ed esporta il 55% dei prodotti
finiti. Altrettanto cruciale è l'import di risorse energetiche:
l'80% del petrolio e il 42% di gas che raggiunge le città
italiane viaggia via mare. Per un paese come il nostro che
conta 8mila chilometri di costa, il mare è anche
indubbiamente fonte di sviluppo, di coesione sociale e
inestimabile patrimonio ambientale. Va dunque difeso e
tutelato. Tali dati esemplificano una condizione che vede
l'economia italiana basarsi sulle dinamiche securitarie che
hanno luogo non solo lungo gli 8 mila km di costa che
bagnano la penisola, ma anche in quello che viene definito
“Mediterraneo Allargato”, concetto che allarga la
tradizionale area del Mare Nostrum al Mar Rosso, Mar
Arabico e Golfo di Guinea. L'avvento della globalizzazione
e l'inasprirsi della competizione strategica tra Paesi sta
andando ad aumentare l'esigenza di proteggere principi
vitali per il nostro ordine economico e sociale, quali la
libertà di navigazione e la protezione delle Sea Lines of
Communication (SLOCs). L'incrociarsi delle necessità di
ordine strategico e difensivo con quelle di carattere
economico, dunque, ha evidenziato l'importanza di
rafforzare la sinergia esistente tra l'operato degli attori
privati e istituzionali e della Marina Militare. Siamo convinti
che la marittimità debba essere meglio diffusa nella nostra
Nazione a tutti i livelli, dalle scuole fino ai livelli politici, per
dare la giusta importanza al ruolo del mare su questo
pianeta che, nonostante sia ricoperto per il 70% da oceani,
ci ostiniamo a chiamare terra.
Liberamente tratto da:
UNA GUIDA SULLA STRATEGIA DELL' UE IN MATERIA DI
SVILUPPO SOSTENIBILE
http://www.consiglioregionale.piemonte.it/dwd/organismi/cons_
euro/2011/futuro_sostenibile.pdf
IL RUOLO DEL MARE NELL'ECONOMIA NAZIONALE E LA
TUTELA DEGLI INTERESSI MARITTIMI DEL PAESE
FOCUS
L'acqua come “oro blu”
SRM fotografa l'economia marittima nel suo
annuale rapporto giunto alla ottava edizione
SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo)
ha presentato l'ottavo rapporto annuale “Italian Maritime
Economy” che quest'anno analizza i fenomeni emersi
con la pandemia e gli accadimenti che stanno
impattando sul nostro sistema logistico-marittimo, come
il blocco del canale di Suez, il rialzo dei noli marittimi e
del prezzo del petrolio, la port congestion, le blank
sailing. Il volume – che si avvale anche dei contributi
internazionali delle Università di Amburgo, Anversa e
dello Shanghai International Shipping Institute – guarda
inoltre alla ripresa e al futuro post-pandemia,
evidenziando le sfide che ci attendono in termini di
competitività, sostenibilità e opportunità da cogliere. La
valenza geostrategica del Mediterraneo, i fondi europei
stanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a
favore della portualità e della logistica, i green port e le
nuove frontiere energetiche (come idrogeno e GNL)
sono solo alcuni dei punti strategici.
ostrum.
Il trasporto marittimo continua a rappresentare il
principale “veicolo” dello sviluppo del commercio
internazionale
Il 90% delle merci viaggia via mare. I trasporti marittimi e
la logistica valgono circa il 12% del PIL globale. Si stima
per il 2021 un aumento del 4,2% dei volumi di traffico
marittimo che raggiungeranno 12 miliardi di tonnellate,
superiori ai livelli pre-Covid-19; per il 2022 le stime
parlano di un ulteriore incremento del 3,1%. Per il 2025 la
movimentazione container a livello mondiale crescerà a
ritmi del 4,8% medio annuo e raggiungerà 1 miliardo di
teu (Europa +3,9%, Africa +4,9%, Far East +5,3%,
Middle East +4% e Nord America +3,6%). Il canale di
Suez, nell'anno della pandemia ha mostrato una notevole
resilienza superando il miliardo di tonnellate di merci, con
un numero di transiti pari a quasi 19mila navi. E' dunque
rimasto uno snodo strategico per i traffici nel
Mediterraneo continuando a rappresentare il 12% del
traffico mondiale ed il 7-8% di quello petrolifero. Porti
congestionati a causa dei contagi, super rialzi dei noli,
mancanza di container vuoti e blank sailing (rotte
cancellate) sono stati i grandi fenomeni che hanno
impattato sugli equilibri del traffico marittimo, specie sulle
rotte Far East-Mediterraneo e Far-East USA. I noli hanno
raggiunto livelli record sulle principali rotte e non
mostrano ancora segni di rallentamento; si stima saranno
alti nel 2021 con un +22,6% e un riassestamento pari al -
9,4% nel 2022. Proseguono il gigantismo navale e il
dominio delle grandi alleanze sulle rotte strategiche; gli
ordinativi delle navi oltre 15.000 teus sono previsti
crescere del +17% al 2023. Vi è stato un sensibile
aumento del trasporto ferroviario sulla via Cina-Europa e
viceversa. Nel primo trimestre 2021, il numero di treni
merci ha toccato il record di 3.345 convogli, in aumento
del 79% sullo stesso periodo del 2020. La ridefinizione di
alcune supply chain su scala regionale riporterà in
Europa alcune filiere e ciò potrà favorire ulteriormente la
crescita del trasporto marittimo a corto raggio per il quale
il Mediterraneo ha già una posizione di leadership in
ambito europeo. In Italia la componente internazionale
del trasporto marittimo è sempre rilevante. Nel 2020 il
valore degli scambi commerciali via mare dell'Italia è
stato pari a oltre 206 mld€, registrando un -17% sul 2019.
Nel primo trimestre 2021, l'import export via mare ha
registrato un +3%. I porti del Mezzogiorno con 207 milioni
di tonnellate di merci gestite nel 2020 incidono per il 47%
del totale sul traffico italiano. Il Sud ha mostrato una
maggiore resilienza durante la pandemia: il calo dei porti
meridionali è stato del -3,4% contro il -10% circa
dell'Italia. Le imprese del Mezzogiorno utilizzano, nei loro
rapporti import-export la via marittima in modo più intenso
del resto del Paese. Infatti, il 57% dell'interscambio del
Sud avviene via mare (per un valore di 42 miliardi di
euro) contro il 33% del dato Italia. Per la crescita del Sud
sarà fondamentale la ripartenza delle ZES e l'utilizzo dei
fondi del PNRR per le infrastrutture portuali pari a oltre
3,8 miliardi di euro. Tutto dovrà avvenire rispettando le
chiavi dello sviluppo sostenibile, della resilienza e della
digitalizzazione. Investimenti in GNL e idrogeno
imperativi strategici per competere con una visione del
futuro. L'economia marittima in Italia dunque, è in forte
crescita, a livelli anche superiori a quelli precrisi.
Nell'epoca del commercio globale, l'import export via
mare per il nostro Paese costituisce un'importante fonte
di guadagni. E in realtà potrebbe essere sfruttato anche
di più. I comparti cui il report fa riferimento sono tre: la
cantieristica, che comprende sia quella navale sia il
settore di chi si occupa di manutenzione e riparazione di
navi e barche in genere; la logistica, comprendente il
magazzinaggio, i servizi collegati al trasporto marittimo,
la movimentazione delle merci, gli spedizionieri doganali
e i servizi relativi alla distribuzione; infine il settore dei
trasporti, intesi sia come di passeggeri che di merci.
Per ulteriori approfondimenti:
https://www.sr-m.it/media/files/sintesi-maritime-2021.pdf
NEWS
Firmato l'accordo di collaborazione
tra il Ministero delle infrastrutture e
della mobilità sostenibili, il Comando
generale del Corpo delle Capitanerie
di porto e l'Associazione dei porti
italiani.
È stato firmato, presso la sede di Porta Pia del Ministero
delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, un
importante accordo di collaborazione tra il Dipartimento
della mobilità sostenibile facente capo allo stesso
Dicastero, il Comando generale del Corpo delle
Capitanerie di porto – Guardia costiera e l'Associazione
dei porti italiani. L'accordo prevede l'istituzione di un
comitato paritetico a cui saranno affidati lo studio e
l'analisi delle tematiche di interesse comune. Un accordo
che si prefigge lo scopo di mettere a fattor comune dati e
informazioni di reciproco interesse, nonché specifiche
esperienze o problematiche interpretative/applicative di
norme, direttive o linee di indirizzo, che richiedano un
esame interdisciplinare, in modo da generare soluzioni
condivise e sostenibili in chiave propositiva e di
uniformità di governance dei porti. A sottoscrivere l'intesa,
il Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di
porto - Guardia costiera, Ammiraglio Ispettore Capo
Nicola Carlone, il Capo del Dipartimento della mobilità
sostenibile, Consigliere dr. Mauro Bonaretti, e il
Presidente dell'Associazione dei porti Italiani, dr. Rodolfo
Giampieri. L'iniziativa nasce dal preciso auspicio,
espresso dal Ministro prof. Enrico Giovannini, di un
proficuo rapporto di collaborazione tra i principali attori
del settore marittimo, per meglio favorire lo sviluppo della
portualità italiana, del trasporto e della sicurezza in
ambito marittimo, in coerenza con il più ampio disegno
governativo di rafforzamento della competitività e della
modernizzazione del sistema della portualità e della
logistica nazionale. Grazie alla sottoscrizione
dell'accordo, l'azione di comando svolta dalle Capitanerie
di porto, titolari di funzioni e compiti in materia di
sicurezza della navigazione e portuale, potrà svolgersi in
maniera ancora più efficace, contribuendo
significativamente a uno sviluppo sostenibile di tutto il
comparto. Marittimità, logistica e intermodalità,
rappresentano elementi essenziali dell'economia del
Paese e il nostro obiettivo è omogenizzare la risposta
all'utenza su tutto il territorio italiano, in accordo col più
ampio disegno di efficientamento auspicato dal Ministro.
Il Ministero gioca un ruolo di impulso e di facilitatore sui
temi oggetto del protocollo, non solo di tipo
amministrativo ma anche strategico: le parti possono
contare sul massimo supporto nell'interesse di un settore
tanto rilevante per lo sviluppo del nostro Paese.
9 Febbraio 2022 _ https://www.ilmetropolitano.it/
IL FUTURO DELL'ITALIA NEGLI
SCAMBI MARITTIMI GLOBALI.
A seguito del progressivo scioglimento dei ghiacci,
l’apertura di nuove rotte nel Polo Nord potrebbe
modificare gli equilibri del commercio internazionale.
Tuttavia è difficile pensare che il Mediterraneo possa
perdere la sua centralità, dal momento che ad oggi ospita
un terzo dei servizi di linea mondiali del traffico container
e che negli ultimi anni è stato primo per crescita degli
scambi. Dinanzi a nuove rotte e nuovi trend in atto nello
sviluppo del commercio marittimo, l’Italia, forte della sua
centralità nel Mediterraneo, deve identificare gli interventi
utili a ridefinire il proprio posizionamento negli scambi
marittimi internazionali. In primis, rafforzando il sistema
infrastrutturale degli scali nazionali attraverso interventi
mirati di adeguamento dell’offerta sia all’evoluzione della
dimensione e delle caratteristiche delle navi, sia alla
richiesta di servizi sempre più personalizzati da parte
delle shipping company. Sul fronte del sistema logistico
occorre accelerare sul piano dei recuperi di efficienza per
assicurare agli operatori del traffico marittimo e agli attori
del commercio un elevato grado di affidabilità su tempi e
qualità del servizio. Un miglior posizionamento dell’Italia
all’interno del commercio marittimo significherebbe
maggiore competitività per tutti i settori produttivi collegati
all’export e all’import. Un sistema portuale e logistico più
competitivo consentirebbe all’Italia di diventare il
baricentro dei traffici marittimi nel Mediterraneo.
A tu per tu
Esponente di primo piano del panorama imprenditoriale
spezzino, Cristiana inizia giovanissima la carriera di
dirigente aziendale nell'azienda di famiglia, Sitep S.p.a.
Dal 1996 ha ricoperto la carica di Amministratore
Delegato e direttore Generale della Sitep Spa gestendo
la trasformazione dell'azienda da impresa a conduzione
familiare a impresa industriale. La transizione si
completa nel 1998, con la conclusione del turn-around
aziendale che ha portato alla costituzione della new-co
Sitep Italia Spa. In Sitep dopo aver ricoperto la carica
di direttore marketing e relazioni esterne, ricopre
attualmente il ruolo di direttore delle strategie e delle
relazioni istituzionali. Attiva nel mondo
dell'associazionismo industriale Cristiana è promotrice
di una maggiore partecipazione femminile nell'industria.
Dal 2003 al 2008 Componente Women's International
Shipping & Trading Association (WISTA), Roma (Italia),
founder della sezione della Spezia. Dal 2003 al 2008
Vice Presidente Operativo del Consiglio Direttivo
Consorzio San Bartolomeo, La Spezia (Italia) nato
per Coordinare a valorizzare le attività delle aziende
dell'indotto navalmeccanico nel settore difesa e civile.
Dal 2006 al 2010 è membro del CdA di Spedia,
agenzia per lo sviluppo economico della Spezia, a
Capitale misto pubblico e privato, creata per la
promozione ed il sostegno alla crescita delle imprese e
del lavoro locale. Rappresentante nel comitato Piccola
Industria di Confindustria La Spezia, dal 2007 al 2014
è rappresentante in Giunta Confindustria Liguria. Dal
2006 al 2013 è rappresentante di giunta
Federmeccanica, Federazione Sindacale dell' Industria
Metalmeccanica Italiana, a cui aderiscono 103 gruppi di
aziende Metalmeccaniche. Dal 2008 al 2013 è Vice
Presidente di Confindustria La Spezia. Dal 2009 al
2014 Componente della Giunta Camerale Camera di
Commercio della Spezia, La Spezia (Italia) , eletta in
rappresentanza di Confindustria La Spezia. Dal 2009 è
Presidente del Consorzio Tecnomar Liguria che,
aggregando più di 100 aziende, ha lo scopo di
diffondere e sviluppare la cultura dell'innovazione di
filiera. Il Consorzio partecipa al capitale del Distretto
Ligure delle Tecnologie Marine. Dal 2009 ad oggi
ricopre la carica di Consigliere d'Amministrazione del
Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, La Spezia
(Italia) (www.dltm.it) e dal 2019 ha ricevuto delega per
rappresentarlo nelle relazioni esterne ed istituzionali.
Dal2010al2015è Componente Comitato Tecnico di
Reti d'Impresa, Filiere e Aggregazioni di
Confindustria Roma (Italia). Sempre nel 2010 ottiene il
premio imprenditore Ligure dell'anno 2009 nella
categoria come migliore giovane imprenditrice. Il premio
è dedicato agli imprenditori che hanno raggiunto
posizioni apicali nelle loro carriere con coraggio,
determinazione, competenza e tanta voglia di fare per
rendersi utili alla società. Dal maggio 2011al 2016 è
Vicepresidente con delega alla Cooperazione
Economica e ai Rapporti Industriali dell'associazione di
amicizia e cooperazione ITALIA_TURCHIA, nata per
promuovere iniziative in campo economico, culturale e
istituzionale fra i due Paesi. Dal novembre 2011 al 2018
è Presidente di La Spezia Euroinformazione
Promozione e Sviluppo - Azienda Speciale della
Camera di Commercio della Spezia. Nel 2015 vince il
Premio "Donne che ce l'
hanno fatta", Milano (Italia). Il
premio è stato conferito a 40 donne a livello
internazionale, donne che si sono distinte per l'impegno
in ambito lavorativo e non solo. Dal 2015 al 2021 è
Componente del Consiglio Camerale Camera di
Commercio delle Riviere di Liguria, Savona (Italia). Dal
2018 al 2019 è Presidente di Blue Hub azienda
speciale della Camera di Commercio, Riviere di
Liguria. Dal 2014 ad oggi Presidente del Consorzio
Si.Ca.N La Spezia (Italia). Il Consorzio nasce per
mettere a disposizione dei clienti MMI,
Orizzonte
Sistemi Navali, Fincantieri, e varie Aziende del
Gruppo Leonardo, un pool organizzato e stabile di
imprese che operano sia nell'ambito dell'allestimento di
nuove costruzioni, sia nell'ambito della manutenzione e
riparazione navale. Ideatrice, Promotrice e
Coordinatrice della manifestazione internazionale
Seafuture, dal 2018 ad oggi ricopre la carica di
Presidente di IBG , Italian Blue Growth (ovvero Crescita
Blu), società formata da Distretto Ligure delle
Tecnologie Marittime,
Consorzio Tecnomar Liguria
ed EIEAD, che gestisce l'evento.
Innovazione continua, attenzione alla crescita
internazionale e buone pratiche economiche,
sociali e ambientali: è questa la ricetta del tuo
successo, Cristiana?
Posso dirti che sono alla continua ricerca di una
crescita e di un miglioramento, consapevole che questa
sia prima di tutto una competizione con me stessa, una
continua sfida che spero non finisca mai. Cerco sempre
di mettere in campo le mie idee con costanza,
determinazione, perseveranza e soprattutto passione
ed entusiasmo. Insieme ad un aggiornamento
continuo, ritengo che siano questi i fattori
imprescindibili per raggiungere i propri obiettivi in ogni
campo. Penso valga per chiunque, ma un imprenditore,
in particolare, deve costantemente rinnovare e
rinnovarsi; deve essere in grado di mettere in
discussione sé stesso come manager e con lui la
propria azienda. Bisogna essere capaci a cogliere le
tante sollecitazioni che giungono dall'esterno o
dall'interno dell'impresa così da rispondere in modo
innovativo alle continue sfide del mercato. Secondo la
mia visione, infatti, innovare significa aderire alle
circostanze, alle scoperte scientifiche, cogliere i
mutamenti dell'ambiente avendo come riferimento
sempre i bisogni dei clienti eipropricompetitor.Vorrei
sottolineare però che l'innovazione non è soltanto il
frutto dell'idea geniale del singolo, ma piuttosto è una
sfida che deve coinvolgere tutto il sistema aziendale
con il proprio capitale umano, dall'imprenditore, alla
dirigenza, ad ogni singolo collaboratore. A
testimonianza di queste parole posso citare Seafuture:
è un evento internazionale che conferma come la
chiave del successo sia la sinergia tra tutti gli attori
coinvolti siano questi di natura privata che istituzionale.
Seafuture, una visione futura del mare...
Seafuture ha come protagonista il mare, l'oro blu del
nostro secolo. La nostra economia e il benessere del
nostro Paese dipendono in gran parte dal mare; così
come la nostra storia e la nostra cultura sono
indissolubilmente legate al mare. È la nostra linea d'
orizzonte, capace di unire insieme il nostro passato, il
nostro presente per permetterci di guardare con
serenità al nostro futuro. Rappresenta un fattore
strategico per molte attività economiche, perché
l'impatto dell'elemento marino non è rintracciabile solo
nel paesaggio, ma è fortemente interconnesso con
l'economia. Il mare è pervaso nella storia e nelle culture
dei territori, influenzandone, in alcuni casi in modo
totalizzante, la vita sociale ed economica. Sono
convinta che il nostro Paese possa e debba ricoprire un
ruolo di leader strategico sia nel Mediterraneo che a
livello internazionale, questo grazie alla nostra
posizione geografica ma anche per le numerose
competenze e conoscenze sviluppate dalle aziende del
nostro territorio. Ogni giorno milioni di italiani si
svegliano e vedono il mare, altri lo ambiscono, molti ci
lavorano e lo vivono, come è possibile dunque non
credere nel mare come risorsa e come strumento di
crescitaperlacollettività?Ilmareènelnostro
presente, nella nostra quotidianità ed è una risorsa
strategica da rispettare perché motore per un nuovo
sviluppo economico. Ma il mare, che per noi italiani è
luogo di incontro, non dobbiamo dimenticare che è un
bene da conservare, difendere e tutelare. L'Italia è un
“hub” nel Mediterraneo che, per storia, formazione,
civiltà, conoscenza, sapere, patrimonio intellettuale e
tradizione, rappresenta un ambiente ideale per il
confronto fra culture, esperienze e diverse
professionalità. Quando organizzai Seafuture, molti
anni fa, pensai proprio a questi valori che insieme
potessero dare vita ad una piattaforma, un incubatore,
capace di fare sintesi di tutto questo, creando occasioni
per relazioni e scambi.
Come è nato questo progetto e perche la scelta di
svolgerlo alla spezia?
In molti mi chiedono perché alla Spezia e perché
proprio da qui nasca e si sviluppi questo messaggio, la
risposta è semplice: Napoleone prima e Cavour poi,
hanno individuato questo territorio, questo golfo, come
il più idoneo per ospitare una base navale, un arsenale
che poi sono diventate la casa della nostra Marina.
Ragioni geo politiche hanno portato poi ad individuare
altre basi operative, ma La Spezia rimane la culla, non
solo di una base navale, ma di una ambizione del ruolo
cheilnostropaesepuògiocareinquestosettore.Con
Seafuturelabasenavaleèrisorta,ètornataaisuoi
antichi splendori, ha riacquistato la sua vocazione
naturale. Questo evento, come ogni grande progetto, è
nato da una visione. Per trasformare un'idea, in un
progetto e poi ancora in un'azione concreta e portata a
PH: Alessandro Messina
L'oro blu
del
XXI˚
secolo.
Storia di copertina
CRISTIANA
PAGNI
Business woman
LA LUNGIMIRANZA DEI GRANDI
LEADER.
Una donna che, nella sua attività professionale, ha
testimoniato di possedere visione, privilegiando
l'impatto sociale, la trasparenza nei comportamenti
e l'etica. Il futuro dell'umanità appartiene a donne
come lei che, con le loro intuizioni ci aprono la
porta verso un avvenire migliore. Esponente di
primo piano del panorama imprenditoriale
femminile spezzino, Cristiana inizia giovanissima la
carriera di dirigente aziendale dopo alcuni incarichi
amministrativi presso Sitep Spa.
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to be
GREEN
think blue.
La nostra mission è disegnare il futuro
della risorsa mare, in una visione a 360
gradi, come motore dello sviluppo del
territorio e di un patrimonio da consegnare
alle generazioni future.Una grossa parte del
futuro del nostro Paese è legata al mare.
“
”
termine efficacemente, occorre mettere in atto gli strumenti più utili a fare
sistema, coinvolgere in un gioco di squadra le persone che condividono
con te questa visione motivandoli a “remare” nella stessa direzione.
D'altronde il sognatore ligure più conosciuto nel mondo, Cristoforo
Colombo, non avrebbe mai scoperto l'America, se i reali spagnoli non lo
avessero supportato.
Un modello, quindi, del “fare sistema” vincente?
Io non posso che ringraziare tutte le persone, uomini e donne
dell'organizzazione, della Marina Militare, delle istituzioni, dell'industria che
hanno lavorato alacremente, dimostrando, tutti insieme, come la
cooperazione tra questi attori sia volano di sviluppo, capace di prestare
un'attenzione particolare alla salvaguardia dell'ambiente che ci circonda e
senza il quale nulla potrebbe essere. Tutti noi, con Seafuture, intendiamo
dare un contributo in questa direzione: mettere a disposizione di aziende e
imprese, un momento di incontro per capire come, attraverso il settore
industriale, della ricerca, delle istituzioni, delle associazioni ambientaliste,
delle forze armate, Marina Militare in primis, realizzare una rete, facendo
esattamente ciò che, secondo me, è mancato e manca ancora al nostro
Paese. Fare sistema, essere competitivi e crescere. Seafuture è un
esempio concreto capace di dimostrare come si può concorrere alla
crescita di un'economia pulita, dove le attività legate al mondo della difesa
e della sicurezza sono strumenti utili a garantire la pace in questo mondo.
Organizzare quest'evento significa creare un'opportunità per alimentare
queste sinergie e rafforzare le relazioni tra tutti gli attori in campo ma
anche diffondere più capillarmente questi concetti, soprattutto nei giovani
che rappresentano il nostro impegno e il nostro sacrificio proteso nel
futuro.
Hai citato i giovani, punti molto su di loro?
Tantissimo. Su di loro dobbiamo investire consapevoli che saranno la
prossima classe dirigente. Ogni volta che mi confronto con loro rimango
impressionata: si affacciano alla vita professionale con competenze,
curiosità, e tanto entusiasmo. Sono portatori di energie nuove e di una
nuova modalità di considerare il lavoro. L'innovazione si declina con
maggior facilità con le nuove generazioni e in un'azienda credo ci sia
bisogno di lasciare spazi a giovani che vogliano crescere, affiancandoli a
persone di maggior esperienza che, talvolta, hanno bisogno di rinnovare il
proprio entusiasmo. Quando tradizione e innovazione si fondono insieme
in azienda possono concretizzarsi grandi progetti. Si costruisce il futuro. A
testimonianza delle mie parole, il gruppo di lavoro di Seafuture è composto
per lo più da Under 30, tutti capaci e competenti. È proprio la fiducia nelle
nuove generazioni che ci ha spinto, per esempio, a istituire i Seafuture
Awards, un premio rivolto a laureati, dottorandi e dottori di ricerca che
punta a valorizzare tesi sperimentali che riguardino progetti e tecnologie
legate al mare. Una opportunità concreta, una sfida che spinga gli studenti
a riflettere, conoscere e approfondire il mare in una visione a 360°. Mare
inteso come motore per lo sviluppo di un comparto di eccellenza, che
necessita di competenze e investimenti in ricerca e innovazione, ma anche
e soprattutto come risorsa da proteggere e preservare. La pandemia, negli
ultimi due anni, ha ulteriormente acuito le difficoltà che i giovani devono
affrontare in termini di istruzione e occupazione: questa crisi storica può e
deve offrire l'occasione di riformare il sistema socioeconomico, quello della
formazione e il quadro giuridico del nostro Paese per ricostruire collettività
ed economie migliori capaci di non lasciare indietro nessuno. Non
perdiamo di vista, poi, il vero obiettivo del Recovery Fund, che l'Unione
europea ha voluto chiamare Next Generation Eu. La Unione Europea ci
chiede di investire sui giovani, mettendo in campo strumenti che
permettano loro di entrare nel mercato del lavoro rapidamente, creando un
ponte vero fra mondo della formazione e quello dell'impresa, senza perdite
di tempo e, soprattutto, senza dover per forza farli transitare attraverso
lavori instabili e mal pagati. Credo che il nostro paese debba avere il
coraggio di affrontare con fermezza certi temi indicando una via, un modo
per risolverli in maniera concreta. Non possiamo più accontentarci di
parlare di un problema, ma trovare strumenti e modi per risolverlo. Con
Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori il Ministero del Lavoro ha messo in
Nella foto: Cristiana Pagni Consorzio Tecnomar con il Ministro dello Sviluppo Economic o
Giancarlo Giorgetti a Seafuture
campo riforme e oltre 5 miliardi di Euro su un programma nuovo. Si tratta
del perno dell'azione di riforma nell'ambito delle politiche attive del lavoro,
cheoltreaGOLprevedeilvarodiunPianoperlenuovecompetenze,il
potenziamento dei centri per l'impiego e il rafforzamento del sistema duale:
il fatto che l'UE vincoli la spesa ad indicatori specifici, mi fa pensare che
forse siamo sulla buona strada.
Piccole e medie imprese, struttura portante della nostra economia?
Senza alcun dubbio sono la vera spina dorsale dell'industria italiana. Il
nostro Paese ha bisogno di crescere puntando proprio sulle PMI, è
necessario un processo di irrobustimento per far sì che le micro imprese
diventino piccole, le piccole medie e così via. Le grandi aziende, che stanno
diventando sempre più integratori di sistemi prodotti dai fornitori, competono
su scenari internazionali, ma senza la filiera organizzata di PMI, che spesso
vengono delegate dalle grandi all'innovazione e allo sviluppo tecnologico,
non potrebbero mai competere a livello globale. Le Piccole e Medie Imprese
hanno una spiccata flessibilità e creatività, una propensione ad investire sul
capitale umano, unico asset fondamentale non trasferibile e sulle nuove
generazioni con criteri di meritocrazia. Sono essenziali per la crescita
economica del paese e per guidare una ripresa: rappresentano oltre il 90 %
delle aziende e producono circa il 70 % del PIL. Si potrebbero ipotizzare una
serie di misure che possano invogliare i grandi gruppi, o aziende di medie
dimensioni italiane, ad acquisire partecipazioni di riferimento nelle PMI di
grande valenza tecnologica della propria filiera per la durata di 3/5 anni,
supportandone la crescita anche e soprattutto attraverso uno scambio quote
di capitale/commesse di lavoro in contro-valore. Questo sarebbe davvero un
volano capace di generare una ripresa veloce del sistema economico,
perché permetterebbe alle piccole aziende di poter contare su uno zoccolo
duro per diversi anni lasciandole libere di concentrarsi sullo sviluppo di nuovi
prodotti e/o processi e la crescita del loro mercato. Inoltre favorirei forme di
contratto dove venga data trasparenza e dignità alle PMI che fanno il lavoro
ma che sono spesso schermate dalle grandi aziende, come può essere la
rete di impresa, aiutando il processo di aggregazione fra piccole aziende e
spostando il rapporto da quello di subfornitura fra grande e PMI a quello di
partnership. Oltre a lavorare su nuovi incentivi fiscali si può facilitare
l'accesso privilegiato a programmi di ricerca e sviluppo nazionali e supporto
per quelli europei, con relativi marchi di qualità e certificazioni distintive,
accesso ai laboratori ed alle risorse umane più qualificate presso università
e politecnici, presso le scuole secondarie superiori.
Le parole chiave di seafuture possono essere anche tecnologia e
ricerca?
Assolutamente sì. Con questa manifestazione abbiamo concretamente
dimostrato che la tecnologia può essere ancora amica dell'uomo, in
particolare quella derivata dalla ricerca militare capace di trovare
applicazione nei prodotti che, nel mercato civile, giornalmente migliorano la
qualità della nostra vita, ci aiutano anche a migliorare l'ambiente, ad
affrontare e vincere le grandi sfide che la modernità ci pone, ad ogni livello.
Ritengo, pertanto, che le spese in ricerca siano fondamentali, anche quelle
in ricerca militare, perché permettono al Paese di essere proprietari della
tecnologia da cui dipende la sua sicurezza, e all'avanguardia nei settori
civili. L'industria della difesa nella realtà è un laboratorio di ricerca e
sperimentazione di nuove tecnologie. Tecnologie che vengono poi trasferite
al settore civile. Basti pensare ai materiali compositi che oramai troviamo
applicati in tutti i settori, all'automotive, al biomedicale, alle comunicazioni,
agli stessi navigatori satellitari e ovviamente a internet e ai telefoni cellulari.
Difesa, un settore strategico ma controverso nel nostro paese?
Dobbiamo essere consapevoli che parlare di Difesa significa parlare di
sicurezza del nostro Paese e dei nostri cittadini: avere una sistema difesa
forte ci consente di partecipare ai tavoli sul disarmo e sulla pace dove
portare nostre istanze, oltre alla partecipazione attiva agli interventi
internazionali di stabilizzazione e di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite,
dell'Unione europea e della Nato, nel pieno rispetto della nostra
costituzione. Per questo sono particolarmente riconoscente alla Marina
Militare, sin dall'inizio partner fondamentale di Seafuture, per il suo rilevante
ruolo che, in tempo di pace, si estrinseca nella attività di difesa del libero uso
del mare, del commercio e nella tutela delle linee di
comunicazione e trasporto marittimo. Migliaia di uomini
con abnegazione lavorano per noi tutti ed in silenzio
onorano quel giuramento prestato negli anni.
Nel tuo discorso di apertura dell'ultima edizione di
Seafuture, hai sottolineato l'importanza del settore,
parlando di sviluppo economico sostenibile,
orientato a rivoluzionare l'attuale sistema
produttivo. ci spieghi in maniera piu' esaustiva?
Io credo molto nel valore strategico della blue economy
per il Sistema Paese. Credo, appunto, nello sviluppo
sostenibile, che punti a migliorare il sistema azzerando
le emissioni inquinanti e valorizzando il ruolo strategico
delle risorse idriche. Da quando, nel 2010 l'economista
belga Gunter Pauli ha dato un significato concreto al
termine blue economy, ispirandosi al concetto di
biomimesi, che possiamo sintetizzare affermando con
forza che, attraverso lo studio e l'imitazione dei processi
biologici e biomeccanici, sia possibile immaginare un
modello di produzione e consumo basato su
innovazione, recupero e riutilizzo dei materiali in
sinergia con l'ecosistema acquatico, attraverso la
valorizzazione di oceani, mari, fiumi e coste. La blue
economy si propone come evoluzione della green
economy, se quest'ultima punta a ridurre le emissioni
inquinanti, l'economia blu si pone l'obiettivo di azzerare
le emissioni nocive per il pianeta attraverso un utilizzo
più efficace delle risorse. Il nuovo modello, infatti,
implica investimenti in innovazione tecnologica,
trasformazione e riuso dei prodotti. A questo proposito
vorrei riprendere la parola di Virginijus Sinkevicius,
Commissario UE per l'ambiente, gli affari marittimi e la
pesca, “to be green, think blue”.
Quanto è importante l'economia della mare nel
nostro paese e come si coniuga con la strategia
“blue growth” dell'unione europea?
Se è vero che l'arte arriva sempre prima nella lettura dei
fenomeni, già Botticelli, cinque secoli fa, aveva previsto
che dal Mare potesse nascere qualcosa di buono. Io
credo in questo Paese e nelle enormi potenzialità che
abbiamo in un settore come quello legato alla blue
economy, in cui ritengo, perciò, che l'Italia possa
giocare un ruolo da protagonista nel mondo. Soprattutto
negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza della
rilevanza delle attività legate al mare nel peso
dell'economia del Mediterraneo e del suo potenziale
sviluppo. La Blue Economy cresce a un ritmo più
sostenuto rispetto all'economia nazionale,
rappresentando una fetta rilevante del PIL Italiano, che
può e deve crescere ulteriormente. Ma allo stesso modo
è sempre più evidente per l'ecosistema marino la
difficoltà di coniugare sviluppo economico con la
sostenibilità ambientale. Per questo sono fermamente
convinta che si debba rispondere a questa sfida
ponendo l'accento sulla preservazione del mare come
asset principale per la buona crescita puntando
congiuntamente al potenziamento di ricerca e
innovazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(Pnrr) prevede, per la prima volta nella storia del Paese,
investimenti importanti per progetti di sostenibilità
ambientale anche nei mari e della fascia costiera
italiana. Il 9 dicembre scorso è stato sottoscritto dal
Ministero della Transizione Ecologica e Solidale e
dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca
Nella foto: Cristiana Pagni con il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini alla 7° Edizione di Seafuture
ambientale (Ispra), un protocollo d'intesa che prevede
una spesa di 400 milioni di euro per il periodo 2021-
2026. Ritengo che questa sia una grande opportunità
proprio per il nostro paese, considerando che il
Mediterraneo è sicuramente quello più interessato, per
la presenza di tutti i settori sui quali intervengono le
misure ed anche perché può vantare un contesto
produttivo solido, dinamico e un'estensione costiera tra
le maggiori d'Europa. Lavorare sulle potenzialità di
crescita di questi settori significa prima di tutto garantire
la qualità del campo da gioco. Ad esempio, aumentando
la nostra capacità di pianificare l'uso dello spazio marino
per gli obiettivi di protezione degli ecosistemi marini e la
tutela della biodiversità, unitamente al loro utilizzo per la
produzione di energie rinnovabili, come lo sviluppo degli
impianti eolici offshore. Occorre operare su questi
presupposti, cogliendo l'occasione della Strategia della
Commissione europea della crescita blu sostenibile per
superare le carenze del nostro Paese e restituire al
mare l'agibilità di un tempo. Pertanto dobbiamo
orientarci verso questa direzione, rivolta a tutti i
componenti della società, pubblici e privati favorendo
processi che consentano il protagonismo di tutti gli attori
sociali ed economici.
La geografia ci indica chiaramente che il nostro
ruolo è marittimo, e anche nella storia possiamo
dire che la penisola ha contato quando le entità
politiche che vi risiedevano guardavano al mare...
La politica di uno stato è nella sua geografia, certo
questa citazione di Napoleone è forse apocrifa ma
penso che il contenuto corrisponda alla realtà. Come
dimostrato dall'impero Romano e dalla Repubblica di
Venezia, quando la nostra penisola ha ricoperto un
ruolo di guida lo ha fatto proprio perché veniva
assecondata la propria morfologia politica. Nel corso dei
secoli, imperi e stati-nazione hanno cercato e trovato
negli spazi marittimi un vettore di potere egemonico. Il
controllo del Mare, da un punto di vista economico,
militare e commerciale è stato uno dei leitmotiv della
storia contemporanea e moderna. Negli ultimi anni,
tuttavia, la globalizzazione ha investito e rimodellato il
sistema dei rapporti statali, per questo ritorneremo ad
essere protagonisti solo se favoriti dalle amministrazioni
coinvolte nella difesa degli spazi marittimi, nello sviluppo
sicuro dei traffici via mare e nella sostenibilità
ambientale. Alla luce dei fenomeni globali, auspico che
si inizi a pensare ad una strategia di Sea Control nella
formazione delle prossime politiche estere nazionali.
Occorre, pertanto, promuovere la marittimità attraverso
una strategia marittima ben definita? concetto non cosi
scontato nonostante la centralità di questo tema per
l'italia.
