GEOmedia_2_2022
Rivista Italiana di geomatica
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Rivista bimestrale - anno XXVI - Numero - 2/<strong>2022</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D CITY<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />
URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />
REMOTE SENSING<br />
GNSS<br />
SPAZIO<br />
RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />
LiDAR<br />
GEOBIM<br />
LASER SCANNING<br />
BENI CULTURALI<br />
SMART CITY<br />
Mar/Apr <strong>2022</strong> anno XXVI N°2<br />
Il Castello VIsContI<br />
a somma lombardo<br />
MODELLO OPERATIVO<br />
PER IL RILEVAMENTO<br />
DEI BENI CULTURALI<br />
USO DEL DRONE NELLA<br />
DOCUMENTAZIONE<br />
ARCHEOLOGICA<br />
IN ATTESA DI<br />
ESPLORARE<br />
IL METAVERSO
INSPIRATION<br />
FOR A SMARTER<br />
WORLD<br />
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FOCUS<br />
In questo<br />
numero...<br />
FoCus<br />
report<br />
ar-Vr<br />
Il Castello<br />
VIsContI a<br />
somma<br />
lombardo<br />
modello operatIVo<br />
per Il rIleVamento<br />
deI benI CulturalI<br />
DI ATTILIO SELVINI<br />
6<br />
aeroFototeCa<br />
ALTRE<br />
RUBRICHE<br />
38 MERCATO<br />
42 AGENDA<br />
22<br />
In attesa dI<br />
esplorare<br />
Il metaVerso<br />
DI TIZIANA PRIMAVERA<br />
In copertina il modello<br />
tridimensionale dell'ingresso<br />
al Castello Visconti a Somma<br />
Lombardo.<br />
l’uso del drone<br />
nella doCumentazIone<br />
arCheologICa:<br />
Il Castello dI<br />
monteFalCo In<br />
sabIna (rm)<br />
DI MARTINA BERNARDI,<br />
FEDERICO FASSON<br />
34<br />
geomediaonline.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di<br />
geomatica. Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati<br />
alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e<br />
interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi<br />
alla superficie terrestre. In questo settore <strong>GEOmedia</strong><br />
affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli<br />
addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del<br />
catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento<br />
aereo e spaziale, con un approccio tecnicoscientifico<br />
e divulgativo.<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />
ISSN 1128-8132<br />
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Numero chiuso in redazione il 30 giugno <strong>2022</strong><br />
Science & Technology Communication
Il rilevamento dei beni culturali<br />
Cari lettori,<br />
Questo numero di <strong>GEOmedia</strong>, più che dedicato, potrebbe dirsi che sia dominato dal saggio<br />
di Attilio Selvini sulla Geomatica. Un articolo che è una pietra miliare, ma anche uno sguardo<br />
al futuro che ci fa vedere come questo pezzo di pianeta che abitiamo sia tutt’uno col suo cielo<br />
e come la Geomatica sia prima di ogni altra cosa una scienza della Terra, anzi la scienza della<br />
Terra con la T maiuscola. Ci commuove profondamente perché esplora la tecnologia lungo<br />
i percorsi e il corso della storia, ricostruendo palmo a palmo un edificio come il Castello<br />
Visconteo di Somma Lombardo con il suo territorio nella massima espressione virtuale della<br />
sua memoria, portando la disciplina tutta verso il riconoscimento di un’emergenza storica<br />
al grado d’immagine che potrebbe avere l’impatto del Colosseo non solo sulla cultura di un<br />
paese e di una nazione, ma ad un grado per nulla nozionistico, di reale comprensione invece<br />
della sua funzione secolare di volta in volta modificatasi nel corso del tempo con il volto e<br />
la vita dei suoi cittadini. Un punto fermo nel viaggio verso il futuro ed il sempre maggiore<br />
bisogno di autodeterminazione dei singoli oltre che dei popoli nel cammino della civiltà,<br />
solo apparentemente sommersa dalla mole di dati che l’informazione, la comunicazione e la<br />
disseminazione prelevano quotidianamente dalla realtà.<br />
Con il Castello è la topografia ad attraversare il presente storico, insegnandoci passo passo,<br />
numero per numero, la pratica perseverante nell’obbiettivo di conservare quella tecnica che<br />
non è solo e non tanto difensiva del territorio e delle più consapevoli abitudini virtuose, ma<br />
impegno nella conoscenza e, nella scienza della precisione, margine all’errore umano, molto<br />
spesso d’interpretazione delle analisi più dettagliate. Impariamo a distinguere, leggendolo, di<br />
cosa è fatta la materia che disciplina la Geomatica e a riconoscere il suo prodotto finito, che è<br />
lo sforzo compiuto da un gruppo di tecnologi durante un secolo di incessante approssimazione<br />
al traguardo, raggiunto col confronto tra le più moderne tecnologie imposte dall’uso. In queste<br />
pagine le osserviamo in un pezzo di storia, anche biografica, disciplinarmente illustrate da<br />
vere e proprie tavole di comparazione dei risultati. Mai prima d’ora, come con questa lettura,<br />
scopriremmo cosa le contraddistingua e come, allo stesso modo e grado, ne sia consentita la<br />
valutazione a tappeto sui differenti avanzamenti e sulle opportunità di impiego nella protezione<br />
del pianeta intero, ad un tale livello di profondità e al contempo, di destra maneggevolezza, da<br />
invogliare anche un principiante nella volontà di saggiarne le possibilità fino al secolo scorso<br />
sperimentali ed ora, sul piano della portabilità e della scala di grandezza, in grado di competere<br />
e surclassare la robotica massiva di un iPhone. Se un ringraziamento va rivolto a chi come<br />
il professor Attilio Selvini si è dimostrato instancabile nella ricerca e nella fondazione della<br />
scienza della prevenzione dal decadimento della Terra per il danno antropico, con strumenti<br />
innocui, e quindi umanitari nel senso letterale del termine, forse più dell’attuale scienza<br />
medica, è per aver ancora affrontato, per <strong>GEOmedia</strong>, anche il problema del riconoscimento<br />
ottico degli elaborati digitali scaturiti dalle differenti scansioni di uno stesso manufatto con<br />
le diverse tecnologie, isolatamente e parzialmente sovrapposte, quando esposte da un’unica<br />
banca dati. E di averlo fatto nel modo più congeniale ad un breve excursus, la forma di un<br />
sintetico manuale, appena più eloquente di un giornale illustrato, che per noi ha il valore<br />
meritevolmente sommesso di una voce biografica enciclopedica, di cui ci onoriamo sopra ogni<br />
altro vanto: una scienza che non si rivolge solo ad altra scienza, ma che sa parlare anche a chi di<br />
questa scienza vivrà.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
FOCUS<br />
IL CASTELLO VISCONTI A<br />
SOMMA LOMBARDO<br />
Modello operativo per il rilevamento dei beni culturali<br />
di Attilio Selvini<br />
La tecnica di rilevamento dei beni culturali,<br />
cosi come in genere quella topografica<br />
legata al terreno, si è profondamente<br />
modificata tra la fine del ventesimo secolo e<br />
la comparsa del nuovo millennio.<br />
Tutto e cambiato, dagli strumenti di misura<br />
ai mezzi di calcolo, gli uni e gli altri ormai<br />
indissolubilmente legati all’elettronica ed<br />
all’informatica.<br />
Fig. 1 - 4 settembre 1944: il cipresso abbattuto dal fortunale.<br />
La città è un grande<br />
manufatto, all’interno del<br />
quale vi sono gli interni<br />
più limitati caratterizzati da<br />
una loro architettura, da una<br />
loro forma che si chiamano fatti<br />
urbani.<br />
L’architettura rappresenta il dato<br />
visibile dei fatti urbani, rappresenta<br />
un aspetto della loro<br />
complessità.<br />
Il fatto urbano è un unicum e<br />
lo spazio centrale della Città di<br />
Somma Lombardo è un fatto<br />
urbano.<br />
Esso è il susseguirsi di tre piazze<br />
facenti di parte di un insieme<br />
determinatosi nel tempo.<br />
Piazza Carlo Ermes Visconti o<br />
Piazza d’Armi, Piazza Publio<br />
Cornelio Scipione generata da<br />
un unico elemento: il castello,<br />
e Piazza Vittorio Veneto nata<br />
dalla costruzione della Basilica<br />
di Sant’Agnese e da Palazzo<br />
Viani-Visconti e comunicante<br />
con Piazza Scipione mediante un<br />
breve tratto di strada rettilineo,<br />
chiamato popolarmente la Strettoia.<br />
Piazza Publio Cornelio Scipione<br />
è il vecchio orto degli Albuzii.<br />
E’ delimitata su di un lato dalle<br />
mura del Castello Visconteo,<br />
mentre sul lato opposto è caratterizzato<br />
da un fronte edificato<br />
a corte aperta, segno che la<br />
superficie interna ai due fronti<br />
era luogo protetto ed integrato<br />
all’antistante Castello Visconteo;<br />
la sua forma a goccia è il risultato<br />
della caratterizzazione del<br />
luogo in sito.<br />
Il maniero si erge e si impone<br />
per la sua storicità, riconducibile<br />
alla VETUSTA’, che non è<br />
altro che una soddisfazione di<br />
carattere psicologico prodotta<br />
dall’antico come manifestazione<br />
dello scorrere del tempo; cioè<br />
un sentimento vago, puramente<br />
percettivo, che accetta la testimonianza<br />
di una certa epoca che il<br />
manufatto ci offre: l’immagine<br />
dell’intangibilità all’erosione<br />
della storia, una durata nella<br />
forma, nel colore, nelle aperture,<br />
nell’uso dei materiali e di tecniche<br />
edilizie ormai dimenticate.<br />
E’ indubbio che questo concetto<br />
di storicità è patrimonio della<br />
sensibilità collettiva, ed il caro<br />
prof. Attilio Selvini lo indaga con<br />
“rito moderno” nella sua componente<br />
più prossima alla nostra<br />
fisicità: la sua parete limite,<br />
utilizzando una tecnica che ci<br />
permette una sempre miglior<br />
comprensione del suo stato,<br />
addentrandosi nella sostanza<br />
del suo essere per nuove ipotesi<br />
progettuali di restauro.<br />
Guido Colombo, architetto urbanista,<br />
già Sindaco di Somma<br />
Lombardo<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
La tecnica di rilevamento dei beni culturali, così<br />
come in genere quella topografica legata al terreno,<br />
si è profondamente modificata tra la fine del<br />
ventesimo secolo e la comparsa del nuovo millennio.<br />
Tutto è cambiato, dagli strumenti di misura<br />
ai mezzi di calcolo, gli uni e gli altri ormai indissolubilmente<br />
legati all’elettronica ed all’informatica.<br />
Il presente autore ha avuto la ventura di<br />
vivere tutte le trasformazioni corrispondenti sia<br />
dal lato operativo che da quello culturale e della<br />
ricerca, come professore universitario delle discipline<br />
geomatiche, ovvero topografia, fotogrammetria<br />
e cartografia. L’ultima novità, in ordine di<br />
tempo, è la forte trasformazione della fotogrammetria,<br />
che da mezzo ausiliario per la produzione<br />
cartografica così come era nata, circa un secolo e<br />
mezzo fa, è ora divenuta una tecnica multiforme<br />
irrinunciabile sia nel rilevamento del terreno che<br />
di quello dei beni culturali (per tacere delle sue<br />
applicazioni speciali, che vanno dalla medicina<br />
alla balistica).<br />
Credo di essere stato il primo in Italia, ad informare<br />
i topografi della nascita dei “droni”, cioè di<br />
quei “cosi” volanti che oggi addirittura scrutano<br />
se taluno viola i controversi decreti sugli spostamenti<br />
degli incauti che sfidano il “corona virus”.<br />
Infatti, nel volume “Fotogrammetria Generale”<br />
edito dalla torinese UTET nel 2000, si diceva fra<br />
l’altro ciò che qui viene riassunto.<br />
Verso la fine del Novecento era nata negli USA<br />
e prevalentemente per scopi militari, la “SFAP”<br />
(Small Format Aerial Photography) impiegante<br />
camere di piccolo formato, con riprese da diverse<br />
piattaforme, dai palloni frenati ad aerei ultraleggeri<br />
o addirittura ricorrendo a modelli di aerei<br />
telecomandati. In breve nacquero appositi velivoli<br />
detti droni; ricordiamo che questo sostantivo<br />
inglese significa in realtà “fuco”, come è noto ape<br />
maschio: solo nel 1945 assunse chissà perché il<br />
significato di “aereo senza pilota”. Oggi la tecnica<br />
è divenuta abituale anche per scopi civili; di droni<br />
si parla comunemente soprattutto al di fuori<br />
delle applicazioni metriche, sconfinando dal<br />
gioco e dal puro divertimento alle applicazioni<br />
commerciali.<br />
Piccola appendice: il rilevamento da drone permette<br />
di avere immagini riferite a sistemi di coordinate<br />
sia locali che (previa connessione alla<br />
costellazione di satelliti artificiali) generali del<br />
sistema UTM della quale connessione si dirà anche<br />
qui avanti.<br />
Nell’ambito delle nuove tecniche di misura e<br />
rappresentazione, l’autore volle sperimentare<br />
tutte le recenti modalità operative scegliendo il<br />
maestoso Castello Visconti dalla sua città natale<br />
(nel quale peraltro era nato casualmente) come<br />
tesi di laurea in architettura presso il Politecnico<br />
di Milano e poi per un paio di articoli dai quali<br />
verrà tratto molto materiale per questo libro. Va<br />
subito detto che il rilevamento, cosa sino ad allora<br />
mai fatta per un monumento isolato, è stato<br />
riferito al sistema geodetico universale (World<br />
Geodetic System 84) e a quello cartografico generale<br />
(Transverse Mercator Projection) appena<br />
sopra indicato con la sua sigla UTM per il tramite<br />
di opportune osservazioni satellitari. Ciò non<br />
ha molta importanza pratica locale, ma permette<br />
di avere un riferimento assoluto per cui da ogni<br />
angolo della Terra è possibile avere la posizione<br />
di Somma e del suo Castello. Non si sono usate<br />
riprese da droni, per il semplice fatto che esisteva<br />
già una ottima ripresa aerea tradizionale, che<br />
era servita per la redazione della carta comunale,<br />
intesa come base per la redazione del PGT. Si<br />
sono per contro impiegate tutte le note tecniche<br />
attuali, dalla scansione laser al raddrizzamento,<br />
