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AO_NUMERO 01_02_2022

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10 L’Accademia Olimpica<br />

Accademici in libreria rubrica di informazione editoriale a cura di marinard<br />

Stimolante viaggio nella letteratura greca<br />

insieme agli accademici Piovan e Rodighiero<br />

Che bello perdersi<br />

tra le “cianfrusaglie”<br />

di Paolo Lanaro<br />

Numerose volte e a lungo ci<br />

siamo interrogati e abbiamo<br />

disquisito se l’Accademia<br />

possa o debba adempiere<br />

anche al compito di rivolgersi<br />

direttamente ai giovani, favorendone<br />

la crescita culturale.<br />

E se sì, quale sia il modo<br />

più appropriato ed efficace.<br />

Le risposte sono state e sono<br />

tante e variegate, ma rischiano<br />

di rimanere nell’area della<br />

teoria e dell’intenzionalità.<br />

Un apporto concreto ed<br />

esemplare è stato fornito,<br />

meno di due anni fa, dall’egregio<br />

lavoro degli accademici<br />

Dino Piovan e Andrea<br />

Rodighiero che, assieme a<br />

Sabina Mazzoldi, hanno elaborato<br />

il manuale scolastico<br />

Con parole alate. Autori, testi<br />

e contesti della letteratura<br />

greca, Bologna, Zanichelli,<br />

Con amabile cadenza ravvicinata<br />

l’accademico Giorgio<br />

Faggin pubblica i suoi volumetti<br />

di traduzioni poetiche,<br />

arricchendo un patrimonio<br />

che, da tempo, è cospicuo.<br />

Trasferire un testo dalla lingua<br />

originale a una lingua<br />

secondaria non è una operazione<br />

semplice e, per così<br />

dire, meccanica. È, piuttosto,<br />

un ri-vivere, un ri-sentire, un<br />

ri-creare. E in questa operazione<br />

delicata di vera e propria<br />

poesia Giorgio Faggin,<br />

non occorre dirlo, è maestro.<br />

Questa volta - sul finire del<br />

2<strong>02</strong>1 - la sua curatela e traduzione<br />

sono state rivolte<br />

a Lirici catalani, proposti in<br />

una sobria edizione della<br />

collana «Parole e mondo»<br />

della Joker di Novi Ligure<br />

(AL).<br />

Ogni autore è introdotto<br />

da una essenziale scheda<br />

di presentazione, che ne<br />

illustra i dati biografici e i<br />

caratteri tematici e stilistici.<br />

Di ogni brano è riportato, a<br />

fronte della traduzione, il te-<br />

2<strong>02</strong>0. L’opera si compone di<br />

tre volumi, per un totale di<br />

oltre 2600 pagine, e abbraccia<br />

un arco temporale che<br />

va dall’VIII secolo a.C. fino al<br />

IV/V d. C.<br />

Chi anche soltanto la sfoglia<br />

non può non rilevare che si<br />

tratta di una autentica summa<br />

della civiltà greca, in cui<br />

i testi letterari hanno la primazìa,<br />

ma sono sorretti e<br />

completati dall’apporto di<br />

una vera e propria serie di<br />

discipline in nobile funzione<br />

ancillare, quali la geografia,<br />

la storia, la medicina, la filosofia,<br />

l’archeologia, la critica<br />

letteraria, l’iconografia antica<br />

e moderna, perfino la filmografia<br />

ecc. Ne deriva un patrimonio<br />

a cui può attingere<br />

la perizia del docente per<br />

proporre variegati itinerari<br />

conoscitivi e da cui può essere<br />

stimolata e saziata la bella<br />

sete di sapere degli studenti.<br />

Insomma… uno strumento<br />

didattico che è, contemporaneamente<br />

ed esemplarmente,<br />

mezzo e fine, e al quale<br />

auguriamo tanta meritata<br />

fortuna.<br />

Lirici catalani da scoprire con Giorgio Faggin<br />

sto originale. È da riconoscere<br />

che la letteratura catalana<br />

non risulta molto nota e frequentata<br />

né, di conseguenza,<br />

gode di particolare apprezzamento.<br />

Eppure, dopo<br />

i fulgori dei secoli XIII-XV e il<br />

successivo annebbiamento,<br />

negli ultimi cent’anni essa<br />

ha espresso personalità di<br />

largo respiro e di autentica<br />

vena artistica. A partire<br />

da Jacint Verdaguer (1845-<br />

19<strong>02</strong>), che ha coniugato produzione<br />

epica e lirica, per arrivare<br />

al disincantato Vicent<br />

Andrés Estellés (1924-1993),<br />

passando per Joan Maragall<br />

(1860-1911), Gueran<br />

de Liost (1878-1933), Josep<br />

Carner (1884-1970) e Salvador<br />

Espriu (1913-1985). L’antologia,<br />

comprendente ben<br />

cinquanta brani, ci introduce<br />

in un mondo di chiaroscuri,<br />

di semitoni, nel quale<br />

il traduttore e poeta Faggin<br />

appare muovere la bacchetta<br />

del direttore d’orchestra<br />

con vigile compostezza e<br />

con pudica forza suasoria.<br />

Lo leggi tutto d’un fiato.<br />

Poi senti il bisogno<br />

di ripartire, perché non<br />

sei sicuro di avere capito<br />

bene, perché hai capito<br />

che occorre fermarsi quasi<br />

su ogni singola parola<br />

o immagine, perché vuoi<br />

confrontarti con quello<br />

che leggi e capire se ti ci<br />

riconosci…<br />

Apparentemente non c’è<br />

un filo conduttore che<br />

unifichi le «cianfrusaglie»<br />

che costituiscono il volumetto<br />

propostoci da<br />

Paolo Lanaro (Magazzino.<br />

Ricordi, note, frammenti,<br />

cianfrusaglie, Sommacampagna,<br />

Cierre, 2<strong>02</strong>1). Sembra<br />

di essere immersi in un<br />

flusso di riflessioni vaganti<br />

e svagate, che spaziano<br />

dalla memoria alla filosofia,<br />

dalla letteratura e dalla<br />

poesia alla satira di costume,<br />

dalla saggezza popolare<br />

all’erudizione, dalla<br />

tenerezza della nostalgia<br />

all’amarezza della delusione<br />

e dell’inquietudine.<br />

Mi pare che, in sostanza,<br />

l’inconsueta silloge possa<br />

essere intesa come l’accorata<br />

ricerca (o rimpianto?)<br />

di un mondo migliore e di<br />

una appagante sicurezza<br />

interiore. Evocati attraverso<br />

la bonarietà disincantata<br />

e sferzante di chi è stufo<br />

di combattere, ma non di<br />

sperare.<br />

Un libro agevole, graziosamente<br />

ameno, in certi<br />

segmenti perfino esilarante,<br />

ma soprattutto da<br />

capire o, più propriamente,<br />

da intellegere.

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