Tutti i settori del nostro Paese, ma ritengo anche l'intero
territorio, possono avere una leadership forte in quest'area
euromediterranea, che è stata la culla della civiltà e che
recentemente, per motivi geopolitici, forse ha perso questa
centralità, ma che ha tutte le caratteristiche e le capacità
per rivendicare il proprio posto di primo piano. Dev'essere
fatta una riflessione vera su questo tema e riguardo, inoltre,
al concetto di marittimità, che il paese dovrebbe rivendicare
alla luce della sua collocazione geografica. La nostra
penisola è al centro del mediterraneo ma senza una
strategia che ne consegua. Questa carenza, in un paese
che è quasi del tutto circondato dal mare e con una chiara
vocazione marittima, non è comprensibile. Sta diventando,
dunque, sempre più necessaria una progettualità e visione
che tuteli gli interessi di tutto il comparto legato al mare. La
politica deve comprendere che è ormai diventata
indispensabile la formulazione di una strategia marittima
nazionale intelligente, che non si limiti al pur importante
ruolo di presenza all'interno dei meccanismi navali
multinazionali, ma che rappresenti una solida base sulla
quale costruire un sistema di garanzia degli interessi
strategici nazionali, economici e politici che accrescano il
prestigio internazionale dell'Italia. Siamo chiamati a definire
gli interessi nazionali in un mondo sempre più competitivo,
dovremmo saper comprendere la portata di cambiamenti
storici che, come si sa, quando prendono il via dal mare
accelerano improvvisamente.
Facendo tesoro delle esperienze del passato ministero
della marina mercantile non si potrebbe istituire il
ministero del mare?
È una questione che viene posta da anni, una richiesta
proveniente dal settore marittimo che chiede di scorporare
questo comparto dal Ministero delle infrastrutture e
trasporti. Consideriamo che ci sono già Nazioni in Europa
che vanno in questa direzione, esempi come la Francia,
che ha istituito un Segretariato del Mare che risponde
direttamente al presidente per l'intera strategia marittima, o
come la Spagna che ha potenziato le strutture del Puertos
del estado e del Ministero del Fomento. Ritengo che anche
il nostro paese abbia bisogno di una struttura dedicata
unicamente ai temi del mare, e lo confermano sia i dati
della blue economy che ho citato prima sia il fatto che il
90% delle merci vengono trasportate via mare e tutto fa
pensare che nei prossimi 15 anni sarà necessario un
raddoppio della flotta. Ma se non si riconosce la specificità
del settore non si può né proteggerlo né rilanciarlo. Per
questo c'è bisogno non del mero ripristino del Ministero
della Marina mercantile, bensì di un vero e proprio
Ministero del Mare, che racchiuda tutti i temi, dal trasporto
marittimo alla protezione dell'ambiente marino, dalla
sicurezza e soccorso alla difesa delle coste e l'intera filiera
della blue economy.
Nel corso della storia dell'europa, il trasporto marittimo
è stato fondamentale per lo sviluppo economico. oggi è
ancora cosi? e quanto è determinante per il nostro
paese?
Fin dall'antichità il trasporto marittimo ha avuto un ruolo
centrale per lo sviluppo economico: le prime navi
commerciali risalgono all'età del bronzo ed hanno permesso
durante tutta l'epoca antica di far viaggiare prodotti
voluminosi e pesanti su lunghe distanze, senza un aumento
proibitivo dei costi. Teniamo presente che gli scambi
avvenuti via mare hanno portato a numerose innovazioni
tecnologiche, contribuito allo sviluppo delle lingue, dell'arte e
del pensiero filosofico e che per la maggior parte della nostra
storia le navi sono state gli unici mezzi per esplorare il
mondo. Al giorno d'oggi il 77% del commercio estero
europeo e il 35% di quello tra gli Stati membri dell'UE
avviene via mare, rappresentando una parte fondamentale
della catena di approvvigionamento internazionale. Il mare
rimane una risorsa che genera ricchezza, occupazione e
innovazione, unisce settori e tradizioni diverse in un tessuto
imprenditoriale diffuso che può essere una leva straordinaria
per il rilancio dell'Italia.
Quanto è importante oggi il per il nostro paese?
Basta dire che l'Italia ha la quinta flotta di bandiera tra le
maggiori economie riunite nel G20, la seconda tra quelle
occidentali, la prima nel mondo di navi RoRo, per lo più
impiegate nel cabotaggio marittimo e sulle “autostrade del
mare”, la quinta di navi-cisterna speciali per prodotti
petroliferi. Il sistema portuale italiano è stato a lungo il primo
in Europa per volumi di merce trasportata, oggi è il terzo, e
resta il primo in Europa per movimento di navi da crociera e
di croceristi. Abbiamo la leadership mondiale nella
costruzione di navi da crociera e mega-yacht; la nostra flotta
da pesca è la seconda del Mediterraneo ed è in grande
sviluppo l'acquacoltura. È in crescita la formazione marittima,
specie per i quadri ufficiali, e l'occupazione. Ecco, penso che
questi dati spieghino più di tante parole l'importanza cruciale
di questo settore per l'Italia.
Nel corso degli ultimi anni, l'avvento di nuove tecnologie
hanno generato profondi cambiamenti all'interno di
numerosi settori. anche la l'industria dello shipping è
direttamente coinvolta in questo processo di rivoluzione
tecnologica?
Nel recente dibatto economico-politico, sociale e culturale in
Italia, come nel resto del mondo, sta divenendo sempre più
centrale il tema dell'innovazione Industriale, un processo
dirompente che sta cambiando e continuerà a cambiare il
nostro sistema produttivo, la nostra società e le nostre vite.
Le tecnologie digitali in ambito marittimo possono impattare
significativamente sul funzionamento delle operazioni
amministrative, logistiche, navali, terminaliste e portuali. Le
applicazioni marittime dell'IoT, per esempio, hanno un
potenziale particolarmente importante in termini di efficienza,
considerando la necessità di gestire sistemi complessi di
trasporto e catena di approvvigionamento, compresa
l'efficienza sia tecnico-operativa che di coordinamento. Si
possono ottenere molti vantaggi dall'IoT se diversi concetti si
completano a vicenda. Disporre di una supply chain
affidabile è un fattore predittivo delle elevate prestazioni
logistiche di un Paese. A sua volta, un'efficace logistica
rappresenta un importante indicatore della facilità di
commerciare con il Paese stesso. La trasparenza delle
informazioni e la flessibilità della supply chain sono due dei
principali vantaggi dovuti alla digitalizzazione. Il processo di
innovazione tecnologica ha, pertanto, investito anche il
mondo dei Trasporti e della Logistica ed ha avuto grande
“
Porteremo il golfo
della Spezia e tutto il
nostro Paese al centro
del Mediterraneo
”
Cristiana Pagni, Amministratore Delegato di Italian Blue Growth srl, organizzatrice della settima edizione di
Seafuture , la manifestazione che si è svolta nell'arsenale della Marina Militare dal 28 settembre sino al 1 ottobre
2021. I numeri di Seafuture 2021 sono tutti in crescita. Inoltre la città della Spezia e il suo arsenale sono un luogo
geografico ideale per storia, tradizione e cultura del mare. Qui si sono sviluppate piccole e medie imprese che
fanno parte del tessuto imprenditoriale della città e creano un indotto diretto e indiretto di grande importanza che
sostiene l'economia della città.
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risonanza nell'ambito della logistica navale, dove la
condivisione delle informazioni ha da subito rappresentato una
grandissima opportunità, racchiudendo un enorme potenziale.
In ambito marittimo, la blockchain potrebbe essere un utile
strumento per migliorare la complicata gestione dei flussi
fisici, documentali, informativi e finanziari, ad oggi
necessari per il compimento dei servizi di trasporto?
Ritengo di sì. La funzione primaria di una block chain è la
certificazione delle transazioni, che migliora la visibilità delle
spedizioni e porta fiducia nella vendita e nella movimentazione
di merci internazionali. Mentre le aziende tengono traccia degli
eventi e dei movimenti economici associati alle transazioni, può
capitare che si verifichino numerose inefficienze nel sistema a
causa di sistemi informatici obsoleti spesso con bassa
interoperabilità. Attualmente le catene di approvvigionamento
fanno ancora grande affidamento sulle pratiche burocratiche e
questo rende il flusso delle informazioni inefficiente e
vulnerabile a potenziali alterazioni o alla perdita delle
informazioni, mentre la permanenza e l'immutabilità delle
registrazioni della raccolta decentralizzata di dati rende i DLT
relativamente resistenti alla manipolazione per scopi
fraudolenti.
Nei vostri cicli di webinar, denominati “seafuture online”,
avete affrontato i temi del 5g e della cyberscurity, puoi
spiegarci meglio?
È un tema che abbiamo deciso di trattare sia nell'ambito delle
conferenze online che nell'edizione in presenza poiché
interconnesso e applicabile alla blue economy: ha infatti un
impatto importante sulla marina e sull'industria marittima, come
la trasmissione e la protezione dei dati e le infrastrutture
costiere. Sono convinta che la tecnologia del 5G svolgerà un
ruolo fondamentale nel futuro sviluppo dell'economia e della
società e sarà un fattore abilitante per i futuri servizi digitali; le
reti 5G costituiranno la futura spina dorsale dell'economia
mondiale, che sta camminando a passo svelto verso la
completa digitalizzazione. È una risorsa chiave per competere
nel mercato globale, basti pensare che i profitti stimati a livello
mondiale nel 2025 sono 225 miliardi. Restare fuori dall'orbita
del 5G, significherebbe non solo non stare al passo con i tempi,
ma soprattutto subire ingenti perdite. Non possiamo però
ignorare i pericoli che questa nuova tecnologia potrebbe
comportare per la sicurezza informatica di governi, aziende e
utenti. Occorre riflettere sulla necessità di raggiungere un
effettivo equilibrio tra le esigenze del progresso tecnologico e
quelle di cybersecurity, oggi fondamentale per la protezione dei
dati, in un'ottica che punta sì all'impiego delle risorse, ma che
non dimentica mai che al centro di tutto ci sono fragili equilibri e
dinamiche, che non possono e non devono essere trascurate.
È essenziale garantire la sicurezza e la resilienza delle reti 5G.
La sicurezza dei dati e della rete è della massima importanza. Il
mondo è in continua evoluzione e anche noi dobbiamo
evolvere.
Il futuro dell'europa dipende dalle nostre capacità di
affrontare tre obiettivi: creazione di ricchezza, coesione
sociale e tutela dell'ambiente, sei d'accordo?
Questi tre obiettivi sono strettamente correlati tra loro, l'accento
va posto sulla necessità di adattarsi continuamente alle
evoluzioni della società, dell'informazione e sulle iniziative da
incoraggiare in materia di ricerca e di sviluppo. Io credo che sia
fondamentale per il futuro rinnovare e rafforzare il nostro
modello di economia sociale di mercato. Il mercato unico e
l'integrazione economica devono avere come complemento
un'Europa sociale che promuova la coesione e la convergenza,
combattendo la disoccupazione e la marginalizzazione,
Nella foto: Cristiana Nella Pagni foto: con Luigi .... Pagni Fondatore e Presidente Sitep Spa
assicurando diritti e pari opportunità. Le politiche sociali non
sono un'opzione, ma una delle basi di un'Unione europea
funzionante e la dimensione sociale deve ricevere
urgentemente un nuovo impulso, anche con l'obiettivo di
aiutare a ricostruire un senso di appartenenza più forte, una
più profonda identità europea. Pertanto c'è la necessità di una
convergenza verso l'alto delle condizioni di vita e di lavoro
nonché per rafforzare la coesione economica e sociale
nell'UE. La pandemia rappresenta una sfida senza precedenti
per la resilienza economica e sociale, evidenziando la fragilità
di qualsiasi progresso nei modelli di convergenza già raggiunti.
Dobbiamo porre particolare enfasi sul potenziale aumento di
nuove disuguaglianze tra i cittadini e su come affrontare le
crescenti sfide alla coesione sociale causate dalla crisi.
Ti ricordi il tuo primo giorno in azienda, Cristiana?
Mamma, nel week end, affidava me e mia sorella piccole a
Papà perché ci portasse fuori a divertirci e immancabilmente
finivamo nell'allora piccola azienda di famiglia, a crearci anellini
di stagno con il saldatore. Di fatto non c'è stato un primo giorno
in azienda, da sempre ho respirato impresa e, da sempre,
rappresenta un tutt'uno con la mia vita.
Come nasce la tua passione per questo settore?
La passione per il mare me l'ha trasmessa mio padre Luigi, il
fondatore di Sitep ed attuale Presidente che ha portato negli
anni il nome Pagni ai vertici del settore nel mondo grazie a una
visione del business basata su innovazione, qualità, efficienza,
valorizzazione delle risorse umane e delle capacità della
manifattura italiana. Sogni di bambina a parte, ho sempre
pensato che avrei proseguito nel solco della tradizione di
famiglia.
Qual è la filosofia che tuo padre segue nella sua azienda e
che vuole trasmettere al management e ad i suoi
dipendenti?
L'innovazione ha sempre continuato ad essere un elemento
distintivo di Sitep, ma anche certamente il coniugare
l'affidabilità tipica di un'azienda familiare ad un'organizzazione
del lavoro adatta alla gestione delle commesse, con altissimi
standard qualitativi. Mio padre ha fatto sì che la qualità delle
risorse umane e il gioco di squadra creassero un ambiente di
lavoro ed un ecosistema allargato alle tante società partner
che distingue Sitep da altri. Abbiamo una squadra di giovani
qualificati e motivati, e insieme cerchiamo ogni giorno di
migliorare e di conquistarci la reputazione presso i nostri
clienti, in un mercato che è grande quanto il mondo.
Cosa è significato per te lavorare accanto a tuo padre?
Ho iniziato a conoscere le dinamiche e i “segreti” che hanno
consentito a mio padre di portare avanti questa azienda dal
1975 ad oggi con grande successo, superando periodi di crisi
del settore e momenti difficili, come quello che stiamo vivendo
a causa della pandemia. Mio padre mi ha trasmesso il rispetto
e la propensione al sacrificio, la volontà di fare ciò che ci piace
ma sempre con il massimo della passione e dell'impegno.
Sono felice e orgogliosa di poter lavorare al fianco di mio
padre, fare tesoro della sua esperienza. Ho sempre
riconosciuto mio padre come un leader, come una figura
fondamentale non solo nella mia formazione umana ma anche
professionale.
Che cosa, in particolare, hai appreso da lui?
Da lui ho appreso il modello del servant leader, ossia del capo
che si mette al servizio della comunità nella quale opera:
la storia di un percorso umano, filosofico ed economico che
continua a sfidare, per modernità e lungimiranza, il nostro
presente.
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Mio padre mi ha trasmesso la
passione per il mare.
“
Sitep :
cuore
tra terra,
e mare della Spezia
FOTO: https://www.104news.it
Conoscendo la vostra storia ma anche andando a dare un’occhiata al vostro sito, è emerso subito chiaramente che Sitep riconosce un ruolo
essenziale alla dimensione etica: in che modo questo condiziona concretamente la vostra imprenditorialità?
Nella nostra azienda la persona è al centro di tutto, questo significa creare prodotti e servizi che soddisfino il cliente e non lo considerino semplicemente una
fonte di profitto. L’azienda deve generare profitto sostenibile, reinvestire una parte degli utili ma allo stesso tempo è doveroso anche ridistribuire sul territorio i
propri profitti.
“La gratitudine è la firma delle anime nobili” diceva Esopo; tu Cristiana a chi sei grata?
Sono grata alla mia famiglia, nessuno escluso, che mi è sempre stata accanto, in particolare a mio marito Antonio, perché nessun altro sarebbe riuscito astarmi
vicino sostenendomi ed appoggiando ogni mia decisione come ha fatto lui. Insieme abbiamo condiviso un percorso di crescita personale e professionale, le
cose belle e quelle brutte, ponendo le basi per un'attività solida e, soprattutto, per una famiglia. Sono certa che, senza il supporto, senza la forza e le certezze
che mi ha trasmesso giorno dopo giorno, non sarei stata in grado di superare le avversità del cammino.
Come hai conciliato la vita professionale con quella di mamma?
Ho cercato di coniugare e fare coesistere i due mondi in una continua ricerca del perfetto 'work-life balance' che, chiaramente, non esiste. Ho cresciutoimieitre
figli, avuti in tre anni, secondo il principio di autonomia, non avendo altra scelta. Eravamo sempre di corsa, passando da casa, all'asilo, a scuola, alle attività del
doposcuola, tra libri, quaderni e partite di calcio da seguire anche in trasferta. Ho sempre cercato di essere presente nelle loro vite, a supporto delle loro scelte
seppur, spesso, lontana fisicamente. Credo di non essermi mai persa una recita, un compleanno, un primo giorno di scuola o qualsiasi evento per loro
importante. Poche regole, per semplicità che si concretizzano in: concetto di giusto/sbagliato, non fare agli altri ciò che non vorresti facessero a te, che
racchiude praticamente tutti gli ingredienti per comportarsi bene. In ultimo, ho sempre raccomandato loro di andare alla ricerca dei propri talenti: ognuno di noi
ne possiede e sono quelli su cui puntare e che ci differenziano da tutti gli altri. Del resto anche noi eravamo tre fratelli e mio padre è stato sempre presente,
nonostante passasse la notte al lavoro, nella piccola sede dell'azienda di famiglia. Ho fatto del mio meglio per seguire il suo esempio e, malgrado il lavoro mi
portasse costantemente fuori di casa, ho cercato di trasmettere ai miei figli una educazione improntata su valori come il rispetto altrui, la tolleranza, il merito e la
gentilezza. Oggi Camilla, Niccolò e Simone hanno rispettivamente 20, 19, 17 anni. La speranza è come sempre quella di aver fatto bene, per loro e per la
società di cui hanno cominciato a far parte con un ruolo attivo.
Una donna votata al lavoro, dunque che si realizza facendo, trovando stimoli nelle sfide di un campo che da sempre appartiene al mondo maschile,
come quello del Naviglio e in particolare della Marina Militare...
Penso che essere donna, cosi come essere giovane, non sia un valore aggiunto. Ritengo che nel nostro paese dovremmo puntare sempre più sui meriti e sulle
competenze: sono certa che, così facendo, l'Italia non si troverebbe al 63° posto nel Global Gender Gap report del World Economic Forum. Mi permetto anche
di ricordare che i primi posti della classifica vedono ancora una volta protagonista il Nord Europa con Islanda, Finlandia e Norvegia: tre Paesi guidati da premier
donne. Inoltre, dal 1° dicembre 2019, Ursula Gertrud Von DerLeyen è Presidente della Commissione Europea, Christine Lagarde, dal 1° novembre 2019, è
Presidente della Banca Centrale Europea, dopo essere stata direttrice del Fondo Monetario Internazionale.
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Nella foto: Cristiana Pagni con la famiglia.
Basta fare un paragone con le
recentissime tristi vicende dell'elezione
del capo dello Stato per trarre le
opportune conclusioni. Per quello che mi
riguarda, ho sempre cercato di offrire a
tutti le stesse possibilità e le stesse
opportunità, ma non condivido
l'atteggiamento di quelle donne che
'scimmiottano' gli uomini, confondendo
parità di diritti e libertà di pensiero con
modi, riti, linguaggio e comportamenti
propri di un uomo. Troppo spesso
rimaniamo schiave di un retaggio e
lavoriamo soltanto per affermare una
superiorità femminile nei confronti di
quella maschile. Il riscatto femminile al
contrario dovrebbe palesarsi attraverso
la consapevolezza dei propri strumenti di
dialogo alla base di una nuova cultura:
quella del vivere insieme in maniera
civile e rispettosa, riconoscendo i
reciproci ruoli sociali. Una donna sul
lavoro deve certamente non perdere di
vista i propri obiettivi, anzi dovrà
perseguirli con determinazione e
perseveranza, facendosi sempre e
comunque guidare dalla propria
femminilità in ogni sua azione. Essere
femminili, gentili, sensibili, empatici e
saper ascoltare non significa essere
deboli o meno determinati da chi si pone
in maniera opposta! Ecco, ho sempre
cercato, nel mio percorso, di far
coesistere il mio 'essere donna' con
quello di essere manager e/o
imprenditore.
Parità di genere, tema al giorno d'oggi
al centro del dibattito...
È una sfida che combatto
quotidianamente, un tema attuale da
troppi anni. Oggi sembra retorico
affermare che uomini e donne debbano
avere pari diritti e opportunità ma nella
cronaca continuiamo a leggere storie di
violenza, discriminazioni e disparità.
Credo da sempre che queste questioni si
risolvano educando e formando i nostri
figli e le nostre figlie, partendo da una
campagna dalle scuole dell'infanzia fino
a quelle secondarie, per passare a
misure concrete che non discriminino le
donne. Si potrebbero inserire delle
norme per cui i curricula vitae vengano
spediti senza foto e senza il nome
proprio, affinché le persone vengano
scelte non in base al loro genere, ma alle
loro capacità. Puntare sulla meritocrazia
sarebbe già un principio che
abbatterebbe la diversità di genere,
come ho già spiegato prima. Parlando da
imprenditrice, sostengo da sempre lo
studio delle cosiddette materie Stem,
cioè quelle iniziative per incentivare le
donne a studiare le discipline che il
mercato del lavoro premia maggiormente
in termini di opportunità di carriera e di
retribuzione, nonché quelle di cui l'Italia
ha più bisogno per crescere. Stem infatti
è l'acronimo di Science Technology
Economics and Mathematics, aree nelle
quali la percentuale di laureate è inferiore
al 30%. Lo sviluppo economico trainato
dall'Industria e dalla tecnologia produce
di per sé stesso maggiore parità di
genere. Mentre, senza crescita saremo
costretti a tagliare fra qualche anno (o
prima) proprio il welfare, e quindi i
sostegni alle donne che lavorano.
Parlando da madre, invece, penso che la
responsabilità dei genitori sia innegabile:
per una società più equa dobbiamo
impegnarci nell'educazione dei nostri figli
trasmettendo loro il valore del rispetto.
Alle nostre figlie dobbiamo radicare il
principio di non farsi mai prevaricare in
nessun modo, mentre ai maschi
basterebbe spiegare che le loro madri
sono femmine, che hanno dato loro,
insieme alla vita, tutto l'amore possibile.
Che dovrà essere ricambiato agendo
sempre nel rispetto di ogni donna che
incontreranno nella vita. Quello che
ripeto sempre ai miei figli maschi è che
mi darebbero un dolore immenso se
sapessi non si fossero comportati da
gentleman. Non è davvero possibile
leggere ancora oggi di casi di
femminicidio.
Cosa vedi nel tuo futuro?
Nel mio futuro continuerò a vedere la
proiezione del mio passato, ovvero
vivere intensamente il presente. Sono
un'ottimista di natura ma per svolgere il
mio lavoro faccio spesso iniezioni di
realismo. Guardo quindi al futuro con la
speranza che ci riservi cose buone,
convinta che solo l'impegno di ogni
giorno, possa dare aiuto al fato. Mi piace
pensare, forse anche illudermi un po',
che ciò che con Antonio, mio marito,
portiamo avanti da sempre, sia per i miei
figli il loro “per aspera ad astra”, ovvero
che superando le asperità della vita,
possano anche loro raggiungere le stelle.
Cristiana Pagni
Mail: cristiana.pagni@sitepitalia.it
www.sitepitalia.it Nella foto: Cristiana Pagni con i figli Niccoló e Simone
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Nella foto: Cristiana Pagni con una parte del team Seafuture - Gianmaria e Laura
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CHI SIAMO
FONDATA NEL 1975 DALL'ATTUALE PRESIDENTE LUIGI PAGNI, SUCCESSIVAMENTE
AFFIANCATO DALLA FIGLIA CRISTIANA E SUO GENERO ANTONIO FURIO, SITEP ITALIA
È DIVENUTA UNA REALTÀ AFFERMATA NEL MONDO DEI SISTEMI PER LA DIFESA
NAVALE MILITARE, PRESENTE SUI VARI MERCATI NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NATA
COME AZIENDA MANIFATTURIERA FORNITRICE DI APPARECCHIATURE PER LA
NAVIGAZIONE E COMUNICAZIONE NAVALE MILITARE, OGGI SITEP ITALIA
RAPPRESENTA UN PARTNER STRATEGICO DELLE MARINE MILITARI DI DIVERSI PAESI.
CON HEADQUARTER ALL'INTERNO DELL'ARSENALE MILITARE MARITTIMO DELLA
SPEZIA, L'AZIENDA HA CONTINUAMENTE INVESTITO NELLE ATTIVITÀ DI R&D E DI
FORMAZIONE DEL PERSONALE, RAPPRESENTANDO L'UNICA REALTÀ PRESENTE SUL
MERCATO MILITARE NAZIONALE, CON UN PROPRIO CATALOGO PRODOTTI IN
SETTORI QUALI NAVIGAZIONE (GPS MULTI-CONSTELLATION GNSS), COMUNICAZIONE
(ANTENNE UHF E INFRASTRUTTURE 5G) E SICUREZZA (SISTEMA MASS).
SITEP ITALIA HA INIZIATO UN PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE SIN DAI PRIMI
ANNI '90, COSTITUENDO UNA RETE COMMERCIALE AL DI LÀ DEI CONFINI
TERRITORIALI, CREANDO UN NETWORK STRATEGICO DI RELAZIONI SOLIDE ED
EFFICACI CON NUOVI PARTNER E CLIENTI.L'AZIENDA, ESPORTANDO, HA
ACCRESCIUTO IL PROPRIO BUSINESS CONQUISTANDO NUOVE QUOTE DI MERCATO,
PASSANDO DALL'AMERICA ALL'ASIA MERIDIONALE, DAI PAESI BALCANI, PASSANDO
PER IL NORD EUROPA, FINO AL CONTINENTE AUSTRALIANO, DOVE HA RAFFORZATO
LA SUA PRESENZA ATTRAVERSO LA SITEP AUSTRALIA LTD.
INGEGNERIA
La Società, attraverso personale tecnico altamente qualificato, progetta e sviluppa prodotti in base alle
specifiche esigenze del cliente svolgendo le seguenti attività:
Progettazione di circuiti elettronici analogici e digitali;
Sviluppo Software e Firmware su Hardware Sitep o su piattaforme commerciali;
Progettazione meccanica del prodotto;
Integrazione del sistema Sitep con le esigenze dei sistemi esterni.
FABBRICAZIONE E COLLAUDO
Il reparto produzione di Sitep Italia realizza prodotti capaci di soddisfare i più elevati standard civili e militari di
settore. L'azienda dispone delle strutture necessarie per eseguire test di collaudo su tutta la gamma di
produzione.
SERVIZI
L'azienda offre supporto sul campo ai propri clienti locali ed esteri svolgendo le seguenti attività:
Installazione del prodotto;
Prove di accettazione sia in porto che in mare;
Assistenza sul campo effettuata direttamente dal personale aziendale abilitato;
Assistenza logistica integrata e manutenzione durante il periodo di garanzia del prodotto.
SUPPORTO LOGISTICO INTEGRATO
La Società, attraverso il proprio personale tecnico specializzato, garantisce il supporto logistico integrato
nell'ambito del progetto principale, fornendo il miglior supporto del sistema.
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Daria Illy
Inclusion Designer General manager. Shareholder BOD member Gruppo
Illy e Illycaffe' spa, International Wellneing Industry Talent Advisor.
Barbara Cavaleri
Direttore Finance Vodafone Italia - membro del supervisory board di
Vantage Towers
Stefania Fabiano
Alessandra Carra
General Manager
L' Oreal Italia
- Divisione
Cosmétique Active
Amministratrice delegata del gruppo Feltrinelli
ROBERTA
TORRESAN
www.robertatorresan. it
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I'M
“ ”
Wedding Planner & Designer
ROBERTA TORRESAN
È UNA DESTINATION
WEDDING PLANNER
E DESIGNER CHE
LAVORA NELLE PIÙ
FAMOSE ED
ESCLUSIVE
LOCATION PER
MATRIMONI DI
ROMA E DI
LOCALITÀ
PRESTIGIOSE IN
TOSCANA,
COSTIERA
AMALFITANA E
PORTOFINO, PER
CITARNE ALCUNE.
Organizza matrimoni per
clienti molto esigenti che
provengono da tutto il mondo
e che scelgono le bellezze
dell'Italia per il loro "grande
giorno".
Roberta ha fatto il grande salto ormai più di 10 anni fa,
lasciando la sua carriera manageriale per poter
rincorrere il suo sogno: organizzare matrimoni mettendo
in gioco tutto il suo spirito imprenditoriale e la sua
passione creativa. Non è un caso quindi che si sia fatta
largo in breve tempo in un mercato molto competitivo,
proprio grazie alla sua energia e al suo approccio
" business oriented". Negli anni Roberta ha infatti
creato una vera azienda, con uno staff strutturato e
specializzato, con il quale riesce a gestire anche gli
eventi più complessi nei luoghi più belli d'Italia "Negli
anni ho sempre cercato di lavorare in primo luogo su
me stessa, sulle mie competenze imprenditoriali ancora
prima che su quelle tecniche - ci dice Roberta - ho dato
la precedenza all'attenzione al cliente, all'esperienza
che sarei riuscita a far vivere agli sposi e ai loro ospiti.
Non è stato facile farsi largo in un mercato molto
competitivo e molto chiuso come quello dei matrimoni,
ma i risultati abbinati al mio approccio "Marketing
Oriented" mi hanno permesso di farmi largo in un tempo
relativamente breve. Questo però non mi ha mai fatto
dimenticare quanto dovessi continuare a puntare sulla
mia formazione e sull'obiettivo di dovermi migliorare
continuamente. Il passo successivo è stato quello della
formazione rivolta alle Aspiranti Wedding Planners. Sì
perchè quando mi sono accorta di essere l'unica a
lavorare con un Metodo Imprenditoriale, e che questo
mi stava portando risultarti importanti, ho anche
compreso che potevo essere d'aiuto a tante altre
persone che invece faticano ad emergere in questo
settore, nonostante le tante opportunità. La fondazione
di Wedding Planners Pro è passata infatti dalla
creazione di una Community on line che voleva
rispondere a dubbi, domande e difficoltà di tante
wedding planners smarrite e incapaci di trovare risposte
adeguate al loro bisogno di trovare la giusta strada
verso i loro sogni". Il rapido successo della community
ha contribuito alla crescita incredibile di quella che ora è
riconosciuta da tutti come la 1° Wedding Business
School in Italia. Il corso principale è ormai il "corso
numero uno" per tutte le aspiranti Wedding Planner e
sta per diventare un libro. "I nostri Focus sono seminari
per approfondire temi specifici e per specializzarsi
sempre di più - ci spiega Roberta Torresan - Il Master
per Wedding Planner è un percorso formativo avanzato
della durata di 24 mesi, lanciato nella sua prima
edizione solo un anno fà e già richiestissimo da chi
ormai vede la nostra scuola come un vero punto di
riferimento nel settore. Chiaramente la volontà di essere
innovativi e di guidare il cambiamento, non ci ha fatto
trascurare il web, dove in pieno lockdown abbiamo
lanciato la nostra piattaforma di corsi on line, ancora
molto attiva grazie anche alla creazione del nostro
Wedding Planners Club . Tutta questa offerta di
PARTENDO DA
ROMA, ROBERTA
TORRESAN È
DIVENTATA UNA
AMBASCIATRICE
DELL'ITALIAN
WEDDING NEL
MONDO,
CONTRIBUENDO
A PROMUOVERE
IL NOSTRO PAESE
PRESSO TANTE
COPPIE DI SPOSI
CHE
RAPPRESENTANO
UN VOLANO
IMPORTANTE
PER LA NOSTRA
ECONOMIA.
formazione ricchissima di contenuti ha però un solo
grande obiettivo: Far crescere l'intero settore del
wedding planner, attraverso la crescita personale e
professionale di ciascuna wedding planner. E' lo stesso
principio che ispira il mio lavoro, dato che da
ambasciatrice dei matrimoni in Italia per coppie che
provengono dall'estero, quest'anno per la prima volta
sono stata chiamata all'estero da una coppia francese,
a Montecarlo, per la precisione. Sono convinta che nulla
sia stato scritto in modo indelebile in questo settore -
conclude Roberta - e se vogliamo migliorarci dobbiamo
studiare, innovare e creare."
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L'Italia si
aggiudica anche il
premio come
“ Best
Wedding Planner”
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Roberta Torresan una imprenditrice
del settore del matrimonio,la sua
mission è prendersi cura di “ storie” di
“ sogni”e di “ persone”. Ai suoi corsi (in
presenza ed on-line) vi svelerà tutti i
segreti e le tecniche per creare,
comunicare e gestire un personal
brand di successo, nel mondo del
m a t r i m o n i o
Nelle foto: Roberta Torresan
agli ELLE
International
Bridal Awards
2021 con Roberta
Torresan.
E' proprio l'anno dell'Italia.
Dopo i tanti successi in campo sportivo e artistico, dalla nazionale di calcio agli Europei, fino agli ori olimpici e all' Eurovision
dei Maneskin, un'altra italiana si aggiudica un prestigioso ed ambitissimo riconoscimento internazionale.
Roberta Torresan, wedding planner e designer romana, ha infatti vinto il premio Best Wedding Planner nel corso della
cerimonia di premiazione degli ELLE International Bridal Awards, in collaborazione con Barcellona Bridal Fashion
Week. Roberta Torresan è ormai un nome molto apprezzato nel panorama del wedding in Italia e all'estero, una vera
ambasciatrice del destination wedding e un importante punto di riferimento per i più esigenti sposi internazionali che
scelgono l'Italia per festeggiare il loro matrimonio. Il premio è giunto al termine di una selezione curata da una giuria
internazionale composta dalle redazioni di ELLE Italia, Germania, Spagna, Turchia, Giappone e Honk Kong.
Roberta lavora in tutta Italia, da Roma alla Costiera Amalfitana, fino a Portofino e alla Toscana, per citare alcune delle
destinazioni preferite dai suoi Sposi. L'eleganza dei suoi matrimoni e la Professionalità del suo metodo di lavoro
rappresentano un mix tra l' Italian Style e gli standard di qualità ricercati dai clienti internazionali sempre alla ricerca del
meglio.
Ph: Roberto Marchionne
events
Best Wedding Planner
2021
Il
sogno
DI SILVIO BERLUSCONI
DI COSTRUIRE INSIEME
UN PAESE MODERNO,
LIBERO, ATTRATTIVO,
A MISURA DI CITTADINO
E IMPRESA MI CONVINSE
SUBITO.
Fu come essere protagonisti di una vera rivoluzione, e non solo comunicativa,
tutta politica! Da allora, con entusiasmo e tanta voglia di cambiare l'Italia,mi sono
sempre trovata a casa in Forza Italia, che mi ha permesso di esprimermi in libertà,
mi ha ripagato degli sforzi di quasi 18 anni di militanza e mi ha fatto conoscere
persone appassionate e competenti.
On. ERICA
MAZZETTI
DEPUTATA DELLA REPUBBLICA ITALIANA PER FORZA ITALIA
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Parallelamente all'attività professionale, perché Berlusconi ci ha sempre detto di costruirci una professione per
non dipendere dalla politica e così ho fatto con il mio studio professionale tecnico, che con notevole sacrificio
tutt'ora porto avanti per la mia passione e caparbietà, e con l'aiuto costante dei miei familiari che non fanno
mai mancare l'aiuto. Contemporaneamente decisi di impegnarmi attivamente anche in politica e nella società
civile, che per me sono la stessa cosa, e ho avuto l'onore di ricoprire diversi ruoli, in Forza Italia e nelle
amministrazioni: sono stata anche candidata sindaco nel mio comune, Vernio, in Provincia di Prato, dove per
10 anni ho fatto un'opposizione appassionata anche se rigida e costruttiva con rispetto per l'istituzione. È la
riprova che le donne meritevoli nel Centrodestra possono avere opportunità, a tutti i livelli, in Italia e in Europa.
È successo a me, succede regolarmente in Italia e in Europa: il Partito Popolare esprime tre donne alla guida
di tre istituzioni europee, mai come ora decisive. Ma la questione di genere viene sempre, necessariamente
dopo il merito: il curriculum, le capacità, l'esperienza, le giuste differenze che distinguono l'uomo dalla donna.
Anche perché io non ci starei mai a essere “messa lì”, né tante altre, come i nostri Ministri, protagonisti nel
cammino di riforme del governo Draghi. Siamo state spesso vittime noi donne di Forza Italia di una campagna
di discredito che non rende giustizia alla realtà eaciòchestiamofacendo con dignità e professionalità,
abbinata giustamente alla cura dell'estetica e dell'eleganza , ma se abbiamo la pazienza di aspettare i fatti ci
danno ragione: Gelmini e Carfagna , ne sono la prova , hanno entrambe due compiti delicatissimi: i rapporti
con le regioni e tra le regioni e lo Stato, mentre l'altra sta lavorando al rilancio del Sud grazie alle infrastrutture
finanziate dal Pnrr. Da parte mia lavoro quotidianamente sui problemi eitemiconcretievitando ogni tipo di
polemica o contrapposizione ideologica: aziende, ciclo dei rifiuti, infrastrutture e lavori pubblici, strategiche e
ancora energia senza trascurare la vita reale con il continuo ascolto della gente del mio territorio. Donna in
politica non è solo diversità, è concretezza sta solo a noi credere in quello che facciamo e vogliamo per
realizzarlo.
IN QUESTI ANNI, IL SETTORE
DELL'EDILIZIA E DELLE
COSTRUZIONI È STATO UNO
DEI CUORI DEL MIO IMPEGNO
PARLAMENTARE E DA MOLTI MI
VIENE RICONOSCIUTO.
Non poteva essere altrimenti perché ha contraddistinto tutta la mia vita professionale. Mi sono formata come
geometra, una professione che meriterebbe maggior attenzione dai giovani. Fin da subito, grazie al mio
lavoro, mi sono resa indipendente e negli anni ho costruito un mio studio professionale a Prato. La mia
esperienza mi ha portato a conoscere dall'interno i problemi del settore e le necessità delle imprese.