dalla stereorestituzione alla tradizionale celerimensura.<br />
Ciò potrà essere di suggerimento per<br />
le non poche facoltà di architettura italiane che<br />
si occupano dell’inventario e della conservazione<br />
dei beni culturali. Vediamo di iniziare con un<br />
buon riassunto di carattere storico sull’origine<br />
del monumento.<br />
Note storiche: l’origine<br />
Credo che sia impossibile, per chi sia nato nel<br />
terzo millennio, farsi una idea pur sommaria, di<br />
cosa fosse quel piccolo borgo dal nome di Soma<br />
(d’origine incerta) allorché vennero posate le prime<br />
pietre del Castello. Col mio carico di anni, e<br />
avendo ben conosciuto la Somma a metà contadina<br />
ed in parte industriale degli anni Trenta,<br />
penso di potermene fare solo un'immagine incerta<br />
e sommaria. Nulla o quasi di ciò che vediamo<br />
oggi vi era in quel tempo: nemmeno il maestoso<br />
cipresso rovesciato dal turbine nel settembre del<br />
1944, che probabilmente venne piantato proprio<br />
in quei tempi: indagini serie lo dicevano avere<br />
settecento anni (altro che “bimillenario” quando<br />
cadde !) e quindi il conto potrebbe tornare. In<br />
figura 1 un disegno dell’albero abbattuto (dalla<br />
“Cronaca Prealpina”).<br />
Non vi erano allora né la chiesa di Santa Agnese e<br />
nemmeno quelle di San Rocco e San Bernardino;<br />
la strada che portava da Milano al lago aveva<br />
all’incirca il percorso dell’attuale via Alberto<br />
da Somma. Mezzana era un piccolo gruppo di<br />
catapecchie, senza chiesa e naturalmente senza<br />
Santuario. Somma era allora soltanto un importante<br />
nodo della strada romana consolare chia-<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 7
FOCUS<br />
Fig. 2 - Sullo sfondo, Somma nel 1880, vista dal confine di Casorate.<br />
Disegno del Melzi.<br />
Fig. 3 - A sinistra Francesco, a destra Guido Visconti.<br />
mata dagli storici via Mediolanum-Verbannus,<br />
che collegava Milano al Lago Maggiore passando<br />
per Sesto Calende. Resti della pavimentazione di<br />
questa strada sono stati ritrovati durante degli scavi<br />
effettuati nei pressi del centro commerciale “Il<br />
Gigante” nel 1985 e poi ancora nel 2002. A sud<br />
di Somma la via Mediolanum-Verbannus intersecava<br />
trasversalmente un'altra importante strada<br />
romana che collegava Novara a Como passando<br />
da Castelseprio, la via Novaria-Comum.<br />
Da Somma la strada proseguiva il suo percorso<br />
passando da Golasecca e Sesto Calende. La prima<br />
chiesa dedicata alla santa Agnese fu eretta a<br />
lato del nucleo primitivo del castello visconteo<br />
(sant’Agnese godeva di particolare devozione da<br />
parte dei Visconti che la dichiararono loro protettrice)<br />
e abbattuta durante il XVI secolo per<br />
permettere l'ampliamento del castello stesso. La<br />
chiesa fu quindi ricostruita nel luogo dove attualmente<br />
la vediamo, sacrificando quella di San<br />
Fede (fatta costruire da Guilizione, signore di una<br />
parte di Somma durante il secolo IX accanto alla<br />
sua dimora-fortezza, nel luogo più alto del borgo,<br />
denominato «Castellaccio» o «Brecallo») abbattuta<br />
in quella circostanza e mai più ricostruita.<br />
L'attuale chiesa di Sant'Agnese fu progettata<br />
da Francesco Maria Richini nel 1645 ed eretta fra<br />
il 1664 e il 1697 dall'architetto Carlo Buzio. Per<br />
dare una pur sommaria idea di ciò che poteva essere<br />
Somma in quei tempi, mostro qui un bel disegno<br />
fatto dal Melzi nel 1880, allorché vi era già<br />
la ferrovia Milano-Arona: è la vista dalla strada napoleonica<br />
del Sempione, presa dal cocuzzolo che<br />
segna il confine fra Casorate Sempione e Somma.<br />
Si veda la folta vegetazione ai lati della strada, e<br />
la si confronti con la situazione odierna: solo sul<br />
fondo si vedono il campanile di Sant’Agnese e le<br />
torri del Castello, e a destra un nucleo di case, probabilmente<br />
quelle di Mezzana.<br />
Ma parliamo del Castello. Molti dicono della sua<br />
antichissima origine che risalirebbe al X secolo, ma<br />
di fatto esso è citato per la prima volta solo in un<br />
testamento rogato a Gallarate il 22 giugno 1251<br />
dal notaio Marcellino de Angleria. Testimonianza<br />
della presenza viscontea, attestata in Somma fin<br />
dal 1250, l’edificio nacque sicuramente come rocca<br />
di difesa ai confini col territorio di Milano. Il<br />
maggior sviluppo della vecchia e modesta fortezza<br />
viscontea lo si ebbe a partire dall’anno 1448 quando<br />
i fratelli Francesco e Guido Visconti, per sfuggire<br />
ai contrasti con la Repubblica Ambrosiana,<br />
succeduta a Milano alla signoria viscontea, si rifugiarono<br />
nella loro antica proprietà di Somma. In<br />
figura 3 i ritratti (presunti) dei due fratelli.<br />
Il giorno 11 ottobre del 1451, Francesco Sforza<br />
ordina ai due fratelli di dare alloggio a tale Leone<br />
Stampa seguito da due armigeri, nelle loro proprietà<br />
di Mornago e Colignola:<br />
“Domino Francisco et Guidoni, fratribus de<br />
Vicecomitibus. Haveamo ordenato et commisso<br />
al nostro capitaneo de Seprio che dovesse lozare<br />
Leone Stampa olacum doe boche a (a) Coligniola et<br />
Mornago, lochi dele pieve de Sommo, et pare che vuy<br />
non lo habiati vogliuto; de che maravigliandoce. Ve<br />
confortiamo et caricamo che omnino vogliati logiare<br />
lo dicto Leone segondo el bollectino d'esso capitaneo.<br />
Ex Belzoyosio, die XI octobris MCCCCLI. Cichus.”<br />
A Milano infatti tutto era cambiato; ho fatto cenno<br />
alla Repubblica Ambrosiana, ma anche questa<br />
se n'era andata. Francesco Sforza, gran condottiero<br />
al servizio del Duca Filippo Maria Visconti,<br />
nel 1441, aveva sposato la di lui figlia, Bianca<br />
Maria, divenendo de facto il successore del potentato<br />
milanese. Dopo essere asceso al rango ducale<br />
nel 1450 ed essere stato legittimato davanti ai<br />
milanesi come consorte dell’ultima esponente dei<br />
Visconti, Francesco Sforza fu il principale artefice<br />
della pace di Lodi tra gli Stati italiani e della rinascita<br />
politica, economica ed artistica del Ducato<br />
di Milano dopo decenni di instabilità, guadagnan-<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
dosi la stima e l'ammirazione dei suoi contemporanei<br />
insieme a quella di Niccolò Machiavelli. A<br />
chi scrive ora, viene alla mente un bellissimo detto<br />
attribuito allo Sforza, che non era solo un rude<br />
uomo d’armi ma anche un colto signore che sapeva<br />
di latino nel pieno del Rinascimento: “Dixisse<br />
aliquando penitui, taquisse nunquam”. Si noti la<br />
magnifica sinteticità della lingua dei Padri: cinque<br />
parole, contro le undici necessarie per la traduzione<br />
in italiano: Talvolta mi sono pentito di aver parlato,<br />
mai di aver taciuto.<br />
In pochi anni la vecchia fortezza venne poi in gran<br />
parte ricostruita, ampliata e contornata da fossati.<br />
L’antica rocca di difesa assunse così il ruolo e<br />
l’aspetto di un castello fortificato, inteso prevalentemente<br />
come dimora di lusso. Nell’anno 1473 i<br />
dissapori emersi tra i fratelli Visconti culminarono<br />
nella divisione tra i due dei loro beni: se ne dirà<br />
fra breve.<br />
Le vicende del castello dal XV secolo in poi<br />
Ormai trasformato in residenza di pregio per i<br />
Visconti, il Castello vide avvenimenti di sicuro interesse<br />
storico. Molti autori se ne sono occupati; citiamo<br />
fra i più attendibili Francesco Campana, pastore<br />
arcadico del Settecento, ed il conte Lodovico<br />
Melzi, dell’Ottocento, entrambi sommesi. Ben<br />
poche le notizie, per lo più di seconda mano, del<br />
secolo ventesimo: Angelo Bellini nel 1919, Ambrogio<br />
Rossi nel 1982.<br />
Un ampliamento importante (fra i molti avvenuti<br />
nel corso dei secoli) venne condotto in età spagnola;<br />
se ne ha notizia da una lapide inserita in una<br />
delle pareti:<br />
CÆSAR VICECOMES AUREI VELLERIS<br />
EQUES<br />
GENERALIS GUBERNATOR<br />
TOTIUS MEDIOLANENSIS STATUS<br />
MILITIÆ<br />
HISPANIÆ GRANDATU PRIMUS<br />
INTER INSUBRES INSIGNITUS<br />
RESTAURATA ET DECORATA HAC SOMÆ<br />
ARCIS PARTE ÆDES PICTURAS<br />
STATUAS COLUMNAS VIRETA<br />
AD SUI ÆMULANDAM MAGNIFICENTIAM<br />
POSTERIS IN MONUMENTA RELIQUIT.<br />
AN. MDCXCIV<br />
(Cesare Visconti, cavaliere del Vello d’Oro, governatore<br />
generale dell’esercito di tutto lo stato milanese,<br />
primo insignito fra gli insubri del titolo di Grande di<br />
Spagna, restaurata e decorata questa parte del castello<br />
di Somma, gli edifici, le pitture, le statue, le colonne<br />
ed i giardini, lasciò in ricordo ai posteri affinché<br />
emulassero la sua magnificenza. Anno 1694).<br />
Gli avvenimenti si susseguono nel tempo; certamente<br />
nel Castello è nato un futuro Papa, e ne dà<br />
testimonianza, in un complesso latino non facile<br />
da interpretare e tradurre, una iscrizione che ci fa<br />
sapere infatti quanto segue:<br />
PONTIFICEM PARIT ANNA PARENS DUM<br />
VISITUR ÆGRA<br />
SFONDRATUM: ORBI ORITUR, MATRE<br />
CADENTE, PATER<br />
1535, 11 Februarii<br />
Tradotta in italiano, l’iscrizione, di difficile<br />
interpretazione per la complessa sintassi latina,<br />
dice:<br />
“Anna partorì il Pontefice Sfondrati mentre visitava<br />
la parente malata. Nasceva il padre del<br />
mondo, mentre la madre moriva. 11 Febbraio<br />
1535.”<br />
Anna Visconti, moglie del senatore Francesco<br />
Sfondrati, era venuta al Castello per visitare la madre<br />
ammalata, ma venne colta da doglie premature<br />
e purtroppo morì di parto, cosa allora frequente.<br />
Dall’utero venne estratto, per fortuna vivo, un<br />
maschietto, che avrebbe avuto una carriera ecclesiastica<br />
notevole: sarebbe divenuto Papa Gregorio<br />
XIV.<br />
Dirà poi lo storico Filippo Argellati: “ Natale illi<br />
solum fuit insigni Agri Mediolanensis Oppidum,<br />
cui nomi Summa, sive Soma, non longe a Verbanus<br />
lacus, ex feudus Familae Vicecomitum, quo<br />
se Anna, ad matrem Suam Magdalenam Trivultium<br />
aegrotantem,invisendam contulerat”.<br />
Francesco Sfondrati, disperato per la morte della<br />
moglie, abbandonò il Senato, si fece sacerdote<br />
e divenne poi cardinale sotto il pontificato di<br />
Paolo III. Ben altra carica toccò al figlio nato così<br />
male; divenuto anch’egli sacerdote, fu vescovo di<br />
Cremona e poi cardinale di Santa Cecilia. Il 5 dicembre<br />
1590 il conclave lo elesse papa col nome<br />
di Gregorio XIV.<br />
Secondo il Melzi, a Somma spetterebbe anche<br />
un secondo Papa, Gregorio X, cioè Tebaldo (o<br />
Teobaldo) Visconti, nato a Piacenza nel 1210 ma<br />
poi sommese di adozione. Dice infatti nel suo libro<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 9
FOCUS<br />
quanto segue: “…Chi lo disse oriundo di Piacenza,<br />
chi di Milano e chi di Somma …. Egli può considerarsi<br />
per la famiglia di Somma, pei possessi piacentino,<br />
e milanese per il luogo di nascita, avvenuta<br />
nel tempo in cui il padre suo Uberto vi esercitava la<br />
carica di Pretore”.<br />
Ben altri avvenimenti vide poi il Castello. Un’altra<br />
lapide ci ricorda infatti quanto segue:<br />
ELISABETHÆ CHRISTINÆ BRUNSVICIENSI<br />
CAROLO III REGI CATHOLICO MAX.<br />
NUPTÆ<br />
AD ARCEM SOMÆ REDEUNTI<br />
D. CÆSAR VICECOMES S.R.I. MARCHIO PRIMUS<br />
INSUBRIUM EX CASTELLÆ<br />
MAGNATIBUS HOSPITI CLEMENTISSIMÆ<br />
GRATES REPENDENS<br />
ET SE ET SUA D. D. D.<br />
AN. MDCCVIII<br />
Siamo nel XVIII secolo, ed Elisabetta Cristina di<br />
Brunswick Wolfenbüttel sta andando a Madrid<br />
per sposare Carlo III di Spagna, più noto come<br />
Carlo VI di Germania, che venne proclamato nel<br />
1711 imperatore del Sacro Romano Impero. Dal<br />
matrimonio nacque Maria Teresa, che sarà molto<br />
amata dai milanesi. Va qui ricordato che a Carlo<br />
VI si deve l’editto per il Censo di Milano, che diede<br />
vita al primo e vero catasto particellare dell’intero<br />
mondo: il catasto della Lombardia austriaca,<br />
più volte ricordato dal presente autore. Il Melzi ci<br />
dice che “ … Sua Maestà la regina Elisabetta fu<br />
ricevuta dai signori del luogo alle porte del castello.<br />
Per le strade si fece una splendida illuminazione con<br />
torchie e pignatte e candelieri incartati che facevano<br />
bellissima vista. Non mancarono salve di mortari e<br />
mortaretti, girandola di fuochi, razzi etc., e tutto riuscì<br />
così meravigliosamente bene. La sera di venerdì<br />
22 giugno 1708 sua maestà pernottò nel castello di<br />
Somma, accolta con festose dimostrazioni dall’ecc.mo<br />
marchese Cesare Visconti. In questa gita che sua maestà<br />
faceva verso le isole Borromeo, era accompagnata<br />
dal gran cancelliere il generale Visconti, fratello di<br />
Cesare. Sua maestà si restituì lunedì sera 25 giugno a<br />
Milano, tenendo l’istesso cammino dell’andata”.<br />
Torniamo ora al castello. L’edificio venne, nel corso<br />
dei secoli, rimaneggiato più volte, con aggiunte<br />
e demolizioni, non solo: venne diviso già nel XV<br />
secolo, appena assunta la sua forma originaria, per<br />
i litigi tra Francesco e Guido. Dice il Melzi: “…le<br />
diverse tendenze, e le ambizioni che guastano ogni<br />
cosa, non tardarono a mettere la discordia tra i due<br />
fratelli obbligandoli, a separare i loro beni. Fatta<br />
dunque la divisione e tratte le sorti, toccò al fratello<br />
maggiore Francesco la parte nuova del castello e la<br />
parte superiore del borgo; a Guido la parte vecchia<br />
del primo e la inferiore del secondo”. Si è detto all’inizio<br />
che sia la storia del castello, sia quella dei suoi<br />
proprietari è assai complessa; ci limiteremo qui a<br />
poche annotazioni. Già nell’undicesimo secolo, secondo<br />
il Giulini (1714-1780, autore delle Memorie<br />
spettanti alla storia di Milano, storico ufficiale<br />