Innanzitutto, semplificazione: un rapporto più sereno, semplice, veloce con la Pubblica Amministrazione, che
abbiamo facilitato, per esempio, con il rafforzamento dell'istituto del silenzio assenso. Sui bonus edili ho
condotto una vera e propria battaglia e non è ancora finita perché sto valutando nuove soluzioni per il settore
dopo la stagione dei bonus. Mi sono battuta per il loro prolungamento, per la loro estensione, per
l'ampliamento della platea –ecel'hofatta–eancoraultimamenteperdifenderli da una campagna
ingiustificata e fuorviante, tutta giustizialismo che non aiuta le imprese, i professionisti eicittadini. Da liberale
convinta, in condizioni normali non sarei favorevole al sistema dei bonus, ma in queste condizioni eccezionali,
dovute in parte alla pandemia ma anche alla coda della crisi del 2007 che ha danneggiato il settore, era
necessario un intervento straordinario, uno shock positivo, che ha funzionato.
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I bonus sono stati un grande investimento da parte dello Stato ma hanno permesso di contribuire all'efficientamento
energetico, altrimenti tutto sulle spalle dei cittadini, e hanno rilancio il settore stagnante da oltre dieci anni e di
conseguenza tutta l'economia nazionale. I numeri danno ragione a noi e affossano i detrattori. Adesso, in vista di
quella che sarà una stagione senza bonus o comunque con bonus ridimensionati, dobbiamo iniziare a programmare
il futuro del settore, che dev'essere sempre accompagnato e seguito visto che trainante per tutta l'economia
nazionale. È l'obiettivo che mi sono posta per questi mesi perché non si può sempre inseguire gli eventi ma
programmare.
LA CRISI ENERGETICA CHE
STIAMO VIVENDO ORAMAI DA
MESI È EPOCALE COME ESPOSTO
IN UNA MIA INTERROGAZIONE
URGENTE PER SOLLECITARE
L'ESECUTIVO. È UNA
RISTRUTTURAZIONE DELLE BASI
ENERGETICHE DEL PAESE.
Senza una nuova politica energetica può decretare la fine di un modello italiano di sviluppo industriale e non
possiamo permettercelo. Il governo Draghi ha preso in mano la situazione e ha fatto un decreto che in questi giorni
è stato affidato all'esame della Camera dei deputati e dell'VIII Commissione di cui faccio parte. Fino ad oggi,
sbagliando, non ci siamo mai posti il problema e anzi, quando qualcuno come Berlusconi e tutti noi forzisti, ha
proposto di allargare il ventaglio delle fonti c'è stata un'opposizione ideologica e non scientifica. Siamo vittime delle
contingenze e dei nostri errori strategici: la scelta scellerata di affidare un paese complesso come il nostro alle
dipendenze estere e a una monocoltura energetica che, di fatto, ci hanno tolto libertà di azione. Oggi paghiamo
quegli errori, ai quali si sono sommati quelli della stagione di Greta e degli altri populisti che siedono anche nel
parlamento italiano, che a sua volta ha prosperato tra i vari comitati e comitatini del no a tutto sempre e spesso
manipolati da una parte specifica della politica che naturalmente non è la mia. Per parlare di ambiente, come di
edilizia, come di qualunque altro ambito della vita politica, ci vogliono pragmatismo, concretezza e conoscenza. Con
il governo Draghi e anche con il suo Ministro Cingolani stiamo recuperando ma dobbiamo essere onesti e dire che ci
vorrà tempo. Sono state prese delle contromisure urgenti contro i continui e nuovi rincari nei vari decreti, tra cui
l'ultimo ma non possono sopperire a tutto e in tempi stretti. Questa necessità pone le basi per una nuova politica
energetica che deve basarsi espressamente sul principio di neutralità tecnologica: tutte le tecnologie servono, come
il nucleare di nuova generazione, che niente ha a che vedere con quello dei due referendum e di Cernobyl, e così
anche le rinnovabili o quelle ancora in fase di sviluppo e sperimentazione, senza dimenticare soprattutto per le zone
produttive i termovalorizzatori che bruciano l'ultima frazione non riciclabile dei rifiuti producendo energia, tutte
tecnologie a bassa o nulla emissione di CO2.
in primo
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“ ”
Il mix energetico, ampiamente diversificato e il più possibile
inclusivo e ancora aggiornato periodicamente, è l'unica strada da
percorrere in un mondo dove le crisi sono sempre di più all'ordine del
giorno. Il mio impegno in parlamento e sul territorio sarà assiduo affinché
si vada verso una nuova “stagione energetica” che permetta al Paese di
essere indipendente e di crescere.
Erica Mazzetti
in primo
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CHI SONO
Sono nata in una bellissima città di provincia, Ascoli Piceno, ho studiato
Scienze Politiche alla Luiss a Roma e ho iniziato subito il mio percorso in
azienda, prima in Telecom, poi Alitalia, Indesit, Cirfood e Fileni. Ho
sviluppato la mia carriera in ambito Risorse Umane (definizione ancora molto
usata ma in cui non mi ritrovo, è molto più appropriata la parola persone) eho
acquisito competenze allargate nei diversi campi, selezione, formazione,
sviluppo, comunicazione interna, employer branding, organizzazione, costo del
lavoro, relazioni industriali, compensation. Ho coronato il sogno di diventare
I'M
“Chief Human
Direttore HR in Cirfood e ora lo sono da inizio 2021 in Fileni.
Resources Officer Fileni”
MONINI
STEFANIA
Ho una figlia di quasi 11 anni, fonte inesauribile di stimoli, anche
professionali. Sulla bomboniera della sua Comunione ha fatto
scrivere una frase di Leonardo da Vinci: “Saper ascoltare significa
possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri”. La uso spesso
nei miei speech. Mi piace andare in montagna, soprattutto
d'inverno per praticare lo sci. La mia più grande passione è la
lettura: leggo romanzi, ma anche libri che mi arricchiscono
professionalmente. Il mio sogno nel cassetto è diventare scrittrice.
Non escludo si possa avverare, in fondo Camilleri ha avuto
successo dopo i 70 anni, ho ancora tempo.
ESSERE DONNA
Sono la seconda figlia femmina, mio padre si aspettava un
maschio. Forse per questo non mi ha mai proposto modelli
femminili, il messaggio che mi arrivava da lui era che dovevo
essere indipendente e costruirmi da sola la mia identità,
esprimendo i miei talenti. Questo mi ha molto avvantaggiato, non
mi sono mai sentita in difficoltà in ambienti prevalentemente
maschili. Anzi, il fatto di essere donna ha costituito per me un
vantaggio nel mio percorso, ad esempio in Cirfood sono stata
scelta perché la ricerca era diretta solo a donne, in quanto
l'azienda ci teneva a incrementare il numero di donne in posizioni
apicali. Anche in Fileni mi sento apprezzata per capacità che
vengono riconosciute soprattutto alle donne, il multitasking, la
sensibilità e l'attenzione verso le persone, la capacità di “vedere
oltre” il mero fatto, cogliendo elementi non immediatamente
evidenti, l'equilibrio emotivo necessario a tenere la barra dritta
nelle complesse dinamiche di relazione dell'impresa.
ESSERE MADRE
Ho vissuto molto tardi l'esperienza della maternità, non pensavo
fosse così arricchente. Mi è capitato, nel mio ruolo, di percepire
da giovani donne che avevo inserito in percorsi di crescita, la loro
perplessità in merito alla maternità: stavano decidendo di
posticipare la scelta di fare un figlio temendo di rallentare la loro
carriera. Una di loro mi disse: “Io ho in programma di fare un
figlio, lo dico per trasparenza perché magari per questo
deciderete di tenermi fuori dal progetto destinato ai talenti”. La
mia risposta fu: “Fare un figlio, come dice il libro .La maternità è
un master,rafforza enormemente le capacità manageriali, per cui
a maggior ragione sei dentro il progetto”.
LA SFIDA PROFESSIONALE
Io ho la fortuna di vivere in un'azienda che ha una mission
straordinaria, è una realtà imprenditoriale responsabile che vuole
creare bellezza e prosperità per il nostro territorio e le nostre
comunità, nel pieno rispetto dell'ambiente, delle persone, degli
animali. Per me lavorare in Fileni significa contribuire a questa
mission: Fileni non vende solo dei beni, ma esprime una sua
visione del mondo e cerca di realizzarla con tenacia. A mio parere
le donne hanno una straordinaria capacità di vedere oltre, di
arricchire di sensibilità e senso le scelte strategiche, di dare
all'etica un significato nell'agire quotidiano. Il vero successo è e
sarà sempre di più delle imprese che non scendono a
compromessi sulla loro visione del mondo, che sanno, come
Fileni, rendere compatibile il profitto con la generazione di valore,
in un'ottica di lungo termine e di profondo rispetto per l'ambiente
in cui operano. Le donne in questo hanno una marcia in più.
In Fileni ho la possibilità di contribuire al percorso evolutivo della Nella foto: Stefania con la figlia Irene
Filiera, attraverso tante iniziative: progetti per i
giovani, con una più intensa collaborazione con
scuole e università, percorsi di formazione e sviluppo
per i nostri dipendenti, per favorire il rafforzamento di
una leadership che interpreti appieno i nostri valori,
che sono la trasparenza, il rispetto, il coraggio. E
inoltre progetti che favoriscano il benessere dei
nostri operai, che appartengono a tante etnie diverse
e hanno contribuito al ripopolamento dei piccoli
paesi della zona.
IL SUCCESSO
Le mie più grandi soddisfazioni nel lavoro sono
legate alla crescita delle persone, o comunque al
loro benessere. Ho costruito percorsi di sviluppo per
dei giovani di talento, li ho visti evolvere e coprire
posizioni di sempre maggiore responsabilità e
generare grande valore per l'impresa. Sui giovani
bisogna rischiare, dare loro responsabilità più ampie
del loro ruolo, esporle, dare loro visibilità, gestirli in
modo attento. E ricevere da loro feedback, a volte
scomodi, anche per monitorarne il livello di
motivazione, per anticiparne i bisogni e soddisfarli.
Dare loro dei segnali inaspettati di fiducia, o
attenzioni non usuali anche rispetto alla loro vita
privata consente di tenerne alta la motivazione.
Altre volte sono riuscita con delle job rotation
geografiche a ricongiungere dei nuclei familiari o a
supportare persone che stavano vivendo dei
momenti difficili, ad esempio per la malattia di un
familiare. Le aziende devono essere sensibili alle
problematiche personali, chi si occupa di persone
non può prescindere dagli equilibri complessivi della
vita di ciascuno.
LE DOTI DI UN
DIRETTORE HR
La prima dote è la “ centralità”, l'essere in equilibrio,
consapevoli di se stesse, della propria forza. Io non
mi sono mai sentita in difficoltà perché ero una
donna in ambienti maschili. Il peggior nemico è
cercare di scopiazzare lo stile manageriale di alcuni
uomini, che pensano che essere leader significhi
affermarsi con veemenza, a volte brutalità, avere
sempre ragione, prevalere sugli altri, vincere tutte le
battaglie. Il vero leader sa ascoltare, è pacato, sa
guardare oltre e trovare soluzioni in cui tutti si
sentano a bordo e mai sconfitti, ha molto senso
dell'umorismo, vera arma per gestire con equilibrio
alcune situazioni aziendali a volte surreali.
CONSIGLI PER GIOVANI
DONNE HR
La passione per il lavoro, la competenza, l'umiltà, il
coraggio e l'ironia sono il bagaglio essenziale con cui
si sconfigge qualsiasi tentativo di discriminazione. E
se l'ambiente organizzativo non è in sintonia con i
suoi valori, che cambi senza esitazione.
ESSERE HR IN FILENI –
LE SFIDE
Ci sono tante sfide da vincere nei
prossimi mesi e anni. Una è
l'integrazione delle diverse parti della
Filiera, anche delle aziende
recentemente acquisite. Una Filiera è
una realtà organizzativa molto
complessa, sul versante
professionale ci sono mestieri molto
diversi, alcuni difficilmente reperibili
sul mercato, ad esempio dell'area
Allevamenti; è necessario costruire le
professionalità dall'interno, partendo
dai giovani, affiancandoli a chi ha il
know-how consolidato, e progettare
processi di knowledge sharing che
favoriscano il passaggio di
competenze dai senior ai junior. Altra
grande sfida è l'evoluzione culturale
che deve necessariamente
supportare un processo di crescita
dell'impresa, crescita che comporta
una organizzazione da affinare
costantemente, come pure
l'introduzione di processi, procedure
e sistemi più aderenti alle nuove
esigenze. In una realtà in cui le
competenze professionali sono molto
elevate sussiste legittimamente un
grande orgoglio per il possesso del
know how, per cui approcci nuovi
vanno integrati con la giusta
gradualità e intensità, senza strappi,
con grande rispetto.
Fabio
www.dimagazine.it
Nella foto: Stefania con il marito Fabio
www.dimagazine.it
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rene
Stefania
HUMAN CAPITAL FILENI
Una comunità di persone con una mission condivisa.
“ Fileni le persone sono il patrimonio
”
principale dell'organizzazione
E' grazie al lavoro di squadra che si può far avverare una
“vision” e raggiungere grandi obiettivi a lungo termine. Ogni aspetto
dell'attività di una azienda è determinata dalla competenza, dalla
motivazione e dall'efficienza generale della sua organizzazione umana: in
declinato sotto il profilo della qualità, quantità, adeguatezza, potenzialità,
competenze, professionalità.
Monini
LEADERSHIP
FEMMINILE
2022
Ciò che Dio
non può più fare,
una donna,
a volte, lo può fare ...
scriveva Pennac. L'emancipazione femminile in Italia nel mondo del lavoro ha fatto passi da gigante. Conciliare
lavoro e carriera si può! Anche grazie alle moderne tecnologie tutto questo non è più un'utopia, e solide realtà
aziendali come le donne che vi
presentiamo che sono il concreto
esempio. C'è bisogno di una nuova
alleanza tra uomini e donne, non una
Mirandola Cristina
Lapresa Maria Luisa
Monica Ravanini
Erika Tassarolo
Tatiana Campolucci
prevaricazione o un'inversione di
ruoli, ma una convivenza di modi di
pensare e di vedere le cose: è
necessario che anche le donne
possano ricoprire ruoli di potere e
decisionali, che molto spesso sono
ricoperti da uomini. Deve esserci
pluralità di pensiero per il benessere
comune, altrimenti il risultato è un
impoverimento culturale, una
limitazione delle possibili visioni. A
causa della mancanza di questo
sguardo femminile nella società
abbiamo perso la capacità di
riconoscere il prendersi cura degli altri come un valore; le donne possono aiutare a riportare al centro delle
dinamiche sociali questa dimensione. Il femminismo non deve ispirarsi a imitare il ruolo maschile, le donne non
devono aspirare ad assomigliare agli uomini per emanciparsi, sarebbe come confermare lo status quo. È
fondamentale, invece, riuscire ad affermarsi come donne con tutte le proprie peculiarità, dando valore alla diversità
ed andando oltre gli stereotipi del femminile. Per poter permettere sistemi diversi e inclusivi serve dare spazio e
opportunità ai pensieri delle donne, riconoscerne l'impulso innovativo, dargli dignità e aver la capacità di mettere in
discussione ciò che è sempre stato normalità e certezza. L'indifferenza non è neutrale: se davanti a qualcosa che
nasce non si prende posizione, si sta, in qualche modo, rallentandone il compimento, opponendosi passivamente.
Tocca agli uomini fare un passo in più, imparare ad accogliere, accettare e supportare una visione del
mondo e della società che comprenda anche quella femminile.
Valeriana Mariani
www.dimagazine.it37
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CRISTINA
MIRANDOLA
LIFE & HAPPINESS COACH
Accompagno le persone a
trovare la felicità
A trovare il proprio sorriso e vederle felici è la cosa che più mi fa star
bene, ed è il motivo per il quale metto tutto il mio impegno nel mio lavoro.
Non smettere mai di cercare di raggiungere la tua auto-realizzazione, la tua
felicità e anche se il cammino ti porta per strade inaspettate, non perdere
la via, trova la tua meta e mantieni la rotta.
Sono Cristina Mirandola Life & Happiness Coach e
soffro di una brutta malattia: l'empatia. Ecco, anche
perché faccio questo lavoro. In questo ho trovato
l'espressione del mio essere.
Nel corso della mia vita, mi sono sentita ignorata, messa in
secondo piano, presa in giro, bullizzata, le mie richieste di
aiuto si perdevano nel limbo dell'indifferenza altrui,
camminavo a testa bassa senza guardare in faccia nessuno.
Forse avevo paura di inciampare e cadere nuovamente. La
mia onestà e dignità mi hanno fatto perdere posti di lavoro e
pseudo benefit; ho visto persone trattate male da prepotenti
che abusavano del loro potere. Ho visto soffrire persone che
non sapevano reagire a quanto gli succedeva, ho visto occhi
piangere, ho visto occhi tristi senza luce né vita, ho visto
persone obbedire ciecamente a ordini assurdi, obbedire a
manipolatori opportunisti e potrei continuare all'infinito. Ed io
davanti a tutto questo cosa facevo? Semplicemente andavo
oltre, alludendo la scusa che non potevo fare nulla, che
quella era la vita. I tempi non sono cambiati, ma ora non
vado più oltre, ora so cosa fare! Non pensare che io abbia
avuto una vita triste, fatta di mille problemi, non è così. Sono
stata invece molto amata e fortunata nella mia vita. Io sono
la quarta generazione che vive nella “casa di famiglia”. La
storia che celano queste mura, l'ho vissuta dai racconti dei
miei genitori, non avendo avuto la possibilità di conoscere i
mie nonni. Ho bisnonni che provengono da famiglie
benestanti, dove anche loro come molti altri, hanno subito il
contraccolpo della guerra. Ho nonni truffati che hanno perso
la loro azienda. Ho un bisnonno che ha perso la
vita svolgendo il suo lavoro. Ho un nonno che ha
visto sua figlia per la prima volta dopo 5 anni di
guerre e prigionia nelle miniere in Germania. Ho
nonne che hanno lavorato la terra per mantenere i
propri figli e mariti in guerra. Nonne che hanno
ospitato e nascosto gli “sfollati” e gli ebrei durante
la guerra, che hanno ospitato persone dando loro
un posto dove lavorare, dove dormire, dove
mangiare. Nonni che hanno lottato per dare un
futuro ai loro figli.
La domanda che mi pongo è: ma con questi
esempi cosa mai sarei potuta diventare nella vita?
I miei genitori erano floricoltori e fioristi. Con il loro
lavoro hanno cresciuto me e mio fratello senza
farci mancare nulla. Mi hanno insegnato l'amore
ed il rispetto per la natura. Da piccola, passavo ore
nelle serre a parlare con le piante. Questa mia
indole ha trovato la sua strada e a novembre mi
sono certificata come Formatrice in
NatureTherapy®. Ho fatto un accordo con una
partner di eccezione: Madre Natura e così ora
propongo Sessioni di Coaching ed attività
particolari svolte tra la Natura.
Avrei molto e molto altro ancora da raccontare
sulla mia famiglia, ma non voglio tediarti. Ti ho
raccontato questo, perché penso che la storia di
ognuno di noi crei la persona che è nel momento
in cui la conosciamo, le mie credenze ed i miei
valori contribuiscono a fare di me quello che sono
oggi. La mia vita, è stata un lungo cammino fatto
di esperienze, alcune belle altre un po' meno,
alcune facili altre un po' meno. Ho iniziato a
lavorare molto giovane passando da cameriera a
segretaria e molto altro. A 22 anni ho aperto la mia
prima società alla quale ne è succeduta un'altra,
che hanno fatto il loro tempo ed il loro decorso. Poi
mi sono dedicata ad altro dalla gestione di eventi
formativi all'organizzazione di eventi di
prevenzione nelle scuole e per i genitori. Dal dare
lezione di business etiquette ad insegnare teatro
ai ragazzi nei licei (cosa che sto tutt'ora facendo).
Ho fondato un'associazione teatrale tutt'ora attiva.
(Probabilmente ho dimenticato qualche
esperienza a cinquant'anni capita). Tutto questo
mio pellegrinaggio tra un lavoro e l'altro mi ha dato
la possibilità di crearmi un bagaglio, che
finalmente nel 2016, dopo la perdita di mio papà,
si è concretizzato nella consapevolezza di quale
fosse il mio posto nel mondo e così ho iniziato il
percorso per certificarmi come Life Coach e
Practitioner di Programmazione Neuro Linguistica
e Neuro Semantica, certificata dalla International
Society of Neuro-Semantics (ISNS).
Secondo alcune persone ho dovuto affrontare
molte sfide, secondo me sono state delle grandi
lezioni di vita che mi hanno permesso di arrivare
ad oggi con un lavoro che mi piace, mi gratifica e
mi fornisce la possibilità di realizzarmi come
persona. Di sentire che questo è il mio posto, che
accompagnare le persone a trovare il proprio
sorriso e vederle felici è la cosa che più mi fa star
bene, ed è il motivo per il quale metto tutto il mio
impegno nel mio lavoro. La felicità individuale mi
sta particolarmente a cuore, ecco perché mi sono
specializzata in Happiness Coach rilasciato dalla
Transformation Academy. Ho creato un percorso:
Progetto Happiness e l'ho rivolto alle donne, a tutte
quelle donne che si trovano imprigionate in una
vita dettata dalla società ma lontana dai propri
desideri. Sembra impossibile, ma essere felici è
possibile. Le mie 6 regole nel lavoro: 1)
Riservatezza. Le confidenze sono sacre. 2)
Ascolto senza giudizio. Quante volte vorremmo
una persona che ascolti i nostri segreti più profondi
ma che non ci giudichi. 3) Formazione. Conoscere
il funzionamento della nostra mente per farla
diventare la nostra miglior alleata e non la nostra
peggiore nemica. 4) Consigli. Non do consigli,
abbiamo già tutte le risposte dentro di noi, il mio
compito è aiutarti a capire quali sono le soluzioni
migliori per te. 5) Onesta. Se non posso aiutarti ti
consiglierò qualcuno che lo potrà fare. 6) Aiuto.
Aiuto solo chi vuole essere aiutato.
Sulla base di quanto ho detto, penso che sia molto
importante non mollare, non smettere mai di
cercare di raggiungere la propria autorealizzazione,
la propria felicità e anche se il
cammino ti porta per strade inaspettate, non
perdere la via, trova la tua meta e mantieni la
rotta.
Grazie di avermi letto.
Felice vita.
CristinaMirandola
“
Ho visto soffrire
persone che non sapevano
reagire a quanto gli succedeva,
ho visto occhi piangere, ho
visto occhi tristi senza luce né
vita, ho visto persone obbedire
ciecamente a ordini assurdi,
obbedire a manipolatori
opportunisti e potrei
continuare all'infinito.
”
INFO:
Cell. 393.1274658 Mail: info@cristinamirandola.it
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PROFESSIONE COACH
MARIA LUISA
d'AMELY LAPRESA
Roma-Detroit
Bucarest e ritorno…
Una diplomatica La maternità diviene la palestra in cui allenare
e potenziare diverse capacità, che diventano potenti skill se
applicate nella propria sfera lavorativa: un valore aggiunto che
le aziende dovrebbero conoscere e usare, nella sua capacità
di moltiplicare competenze ed energie.
Sono nata a Roma nel 1978 da padre pugliese e madre
siciliana (ma trapiantata a Roma). Mio papà è medico
cardiologo e mia mamma professore universitario. A una
settimana di vita sono stata portata a Messina, dove ho
vissuto 18 anni e dove ho frequentato tutte le scuole. Dopo
la maturità classica, mi sono trasferita a Roma dove ho
frequentato la facoltà di Scienze Politiche alla Luiss.
Laureatami a pieni voti con una tesi in Diritto
Internazionale, ho poi conseguito un Dottorato in economia
presso l'Università di Messina con una tesi in economia
internazionale ed econometria in lingua inglese sull'Aid for
Trade. Nell'aprile 2010 sono entrata al Ministero degli Affari
Esteri come Segretario di Legazione in prova, prestando
servizio prima alla Direzione Generale per il Mediterraneo e
Medio Oriente e poi alla Direzione Generale per l'Europa,
dove ho ricoperto il posto di Vicario dell'Ufficio territoriale
competente per le relazioni bilaterali con 17 Paesi del
Centro e Nord Europa, tra cui Germania e Regno Unito,
Paesi scandinavi e baltici. Nel 2013 sono stata assegnata a
prestare servizio negli Stati Uniti, in qualità di Console
d'Italia a Detroit (Michigan) e nel 2017 sono stata trasferita
presso l'Ambasciata d'Italia a Bucarest (Romania), dove ho
ricoperto nel corso dei quattro anni successivi i seguenti
incarichi: Capo dell'Ufficio Economico-Commerciale, Capo
dell'Ufficio per gli Affari culturali e sociali e Vice Capo della
Cancelleria Consolare e infine, Vice Capo Missione e Capo
della Cancelleria Consolare. Inoltre per due anni e mezzo
mi sono occupata dell'Istituto Italiano di Cultura a Bucarest.
Nell'aprile 2021, al termine degli otto anni all'estero sono
rientrata al Ministero a Roma, dove ho assunto servizio
presso il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani
(CIDU), collocato presso la Direzione Generale per gli Affari
Politici della Farnesina, dove attualmente lavoro. Parlo
inglese, francese, spagnolo, tedesco e romeno.
Appassionata di viaggi, letteratura, musica, teatro e opera
lirica, adoro cucinare anche per molti ospiti. Velista con
patente nautica vela e motore senza limiti conseguita a
Fiumicino, pratico anche il nuoto, il tennis e lo sci. Sono
mamma di due bambini gemelli, nati nel 2015.
Detroit, la Motor City
Il Consolato di Prima Classe di Detroit è competente, oltre
che per lo stato del Michigan, anche per gli altri seguenti
quattro Stati americani, che ho avuto modo di visitare più
volte durante lo svolgimento del mio incarico in qualità di
Console d'Italia: Ohio, Indiana, Tennessee e Kentucky. Il
Michigan è lo Stato dei Grandi Laghi per antonomasia, il
Tennessee è la patria della country music, il Kentucky del
bourbon e dei cavalli da corsa, con il celebre Kentucky
Derby (di qui il soprannome di “blue grass state”). Famoso
per le corse, ma di auto, è anche l'Indiana, mentre l'Ohio è,
come tutti ricorderanno, lo Stato che è stato decisivo nel
determinare il risultato del voto popolare che ha portato
all'elezione del Presidente Obama nelle elezioni
presidenziali. Piu' in particolare, Detroit, la Motor City, patria
di Motown e di Eminem (ricordiamo il suo film 8 Mile), è
una città dalle mille contraddizioni: dopo avere
sperimentato un crollo della popolazione, è caratterizzata
da redditi procapite estremamente bassi che implicano
entrate fiscali decisamente ridotte per la città, nonché da
una disoccupazione galoppante ed un tasso di omicidi ai
massimi da quasi 40 anni. In contrasto con tutto ciò, prima
e dopo la decisione di dichiarare bancarotta, sono emersi
incoraggianti segni di ripresa della città, quale il progetto di
riqualificazione del centro di Detroit lanciato da Dan Gilbert
presidente e fondatore di “Quicken Loans e seguito da altri
operatori economici privati. Detroit è anche famosa per una
serie di primati negli Stati Uniti che l'hanno resa famosa in
tutto il Paese. Spendo le ultime parole per Fiat-Chrysler e il
compianto Dott. Sergio Marchionne, che ho avuto la fortuna
di conoscere nell'aprile del 2013 e con il quale si era
istaurato un rapporto di collaborazione e di stima reciproca.
Non dimenticherò mai il nostro primo incontro al SAE di
Detroit e il suo speech in quella occasione. Era un uomo
lungimirante, con una visione eccezionale del mondo
dell'auto e non solo, e lo ricordo con grande affetto.
Bucarest, la capitale
immaginata
La capitale immaginata – L'evoluzione di Bucarest nella fase di
costruzione e consolidamento dello Stato Nazionale romeno
(1830-1940) è un saggio storico pubblicato nel 2016 e scritto
dalla Ricercatrice in Storia contemporanea dell'Università degli
Studi di Perugia, Emanuela Costantini. Essendomi occupata
dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest per due anni e
mezzo, non solo ho avuto modo di conoscere e apprezzare gli
studi della Professoressa Costantini, ma anche di presentare
personalmente al pubblico la traduzione in romeno di questo
splendido lavoro sulla città di Bucarest, secondo me
fondamentale per capire questa città così affascinante, non a
caso soprannominata la piccola Parigi dei Balcani. Bellissima
città dagli evidenti contrasti storici, sociali e architettonici,
Bucarest è una città molto verde, pulita e sicura, una città in
cui ho amato vivere e lavorare e che non dimenticherò mai,
così come i miei tanti amici romeni con cui sono ancora in
stretto contatto.
Il CIDU, i Diritti Umani e le
donne in Italia
In virtù del suo mandato, il Comitato Interministeriale per i Diritti
Umani (CIDU), operativo sin dal 1978, assicura il
coordinamento di tutte le istituzioni italiane competenti in
materia di Diritti Umani, ai fini di riferire ai rispettivi organi di
monitoraggio internazionale (i.e. dello 'Human Rights
Machinery' delle Nazioni Unite; del Consiglio d'Europa; della
'Fundamental Rights Agency'-FRA dell'UE, del'OSCE ecc.)
come l'Italia si stia adeguando agli obblighi ed impegni in
materia, assunti sul piano internazionale, seguendo anche lo
stato di attuazione di specifiche Raccomandazioni formulate a
seguito di particolari esami o visite nel nostro Paese. Nel
quadro dell'ONU, il CIDU rappresenta quindi un c.d. 'National
Mechanism for Reporting and Follow-Up', nonché un istituto
che –grazie al suo efficace funzionamento- è stato già
riconosciuto come una 'best practice' internazionale dal 2019.
Nel quadro della 'Fundamental Rights Agency', il Presidente del
CIDU svolge inoltre le funzioni di Liaison Officer per l'Italia. In
particolare, in ambito onusiano, le principali attività di 'reporting
and follow-up' previste nel corso del 2021, riguardano:
a) La preparazione, attraverso specifici Gruppi di lavoro istituiti
ad hoc, di una serie di rapporti periodici per diversi Comitati
(Treaty Bodies) delle Nazioni Unite, tra cui:
- Il VI Rapporto ICESCR;
- Il VII Rapporto CAT, attraverso la risposta italiana ad una c.d.
'List of Issues';
-Il Rapporto CEDAW, attraverso la risposta italiana ad una c.d.
'List of Issues' (da consegnarsi nel marzo 2022), nonché
b) La preparazione del Rapporto di medio-termine per la
Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review-
UPR) del Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra, a seguito del III
Ciclo di Esame UPR dell'Italia, svoltosi il 4 novembre 2019
(attività di c.d. follow-up).
La compilazione di una serie di questionari tematici
dell'OHCHR, finalizzati alla preparazione di specifici studi e/o
rapporti delle Nazioni Unite.
Il CIDU sta altresì coordinando la formulazione delle risposte
italiane in merito a diverse comunicazioni individuali davanti ai
Treaty Bodies delle Nazioni Unite che hanno emesso
specifiche Views in merito a presunte violazioni in materia di
diritti umani. In applicazione di specifiche risoluzioni e/o linee
guida dell'ONU, il CIDU svolge inoltre delle importanti attività di
promozione legate ai Piani d'Azione Nazionali (PAN) in tema di
diritti umani. In particolare, grazie ad un continuo processo di
consultazione 'multistakeholder' del CIDU, lo scorso dicembre
2020 è stato già varato il Quarto Piano Nazionale su Donne
Pace e Sicurezza (2020-2024), in attuazione della Risoluzione
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 1325(2000) in
materia di Donne, Pace e Sicurezza, grazie al lavoro
consolidato, multistakeholder, del c.d. Open-Ended Working
Group 1325 ed, entro il prossimo dicembre 2021, dovrebbe
essere varato il Secondo Piano d'Azione Nazionale in tema di
Impresa e Diritti Umani /Business and Human Rights -BHR
(2021-2027), attraverso uno specifico Gruppo di Lavoro
(GLIDU) istituito sin dal 2016. Ogni anno, il CIDU prepara una
propria Relazione al Parlamento e svolge diverse audizioni
presso le competenti Commissioni del Senato e della Camera
dei Deputati. Inoltre, le sinergie con altre Istituzioni, nonché con
il mondo accademico, quello imprenditoriale e della società
civile vengono promosse attraverso diverse attività di 'outreach'
e comunicazione, che includono anche l'organizzazione e/o
promozione congiunta di diversi seminari, workshops ed eventi
pubblici. Sul piano della formazione, merita infatti ricordare
anche il corso in tema di Diritti Umani, dedicato ai nostri
Consiglieri di Legazione, preparato in collaborazione con la
Scuola Nazionale d'Amministrazione (SNA). Dal 2020, il CIDU
ha infine istituito un Premio CIDU per i Diritti Umani, destinato
a 'specifici Enti, Associazioni o persone fisiche che si siano
particolarmente distinte in Italia, per avere contribuito a
diffondere una maggiore conoscenza dei vari aspetti inerenti i
Diritti Umani nel nostro Paese', avvalendosi anche di un
Comitato d'Onore, ora presieduto dal Sottosegretario Della
Vedova, composto da diverse personalità, non solo istituzionali,
in rappresentanza di diverse sensibilità ed esperienze in
materia di Diritti Umani. Piu' in dettaglio, in materia di donne, si
fa presente che il 30 novembre 2020, in seduta plenaria, il
Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU) ha
approvato il IV Piano d'Azione Nazionale su Donne, Pace e
Sicurezza, 2020 – 2024, alla luce del venticinquesimo
anniversario della IV Conferenza Mondiale sulle Donne di
Pechino (1995) e nel quadro del ventesimo anniversario della
Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
1325(2000). Il Piano d'Azione Nazionale su Donne, Pace e
Sicurezza è stato diffuso il 10 dicembre 2020, nella prospettiva
di celebrare, altresì, la Giornata Internazionale dei Diritti Umani.
Con un testo streamlined ed in linea peraltro con l'Agenda di
Sviluppo Sostenibile 2030, il Piano persegue 4 Obiettivi, volti a
promuovere e rafforzare: il ruolo delle donne nei processi di
pace ed in tutti i processi decisionali; la prospettiva di genere
nelle operazioni di pace; l'empowerment delle donne, la parità
di genere e la protezione dei diritti umani di donne e bambine/i
in aree di conflitto e post-conflitto; attività di comunicazione,
advocacy e formazione, a tutti i livelli, sull'Agenda Donne, Pace
e Sicurezza e le questioni connesse, accrescendo al contempo
le sinergie con la società civile per implementare efficacemente
la Risoluzione 1325(2000) e l'Agenda Donne, Pace e
Sicurezza. Come donna diplomatica, vorrei concludere
ricordando la meritoria e importante opera della DID, Donne
Italiane Diplomatiche, che dal 2001 raccoglie tra le sue iscritte
molte diplomatiche italiane e numerose dirigenti del Ministero
degli Esteri e della Cooperazione Internazionale – peraltro, in
tal senso, ricordo che abbiamo fornito specifici dati sulla
presenza delle donne in diplomazia in occasione dell'ultima
discussione relativa alla Convenzione ONU per l'Eliminazione
di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne davanti al
Comitato CEDAW delle Nazioni Unite (luglio 2017).
Maternity as a Master
Nel 2015, anno della nascita dei miei figli, mi sono imbattuta
nel libro di Andrea Vitullo e Riccarda Zezza “La maternità è
un master”, uno studio scientifico secondo me rivoluzionario,
che ha cambiato completamente la visione del rapporto tra
vita professionale e maternità e che consiglio a tutte le
mamme che lavorano. Ribaltando la teoria della “scarsità di
ruoli”, secondo la quale non possiamo svolgere bene più di
una professione alla volta, la maternità diviene la palestra in
cui allenare e potenziare diverse capacità, che diventano
potenti skill se applicate nella propria sfera lavorativa.
“Perché la maternità è un valore aggiunto che le aziende
dovrebbero conoscere e usare, nella sua capacità di
moltiplicare competenze ed energie”. Ribaltare sul lavoro
diviene una qualità strategica, che sul CV chiamiamo
problem solving, managerialità, capacità di improvvisazione,
saper delegare, saper improvvisare, gestione consapevole
delle proprie risorse. Gli autori utilizzano un nuovo termine
per definire la più importante tra le risorse a disposizione di
una neo mamma: la transilienza, “una metacompetenza che
permette alle conoscenze e alle energie di fluire da una
parte all'altra della vita”. E' uno studio questo che smantella
gli stereotipi e toglie fondamento ai pregiudizi che da
sempre, penalizzano la donna in ambito lavorativo. Un libro
che dovrebbero leggere tutte le mamme per ritrovare fiducia
in sé stesse, ma anche tutte le donne che desiderano un
figlio ma che aspettano perché prima vorrebbero fare
carriera.
Maria Luisa Lapresa
Nelle foto: Maria Luisa Lapresa
“
La Transilienza ha un fascino
nel suo aspetto filosofico e come
nuova frontiera dell'intelletto ma per
essere veramente recepita e messa in
pratica,deve diventare una qualità del
nostro sguardo, una consapevolezza
profonda, dove noi stessi siamo
"transilienza", in una mimesi che
tocca l'anima.
”
TP O
WMEN O
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PROFESSIONE COACH
MONICA
RAVANINI
ravanini.monica@gmail.com
MOTIVAZIONE
IN CLASSE
TP O
WMEN O
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L'educazione e l'insegnamento sono di primaria importanza nella
nostra società; su di essi è necessario concentrare le energie delle
persone, della comunità e delle istituzioni. Il passaggio fra il
secondo e il terzo millennio si gioca in gran parte sulla sfida della
formazione, che deve divenire patrimonio di tutti in un sistema
formativo integrato che garantisca pari opportunità di riuscita.
Sono Monica, ho 29 anni.
Sono nata a Bologna, dove ho vissuto fino ai 19 anni,
poi mi sono trasferita a Padova per stare con l'uomo
che poi sarebbe diventato mio marito nel 2016. Ho
studiato allo scientifico ed ho intrapreso lo studio
universitario di matematica. Non ho terminato gli studi,
ma mi sono successivamente laureata in Design e
Discipline della Moda e ho frequentato un corso
triennale di illustrazione alla Scuola Comics. La
passione per la matematica è comunque rimasta insita
in me, infatti ho sempre continuato ad aiutare amici o
parenti che avessero bisogno di qualche ripetizione.
Nel 2013 trovai lavoro presso un'azienda che, oltre a
molti altri servizi, offriva anche quello di ripetizioni a
studenti di ogni età, dalle elementari all'università. Ho
sempre amato questo lavoro, perché la matematica
rimaneva la mia passione e poter aiutare la gente mi
rendeva davvero felice. Non ho mai aspirato a
crescere nella carriera, mi accontentavo di riuscire ad
arrivare a fine mese e di lavorare col sorriso. Io
insegnavo principalmente matematica, fisica e scienze,
ma all'occorrenza anche altre materie. Eravamo molti
tutor, ognuno specializzato nelle proprie materie,
raramente ci confrontavamo tra di noi, se non per
aggiornarci su qualche studente che veniva seguito da
più tutor. L'azienda ha voluto farci seguire dei corsi sui
DSA e BES (Disturbi Specifici dell'Apprendimento e
Bisogni Educativi Speciali), cosa che mi ha permesso
di migliorare ulteriormente la mia empatia ed il mio
metodo di insegnamento. Io sono sempre stata la tutor
“mamma” ovvero quella che con pazienza e gentilezza
è disposta a ripetere l'argomento anche cento volte,
finché non è chiaro. Ho sempre sfruttato anche la mia
creatività per riuscire a trovare metodi originali per
raggiungere anche gli studenti con più difficoltà. Non
nego che la cosa sia stancante, anzi, spesso mi capita
di tornare a casa stremata. Inizialmente non capivo
come mai, insomma, ero stata seduta per tutto il
pomeriggio, come potevo essere stanca? Poi pian
piano ho capito che lo sforzo mentale è faticoso tanto
quanto quello fisico. L'obiettivo dell'azienda, e
ovviamente di noi tutor, era quello di poter aiutare al
meglio qualsiasi studente che avesse bisogno di noi.
E posso confermare che ci siamo riusciti. La storia che
desidero raccontarvi inizia il 10 dicembre 2020.
Perché proprio quel giorno? Perché in quel momento
è iniziato il mio futuro. Come tutti sappiamo, quell'anno
è scoppiata la pandemia, ma fortunatamente noi
abbiamo continuato a lavorare utilizzando, come le
scuole, la didattica a distanza. La DAD ha creato
tantissimi problemi agli studenti. Potete immaginare
quanto sia diventato complesso seguire e
comprendere una lezione per chi aveva già delle
difficoltà in precedenza. Tantissimi studenti delle
superiori, magari anche quasi alla fine della quinta,
pronti a maturarsi, hanno deciso di abbandonare la
scuola. Un grande dispiacere e un fallimento per noi
adulti. Ma comprendo la loro decisione e non incolpo
la DAD perché effettivamente non c'erano alternative.
In ogni caso noi abbiamo continuato a seguire i nostri
studenti con tutto l'impegno possibile, sia da parte
nostra che da parte loro. Proprio per questo quel 10
dicembre non ci aspettavamo assolutamente che
accadesse ciò che è successo. Quel giorno ci hanno
comunicato che l'azienda aveva deciso di chiudere il
nostro servizio. Quindi, dal primo aprile 2021, noi
saremmo rimasti senza lavoro.
Sapevo che il Covid-19 stava portando diverse
difficoltà a tutti i lavoratori, ma la vedevo una
possibilità molto lontana dalla mia realtà.
Ed invece, è successo anche a noi. Io, essendo una
persona molto sensibile, ho accusato il colpo. Ho
avuto un crollo emotivo dal quale mi sto riprendendo
ancora oggi grazie anche ad aiuti esterni. . Ho
cominciato a chiedermi cosa altro avrei potuto fare
nella mia vita, perché questo era ciò che sapevo fare
meglio, ed era anche ciò che mi rendeva felice. In quel
momento ho capito cosa stavano provando tutte le
persone che in questo periodo hanno perso il lavoro.
Si arriva ad un momento in cui si vede la propria vita
sgretolarsi davanti agli occhi e ci si sente impotenti.
Fortunatamente, insieme a me, altri 3 tutor si erano
trovati nella mia stessa situazione. Quindi con tutta la
forza di volontà possibile, ci siamo seduti ad un tavolo
e, dopo tante riunioni, valutando tutti i rischi, abbiamo
deciso di continuare il lavoro che tutti amavamo,
aprendo la nostra società. Non è stato facile, abbiamo
incontrato innumerevoli ostacoli, ma, dandoci forza
l'un l'altro, siamo riusciti ad uscirne sempre vincitori.
Nessuno di noi aveva chissà quali fondi da parte, ma
utilizzando il TFR e l'anticipo Naspi, siamo riusciti ad
“
Non ho mai aspirato a
crescere nella carriera, mi
accontentavo di riuscire ad
arrivare a fine mese e di lavorare
col sorriso ...
”
TP O
WMEN O
WWW.DIMAGAZINE.IT
“
Promuovere il pieno sviluppo della
personalità significa creare le condizioni perché
tutto il potenziale umano di cui ogni soggetto è
portatore possa svilupparsi. Quando un alunno non
riesce ad apprendere, è ancor oggi dominante in
molti sistemi scolastici, fra i quali quello italiano, la
tendenza a dichiararlo sbrigativamente unico
responsabile di ciò, perdendo così l'occasione di
cercare eventuali limiti delle condizioni educative e
di istruzione intenzionali.
”
aprire la nostra SRL. Una grande difficoltà è stata
quella di trovare un ufficio adatto dove potessimo
tornare a fare lezioni in presenza, perché ci siamo resi
conto che per i ragazzi è fondamentale, ed aiuta
anche ad imparare molto meglio ed in minor tempo.
Fortunatamente siamo riusciti a trovare il nostro ufficio
a Camin, Padova e l'abbiamo reso nostro,
dipingendolo, arredandolo e creando un posto
accogliente dove sentirsi al sicuro per studiare. Dal
primo aprile 2021 Corner4 ha preso vita, io sono
orgogliosa presidentessa di questa società, e
perseguiamo il nostro obbiettivo di poter rendere lo
studio qualcosa di sereno e meraviglioso per qualsiasi
studente. Ogni tutor, con il suo modo di insegnare,
riesce ad arrivare al cuore dello studente per poterlo
aiutare al meglio. E' questo il nostro desiderio. Dato
che purtroppo le materie che più spesso ci vengono
richieste sono matematica e fisica, 3 tutor su 4 sono di
materie scientifiche, mentre solo una, Federica, si
occupa di materie umanistiche. Federica insegna
anche inglese e spagnolo, utilizzando l'empatia per
capire qual è il bisogno dello studente con cui sta
facendo lezione, ma tenendo ben chiaro l'obbiettivo:
imparare a studiare. Filippo è il tutor specializzato in
informatica, oltre a tutte le materie scientifiche, ed è
anche quello che si occupa dell'amministrazione. Lui è
il più adatto per gli studenti che hanno perso la volontà
di studiare, riesce sempre a fargliela tornare. Anche
Nico, all'anagrafe proprio Nico, si occupa di materie
scientifiche, soprattutto chimica e biologia. Lui è il tutor
che riesce a rendere tutto più leggero e simpatico.
Studiare con lui significa studiare col sorriso. Io, come
già detto, mi occupo principalmente di matematica e
fisica, ma da quando abbiamo aperto Croner4 anche
di tedesco, perché ci siamo resi conto che anche
questa materia è molto difficoltosa per gli studenti. Noi
siamo i soci di Corner4, tra di noi c'è una totale fiducia
reciproca e ci confrontiamo sempre su qualsiasi
argomento, che sia un problema di matematica che
non riusciamo a risolvere, o quale direzione vogliamo
far prendere alla società. Federica, Filippo e Nico
sono delle persone meravigliose che mi hanno
permesso di trasformare il momento più buio della mia
vita nella più grande opportunità. Corner4 dovrà
ancora crescere, e noi con lei, ma ora posso dire di
riuscire di nuovo a vedere un futuro. Sono disposta ad
affrontare tutte le prossime difficoltà che si
presenteranno perché con l'aiuto dei miei soci, con la
passione per questo lavoro e con la resilienza che tutti
abbiamo dimostrato, sono sicura che saremo in grado
di superare qualsiasi cosa.
Monica Ravanini
“
È dimostrato che la motivazione
rappresenta in questo contesto un aspetto
determinante, come fattore di riuscita a breve
lungo termine, durante gli anni della scuola
e nel corso di tutta la vita.
”
INFO:
Web: www.corner4.it
Instagram: corner4padova
Facebook: Corner4
Mail: info@corner4.it
If you can't
measure it you can't
improve it
Se non lo puoi misurare non lo puoi
m i g l i o r a r e
William Thomson, noto come Lord Kelvin, fisico e matematico irlandese
può porsi dinnanzi alla responsabilità del suo agire nel
IL VALORE STRATEGICO mondo, un dono immenso, che abbiamo il dovere di
restituire senza impronte che non siano bellezza. Solo
DELLA BUSINESS
il coraggio dell'esperienza può dare il cammino,
qualunque essa sia, nella propria sacralità, dipanando
INTELLIGENCE IN
possibilità, tutte perfette, nel perseguimento di una
semplicità, figlia dell'elaborazione. Ho sempre
AZIENDA
affrontato la complessità senza considerarla una
condizione, bensì un non-luogo fatto di nodi e
Il mondo della strategia e della Business Intelligence è connessioni, dando ad ogni fattore la possibilità di
davvero affascinante. Fatto di dati, numeri, percentuali, stupirmi creando infiniti scenari, senza chiudere lo
immaginatelo come un oceano di energia pura in cui il sguardo né, per paura, limitarlo, abbandonandomi al
soggetto può fare la totale differenza grazie alla
flusso di questa incredibile dimensione, portatrice del
profondissima compenetrazione di creatività e
nuovo, in cui non esistono il giusto o lo sbagliato e
conoscenza, intelligenza emotiva e logico-razionale. dove l'errore rappresenta una occasione di indagine e
Una realtà in cui sono etica ed empatia a dettare il scoperta, l'assenza di giudizio la precondizione di uno
passo, dove l'innovazione non è tale se non porta sguardo neutrale, l'intuizione la via, la scelta. Mi sono
miglioramento e per miglioramento non intendo la occupata di diverse cose, sono stata Chief Marketing
strada più conveniente, ma la più vicina al profondo Officer nell'Industry 4.0, Manager dell'Innovazione,
benessere, a quella domanda di senso che ogni uomo Direttore di Accademie di formazione ed Artista
TATIANA
CAMPOLUCCI
LIBERA PROFESSIONISTA
PROFESSIONE COACH
TP O
WMEN O
WWW.DIMAGAZINE.IT
INFO: www.clandestinepassenger.eu www.tatianacampos.it
Professionista, Ghost Writer per imprenditori della
scena internazionale, Brand and Project Manager; ho
avuto molti nomi: Dottoressa, Maestro, Specialista, un
percorso ricco, che ringrazio con devozione, che
considero appena all'inizio ed in costante
cambiamento, ma sempre caratterizzato
dall'imprescindibile compresenza di Arte e Ricerca
socio-antropologica. Credo sia questa particolare
condizione che abbia fatto di me la Professionista che
sono o quantomeno mi abbia trasmesso l'elasticità
necessaria in questi ambiti. Nessuna delle due
dimensioni, quella della Manager e della Danzatrice,
era un secondo lavoro o un hobby; impegnavo tutto il
mio tempo, mi allenavo otto ore al giorno, forse più e
altrettante facevo ricerca o consulenza in azienda.
Ancora oggi questo è il mio tempo. Sono madre di
Leonardo ed Edoardo e forse chissà la vita non mi
riservi il privilegio di assistere nuovamente al miracolo
della vita, quando esplode in tutta la sua
magnificenza negli occhi di un bambino che
abbraccia il suo futuro, figlia di una madre severa e
dolcissima allo stesso tempo, che mi ha sempre
esortato a non arrendere lo sguardo alla banalità, di
un padre immenso, umile, comprensivo e sorella di
una donna dalla forza titanica. Non ho avuto sconti,
ho costruito da sola ogni passo ed ho cercato quanto
più possibile di avere con me i miei figli, ai tavoli del
CDA, a lezione, nei viaggi di lavoro, sono ispirazione
e centro di riflessione, non è mai facile, ma è una
rivoluzione che ritengo possibile. Per riuscire a
conciliare tutto ho tentato di indagare una idea del
tempo non lineare o circolare, ma di sincronie
multipiano a volte in parallasse tra loro, grazie alla
meditazione ed alla disciplina dello stare nel qui e
ora, per riuscire in pochi respiri ad entrare in una
profondissima concentrazione che mi concedesse di
passare dall'uno all'altro stato senza dispersioni. Le
donne non sanno di cosa e quanto siano capaci,
sono tra le più inclementi sabotatrici di sé stesse, non
si concedono facilmente di volare, di credersi capaci
di ciò che ancora non sanno. Accettare la possibilità
di poter vivere la multipotenzialità è stata forse la mia
più grande conquista, ma non è stato agevole. Ho
attraversato decine di preconcetti, molti appartenenti
alla mia cultura di origine. Per anni ho nascosto la
duplice dimensione professione che vivevo, temendo
che essere una danzatrice di Tango togliesse
credibilità alla Manager e che essere Consulente
strategico rendesse la Danza agli occhi dei colleghi
tanghèri un Hobby. Non era affatto vero e me lo
hanno insegnato le terre oltre confine, gente di tutto il
mondo che faceva serenamente convivere più
Professioni in totale assenza di giudizio, psicoanalistipittori,
imprenditori-danzatori, scrittori-ingegneri, etc…
E un giorno dissi basta, io sono quello che sono e
quello che sarò. Raggiunto un equilibrio interiore
avevo però bisogno di una casa, un luogo di
confronto e scambio metodologico interdisciplinare
che non si chiudesse tra quattro mura e che fosse
continua fonte di ispirazione del nuovo ed inesplorato.
La trovai nel lavoro di una grande Donna, Candida
Mantini, Presidente di AIPO, Associazione Italiana dei
Professionisti Olistici, di cui oggi sono con onore e
profonda riconoscenza Vice-Presidente. Una figura
nuova, di grande significato: Consulente per lo
sviluppo della Coscienza attraverso discipline
integrate. Un modello che considera l'essere umano
come una Unità di Coscienza che si può manifestare
in molteplici dimensioni, ricordando che ogni essere
vivente è unità tra corpo, mente, anima e spirito, che
è sede di fenomeni energetici in cui è l'osservatore ad
influenzare la realtà, un consulente impegnato nel
condurre la persona a ritrovare armonia e benessere
globale, attraverso la consapevolezza di sé. Qui, in
questo spazio, tutti i miei colori potevano convivere,
splendendo della loro migliore luce. Negli anni sono
stata Dipendente, Amministratore, Libero
Professionista, Imprenditrice, non mi sono fatta
imbrigliare dalla paura di cambiare. Mi considero un
passeggero clandestino di questo universo,
osservatore interno-esterno, curioso, nomade ed
educatamente irriverente, libera, quanto più possibile,
donna tra le donne. Da qualche mese, insieme al mio
amatissimo Compagno di vita, anima stupenda, fonte
di incantevole forza e gentilezza, ho iniziato a
lavorare ad un nuovo progetto, che mixa intelligenza
artificiale ed antiche tradizioni. Il mio intento è quello
di progettare percorsi di apprendimento evoluti ed
immersivi, lavorando ad un paradigma nuovo del
vivere cultura e benessere. Mi piace pensare di
coinvolgere Docenti ed Allievi in luogo di creazione
integrato nella natura, in cui ognuno possa decidere i
propri ritmi, seguire il talento che lo caratterizza,
vivendo pienamente la potenza dei suoi giorni
affinché imparare non sia qualcosa del fare, ma una
meravigliosa espressione del soggettivo essere, in
armonia con gli altri e col mondo che ci circonda.
Progettare scenari nuovi attraverso il suono, il
profumo, la luce e i colori, nel rispetto della materia e
della riciclabilità, creando percorsi e dispositivi lontani
dalla compulsività consumistica, che riconducano
l'uomo a ciò che di più prezioso possiede, l'amore.
CURRICULUM VITAE
Tatiana Campolucci, in arte Tatiana Campos, nasce
a Pesaro l'8 marzo del 1980 da una madre ed un
padre imprenditori. Si laurea con lode in Sociologia
ad indirizzo socio-antropologico per poi specializzarsi
nel mondo del Marketing, dell'Analisi del dato e
dell'Innovazione. Ricercatrice in campo umanistico ed
olistico, si distingue nel mondo artistico come Prima
Ballerina, integrando per 7 anni la Compagnia di
Tango Argentino “Che Tango Che” del prestigioso
Maestro Oscar Benavidez, coreografo del Teatro
Colon di Buenos Aires. Oggi imprenditrice, dirige il
suo Studio Professionale come Manager
dell'Innovazione accreditato Unioncamere, lavora per
la creazione di percorsi di benessere ad ampio
campo in logica green, si impegna come Consulente
e Formatore accreditato in Alta consulenza
aziendale, dirige una Accademia stabile di Tango
Argentino per amatori e professionisti.
Ricopre altresì la carica di Vicepresidente presso
AIPO, Associazione di Categoria è Membro del
Consiglio Internazionale della Danza CID-UNESCO,
Professionista AMBCTA (Associazione dei Maestri,
Ballerini, Coreografi di Tango Argentino di Buenos
Aires) e Referente Regionale AIPTA (Associazione
Italiana Professionisti Tango Argentino).
“
Solo le aziende che
sapranno analizzare ed utilizzare
queste massicce quantità di dati
in modo coerente, consapevole
ed efficace riusciranno a
sopravvivere al cambiamento e
alla crescente competizione.
Cristina
MARIANI
LA DOTT.SSA CRISTINA MARIANI È UNA BIOLOGA NUTRIZIONISTA.
HA CONSEGUITO LA LAUREA MAGISTRALE IN NUTRIZIONE UMANA
ED È ISCRITTA ALL'ALBO DEI BIOLOGI - SEZ. A.
GONFIORE
ADDOMINALE?
APPROCCIO RAZIONALE E PRATICO
Sempre più spesso si sentono persone lamentarsi di “avere la pancia
gonfia”, di “sentirsi pieni d’aria”, di avere una “sensazione di pienezza
e pesantezza” nell’addome.
Nel linguaggio comune si parla spesso in modo indifferenziato di
meteorismo, gonfiore e distensione addominale. Il termine
meteorismo deriva dal greco “meteorizo” che significa “sollevare”, nel
senso di “sospeso nell'aria”, e quindi ci rimanda all'idea di gas,
qualcosa di leggero in espansione, ma il termine meteorismo è troppo
generico e caduto ormai in disuso. Da studi di popolazione condotti
nei paesi occidental emerge che il gonfiore addominale è uno dei
sintomi gastrointestinali più comuni in tutte le età, e riguarda dal 10 al
30% della popolazione generale.
Solitamente nel corso della giornata il gonfiore addominale è più
intenso dopo i pasti, indipendentemente dalla quantità di cibo
assunto.
www.dimagazine.it51
' Esp ert
a
La sua manifestazione peggiora assumendo cibi
grassi, cibi ad alto contenuto di fibre, latticini, ed è
più frequente nelle donne in rapporto di 2:1 rispetto
agli uomini.
Le cause possono essere
molteplici, e sono riassunte in
Tabella:
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
DIETA
L'adozione di un regime
alimentare corretto può essere, in
molti casi, una terapia sufficiente
per affrontare patologie
gastrointestinali di tipo funzionale.
Nella gestione terapeutica del gonfiore
addominale, il progresso più importante negli ultimi
anni deriva dall'identificazione dei FODMAPs: sono
un ampio gruppo di carboidrati a corta catena
scarsamente assorbibili dall'intestino.
Tali composti, non potendo essere assorbiti dalle
cellule intestinali, vengono fermentati dalla flora
batterica, prevalentemente a livello del colon,
producendo gas quali il metano, l'idrogeno e
l'anidride carbonica Pertanto a un maggiore
contenuto di FODMAPs nella dieta si associa una
maggiore produzione di gas intestinali e, di
conseguenza, una maggiore distensione delle
pareti intestinali determinando, così, la spiacevole
sensazione di gonfiore addominale.
Al contrario, diete a basso contenuto di FODMAPs
si sono dimostrate molto efficaci nel ridurre la
sensazione di “pancia gonfia” in un’alta
percentuale di pazienti.
È opportuno sottolineare che i FODMAPs sono
presenti in tutti gli alimenti, seppur in quantità
differenti, e pertanto una completa eliminazione
dalla dieta non è possibile e risulterebbe molto
laboriosa. Per di più schemi dietetici
eccessivamente restrittivi nella qualità e nella
quantità degli alimenti utilizzati rischiano di essere
dannosi in quanto non adeguati da un punto di
vista nutrizionale.
Quindi, per non incorrere in questo rischio, un
regime alimentare a basso contenuto di FODMAPs
andrebbe adottato SEMPRE dietro consulto con il
nutrizionista e per una durata complessiva non
superiore alle 6-8 settimane, al termine delle quali
andrebbe valutata la risposta clinica del paziente
per poter procedere con una graduale
reintroduzione degli alimenti che erano stati
eliminati.
Allo stesso modo, altri accorgimenti alimentari
possono essere utili nei pazienti che riferiscono
eccessivo gonfiore addominale, come ad esempio
ridurre il consumo di bevande carbonate, in
particolar modo quelle zuccherate, o non eccedere
nel consumo di fibre per regolarizzare il transito
intestinale, abitudine molto frequente nei soggetti
che soffrono di stipsi. Infatti, alcuni tipi di fibre,
essendo ricche in FODMAPs, ad esempio la
crusca di frumento, possono peggiorare il gonfiore,
pur migliorando la frequenza delle evacuazioni e,
pertanto, andrebbero preferite fibre scarsamente
fermentabili come lo psillium, l’ispaghula o la
metilcellulosa.
CATEGORIA
FRUTTA
VERDURA
CEREALI E
DERIVATI
PRODOTTI
CASEARI
CARNE E
DERIATI
Alimenti a basso contenuto di FODMAPs
Arance, fragole, melone cantalupo, limone,
lime, frutti di bosco, banana, ananas,
avocado.
Piselli, carote, spinaci, lattuga, peperoni
verdi, zucchine, cetriolo, rapa, verza,
barbabietola, radicchio.
Riso ( tutte le varietà), avena, quinoa,
patate, fiocchi di avena.
Formaggi secchi (ad esempio cheddar,
parmigiano formaggio svizzero), latte o
prodotti caseari delattizzati.
Tutte le carni (bianche o rosse) non
processate, uovo, pesce.
SESSO
FEMMINILE
E FATTORI
ORMONALI
C'è una correlazione tra genere femminile e
disturbi funzionali intestinali: il gonfiore addominale
è uno dei sintomi della sindrome premestruale, e
questo ci conferma che le variazioni ormonali
durante il ciclo e in menopausa hanno un ruolo
nella genesi di tale sintomo, mediato da effetti sulla
motilità intestinale e sulla sensibilità viscerale.
FATTORI
PSICOGENI
Studi di popolazione hanno dimostrato una
relazione significativa tra gonfiore addominale e
TABELLA 2
Contenuto di FODMAPs nelle diverse categorie alimentari
Alimenti a basso contenuto di FODMAPs
Tutti gli altri frutti non inseriti nel gruppo a basso contenuto
di FODMAP, qualsiasi frutta candita o sciroppata.
Cipolle, aglio, cavoli ( tutte le varianti), broccoli ( tutte le
varianti), carciofi, asparagi, funghi, porri, pomodori, peperoni
rossi, scalogno, legumi.
Frumento e i suoi derivati (pasta, pane, cous cous, dolci
ecc.), tutti gli alimenti contenenti glutine.
Latte vaccino, latte di soia, burro, yogurt, creme, ricotta e
formaggi freschi.
Tutte le carni lavorate o arricchite da marinature e spezie.
psicopatologie come la depressione, gli attacchi di
panico, l'ansia, l'insonnia, le alterazioni del tono
dell'umore, come ansia e depressione.
Inoltre è stato ampiamente dimostrato il ruolo di
fattori psichici in malattie funzionali come l'IBS –
Sindrome Intestino Irritabile, in cui è molto
frequente il sintomo di gonfiore.
I dati clinici supportano
ampiamente una relazione tra
Sistema Nervoso Centrale e
disturbi intestinali, i meccanismi
che mediano questa relazione
sono complessi, plurifattoriali e
bidirezionali.
Vedono coinvolti fenomeni come ipersensibilità
centrale, somatizzazione, ipersensibilità viscerale,
microinfiammazione, disbiosi, modificazioni della
permeabilità intestinale, l'attivazione dei recettori
serotoninergici e il metabolismo del triptofano.
La letteratura degli ultimi anni ha chiamato in
causa ancora una volta il microbiota, sia sugli
aspetti clinici (ad es. il malassorbimento del
fruttosio e la conseguente proliferazione di specie
batteriche fermentanti è stato correlato con la
depressione in giovani donne), sia biomolecolari
(sono state identificate citochine, fattori proinfiammatori
e tossici, che rilasciate in
conseguenza del fenomeno del leaky gut dato
dalla disbiosi, possono concorrere alla genesi della
depressione maggiore).
STILE DI
VITA
Uno stile di vita corretto può essere tanto efficace
quanto una terapia farmacologica ed è importante
tenere presente che qualsiasi tipo di trattamento
non supportato da uno stile di vita adeguato può
perdere di efficacia e risultare addirittura inutile.
Pertanto, nell'approcciare un paziente che
lamenta sintomi gastrointestinali di tipo funzionale,
è sempre bene ampliare l'anamnesi quanto più
possibile, cercando di ricavare informazioni sulle
sue abitudini.
In alcuni casi, difatti, va chiarito al
paziente che alcuni
comportamenti possono risultare
dei sacrifici, non solo inutili, ma
addirittura controproducenti.
Ad esempio, mangiare “in bianco” o evitare
categoricamente alcuni cibi, spesso induce ad
assumere una quota troppo alta di carboidrati,
peggiorando i sintomi addominali.
Oppure digiunare, nella speranza che non
introducendo cibo si limiti il gonfiore, non fa altro che
incrementare la motilità intestinale favorendo, così, la
fermentazione batterica nel colon.
Inoltre è fondamentale svolgere esercizio fisico: non è
necessario fare eccessivi sforzi fisici, l'attività fisica di
lieve intensità, come passeggiare o fare jogging,
purché fatta con costanza, può rivelarsi di grande aiuto
nel ridurre tale disturbo.
La vita sedentaria riduce il transito intestinale,
impedendo una corretta clearance dei gas intestinali.
IN SINTESI
* La sensazione di gonfiore
addominale non è dovuta, come normalmente si
ritiene, solo e sempre a un aumento del gas intestinale
* Recenti studi hanno dimostrato
che la sensazione di gonfiore
addominale è legata a uno squilibrio tra l'aumento del
contenuto intestinale e la capacità del sistema di
tollerarlo e adattarsi ad esso
* Una fisiologica quantità di gas (in
prevalenza idrogeno, anidride
carbonica e metano all'uscita) è
essenziale per la peristalsi
intestinale, che è il movimento dell'intestino
attraverso il quale il suo contenuto viene espulso nel
retto. Pertanto i gas intestinali non vanno totalmente
eliminati ma bensì correttamente gestiti. Vanno corretti
squilibri nella produzione/smaltimento di gas legati alla
maldigestione e al malassorbimento (l'intolleranza al
lattosio e l'eccesso di substrati FODMAPs
rappresentano la problematica più frequente)
* Alterazioni dell'equilibrio del
microbiota può essere responsabile non solo di
iper produzione di gas, ma anche di
microinfiammazione e problemi di permeabilità a livello
della barriera intestinale.
NO ALLE DIAGNOSI “FAI-DA-TE”: rivolgetevi sempre
al nutrizionista o al gastroenterologo.
Dott.ssa Cristina Mariani
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ERBORISTERIA MI HA PORTATA A
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PUNTANDO SU MATERIE PRIME
NATURALI E DI QUALITÀ,
ESCLUSIVAMENTE MADE IN ITALY.
Sono nata a Sant'Elpidio a Mare un paese di origine
medievale sulle colline marchigiane. Il mio percorso
professionale è iniziato in seguito ad un incidente
stradale. Prima ho frequentato il Liceo Artistico e
dopo la maturità mi sono iscritta alla Facoltà di
Architettura di Venezia dove ho vissuto 4 splendidi
anni. Il 10/10/2010 l'incidente che mi ha paralizzata
per più di 2 anni ha completamente ribaltato la mia
vita, facendo emergere delle capacità che non
sapevo di avere. . I due anni di visite, cure, delusioni,
prognosi sbagliate, sono stati durissimi ma non mi
sono mai arresa; dentro di me sapevo che ce l'avrei
fatta. E' stato un percorso molto duro, è stato aprirmi
come una matriosca andando sempre più in
profondità per cercare la parte più potente di me che
mi avrebbe salvata. Non avevo mai sentito parlare di
Medicina Alternativa e di tutte le possibili cure che
comprende. Mi dissero che avevo solo 2 mesi di vita.
consiglia ...
e lle zz a
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Mentre mi focalizzavo sulla guarigione non mi sono resa conto di
aver anche iniziato a percorrere la giusta strada per la mia
professione. Da quel momento tutto aveva un senso, l'incidente
stesso lo aveva, ogni conoscenza, ogni esperienza, stavo vivendo
una rinascita ed attraverso quella rinascita la vita mi dava le
coordinate per intraprendere il mio futuro lavoro. Oggi sono una
Naturopata, dopo vari corsi, tirocini, specializzazioni, e la cosa più
bella è che sono guarita e cammino, questa è stata la mia Laurea!
Sono arrivata fin qui dopo un esperienza personale che mi ha
completamente cambiato la vita costringendomi a studiare il mio
corpo ed il perchè mi stava abbandonando; per questo ho iniziato
dei percorsi personali che poi sono diventati formazione. Ho
conosciuto maestri di vita, fino a sentire l'esigenza di concretizzare il
tutto con la scuola di Naturopatia che mi ha dato un bagaglio
culturale inestimabile. Quello della Naturopata non è solo il mio
mestiere ma un infinito percorso su me stessa focalizzato
sull'anima, sul cuore, sul rispetto di me stessa, che poi mi impegno
a riflettere sul paziente; è una missione svolta con passione ed
amore per ogni forma di vita; è uno stile di vita centrato sulla
naturale ed innata inclinazione interpersonale del desiderare di
conoscermi e conoscere tutto ciò che mi circonda mettendomi in
“ascolto” di quella vibrazione sottile ma fondamentale per
comprenderne il concetto di salute e malattia. Accompagno il
paziente a scoprire il tesoro nascosto dietro un sintomo per la
conoscenza di se e la risoluzione dell'origine del problema con le
competenze acquisite. Come Naturopata credo molto nella
prevenzione, basata principalmente su un corretto stile di vita, ma
prima di questo è importante conoscere se stessi attraverso un
percorso volto alla scoperta ed alla consapevolezza di quello che
intimamente siamo. Ecco, il Naturopata è questo che fa:
accompagna il paziente nella conoscenza del sé, nella scoperta del
perché ha quel sintomo e/o quella malattia creando un rapporto
empatico e decidendo insieme il tipo di terapia; tutte ovviamente
non invasive.
nella foto: Samantha Guerrieri
CentoOttoSathya, il mio studio di Terapie Olistiche
e Bio-Naturali nasce il 5 Febbraio del 2020, un
sogno nel cassetto che si è realizzato
materialmente nel tempo, una predisposizione
innata per le cure naturali e vibrazionali che si sono
rivelate con la mia autoguarigione: sono state la
scintilla che mi ha fatto arrendere al mio destino di
Terapeuta, che mi ha portata ad esprimere il mio
talento attraverso la Naturopatia e soprattutto a
conoscere a fondo il mondo interconnesso tra la
Natura e uomo ed il loro reciproco prendersi cura
l'uno dell'altro, a come si muovono le forze della
Natura, a creare una connessione con gli elementi
del Creato per attingere alla loro energia vitale,
fonte di inestimabile valore per il riequilibrio
psicofisico ed energetico della persona. Sono
nipote di due nonne meravigliose dalle quali ho
ereditato l'essenza, la tenacia, la consapevolezza
di cosa vuol dire essere donna e l'importanza di
tale ruolo, il tramando della forza ad amare se
stessa da essere in grado di amare coloro che
incontro nel mio cammino. La nonna materna
ultracentenaria saggia e fonte infinita di
conoscenze erboristiche per la salute che mi ha
tramandato sin dalla tenera età, colei che si sapeva
prendere cura di tutti con dolcezza; la nonna
paterna nata in un piccolissimo paesino dei Monti
Sibillini, ambiente magico, la catena che domina
l'Italia centrale denominata da Giacomo Leopardi i
“monti azzurri” come a indicare un mondo ultra
terreno dove ha sede la leggendaria Grotta della
Sibilla, antica dimora della Sacerdotessa con poteri
divinatori, predizione del futuro ma anche di
intercessione tra uomo e divinità. In questi luoghi,
dai paesaggi naturali incantevoli, si tramandano
leggende millenarie… infatti, il Monte Sibilla, ha
avuto un ruolo importantissimo per me: è il mio
luogo sacro, di riequilibrio energetico e spirituale,
un dialogo ed una connessione molto speciale con
le mie radici familiari quindi con la conoscenza di
me stessa, senza la quale non avrei potuto far
sbocciare le mie innate capacità. Nella vita nulla
accade mai per puro caso, figuriamoci nella mia
vita. Così pure è stato per l'incontro che ha dato
vita a Sibilla Lab: un convegno di Medicina
Alternativa in una domenica dell'ottobre del 2020
con Pierluigi Rossi, Botanico e mio attuale socio.
Con lui è stato naturale trovare il connubio tra
Naturopatia e Fitoterapia, Etica ed Estetica,
Botanica e Mitologia, Alchimia ed Antica
Erboristeria, durante le lunghe conversazioni
scopriamo questa passione comune per la Natura
e la sua magnifica sinergia con l'uomo, per uno
stile di vita sano ed un forte bagaglio di
conoscenze erboristiche che ci è stato tramandato
dalle rispettive origini familiari, come un diario
riposto in soffitta dello zio di Pierluigi, Frate
Gerardo. La missione è stata subito chiara: creare
una linea di prodotti per la bellezza, ed una linea di
creme fitoterpiche, puntando su materie prime
naturali e di qualità, esclusivamente made in Italy.
Siamo partiti alla ricerca degli orti botanici
monastici delle Marche, veri e propri opere d'arte
dove respirare diventa naturale lasciandoti
coccolare dai profumi celestiali di piante, fiori,
spezie dalle straordinarie virtù per la bellezza,
l'anima, il benessere nella sua totalità, la visita alle
“Farmacie erboriste” di vari monasteri, i colloqui
con una meravigliosa suora di Clausura che da
decenni cura il suo “orto botanico” e la sua
“farmacia erboristica”, la verifica storica delle ricette
dello Zio, la prova concreta che nelle aree rurali le
stesse ricette sono state tramandate per
generazioni e, per chiudere il cerchio, l'analisi della
storia delle Sibille dei Sibillini nella sede del loro
massimo splendore, il Santuario dell'Ambro, un
diamante incastonato tra i Monti. Bene, quale cosa
migliore che unire la parte scientifica alla parte
naturopatica? Le conoscenze tecniche sulla
fitoterapia e la gemmoterapia acquisite durante gli
studi di Naturopatia mi hanno portata ad una
passione per i prodotti naturali utili alla bellezza e
alla cura della persona, attraverso lo studio del
connubio tra il campo vibrazionale della persona e
quello delle Erbe e delle Piante. Hildegarda di
Bingen scriveva: “lo stato di salute si raggiunge
solo se c'è armonia, se si impara a rispettare il
legame che unisce tra di loro tutti gli elementi del
creato”. Ogni segmento è connesso e messo in
moto da una energia suprema, che Hildegarde
definisce viriditas. Le piante sono esseri viventi e
come tali risentono dell'ambiente esterno che li
circonda, sia quando sono ancora a terra che dopo
la loro raccolta. Meraviglioso questo nome che
sfuma nel verde, che ci riporta alla sua grande
passione per la botanica. Dall'incontro dei primi
due attori fondamentali nasce una sequenzialità di
ricerche, sinergie, incontri, tutto finalizzato a
raggiungere il loro sogno: formulare un prodotto
funzionale, unendo la “magia” delle piante alla
“funzionalità” dei principi attivi. Pierluigi Rossi, il
mio socio, si occupa della parte commerciale, io mi
occupo della formulazione dei prodotti, creo i nostri
tesori con molto amore, passione mettendo tutte le
mie conoscenze tecniche. Punto di riferimento per
le prime due linee è stato il Diario di Padre
Gerardo, ed è stato triste scoprire che alcune erbe
da lui utilizzate per i suoi rimedi sono oramai
introvabili a causa dell'uso di diserbanti. I prodotti
“Sibilla Lab” nascono dal profondo rispetto per
l'uomo e per la Natura, usare il Latte della Sibilla, o
Mira, Dulcis... significa “indossare” la Natura ed
affidarsi ad essa per proteggerci e curarci. Ma non
dimentichiamo mai che la bellezza non è solo un
dono; la pelle riflette il nostro benessere fisico ed
interiore, infatti “Sibilla Lab” mette a disposizione
prodotto e Consulenza Naturopatica: intolleranze,
cattive abitudini quotidiane, stress, ...mantenere
mente e corpo in equilibrio è la soluzione per avere
bellezza e benessere a lungo termine. Per
primavera abbiamo deciso di uscire sul mercato
con la Linea Creme Corpo Vibrazionali: sono
Pluvia, Humus e Lignum… non semplici creme
dunque, ma prodotti naturali che coinvolgono
anche la parte emozionale della persona perchè il
benessere e la bellezza implicano sia la parte fisica
che emotiva. Le emozioni ci rappresentano, danno
senso all'esistenza, ci aiutano a comprenderci e a
farci comprendere. I nostri prodotti sono frutto di
studi approfonditi e soprattutto di anni di
esperienza nel campo dei trattamenti olistici,
naturopatici e di psicoquantistica, che mi hanno
dato la capacità di creare un metodo frequenziale
sunto di diverse terapie: dall'aromaterapia alla
cromoterapia, dalla cristalloterapia ai mantra, dalla
geometria sacra ai simboli e molto altro ancora.