della città per volere dell’imperatrice Maria Teresa;<br />
proprietario della villa San Martino ad Arcore, acquistata<br />
nella seconda metà del ventesimo secolo da<br />
Silvio Berlusconi) i Visconti si divisero in due grandi<br />
rami: il primo discendeva da Anselmo comprendendo<br />
i signori di Pogliano, Garbagnate e Saronno,<br />
il secondo da Eriprando, coi signori di Somma, Besnate,<br />
Albizzate, Avorio, Massino ed Oleggio.<br />
Tornando alla fine del secolo XV, i quattro figli di<br />
Guido Visconti divisero nuovamente la loro parte;<br />
Antonio, che fu padre di ben 28 figli (!) divenne<br />
conte di Lonate Pozzolo. I suoi immediati discendenti<br />
vi aggiunsero il nome di “Modrone” (che<br />
ritroveremo più avanti) col titolo di duca. Passando<br />
al XVI secolo, vi troviamo Francesco, marchese<br />
della Motta, le cui figlie sposarono un Viani ed<br />
un Rasini, che si trovarono perciò compartecipi<br />
del castello di Somma. Più avanti, nel 1619, al figlio<br />
Francesco di Ermes Visconti, colonnello delle<br />
guardie pontificali, venne concesso il titolo di marchese<br />
di San Vito: e così abbiamo indicato i due<br />
rami che ritroveremo nel secolo ventesimo. Il titolo<br />
marchionale venne esteso ai discendenti, dato che<br />
Francesco aveva provato “…abbondantemente che<br />
egli possedeva un feudo de’ suoi antecessori nel<br />
luogo di Soma con giurisdizione su altre terre, con<br />
un bellissimo castello et segnalato, et con diversi<br />
nobili casamenti et edificj in Cislago, Appiano e<br />
Milano, oltre ad un altro feudo in Gola Seca, et<br />
in Crena posti nel Seprio, et altro luogo d’Agnadello<br />
in Gera d’Adda”. Oltre ai Rasini ed ai Viani,<br />
altre casate giunsero poi nel castello; ricorderemo i<br />
Cusani ed i Castelbarco. Una Ippolita Visconti sposò<br />
il conte Carlo Barbiano di Belgioioso e da essi<br />
nacque Giustina che fu maritata con Lelio Cusani.<br />
Costanza figlia di Teobaldo sposò il conte Giuseppe<br />
Scipione di Castelbarco, il che portò a una ulteriore<br />
partizione del castello in tre parti. Che divennero<br />
poi ancora solo e per il momento due, allorché i<br />
Castelbarco vendettero la loro porzione ai Visconti<br />
di Modrone, il 31 maggio 1862, a Regno d’Italia<br />
ormai proclamato. I lavori per la costruzione della<br />
grande strada del Sempione, voluta da Napoleone<br />
I, con decreto del 7 settembre 1800 ed intesa come<br />
parte finale del “corridoio” Parigi-Milano, comportarono<br />
la chiusura di parte del fossato del castello,<br />
in particolare quella sul lato est.<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 4 - Vista<br />
ottocentesca del<br />
Castello, dalla strada<br />
napoleonica.<br />
Una veduta ottocentesca della parte est del castello<br />
è quella in fig. 4; la strada sulla sinistra è proprio<br />
la odierna statale n° 33, esattamente sul tracciato<br />
della vecchia strada napoleonica.<br />
Fig. 6 - Mussolini e il Podestà di Milano.<br />
L’ultimo secolo<br />
Dall’Ottocento il castello, e sino agli anni cinquanta<br />
del ventesimo secolo, fu diviso in due sole<br />
parti, così come in origine; ad ovest la parte ducale<br />
di Modrone, ad est quella marchionale dei San<br />
Vito. Va ricordato che il Duca Marcello Visconti<br />
di Modrone (1889-1964) fu Podestà di Milano<br />
dal 29 novembre 1929 al 19 novembre 1935; a<br />
lui si deve la costruzione del Palazzo di Giustizia,<br />
su progetto di Marcello Piacentini, e dell’Idroscalo<br />
a Linate. In figura 6 Il Duca, in divisa del PNF,<br />
a fianco di Benito Mussolini inaugura la Fiera di<br />
Milano.<br />
Appena dopo la prima metà del secolo, avvenne<br />
un fatto che anche qualche decennio prima sarebbe<br />
stato impensabile: la parte ducale venne acquistata<br />
da un sommese (importato) non nobile,<br />
a titolo speculativo. In un articolo edulcorato apparso<br />
sulla rivista locale “ Spazio Aperto”, si legge<br />
fra l’altro quanto segue: “ …il castello di proprietà<br />
non nobile venne pagato DICIASSETTE MILIO-<br />
NI DI LIRE, e sempre per l’emozione del pagamento<br />
l’assegno fu firmato dal figlio della Famiglia acquirente,<br />
Vaglietti Albino … “. Tenuto conto dell’inflazione<br />
della Lira, quella cifra corrisponderebbe<br />
oggi a 190.290 Euro: appena il valore odierno di<br />
una bella casa con giardino! La parte di San Vito<br />
apparteneva allora al Marchese Don Alberto, avvocato<br />
e per parecchi anni dapprima commissario<br />
prefettizio di Somma, poi consigliere comunale.<br />
L’ autore di questo scritto lo ricorda molto bene,<br />
dato che allora sedeva egli pure nella sala consiliare,<br />
anzi ricopriva la carica di assessore; fra l’altro<br />
era nato nella torre ovest del castello, che a partire<br />
dagli anni venti del Novecento veniva locata ai dipendenti<br />
del vicino Lanificio di Somma, e il padre<br />
Fig. 5 - La lapide che ricorda la visita di Vittorio Emanuele<br />
II e di Umberto I.<br />
Fig. 7 - Davanti al Castello, 1930.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 11
FOCUS<br />
Fig. 8 - Il fossato nella parte Nord.<br />
dell’autore era fra questi. La Fig. 7 lo rappresenta<br />
bambino, proprio davanti al fossato del castello,<br />
sul lato nord: fossato ben visibile in Fig. 8.<br />
Per fortuna il Marchese riuscì a riacquistare dal<br />
Vaglietti anche la parte dallo stesso acquisita, riunendo<br />
così il Castello sotto una unica proprietà,<br />
dopo tanti secoli di diatribe. Certamente per il<br />
venditore fu un affare: era ben noto come “magna<br />
pars” delle locali compravendite. In fig. 9 Il Marchese<br />
Alberto.<br />
Va ricordato ora che una piccola parte, sempre della<br />
porzione ducale, sita al piano terreno, era stata<br />
sin dal 1925 locata al Fascio<br />
sommese, che vi teneva riunioni<br />
e manifestazioni.<br />
Nelle scuderie del castello<br />
alloggiarono ripetutamente,<br />
durante le manovre estive, i<br />
dragoni del “Savoia Cavalleria”,<br />
che a Somma avevano<br />
sin dalla costituzione del<br />
Regno la loro base: il Reggimento<br />
si sarebbe coperto<br />
di gloria durante la campagna<br />
di Russia, allorché con<br />
in testa il colonnello Alessandro<br />
Bettoni di Cazzago,<br />
Fig. 9 - Il Marchese avv. Alberto Visconti<br />
di San Vito.<br />
sgominò con l’ultima carica della storia moderna<br />
una intera brigata sovietica ad Isbushenskij. Caddero<br />
fra gli altri il maggiore Litta Modignani ed il<br />
capitano Abba, ma restarono sul terreno 150 soldati<br />
dell’Armata Rossa e vennero fatti circa 600<br />
prigionieri. Dice uno storico inglese:<br />
“To complete somewhat the digression, in the charge<br />
of the Savoia Cavalleria at Isbushenskij in Aug. 24th<br />
1942, one of the last successful large scale cavalry<br />
charges, the Savoia charged with drawn swords and<br />
throwing hand grenades”.<br />
A questo punto, va raccontata la vicenda di un cavallo<br />
bianco, dal nome di Albino. Guarda caso,<br />
l’acquirente della parte ducale del Castello porta<br />
lo stesso nome. Da Google si legge quanto segue,<br />
sul cavallo bianco:<br />
“Era nel 2° squadrone e montato dal sergente maggiore<br />
Giuseppe Fantini che morì in combattimento.<br />
Il cavallo rimase ferito, ma riuscì a rientrare in Italia<br />
con il Reggimento. Dopo l’armistizio dell’8 settembre<br />
1943 era dalla parte della R.S.I., inquadrato nello<br />
Squadrone dello Stato autonomo Stato Maggiore<br />
Esercito e si arrese ai reparti alleati, con gli onori<br />
militari, presso il Comando di zona di Via Verdi, a<br />
Milano.<br />
Le ultime righe sono del tutto errate. Dopo l’armistizio,<br />
fuggito il Reggimento nella vicina Svizzera,<br />
pochi compaesani sommesi si appropriarono del<br />
residuo materiale del Reggimento, compresi alcuni<br />
cavalli. Continua Google:<br />
“Venduto a un contadino, si ritrovò a tirare il carretto.<br />
Finita la guerra, fortunatamente il colonnello<br />
Alessandro Bettoni Cazzago, comandante del<br />
«Savoia», e il vecchio comandante del suo Squadrone<br />
il capitano Francesco Saverio De Leone, ritrovarono<br />
a Somma Lombarda alcuni cavalli appartenuti al<br />
reggimento e tra di loro riconoscono Albino, lo acquistano<br />
e lo donano al Reggimento trasferito dalla<br />
sede storica di Milano a Merano. Lì, finalmente con<br />
un po’ di serenità, Albino visse circondato da mille<br />
attenzioni in un box tutto suo, fra i carri armati.<br />
Gli faceva compagnia Mariolino, un asinello allegro<br />
e operoso, e il box era tappezzato di fotografie e<br />
letterine che i bambini gli scrivevano da varie parti<br />
d’Italia. Ancora il 24 agosto 1960, anniversario<br />
della carica di Isbuschenskij e festa del Reggimento,<br />
il buon Albino, al suono della carica, partì al galoppo<br />
piantando in asso lo sprovveduto palafreniere.<br />
Ormai orbo e indebolito dagli anni, ogni volta<br />
che sentiva uno squillo di tromba drizzava ancora<br />
le orecchie e si metteva sull’attenti pronto alla carica.<br />
Aveva ben ventotto anni, età ragguardevolissima<br />
per un cavallo. Morì il 21 ottobre 1960, semplicemente<br />
di vecchiaia.”. In figura 10 il famoso cavallo<br />
Albino, ritornato militare.<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Dopo l’8 settembre 1943, il Castello alloggiò un<br />
“Feldlazarett”, piccolo ospedale da campo della<br />
Wehrmacht, che fra la altre cose prestò gratuitamente<br />
molte cure anche ai sommesi, visto che tale<br />
ospedale era ben provvisto di sulfamidici, medicinali<br />
allora quasi sconosciuti nelle nostre farmacie.<br />
Nella parte rustica dove alloggiava il “Savoia<br />
Cavalleria”, venne collocata la scuola di veterinaria<br />
del reggimento “Cavalieri di Lombardia”, costituitosi<br />
dopo l’otto settembre del ’43 ed in forza<br />
all’esercito della Repubblica Sociale Italiana. Il 27<br />
aprile del ’45, ritiratisi i militari tedeschi ed i cavalieri,<br />
a loro subentrarono i partigiani dal fazzoletto<br />
verde della brigata “Beltrami”, che vi rimasero sino<br />
a metà maggio.<br />
Abbiamo detto del marchese Alberto; egli ebbe<br />
due figli: Ermes e Luigi Gabrio. Purtroppo essi<br />
ebbero amara sorte, visto che entrambi morirono<br />
in seguito ad incidenti stradali. Il “Corriere della<br />
Sera” del 30 maggio 1997 riporta la notizia della<br />
scomparsa dell’ultimo erede; Luigi Gabrio era<br />
nato l’8 novembre del 1943, era presidente del<br />
“Corpo della Nobiltà Italiana”, ed era senza eredi.<br />
Scompariva così con lui anche la casata dei Visconti<br />
di San Vito; il castello, la cui parte ducale<br />
era stata riscattata come si è detto dal di lui padre<br />
Alberto (a sua volta scomparso a metà degli anni<br />
sessanta; il duca Marcello era morto nel 1964) entrava<br />
in una Fondazione. Di notevole interesse la<br />
raccolta dei “piatti da barba”, oltre cinquecento,<br />
fatti coi materiali più vari; la raccolta fu iniziata da<br />
Carlo Ermes a metà dell’ottocento; la biblioteca e<br />
gli archivi sono ricchi di materiale di considerevole<br />
valore.<br />
Il Comune di Somma Lombardo, col beneplacito<br />
della Fondazione, tiene nel castello parecchie manifestazioni<br />
di carattere culturale; chi scrive vi ha<br />
tenuto all’inizio del nuovo millennio una rievocazione<br />
storica della misura della Base Geodetica di<br />
Somma, presente il generale comandante dell’Istituto<br />
Geografico Militare e suoi funzionari. Peraltro<br />
parte del grande edificio è anche a disposizione<br />
dei privati che vi vogliano celebrare matrimoni od<br />
altri eventi. Ancora vivente il marchese Alberto, il<br />
castello fu meta di molte visite guidate: per esempio,<br />
durante il decimo convegno nazionale della<br />
SIFET (Soc. Ital. di Topografia e Fotogrammetria)<br />
il castello ospitò una gita sociale dei partecipanti,<br />
come si vede dalla Fig. 11, ove in primo piano vi è<br />
il presidente della società, Ermenegildo Santoni, a<br />
fianco del consigliere provinciale Rodolfo Vanelli.<br />
In abito chiaro ed in secondo piano, l’allora assessore<br />
Attilio Selvini, ed alla sua sinistra il sindaco<br />
Lorenzo Carenzi...<br />
Concezione delle operazioni<br />
di rilevamento,<br />
operatori e strumenti<br />
L’idea di sperimentare le<br />
nuove modalità operative<br />
ed i nuovi strumenti<br />
sia di rilevamento che di<br />
calcolo, venne a chi scrive<br />
durante le discussioni<br />
con i colleghi del dipartimento<br />
ABC del Politecnico.<br />
In particolare il<br />
professor Giorgio Bezoari,<br />
appena “chiamato” a<br />
Milano, suggerì di coinvolgere<br />
nell’operazione<br />
anche i suoi collaboratori<br />
dell’Università di Pescara.<br />
In definitiva la squadra coinvolta e diretta<br />
da chi scrive, fu così composta:<br />
Prof. Ing. Giorgio Bezoari, Politecnico di<br />
Milano.<br />
Ing. Giovanni Mataloni, Facoltà di architettura<br />
di Pescara, Università “G. D’Annunzio” di<br />
Chieti; .<br />
Ing. Marco Borsa, Studio di architettura Borsa,<br />
Busto Garolfo<br />
arch. Elisa Busti, Studio di architettura Borsa,<br />
Busto Garolfo;<br />
arch. Barbara De Luca, arch. Anna Iannarelli,<br />
arch. Lucio Le Donne, arch. Danilo Prosperi,<br />
Facoltà di architettura di Pescara, Università<br />
“G. D’Annunzio” di Chieti; oltre ai laureandi<br />
Jessica Lagatta e Luigi Ippoliti.<br />
arch. Chiara Monti, arch. Fiorella Gaudio, Laboratorio<br />
Fotogrammetria ABC, Politecnico di<br />
Milano<br />
Fig. 11 - I soci della SIFET nel cortile marchionale.<br />
Fig. 10 - Il cavallo da guerra Albino.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 13
FOCUS<br />
Il Comune di Somma, con il sindaco architetto<br />
Guido Colombo, diede ufficialmente notizia, anche<br />
a mezzo stampa, dell’inizio delle operazioni,<br />
come si vede dagli allegati:<br />
Somma Lombardo<br />
Castello Visconti, al lavoro gli studiosi<br />
Il lavoro di rilevazione degli esperti del Politecnico<br />
di Milano e dell’Università di Pescara confluirà in<br />
una pubblicazione tecnico-scientifica: si inizierà<br />
lunedì prossimo.<br />
Le diverse modalità di rilevamento e rappresentazione<br />
del Castello Visconti di Somma Lombardo.<br />
Questo l’argomento alla base di un importante<br />
lavoro tecnico che inizierà lunedì 20 aprile a<br />
opera di docenti delle Facoltà di Architettura<br />
del Politecnico di Milano (i professori Giorgio<br />
Bezoari e Attilio Selvini e l’ingegner Marco Borsa,<br />
coadiuvati da due dottorandi) e dell’Università di<br />
Pescara (il professor Giovanni Mataloni con l’ausilio<br />
di due dottorandi e un tecnico) e che confluirà<br />
in una pubblicazione su una rivista<br />
ufficiale italiana e sulla rivista organo<br />
ufficiale della Società Svizzera di<br />
Fotogrammetria, oltre a essere presentato<br />
entro fine anno anche a Somma<br />
Lombardo in un evento inserito nelle<br />
manifestazioni dedicate al 50° anniversario<br />
di elevazione a Città.<br />
Il lavoro consisterà in riprese di tipo<br />
fotogrammetrico e con scansioni laser,<br />
appoggiate a punti determinati<br />
con teodoliti elettronici (si tratta di<br />
particolari strumenti utilizzati per rilevazioni<br />
e misurazioni geodetiche e<br />
topografiche), delle più importanti<br />
facciate interne ed esterne del Castello<br />
Visconti. Tali riprese, opportunamente<br />
elaborate con mezzi informatici sia<br />
a due sia a tre dimensioni, permetteranno<br />
di ricostruire in assonometria<br />
(cioè con un metodo di rappresentazione<br />
grafica che consente la rappresentazione<br />
contemporanea di tre<br />
facce di uno stesso parallelepipedo) e<br />
in prospettiva sia l’intero Castello sia<br />
alcune delle sue parti più significative.<br />
Le operazioni di rilevamento sono<br />
state autorizzate dal presidente della<br />
Fondazione Visconti Gaetano<br />
Galeone e dal sindaco di Somma<br />
Lombardo Guido Colombo e occuperanno<br />
tre o quattro giorni per i rilevamenti<br />
sul terreno, per poi svolgersi<br />
per alcuni mesi nelle Facoltà delle due università.<br />
Si tratta di un lavoro molto importante in quanto<br />
le diverse planimetrie generali del Castello<br />
Visconti oggi a disposizione risultano spesso inaffidabili:<br />
l’originale di un rilievo accurato interno<br />
eseguito nel 1954 è infatti andato perso.<br />
Le moderne possibilità di rilevamento, che saranno<br />
utilizzate per queste nuove operazioni, si<br />
basano su metodi di misura diretti e resi molto<br />
rapidi dall’informatica e dall’elettronica, utilizzando<br />
strumenti che permettono di rilevare milioni<br />
di punti in tempi brevissimi e di rielaborare poi i<br />
dati con programmi appositi che li rendono graficamente<br />
con varie possibilità.<br />
In occasione delle giornate di rilevamento il sindaco<br />
Guido Colombo inviterà alcune classi dell’Istituto<br />
Tecnico per Geometri di Somma Lombardo<br />
a essere presenti per apprendere il loro metodo di<br />
lavoro da così illustri rilevatori.<br />
15/04/2009<br />
Fonte: redazione@varesenews.it<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 12 - Il teodolite digitale.<br />
Fig. 13 - La poligonale di appoggio.<br />
Poche parole e soltanto brevi indicazioni sui singoli<br />
strumenti impiegati per il rilevamento. La<br />
poligonale di base, cioè la struttura fondamentale<br />
alla quale tutto il rilevamento è riferito, è stata rilevata<br />
con teodolite digitale Leica della serie TPS<br />
700 (in fig. 12). Con tale strumento e con altro<br />
della serie TPS 1200 sono stati rilevati per coordinate<br />
polari (quindi con distanza misurata senza<br />
riflettore) i moltissimi punti di appoggio necessari<br />
per l’orientamento delle prese fotogrammetriche,<br />
sia nel caso delle coppie da<br />
restituire vettorialmente che per<br />
le singole prese da raddrizzare in<br />
formato raster.<br />
La poligonale è qui riprodotta in<br />
figura 13, ed i suoi vertici sono<br />
stati poi riferiti ai sistemi geodetici<br />
e cartografici universali: primo<br />
esempio nel caso del rilevamento<br />
di beni culturali.<br />
Vista la disponibilità a distanza<br />
di meno di cento metri di un<br />
caposaldo della livellazione fondamentale<br />
italiana IGM (linea<br />
Quadrivio-Como, n° 59, Fig.<br />
15) si è allacciato il vertice 101<br />
della poligonale al detto punto;<br />
ciò tramite semplice livellazione<br />
geometrica in andata e ritorno,<br />
utilizzando un livello Zeiss Ni22<br />
e comune stadia graduata in legno.<br />
La quota di tale vertice è<br />
Fig. 14 - Le prese dai vertici della poligonale.<br />
risultata pari a 281,217 m rispetto al mareografo<br />
di Genova. La quota ottenuta con ricevitore satellitare<br />
è risultata invece di 281,328 m; la differenza<br />
di 111 mm è evidentemente dovuta alla stima<br />
dell’ondulazione geoidica tratta dai dati Italgeo.<br />
Ovviamente assumeremo come dato assoluto<br />
quello proveniente dalla livellazione geometrica,<br />
per cui tutti gli altri vertici della poligonale di<br />
base saranno riferiti ad esso.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 15
FOCUS<br />
Fig. 15 - La scheda IGM della livellazione fondamentale.<br />
Due vertici della poligonale, e precisamente i<br />
punti 101 e 106, sono stati rilevati con GPS Leica<br />
SR530, collegandoli al caposaldo della rete<br />
Regione Lombardia di Ferno (VA). L’intero rilevamento<br />
è quindi “georeferenziato” nel sistema<br />
UTM (WGS84) corrispondente alla cartografia<br />
ufficiale della Regione. I dati corrispondenti sono<br />
i seguenti<br />
Numero Lat. WGS84 Lon. WGS84 Nord UTM Est UTM Nord<br />
ROMA40<br />
SL02 45,4107556 8,42240210 5059139,67 477158,609 5059159,34<br />
SL01 45,4103034 8,42234391 5059000,16 477145,510 5059019,83<br />
044601 45,3657097 8,44559224 5051399,07 480420,090 5051418,63<br />
Q. Ass. 281,217 m<br />
Quota della stazione 101 riferita al Caposaldo 13 di Somma Lombardo:<br />
Diff. (Geo-Ass.)<br />
0,111 m<br />
Fig. 17 - La UMK Zeiss.<br />
In figura 16 il ricevitore GPS all’entrata della parte<br />
marchionale del castello.<br />
Le prese fotogrammetriche hanno visto l’impiego<br />
della ben nota UMK Zeiss (13 x 18) cm 2, camera<br />
metrica ad alta risoluzione e con distorsione inferiore<br />
a 3 mm (qui in figura 17) per tutte le parti<br />
da restituire vettorialmente con Digicart 40 della<br />
Galileo-Siscam e della camera semimetrica Rollei<br />
6008 (fig. 18) per le riprese da raddrizzare con<br />
strumentazione digitale (software PhotoPlan).<br />
Fig. 18 - La camera<br />
Rollei.<br />
Fig. 16 - Il ricevitore GPS.<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 19 - Lo scansore laser Leica.<br />
La scansione delle facciate ovest del castello è stata<br />
eseguita, così come quella per l’ingresso alle scuderie<br />
nella parte est, con strumento Leica HDS6100,<br />
in figura 19, di cui si danno qui avanti sommariamente<br />
alcuni dati:<br />
precisione misure singole di posizione, da 5 a<br />
9 mm;<br />
precisione misure di distanza, da 2 a 5 mm;<br />
precisione misure angolari Hz e V, 7,9 mgon;<br />
velocità di scansione max, sino a 508.000 punti<br />
al secondo;<br />
densità di scansione (nel caso presente) da 20<br />
a 50 mm.<br />
Trattamento dei dati con software Leica Ciclone.<br />
Un particolare discorso va fatto a questo punto,<br />
per la ripresa con il citato scansore laser e la successiva<br />
rappresentazione. Condensando in poche<br />
note le caratteristiche dello strumento, ricorderemo<br />
che sostanzialmente uno scansore laser si può<br />
ritenere come un epigono attuale del tacheometro<br />
del Porro, però altamente automatizzato ed informatizzato.<br />
Mentre il tacheometro ottocentesco,<br />
solo ottico-meccanico, era in grado di rilevare<br />
giornalmente al massimo mezzo migliaio di punti<br />
(e la situazione resterà tale sino all’avvento dei teodoliti<br />
digitali) uno scansore laser rileva almeno<br />
diecimila punti al secondo. Anche l’elaborazione<br />
dei dati è completamente mutata, se non altro per<br />
il loro numero impressionante: con un teodolite<br />
anche digitale, si rilevano punti scelti dall’operatore,<br />
mentre con uno scansore si rileva una “nuvola”<br />
di punti molto densa, fra i quali punti andranno<br />
poi scelti quelli necessari per la rappresentazione<br />
dell’oggetto. E’ poi possibile integrare la geometria<br />
fornita dallo scansore con elementi radiometrici,<br />
per esempio con un sensore apposito coassiale con<br />
il raggio laser, oppure impiegando una camera digitale<br />
rigidamente collegata allo scansore (un po’<br />
come si faceva coi vecchi fototeodoliti). I dati rilevati<br />
vanno trattati in via preliminare; il risultato<br />
è ancora una nuvola di punti completa, corretta e<br />
se del caso colorata, dalla quale si otterranno poi<br />
le immagini bidimensionali oppure solide necessarie.<br />
Le nuvole pretrattate saranno caricate nella<br />
memoria del computer nelle originali coordinate<br />
polari cilindriche di rilevamento (come nel caso<br />
della celerimensura del Porro, angolo di direzione,<br />
angolo zenitale e distanza obliqua) eseguendo<br />
per eliminazione la successiva determinazione dei<br />
punti più significativi per la rappresentazione. Ovviamente,<br />
e se del caso, è possibile la cosiddetta<br />
georeferenziazione, dato che siano disponibili le<br />
coordinate necessarie (come è stato nel caso presente).<br />
Non è inutile ricordare che uno scansore<br />
laser misura distanze ed angoli con incertezze differenti:<br />
generalmente quella per le distanze è di 5<br />
÷ 10 mm, mentre quella angolare è di 10 decimillesimi<br />
di grado centesimale, ovvero di 1,5 mm su<br />
cento metri. Torniamo al Castello.<br />
Le “monografie” delle facciate sono state riprese<br />
con camera digitale amatoriale, immediatamente<br />
stampate a colori e distribuite agli operatori per<br />
le indicazioni dei punti naturali di appoggio. Parecchi<br />
punti sono stati invece individuati coi soliti<br />
segnalini triangolari in carta: altrettanto è stato<br />
fatto, con segnali di maggior dimensioni, per le<br />
prese con lo scansore laser. Le monografie contengono<br />
anche le coordinate dei punti, trasformabili<br />
nel sistema assoluto.<br />
Dal particolare al generale<br />
Sino all’apertura della napoleonica via del<br />
Sempione, l’accesso al Castello avveniva dalla antica<br />
via romana, a ovest del fabbricato e più bassa di<br />
oltre una decina di metri. Vi si giungeva attraverso<br />
un grande portale per poi arrivare al rivellino: di<br />
tutto questo, è rimasta oggi solo una lunga scalinata,<br />
come si vede in figura 20, che porta ai piedi del<br />
manufatto e un raccordo alla strada del Sempione,<br />
oggi statale n° 33 (figura 4).<br />
Vediamo ora come si è rilevato questo rivellino,<br />
che sosteneva il ponte levatoio. Partiamo dall’uso<br />
dello scansore laser. La figura 21 mostra la “nuvola”<br />
di punti ottenuta dallo scansore.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 17
FOCUS<br />
con lo scansore, in questo caso, perde molte informazioni<br />
relative ai dettagli. Le grandi dimensioni,<br />
e la distribuzione delle viste da riprendere non<br />
hanno permesso un posizionamento frontale al<br />
rivellino. Per questo motivo, il raggio dello scansore,<br />
che perpendicolarmente e a quella distanza<br />
(20 metri circa), acquisirebbe più o meno un punto<br />
ogni 6mm, si trova inclinato, aumentando di<br />
conseguenza la distanza tra punto e punto e diminuendo<br />
la precisione e la definizione della superficie.<br />
Nonostante la posizione occupata della strumentazione<br />
abbia giocato un ruolo fondamentale<br />
nella fase finale, c’è da considerare anche il peso<br />
che il software Leica Cyclone ha avuto in questa<br />
Fig. 20 - Dalla scalinata al piazzale: sullo sfondo il rivellino.<br />
Misure [m]<br />
Misure con scansore laser<br />
Scostamento [m]<br />
effettiva indiretta<br />
misura 1 4,520 4,535 -0,015<br />
misura 2 2,560 2,575 -0,015<br />
misura 3 2,860 2,880 -0,020<br />
misura 4 1,400 1,380 0,020<br />
misura 5 0,430 0,424 0,006<br />
misura 6 0,640 0,642 -0,002<br />
misura 7 0,730 0,780 -0,050<br />
misura 8 0,510 0,505 0,005<br />
misura 9 1,550 1,529 0,021<br />
misura 10 0,700 0,730 -0,030<br />
Scostam.<br />
Medio [m]<br />
0,009<br />
Fig. 21 - Nuvola di punti ripresa con scansore.<br />
La facciata del rivellino, nella parte nord del<br />
castello, al contrario della restante porzione di<br />
facciata, potrebbe essere un esempio di come le<br />
condizioni ottimali di rilievo possano influire<br />
sui risultati finali. Con le altre metodologie di<br />
restituzione (raddrizzamento fotografico e ortofotoproiezione)<br />
i risultati possono considerarsi<br />
ottimali, mentre la restituzione effettuata<br />
Fig. 22 - Le tre restituzioni.<br />
Misure [m]<br />
Misure con raddrizzamento<br />
Scostamento [m]<br />
effettiva indiretta<br />
misura 1 4,520 4,500 0,020<br />
misura 2 2,560 2,530 0,030<br />
misura 3 2,860 2,815 0,045<br />
misura 4 1,400 1,360 0,040<br />
misura 5 0,430 0,430 0,000<br />
misura 6 0,640 0,620 0,020<br />
misura 7 0,730 0,722 0,008<br />
misura 8 0,510 0,500 0,010<br />
misura 9 1,550 1,550 0,000<br />
misura 10 0,700 0,695 0,005<br />
Misure [m]<br />
Misure con stereo restituzione<br />
Scostamento [m]<br />
effettiva indiretta<br />
misura 1 4,520 4,540 -0,020<br />
misura 2 2,560 2,580 -0,020<br />
misura 3 2,860 2,860 0,000<br />
misura 4 1,400 1,391 0,009<br />
misura 5 0,430 0,438 -0,008<br />
misura 6 0,640 0,628 0,012<br />
misura 7 0,730 0,720 0,010<br />
misura 8 0,510 0,507 0,003<br />
misura 9 1,550 1,538 0,012<br />
misura 10 0,700 0,710 -0,010<br />
Scostam.<br />