LA PROFESSIONALITÀ È UNO SCRIGNO DI
SOGNI CHE PRIMA O POI BISOGNA AVERE IL
C O R A G G I O D I A P R I R E
Sibilla Lab
www.dimagazine.it
INFO:
Naturopata Samantha Guerrieri
CentoOttoSathya Srl
Studio di Terapie Olistiche e Bionaturali
Mobile 3347287082
Mail: sammiguer@gmail.com
WWW.DIMAGAZINE.IT
PER LA NOSTRA RUBRICA
HANNO DETTO, CREATA
CON LO SCOPO DI
DARE ATTENZIONE E
RISALTO AI TEMI DI
ORINE SOCIALE,
ABBIAMO INTERVISTATO:
ALESSANDRA BURKE
MILENA SANNA
HANNODETTO
GIULIA BERNARDI
STEFANIA FILIPPONE
HANNODETTO
HANNODETTO
Rubrica a cura di Valeriana Mariani
www.dimagazine.it 58
HANNODETTO
Double standard
LAVORO, FAMIGLIA, ISTRUZIONE, VIOLENZA, E RECENTEMENTE
ANCHE NUOVE TECNOLOGIE, SONO TUTTI AMBITI IN CUI VANNO
INTRAPRESE AZIONI POSITIVE PER LA PARITÀ. QUESTE AZIONI
DEVONO ANDARE IN UNA DUPLICE DIREZIONE: DA UNA PARTE
SERVONO RIFORME STRUTTURALI, DALL'ALTRA UN GRANDE
CAMBIAMENTO CULTURALE.
Potrebbe sembrare assurdo che nel 2022 si debba
ancora parlare di discriminazioni quando si tratta di
donne. Non basta una qualsiasi proposta legislativa
che avvantaggi le donne, serve un cambio di cultura.
Ma a che punto siamo? Sappiamo di certo, che
ancora oggi, Le donne lasciano il lavoro all’arrivo di
un figlio, cosa che non succede agli uomini. A dirlo
sono i dati sulle carriere intermittenti e quelli
dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Il 73% delle
dimissioni volontarie rassegnate nel 2021 sono state
di lavoratrici madri, che principalmente dichiarano
l’incompatibilità tra carriera lavorativa e lavoro di cura
della prole. Le donne che rimangono nel mercato del
lavoro, oltre ad essere vittima del gap salariale, e
guadagnare meno degli uomini a parità di mansioni,
vivono una condizione di segregazione sia
orizzontale, sia verticale. Orizzontale perché lavorano
prevalentemente in ambiti meno prestigiosi e meno
retribuiti (e se non lo sono, lo diventano, pensiamo
all’insegnamento). Verticale perché è raro trovare
donne nelle posizioni apicali. Solo il 28% delle
posizioni dirigenziali nelle aziende private italiane è
ricoperto da donne. Ed è abbastanza intuitivo che
non essere nelle posizioni apicali significa non poter
dare un’impronta al mercato del lavoro che tenga
conto dei bisogni delle donne, in particolare in ambito
di conciliazione. La conciliazione è infatti ancora oggi
il punto cruciale nella vita di molte donne: siamo
ancora ben distanti dalla parità di genere nella
distribuzione dei ruoli di cura. Basta pensare che
nelle coppie con figli e in cui entrambi i partner
lavorano, le donne dedicano in media il 22% del
proprio tempo al lavoro familiare, mentre per gli
uomini la percentuale scende al 9%. Ma quindi
basterebbe risolvere il problema del mercato del
lavoro e della divisione dei compiti per avere nel
nostro paese pari opportunità? È chiaramente una
domanda retorica. Le donne sono ancora un passo
indietro. La parità di opportunità non si è verificata, in
un contesto sociale, quello italiano, che su molti fronti
è ancora ben lontano dal concepire i ruoli del
maschile e del femminile come bilanciati. Per le
riforme strutturali, il pensiero va subito, ad esempio,
agli incentivi alla fruizione del congedo parentale da
parte degli uomini, all’allungamento del periodo di
paternità obbligatorio, ma anche all’incremento dei
servizi di cura ai bambini sin dall’infanzia a prezzi
accessibili, che favoriscano la conciliazione lavorofamiglia.
Azioni volte a promuovere la partecipazione
femminile al mercato del lavoro sono cruciali, così
come tutte quelle che tolgono gli svantaggi femminili
nell’ascesa al potere. Nella valutazione della carriera
di una donna che ambisce a posizioni apicali, ad
esempio, sarebbe importante tenere conto di possibili
rallentamenti durante i periodi di maternità che non
incidono sul suo valore, ma possono darle uno
svantaggio nell’accumulazione di capitale umano. Dal
punto di vista culturale, le pari opportunità vanno
insegnate come un valore sin dalla prima infanzia. La
letteratura scientifica ha più volte confermato che le
principali differenze di genere sono prettamente
sociali. Insegnare alle bambine e ai bambini, e alle
loro famiglie, che il genere non deve essere
discriminante nella scelta del loro percorso educativo,
ma anche più in generale che il double standard,
ovvero un giudizio negativo nei confronti di un
comportamento solo se a compierlo è uno dei due
generi, è solo un retaggio culturale, sono delle
priorità. Chi si affaccia oggi e si affaccerà nel
prossimo futuro nelle relazioni, che siano personali o
mediate, online, dovrebbe avere ben chiaro il
concetto di parità, ma anche quello di rispetto.
Agire sulla cultura della parità dei e delle
più giovani non può che avere un risvolto
positivo per tutte e tutti.
www.dimagazine.it
Hannodetto
"Negli ultimi anni le donne, come gli uomini, hanno dimostrato un maggiore investimento nel lavoro lungo
tutto il ciclo di vita, indipendentemente dallo stato civile o genitoriale, portando un importante contributo
alle risorse economiche della famiglia. Seppur meno significativamente, si sono verificate delle
confluenze anche in ambito di gestione familiare, dove gli uomini hanno cominciato a partecipare più
attivamente al lavoro familiare e alla cura dei figli. La convergenza di genere non necessariamente è
“distruttiva" e ne sono fattori chiave la comunicazione, l'espressione dell'affettività e specialmente la
spiritualità. Indipendentemente da chi lavora e chi non, ognuno dei partner è in grado di svolgere tutte le
attività necessarie alla gestione familiare. la convergenza dei ruoli di genere porterà ad una maggiore e
reciproca empatia. Permetterà agli uomini di scrollarsi di dosso il peso di dover mantenere la famiglia,
potendo mostrare amore ed affetto liberamente, e sperimentando la noia, e la fatica, del lavoro
domestico. Le donne, d'altro canto, comprenderanno l'isolamento dai figli che provano gli uomini durante
le loro lunghe giornate di lavoro, e la pressione di essere coloro su cui tutti contano. Questo potrebbe
condurre a nuove e creative abilità di problem solving poiché sarebbero due gli individui ad agire insieme
per la ricerca di una soluzione condivisa piuttosto che un individuo solo, alla ricerca di una soluzione
propria".
Alessandra
Burke
Managing Director (Shareholder) presso BURKMAR SHIPPING SERVICES S.r.l
Cara Valeriana
DAVVERO UN GRANDE PIACERE AVERE FATTO DUE
CHIACCHIERE CON TE AL TELEFONO; SPERANDO
INCONTRARTI PRESTO DI PERSONA, TI ALLEGO QUI
DI SEGUITO LA MIA TESTIMONIANZA.
Premetto Che:
Da tanti anni sono attiva nel settore campo marittimo dove opero
attraverso 3 società: la "Burkmar Shipping Srl", della quale sono
principale azionista, si occupa di compravendita e demolizione di
navi commerciali, la "San Giorgio Srl", che condivido insieme ad
altri due soci, è un'agenzia marittima che di occupa di mega
yachts ed, infine, la "Soloportofino" attiva nel settore del lusso.
Mi fa molto piacere poter dare un contributo con il mio pensiero anche se, ahimè, temo
di essere uno dei casi opposti a ciò che esprime il vostro pensiero. Il mio core business,
da tantissimi anni, è sempre stata la compravendita di tutte quelle navi aventi uno scopo
commerciale (petroliere, gasiere, bitumiere, traghetti, porta rinfuse, posacavi etc etc)
che vendo come seconda mano a terzi oppure che faccio costruire "ex novo" nei vari
cantieri mondiali e/o demolire in Turchia o nel sub continente indiano. Ho iniziato nel
1989 a lavorare nell'azienda di famiglia affiancando mio padre in questo meraviglioso e
stimolante mondo delle navi. A quei tempi... le donne in questo settore si contavano
sulle dita di una mano sola, proprio per la difficolta di riuscire a gestire una famiglia con
figli, in un settore di soli uomini, dove (lavorando con tutto il mondo) non esistono orari e
dove e' necessario essere sempre a disposizione 24 ore / 7gg. Mi sono sempre
impegnata più di un'uomo, proprio per dimostrare che anche le donne possono
relazionarsi a livello paritario con loro soprattutto se in grado di proporre affari altrettanto
interessanti, a discapito della famiglia e dei figli; questo ha fatto si che mio marito ha
iniziato ad essere estremamente contrariato dal non ricevere più attenzioni.
Con l'arrivo delle figlie, quel pochissimo tempo a disposizione, lo dedicavo
completamente a loro dimenticando di avere anche un consorte che iniziava a mettermi
" bastoni fra le ruote" odiando il mio lavoro,i miei successi, il mio entusiasmo nonchè la
mia grande passione verso un mondo così particolare ed affascinante. Di fatto...si erano
invertiti i ruoli... io ero "l'uomo" che lavorava a tempo pieno mentre lui, avendo molto più
tempo a disposizione, seguiva le figlie. Questa "alchimia" non ha funzionato, portandomi
a chiedere la separazione.
La mia grandissima fortuna è sempre stata
quella di ritrovarmi "per caso" a seguire le
orme di mio padre e a fare un lavoro
internazionale, stimolante, interessante,
vario ed estremamente " challenging" dal
punto di vista di una donna.
Con affetto e stima,
Alessandra
FM BURKMAR SHIPPING - GENOA
S+P / NB DEPT.
PH : +39010-9914479
Mob.: +39393 9562074
E-MAIL : sandp@burkmar.it
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Hannodetto
"Negli ultimi anni le donne, come gli uomini, hanno dimostrato un maggiore investimento nel lavoro lungo
tutto il ciclo di vita, indipendentemente dallo stato civile o genitoriale, portando un importante contributo
alle risorse economiche della famiglia. Seppur meno significativamente, si sono verificate delle
confluenze anche in ambito di gestione familiare, dove gli uomini hanno cominciato a partecipare più
attivamente al lavoro familiare e alla cura dei figli. La convergenza di genere non necessariamente è
“distruttiva" e ne sono fattori chiave la comunicazione, l'espressione dell'affettività e specialmente la
spiritualità. Indipendentemente da chi lavora e chi non, ognuno dei partner è in grado di svolgere tutte le
attività necessarie alla gestione familiare. la convergenza dei ruoli di genere porterà ad una maggiore e
reciproca empatia. Permetterà agli uomini di scrollarsi di dosso il peso di dover mantenere la famiglia,
potendo mostrare amore ed affetto liberamente, e sperimentando la noia, e la fatica, del lavoro
domestico. Le donne, d'altro canto, comprenderanno l'isolamento dai figli che provano gli uomini durante
le loro lunghe giornate di lavoro, e la pressione di essere coloro su cui tutti contano. Questo potrebbe
condurre a nuove e creative abilità di problem solving poiché sarebbero due gli individui ad agire insieme
per la ricerca di una soluzione condivisa piuttosto che un individuo solo, alla ricerca di una soluzione
propria".
Giulia
Bernardi
Digital Manager Kèrastase e Shu Uemura presso L'ORÉAL
Cara Valeriana
SONO GIULIA E HO 28 ANNI. DA 5 ANNI LAVORO E DA 1
CONVIVO PER LA PRIMA VOLTA. IO E IL MIO COMPAGNO CI
SIAMO CONOSCIUTI PROPRIO SUL POSTO DI LAVORO E
CONDIVIDIAMO NEL BENE E NEL MALE IL MEDESIMO RUOLO
IN AZIENDE DIVERSE.
Questo fa sì che da un lato viviamo gli stessi ritmi serrati, le stesse
problematiche e purtroppo anche lo stesso livello di stress. D'altro canto
permette anche di capire le difficoltà che uno sta vivendo, scambiare consigli
e soprattutto comprendere appieno cosa l'altro stia vivendo in ogni
situazione. Non nascondo il fatto che entrambi, da giovani laureati, abbiamo
fin da subito impostato la nostra vita e di riflesso la nostra relazione, con
l'obbiettivo di perseguire la carriera; il tipico “sogno” del lavorare in una
grande multinazionale, diventare manager e sentirsi di conseguenza
realizzati. I ritmi lavorativi sono molto serrati, ogni giorno iniziamo la giornata
non sapendo come potrà evolversi o quali urgenze dovremo smarcare. In
questo anno di smartworking e convivenza abbiamo vissuto insieme 24 ore
al giorno e ciò nonostante ci siamo rivolti la parola solamente dalle 20 in poi,
il resto del giorno ognuno di noi è in almeno 5 call al giorno, spesso anche in
pausa pranzo o post 18. Insomma, la vita che in molti condividiamo e che
sicuramente potrete ritrovare nella vostra routine. Ma questa vita così piena
e impegnata per 9/10 ore fa anche sì che la gestione della casa, delle attività
domestiche, come anche l'organizzazione dei pasti sia un po' più complicata,
nonostante al momento non ci sono figli ad alzare il livello di difficoltà. È
capitato spesso e capita tuttora che uno dei due o entrambi non abbiamo il
tempo di staccare anche solo per quella mezz'ora necessaria a prepararsi
una pasta o un panino al volo. In una situazione come la nostra è davvero
complicato poter avere dei ruoli definiti all'interno della coppia, perchè ogni
giorno non sappiamo chi potrà avere più tempo dell'altro e quindi nella
nostra relazione non esistono mansioni da donna e da uomo, esistono
semplicemente mansioni che devono essere svolte, se da me o da lui non è
importante. Lavare, stendere, stirare, pulire, cucinare sono come degli extra
lavori a carico di entrambi, possibilmente con il miglior bilanciamento
possibile tra di noi e se siamo fortunati portandole a compimento insieme,
così oltre che a dividerci le attività e a dimezzare i tempi, cerchiamo anche di
divertirci nel farlo o di aiutarci a migliorare in ciò che uno è più ferrato
dell'altro. Un esempio è la cucina, dove purtroppo io non sono davvero
all'altezza, parliamo di un livello così basso che mi fermo al preparare una
piadina o allo scaldare una bistecca. Qui lui quindi è il re e se ne occupa
ogni giorno, pranzo e cena, mentre io mi dedico alla tavola o al pulire le
stoviglie a fine pasto. Ciò non vuol dire che i giorni in cui lui non ha il tempo
di farlo, non subentro io per facilitarlo, certo non con piatti da cucina stellata.
Eppure è proprio questo quello che serve: uno sforzo, un piccolo aiuto per
sopravvivere e per alleggerire la propria coppia. Questa convergenza
domestica fa sì che si crei un affiatamento e una complicità che mostra i suoi
effetti positivi non solo per la parità di genere ma anche perchè molte volte
sfocia in situazioni di win win dove ognuno, avendo il proprio background e
la propria personalità, riesce a dare il suo apporto e la sua visione nella
gestione di una faccenda, che magari l'altro non avrebbe mai considerato.
La differenza che caratterizza ognuno di noi, soprattutto in un tema come la
gestione domestica, puó emergere nelle piccole cose e portare ad un
miglioramento per entrambi. Credo che con la vita lavorativa che ormai
anche noi donne conduciamo sia impensabile continuare a vedere la
questione da una prospettiva di ruoli da donna o da uomo, poichè non è nè
realizzabile nè auspicabile se si cerca il giusto equilibrio nella coppia.
Dividersi e supportasti nella gestione della “casa” e della famiglia, permette
ad entrambi di vivere al meglio le giornate e ritagliarsi maggior tempo da
dedicare a ció che alla fine conta di più: la propria vita privata, la famiglia e
gli affetti. Siamo nel 2022: parliamo di Metaverso, di viaggi civili nello spazio,
vogliamo davvero rimanere all'ormai anacronistica divisione tra uomo e
donna?
Io voglio sperare di no.
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Hannodetto:
"Negli ultimi anni le donne, come gli uomini, hanno dimostrato un maggiore investimento nel lavoro lungo
tutto il ciclo di vita, indipendentemente dallo stato civile o genitoriale, portando un importante contributo
alle risorse economiche della famiglia. Seppur meno significativamente, si sono verificate delle
confluenze anche in ambito di gestione familiare, dove gli uomini hanno cominciato a partecipare più
attivamente al lavoro familiare e alla cura dei figli. La convergenza di genere non necessariamente è
“distruttiva" e ne sono fattori chiave la comunicazione, l'espressione dell'affettività e specialmente la
spiritualità. Indipendentemente da chi lavora e chi non, ognuno dei partner è in grado di svolgere tutte le
attività necessarie alla gestione familiare. la convergenza dei ruoli di genere porterà ad una maggiore e
reciproca empatia. Permetterà agli uomini di scrollarsi di dosso il peso di dover mantenere la famiglia,
potendo mostrare amore ed affetto liberamente, e sperimentando la noia, e la fatica, del lavoro
domestico. Le donne, d'altro canto, comprenderanno l'isolamento dai figli che provano gli uomini durante
le loro lunghe giornate di lavoro, e la pressione di essere coloro su cui tutti contano. Questo potrebbe
condurre a nuove e creative abilità di problem solving poiché sarebbero due gli individui ad agire insieme
per la ricerca di una soluzione condivisa piuttosto che un individuo solo, alla ricerca di una soluzione
propria".
Milena
Sanna
Direttore Prov.le e Dirigente presso
CONFEDERAZIONE NAZIONALE COLDIRETTI
Cara Valeriana
È VERO, NEGLI ULTIMI ANNI IL RUOLO DELLE DONNE È
CAMBIATO ALL'INTERNO DEL NUCLEO FAMILIARE.
Oggi, grazie all'educazione dì molte mamme e
donne che hanno pian piano cambiato
l'educazione dei propri figli, abbiamo accanto
compagni, mariti, uomini più coscienti e partecipi
del loro ruolo all'interno del nucleo familiare, che
non è solo quello di occuparsi del sostentamento
della famiglia. Sono fermamente convinta che
questi nuovi spazi e ruoli ricoperti da molte più
donne, siano oggi il risultato di grandi sforzi e
attività portate avanti negli anni. Mi spiego
meglio. Non credo alle conquiste di spazi e ruoli
solo attraverso delle leggi che tutelino la parità dì
genere, ma sono fermamente convinta che
ognuno di noi debba conquistare nuovi spazi
grazie alla competenza e alla formazione. Noi
donne diciamo spesso che nessuno ci regala
niente e qualcuna si sente penalizzata da una
cultura spesso maschilista. Non sono d'accordo
in quanto molto spesso siamo noi donne che non
siamo disponibili ad intraprendere percorsi
professionali che ci impegnano tanto e non ci
consentono dì trascorrere lo stesso tempo con la
propria famiglia. Parlo per esperienza, nel
momento in cui mi è stato proposto dì
intraprendere la carriera dirigenziale era ovvio
che il ruolo mi poneva davanti a delle scelte, che
sono state assolutamente ponderate. Chiarisco
subito che sono state delle scelte che avrebbe
dovuto fare un mio collega maschile ma per un
retaggio culturale molto spesso nel momento in
cui queste scelte vengono fatte da una donna,
molto spesso si esprime un giudizio legato
all'appartenenza dì genere. Spetta a noi donne
metterci in gioco e fare delle scelte se vogliamo
ricoprire ruoli che fino a qualche anno fa era
appannaggio solo dei colleghi uomini. Oggi,
grazie all'educazione di molte mamme e donne
che hanno pian piano cambiato l'educazione dei
propri figli, abbiamo accanto compagni, mariti,
uomini più coscienti e partecipi del loro ruolo
all'interno del nucleo familiare, che non è solo
quello di occuparsi del sostentamento della
famiglia. Gli scambi culturali e l'educazione
scolastica che negli ultimi 50anni ci hanno
consentito anche in Italia, di crescere uomini più
consapevoli della parità di genere all'interno del
nucleo familiare ma non solo, oggi ci consente di
intraprendere attività professionali che consente a
noi donne di competere in vari ambiti lavorativi.
Ritengo che la presenza femminile nei vari
ambiti, consente di percepire quella delicatezza e
sensibilità che noi donne doniamo agli ambienti
che frequentiamo. Allo stesso modo, penso che
come la donna anche l'uomo possa ricoprire gli
stessi ruoli all'interno del nucleo familiare e nel
rapporto con i figli. Sta a noi coinvolgere e far
comprendere al proprio compagno che i ruoli
sono intercambiabili all'interno del nucleo
familiare affinché lui stesso non percepisca
nessuna differenza sui ruoli e responsabilità.
Lavorando da quasi 30 anni in Coldiretti, ho
vissuto questi cambiamenti anche nel mio
ambiente lavorativo e rispetto ai primi anni
novanta in cui non era presente nessun Direttore
dì Federazione Donna, negli ultimi anni grazie a
questi cambiamenti, anche all'interno del nostro
mondo sono presenti diverse donne che come
me si sono messe in gioco. È chiaro che nessuno
Ie regala niente e tanto meno spazi, ma è giusto
così in quanto nel momento in cui venisse
stabilito che ci devono essere delle percentuali
che si devono rispettare per legge, come tutte le
cose imposte si cercherebbe il mondo per andare
in deroga. Finalmente c'è il riconoscimento del
ruolo che le donne hanno sempre ricoperto
anche nel mondo agricolo, in cui le donne sono
sempre state presenti ma per tanto tempo non
valorizzate perché si considerava il loro ruolo
all'interno dell'impresa sempre in secondo piano.
Oggi abbiamo tantissime aziende condotte da
donne molto intraprendenti che gestiscono
aziende agricole. Questo ci ha consentito negli
ultimi 10 anni di fare spazio a idee imprenditoriali
innovative connesse alle attività primarie agricole.
La presenza delle donne
nel mondo agricolo è
sempre stata presente
ma purtroppo ricopriva
sempre ruoli di secondo
piano o molto spesso
rimanevano in ombra.
Grazie al grande lavoro
portato avanti anche da
Coldiretti e Donne
Impresa dì Coldiretti
siamo riusciti a far
emergere tante di queste
realtà che oggi
rappresentano una
grande fetta delle
imprese agricole
italiane.
www.dimagazine.it
Hannodetto:
"Negli ultimi anni le donne, come gli uomini, hanno dimostrato un maggiore investimento nel lavoro lungo
tutto il ciclo di vita, indipendentemente dallo stato civile o genitoriale, portando un importante contributo
alle risorse economiche della famiglia. Seppur meno significativamente, si sono verificate delle
confluenze anche in ambito di gestione familiare, dove gli uomini hanno cominciato a partecipare più
attivamente al lavoro familiare e alla cura dei figli. La convergenza di genere non necessariamente è
“distruttiva" e ne sono fattori chiave la comunicazione, l'espressione dell'affettività e specialmente la
spiritualità. Indipendentemente da chi lavora e chi non, ognuno dei partner è in grado di svolgere tutte le
attività necessarie alla gestione familiare. la convergenza dei ruoli di genere porterà ad una maggiore e
reciproca empatia. Permetterà agli uomini di scrollarsi di dosso il peso di dover mantenere la famiglia,
potendo mostrare amore ed affetto liberamente, e sperimentando la noia, e la fatica, del lavoro
domestico. Le donne, d'altro canto, comprenderanno l'isolamento dai figli che provano gli uomini durante
le loro lunghe giornate di lavoro, e la pressione di essere coloro su cui tutti contano. Questo potrebbe
condurre a nuove e creative abilità di problem solving poiché sarebbero due gli individui ad agire insieme
per la ricerca di una soluzione condivisa piuttosto che un individuo solo, alla ricerca di una soluzione
propria".
Managing Director presso ACCENTURE
Stefania
Filippone
Cara Valeriana
È VERO, NEGLI ULTIMI ANNI IL RUOLO DELLE DONNE È
CAMBIATO ALL'INTERNO DEL NUCLEO FAMILIARE.
"Io ho 52 anni lavoro da quando ne avevo 24. Laureata con il
massimo dei voti in ingegneria elettronica ho iniziato la mia carriera
in Andersen Consulting e sono tornata nel gruppo Accenture da 5
anni passando attraverso una importante esperienza in Pirelli per 11
anni. Sono adesso un Managing Director e gestisco un importante
portfolio di clienti. Mio marito fa l'architetto e la famiglia e' composta
da due figli si 11 anni Carola e 13 Luigi ed un cocker di 2 anni Tea.
Io e mio marito ci siamo conosciuti da grandi avevamo entrambi 30
anni. Abbiamo condiviso da sempre il nostro percorso di crescita
professionale anche se in ambienti molto diversi. Ci siamo aiutati e
spalleggiati , consentendo ad entrambi di crescere nei rispettivi
ruoli. Il fatto che io avessi un lavoro fisso e retribuito ha spinto mio
marito a fare scelte importanti aprire un proprio studio professionale
assumere persone. D'altro canto io ho avuto sempre il suo supporto
nella gestione della famiglia e dei figli viaggiando anche in modo
molto inteso prima del COVID. I miei figli sono abituati a vedere una
coppia molto bilanciata dove mamma e papa sono due individui con
proprie caratteristiche ma non sono degli stereotipi. Mia figlia e' cosi
abituata alla parità di genere che si arrabbia in modo netto e deciso
se capisce di essere stata discriminata perché' donna."
Una volta mia figlia Carola mi
chiese ...
...mamma
se esiste la
festa
delladonna
perché' non esiste la
festa
dell'uomo?
Nella foto: con il marito ed i figli e
Stefania Mauro Morelli Carola Luigi
NEXT
EVENT
14/15 MAGGIO 2022
Le Vele di San Ruffino
event
Nella foto: un momento della regata ( ).
68
www.dimagazine.it
Le vele di San Ruffino Italia
#DESTINAZIONEMARCHE
- ITALY
LE VELE DI
SAN RUFFINO
XIII
PH: Fermani Graziella & Maro Remoli
Una veduta del Lago di San Ruffino: il gioiello dei Monti Sibillini
www.sibilliniweb.it
EDIZIONE
CONTATTI: Stefano Castori
mobile +39 333.4801281
www.dimagazine.it
Veleggiando
A pochi km dal mare, le Marche offrono la combinazione perfetta tra relax e sport. Un territorio tutto da scoprire.
Lago di San Ruffino si estende nei territori di Amandola e Monte San Martino.
Il Lago di San Ruffino si trova nei comuni di Amandola e Monte San Martino, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a circa 1 Km dall' Abbazia dei Santi Vitale e Ruffino; si tratta di un lago artificiale che venne creato nel
1961 costruendo una imponente diga, al fine di interrompere il corso del fiume Tenna e di creare un invaso per l'accumulo e la riserva di acqua in caso di annate poco piovose. Con l'inizio dell'autunno, la diga viene aperta con
l'acqua libera di defluire verso valle ed il lago che, come per magia, scompare quasi come se si fosse aperta una cavità nel sottosuolo e le acque fossero state inghiottite. La spianata quindi si trasforma dapprima in una grande
palude che, lentamente si asciuga per lasciare il posto al solo letto del fiume libero di continuare il suo percorso senza più interruzioni. Per tale motivo il lago viene anche chiamato “Lago Fantasma” . Attorno al lago si snoda un
sentiero percorribile a piedi, a cavallo o in mountain bike. Numerosi eventi vengono organizzati: tra questi la famosa regata Le Vele di San Ruffino.
Guido
Stratta
Direttore People & Organisation Gruppo Enel presso Enel Group
Founder & CEO Ilmareintasca - Founder & CEO Accademia della Gentilezza
Il
Leader
gentile
UI
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70
Valeriana
Mariani
Founder & President of Donna Impresa
The
influence
of women
EI
Gui
do
background professionale:
Guido Stratta ricopre il ruolo di Direttore People and Organization del Gruppo Enel dal 1° ottobre 2020.
In passato è stato Responsabile People Development and Senior Executives Business Partner, occupandosi in quest'ambito anche di compensation, training e
recruiting per il Gruppo.
È entrato nel Gruppo Enel nel 2003, ricoprendo diversi incarichi nell'area HRO, fino ad essere nominato Responsabile Human Resources di Enel Green Power nel
2008. Successivamente, nella prima fase di forte sviluppo delle rinnovabili, è stato nominato Amministratore Delegato di Enel.SI e poi di 3SUN, società del Gruppo di
sviluppo e commercializzazione di soluzioni di generazione distribuita in ambito solare e di efficienza energetica, per poi dal 2014 ricoprire l'attuale ruolo.
La sua carriera professionale è iniziata nel 1988 presso il Gruppo Italgas, dove ha ricoperto diversi ruoli in ambito HRO, tra cui Responsabile per le Relazioni Industriali
e Compensation; nel 2001, è entrato a far parte del Gruppo Wind ricoprendo diversi ruoli tra cui Responsabile Relazioni Industriali e Responsabile Sviluppo e Gestione.
Si è laureato con lode in giurisprudenza presso l' Università di Torino e ha ottenuto un master con lode in biologia marina presso l' Università Politecnica delle
Marche..
Stra
tta
GUIDO
STRATTA
Vale
ria
na
background professionale:
ValerianaMariani Fondatrice e Presidente dell’ Associazione Donna Impresa; Editore e Presidente Donna Impresa Magazine www.dimagazine.it; Presidente
International Women (International AssociationWomen Entrepreneurs and Business Leaders - Employment, Social Affaire
& Equal Opportunities); Ambasciatrice della Moda nel Mondo per la Camera della Moda Italiana, Fondatrice Donna Impresa Network Community & Business;
Esperta in Analisi e Valutazione di Politiche di Welfare; Esperta in materia di Prevenzione e Contrasto alla Violenza di Genere e Lotta agli Stereotipi afferentialServizio
Politiche Sociali e Socio Educative; Esperta in Politiche per l'Integrazione Sociale e Contrasto alla povertà; International Affaire Professional Knowledge Visionary
( Esperta in Politiche e Strategie Aziendali Internazionali); Accademico d'Onore dell' Accademia Internazionale Mauriziana;
Accademico d'Onore della Norman
Academy INC; Professoressa Norman Academy INC; Gran Croce d'Argento al Merito Sociale del Corpo Internazionale di Pubblica.
Assistenza Humanitas Soccorso Italia; Medaglia d’Oro Accademia Mondiale di Cultura Tullia Romano: Accademico d'Onore per la sezione Enogastronomica
Norman Academy INC; Medaglia d’Oro di Merito nel settore dell' Editoria Norman Academy INC; Award of Excellence Creative Industrie Award; Ambasciatrice Le
Ragioni della Nuova Politica; Accademico d'Onore dell’ Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali; Ambasciatrice per la Pace e la Cooperazione
fra i Popoli Repubblica delle Filippine; Ambasciatrice Club Internazionale “ Billionaires Elite VIP” (USA); Membro del Consiglio di Amministrazione dell' Investment
Migration Council IMC; Membro dell’ International Parliament Higher Education Ministry ( Women & Leadership).
www.dimagazine.it
Mari
ani
VALERIANA
MARIANI
Connecting Manager
Ri-evoluzione
WEBINAR: ABCSTRAT.
È con grandissima emozione che mi sono trovata ad
un “tu per tu” con Guido Stratta Direttore People and
Organization di ENEL ENERGIA un Gruppo vivo,
proiettato nel futuro che rispetta i diritti umani e
garantisce la non discriminazione, le pari opportunità
e l'inclusione della diversità ovunque operi: “il welfare
- dice Guido - non è una formalità, ma una fede
aziendale”. Un incontro coinvolgente tra un'introversa
ipersensibile con la passione per le storie e una “Blue
Mind” (come la definisce il biologo marino Wallace J.
Nichols): ovvero, metaforicamente, la bussola che
aiuta a levare le ancore e spiegare le vele. In
un'epoca in cui siamo legati allo stress della
tecnologia, dell'esilio dal mondo naturale, del
soffocamento professionale, dall'ansia personale e
privi di un'autentica privacy, sciogliere gli ormeggi è
meraviglioso! Ma la grandezza di Guido Stratta non
si esaurisce qui. È Founder & CEO de
Ilmareintasca; Founder & CEO dell' Accademia
della Gentilezza; autore – insieme a Bianca
Straniero Sergio –di“ Ri-evoluzione.
Il potere
della leadership gentile” ( Franco Angeli, 2021) un
dialogo con Oscar Farinetti alla scoperta del senso
rivoluzionario della gentilezza: una pratica quotidiana
che può rendere ognuno di noi strumento di
cambiamento per sé e, soprattutto, per gli altri. “Rievoluzione“:
concetto che descrive come i processi
che portano al cambiamento partano dal tornare sui
propri passi per sperimentare il punto di vista altrui.
Si allargano, così, i propri orizzonti: dall'ambiente di
lavoro al proprio ruolo nella società e sul Pianeta.
Guido Stratta è infine co-autore sempre insieme a
Bianca Straniero Sergio di HR On Line:
il Primo
Periodico di Risorse Umane dell' AIDP (Associazione
Italiana per la Direzione del Personale) che è
diventata un punto di riferimento in Italia per tutti
coloro che si occupano professionalmente della
relazione individuo/azienda, coniugando le esigenze
dello sviluppo dell'impresa e delle persone
https://www.aidp.it/hronline/2021/5/10/rievoluzionebr-il-potere-della-leadership-gentile.php
AIDP è partner riconosciuto dalle istituzioni per
analizzare e interpretare lo scenario del lavoro
italiano, nonché anticipare e proporre soluzioni
coerenti ed efficaci. A livello internazionale, è
componente attiva di EAPM ( Associazione Europea
di Direzione del Personale), WFPMA ( Federazione
Mondiale delle Associazioni di Direzione del
Personale) e fondatrice di FMRH ( Federazione
Mediterranea per lo studio e la diffusione delle
tematiche relative alla gestione delle Risorse
Umane). Nel 2006 aderisce al Global Compact
dell'ONU e contribuisce alla stesura del primo Codice
Etico-Deontologico dei Responsabili delle Risorse
Umane nell'area euro. Il 12 febbraio 2019
l'Associazione ha rinnovato il proprio sostegno al
Global Compact e ai suoi dieci principi nelle aree
dei diritti umani, del lavoro, dell'ambiente e della lotta
alla corruzione. Nel 2018 AIDP aderisce all' ASviS
(Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). AIDP
è attiva nel campo dell'editoria con Direzione del
Personale, HR On Line e dal 2019 con una nuova
collana editoriale con Franco Angeli, dedicata a chi
si occupa della gestione e della crescita delle
persone, per offrire alla propria community un
ambiente di confronto e di dialogo diretto, libero e
immediato AIDP ha dato vita nel 2009 al gruppo
AIDP Linkedin, il più grande e attivo social group in
ambito HR (oltre 17.000 membri). Le parole di Guido
fanno riflettere, poiché ricche di concetti ed
espressioni emozionali; parole che nascono da uno
slancio esistenziale laddove questa peculiarità viene
ottemperata in modo elegante, dolce, non
aggressivo, mai ridondante e, soprattutto, lontana da
rigurgiti retorici. Pensieri e parole - le sue - che
celebrano la forza interiore, che sviluppano una
concezione vitale dove la gentilezza non è più
“leggenda” bensì movimento costante dell'intero
essere vivente. I concetti diventano sempre lucenti,
capaci di raggiungere cristalli di pura ontologia e di
etica umana senz'alcuna banalità ai contenuti; ci
raggiungono nel cuore ed affondano nella nostra
pelle per divenire patrimonio personale che crea un
legame indissolubile tra "noi" e "gli altri".
A TU PER TU:
Il sapore
delle cose
vere.
GUIDO
Diamo un grande benvenuto a Valeriana Mariani nel
nostro mondo Enel. Complimenti per i tuoi
innumerevoli successi professionali, la tua eco è
internazionale, tanti i meriti ed i riconoscimenti che ti
sono stati attribuiti negli anni per Donna Impresa, un
progetto nato con le donne e per le donne. Siccome
ritengo difficile presentare una donna, chiedo a
Valeriana Mariani di presentarsi.