Medio [m]<br />
0,022<br />
Scostam.<br />
Medio [m]<br />
0,002<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
restituzione, migliorandone i risultati. La figura 22<br />
mostra i risultati, in ordine, delle restituzioni del<br />
rivellino per raddrizzamento, per scansione e per<br />
stereo restituzione fotogrammetrica.<br />
Nonostante la restituzione a scansione abbia avuto<br />
problemi nella resa grafica, nelle valutazioni dei<br />
confronti tra misure dirette e misure indirette, effettuate<br />
per questa restituzione, lo scostamento medio<br />
calcolato ha valori molto bassi, segno dunque di<br />
una modesta incertezza. Per il raddrizzamento, si ha<br />
uno scostamento medio dell’ordine di 2 centimetri<br />
e va molto meglio per la stereorestituzione, con uno<br />
scostamento di 0,2 centimetri circa.<br />
Un lavoro analogo è stato fatto per le scuderie del<br />
Castello, site nella parte sud-ovest verso l’entrata<br />
marchionale. Qui avanti i risultati delle varie prese<br />
e le relative restituzioni.<br />
Anche qui sono state eseguite misure dirette<br />
per confrontare i risultati delle varie restituzioni<br />
di cui sopra. Eccone le tabelle corrispondenti.<br />
Calcolo scostamenti con stereo restituzione<br />
Misure [m]<br />
Scostamento [m]<br />
effettiva indiretta<br />
misura 1 3,970 3,964 0,006<br />
misura 2 2,710 2,740 -0,030<br />
misura 3 2,680 2,670 0,010<br />
misura 4 0,480 0,480 0,000<br />
misura 5 2,610 2,600 0,010<br />
misura 6 1,485 1,473 0,012<br />
misura 7 2,220 2,210 0,010<br />
misura 8 2,170 2,165 0,005<br />
Scostam.<br />
Medio [m]<br />
0,003<br />
Fig. 23 - La stereo restituzione con Digicart 40.<br />
Misure [m]<br />
Calcolo scostamenti con raddrizzamento<br />
Scostamento [m]<br />
effettiva indiretta<br />
misura 1 3,970 3,970 0,000<br />
misura 2 2,710 2,710 0,000<br />
misura 3 2,680 2,670 0,010<br />
misura 4 0,480 0,480 0,000<br />
misura 5 2,610 2,590 0,020<br />
misura 6 1,485 1,470 0,015<br />
misura 7 2,220 2,180 0,040<br />
misura 8 2,170 2,180 -0,010<br />
Scostam.<br />
Medio [m]<br />
0,009<br />
Fig. 24 - La restituzione da scansore laser.<br />
Calcolo scostamenti con scansore laser<br />
Misure [m]<br />
Scostamento [m]<br />
effettiva indiretta<br />
misura 1 3,970 3,975 -0,005<br />
misura 2 2,710 2,718 -0,008<br />
misura 3 2,680 2,677 0,003<br />
misura 4 0,480 0,495 -0,015<br />
misura 5 2,610 2,596 0,014<br />
misura 6 1,485 1,472 0,013<br />
misura 7 2,220 2,190 0,030<br />
misura 8 2,170 2,174 -0,004<br />
Scostam.<br />
Medio [m]<br />
0,004<br />
Fig. 25 - Il raddrizzamento.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 19
FOCUS<br />
Fig. 26 - Pianta generale del Castello.<br />
Il castello è strutturalmente assai complesso, come<br />
si vede dalla sua pianta qui in figura 26 e naturalmente,<br />
visto lo scopo di questo lavoro, non tutte<br />
le sue parti sono state restituite con le tecniche<br />
sopra ricordate.<br />
La facciata più interessante, quella nord, costituita<br />
da molte parti giacenti su piani diversi e diversamente<br />
orientate, è stata restituita sia per raddrizzamento<br />
che per vettorializzazione delle riprese<br />
con laser-scanner. Di essa si è ricavata anche la<br />
vista 3D, coi soliti procedimenti di AutoCad. Le<br />
figure seguenti ne danno i risultati.<br />
La sperimentazione ha messo in luce il fatto che<br />
lo scanner-laser è oggi lo strumento più flessibile<br />
e più adatto per il rilevamento dei beni architettonici,<br />
sia semplici che complessi. Sia le operazioni<br />
in campagna che la elaborazione dei dati risultano<br />
vantaggiose rispetto alle abituali tecniche fotogrammetriche;<br />
gli strumenti di questo tipo sono<br />
oggi numerosi, non eccessivamente costosi, facili<br />
da usare, non più troppo pesanti ed ingombranti.<br />
La elaborazione delle “nuvole” di punti è anch’essa<br />
divenuta facile con gli stessi programmi forniti<br />
dalle case produttrici, ed i risultati sono poi elaborabili<br />
con le ben note tecniche che vanno da<br />
Photoshop ad AutoCad. La scansione può venire<br />
fatta con intervalli anche centimetrici, per cui la<br />
risoluzione che si può avere nel prodotto finale è<br />
eccellente: si veda a tal proposito la Fig. 30, con<br />
il dettaglio delle merlature di una delle torri del<br />
castello.<br />
Va rilevato come le riprese con lo scansore laser<br />
siano assai rapide e flessibili: da esse si possono<br />
ottenere molte restituzioni; quelle vettoriali qui<br />
riprodotte ma anche altre con adatti programmi<br />
semiautomatici; sono poi possibili operazioni di<br />
mashing e calcolo di volumi: nel caso di riprese di<br />
terreni, frane, scoscendimenti, alluvioni si ottengono<br />
modelli digitali delle superfici (DSM).<br />
All’incirca tutte le parti già sopra descritte sono<br />
state riprese anche con la camera metrica di alta<br />
precisione ZEISS UMK in formato (13 x 18) cm 2,<br />
e restituite con Digicart 40, oltreché con stazione<br />
digitale e software “Image Master”. Il numero<br />
elevatissimo di punti di appoggio ha permesso<br />
un orientamento assoluto più che sovrabbondante,<br />
ottenendo così una bassissima incertezza<br />
nella restituzione, anche nei particolari minuti.<br />
Ricordiamo che per l’orientamento assoluto di<br />
una coppia di fotogrammi bastano in teoria tre<br />
soli punti: in pratica i punti sono sempre molti<br />
di più, specie nel caso della fotogrammetria terrestre.<br />
Data la complessità del nostro monumento,<br />
il numero dei punti da noi rilevati è molto elevato.<br />
Nelle molte figure qui avanti, ne sono date le parti<br />
più significative.<br />
Va sottolineato il fatto, come già più sopra accennato,<br />
che le coordinate dei punti che si vedono<br />
nelle tabelle a fianco delle immagini, sono locali<br />
ma si possono immediatamente trasformare, se<br />
necessario, in coordinate universali UTM e GSM<br />
84, dato che sono riferite alla poligonale di base.<br />
Per alcuni elementi, come per esempio il rivellino,<br />
si sono utilizzate molte tecniche restitutive, di alcune<br />
delle quali si danno qui avanti le immagini.<br />
Altrettanto si è fatto per la facciata Nord dell’intero<br />
Castello data la sua complessità.<br />
Fig. 27 - Prospetto Nord da raddrizzamento.<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 28 - Prospetto Nord da scansore laser (a sinistra) e stereorestituzione.<br />
Le prese con la camera semimetrica Rollei 6006, ed<br />
inoltre con camere digitali Panasonic 27 e Nikon<br />
D300 hanno permesso di eseguire raddrizzamenti<br />
delle parti praticamente piane di parecchi elementi<br />
del castello; in particolare l’entrata delle scuderie<br />
ed il rivellino. Si è fatto un raddrizzamento anche<br />
della intera facciata nord, con software PhotoPlan<br />
e ricomponendo le varie parti praticamente piane,<br />
ma giacenti su piani diversi o fra di loro ruotati; i<br />
risultati, eccellenti in ogni caso, sono visibili nelle<br />
figure di cui sopra.<br />
Raddrizzamenti sono stati eseguiti anche per alcune<br />
parti interne, in particolare per il cortile marchionale<br />
e per quello ducale, come in figura 40.<br />
Fig. 29 - Assonometria con spalmatura delle riprese fotografiche.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 21
FOCUS<br />
Fig. 30 - Dettaglio delle merlature della torre Nord.<br />
Fig. 31 - La torre principale del Castello Visconti.<br />
Fig. 32 - Il lato Est Marchionale.<br />
33 - Porzione della facciata Nord. Fig. 34 - Ingresso al cortile marchionale.<br />
Fig. 35 - Parte della facciata Nord ducale.<br />
Fig. 36 - Parte del cortile ducale.<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 37 - Porzione dell’ingresso al cortile marchionale.<br />
Fig. 38 - Elaborazione delle pese del rivellino.<br />
Si vede invece in figura 41 una delle molte viste<br />
3D che si sono ottenute “spalmando” le immagini<br />
fotografiche sulle parti stereorestituite, (si veda anche<br />
la figura 29) ricordando ancora una volta che<br />
tutto l’intero complesso monumentale è georeferenziato<br />
sia in coordinate geocentriche WGS84<br />
che nelle corrispondenti coordinate cartografiche<br />
UTM.<br />
Dalle operazioni qui sopra illustrate, si vede come<br />
nel rilevamento a fini conservativi o di restauro<br />
di edifici storici, accanto alle consolidate tecniche<br />
che la fotogrammetria mette a disposizione<br />
da ormai un secolo e mezzo (si pensi per esempio<br />
all’enorme numero di prese eseguite da Albrecht<br />
Meydenbauer nella seconda metà dell’Ottocento,<br />
molte purtroppo distrutte per gli eventi della<br />
seconda guerra mondiale) si stia affermando la<br />
ripresa con gli scansori laser. Questi sono, come<br />
già detto, il prodotto della evoluzione elettronica<br />
e meccanica del tacheometro di Ignazio Porro, del<br />
quale indubbiamente riprendono il concetto del<br />
rilevamento per coordinate polari (così come la<br />
Fig. 39 - Elaborazione delle prese della facciata Nord.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 23
FOCUS<br />
40 - Fondo raddrizzato del cortile ducale.<br />
fotogrammetria riprende il vecchio concetto<br />
dell’intersezione in avanti, senza misure di distanze).<br />
Ebbene, dato che peraltro con molti di<br />
questi scansori si possono ottenere anche dati radiometrici,<br />
accanto a quelli dimensionali sicuramente<br />
migliori di quelli possibili con le prese fotogrammetriche,<br />
ci sembra di poter affermare che<br />
sia per la flessibilità dell’impiego, che per le assai<br />
più numerose possibilità di trattamento dei dati,<br />
l’impiego dei “laser-scanner” risulta quasi sempre<br />
più opportuno.<br />
A ciò si aggiunge, come elemento non certo secondario,<br />
che nel caso della fotogrammetria tradizionale,<br />
oltre ad una camera metrica o semimetrica<br />
occorre disporre di una stazione digitale, e che<br />
i costi di restituzione risultano, in definitiva, circa<br />
doppi rispetto a quelli inerenti l’impiego del laser<br />
scanner, senza, per giunta, trascurare il fatto che le<br />
acquisizioni per i restitutori digitali necessitano o<br />
l’impiego di specifiche camere digitali, oppure, in<br />
alternativa, la trasformazione di quelle ottenute su<br />
pellicola per mezzo di costosi e sofisticati scanner<br />
fotogrammetrici.<br />
Restando nell’ambito delle apparecchiature laser<br />
scanner, va ricordato che sono state introdotte agli<br />
inizi degli anni ’90 per scopi che potremmo definire<br />
di “officina”, vale a dire per la ripresa, da breve<br />
distanza e con ampie comodità di assetto per le<br />
operazioni di presa medesime, di macchine industriali<br />
o di loro componenti.<br />
Soltanto sul finire di quegli stessi anni ’90 si sono<br />
estese le applicazioni del laser scanner al rilievo<br />
delle architetture, con le conseguenti ed ovvie esigenze<br />
di riduzione dei pesi e degli ingombri degli<br />
strumenti rispetto a quelli della prima generazio-<br />
Fig. 41 - Assonometria “spalmata”.<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 42 - Il Castello visto da Nord e dall’alto.<br />
ne, favoriti, nella loro diffusione, anche da una riduzione<br />
dei costi, attualmente in atto e destinata<br />
ad accentuarsi nel futuro più immediato.<br />
Nuove tecniche di rappresentazione<br />
Un precursore di queste tecniche fu Bruno Zevi.<br />
In “Saper vedere l’architettura”, Einaudi, 1948<br />
Zevi descrive la tecnica usuale della pianta e del<br />
prospetto dimostrando con molti esempi che,<br />
per quanto precise, queste tecniche non possono<br />
mostrare appieno lo spazio percepibile. Egli indica<br />
come i migliori strumenti (ma comunque non<br />
perfetti) la fotografia e la videoripresa perché più<br />
si avvicinano all'esperienza di un essere umano.<br />
L’ideale per Zevi sarebbe una ricostruzione filmica<br />
con dentro l’osservatore: cosa allora impossibile.<br />
Ma il futuro era allora vicino, stava per nascere,<br />
con il progresso vertiginoso dell’informatica, una<br />
nuova realtà: due parole qui avanti.<br />
Oggi è infatti ben nota la “realtà aumentata<br />
Fig. 43 - L’entrata al cortile marchionale, a sinistra le scuderie.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 25
FOCUS<br />
Fig. 44 - La stessa vista da un punto diverso.<br />
Fig. 45 - Il cortile ducale visto da una torre.<br />
su computer”, che è basata sull’uso di marcatori,<br />
(ARtags), di disegni stilizzati in bianco e nero che<br />
vengono mostrati alla webcam, vengono riconosciuti<br />
dal computer, e ai quali vengono sovrapposti<br />
in tempo reale i contenuti multimediali: video, audio,<br />
oggetti 3D, e così via. Normalmente le applicazioni<br />
di realtà aumentata sono basate su tecnologia<br />
Adobe Flash.<br />
Negli anni novanta sono nate le prime visioni coerenti<br />
e organizzate di come l’elettronica miniaturizzata,<br />
i dispositivi portatili, Internet e la geolocalizzazione<br />
possano condurre a mondi virtuali e anche<br />
arricchiti, mediati. La visione matura si stabilizza<br />
nei primi anni duemila e i primi prodotti d’uso<br />
comune si affacciano sul mercato alla fine di quel<br />
decennio.<br />
Come recita la definizione dell’AGID (Agenzia<br />
per l’Italia Digitale), nella Realtà Aumentata (AR<br />
– Augmented Reality) il computer utilizza sensori<br />
e algoritmi per determinare la posizione e l’orientamento<br />
di una telecamera. La tecnologia AR,<br />
attraverso un computer, crea oggetti in grafica 3D<br />
e li orienta come apparirebbero dal punto di vista<br />
della telecamera, sovrapponendo infine le immagini<br />
generate a quelle del mondo reale. In buona<br />
sostanza, dunque, la realtà aumentata trasforma<br />
enormi masse di dati e di analitiche, in immagini<br />
o animazioni che vengono sovrapposte al mondo<br />
reale. In combinazione con i dati IoT, (Internet of<br />