VALERIANA
Bentrovato Guido, onorata di essere all'interno della
“famiglia Enel”, di cui, non a torto mi sento parte in
considerazione che sono vostra affezionatissima
cliente. Donna Impresa www.dimagazine.it e
www.donnaimpresa.com nata per amplificare i valori
dell'omonima associazione no-profit che si occupa di
www.dimagazine.it
Il potere della leadership gentile
contrasto alla violenza di genere e pari opportunità,
pluripremiata dalle massime Istituzioni nazionali ed
internazionali
(https://www.dimagazine.it/2017/05/25/presidentedonna-impresa-magazine/)
è oggi è il punto di
riferimento N.1 nel panorama dell'editoria femminile
globale. Il nostro target sono le libere professioniste,
imprenditrici e manager di età diverse provenienti da
background professionali differenti. Lavoriamo verso
lo standard stabilito nell'Obiettivo di Sviluppo
Sostenibile sull'uguaglianza di genere dell'ONU: la
parità di genere, è una questione Etica e di Diritto.
Consentire alle donne di partecipare pienamente a
tutti gli aspetti della vita è essenziale per costruire
economie più forti e migliorare la qualità della vita per
le famiglie e le comunità. Tutta l'economia e tutta la
finanza funzionerebbero meglio se il potenziale
femminile fosse riconosciuto: è una questione di
sguardo sul mondo. Le organizzazioni, con le loro
gerarchie, i loro linguaggi, i loro ritmi, non sono
pensate a misura di donna. La nostra rivista non solo
è un potentissimo strumento di marketing e business
per le aziende, ma è anche una fonte d'ispirazione: le
nostre protagoniste sono modelli da seguire ed
imitare per raggiungere un determinato status quo.
GUIDO
Ti dico subito alcune regole di questi a tu per tu
Valeriana: è essenziale che tu metta passione ed
autenticità in questo nostro incontro. Ci sono tre
cose che regolano questo “a tu per tu” che io
ritengo essere fondamentali:
la passione e
l'autenticità. In questo sono un Direttore del
personale un po' atipico e ti dirò il clima culturale
che stiamo creando. Perché atipico? Perché ho
alcuni pregiudizi. Primo: credo fermamente che le
idee non abbiano gerarchia. Tutte le persone,
indipendentemente dalla scala gerarchica,
racchiudono un mondo unico ed inimitabile: uno
scrigno prezioso. La gerarchia invece ha dei
pregiudizi contrari che vedono una stretta
correlazione tra intelligenza e potere. L'intelligenza
invece è distribuita. Secondo: il confronto tra i
saperi è determinante: nessuno ha la verità in tasca
ed è solo confrontandoci con autenticità che
possiamo farci venire qualche dubbio ed avanzare.
Dubitare è un gesto di forza, di autorevolezza del
nostro pensiero. Terzo: la gentilezza come stile di
vita anche nelle relazioni professionali. Atal
proposito ho lanciato una proposta all'interno di Enel
che si chiama “Leadership Gentile” che già, solo a
pronunciarlo, fa venire i brividi al machismo
imperante. Attenzione, non parliamo più di maschile
e femminile ma di un concetto (o meglio una virtù)
che si sposa indistintamente con tutti prevaricando il
sesso ed il genere, che scardina quei vecchi
preconcetti che la ritenevano un'attitudine
tipicamente femminile, quasi a demarcarne la
subalternità rispetto ad altre. Talvolta la gentilezza
viene scambiata come debolezza e liquidata come
sentimentalismo ma non lo è affatto, anzi: la
gentilezza fortifica gli individui perché occorre forza
interiore per manifestarla. È la virtù più difficile,
richiede forza e sicurezza d'animo. Non può essere
confusa con quei valori che consideriamo recessivi,
inadatti, deboli. In un momento di grande
trasformazione sociale, economica ed esistenziale
come quello che stiamo vivendo, è certamente uno
strumento, ed un valore, che può davvero fare la
differenza, che ci guida verso un nuovo modello di
leadership, con effetti benefici scientificamente
dimostrati su più livelli, dalla salute alla qualità della
vita, da una differente gestione dello stress a un
nuovo modello lavorativo-imprenditoriale, fino al
raggiungimento di un reale benessere individuale,
relazionale e collettivo. Per la maggior parte della
gente lavorare non è esclusivamente un'attività utile
a procurarsi mezzi di sostentamento, ma una vera e
propria fonte di realizzazione personale, di
espressione delle proprie potenzialità, un modo per
dare il proprio contributo alla società e un luogo dove
stringere relazioni umane e professionali positive per
la crescita sia interiore che professionale.
Considerando quante ore ciascuno trascorre con i
propri colleghi e superiori è facilmente intuibile come
sia importante la presenza di un clima positivo e
sereno all'interno del posto di lavoro. Se la gentilezza
diventa un pilastro fondamentale dell'esistenza, verrà
esercitata ovunque, anche e soprattutto al lavoro, in
modo completamente trasversale, svincolato dai
livelli gerarchici. È importante essere gentili in tutte le
direzioni: non solo con i superiori o in modo mirato
verso qualcuno che pensiamo possa esserci utile per
i nostri obiettivi. Alla mancanza di gentilezza,
specialmente in ufficio, viene spesso data come
giustificazione la “mancanza di tempo”. La velocità
con cui sentiamo di dover fare tutto infatti ci
impedisce di dedicare la dovuta attenzione alle cose
perché va a contrarre sia i tempi che i modi di
sviluppo di una relazione. Ma la gentilezza in sé non
richiede tempo, bensì comprensione della diversità
(ognuno di noi è diverso e non bisogna mai dare
nulla per scontato); richiede attenzione per le piccole
cose; mantenere gli impegni presi; chiarire le
aspettative; essere coerenti; capacità di chiedere
scusa, perché a ciascuno può capitare di sbagliare.
Le emozioni sono contagiose: se io sono gentile,
inevitabilmente anche chi mi è accanto proverà il
desiderio di esserlo a sua volta. Il fatto che spesso la
gentilezza sia considerata come un atteggiamento
debole e remissivo, tipico di persone eccessivamente
sensibili, fa in modo che molti manager e leader
sentano di doverla nascondere, perché non vogliono
apparire deboli e troppo coinvolti emotivamente agli
occhi dei dipendenti. La gentilezza del leader per
essere efficace ed effettiva deve sempre essere
affiancata dalla fermezza delle decisioni, dall'integrità
e onestà nei confronti dei propri dipendenti. Il leader
gentile infatti è colui che si conosce bene, è
cosciente sia dei suoi punti di forza che delle sue
debolezze, quando serve sa essere rigoroso ma
senza arroganza e prepotenza, in grado di affrontare
difficoltà, esprimere le sue emozioni e comprendere
quelle altrui, mostrandosi dunque capace di empatia.
I manager e datori di lavoro per favorire un ambiente
gentile devono essere un modello di ispirazione per
gli altri; il vero leader, è una persona che seguiamo
senza costrizioni, una persona che sa ispirarci
perché richiama rispetto, competenza, ammirazione,
fiducia e amore: guida il gruppo, sa ascoltare, motiva
e aiuta, senza imporsi o sopprimere le idee altrui.
Non viene seguito perché ha il potere dovuto alla sua
posizione. Guidare un team significa essere modello
con l'esempio, offrire il proprio supporto, fidarsi delle
persone e valutare la loro opinione, considerare
l'esistenza dell'altro nella sua totalità. Un ambiente di
lavoro eccellente è quello in cui si ha fiducia nelle
persone per cui si lavora, si prova orgoglio per ciò
che si fa e ci si trova bene con le persone con cui si
lavora. Fiducia, Orgoglio e Spirito di squadra. Queste
rappresentano le tre relazioni principali tra l'individuo
e il luogo in cui lavora. Nella pratica della gentilezza,
possiamo infatti realizzare un ambiente che ci
permetta la reale manifestazione delle nostre
aspirazioni profonde, dei nostri talenti, del nostro
essere e del nostro sentire. Sappiamo quanto sia
importante, per il successo economico aziendale,
raggiungere anche una piena soddisfazione
personale dei membri dell'organizzazione: un leader
gentile è un ponte straordinario per permettere
questo! La gentilezza diventa dunque un modo per
affrontare la vita attraverso la capacità di connettersi
con gli altri per creare un ambiente inclusivo e
piacevole per tutti, in cui sentirsi accettati e protetti.
Ecco perchè ha i suoi vantaggi quando viene
applicata all'interno dei rapporti professionali;
dovrebbe addirittura far parte delle soft skill in quanto
migliora la produttività. Un clima di lavoro più sereno
permette di ottenere il massimo dalle persone, che in
questo modo si sentono più responsabilizzate. Non
bisogna perdere l'occasione per essere gentili e
migliorare la qualità di vita, sia propria che del
prossimo. Tornando a noi Valeriana, sappiamo che
sul terreno delle pari opportunità si gioca una partita
importante per il nostro sviluppo, perché oggi sono le
donne il valore aggiunto per vincere le sfide del
futuro ma quale è, secondo te, il limite che non
consente loro di sfondare quel simbolico tetto di
cristallo che pregiudica le loro carriere e le loro
esistenze? Che cosa manca alle donne per vincere
veramente? Che cosa possiamo e dobbiamo fare
perché questo accada?
VALERIANA
Hai ragione Guido, la gentilezza deve essere
considerata una possibilità di atteggiamento per ogni
individuo a prescindere dal sesso; la riscoperta della
gentilezza interessa sia uomini che donne di tutto il
mondo, desiderosi di riappropriarsi di questo
sentimento che a lungo è stato represso. Il modello
sociale prevalente nel mondo occidentale (e non
solo) premia “il migliore”: chi ottiene più successo:
questo non fa che incoraggiare la competitività, che a
sua volta innesca ansia e provoca stress. Questo è
un grave danno per la vita di ciascuno: viviamo
immersi in un ciclo senza fine di negatività, in cui
prevale la violenza (sia verbale che fisica) e
l'arroganza. A subirne i danni maggiori sono le
relazioni interpersonali: è difficile instaurare un
rapporto equilibrato e costruttivo se alla base manca
la gentilezza, il desiderio di ascolto e di prendersi
cura dell'altro. Ps. Se non abbiamo rotto, abbiamo
quantomeno scalfito quel soffitto di cristallo che
ancora esiste nella società. Ed ho una grande
speranza: che in futuro la presenza di donne ai vertici
delle istituzioni non sia più un'eccezionale novità, ma
una consolidata normalità. Una Società inclusiva,
moderna, capace di anticipare, e non solo attendere,
il futuro. Viviamo in un'epoca che vede una perdita di
fiducia (con differenti accenti, ma abbastanza
generalizzata), nelle istituzioni. Una tendenza che –
giocoforza – deve anche far interrogare le istituzioni
stesse sul loro ruolo nella società. Che cosa manca
alle donne per vincere veramente? Che cosa
possiamo e dobbiamo fare perché questo accada?
Innanzitutto diciamo quello che NON dobbiamo fare.
Non dobbiamo, ad esempio, lasciare che si parli di
noi donne come “della questione femminile” perché
ritengo che sia un ulteriore modo per ghettizzarci. La
società è composta da donne e gli uomini: siamo
parte integrante della comunità e non possiamo
ancora oggi, alla luce del terzo millennio essere
ancora additate come “un problema”. È un fatto che
le donne siano una risorsa per l'immenso contributo
che danno alla nostra società, dalla quale spesso
non ricevono un riconoscimento adeguato. D'altro
canto dobbiamo ricordare che i Paesi più prosperi,
solidi e competitivi del mondo sono anche quelli in
cui lo squilibrio tra uomini e donne nell'occupazione,
nelle carriere e nei salari è minore. Il progetto
editoriale Donna Impresa Magazine è un ulteriore
sforzo in questa direzione al fine di contrastare e
rimuovere gli ostacoli politici, sociali, economici e
culturali all'effettiva realizzazione delle pari
opportunità. Per far sì che questo accada bisogna
intervenire su tutti i fronti; quello culturale in primis.
NON dobbiamo ostacolarle nella carriera:
immaginate l'arrivo di una donna dentro un ambiente
di lavoro maschile. Il suo modo diverso di vedere le
cose rompe tutti gli equilibri. Il potere costituito si
vede messo in discussione attraverso modalità mai
viste prima. Per i maschi coalizzarsi contro
quell'elemento di disturbo diventa una cosa naturale
come respirare. La donna viene messa
nell'impossibilità di importare nuove dinamiche sociali
nel gruppo e l'unico modo per farlo e bloccarle
l'accesso a ruoli dirigenziali. NON dobbiamo
sottovalutare le sue potenzialità: non è esagerato né
sbagliato affermare che le donne sono sottovalutate
in molti settori, a cominciare da quello professionale.
In questo ambito, infatti, gli uomini rivestono funzioni
che godono di un prestigio più elevato, e al tempo
stesso, vedono il proprio lavoro riconosciuto con più
gratificazioni, non solo economiche. L'empowerment
femminile dovrebbe essere nell'agenda di tutti. Non
c'è ragione per non fare di più individualmente, o
attraverso le nostre aziende e i nostri governi per
dare potere alle donne e sostenerle nella
realizzazione del loro potenziale. Sia gli uomini che le
Connecting Manager
Ri-evoluzione
atupertu con:
GUIDO STRATTA e VALERIANA MARIANI
www.dimagazine.it
donne dovrebbero contribuire allo stesso modo
all'ambiente economico e contribuire allo stesso
modo alle loro famiglie e alla società. Il nostro Paese
si colloca invece male nel campo dell'empowerment.
Partiamo da una situazione molto più arretrata
rispetto ad altri Paesi avanzati. Basti guardare al
tasso di occupazione femminile che abbiamo che non
dipende solo dalla pandemia, la pandemia si è
innestata in una situazione già critica. Il nostro Paese
ha un problema della valorizzazione complessiva
delle sue risorse femminili: non solo c'è un problema
di carenza di crescita, ma di produttività. C'è bisogno
poi di “sorellanza” se vogliamo davvero cambiare il
modo in cui il mondo funziona per le donne o
quantomeno accelerarne il passo. Ed in questo, voi
uomini non potete aiutarci (sorrido). Le amicizie tra
donne garantiscono il piacere di sentirsi capite e
protette. Un'amica può sostenerti ed imprimerti
coraggio: è solo attraverso un forte legame che le
donne avranno l'opportunità di cambiare il modo in
cui vivono. Al contrario, gli antagonismi non fanno
altro che danneggiare e perfino indebolire il genere
femminile. Una vecchia battuta diceva: “Gli uomini tra
amici si insultano, le donne tra nemiche si fanno i
complimenti”. La prima cosa da tenere a mente
quando si affronta uno stereotipo culturale sono le
eccezioni: l'amicizia tra donne esiste proprio come
esiste tra uomini ma ci sono dei motivi socio-culturali
che sbilanciano la frequenza di questi comportamenti
tra i generi. Il termine “sorellanza” non è certo di
recente introduzione: le origini di questo concetto
risalgono, all'incirca, agli anni Settanta del secolo
scorso. Fu la scrittrice Kate Millet la prima a usare la
parola “sisterwood”, tradotta in italiano appunto come
“sorellanza”. Di che cosa si tratta? Si può intendere la
sorellanza come una complicità tra donne, una dote
di cui non si può fare a meno se si vuol raggiungere
l'obiettivo dell'affermazione dei diritti femminili unito al
superamento della disparità di genere. Ancora oggi,
infatti, è troppo ampio il divario tra le donne e gli
uomini: la discriminazione coinvolge numerosi ambiti,
che spaziano dalla disuguaglianza dei salari fino ai
più tragici femminicidi. Ma se vogliamo essere sinceri
fino in fondo Guido, vi è però anche un altro
atteggiamento che pregiudica il rapporto fra donne
demolendo quell'illusione di “sorellanza” che ha
animato e anima da sempre il femminismo: l'atavica
competizione tra donne. A tal proposito citiamo
testualmente un passo dal libro “La passione triste” di
Elena Pulcini: “L'invidia femminile è pervasiva e
onnipresente, coglie ogni pretesto per posare
sull'altra il proprio sguardo maligno, e tende a
moltiplicarsi, riconfermando la sua sostanziale
indifferenza all'oggetto, e finendo per investire non
solo quella singola donna, ma le donne in generale
(…). E allora? Che ne è delle conquiste del
femminismo e di quella solidarietà in cui abbiamo
intensamente creduto?” Pulcini dice ancora: “La
condizione di impotenza e di subalternità
all'egemonia maschile si è tradotta in una sorda
rivalità reciproca, spingendo le donne a farsi
subdolamente la guerra tra loro…” sebbene sia
doveroso riconoscere che la prima cosa da tenere a
mente quando si affronta uno stereotipo culturale
sono le eccezioni: l'amicizia tra donne esiste proprio
come esiste l'odio tra uomini. Ma perché le donne
non si sentono mai sufficientemente belle,
sufficientemente preparate, sufficientemente
intelligenti ecc. ecc. ecc.? Potremmo definirla,
ironicamente, la "sindrome di Renée", la portinaia nel
libro "l'eleganza del riccio" (L'Élégance du hérisson)
un romanzo del 2006 scritto da Muriel Barbery. Se
così non fosse, in considerazione che le donne
rappresentano oltre la metà della popolazione
mondiale, non staremmo ancora oggi a parlare di pari
opportunità. Se solo fossimo più coese, più solidali
ma soprattutto più sicure di noi stesse potremmo fare
cose grandiose, come ad esempio, governare il
mondo... un'aspettativa altissima, forse eccessiva?
Una visione utopistica? Forse. Ma io credo che
l'utopia sia una verità prematura. Quando tutto questo
potremo considerarlo desueto vorrà dire che nel
mondo del lavoro, così come in quello della politica,
dell'economia e di tutti gli altri settori della vita
pubblica, si saranno trovate le soluzioni più adeguate
poter guardare al valore della persona in quanto tale;
si saranno potenziati i servizi in risposta alla diversità
delle esigenze, si sarà riusciti ad avanzare in un
disegno democratico e politico, espressione di
maturazione civile e di deontologia professionale.
“ Ah, se fosse tutto così semplice... ” canta
Noemi…
GUIDO
Nel settore maschile permane questa sorta di
“sistema delle alleanze” è contemplato da secoli di
storia. Circa le quote rosa devo dirti però, Valeriana,
che se solo non avessi avuto questi strumenti a
disposizione, non sarei riuscito a nominare delle
donne ruoli di responsabilità nel momento in cui mi
trovavo ad adempiere al compito di eleggere delle
rappresentanze. Sono onorato di dire, a chi ci
segue, che è invece proprio grazie alle quote rosa
se questo è potuto accadere, ed aggiungo, per la
prima volta in Enel, che a parità di merito ho potuto
privilegiare delle donne. Come dire ai “maschietti”
(sorrido) che è tempo, noi uomini, di fare un passo
indietro. Di nuovo non ce l'avremmo fatta senza le
quote rosa. Io che sono filosofico e odio le quote,
devo però riconoscere che il risultato è arrivato.
Bada bene Valeriana, non sono quote non su
merito: sono note su merito, a disciplinarle è la
meritocrazia. Per me la discussione è: la quota non
deve abilitare donne non di valore. Questa è una
cosa che ci tengo a dire perché laddove ci sia il
merito la quota deve aiutare. E' più accettabile da te
detta così? Te la rigiro…
VALERIANA
Certamente. Ma in effetti non mi piacciono le quote
rosa perché non si basano sul merito. La mia
visione è la meritocrazia e le quote rosa ho auto
l'impressione che non riconoscessero i meriti.
Questo va benissimo ed io auspico che avvenga
così, in qualsiasi tipo di contesto sia esso
imprenditoriale piuttosto che politico. Ed anche noi
donne dobbiamo essere consapevoli di avere la
preparazione necessaria ad affrontare le sfide per le
quali ci candidiamo piuttosto che far leva sulle quote
di genere perché questo non giova all'economia
così come non giova alla politica. Noi per prime
dobbiamo essere oneste con noi stesse. E dunque
Guido ti faccio i mie più sentiti complimenti per
essere riuscito ad accogliere nel management di
Enel, attraverso lo strumento delle quote rosa,
donne che meritavo di occupare quelle posizioni.
Devo essere sincera Guido, quando ho letto il tuo
post su LinkedIn in cui si affrontavano queste
tematiche, ma anche sulla scia di quello che avevo
letto su Enel circa il riconoscimento formale del
valore delle donne, non ho esitato un attimo dal
contattarti. Si fa un gran parlare di donne e di meriti
riconosciuti ma, in realtà, di cose concrete non ce
ne sono molte al di là delle promesse. Complimenti
Guido, e complimenti anche ad Enel per dare
fattivamente prova della sua Mission.
GUIDO
È dunque una sufficienza, a voler ragionare in
termini di voti?
VALERIANA
NO. Direi che è un 110 e lode Guido (sorrido).
GUIDO
Voglio tornare un attimo sul “codice” della sorellanza
o della fratellanza e/o comunque il codice del NOI.
Quando arriva una sorellina o un fratellino in
famiglia, i bambini sono portati a pensare che
perdano in parte l'affetto dei genitori. Ma anche
potere. Idem in un'azienda. Quando arriva
un'intruso si è portati a pensare il perché di quella
assunzione e se questa provochi dei “disequilibri”
all'interno delle dinamiche esistenti. Poi però, se c'è
l'intelligenza, il fratellino o la sorellina scoprono la
gioia del noi: che possono giocare insieme, possono
aiutarsi e che i genitori vogliono bene a tutti e due. E
così capita anche nelle imprese quando c'è
l'intelligenza e la generosità. Ecco, questi codici
sono una ricetta molto sana per creare relazioni.
Vengo alla domanda scomoda sulle donne,
Valeriana… che le donne o agiscono codici
maschili, perché le rassicurano nell'essere
accettate, oppure agendo codici femminili eccessivi.
Allora la domanda è: cosa dire alle colleghe che ci
seguono per rimane leaders femminili ed
intraprendere senza perdere la propria femminilità
ma neppure eccedervi? Che sensi di colpa avete ad
essere leaders?
VALERIANA
Nessun senso di colpa Guido. Presumo che
investire sui tratti femminili della leadership può
davvero essere, oltre che eticamente giusto,
strategicamente ed economicamente opportuno. Tu
mi chiedi il perché del non essere semplicemente sé
stesse… beh, nella gran parte dei luoghi di lavoro
tradizionali esiste un pregiudizio diffuso che associa
la leadership all'essere uomo la leadership è
connessa nella nostra mente all'idea di mascolinità
e questo probabilmente induce molte donne a
“mortificare la femminilità” ; dall'altra le donne
puntano sull'arma della seduzione. Da secoli è così.
Io penso che dovremmo semplicemente essere noi
stesse. Credere in noi stesse.
GUIDO
Questo scenario Covid ha peggiorato il gender gap?
VALERIANA
No, non credo. Tutt'altro. La pandemia ha mutato il
nostro mondo. Probabilmente, con lasciti indelebili
tutt'altro che a sfavore del gender gap. Usando un
termine, forse ora quasi abusato, la nostra è stata
una formidabile prova di resilienza. Sono convinta
che quando la cronaca – col passare degli anni – si
cristallizzerà in storia, metteremo ancor meglio a
fuoco quanto tutti e tutte noi abbiamo saputo fare, e
quanto stiamo continuando a mettere in atto, in
questo periodo, uniti. Per la prima volta, non si è
badato più al sesso e/o al genere, abbiamo
dismesso le “armi” a favore della sopravvivenza. E
questo è stato un grandissimo insegnamento.
Significa che tutti insieme ce la possiamo fare. Noi
dobbiamo pensare alle generazioni future, a cosa
lasciamo loro. Quale patrimonio di conoscenze
erediteranno le nuove generazioni? Quale tipo di
insegnamento? Dobbiamo essere consapevoli di
questo e dobbiamo agire con grande maturità
poiché saremo sotto il giudizio delle generazioni che
verranno ma anche dei nostri figli. Uomini e donne
devono esprimere il meglio. Noi donne perché
siamo generatrici di vita e gli uomini, non di meno,
perché è anche grazie a loro che si concepisce un
figlio. Dobbiamo entrambi assumerci la
responsabilità di dare una continuità a questo
mondo nella maniera migliore che sappiamo, e
possiamo fare.
GUIDO
Valeriana ti sei ispirata a qualcuno in questo tuo
percorso oppure hai giocato una tua partita?
VALERIANA
Ho giocato la mia partita, anche se, il giocarla mi ha
privata di tante cose (mi commuovo). Posso dire
con merito (e non demerito) che sei stato l'uomo
che mi ha fatta piangere Guido? Le persone,
precisamente, possono sperimentare due tipi di
delusione. La delusione per uno scopo mancato:
volevo un buon lavoro e non l'ho avuto, volevo fare
un viaggio e non l'ho fatto, volevo possedere una
bella casa e non l'ho posseduta, volevo essere
amato e non sono stato amato, ecc., e perciò sono
insoddisfatto; e la delusione per uno scopo
conseguito, la delusione, cioè, che si prova perché il
conseguimento di un certo scopo non ci soddisfa
come ci eravamo aspettati: volevo un buon lavoro e
l'ho avuto, volevo fare un viaggio e l'ho fatto, volevo
una bella casa e l'ho posseduta, volevo essere
amato e sono stato amato, ecc., eppure, ogni volta,
contrariamente alle mie aspettative, pur avendo
investito moltissime energie per cogliere questo
scopo, non sono appagato. Questo secondo tipo di
delusione ha una natura rivelativa, perché consente
di comprendere che l'oggetto del desiderio umano
non è rinvenibile in nessuna esperienza finita. La
struttura antropologica è quella di un essere
essenzialmente inquieto, teso a “sfuggire ad ogni
determinazione, esterna o interna, e ad affermare la
sua indipendenza nei confronti di tutti i limiti esterni
o interni, fino a desiderare il superamento, in
qualche modo, dei confini stessi della sua natura”.
Ecco allora delinearsi una nuova nozione di
desiderio, non più in equazione con dei bisogni
specifici, ma esteso nella sua anima. Come nota
Tommaso d'Aquino, tutti i nostri obiettivi suscitano
una reazione comune: quando essi vengono
raggiunti e posseduti non li si apprezza più e si
desiderano altre cose, cioè il desiderio non viene
mai appagato da essi. Ovvero, per tutti questi
oggetti val l'“esperienza del disinganno”. Ecco
allora delinearsi una nuova nozione di desiderio,
non più in equazione con dei bisogni. “CHIEDIMI SE
SONO FELICE”... e se fosse il nostro prossimo
webinar Valeriana?
FrancoAngeli
Il saggio suggerisce che
ognuno di noi può essere
uno strumento di
cambiamento,
promuovendo la crescita
personale e quella degli
altri, attraverso l'esercizio di
una leadership gentile. Rievoluzione:
perché i
processi che portano alle
vere trasformazioni partono
sempre da noi stessi, dal
fatto di sentire che le cose
possono essere viste in un
modo diverso, che è
possibile allargare gli
orizzonti e avere una
prospettiva più inclusiva.
Attraverso l'esercizio di una
leadership gentile, ognuno
di noi potrà essere uno
strumento di cambiamento
e promuovere la crescita
personale e altrui.
BOO
K
ANGELO MAROI I clienti lo chiamano
www.dimagazine.it
“l'Angelo custode dell'evento”.
Il Cerimoniere organizza nozze, eventi pubblici, aziendali e privati, sfilate e Destination Wedding Sempre con la sua maniacale ossessione
per i dettagli, quello che fa davvero la differenza. L'addetto al cerimoniale è una professione che non tramonta mai: quando le regole di
forma diventano uno degli aspetti della sostanza (accade in occasione di grandi eventi pubblici o privati), il ruolo chiave è giocato da lui.
Angelo Maroi nasce a Pavia il 9 marzo 1969. Prima
Libero professionista nel settore commerciale, poi la
passione di allestitore floreale ed organizzatore di
eventi diventa sempre più importante, a giugno
2007 partecipa al corso master, base ed avanzato
di Event e wedding Planner presso l'Accademia
Fenice Eventi a Roma. Dopo il master nasce Il
Cerimoniere, il nome sembrerebbe scelto a caso
ma invece è il nomignolo che gli amici gli danno
perché Angelo collabora con Sacerdoti, Vescovi e
Cardinali assistendoli durante le cerimonie religiose
solenni, collabora anche con diverse Autorità Civili
durante le cerimonie civili solenni. Dal 2008 inizia a
collaborare con i migliori catering, partendo dal
gradino più basso, la manovalanza, evento dopo
evento la formazione sul campo avviene grazie ad
un Maitre di vecchia scuola il quale gli insegna ogni
cosa per un perfetto ricevimento. La sua formazione
continua con studi in ogni settore del
organizzazione eventi. L'organizzazione di un vero
e proprio matrimonio, avviene quando una coppia di
futuri sposi erano nella confusione più totale,
allorchè il titolare del catering diede l'incarico ad
Angelo per organizzare tutto l'evento nozze. Iniziò
così il lavoro del Il Cerimoniere. Terminata
l'esperienza catering, Angelo prosegue da solo, un
po' a fatica, ma con buoni risultati. A giugno 2015,
un nuovo inizio, una nuova immagine (un nuovo
look pubblicizzato con un evento Personale)
dedicata alla stampa del settore wedding. La
pubblicità è assicurata. Il fiore all'occhiello
appuntato al bavero della giacca, diventerà il motto
“il fiore all'occhiello dell'organizzazione” ed il
simbolo di Angelo e del Il Cerimoniere 2.0
MA QUAL È IL SIGNIFICATO DE
“IL CERIMONIERE”?
Il Cerimoniere un termine antico ma molto, attuale.
NON il consueto Wedding Planner tutto fare,
Il Cerimoniere è colui che ha il compito di preparare
l'organizzazione nel periodo precedente all'evento.
Sceglie, con i futuri sposi, e poi coordina, tutti i
professionisti nelle loro incombenze durante i
preparativi e durante lo svolgimento dell'evento. Il
Cerimoniere è Maestro di Cerimonia religiosa e/o
civile, NON UN CELEBRANTE. Egli dirige la
cerimonia ed il ricevimento il giorno dell'evento
rimanendo sempre un passo indietro al cliente.
Maestro di cerimonia, progetta gli allestimenti
dedicati solo alla cerimonia ed al luogo in cui si
svolge concordando con il celebrante la scaletta
della musica suonata o anche cantata nel rispetto
delle varie liturgie. Riceve i ospiti facendoli
accomodare seguendo se necessario il dettame del
cerimoniale. Durante il Ricevimento il Cerimoniere
coordina i vari professionisti scelti avvalendosi se
necessario del galateo del ricevimento. I dettagli e
gli allestimenti, sotto la sua supervisione, vengono
realizzati come da progetto. I dresscode sono una
parte fondamentale dell'evento: il Cerimoniere
impartisce infatti i consigli ed i canoni per la scelta
più opportuna: il tutto scelto e condivo ovviamente
con il cliente o coppia di sposi.
IL CERIMONIERE PUÒ
SEMBRARE UN UOMO DI ALTRI
TEMPI, MA È MOLTO
MODERNO.
Curiosità:
Il suo ruolo è quello di curare in prima persona tutti
gli aspetti della cerimonia, oggi molto spesso
dimenticata, e del ricevimento, affiancando la
coppia in tutte le fasi dell'organizzazione e dando
suggerimenti mirati per coordinare tutti i
professionisti sia in fase di allestimento sia durante
l'evento. E' proprio "il Cerimoniere" il nome del
Brand di Angelo Maroi, conferitogli scherzosamente
dagli amici in gioventù per via della sua eleganza,
del suo amore per la forma, del bello assoluto e del
dettaglio quasi maniacale. Grazie ai modi garbati e
alla passione che mette nel suo lavoro, in poco
tempo gli sposi vedono nel cerimoniere un amico e
confidente: da quel momento in poi, può compiersi
la magia del matrimonio. Riscoprite con il
cerimoniere di Angelo Maroi tutto il fascino del
particolare che fa la differenza per rendere
indimenticabile il giorno del sì!
Come lavora il cerimoniere:
Il Cerimoniere lavora con una caratteristica ben
precisa, far vivere, alla coppia o al cliente
l'emozione di quel giorno futuro durante tutta la fase
organizzativa colpendo sulla loro immaginazione.
Finanche esagerando, poiché la prerogativa della
coppia di futuri sposi, o di un cliente, è fare sempre
bella figura agli occhi dei loro ospiti. Angelo, nel
pieno rispetto del suo mandato, fa vivere, con varie
piccole prove visive, tutto ciò che avverrà il giorno
dell'evento perché il cliente deve essere partecipe in
prima persona in tutto e per tutte le scelte.
Com'è strutturata la sua decennale
attività:
Angelo è l'unico ad occuparsi di tutto. Non ha uno
staff fisso o dipendenti tutto fare ma si avvale, di
volta in volta, di selezionatissimi professionisti che
siano in grado, in ogni dove, di organizzare l'evento
così come l'ha immaginato il cliente rispettando
anche il più piccolo dettaglio.
Il suo motto:
"Ogni professionista è professionista del proprio
settore, io del mio". Il giorno dell'evento il
Cerimoniere sarà l'Angelo custode della coppia, il
coordinatore, il punto fermo ed il responsabile di tutti
i professionisti impegnati all'evento.
Pro e contro della sua attività:
L'essere un wp è per Angelo, un vanto. Vestire i
panni del Cerimoniere è un lavoro fantastico dove la
creatività la professionalità sono portate ai massimi
livelli. Un ruolo che ti permette di conoscere molte
persone e diventarne anche amico. Inevitabilmente
capita che si instaurino rapporti confidenziali tra
Cerimoniere e Cliente/i, questo però non fa
dimenticare ad Angelo il rispetto della gerarchia in
ambito professionale - Mai oltrepassare la linea del
rispetto del ruolo Cerimoniere/Cliente - precisa
Angelo.
I contro:
Essendo questo un lavoro nuovo affascinante, è
molto inflazionato. Ci si scontra non di rado con la
poca competenza di coloro che si spacciano come
seri professionisti rovinando il mercato.
Come si diventa addetto al
cerimoniale?
Inclinazione personale, esperienza nel settore della
comunicazione e, ultimo ma non per ultimo,
formazione.
II perché della scelta del nome “Il
Cerimoniere”:
Il Cerimoniere è stato scelto per il suo significato
puro: IL CERIMONIERE ORGANIZZA COORDINA
PRESENZIA. La sua funzione principale consiste
nel riuscire a prevedere eacancellare tutti gli
ostacoli lungo il percorso di un processo di
comunicazione: rendere la strada agevole per
raggiungere più serenamente il traguardo, o meglio
il successo dell'evento.
Ma che senso può avere parlare di
cerimoniale in una società come la
nostra, in continuo mutamento?
Il contesto sociale di cui si occupa il cerimoniale è
soggetto per natura a continui cambiamenti: per
questa ragione si rende necessario affidarsi a
persone che conoscono la materia e sono quindi in
grado di far fronte anche ad imprevedibili alternative
dell'ultimo momento.
Riconoscimenti:
Anno 2021 Vince due Importanti Premi:
· Miglior Wedding Planner del Nord Italia
(Insignito da Wedding Planners Pro la
Wedding Business School di Roberta Torresan)
· The Italian wedding Stars categoria Wedding
Planner (giudizio e premio ricevuti da Daniela Corti
e da una Giuria Europea)
Il Cerimoniere
di Angelo Maroi
Mobile.: 3337727780
Mail: info@ilcerimonierepavia.com
Web: www.ilcerimonierepavia.com
È CON NOI
IL CERIMONIERE
DI PAVIA
Angelo
Maroi
UI
Gustiamoci
i nostri sogni
partendo
dalle picole cose
LA MAGIA DEL RISVEGLIO
La prima cosa che ci colpisce, usciti dall'inverno, è la luce, quasi non ci riescono a vedere quanto è bello il mondo
quando si risveglia. La luce è tutta intorno a noi, la sentiamo sulla pelle, miracoli della vitamina D, di cui tanto
abbiamo bisogno e che per avercene abbastanza ci servirebbero 30 minuti di sole al giorno. Eh! Ad averceli in
inverno... E infatti quando arrivano è una festa che merita di goderla, appieno.
Casa Arioli sorge nello splendido territorio del
Parco del Ticino, un paesaggio di particolare
bellezza, ricco di storia e di antiche tradizioni. Il
podere è caratterizzato da un'area dedicata al
caseificio, l'abitazione privata della famiglia Arioli, la
IL CASEIFICIO
.
Da sei generazioni trasformiamo il latte della Pianura Padana in prodotti di eccellenza.
Cascina storica Barzizza, dove un tempo viveva e
lavorava l'intera famiglia, le aree dell'antica cascina
trasformate in SPA e centro benessere. Il tutto
immerso nella natura con le risaie e le aree dedicate
all'allevamento di bestiame e alle attività funzionali
alla produzione agricola e di trasformazione
pienamente all'opera. La famiglia Arioli ha scelto di
insediarsi in questo territorio già dal 1963 per le
caratteristiche uniche del paesaggio, ottimali per la
produzione casearia. L'attività storica del caseificio è
poi stata ampliata nel tempo in una serie di progetti
che descrivono in pieno il senso e il calore
dell'ospitalità della famiglia Arioli: prodotti genuini,
ambienti confortevoli, attenzione al benessere e alla
cura di sé.
Caseificio Arioli Achille
Ozzero MI
From farm to fork
FOO
D
Speial
Ecellenze d'Italia in tavola
T. 02 940 7302
Arioli Agriturismo SPA & Benessere
81
Ozzero MI
T. 02 940 7893
www.arioliachille.com www.dimagazine.it
Il caseificio
Arioli
sbarca ad
Hollywood
Il formaggio è un'arte e quello prodotto da
Gianluca Arioli (nella foto) nel suo Caseificio ce lo
dimostra. La lavorazione artigianale, la cura per
il dettaglio e la passione sono rimasti sempre i
pilastri di un prodotto di qualità che ha fatto
molta strada, arrivando persino sulle tavole
esclusive di Hollywood nella notte degli Oscar. A
spiccare il volo verso Los Angeles sono state
ben dieci forme di gorgonzola piccante DOP dal
sapore unico e inimitabile, pronte a deliziare il
palato di vip e star del cinema.