Things, IoT indica un trend attuale che prevede la<br />
connessione a Internet di ogni tipologia di oggetto<br />
fisico). e le applicazioni AR stanno portando nu-<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 46 - Il cortile marchionale.<br />
Fig. 47 - Altra vista dello stesso cortile.<br />
merose aziende a ridefinire completamente il modo<br />
in cui architetti e ingegneri progettano, producono,<br />
vendono, gestiscono e supportano i prodotti. A rendere<br />
chiaro il fenomeno al grande pubblico è stata<br />
l’applicazione Pokémon Go, che per la prima volta<br />
ha dimostrato le potenzialità della realtà aumentata.<br />
Pokémon Go è un videogioco di tipo free-to-play<br />
basato su realtà aumentata geolocalizzata con GPS,<br />
sviluppato da Niantic per i sistemi operativi mobili<br />
iOS e Android, creato con la collaborazione di<br />
Game Freak, The Pokémon Company e Nintendo.<br />
Affine ma distinta alla AR è la cosiddetta Realtà<br />
Virtuale (VR – Virtual Reality), che presuppone l’uso<br />
di tecnologie informatiche per creare un ambiente<br />
simulato. A differenza delle altre interfacce utente<br />
tradizionali, la VR pone l’utente all’interno di una<br />
esperienza: invece di visualizzare uno schermo di<br />
fronte a loro, gli utenti sono immersi ed in grado di<br />
interagire con mondi virtuali in 3D in cui possono<br />
essere simulati tutti i sensi. Qual è allora la differenza<br />
fondamentale tra realtà virtuale e realtà aumentata?<br />
Semplice: la realtà aumentata rappresenta<br />
il mondo reale arricchito con oggetti virtuali (come<br />
avrebbe voluto Bruno Zevi). La realtà virtuale, al<br />
contrario, è un mondo completamente virtuale.<br />
Ecco allora una serie di rappresentazioni del Castello<br />
Visconti, intese come base (rendering) di modello<br />
tridimensionale dal quale ottenere poi viste AR oppure<br />
VR: ci si è divertiti a “rifare” alcune sue parti,<br />
quasi come in un gioco.<br />
Conclusioni<br />
Negli ultimi anni le profonde trasformazioni e innovazioni<br />
delle tecniche di rilievo e rappresentazione<br />
che si sono viste in questo lavoro, hanno progressivamente<br />
modificato il modo di “pensare” anche<br />
nel campo dei beni culturali.<br />
I sensori di rilievo di ultima generazione stimolano<br />
la ricerca scientifica degli addetti al settore e -viste le<br />
nuove possibilità- aumentano il livello di confronto<br />
pluridisciplinare e spingono verso la ricerca di nuovi<br />
utilizzi dei prodotti generati. Oggi le tecniche di<br />
rilievo permettono di costruire modelli 3D raffinati<br />
e i sistemi di Rapid Prototyping sono in grado di<br />
realizzare modelli fisici, con tempi e costi sempre<br />
più ridotti. Se fosse necessario, potremmo quindi<br />
realizzare modelli in qualunque scala del Castello<br />
Visconti o di sue singole parti<br />
Sicuramente l’estrema flessibilità delle tecnologie<br />
oggi disponibili applicate ai beni culturali offre<br />
modi nuovi per documentare, indagare, conoscere,<br />
diagnosticare, divulgare, fruire,…. migliorando il<br />
livello di conoscenza sugli oggetti e anche l’interesse<br />
da parte del pubblico che si avvicina con curiosità a<br />
queste nuove modalità di visualizzazione delle opere<br />
d’arte.<br />
I “prodotti” del rilievo più utilizzabili nel campo dei<br />
beni culturali (e archeologici) sono oggi i seguenti:<br />
•ortofoto: per la conoscenza del bene in primis<br />
e a cascata per il computo metrico estimativo;<br />
•piante, sezioni, prospetti come base per le operazioni<br />
di restauro e manutenzione;<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 27
FOCUS<br />
Fig. 48 - Ancora l’ingresso al cortile marchionale.<br />
•modelli tridimensionali globali del bene a una<br />
determinata data temporale.<br />
•viste in realtà virtuale per meglio adattarli ad<br />
una certa epoca e a certe condizioni.<br />
L’integrazione di rilievo laser e fotogrammetria può<br />
fornire la soluzione ottimale per ottenere i suddetti<br />
prodotti in maniera rigorosa e con tempi rapidi.<br />
Il risultato di una scansione laser è come si è detto<br />
a suo tempo, una nuvola di punti con coordinate<br />
XYZ molto densa, che costituisce da sola un<br />
modello tridimensionale completo e discreto, ma<br />
per la numerosità dei punti considerabile continuo<br />
(quindi finito senza alcuna elaborazione successiva)<br />
ad una certa scala. Ai fini della completezza e della<br />
comprensione del modello tridimensionale l’integrazione<br />
dell’informazione di colore sulla nuvola di<br />
punti incrementa la leggibilità del dato e favorisce<br />
la sua interpretazione da parte dell’operatore (modello<br />
tridimensionale).<br />
I sensori di rilievo di ultima generazione stimolano<br />
la ricerca scientifica degli addetti al settore e -viste le<br />
nuove possibilità- aumentano il livello di confronto<br />
pluridisciplinare e spingono verso la ricerca di nuovi<br />
utilizzi dei prodotti generati. Oggi le tecniche di<br />
rilievo permettono di costruire modelli 3D raffinati<br />
e i sistemi di Rapid Protoytping sono in grado di realizzare<br />
modelli fisici, con tempi e costi sempre più<br />
ridotti.<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 49 - Lo stesso ingresso con presa diversa.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
1) J.C. Francesco Campana, Monumenta Somae locorumque<br />
circumjacentium.<br />
Ristampa a cura di C. Bellini, Tip. Cova-Minotti,<br />
Somma L., 1927.<br />
2) Lodovico Melzi, Somma Lombardo. Storia descrizione e<br />
illustrazioni Tip. Del Patronato, Milano, 1880.<br />
3) Angelo Bellini, Alcuni cenni di storia e d’arte riguardanti<br />
Somma Lombardo ed adiacenze. Alfieri & Lacroix, Milan<br />
1919.<br />
4) Ambrogio Rossi, Somma Lombardo, da borgo antico a<br />
città moderna. Ind. Grafiche di Gorla S.p.A. Gorla Minore<br />
(VA), 1982<br />
5) Albino Vaglietti, Per il Castello Visconti un breve intervallo<br />
di non nobiltà. Spazio Aperto, Somma L:, 2017.<br />
6) Attilio Selvini, Tecniche fotogrammetriche digitali ed<br />
elaborazioni informatiche per il rilevamento e la<br />
rappresentazione tematica dei beni architettonici.<br />
Rivista dell’Agenzia del Territorio.<br />
Roma, n° 2/2004.<br />
7) Attilio Selvini, Rilevamento e viaggio virtuale nella<br />
Piazza del Duomo di Monza. Rivista dell’Agenzia del<br />
Territorio. Roma, n° 3/2004.<br />
8) Attilio Selvini, Il Castello Visconti di Somma Lombardo<br />
L’UNIVERSO n. 4/2010.<br />
9) Attilio Selvini, Giorgo Bezoari, Modalités intégrées de relèves<br />
et représentations, de batiments historiques .Geomatik<br />
Schweiz, n°6/2010.<br />
10) Attilio Selvini, Il catasto della Lombardia austriaca.<br />
Franco Angeli ed., Milano, 2000<br />
11) Attilio Selvini, Franco Guzzetti, Fotogrammetria generale.<br />
UTET, Torino 2000.<br />
12) Elena Busti, Tesi di laurea magistrale. Politecnico di<br />
Milano,2006<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Rilevamento; beni culturali; fotogrammetria<br />
ABSTRACT<br />
The technique of surveying cultural heritage, like this as in general<br />
the topographical one linked to the ground, it profoundly changed<br />
between the end of twentieth century and the emergence of the<br />
new millennium.<br />
Everything has changed, from the measuring instruments to the<br />
means of calculation, both by now indissolubly related to electronics<br />
and information technology.<br />
The present author had the fortune of live all the corresponding<br />
transformations either from the operational side as well as from the<br />
cultural and research, as a university professor of disciplines geomatics,<br />
or topography, photogrammetry and cartography. The latest<br />
news, in order of time, is the strong transformation of photogrammetry,<br />
which as an auxiliary means for production cartographic as<br />
it was born, about a century and half ago, it has now become a<br />
multifaceted technique indispensable both in land surveying and<br />
cultural heritage.<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini<br />
attilio.selvini.polimi@gmail.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 29
AUGMENTED REALITY<br />
IN ATTESA DI<br />
ESPLORARE IL<br />
METAVERSO<br />
“Dare vita al Metaverso richiederà uno sforzo congiunto tra<br />
imprese, politica e società civile", ha spiegato durante l'incontro<br />
XR 2020:<br />
News & Events<br />
a cura di<br />
Tiziana Primavera<br />
Innovative Tech<br />
Evangelist - AR/VR<br />
senior expert<br />
"" un portavoce di Meta, la società madre di Facebook, Instagram<br />
e WhatsApp. Abbiamo lavorato con il governo italiano per<br />
rafforzare i punti di forza del paese nei settori della tecnologia<br />
e del design e identificare gli investimenti futuri. Siamo lieti che<br />
abbia discusso delle opportunità culturali, sociali ed economiche<br />
che il metaverso porterà all’Italia e non vediamo l'ora di<br />
continuare questa collaborazione. "<br />
Non può certamente essere<br />
ignorato il nuovo<br />
scenario multimediale,<br />
che M. Zuckerberg, sta promuovendo<br />
con la sua multinazionale.<br />
In diversi talk l’imprenditore ha<br />
descritto la sua visione utopica di<br />
un futuro che sfida e si mette alla<br />
pari con Elon Musk, orientandosi<br />
verso i nuovi confini social di un<br />
“metaverso” o “metaverse”:<br />
Senza ombra di dubbio, si intravede<br />
un orizzonte piuttosto<br />
promettente in grado di attrarre<br />
investimenti consistenti e conseguentemente<br />
nuovi specialisti e<br />
posti di lavoro.<br />
Ma in cosa consiste esattamente<br />
il neologismo METAVERSO,<br />
cosa intende esattamente e quale<br />
la sua relazione nei contesti<br />
dell’Extended reality.<br />
Assecondando approcci di natura<br />
etimologica, il termine “meta”,<br />
derivante dal greco, allude ai<br />
concetti afferenti al mutamento,<br />
ai significati espliciti della trasformazione,<br />
partecipazione, affinità;<br />
ma anche successione, posteriorità’.<br />
Il concept creativo, pertanto, è<br />
già oggettivamente espresso ed<br />
intuibile grazie al termine coniato<br />
per descriverlo, allude all’innovazione,<br />
all’upgrade evolutivo del<br />
tool comunicativo che abbandona<br />
il paradigma tastiera-screen<br />
tipico dei social, approda in una<br />
trasformazione sostanziale del<br />
modus relazionale, che diviene<br />
innovativo, altamente immersivo<br />
e contestualizzabile.<br />
Soprattutto “contestualizzabile”,<br />
ovvero è la dimensione tridimensionale<br />
a garantire nuove<br />
esperienze, nel metaverso si può<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
AUGMENTED REALITY<br />
andare sottacqua, apprendere lezioni<br />
di volo, andare con amici a<br />
vedere un film in una sala cinematografica,<br />
pertanto, per sopperire<br />
al soddisfacimento di tali finalità,<br />
si delineano gli ambienti offrendo<br />
un’ispezione garantita a ben sei<br />
gradi di libertà, ovvero in grado di<br />
garantire una percezione dell’ambiente<br />
sintetico condiviso, perfettamente<br />
simile all’esperienza reale<br />
Un vero e proprio universo “in<br />
trasformazione” e che stimolerà<br />
“la partecipazione” realizzato<br />
concretamente con la CG avanzata.<br />
L’ambizione utopistica di<br />
un universo sintetico, che si offre<br />
agli utenti attraverso una realtà<br />
virtuale tridimensionale e pluripartecipativa.<br />
Otto i principali<br />
paradigmi progettuali che caratterizzeranno<br />
l’interfaccia relazionale<br />
immersiva di nuova generazione:<br />
Presence, Avatar, Home Space,<br />
Teleporting, Interoperabilità,<br />
Privacy and safety, Virtual Goods<br />
e Natural Interfaces. Inutile e pleonastico<br />
evidenziare l’ecosistema<br />
economico potenzialmente, intrinsecamente<br />
connesso a questa<br />
universale potenzialità massiva di<br />
frequentazione dei nuovi ambienti<br />
resi disponibili a platee di natura<br />
mondiale dai numeri ingenti.<br />
Ciascun utente non disporrà piu’<br />
soltanto di una mera bacheca interattiva,<br />
in cui confrontarsi con<br />
terzi mediante pensieri, audio o<br />
video.<br />
Nei nuovi spazi tridimensionali, si<br />
potrà disporre di una casa, di un<br />
ufficio, custom taylor, caratterizzati<br />
da oggetti decor, arredi e finiture<br />
acquistabili e ci si mostrerà ai<br />
propri amici, mediante un avatar<br />
provvisto di un guardaroba, chiaramente<br />
personalizzabile.<br />
Come nella vita reale, ineluttabilmente<br />
al metàverso si associa pertanto<br />
una politica di marketing,<br />
una digital economy di domandaofferta<br />
e si intravede lo spazio per<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 31
TELERILEVAMENTO<br />
AUGMENTED REALITY<br />
nuovi specialist – designer, afferenti<br />
a brand già noti o semplicemente<br />
pronti per acquisire pole<br />
position nell’innovativo contesto.<br />
Si delinea anche il “produser”, un<br />
neologismo riferito alla duplice<br />
possibilità per ciascun utente di<br />
essere creatore e/o acquirente di<br />
contenuti in un contesto utopistico<br />
di mercato libero online. A<br />
ben guardare tuttavia, per i nativi<br />
digitali e per molti appassionati<br />
del settore , questi spazi, descritti<br />
in forme grafiche parametriche<br />
semplificate, hanno già caratterizzato<br />
molteplici piattaforme,<br />
ampiamente usate in era Covid<br />
o anche per scopi puramente<br />
ludici in un passato relativamente<br />
recente come Roblox 1, o per<br />
un bacino d’utenza più adulto<br />
“Second life”. Roblox creato dal<br />
fondatore David Baszucki e Erik<br />
Cassel nel 2004 e ufficialmente<br />
lanciato nella versione beta, soprannominato<br />
“Dynablocks” nel<br />
2005. Roblox è un videogioco<br />
di genere MMO sviluppato e<br />
pubblicato da Roblox Corporation<br />
nel 2006. Nel gioco si<br />
possono creare i propri mondi<br />
virtuali, dove si può scegliere chi<br />
far entrare, si può socializzare<br />
con altri utenti e creare il proprio<br />
mondo tramite il linguaggio di<br />
programmazione Lua Script”,<br />
mentre “second life” un mondo<br />
virtuale (MUVE) elettronico digitale<br />
online lanciato il 23 giugno<br />
2003 dalla società statunitense<br />
Linden Lab a seguito di un’idea<br />
del fondatore di quest’ultima, il<br />
fisico Philip Rosedale. Si tratta di<br />
una piattaforma informatica nel<br />
settore dei nuovi media che integra<br />
strumenti di comunicazione<br />
sincroni ed asincroni e trova<br />
applicazione in molteplici campi<br />
della creatività: intrattenimento,<br />
arte, formazione, musica, cinema,<br />
giochi di ruolo, architettura,<br />
programmazione, impresa, solo<br />
per citarne alcuni. Raggiunto il<br />
picco nel 2013 di un milione di<br />
MONITORAGGIO 3D<br />
GIS E WEBGIS<br />
www.gter.it info@gter.it<br />
GNSS<br />
Corso di aggiornamento professionale del 23-24 Settembre <strong>2022</strong>.<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong><br />
FORMAZIONE<br />
RICERCA E INNOVAZIONE
2<br />
utenti regolari,[1] la crescita di utenti attivi si stabilizzò<br />
e nel 2017 diminuì tra gli 800.000 e i 900.000.<br />
(Fonte wikipedia).<br />
Dunque, con uno sguardo più accurato, è possibile<br />
asserire che l’innovazione non risiede nel concept,<br />
quanto piuttosto nelle innovative potenzialità dei<br />
tools di sviluppo, nelle grafiche fotorealistiche, e nei<br />
device di fruizione, in quanto la vera ambizione del<br />
Metaverso è garantire il fattore immersivo, non piu’<br />
simulato e ispezionabile attraverso lo schermo, ma<br />
percepito attraverso preposti Headset.<br />
Fattore assolutamente rilevante, la potenziale associazione<br />
dell’ecosistema di valore offerto dagli NFT,<br />
dalle blockchain e dalle criptovalute.<br />
Chiaramente sono dunque molti gli aspetti tecnici di<br />
configurazione di cui potrà usufruire questo mondo<br />
sintetico, che sembra decisamente rivolto ad intercettare<br />
l’attenzione degli adulti, piuttosto che quella<br />
dei teen agers, sostituendo de facto il social Facebook,<br />
Non a caso particolare attenzione sarà rivolta agli<br />
aspetti legati alla tutela dei propri utenti: nei suoi<br />
video di presentazione lo stesso imprenditore ha sottolineato<br />
questo aspetto, ovvero che “la sicurezza e la<br />
privacy dovranno essere garantite dal giorno uno”.<br />
Come potrebbe essere altrimenti, vista la prospettiva<br />
di poter delegare a questa interessante e poliedrica<br />
piattaforma, incontri business, magari con prototipi<br />
digitali, particolarmente funzionali e più esaustivi<br />
delle attuali zoom call e similari? D’altronde, a meno<br />
che non siano garantite prestazioni realmente interessanti,<br />
l’uso funzionale di questi spazi, potrebbe<br />
davvero decretarne il successo, anche in ottica enterprise<br />
garantendo così un tool relazionale di nuova<br />
generazione e assicurando alle imprese non solo spazi<br />
di incontri ottimali fruibili da remoto, ma anche<br />
luoghi adatti per l’Advertising.<br />
Va precisato che non solo Zuckerberg concorre per<br />
la definizione di un metaverso di nuova generazione,<br />
anche Tencent, il gigante cinese dei social media e<br />
dei giochi, sta investendo massicciamente nel Metaverso.<br />
Il mondo virtuale di domani potrebbe trasformarsi<br />
in una battaglia digitale per la conquista di questo<br />
nuovo continente digitale proprio tra Meta e<br />
Tencent, che attualmente sta scaldando i motori in<br />
collaborazione proprio con Roblox con Nikeland,<br />
piattaforma orientata al mondo dello sport.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Augmented reality; Virtual Reality<br />
AUTORE<br />
Tiziana Primavera, Tiziana.primavera@unier.it<br />
C’è vita nel nostro mondo.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
www.epsilon-italia.it<br />
www.inspire-helpdesk.eu
AEROFOTOTECA<br />
L’USO DEL DRONE NELLA<br />
L’Aerofototeca<br />
Nazionale<br />
racconta…<br />
DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA: IL<br />
CASTELLO DI MONTEFALCO IN SABINA (RM)<br />
di Martina Bernardi<br />
e Federico Fasson<br />
Il continuo (e incalzante)<br />
progresso delle tecnologie<br />
digitali a cui stiamo<br />
assistendo negli ultimi<br />
anni sta portando ad una<br />
ridefinizione metodologica<br />
in ambito archeologico,<br />
indirizzando sempre più le<br />
indagini territoriali verso una<br />
generalizzata riflessione su<br />
come poter sfruttare al meglio<br />
le nuove risorse strumentali in<br />
campo – spesso low cost – al fine<br />
di ottenere elementi funzionali<br />
Fig. 2 - Il quadricottero DJI Mavic Mini utilizzato nelle due<br />
campagne di rilievo presso il castello di Montefalco in Sabina<br />
(foto: F. Fasson).<br />
Fig. 1 - Localizzazione del castello di Montefalco in Sabina (GIS map: M. Rossi - Maps data:<br />
Google, ©2015).<br />
alla ricostruzione storica di un<br />
paesaggio, di un sito o di un<br />
edificio, senza indagini invasive.<br />
Possiamo ormai definire questo<br />
“periodo” dell’archeologia come<br />
l’era della “Digital Archaeology”,<br />
dove avanzate tecnologie si<br />
affiancano ora agli insostituibili<br />
metodi tradizionali di rilievo.<br />
Fanno parte di questa<br />
rivoluzione digitale<br />
anche i droni, aeromobili<br />
pilotati da remoto da un<br />
operatore qualificato; con<br />
il 2013, a seguito della<br />
commercializzazione del primo<br />
UAV consumer (Unmanned aerial<br />
vehicle) equipaggiabile con una<br />
action cam, il drone è diventato<br />
strumento indispensabile nelle<br />
ricerche territoriali nel campo<br />
dell’archeologia, consentendo di<br />
editare rilievi fotogrammetrici<br />
georeferiti e modelli digitali 3D<br />
in scala. La restituzione grafica<br />
generata attraverso l’utilizzo dei<br />
droni, dall’altissima risoluzione,<br />
agevola la fase interpretativa<br />
del dato materiale, ma allo<br />
stesso tempo può essere un<br />
valido strumento conoscitivo e<br />
divulgativo.<br />
Durante le campagne di<br />
ricognizione archeologica,<br />
intraprese dall’Università degli<br />
Studi Roma Tre nell’ambito<br />
del progetto “Monti Lucretili<br />
Landscape Project” nel territorio<br />
del castello di Montefalco in<br />
Sabina (RM), è stato utilizzato<br />
un drone al fine di realizzare<br />
un’ortofoto dell’intero sito<br />
fortificato, fondato verso l’XI/<br />
XII secolo e abbandonato tra<br />
la fine del XIV e gli inizi XV<br />
secolo, insieme alla maggior<br />
parte dei castelli della zona.<br />
Il castello di Montefalco, situato<br />
all’interno del comprensorio<br />
dei Monti Lucretili (a nordest<br />
della regione laziale) (fig.<br />
1), è uno dei centri demici<br />
interessati nel medioevo<br />
dall’incastellamento, ovvero quel<br />
fenomeno insediativo che ha<br />
modificato la fisionomia del<br />
paesaggio rurale di gran parte<br />
della penisola italiana attraverso<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
AEROFOTOTECA<br />
la nascita di siti fortificati di<br />
altura, generalmente fondati in<br />
un periodo a cavallo tra alto e<br />
basso medioevo (X-XI secolo).<br />
[MB]<br />
Nel 2020 e nel <strong>2022</strong> sono<br />
stati effettuati due voli sul sito<br />
di Montefalco, con lo scopo<br />
di ottenere dei fotogrammi<br />
utili per la restituzione di<br />
un’ortofoto e un modello<br />
tridimensionale del sito.<br />
Tutte le operazioni sono state<br />
effettuate con un drone Mavic<br />
Mini della casa cinese DJI<br />
(fig. 2), un drone consumer<br />
con massa al decollo di 249g,<br />
equipaggiato con un gimbal<br />
a tre assi, che sostiene una<br />
fotocamera da 12 mega pixel;<br />
i voli eseguiti nelle due diverse<br />
annate hanno restituito<br />
rispettivamente 400 e 75 foto.<br />
La prima missione (febbraio<br />
2020) è stata progettata per<br />
essere condotta manualmente<br />
dal pilota; la seconda (febbraio<br />
<strong>2022</strong>), effettuata in seguito al<br />
rilascio degli SDK (software<br />
development kit) da parte<br />
della casa madre, è stata<br />
programmata a terra e condotta<br />
in automatico attraverso<br />
“Dronelink”, un’applicazione di<br />
terze parti con la quale è stato<br />
possibile acquisire fotogrammi<br />
ad intervalli di tempo regolare,<br />
mantenendo una velocità<br />
costante e garantendo una<br />
sovrapposizione delle prese del<br />
70% (fig. 3).<br />
Entrambi i voli sul castello<br />
sono stati effettuati ad una<br />
quota di circa 30m, per una<br />
durata rispettivamente di circa<br />
40 minuti e 12 minuti.<br />
I blocchi di foto ottenuti sono<br />
stati elaborati separatamente<br />
all’interno del software<br />
Agisoft Metashape che,<br />
tramite algoritmi di Structure<br />
from Motion (SfM), è in<br />
grado di restituire modelli<br />
tridimensionali dell’oggetto<br />
rilevato e ortofoto ad alta<br />
risoluzione nel giro di poche<br />
ore (fig. 4). Il programma<br />
ha elaborato due ortofoto<br />
(figg. 5-6), ovvero delle<br />
Fig. 3 - Piano di volo eseguito dal drone nel febbraio <strong>2022</strong> (app web Dronelink).<br />
Fig. 4 - Modello 3D texturizzato dall’applicazione Agisoft Metashape. In blu la posizione delle camere (elaborazione<br />
grafica: F. Fasson).<br />
immagini composite, formate<br />
da più fotogrammi georeferiti<br />
in proiezione ortografica,<br />
che ha subìto correzioni<br />
atte ad eliminare le normali<br />
deformazioni causate dalle lenti<br />
della fotocamera, garantendo<br />
quindi una corretta restituzione<br />
geometrica dell’oggetto<br />
rappresentato su un piano<br />
bidimensionale.<br />
Ricavare piante e prospetti<br />
da un’immagine misurabile<br />
rappresenta non solo un<br />
grande vantaggio in termini<br />
di tempo, ma spesso è anche<br />
l’unica soluzione per ottenere<br />
una documentazione grafica<br />
accurata in contesti in cui non è<br />
possibile effettuare in sicurezza il<br />
tradizionale rilievo diretto.<br />
Il risultato migliore è stato<br />
ottenuto dai fotogrammi<br />
ottenuti nella missione del<br />
<strong>2022</strong>, i quali hanno restituito<br />
un’ortofoto in alta qualità, con<br />
GSD (ground sample distance)<br />
pari a 1,87cm priva di buchi o<br />
distorsioni, grazie anche ad un<br />
hardware migliore e ad un uso<br />
più consapevole del software.<br />
[FF]<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 35
AEROFOTOTECA<br />
Fig. 5 - Castello di Montefalco in<br />
Sabina. Ortofoto realizzata nel<br />
2020 (elaborazione grafica: F.<br />
Fasson).<br />
Fig. 6 - Castello di Montefalco in<br />
Sabina. Ortofoto realizzata nel<br />
<strong>2022</strong> (elaborazione grafica: F.<br />
Fasson).<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
M. Bernardi, L’incastellamento nei<br />
Monti Lucretili. Dinamiche insediative<br />
e paesaggio rurale tra alto e basso<br />
medioevo, BAR International Series<br />
3027, Oxford 2021.<br />
A. Pecci, Introduzione all’uso dei droni<br />
in archeologia, Roma 2021.<br />
M. Sfacteria, Fotomodellazione 3d e<br />
rilievo speditivo di scavo: l’esperienza<br />
del Philosophiana project, in Archeologia<br />
e Calcolatori 27, 2016, pp.<br />
271-289.<br />
F. Zoni, L’uso della tecnologia dem<br />
nella documentazione archeologica.<br />
Alcune applicazioni in casi di scavo<br />
stratigrafico e nello studio dell’edilizia<br />
storica, in Archeologia e Calcolatori<br />
28, 2017, pp. 219-238.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Drone; UAV; fotogrammetria;<br />
ortofoto; Montefalco in Sabina;<br />
incastellamento; Digital Archaeology;<br />
Structure from Motion<br />
ABSTRACT<br />
The continuous progress of digital<br />
technologies is leading to a methodological<br />
redefinition in archaeology:<br />
how to use the new digital tools<br />
and software in the field - often low<br />
cost - to obtain functional elements<br />
for the historical reconstruction of a<br />
landscape, site, or building, without<br />
invasive investigations. This moment<br />
for the archaeological matter could<br />
be defined as the era of the “Digital<br />
Archeology” for the progress of the<br />
new technologies that now it is necessary<br />
to connect to the traditional<br />
methods of analysis.<br />
In recent years, the UAV has become<br />
an indispensable instrument for territorial<br />
research in archeology, allowing<br />
us to create a georeferenced photogrammetric<br />
product and 3D digital<br />
models in scale.<br />
This paper will illustrate the drone<br />
use in the castle of Montefalco in<br />
Sabina (RM) during the field survey<br />
activities promoted by Roma Tre<br />
University.<br />
AUTORE<br />
Martina Bernardi, UniRoma3<br />
martina.bernardi87@gmail.com<br />
Federico Fasson, UniRoma3<br />
fed.fasson@outlook.it
a GNSS-based integrated platform<br />
<br />
for energy decision makers<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Asset Mapping Platform for<br />
<br />
<br />
<br />
Despite <br />
global electrification rates are significantly progressing, the access<br />
<br />
to electricity <br />
in emerging countries is still far from being achieved.<br />
<br />
Indeed, <br />
the challenge facing such communities goes beyond the lack of<br />
infrastructure assets; what is needed is a holistic assessment of the energy<br />
demand and its expected growth over time, based on an accurate<br />
assessment of deployed resources and their maintenance status.<br />
AMPERE Consortium<br />
www.h2020-ampere.eu<br />
AMPERE project has received funding from the European GNSS Agency (grant<br />
agreement No 870227) under the European Union’s Horizon 2020 research and<br />
innovation programme.