“ La nostra famiglia ha origini bergamasche – ci dice
Gianluca – ci siamo stabiliti nella valle del Ticino
verso il 1750. Produciamo formaggio dal 1811 e
abbiamo costruito il nostro caseificio a Ozzero nel
1963. Fu proprio mio padre Achille, a scegliere
Ozzero come luogo dove costruire il caseificio, una
piccola località nel territorio del Ticino che fa da
snodo tra Pavia, Abbiategrasso e Milano. Da sei
generazioni trasformiamo il latte della Pianura
Padana in Taleggio DOP, Burro, Crescenza e
Gorgonzola dolce DOP. Ma è il Gorgonzola piccante
DOP il nostro fiore all'occhiello, un'eccellenza
riconosciuta con il marchio del Consorzio di
Gorgonzola di Novara, un formaggio unico che
impreziosisce ogni giorno le tavole di tante famiglie e
i menù di importanti ristoranti gourmet in Italia e nel
mondo. Abbiamo sempre desiderato aprire le porte
di Casa Arioli per far vivere ai nostri clienti
un'esperienza ampia e coinvolgente: non solo la
possibilità di deliziare il palato ma anche la
possibilità di sostare per una o più notti nella nostra
struttura o per regalarsi qualche ora di benessere
nella SPA. Il tutto circondati dalla natura
incontaminata del Parco del Ticino.”
Collegati al link e guarda il video per scoprire la storia di questa famiglia che ci delizia da generazioni!
Repower Italia - POWER TALKS - Caseificio Arioli - Facebook
https://www.facebook.com/100057536706248/posts/396765642251323/?d=n
Elegante morbidezza
GORGONZOLA D.O.P.
La bontà delle piccole cose fatte con cura, secondo antiche raccomandazioni ed aspettare il
lento trascorrere del tempo necessario a rendere buono ogni formaggio. Gianluca Arioli
completa una lunga storia, radicata nell’Ottocento e mai interrotta, che sa regalare veri e propri
capolavori. Oggi l’azienda casearia viene portata avanti con la stessa dedizione. Punta di
diamante il gorgonzola Arioli piccante D.O.P di altissima qualità, dal sapore unico e inimitabile.
E M O Z I O N A N T E
CASA ARIOLI
CASEIFICIO, AGRITURISMO, SPA BENESSERE
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www.arioliachille.com
VIVI UN'ESPERIENZA UNICA
A due passi da Milano
Volete godervi il relax di una struttura pensata per farvi dimenticare la frenesia della città e farvi tornare a contatto con la
natura attraverso i suoi profumi e i suoi prodotti?
A due passi da Milano potete regalarvi un'esperienza sensoriale a 360° per rigenerare mente e corpo. Sarete subito avvolti da una sensazione di tranquillità e combattere così ansia e stress. Infatti, ogni elemento naturale
contribuisce al miglioramento del nostro benessere psicologico: la mente a contatto con la natura ritrova, secondo i suoi tempi, la pace e la calma. Un tuffo nella natura può sicuramente giovare al nostro benessere, aiutarci a
ritrovare un equilibrio e permetterci di affrontare con più serenità la frenesia del mondo moderno. Se avete poco tempo, godetevi anche solo un weekend nell'accogliente Casa Arioli, coccolati dalla SPA. Se invece volete
riservarvi un weekend lungo o qualche giorno in più, potete scegliere tra i diversi itinerari e le attività pensati per ogni vostra esigenza. Un ambiente rurale ma raffinato immerso nella natura. Ogni camera è dotata dei più
moderni comfort. Troverete due proposte di camere: scegliete quella più adatta alla vostra personalità. Accanto alle camere "Charme" situate all'interno della cascina Barzizza, il corpo più antico dell'intero complesso rurale
risalente al XVI secolo, troverete quelle più moderne realizzate nella nuova parte della cascina adibita a SPA e zona benessere.
Arioli Agriturismo SPA & Benessere - Ozzero MI - T. 02 940 7893
Il ristorante
PH: Federico Busarino
La SPA
www.dimagazine.it
Best Chef Awards
Nelle foto: Gianluca Arioli con i personaggi televisivi e gastronomi italiani Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco
Il gorgonzola. Quello buono.
100% latte italiano
Paolo Sistilli gioca continuamente con colori e simboli.
Tutto questo fa parte della sua ricerca sull'archeologia della
comunicazione.
rt
CATERINA CREPAX
ALL'INTERNO:
PAOLO SISTILLI
MARIA TERESA BERDINI
The toy
box
“
Paolo Sistilli
88
”
www.dimagazine.it
Non ci sono limiti di età, è
come leggere un libro che
ogni giorno permette infinite
narrazioni.
lA SCATOLA
DEI
BALOCCHI
GALLERY
UTRECHT - NEDERLAND
www.paolosistilli.nl
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PAOLO SISTILLI
Nella foto: il Maestro Paolo Sistilli nel suo studio di UTRECHT - NEDERLAND
Si gioca con i ricordi del momento vissuto traslato in segni con contrasti e
,
simboli.
Avete
presente
quei bei vecchi
negozi di giocattoli
dove una volta si
entrava e si
rimaneva a bocca
aperta,
proprio
come fosse il paese
dei balocchi?
Quei bei negozi dove le nostre mamme venivano accolte e consigliate
mentre ci stringevano la mano per non scappare a destra e a manca tra
corridoi di giochi in scatola, peluches, puzzle e chi più ne ha più ne metta.
Ecco tutto questo esiste ancora e ha il nome di Paolo Sistilli. Nella vita di
ognuno di noi ci sono momenti di cambiamento, di rivoluzione. Possono
essere piccoli o grandi, a volte li subiamo e altre volte siamo noi gli artefici
della metamorfosi. In questo preciso istante della mia vita, ho compreso,
che l'arte è un porto sicuro dove rifugiarsi... così come la scatola dei
balocchi che offre al bambino la possibilità di immergersi nel suo mondo
interiore e di entrare in relazione con le proprie emozioni. La narrazione è
la presa di coscienza di eventi interni a noi ed esterni e la “scatola dei
balocchi” diviene uno dei luoghi privilegiati per elaborare i propri vissuti,
uno spazio di riflessione, di concentrazione e di silenzio, dove si è in
profonda comunicazione con il sé, in un atto che da dialogo e narrazione
interiori diviene dialogo e narrazione con il mondo. La ricerca del tempo di
Paolo Sistilli è cominciata con l`archeologia delle comunicazioni, proseguita
con gli alfabeti immaginari e ora arrivata ad una sintesi del tutto il vissuto,
contenitori di una valigia che racchiude ricordi e fantasia creatività
nel
tempo come sapori antichi di fragole di una passata primavera alla ricerca
di una poesia e di cromatismi che aiutano a superare questo periodo non
certo facile.
È importante lasciare spazio alla narrazione e allo sviluppo
di un pensiero. È anche importante il tempo del riordino: gli
oggetti vanno riposti uno per volta, in ordine, poi si chiude
la scatola e la si mette via.
www.dimagazine.it
Chiamarsi
www.dimagazine.it
CREPAX
CATERINA
ARCHITETTO, ARTISTA DELLA CARTA
Valentina non mi è mai stata né troppo simpatica, né antipatica. L'ho sempre trovata interessante e
coraggiosa, curiosa e originale come piace a me, sicuramente un po' troppo esibizionista per i miei
gusti, ma era suo dovere all'epoca portare avanti questo manifesto di libertà e di indipendenza. Ha
fatto bene, è stata rivoluzionaria nella sua quasi umana quotidianità. Per noi è sempre stata
presente, quasi una di famiglia, vestendo gli abiti di nostra madre, guidando la nostra auto,
abitando nelle nostre case. Valentina ha sempre vissuto con noi, anche se in una dimensione
irrimediabilmente parallela. Non si entrava mai in contatto diretto: noi tridimensionali lei
bidimensionale, noi in carne ed ossa, lei in carta e china, noi a colori, lei in bianco e nero, noi una
vita normale e tanti sogni, lei una vita normale e tanti sogni. Solo che lei nei sogni è sempre
riuscita ad entrarci attraverso le misteriose porte che nostro padre le disegnava e "realmente" li
viveva, a volte anche suo malgrado, quando più che sogni erano incubi. Non ci siamo mai toccati,
forse sfiorati, ma lei c'era sempre. Nella nostra casa, nelle nostre stanze, negli oggetti, nei vestiti. In
un certo senso ce l'avevamo anche in carta ed ossa a casa perché la nostra mamma era identica a
Valentina, ma solo nell'aspetto. Io e i miei due fratelli dopo alcuni anni dalla morte di nostro padre,
abbiamo preso in mano la sua eredità e ci stiamo occupando, ciascuno di noi con le sue abilità, di
portare nel mondo la preziosa eredità che ci ha lasciato. Essendo stati spesso inseriti all'interno dei
fumetti di nostro padre e avendolo visto lavorare in casa ogni giorno, ci siamo sentiti quasi
naturalmente tirati dentro, non avremmo potuto abbandonare una storia che era anche la nostra
storia.
Anche se questo curioso “mestiere” è nato un po'
per caso, gli studi classici prima e la progettazione
architettonica poi, hanno sicuramente avuto una
forte influenza sul mio approccio al lavoro. La
filosofia e in particolare la letteratura greca, con i
suoi miti e la presenza dominante della Natura in
ogni cosa, hanno stimolato la mia fantasia e
suggerito fusioni esteticamente curiose tra forme
umane e vegetali, piuttosto che marine, astrali o
animali. La formazione di architetto mi ha allenata ad
immaginare forme tridimensionali, all'attenzione e
alla ricerca dell'equilibrio tra insieme e dettagli, tra
struttura portante ed elementi decorativi, tra vuoti e
pieni. Mi è sempre stata utile alleata anche
nell'organizzazione del lavoro, nell'imbrigliare e
limitare a recinti possibili, una fantasia a volte
strabordante e delirante, che forse senza una
disciplina rigorosa, si sarebbe dispersa in qualcosa
di insensato ed irrealizzabile. Sono nata in una
famiglia dove erano tanti i talenti naturali: una
bisnonna pianista, un nonno primo violoncello alla
Scala, una nonna abilissima "pittrice" con i tessuti,
uno zio scopritore di grandi talenti musicali, un padre
fumettista e illustratore noto a livello internazionale.
Era facile farsi sopraffare da tante innate capacità in
campo artistico. Ma forse anche assorbire il più
possibile, rimescolare e cercare di creare qualcosa
di nuovo. Mai avrei pensato di fare quello che ho
fatto e che sto facendo. La timidezza quasi
patologica mi teneva intrappolata in me stessa.Ma
quel mio mondo mi piaceva e mi portava a vivere
storie inventate e a creare, fin da piccola, mondi e
personaggi fantastici. Non riuscivo a spezzare la
barriera invisibile tra me e le persone reali, ma erano
le mie piccole e fantasiose creazioni a fare breccia.
Cercavo di fare con le mie mani capaci cose che
creassero stupore, in modo tale che fossero loro a
mostrarsi e non io, che fossero loro a parlare
anziché me. Sono sempre stata una persona poco
rumorosa, poco appariscente, poco originale nel
modo di pormi, poco aggressiva, ma sono diventata
"pubblica" e mi sono facilmente inserita in una fitta
rete di relazioni professionali e umane, grazie
all'originalità dei miei lavori, alla loro prepotente
essenza onirica, tirata fuori un po' per caso dai miei
"cassetti segreti" e mostrata al mondo. Così per una
curiosa serie di circostanze, mentre lavoravo con
impegno e serietà come architetto, ma senza guizzi
di entusiasmo e creatività, una fortunata occasione
mi aveva permesso di spalancare il sipario del mio
teatro fantastico. Delle semplici decorazioni floreali
da me realizzate per una festa eimieiteatrinidi
carta avevano incuriosito un designer che mi aveva
proposta ad una grande azienda per un allestimento
al Salone del mobile. Avrei dovuto realizzare tanti
abiti di carta con carte di uso comune come scontrini
fiscali, buste e carta triturata negli uffici.
Probabilmente il risultato non era stato quello
immaginato dei cartamodelli piatti, ma aveva stupito
e incuriosito il pubblico e il committente, perché di
fatto non erano abiti fatti di fogli piatti ma erano
tridimensionali, erano dei volumi, leggerissimi e
ironici, sculture, vestiti svuotati dei corpi ma che ne
mantenevano la forma. Da qui la curiosità dei
giornalisti per queste strane creature di carta, come
crisalidi di insetti, i primi articoli, le prime richieste di
collaborazione da parte di aziende legate in qualche
modo alla carta, le prime mostre nel campo proprio
dell'arte. E a seguire un luogo fiume di situazioni che
mi hanno portata fin qua: l'arte, i workshop nelle
scuole, il teatro, le aziende, le collaborazioni con altri
artisti, specialmente i fotografi, le sfilate, la
televisione, tanti articoli, eventi in Italia e all'estero,
dalla Svezia al Brasile, dall'Olanda agli Stati Uniti, i
riconoscimenti. Oggi sono considerata un Maestro
d'Arte nel mio settore. Il mio lavoro è una passione,
o piuttosto la mia passione di dar forma fisica ai
sogni è diventato il mio lavoro. Questa è una grande
fortuna. Non è sempre facile, anzi, soprattutto
perchè il materiale con il quale mi esprimo
artisticamente e cioè la carta, qui in Italia è
sottostimato in quanto considerato facilmente
deperibile. Ma io sono cresciuta modellando la carta,
la amo e penso che abbia una grande potenzialità
creativa, progettuale ed espressiva. La mia fonte
d'ispirazione è il tutto che mi circonda, sono
costantemente affascinata e incuriosita da quello
che osservo senza sosta, come un rilevatore di
visioni, che vanno da piccoli dettagli a scenari
d'insieme. Tutto nella mia testa si rielabora e si
riassume nella forma di un abito, ne ispira la
struttura oppure un suo dettaglio decorativo. Nelle
case della mia famiglia vivevamo in modo sempre
un po' originale. Ad esempio sia a casa nostra che
degli zii paterni le pareti di ogni stanza erano
rivestite con tappezzerie inglesi diverse. Da cima a
fondo colme di dettagli da scoprire: foglie di ogni
foggia e sfumatura di colore, uccelli nascosti tra le
fronde, bacche, rami, grappoli d'uva, canne di
bambù, limoni. Leggendo il bellissimo libretto
illustrato di Maurice Sendak “nel paese dei mostri
selvaggi”, mi sentivo un po' così, una bambina in
una stanza che, chiudendo gli occhi, si poteva
improvvisamente trasformare in una jungla
affascinante e misteriosa. Erano poi gli anni di “Il
cielo in una stanza” di Gino Paoli, dove... questa
stanza non ha più pareti ma alberi, alberi infiniti.
C'erano strani oggetti come un manichino di paglia
che mio padre aveva regalato a mia madre per il
matrimonio e che lei adornava con collane, cappelli
e guanti di seta, calchi di gesso di teste di famosi
musicisti appese alle pareti, teche piene di soldatini
di battaglie antiche, angeli lignei dorati con le grandi
ali aperte. Ringrazio sempre di aver avuto accesso
quotidiano a tante idee, fantasia e stimoli creativi.
Spesso mi ritrovo inconsapevolmente a scoprire nel
mio lavoro dettagli, similitudini, ispirazioni comuni.
Particolari apparentemente insignificanti quasi
nascosti nei disegni di mio padre che evidentemente
mi avevano colpito emotivamente e ripropongo nelle
Nella foto: Caterina Crepax da banbina
“
In famiglia
erano tutti talenti
naturali: non solo
mio padre fumettista e
illustratore noto a
livello internazionale,
ma anche una
pianista, un primo
violoncello alla Scala,
una pittrice di tessuti
e uno scopritore di
talenti musicali. Era
facile coglierne l’estro
creativo, tant’è che da
bambina vivevo in un
modo immaginario
tutto mio, per me
importante quanto
quello reale.
”
Nella foto: Caterina e la mamma Luisa Mandelli
forme e nelle decorazioni dei miei “disegni”
tridimensionali. Era veramente strano
ritrovarsi disegnati nelle storie che venivano
pubblicate e chiunque avrebbe potuto
leggere. Alcune immagini di Valentina da
bambina erano talmente identiche alle mie
foto che mi provocavano un misto di lusinga
e strana sensazione. Mia cugina Valentina
era stata derubata del nome. Caterina
l'aveva pensato, dice in un'intervista, ma era
un nome troppo storico, antico, bello ma
non adatto ad una ragazza che doveva
spaccare il mondo e lanciarsi nella vertigine
del futuro. Insomma ero sua figlia ed ero
nata un anno prima, certo che il pensiero
l'aveva sfiorato ma per caso sua nipote
portava quel bel nome così moderno…. non
ha resistito e ha cominciato a “rubare” dalla
famiglia. Di me ha preso a prestito
l'immagine da bambina e da ragazzina, le
mie posture, tipo il piedino destro piegato
all'indentro, i miei primi sogni, le mie paure.
Valentinizzata nel taglio di capelli fin da
piccolissima (io, la mia mamma e la
Valentina di carta eravamo uguali) verso i
dodici anni, ho iniziato a volermi allontanare
da quell'immagine che non avevo scelto io e
mi sono fatta crescere i capelli lunghi,
lunghissimi. Più o meno in quegli anni ho
anche cominciato a parlare! Valentina era
una vera eroina dei fumetti, intelligente,
coraggiosa, colta, sempre di corsa. Vestita
all'ultima moda nel suo studio di fotografa o
arrampicata in cima alla Torre Eiffel. Pochi
pensieri e molta azione. Nel tempo è
diventata più riflessiva, più pensierosa,
spesso pentita di cose fatte nel passato, più
una donna vera in un certo senso. I suoi
sogni si sono un po' annacquati nelle
preoccupazioni della vita vera. Oggi
Valentina è una donna attualissima, molto
più di quanto lo fosse negli anni 60. Il suo
sogno è quello di essere di nuovo più libera
dai suoi pensieri, di essere finalmente
autonoma dal suo autore e rappresentare le
donne vere con tutte le loro contraddizioni e
di proteggerle dalla cattiveria con
l'intelligenza, la dolcezza, la fierezza, la
bellezza, l'alleanza con l'uomo, il credere
ancora nei sogni. Valentina non mi è mai
stata né troppo simpatica, né antipatica.
L'ho sempre trovata interessante e
coraggiosa, curiosa e originale come piace
a me, sicuramente un po' troppo
esibizionista per i miei gusti, ma era suo
dovere all'epoca portare avanti questo
manifesto di libertà e di indipendenza. Ha
fatto bene, è stata rivoluzionaria nella sua
quasi umana quotidianità. Per noi è sempre
stata presente, quasi una di famiglia,
vestendo gli abiti di nostra madre, guidando
la nostra auto, abitando nelle nostre case.
Nella foto: Caterina e il papà Guido Crepax
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Valentina ha sempre vissuto con noi, anche se in
una dimensione irrimediabilmente parallela. Non si
entrava mai in contatto diretto: noi tridimensionali lei
bidimensionale, noi in carne ed ossa, lei in carta e
china, noi a colori, lei in bianco e nero, noi una vita
normale e tanti sogni, lei una vita normale e tanti
sogni. Solo che lei nei sogni è sempre riuscita ad
entrarci attraverso le misteriose porte che nostro
padre le disegnava e "realmente" li viveva, a volte
anche suo malgrado, quando più che sogni erano
incubi. Non ci siamo mai toccati, forse sfiorati, ma lei
c'era sempre. Nella nostra casa, nelle nostre stanze,
negli oggetti, nei vestiti. In un certo senso ce
l'avevamo anche in carta ed ossa a casa perché la
nostra mamma era identica a Valentina, ma solo
nell'aspetto. Una mamma molto riservata, severa,
piuttosto diffidente nei confronti delle persone,
innamorata di noi figli ma senza troppe smancerie,
troppi abbracci. Ma coraggiosa e fiera di portare
avanti l'immagine di Valentina, sempre vestita alla
moda, con capi originali come una pelliccia di
scimmia a pelo lungo, minigonna e stivali! Io e i miei
due fratelli dopo alcuni anni dalla morte di nostro
padre, abbiamo preso in mano la sua eredità e ci
stiamo occupando, ciascuno di noi con le sue abilità,
di portare nel mondo la preziosa eredità che ci ha
lasciato. Essendo stati spesso inseriti all'interno
dei fumetti di nostro padre e avendolo visto
lavorare in casa ogni giorno, ci siamo sentiti
quasi naturalmente tirati dentro, non
avremmo potuto abbandonare una storia
che era anche la nostra storia. Facciamo
piani editoriali per nuovi libri, scriviamo
contenuti, facciamo progetti di
allestimento di nuove mostre,
pensiamo ad applicazioni delle
immagini a prodotti di moda, di
design, come faceva già lui,
facciamo visite guidate per
raccontare i retroscena e
gli aneddoti che stanno
dietro alle sue storie a
fumetti,
collaboriamo a
progetti speciali
che ci vengono
proposti,
siamo
riusciti a ricreare un mercato sensato dei suoi lavori
originali, valorizzandoli il più possibile nel mondo
dell'Arte. E di Crepax e di Valentina siamo riusciti a
far parlare ancora tanto. Io le ho dedicato alcune
sculture di carta. Se non avessi saputo inventare e
realizzare con le mie mani piccole meraviglie, come
persona, chi sarei stata? Mio padre diceva “se non
avessi saputo e potuto disegnare tutta la vita, sarei
stato un infelice”… L'unico grande sogno lo stava
realizzando e ne parlava come una grande fortuna:
aver potuto trasformare la sua grande passione in
una professione. I suoi sogni erano nuove storie,
nuovi personaggi, poter illustrare famosi romanzi
che amava ed essere pubblicato su bellissimi libri in
tante lingue diverse. Non è stato male crescere tra
due fratelli maschi. Mi sono sempre sentita un po'
protetta e non essendo né la primogenita né la
piccola di casa, sono sempre passata più
inosservata e ho potuto dedicarmi alle mie fantasie.
Non mi è mai piaciuto quello che fosse troppo
femminile, tagliavo i capelli alle bambole e mi vestivo
da maschio. Giocavo insieme a loro con i soldatini
ed i cowboys. I pochissimi amici che avevo a scuola
e durante le vacanze erano
maschi. In fondo mi sono
spesso sentita un terzo
fratello. Di una specie
di banda o di un
piccolo branco.
Ho un unico
figlio
maschio, Thomas. Anche adesso tendo a
proteggere e difendere gli uomini, soprattutto i
ragazzi, mi fanno tenerezza, le ragazze giovani a
volte mi fanno paura, ma ho scoperto le donne e
negli ultimi vent'anni ne ho trovate di fantastiche. Il
mio segreto però è forse quello di non sentirmi in
sintonia con le persone per il loro genere ma in
quanto persone. Non cambio atteggiamento
parlando con una donna o con un uomo. Nostro
padre era spontaneo, ingenuo, sembrava puro come
l'acqua. La bugia non sapeva cosa fosse, onesto
fino al midollo. Si riteneva molto bravo ma nello
stesso tempo si stupiva della sua tanta fama. Diceva
di essere molto fortunato, se non avesse potuto
disegnare sarebbe stato un disastro. Era preciso,
ordinato, collezionista, pignolo, ripetitivo, ma la sua
fantasia e immaginazione traboccavano e
invadevano i riquadri precisi e senza sbavature delle
sue “strisce”. Qualcuno lo definiva un ossessivo, un
feticista, per scherzo un potenziale “serial killer”... lui
diceva che non gli sarebbe servito uno psicanalista
perché l'inchiostro che esce dal pennino lo
sostituiva: ne usciva quello che volevi che uscisse,
ma anche quello che non volevi, un flusso
inarrestabile. Era un amoroso vampiro, ci rubava
l'immagine e la metteva nei fumetti, ci succhiava
le esperienze e le usava come spunti nelle sue
storie. Valentina era un po' lui, ma anche quel lui
che non voleva o non riusciva ad essere.
Sognava di vederla infilarsi sempre in
nuove avventure, mentre lui era un
prudente, sognava di farla
viaggiare ovunque nel mondo
mentre lui viaggiava soltanto
attraverso le pareti
della sua stanza,
sognava
una donna libera e spregiudicata, paladina di libertà
e rivoluzioni, coraggiosa e indipendente, mentre lui
era un idealista ma timido e riservato, molto legato
alla sua famiglia. Papá era una persona
estremamente complessa ed estremamente
semplice nello stesso tempo. Ha inventato storie
pazzesche con delle anticipazioni dei tempi da
brivido, ha affrontato con coraggio e
spregiudicatezza temi molto spinosi come il sadismo
(la sua Justine del Marchese de Sade), li ha sbattuti
senza veli in faccia al pubblico in anni ancora non
maturi, per gridarne il disprezzo e si è beccato del
sadico, del violento e del sostenitore della donna
oggetto. Ricordo la sua amarezza nel non essere
compreso, lui pacifista disarmante, che fruste e
guerre amava solo disegnarle, lui che stimava le
donne e la loro complessità interiore oltremodo. Un
taciturno che disegnava ogni giorno della sua vita a
suon di musica in
sottofondo, un
chiacchierone se lo
andavi a trovare nel
suo studio. Un vero
democratico,
chiunque tu fossi,
non faceva
differenza,
dall'amico grande
intellettuale al
garzone del
panettiere. Apprezzava
i nostri disegni di bambini,
le mie prime bamboline
ritagliate nel cartoncino,
se le appendeva
con le puntine
dietro la
scrivania.
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PAPER DREAM
Era un papà assente in quanto spesso immerso nei
suoi disegni, ma in realtà sempre presente, a
differenza di tanti padri, perché lavorava in una stanza
della casa e potevamo andare a sbirciarlo tutte le
volte che volevamo. Mio padre mi ha insegnato a
mettere la stessa passione in ogni cosa che faccio e
soprattutto a non fare differenza tra un lavoro e l'altro,
tutti potenzialmente devono essere considerati di
serie A: che sia una piccola mostra o una grande
mostra internazionale, dove la libertà di espressione
artistica è totale o la collaborazione con un'azienda,
piccola o immensa che sia, che ti impone i suoi paletti.
Trovo stimolante avere dei recinti, dei limiti da
superare. Preferisco avere un tema, una realtà da
interpretare con fantasia, più che lavorare a briglia
sciolta. Se non ci sono limiti reali, me li creo io e cerco
di rispettarli e fronteggiarli con ironia. Ci metto ancora
più impegno e passione. Come è quest'ultima a
spingermi a lavorazioni sempre più complesse, a
dettagli più sorprendenti, alla ricerca del pezzo
perfetto. Una costante sfida a me stessa e alle mie
capacità creative e manuali. Quando mi propongono
una cosa non mi tiro mai indietro, dico sempre “si può
fare”. Forse perché sono cresciuta con un padre che
ha inventato tanti personaggi femminili cercando di
interpretarne i pensieri, i sogni, i desideri e in fondo si
identificava nel pensiero della sua creatura più
famosa, mi è sempre difficile dividere l'universo
umano semplicemente in due. Uomo, donna.
Maschio, femmina. Solo sovrastrutture che si sono
ispessite sempre più con il passare dei secoli. Io
credo nelle infinite sfumature, credo che i nostri corpi,
i nostri pensieri, le nostre anime, non siamo mai o
bianchi o neri, ma attraversati da filamenti di ogni
colore, desideri maschili che si attorcigliano a quelli
femminili, sentimenti identici che cambiano soltanto
nelle forme fisiche esteriori e nei vestiti che portiamo,
debolezze e forza che non hanno sesso. I miei amici
sono amici e basta, non sono amici e amiche. Ho
avuto e ho amici uomini fantastici. Ho avuto e ho
amiche donne fantastiche. Le mie due amiche
storiche, amiche da sempre e immagino per sempre,
sono donne ma potrebbero essere uomini e avremmo
la stessa confidenza, la stessa complicità, le stesse
nostre contraddizioni, lo stesso scambio di idee. Le
persone che più mi hanno affascinato con il loro modo
di essere e di pensare non riesco a immaginarle se
non come persone. Mi diverto ad avere pensieri e
immaginazioni femminili e maschili. Conosco padri
che sono stati molto più “madri” loro rispetto alle loro
compagne. Conosco donne che sono state molto più
forti anche fisicamente rispetto ai loro compagni.
Conosco uomini liberi che sanno volare con la
fantasia e donne intrappolate nelle loro gonne che si
autocostringono a portare. Conosco donne forti che
sanno mettersi da parte quando serve e uomini che
s'inchinano alla grandezza delle loro donne. Conosco
pensieri maschili delicati come fiori e pensieri
femminili pesanti come pietre. Ho conosciuto maschi
che hanno minato la mia innocente libertà di
espressione e femmine che hanno umiliato la
gentilezza dei loro partner. La violenza fisica è
inaccettabile ma a volte quella delle parole può essere
così feroce da lasciare segni indelebili nell'anima. Non
sono io a dover dire che la violenza fisica appartiene
più all'uomo che alla donna. Da sempre. Le statistiche
parlano chiaro e forse un mondo di donne sarebbe un
mondo senza armi e senza guerre ma non credo
sarebbe un mondo senza odio. Sono fortemente
solidale con le donne, che sicuramente spesso non
hanno avuto il posto e il riconoscimento che
meritavano, ma le associazioni, i gruppi di sole donne
che mi chiedono partecipazione, confesso, con
simpatia, mi hanno sempre messa un po' a disagio.
Con i miei fratelli mi sono sempre sentita alla pari, una
di loro. Io da bambina mi vestivo da Zorro a
Carnevale non perché non volessi vestirmi anche da
Colombina o da Principessa ma perché volevo poter
scegliere di essere o di rappresentare quello che
volevo. Nonostante la mia timidezza estrema, avevo
ben chiaro che la libertà la puoi trovare sempre nei
pensieri e nella fantasia.
Caterina Crepax
Instagram: caterinacrepax Fb: Caterina Crepax Paper
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ritratto
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di famiglia
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L GRAMMA
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Maria Teresa
BERDINI
Nata a Torre di Palme, uno dei borghi più belli
d'Italia, arrivata alla pittura e scultura a 50 anni,
grazie ad un incontro con una grande artista Ileana
Testarmata. lì che ha vissuto fin dalla nascita. Lì
che ha respirato la storia dell'antica città picena
“ Palma”, i cui reperti rivivono nel piccolo museo
archeologico non lontano dalla sua casa. Un borgo
con tante chiese, vicoli stretti che incastrano nella
trama dei suoi mattoni come per incanto secoli e
secoli di storia, tradizioni, cultura e non da ultimo
arte. L'oro del polittico di Vittore Crivelli, è stata
l'immagine impressa nella sua mente fin da bambina
che ha poi trasferito in molte sue opere. Una donna
ecclettica, seppur di professione dottore
commercialista e revisore dei conti ed appassionata
di fisica quantistica; la sua vera essenza è l'Arte, la
ricerca della Bellezza e dell'amore cosmico. La sua
prima mostra la fa a Torre di Palme all'antico
Oratorio di San Rocco. Per le sue creazioni non ha
scelto la solita tela come supporto ma l' UOVO, in
particolare l'uovo di struzzo. L'uovo, una passione
da bambina di quando andava a trovare la nonna in
campagna e per gioco andava a raccogliere le uova
tra gli anfratti del fienile o sotto la cenere del vecchio
forno, una passione ritrovata poi da adulta. L'uovo è
un simbolo troppo ricco di significati per essere
considerato un semplice supporto come una tela o
una tavola, perché l'uovo è/e arte ed ancor di più.
L'uovo è il simbolo della nascita, della creazione, è
la cellula della vita, simbolo della resurrezione per
chi crede nella fede cristiana, ma anche simbolo di
rinascita come nel mito della Fenice che risorge
dalle ceneri. L'uovo è il germe originario dal quale si
sviluppano le diversità e le molteplicità degli esseri
umani. Simbolo di fecondità, di vita eterna, di
perfezione divina è da sempre associato al mondo
femminile. L'uovo è ancora oggi uno dei misteri più
affascinanti della natura e da sempre ha suscitato
nell'uomo profondi significati spirituali e religiosi ed è
anche pegno d'amore e di fedeltà. Se analizziamo
attentamente l'uovo e lo tagliamo a metà vediamo
che diventa un Cerchio. Il Cerchio rappresenta la
perfezione è anche il cerchio che simboleggia la
Terra come nel simbolo della Pace. Se lo
sezioniamo a metà essendo un ovoide e lo
guardiamo in sezione vediamo che forma una D o
una N che nel simbolo della pace sta a significare
Disarmo Nucleare, oggi un valore di grande
attualità. Il Cerchio per gli orientali rappresenta
anche la continuità del tempo, l'Eternità, a
differenza degli occidentali che il tempo è
rappresentato da una freccia. La forma dell'uovo è
anche nella parte superiore della Chiave della Vita,
la croce ansata il simbolo Egizio che rappresenta la
Vita. Nelle sue opere Maria Teresa Berdini ricorre
spesso al tema dell'amore come spinta propulsivaLe
sue opere sono realizzate utilizzando tecniche
diverse, stili diversi , materiali innovativi e di riciclo,
spaziano dal classico al moderno. L'uovo come
ombelico del mondo, come vuoto non vuoto, come
parte, come tutto, come ali di farfalla, come
spiegamento cosmico dello spirito, come fiori di
ghiaccio, come Ologramma. “Il mondo è un
Ologramma”, è il titolo della mostra fatta a Matera
nell'anno della Cultura, dove passato presente e
futuro coesistono simultaneamente , un magazzino
cosmico di tutto ciò che esiste in cui la parte
contiene il tutto. Nessun altro luogo come Matera
poteva rappresentare il guscio di protezione
dell'uovo-uomo, origine misteriosa della vita stessa.
a Matera che la materia, ha incontrato la Parola
con le poesie di Patrizia Gambini per inventare una
fine senza inizio, un tempo senza tempo, uno spazio
senza origine. A Matera poesia e materia hanno
trovato un terreno fertile nella più bella equazione
che si sostanzia nel respiro del mondo, l'Equazione
di Dirac. Parola e materia si sono incontrate in un
connubio che riconosce il segno dell'amore.
l'amore, in qualunque forma e sostanza, attraverso
spazi e connessioni ed influenza l'altro anche se
l'altro è distante da noi chilometri di anni luce, un
micro e macro cosmo che si abbracciano. Le opere
di Maria Teresa Berdini non vanno viste
singolarmente ma insieme, perché rappresentano
l'Umanità.
L'UNICITÀ DELLA CELLULA E LA DIVERSITÀ
NELLA FORMA.
Non c'è separazione nelle sue opere, il tempo non
esiste presente , passato ,futuro sono un tutt'uno.
L'unicità nella molteplicità. Tutto è uno. Tutte le sue
opere parlano di pace e di amore. Alcune opere le
ha dedicate al principio di entanglement che tradotto
significa Intreccio, principio della fisica quantistica ed
alla formula dell'amore di Dirac. Come sostiene
l'artista la fisica quantistica studia il mondo delle
particelle, degli atomi, a livello sub-atomico non
siamo separati siamo tutti collegati ed interconnessi
quindi non possiamo vedere l'altro come nemico ed
odiarlo perché è come andare contro se stessi,
anche la Fisica quantistica è contro la guerra quindi
siamo obbligati ad amarci. stato scritto che le sue
opere emanano felicità e benessere ma sono anche
un invito alla pace e all'amore ed è questo il
messaggio che vuole trasmettere al mondo. Le sue
opere seguono il concetto “ olistico dell'arte”, cioè
l'idea, che la somma delle parti unite avessero un
valore maggiore al valore delle singole parti. Non
solo creazioni sull'uovo ma anche “ Ricami” con
nuove tecniche di ricamo “ ricamo manuale su
stampe digitali “ . Con queste opere ha voluto
coniugare la tecnologia digitale con la bellezza del
ricamo manuale con fili oro sempre in un tutt'uno tra
passato presente e futuro. La Mostra collettiva a
Porto San Giorgio alle Terrazze “ sotto il grattacielo
che alla vista da l'idea di un grande dissipatore
inserito in una scheda madre terra, ha dato inizio
ad un evento originale di una nuova corrente
artistica” Recycled Computer Art. Non colori o tele
o i soliti materiali ma scarti della produzione
informatica ricavati dal disassemblaggio di
computer. Lo spirito della mostra “ non esistono
sistemi isolati, la realtà è interconnessa, così tutte
le discipline vanno considerate come un'unica
realtà”. Con le sue opere cerca di superare la
frattura umanistica e cultura scientifica in un
concetto di Unione.
Ma c'è solo una parola che unisce
tutto e questa si chiama Amore.
Maria Teresa Berdini
hey ... hey ... my ... my
rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri
rock & roll can never die!!!!
alias
CaptainJack
Cos'è una
BELLA-VITA
Si può misurare il grado di appagamento una esistenza?
É possibile valutare se e quanto la nostra vita è una bella vita, una vita ben
vissuta?
Soprattutto, cos'è una bella vita: accumulare danaro, esercitare il potere,
contare su molti amici o amanti che ci riempiono di attenzioni?
Due psicologi dell'Università di Zurigo hanno sviluppato un test e una scala
multidimensionale per valutare il livello di appagamento delle persone e hanno
applicato il loro modello di indagine su circa 700 adulti tra i 40 ei93anni, quindi su un
campione di persone che aveva vissuto. Il risultato della loro ricerca, pubblicata su
Frontiers in Psychology, è che una vita realizzata e appagante non ha a che vedere
con l'egocentrismo (quindi niente danaro potere amanti o amici devoti...) ma per
esempio con il lasciare un segno nel
mondo e per il mondo, con
l'impegno in attività significative e
coinvolgenti, retribuite o anche
volontarie, con il prendersi cura
dei più giovani, nel senso di
autenticità e fedeltà a sé stessi.
singer
etra x
&deejay
producer
all'interno
Top woman Deejay
and Vocalist (singer):
Neil Young (singer)
Charissa Saverio (DJRap-DeeJay)
Saule Kilaite (Violin Performer)
Silvia Colasanti (musicista)
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BELLAVITA
BELLA
VITA
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COS'È UNA VITA BEN VISSUTA
Per prima cosa Doris Baumann e Willibald Ruch,
gli autori dello studio, hanno costruito un quadro
concettuale di vita appagata. Semplificando, hanno
delineato un modello, che comprende aspetti sia
cognitivi che affettivi, che tiene conto degli elementi
che possono far sentire le persone appagate,
soddisfatte dalla propria esistenza: l'aver sviluppato in
pieno il proprio potenziale, il percepirsi integri e
completi, autentici e fedeli a sé stessi, la possibilità di
lasciare una eredità al mondo e di contribuire al
benessere degli altri. " Poi - ha detto Baumann -
abbiamo verificato se questo concetto di
appagamento si potesse misurare". Per concludere
che sì "una vita realizzata può essere valutata, come
abbiamo dimostrato col nostro studio", ha aggiunto
Baumann.
Una vita appagata come predittrice di salute e di un
buon invecchiamento. I risultati del lavoro dei
ricercatori svizzeri indicano che sentire di avere una
bella vita è un predittore di benessere mentale, e si
associa a una migliore salute autovalutata. Inoltre,
che chi si sente appagato ha un atteggiamento più
positivo nei confronti del tempo che passa: insomma
invecchia meglio.
LASCIARE UN SEGNO
Ma in cosa consiste una vita appagata?
Cominciamo subito col dire che non è una vita
centrata sull'individuo: infatti i livelli di realizzazione
più elevati sono legati per esempio al coinvolgimento
nella cura e nel benessere delle giovani generazioni.
"L'indagine sulle concezioni di chi ha partecipato allo
studio ha rivelato che avere un impatto e lasciare un
segno positivo nella vita degli altri è effettivamente
visto come una componente essenziale di una vita
realizzata", ha detto Baumann. Ecco, ma detto ciò
cosa possiamo fare per rendere le nostre esistenze
più appaganti? Secondo Baumann alcuni
comportamenti, come svolgere attività significative,
impegnarsi nelle attività che ci interessano,
perseguire obiettivi da cui sappiamo di ricavare un
senso di realizzazione aiutano nell'intento. Anche
sentire la propria professione come una vocazione
può dare un senso forte di appagamento.
INVECCHIANDO CI SENTE PIÙ
APPAGATI
Sebbene sembri controintuitivo, invecchiando il livello
di appagamento tende ad aumentare. Questo
potrebbe spiegarsi col fatto che con il passare degli
anni le persone acquisiscono risorse, esperienze,
competenze e anche consapevolezza: tutti elementi
utili a ricalibrarsi, per così dire, su sé stessi. Inoltre, gli
anziani hanno sviluppato i loro punti di forza
caratteriali, che aiutano a superare le avversità e a
costruire una vita che sia appagante. E in questo
senso, come del resto in ogni altro senso a ben
pensarci, una longevità in buona salute, aiuta. Oggi -
è la riflessione degli autori - le persone possono
contare su un lasso di tempo più lungo per realizzare
i loro punti di forza, per perseguire i loro sogni e per
lasciare un'eredità al mondo. Il tempo che ancora
dobbiamo vivere, e che oggi possiamo vivere.
"ci offre una maggiore libertà di
essere chi siamo, di esprimerci e
scegliere di fare quello che è
significativo per noi".
the music is in my head
by
Captain Jak
Neil
YESTERDAY
Nail
Young
Neil non molla.
La passione per la musica, le session del nuovo
album con i Crazy Horse e “Barn”, il 3° album
degli “Archives”, quest'anno è l'anniversario di
Harvest
INTERVIEW
Cinquanta dopo, in un certo senso Neil Young sta ancora cercando di alzare il
volume del fienile. Il suo nuovo disco coi Crazy Horse s'intitola proprio Barn e
prende nome da un altro vecchio fienile, non in California ma sulle Montagne
Rocciose,doveluieisuoimusicistihannopassatonovemesi. Barn èancheiltitolo
del documentario dedicato alle session diretto da Daryl Hannah, attrice e moglie di
Neil. Si vedono Young, il chitarrista Nils Lofgren, il bassista Billy Talbot e il
batterista Ralph Molina che suonano i 10 pezzi dell'album con l'accompagnamento
dei cani del rocker Moon e Mo, qualche birra ghiacciata e ovviamente la luna piena.
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SETTEMBRE 1971. NEIL YOUNG
FA SALIRE GRAHAM NASH SU
UNA BARCA A REMI E LO PORTA
SUL LAGHETTO DI FRONTE A
CASA PER FARGLI ASCOLTARE PER
LA PRIMA VOLTA IL SUO NUOVO
ALBUM HARVEST. L’ABITAZIONE
FUNGE DA CASSA DI SINISTRA, IL
FIENILE DA CASSA DI DESTRA. IL
PRODUTTORE ELLIOT MAZER
S’AVVICINA ALL’ACQUA E CHIEDE
COME SI SENTE. «MORE BARN!»,
PIÙ FIENILE, URLA YOUNG.
il disco precedente coi crazy horse, colorado,
l'hai fatto in un vero studio. perché questo nel
fienile?
È un posto che amiamo, un vecchio fienile che
abbiamo ristrutturato di recente. Risale al 1850 e
giù di lì. È dove si fermavano le diligenze per
rifocillare i cavalli e pulire le ruote. E attorno c'erano
un paio di edifici malmessi dove la gente dormiva
prima di ripartire. L'abbiamo rimesso a posto
usando materiali originali, basandoci su alcuni
schizzi e una fotografia. La struttura era malconcia.
Abbiamo usato questi meravigliosi pini gialli, è
venuto bene, tutte le superfici sono ricurve, non ci
sono angoli. Gli angoli sono nemici del suono.
Creano un'onda stazionaria che fa sì che alcune
frequenze saltino fuori e altre spariscano e questa
cosa ti tocca compensarla in fase di registrazione.
Lì non l'abbiamo dovuto fare quasi per niente. Il
suono era buono, era già lì, nell'edificio.
È dai tempi di Harvest che ti piace suonare in
posti del genere. C'è un motivo?
Ai tempi di Harvest volevo registrare da qualche
altra parte e c'era questo bel fienile, mi sembrava
una buona idea. Ora l'abbiamo rifatto dopo 50 anni.
Hai registrato a giugno, sotto la luna piena.
Perché è importante la luna?
Perché funziona. Non so se tutti lo percepiscono,
ma si sente l'influsso dei cicli lunari. È una cosa che
la gente sa da anni e anni, specie in certe culture.
Con l'arrivo della nuova luna ti senti diverso, è
come voltare pagina. È una questione di energia.
Nel giro di una settimana cambia qualcosa dal
punto di vista creativo. Ecco perché abbiamo scelto
di registrare in base ai cicli lunari.
Nel documentario c'è il tocco umoristico di
Daryl che filma la band che canta di birra fredda
mentre tu pisci. Che cosa la rende una grande
filmmaker?
Ha un talento naturale. Lo vuole fare da sempre, è
una cosa che adora. È sintonizzata con la musica.
È successo tutto assieme: la costruzione del fienile,
la musica, il film, tutto. Le idee sono venute fuori
velocemente.
Parliamo della band. Che differenze vedi tra i
vecchi Crazy Horse con Poncho Sampedro e
questi Crazy Horse con Nils Lofgren?
Poncho è enorme. È un gran musicista. Va giù
pesante con gli accordi. A volte suoniamo la stessa
parte ed è come sentire il suono di una chitarra che
viene da un altro luogo. Roba semplice, ma
potente. Nils invece è più raffinato. Ha un buon
orecchio e si sa muovere tra vari strumenti. È un
musicista di prima categoria. Lo si sente bene in
questo disco. Tutti i dettagli. Non c'è molto altro:
sono i Crazy Horse, tutto qui. Lo apprezzi per quello
che è, per quello che dà.
C'è un periodo dei Crazy Horse che preferisci?
Questo qua. Mi piace quel che sta accadendo
adesso. Non ricordo una formazione migliore di
un'altra, anche se abbiamo ritrovato un concerto,
sono gli highlight del tour del 1976 e saranno
all'inizio del terzo volume degli Archives, prima
traccia, primo disco. È un live incredibile, forse la
migliore registrazione dei Crazy Horse di sempre.
Bel suono e performance pazzesche.
Il mio pezzo preferito di Barn è They Might Be
Lost. Sbaglio o è triste?
Un po' lo è. Ma non saprei, non è davvero triste. È
una specie di documento: sta succedendo
qualcosa, tu pensi di sapere di che cosa si tratta,
ma non ne sei tanto sicuro. È un pezzo
interessante. Fatto alla prima take. C'è una
sequenza di accordi che credo si ripeta per tutto il
pezzo. Comunque, non sono uno che si mette lì
con la chitarra e canta mentre scrive. Magari canto
giusto un verso, o lo canticchio o penso come
potrebbe essere mentre suono. Solo in un secondo
momento scrivo le parole e non riprovo mai il pezzo
prima di registrarlo con la band. Lo mostro agli altri,
faccio vedere gli accordi, lascio che lo suonino per
qualche minuto. E poi via. Ed è bello perché è la
prima volta che lo suoniamo tutti assieme e mentre
lo suoniamo scopriamo com'è, se funziona, se non
funziona. E ci puoi improvvisare su perché non c'è
una traccia rigida da seguire. Niente regole, zero.
Non è che rifai una cosa perché con un'altra
canzone ti è venuta bene. Ecco, questa canzone
rappresenta un buon esempio di traccia immediata,
con parole scritte su fogliacci sparsi che poi ho
dovuto mettere assieme. Per capirci qualcosa li ho
dovuti numerare. A volte scrivo in modo talmente
veloce che è difficile capirci qualcosa (ride).
Che cosa hai fatto nel lockdown? Hai avuto del
tempo libero, tra il lavoro sugli archivi e il disco
nuovo?
Giusto un po', con Daryl. Ci siamo presi del tempo
per stare assieme, anche lei è molto creativa e ha
un sacco da fare. E il progetto degli Archives è
gigantesco. Il Volume III è il più grande dei tre,
quasi il doppio degli altri. Copre un periodo più
lungo. Credo contenga 13 album. Sto lavorando a
nuovi album adesso. Creo un nuovo album basato
sulle session di un certo disco che è uscito.
Prendiamo ad esempio Comes a Time. Prima di
quel disco ne ho fatto un altro con le stesse
canzoni. Erano tutte inedite, ma non le ho
pubblicate, le ho tenute. Ora la gente può sentire
com'era in origine. Ci sono tante registrazioni che
nessuno ha mai sentito. Ci sono ad esempio le
prove di un concerto con Nicolette Larson e
l'orchestra di Give to the Wind. Abbiamo suonato a
Miami, eravamo pronti per fare Comes a Time,
abbiamo registrato le prove alla Union Hall di
Nashville su un due tracce. Io e Nicolette che
cantiamo, la band, gli archi e tutto quanto. Ed è
veramente figo. C'è un sacco di roba del genere.
Sono documenti, senti le voci prima e dopo le
canzoni, ti dà l'idea che sia musica suonata da
persone.
Che meraviglia sarà ascoltare le prove di
Nicolette.
Oh, sono magnifiche. Le canta benissimo. Credo
sia la cosa più bella che abbiamo mai fatto insieme.
Vorrei averla pubblicata tempo fa, ma fino a tre
mesi fa non l'avevo mai ascoltata.
Che altri bei momenti puoi svelarci?
Ci sono tante cose fantastiche. Il tredicesimo disco
è un album intitolato Summer Songs, l'avevo
registrato su nastro e poi messo via per lavorare a
canzoni nuove. All'epoca andando veloce, scrivevo
un sacco di cose. Registravo una base e poi
cantavo l'armonizzazione, sempre seduto nello
stesso punto. Veniva fuori un suono molto
interessante, come se le due voci fossero una
sopra l'altra. Ho ritrovato questo gruppo di canzoni
grazie alle lettere che arrivano agli Archives, sono
molto d'aiuto. Sono l'anima della mia community,
persone che scrivono e raccontano quello che
ricordano. È così che riesco ad andare negli
Archives, ritrovare materiale e dargli vita, è grazie ai
ricordi condivisi da quelle persone. È così che sono
nati Summer Songs e altri quattro album. Sono
canzoni molto vecchie, per anni nessuno le ha
sentite. È così che finisce il Volume III, e in mezzo
ci sono altri undici album, assurdo.
Cosa possono aspettarsi i fan per il 50°
anniversario di Harvest, a febbraio?
Abbiamo preparato un film di due ore e un disco.
Racconta com'è stato messo assieme l'album.
Avevamo del materiale, ma non l'abbiamo mai fatto
vedere a nessuno. Ci sono riprese nel fienile e
anche con la London Symphony Orchestra.
Lo scorso agosto, dopo l'arrivo della variante
Delta, hai saggiamente rinunciato al Farm Aid.
La situazione è cambiata? Tornerai a suonare
dal vivo?
I media non sono d'aiuto in questa situazione.
Magari sono in buona fede, ma forniscono
informazioni confuse e non c'è una leadership a
livello mondiale. Ti dico la mia idea assurda: vorrei
che Putin, Xi e Biden facessero una conferenza
stampa congiunta sul coronavirus. Dovrebbero
mettersi d'accordo e dire cosa fare in
contemporanea a tutto il mondo. I leader dei tre
Paesi più grandi del mondo devono dire a tutti di
proteggersi. È un brutto periodo per l'umanità, non
andiamo d'accordo, non ci ascoltiamo. Ci sono
tante idee diverse su come gestire il virus. La cosa
ovvia è che non sappiamo precisamente come fare.
Per questo, andare in giro a suonare… Non riesco
a immaginarmi in tv, ripreso mentre suono con la
band di fronte a un grande pubblico, mi sembra
tutto sbagliato. Non è il momento giusto. Non
sappiamo cosa stiamo facendo. La gente può
tornare a casa dallo show e contagiare i figli. Non è
ancora il momento. Perché tutta questa fretta? Non
siamo obbligati. Dovremmo adattarci, andare tutti
nella stessa direzione. Magari sembro un pazzo,
ma quest'idea di accettare le nostre differenze…
dovremmo ricominciare ad ascoltare e capire che
abbiamo un problema, che sta morendo un sacco di
gente. Che dobbiamo unirci. Abbiamo avuto un
politico che ha avvelenato la discussione e reso tutti
scettici, la gente ha perso fiducia nel sistema e
nelle istituzioni.
Molti musicisti oggi chiedono un tampone
negativo, oltre al vaccino, a chi vuole vederli dal
vivo. Di cosa avresti bisogno per sentirti sicuro
in tour?
Non saprei. Non sono pronto. Non c'è nulla che mi
faccia venire voglia di continuare. Con i test
all'ingresso, i certificati vaccinali e le nuove
varianti… ma di cosa stiamo parlando? Perché non
lasciamo perdere finché non il virus non sarà
davvero sotto controllo? Ora non lo è. Siamo
abituati ad avere tutto quello che vogliamo quando
lo vogliamo. L'industria dell'appagamento è
diventata uno stile di vita. Per come la vedo io,
dovremmo fare un passo indietro, stare uniti fare
qualcosa assieme. Tutti quanti, la razza umana.
Dobbiamo stare uniti. Ecco perché sono convinto
che sarebbe bello che i leader dei Paesi più grandi
del mondo si riunissero sullo stesso palco, o in
televisione, e dicessero la stessa cosa, cioè che
questa è una cosa seria e che dovremmo agire in
un certo modo. È una cosa semplice e sarebbe
molto più efficace di questa politica meschina, in cui
i governatori degli Stati sono uno contro l'altro.
Abbiamo bisogno che i leader si mettano d'accordo
e dicano che siamo nei guai. Che dobbiamo farlo [il
vaccino]. Gli scienziati dicono che è sicuro. Sono
sicuro che i governi di Russia, Cina e Stati Uniti
sono d'accordo su quello che va fatto. Non credo ci
siano dubbi.
So che ti piace improvvisare queste cose, ma
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Neil
TODAY
hai idea di come ti piacerebbe andare in tour in
un mondo ideale? Da solo in acustico, con i
Crazy Horse, i Promise of the Real…
Non ne ho idea, perché non sento nulla. Non so
cosa farei. Non voglio mettere in pericolo nessuno.
Non voglio che la gente mi veda là fuori e pensi che
sia tutto ok. Perché la situazione non è per niente
ok. Mi piacerebbe sperare che quando tornerò a
suonare su un palco, toccando ferro, saremo tutti al
sicuro. Ma dobbiamo tenere sotto controllo la
situazione, andare nella stessa direzione per un po',
prima che possa succedere. In più, io costo una
fortuna. Anche tenendoli bassi, i prezzi dei biglietti
sarebbero assurdi. Immagina le persone che
vengono a vedere un concerto a cui tengono tanto,
ci hanno speso un sacco di soldi, lo aspettano da un
pezzo: e se qualcosa va storto? Non mi sento
abbastanza sicuro. Non credo che la situazione sia
risolta… dobbiamo fermarci e aspettare, lasciare che
le cose si calmino, poi parleremo di come tornare a
suonare. È troppo presto. L'ho appena detto ai miei
amici di Farm Aid: non posso suonare, l'idea mi fa
star male. Non posso dare l'esempio comportandomi
come se fosse tutto a posto.
Hai visto la cerimonia per Joni Mitchell al
Kennedy Center, qualche settimana fa?
Sì. Le ho parlato qualche giorno fa. Era appena
scesa dall'auto e stava per entrare al Kennedy
Center. Mi ha detto che si sentiva come
Cenerentola. Rideva. È stato bello sentirla felice. Ha
passato degli anni difficili, ma è ancora qui. È ancora
Joni. Una ragazza dolce.
La serie dei suoi Archives è una tua idea,
giusto?
Beh, ho detto a Elliot [Roberts] che Joni aveva un
sacco di materiale e che sarebbe stata una bella
idea. Gli ho anche proposto di usare la mia
piattaforma, fare tutto da soli può essere dura. Ma ci
stanno lavorando a modo loro. Non importa come lo
faranno, l'importante è il risultato.
La semplicità della copertina si contrappone alla
moltitudine di sonorità che compongono uno degli
album più apprezzati e venduti di sempre e considerato
tra i cento più belli della musica secondo la rivista
Rolling Stone.
Bestseller nell’anno di pubblicazione, vanta la
partecipazione di ospiti di grande levatura, tra i quali la
London Symphony Orchestra, Linda Ronstadt,
Stephen Stills, Graham Nash, David Crosby,e
James
Taylor. Harvest fu anche numero uno nella classifica di
Billboard ( Nord America)
per gli album pop.
Molti tuoi colleghi hanno smesso di fare album. Cosa ti dà
la forza di continuare?
Amo la musica. Guarda la reazione della gente dopo un pezzo
come Welcome Back, lo faccio per loro. Li tocca nell'anima. Non
devo essere per forza io, basta che trovino della musica da
amare, e la possono trovare fatta da tanti artisti diversi. Ma sai,
leggo che tutti sono molto felici di ascoltare le canzoni che ho
appena scritto, è gratificante. È quel che mi fa andare avanti. Sto
già pianificando un altro disco. Ma non so dove farlo. Ci stiamo
lavorando e lo faremo, torneremo presto in studio.
“
Non è vero che il cuore si trova nello stesso punto,
in ognuno di noi. In alcuni è a pochi centimetri dall’Ego,
in altri è a pochi centimetri dall’Anima.
È stato bello conoscerti Neil. È stato uno di quei
momenti che non si possono misurare con l’orologio...
ho sempre ritenuto che il più grande privilegio, sollievo
e conforto dell’amicizia fosse quello di non dover mai
spiegare nulla oltre la musica. E così è stato.
La tua musica è il linguaggio ”
dell'anima.
BrunoRomanoBaldassarri
www.dimagazine.it
All'interno:
*
Dj Rap - Charissa Saverio
Deejay Producer (NY)
Saule Kilaite - Violin performer
* Silvia Colasanti - Musicista
*
entertainment t op w omen
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face to face with ...
Charissa Saverio
the interview
by Bruno Romano Baldassarri
LA STORIA
DJ Rap
Charissa Saverio, alias
DJ RAP, è la regina
incontrastata dei giradischi
ed è stata votata la DJ donna
numero uno al mondo!
Una donna di
SUCCESS0
DJ Rap si è infiltrata nell'industria musicale con il suo arsenale di talenti. Si è affermata come CEO delle
sue etichette: Propa e Impropa Talent, ha sviluppato la sua direzione creativa come produttrice a tutti gli
effetti e rimane l'artista discografica e DJ che tutti hanno imparato ad amare e ad amare la danza! È
anche una pianista e autrice di canzoni di formazione classica, tra molti altri talenti! Il rap ha dominato
generi come la musica House e Drum & Bass. Tuttavia, il suo amore per la musica l'ha portata
attraverso molte riflessioni di generi ed esperienze musicali. Alla fine, milioni di persone a livello globale
hanno abbracciato lei e la sua musica. Dopo aver atteso diversi anni per poter ri-registrare (non remixare)
il singolo, " Good To Be Alive - 2011", DJ Rap è stata finalmente in grado di entrare in studio per far
rivivere il brano. Originariamente, questo singolo è stato pubblicato nell'album multi-platino "Learning
Curve", precedentemente pubblicato su Sony Records. Nell'estate 2011 è stata lanciata la tanto attesa
riedizione di “ Good to be Alive – 2011”! Anche un nuovo video musicale ha accompagnato l'uscita. Il
video cattura la sempre affascinante e bellissima DJ Rap, è come se fosse senza età. La sua voce è
ugualmente preservata e questo è evidente nelle voci appena registrate ascoltate nel brano. "Good To Be
Alive", è diventato noto a noi come un inno dopo l'uscita originale e ai fan di tanto in tanto lo è ancora.
Nel corso della carriera di Charissa Saverio ha collaborato e lavorato con molti professionisti di talento e
influenti. Tali talenti sono costituiti da BT, Eric Morrillo, Hans Zimmer, Hybid e DJ Tydi, solo per citarne
alcuni. Il rap ha prodotto musica per Play Station, Wii e7filmimportanti. DJ Rap hacreatospartiti
musicali, composto musica e realizza progetti personalizzati di brani musicali per soddisfare le esigenze
specifiche di qualsiasi progetto. Esempi del suo portfolio sono evidenti nel suo lavoro per Twix,
Mission
Impossible ( Tom Cruise), Isolation, Run Lola Run, Enough ( J-lo), Rogue Trader ( Ewan McGregor) e
quattro documentari. Ha anche un catalogo molto prezioso composto da oltre 300 brani gratuiti, chiari e
disponibili per la licenza. Recentemente DJ Rap ha collaborato con " Girl on Top", un'etichetta di design
con sede a Los Angeles. Ha creato la “ Propa Collection” che è diventata disponibile nell'estate '11.
Questa è una partnership entusiasmante e dopo aver modellato alcuni pezzi originali di " Girl on Top" e
aver saputo tutto sull'essere una ragazza al top, questa collaborazione era inevitabile. Multitalento,
compiuto, ambizioso e guidato dalla sua passione per la creazione e dal suo amore per la musica, DJ
Rap non è un nome del passato della musica, è il nome della musica attuale e un'ispirazione per il futuro
della musica.
E' un piacere averti ancora con noi, son
passati quasi 8 anni dalla nostra ultima
intervista e da quello che ho potuto notare, di
strada ne hai fatta tanta, il tuo impegno è stato
premiato. DJ Rap o Clarissa Saverio, ci parli un
po' di te?
Hello!. Sono una cantautrice,produttrice,attrice e la
musica è la mia vita. Sono in tour da quando avevo
18 anni e ho iniziato come pianista di formazione
classica e sono andata a un rave che ha sconvolto
la mia vita. Da allora ho avuto la fortuna di girare il
mondo e seguire la mia vera passione, intrattenere
E' un piacere averti ancora con noi, son passati
quasi 8 anni dalla nostra ultima intervista e da
quello che ho potuto notare, di strada ne hai fatta
tanta, il tuo impegno è stato premiato. DJ Rap o
Clarissa Saverio, ci parli un po' di te?
Hello!. Sono una cantautrice,produttrice,attrice e la
musica è la mia vita. Sono in tour da quando avevo 18
anni e ho iniziato come pianista di formazione classica
e sono andata a un rave che ha sconvolto la mia vita.
Da allora ho avuto la fortuna di girare il mondo e
seguire la mia vera passione, intrattenere le masse
attraverso la musica!
Cosa ti ha portato alla drum & bass?
In realtà, ero in giro e in uno dei miei tour, prima
ancora che la drum and bass fosse inventata, quindi
ciò che mi ha fatto entrare nella scena dell'acid house
e nella musica house era la sensazione che si provava
quando si vedevano 50.000 persone impazzire e
condividere l'amore per la musica. In quei primi tempi,
la musica riuniva tutti, questo era per me una cosa
straordinaria. La sensazione di una famiglia gigante.
Come artista e produttore, ho solo progredito e sono
passata attraverso ogni genere, house, happy
hardcore, breakbeat e poi al jungle,il drum and bass e
anche canzoni/band, tutto quanto. Mi piace tutto.
Chi erano le tue maggiori influenze all'epoca?
Genesis, Bowie, Prince, Seal ecc.
Parliamo del successo, sei conosciuta per essere
una stacanovista e per avere una grande grinta,
come fai a bilanciare la tua vita?
Sono ancora grata ogni giorno per questa vita e per
quello che la musica ha fatto per me. È difficile e a
volte mi sembra di essere abbastanza pazza a fare
questo a me stesso, ma in qualche modo ne vale la
pena. Per bilanciare la mia vita mi tengo in forma, sono
abbastanza disciplinato e amo quello che faccio, è per
questo che lavoro duro, è il mio bambino e ne sono
ossessionato.
Hai qualche consiglio per i produttori emergenti là
fuori, sia uomini che donne?
Sì, iniziate da un luogo di gioco, in altre parole, non
fatevi prendere dal sound design o dal fatto che sia
subito perfetto, iniziate abbozzando le vostre idee e poi
preoccupatevi della produzione. Il secondo consiglio,
imparare come funziona il business.....
Dove può la gente trovare la tua musica?
www.djrap.com (che è il mio sito web, o qualsiasi buon
negozio digitale, posti come Beatport I tunes. youtube
Spotify ecc....
Parlaci della tua ultima traccia 'Back & Forth'.
Tendo a pubblicare musica ogni 2 mesi.... questo
mese ho voluto pubblicare un inno da festival, amo le
grandi folle e voglio tradurre quell'energia nella mia
musica, la sua bellezza è feroce e piena di energia,
potete controllare qui! https://djrap.com/latest-releases/
Hai un'enorme Tribù che ti adora, parlaci di loro e
di come possiamo unirci a loro?
zoom hangs, concerti, ricevono musica gratis ogni
mese, dj mix, meCredo nell'intrattenere i miei fan e nel
diventare personale con loro, offro un'esperienza
basata sui fan abbonati che permette ai miei fan di
conoscermi davvero, faccio streaming per loro, ho rch
e molto di più! potete controllare qui!
https://www.patreon.com/join/DJRAP
ENGLISH VERSION
Welcome DJ Rap, Tell us a little bit about yourself?
Hi there! I am a singer/songwriter/producer/actor and music
is my life. I've been touring since I was 18 and started out
as a classically trained pianist and went to a rave and it
turned my life upside down, Since then I have been lucky
enough to tour the world and follow my passion,
entertaining the masses through music!
What was it that got you into drum & bass?
Actually, I was around and in the scene, before drum and
bass was even invented, so what got me into the scene
acid house and house music was the feeling you got went
you saw 50,000 going nuts and sharing the love. In those
early days, music brought everyone together, that was it for
me. The feeling of one giant family. As an artiste and
producer- I just progressed and went through every genre,
house, happy hardcore, breakbeat and then jungle, then
drum and bass and also songs/band the whole thing. I like it
all.
Who were your biggest influences at the time?
Genesis, Bowie, Prince, Seal, ecc.
Let's talk Success, you are known for being a
workaholic and having serious drive, how do you
balance your life?
I'm still grateful every day for this life and what music has
done for me. It's hard and sometimes I feel like I am quite
insane to do this to myself, but it's all worth it somehow. To
balance my life I keep fit, am pretty disciplined and love
what I do, this is why I work hard, it's my baby and I am
obsessed with it.
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producers out there both male and female?
Yes, start from a place of playfulness,in other words, don't
get caught up in sound design or it being perfect right away,
start out by sketching your ideas and then worry about the
production. The second piece of advice, learn how the
business works…..
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places like Beatport I tunes. youtube Spotify etc....
Tell us about your latest track 'Back & Forth'
I tend to put out music every 2 months.... this month I
wanted to release a festival anthem, I love big crowds and I
want to translate that energy into my music, its' got beauty
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Charissa Saverio
You have a massive Tribe that adore you, tell us about
them and how we can join?
I believe in entertaining my fans and getting personal
with them, I offer a subscriber fan based experience
that let my fans really get to know me, I stream for
them, have zoom hangs, concerts, they get free music
every month, dj mixes,, merch and so much more! you
can check it out here!
https://www.patreon.com/join/DJRAP
Saule
Kilaite
VIOLIN PERFORMER
La TOP ARTIST dei migliori
brand mondiali.
SCRITTRICE, ATTRICE, REGISTA E
ANIMATRICE COACH MOTIVAZIONALE,
CON VARI FORMAT DI SPETTACOLO.
Saule Kilaite è da 20 anni una performer di successo, ha il dono della parola
spontanea. Nei suoi spettacoli teatrali crea monologhi precisi e che vanno
dritti al cuore ed alla immaginazione. Artista unica nel suo genere per la sua
modalità di approccio col pubblico, eleganza e repertorio, nonostante decine
di tentativi di imitazione da moltissime “musiciste” che la seguono sui social.
Saule Kilaite svela l'anima di un violino filosofo.
Violinista solista, performance artist, compositrice e scrittrice di
origine lituana. Il suo stile fonde il mondo della musica classica con
quello della tradizione etnica e moderna. I suoi lavori spaziano dalla
musica alle performance multimediali, dall' ideazione e regia di piece
teatrali alla scrittura di romanzi. Oltre ad alcune incisioni di brani
inediti, la sua discografia contiene interpretazioni originali per violino
solista di cover più conosciuti della musica leggera, reinterpretazione
di brani celebri di musica classica, colonne sonore e brani tratti dalla
tradizione etnica di diversi paesi. È fondatrice del Picasso Strings
Project: un progetto nato nel 2001, basato sul quartetto d'archi
femminile, con l'intento di unire cinque arti: musica, letteratura,
pittura, video arte e teatro.
QUALCHE NOTIZIA SULL'ARTISTA
815 tra concerti e performance come solista e autrice dei suoi
spettacoli “ Chiavi in mano”
22 esibizioni davanti ad altissime cariche dello stato e Super Vip di
tutto il mondo
119 standing ovation ricevute
25 mila copie vendute con i suoi 8 CD musicali
1200 copie vendute del suo romanzo d'esordio “ Diario di un Violino”
8 copertine dedicate su riviste italiane ed europee
300 puntate televisive, sia da sola, sia accanto a personaggi celebri
del mondo dello spettacolo
9 Video come protagonista e come comparse in film.
Personaggio protagonista della Graphic Novel da collezione “Saule,
La Quinta Stagione” scritta da Antonio Serra (autore per Bonelli,
“ guru” del fumetto italiano - Dylan Dog, Martyn Mystere,
Nathan
Never) e disegnata da un allievo di Milo Manara.
ESEMPI VIDEO SPETTACOLI E PERFORMANCE
· SAULE VIOLIN - trailer spettacolo teatrale
https://www.youtube.com/watch?v=MkiFLCT2LOo&feature=
youtu.be
· SAULE VIOLIN - duel - concert in ARENA
https://www.youtube.com/watch?v=2eUudwHdxOc&featur
e=youtu.be
SPETTACOLI TEATRALI
·Diario di un VIOLINO
·Quando la MUSICA diventa PROSA
·Quando una STORIA nascosta tra le pagine prende
VITA
·Quando i COLORI diventano una MAGIA che
racconta
·Quando l'AMORE e la PASSIONE diventano TEATRO
Spettacoli completi di prosa, musica e danza, unici nel
loro genere. Il violino, protagonista indiscusso,
parlando in prima persona tocca fatti storici
realmente accaduti e coinvolge il pubblico con
musica, parole, sentimento, spiritualità e
fantasia. Ha incantato il pubblico di tutte le
fasce d'età con le stupende spettacolari
scenografie sincronizzate e le parole e la
musica riarrangiata appositamente, scelta
“
Mi definisco una neoclassica: ho studiato
con una rigida impostazione formale, ma amo
portare la musica a tutti come la sento io, mi
piace chi cerca interpretazioni diverse.
”
dalle più belle pagine mai scritte della
musica di tutto il mondo.
Altri format eseguiti con
grande successo:
· Concerto esperenziale
· Il bosco che suona
· Lezioni concerto per studenti
· Letture in musica
· Spettacolo di quiz musicali
· Teatro virtuale
· Musica nel bosco
· Suono terapy
· Laboratorio dei 5 sensi
IL TEAM 5 ART LAB È
UNICO DISTRIBUTORE
PER IL MONDO ED È NATO
APPOSITAMENTE
INTORNO ALL'ARTISTA
PER GARANTIRE PREZZI E
CREAZIONI DIRETTE TRA
PRODUTTORE E
CONSUMATORE.
INFO:
5ArtLab Team
Management and Production
SAULE KILAITE - VIOLIN PERFORMER
Mobile +39 – 348 / 7320603
5 ArtLab srl _ Produzioni Artistiche Milano
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OFFICIAL WEBSITE www.SAULE.it
PAGINA FACEBOOK
https://www.facebook.com/SAULE.KILAITE.
VIOLIN/?fref=ts
CANALE YOUTUBE
https://www.youtube.com/channel/UCkghzJ
e4xa5UNUHY9iBoERg
WIKIPEDIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Saul%C4%97_Kil
ait%C4%97
https://www.linkedin.com/in/saule-kilaite-
35773362
https://instagram.com/saule.violinist?igshid=
1n0rd4qtixib7
“
I miei show spaziano dal folklore irlandese alle danze israeliane o
argentine: ogni genere viene da questa radice... lo è stato in parte anche
per Mozart, Beethoven e Brahms, ad esempio le danze ungheresi. Il mio
obiettivo è presentare la musica ogni volta in modo diverso, collegandomi
con lo stato d'animo di chi ascolta, con arrangiamenti moderni che
rivestono ogni melodia d'un vestito particolare. Insomma, perché non si
dovrebbe poter aggiornare anche la musica?
www.dimagazine.it
Silvia
Colasanti
UN QUARTETTO TUTTO AL FEMMINILE.
La musica di Silvia Colasanti prende, arriva al pubblico. Ed emoziona.
Teatrale, ricca di dettagli e orientata a coniugare la ricerca sul linguaggio con la comunicazione di sentimenti ed emozioni.
MUSICISTA E COMPOSITRICE
Orchestra Sinfonica Coro Sinfonico Giuseppe Verdi
e di Milano Auditorium di Milano, Largo Mahler 20136 Milano
T. +39 02 83389.428 M.+39
3403708077 www.laverdi.org
www.dimagazine.it
QUALCHE NOTIZIA SULL'ARTISTA
Considerata la compositrice italiana di musica classica più nota all'estero, è
indubbiamente la prima donna del nostro Paese ad aver superato il monopolio maschile
nel settore. Ha collaborato con nomi di spicco del calibro di Yuri Bashmet,
David
Geringas, Massimo Quarta, Jacques Zoon, Enrico Bronzi e il Quartetto di
Cremona.
FORMAZIONE
Studia composizione al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con Luciano Pelosi e
Gian Paolo Chiti, perfezionandosi in seguito all' Accademia Musicale Chigiana e
all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Fabio Vacchi, Wolfgang Rihm,
Pascal
Dusapin e Azio Corghi. Nel 2006 ottiene la borsa di studio intitolata alla memoria di
Goffredo Petrassi, assegnata dalla Presidenza della Repubblica al migliore diplomata
in composizione dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Le sono stati dedicati due
CD monografici dalle etichette Dynamic e Naxos Records e le sue opere sono
pubblicate in esclusiva da Casa Ricordi. Insegna composizione al Conservatorio
" Nicola Sala" di Benevento.
PRODUZIONE MUSICALE
Considerata la compositrice donna italiana vivente più affermata sulla scena
internazionale, la Colasanti è autrice di una vasta produzione in cui spiccano lavori di
notevole importanza e impatto mediatico, anche grazie a commissioni di istituzioni
storiche quali Maggio Musicale Fiorentino, Festival dei Due Mondi,
Accademia
Nazionale di Santa Cecilia,la Fondazione Eduard Van Beinum,
Biennale di
Venezia, Sagra Musicale Umbra, Accademia Musicale Chigiana, CIDIM,
Accademia
Filarmonica Romana, Festspiele Europäische Wochen Passau,
Orchestra Haydn
di Bolzano e Trento, Orchestra della Toscana eOrchestra Sinfonica Giuseppe
Verdi di Milano. Caso non abituale nell'ambito della musica contemporanea, le sue
opere vengono riprese regolarmente per numerose esecuzioni.
Silvia Colasanti
Velasca S.r.l. - Via San Martino 14, 20122 Milano - www.velasca.com