MERCATO<br />
LA PRIMA VERSIONE DELL'EUROPEAN<br />
GROUND MOTION SERVICE (EGMS)<br />
È ONLINE<br />
Si tratta del primo servizio operativo di analisi di subsidenza<br />
e movimento del suolo disponibile su scala europea per<br />
il monitoraggio dei rischi da movimenti e deformazioni indotte<br />
dall'uomo come le frane a lento movimento, la subsidenza<br />
dovuta allo sfruttamento delle acque sotterranee o<br />
all'estrazione sotterranea, movimenti vulcanici e molti altri.<br />
Il servizio fornisce informazioni coerenti e affidabili sul<br />
movimento del suolo naturale e antropico con una precisione<br />
millimetrica e funge anche da punto di partenza per<br />
lo studio del movimento del suolo che interessa edifici e<br />
infrastrutture lineari. EGMS è stato implementato sotto il<br />
coordinamento dell'AEA nell'ambito del Copernicus Land<br />
Monitoring e con la partecipazione dell'ISPRA in una Task<br />
Force appositamente costituita per definire le caratteristiche<br />
tecniche di base del<br />
servizio e nell'Advisory<br />
Board, attraverso<br />
il quale erano<br />
rappresentati gli<br />
interessi e bisogni<br />
delle comunità di<br />
utenti finali, comprese<br />
le indagini<br />
geologiche delle<br />
Regioni, delle Province Autonome e dell'ARPA.<br />
L'EGMS si basa sull'analisi interferometrica multitemporale<br />
delle immagini radar Sentinel-1 a piena risoluzione.<br />
Questa tecnica consente di identificare punti di misura affidabili<br />
per i quali vengono estratti i valori di velocità di<br />
movimento del suolo e le serie temporali di deformazione.<br />
Tali punti di misura coincidono solitamente con edifici,<br />
strutture artificiali e aree non vegetate in genere. I dati<br />
dei sistemi globali di navigazione satellitare sono utilizzati<br />
come calibrazione delle misure interferometriche.<br />
L'EGMS distribuisce tre livelli di prodotti:<br />
Basic. Line of sight velocity maps in orbite ascendenti e discendenti<br />
con geolocalizzazione annotata e misure di qualità<br />
per punto di misurazione. I prodotti base sono riferiti ad<br />
un punto di riferimento locale.<br />
Calibrated. Line of sight velocity maps in orbite ascendenti<br />
e discendenti riferite a un modello derivato da dati di serie<br />
temporali dei sistemi satellitari di navigazione globale. I<br />
prodotti calibrati sono assoluti, non essendo più relativi ad<br />
un punto di riferimento locale.<br />
Ortho. Componenti del moto (orizzontale e verticale) ancorate<br />
al modello geodetico di riferimento. I prodotti Ortho<br />
vengono ricampionati su una griglia di 100 m.<br />
Inoltre, EGMS fornisce agli utenti il modello di velocità<br />
grigliata di 50 x 50 km utilizzato per calibrare il prodotto<br />
Basic.<br />
https://egms.land.copernicus.eu/<br />
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completa visualizzazione 3D ed un sistema CAD per visualizzare e<br />
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38 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong><br />
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MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 39
MERCATO<br />
A DEDICATED SOLUTION FOR<br />
ELECTRICAL POWER NETWORK<br />
MAINTENANCE AND UPGRADE<br />
L'accesso all'elettricità è una grande sfida a livello mondiale<br />
che riguarda 1,3 miliardi di persone. Oggi i Paesi<br />
emergenti devono fare i conti con un'infrastruttura preesistente<br />
di cui non si conosce la topologia e richiedono nuove<br />
tecnologie a supporto per la manutenzione e la pianificazione<br />
di nuove installazioni. Come orizzonte di medio<br />
termine, si prevede di ridurre questa fascia a meno di 1,0<br />
miliardi di persone entro il 2030. In questo contesto, il<br />
consorzio AMPERE si propone di fornire un importante<br />
contributo ai decision-makers stakeholders, pianificando<br />
una manutenzione efficiente dal punto di vista dei costi e<br />
nuove strategie accessibili nell'era del Green Deal.<br />
Asset Mapping Platform for Emerging countries Electrification<br />
Lo scopo del progetto AMPERE (Asset Mapping<br />
Platform for Emerging countRies Electrification) è fornire<br />
una soluzione dedicata alla raccolta di informazioni sulla<br />
rete elettrica. AMPERE supporterà i decision-makers<br />
(ad esempio, le istituzioni e le aziende pubbliche e private<br />
incaricate della gestione della rete elettrica) a raccogliere<br />
tutte le informazioni necessarie per pianificare la manutenzione<br />
e l'aggiornamento della rete elettrica. In particolare,<br />
la necessità di una soluzione di questo tipo nasce nei<br />
Paesi emergenti dove, nonostante i tassi di elettrificazione<br />
globale stiano progredendo in modo significativo, l'accesso<br />
all'elettricità è ancora lontano dall'essere raggiunto in<br />
modo affidabile. In effetti, la sfida che queste comunità<br />
devono affrontare va oltre la mancanza di infrastrutture: è<br />
necessaria una mappatura delle infrastrutture già installate<br />
(non conosciute!) per effettuare una valutazione olistica<br />
della domanda di energia e della sua crescita prevista nel<br />
tempo. In questo contesto, Galileo è un elemento chiave<br />
- soprattutto considerando il suo servizio gratuito di alta<br />
precisione (HAS) e le sue misurazioni altamente precise<br />
del codice E5 AltBOC - come componente fondamentale<br />
per mappare le utenze elettriche, ottimizzare il processo<br />
decisionale sullo sviluppo della rete e quindi aumentare<br />
l'efficienza in termini di tempi e costi, offrendo un modo<br />
più conveniente di gestire la distribuzione dell'energia.<br />
Questi aspetti conferiscono al progetto AMPERE una dimensione<br />
mondiale, in cui l'industria europea ha il ruolo<br />
principale di fornire innovazione e know-how per consentire<br />
la pianificazione degli interventi sulla rete con un<br />
rischio finanziario limitato, soprattutto per i Paesi emergenti<br />
non europei.<br />
CONTEXT AND NECESSITY:<br />
The need for network asset mapping in emerging countries.<br />
Nonostante i progressi nei tassi di elettrificazione globale,<br />
l'accesso all'elettricità per tutti è ancora lontano dall'essere<br />
raggiunto. L'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE)<br />
stima che 1,2 miliardi di persone non abbiano accesso<br />
all'elettricità, pari al 17% della popolazione mondiale.<br />
Come confermato dall'A.R.E. (Alliance for Rural<br />
Electrification, www.ruralelec.org) nel suo rapporto annuale,<br />
questa situazione permane poiché alcuni ostacoli,<br />
dovuti all'elevato livello di rischio finanziario associato,<br />
impediscono lo sviluppo delle economie, come ad esempio:<br />
normative inadeguate, lacune o incertezze politiche;<br />
frammentazione del mercato nelle fasi iniziali e collegamenti<br />
non realizzati; problemi di capacità e mancanza<br />
di standardizzazione; mancanza di modelli commerciali<br />
comprovati e mancanza di accesso a finanziamenti a lungo<br />
termine a prezzi accessibili.<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
MERCATO<br />
In questo scenario, è degno di nota il fatto che, in tutto<br />
il mondo, i Paesi emergenti - con particolare attenzione<br />
all'America Latina, al Nord Africa e alla regione APAC<br />
- stiano compiendo enormi sforzi per restaurare le aree<br />
storiche delle loro città, rendendole una destinazione turistica<br />
di prima classe.<br />
Un esempio molto interessante è la situazione della capitale<br />
della Repubblica Dominicana (DO), Santo Domingo,<br />
dove un grosso problema è costituito dalle linee elettriche<br />
e telefoniche, ancora per lo più aeree, che rendono l'area<br />
in qualche modo precaria, potenzialmente pericolosa e caotica,<br />
sottraendola alla sua semplice bellezza.<br />
AMPERE<br />
Solution<br />
AMPERE propone una soluzione basata su una tecnologia<br />
di mappatura GIS Cloud, raccogliendo i dati acquisiti<br />
sul campo con telecamere ottiche/termiche e LiDAR<br />
installati a bordo di Aeromobili a Pilotaggio Remoto<br />
(APR). In particolare, un APR sarà in grado di sorvolare<br />
aree selezionate eseguendo operazioni semi-automatiche<br />
per raccogliere immagini ottiche e termiche e prodotti di<br />
ricostruzione 3D basati su dati LiDAR. Tali prodotti vengono<br />
post-elaborati sulla piattaforma cloud GIS centrale,<br />
consentendo agli operatori delle attività di pianificazione<br />
e monitoraggio di risolvere, attraverso strumenti di visualizzazione<br />
e analisi, i problemi di accessibilità dei dati e<br />
migliorare il processo decisionale. In questo contesto, l'E-<br />
GNSS rappresenta una tecnologia essenziale per assicurare<br />
operazioni automatizzate in modo affidabile e garantire<br />
prestazioni elevate per entrambi.<br />
Un insieme di immagini orientate e georeferenziate utilizzano<br />
una soluzione indipendente dalla fotocamera, riducendo<br />
drasticamente l'infrastruttura necessaria (ad esempio,<br />
punti di controllo a terra GCP o altre stazioni per<br />
fornire un aumento del PVT) È da notare che l'approccio<br />
AMPERE ha anche altri casi d'uso interessanti, oltre alla<br />
mappatura degli asset della rete elettrica. Infatti, l'uso di<br />
strumenti di analisi dei dati georeferenziati può essere impiegato<br />
in ad settori, quali: miniere, sistema idrico, monitoraggio<br />
di riserve o parchi forestali, ricerca e soccorso,<br />
sistemi stradali.<br />
della capacità di precisione, un tempo a pagamento, in un<br />
servizio aperto e gratuito che offre una precisione di circa<br />
20 centimetri, rispetto ai servizi PPP inferiori a 10 centimetri,<br />
con un tempo di convergenza inferiore. La chiave<br />
dell'HAS di Galileo sta nell'elevata larghezza di banda del<br />
suo canale E6-B, adatto a trasmettere informazioni PPP,<br />
particolarmente importanti per le correzioni degli orologi<br />
atomici a bordo dei satelliti, che non sono stabili a medio<br />
e lungo termine come le orbite. Inoltre, l'uso di pseudorange<br />
E5 AltBOC (che sono precisi a livello di cm con<br />
effetti di multipath massimi dell'ordine di 1 m) supporta<br />
una rapida risoluzione delle ambiguità per le osservazioni<br />
della fase portante.<br />
Il mercato sta rispondendo attivamente e positivamente<br />
alle capacità multifrequenza fornite da Galileo. Circa il<br />
40% dei modelli di ricevitori presenti sul mercato sono<br />
ora multi-frequenza. Inoltre, nel mercato di massa, con il<br />
lancio del primo smartphone GNSS a doppia frequenza<br />
al mondo da parte di Xiaomi e il lancio dei primi prodotti<br />
a doppia frequenza da parte di u-blox, STM, Intel<br />
e Qualcomm all'inizio di quest'anno, la multifrequenza<br />
sta diventando una realtà per gli utenti che necessitano di<br />
una maggiore precisione.<br />
Galileo HAS si inserisce naturalmente in questo panorama,<br />
fornendo precisioni di livello PPP e utilizzando frequenze<br />
diverse per la misurazione del raggio d'azione e la<br />
trasmissione di informazioni ad alta precisione. Sono stati<br />
effettuati sviluppi iniziali su ricevitori GNSS con capacità<br />
di tracciamento E6, il che indica una predisposizione del<br />
mercato ad adottare Galileo HAS quando sarà disponibile.<br />
In sintesi, AMPERE punta su Galileo HAS come soluzione<br />
ottimale sia per la mappatura dei corridoi aerei che per<br />
la ricostruzione delle immagini, grazie ai seguenti aspetti:<br />
- Adeguatezza dell'accuratezza fornita ai requisiti dell'applicazione:<br />
la mappatura degli asset è ben servita con l'accuratezza<br />
decimetrica fornita da PPP - quindi, Galileo<br />
HAS -, e quindi le tecniche differenziali sono un'esagerazione.<br />
- Indipendenza dai sistemi di ampliamento a terra (cioè<br />
dalle reti GNSS o dalle stazioni locali): questo aspetto<br />
è fondamentale nei Paesi in via di sviluppo, dove le reti<br />
GNSS potrebbero addirittura essere inesistenti, e implica<br />
minori costi e rischi per le infrastrutture di supporto.<br />
- Condizioni operative ragionevoli: un tempo di convergenza<br />
di pochi minuti si adatta adeguatamente alle ope-<br />
EGNSS<br />
Usage as essential technology for geo referencing<br />
AMPERE intende esplorare e sfruttare le caratteristiche<br />
avanzate di Galileo - in particolare il Servizio di Alta<br />
Precisione (HAS) e l'AltBOC E5 - come elemento centrale<br />
della proposta di mappatura degli asset a valore aggiunto.<br />
La natura dell'HAS si adatta molto bene ai requisiti della<br />
nostra applicazione, soprattutto grazie alla trasformazione<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 41
MERCATO<br />
razioni APR, dove i tempi di configurazione sono di circa<br />
minuti.<br />
- Uso minimo o totale assenza di punti di controllo a terra:<br />
grazie all'elevata precisione, simile a quella del PPP<br />
(fino a 20 centimetri), il numero di GCP è molto ridotto<br />
per quanto riguarda la precisione della georeferenziazione.<br />
Galileo diventerà quindi una caratteristica irrinunciabile<br />
del sottosistema di georeferenziazione AMPERE. Questo<br />
sottosistema a bordo degli APR consiste in un ricevitore<br />
GNSS multi-frequenza e multi-costellazione (tra cui almeno<br />
L1/L2 GPS, E1/E5 Galileo) e un'unità di misura<br />
inerziale (IMU) che fornirà una traiettoria tempo-posizione-attitudine<br />
per georeferenziare i sensori di mappatura di<br />
AMPERE, ovvero telecamera ottica, telecamera termica e<br />
LiDAR. Notiamo che AMPERE utilizzerà la post-elaborazione<br />
PPP come approccio di base principale, e quindi<br />
attenua i rischi legati a potenziali ritardi o riprogrammazioni<br />
della fornitura HAS basata su Galileo E6. Notiamo<br />
inoltre che il sottosistema di georeferenziazione consentirà<br />
la generazione di elaborazioni GNSS differenziali in<br />
fase di trasporto e uno stretto accoppiamento GNSS/<br />
IMU per generare traiettorie di riferimento da validare<br />
in AMPERE.<br />
La campagna di validazione è stata condotta a Santo<br />
Domingo. L'area è già stata selezionata dopo l'accordo<br />
con il CDEEE: la soluzione AMPERE sarà utilizzata per<br />
mappare il settore "Los Tres Brazos", lato orientale (circuito<br />
ML69-02 EDEESTE).<br />
Dopo la campagna di acquisizione di informazioni (immagini<br />
ottiche/termiche e LIDAR) sulla rete elettrica aerea<br />
e l'elaborazione di queste informazioni per ottenere<br />
una mappa della rete stessa, è necessario verificare i risultati<br />
ottenuti da AMPERE fornendo confronti con gli attuali<br />
approcci allo stato dell'arte. In particolare, UNPHU<br />
(che ha una grande esperienza nell'uso di ricevitori GNSS<br />
in applicazioni geomatiche, come il catasto elettronico,<br />
la cartografia, la georeferenziazione di immagini da satellite<br />
e APR) condurrà l'attività di validazione: UNPHU<br />
eseguirà una campagna più convenzionale, basata su ricevitori<br />
GNSS per applicazioni geomatiche e sull'ispezione<br />
visiva dell'infrastruttura elettrica. I dati acquisiti "manualmente"<br />
saranno elaborati con un software GIS per ottenere<br />
una mappa dell'area rilevata. Il confronto dei risultati<br />
ottenuti con i due diversi approcci, tenendo conto anche<br />
del tempo necessario per ottenere i risultati, darà una buona<br />
misura dell'efficacia del nuovo approccio.<br />
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42 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
MERCATO<br />
LETTERE<br />
IN RICORDO DI<br />
GIORGIO BEZOARI<br />
Una considerevole parte del mondo parla spagnolo,<br />
pur se domina ormai il “globish”, cioè quell’inglese<br />
generico e spesso mal pronunciato, ma pazienza.<br />
Nel mondo universitario italiano si sono dimenticati<br />
del francese, pur diffuso sino a fine Ottocento,<br />
ed è raro trovare un docente che sappia girare per<br />
il mondo hablando español. Giorgio Bezoari padroneggiava<br />
questa dolce lingua, e teneva dotte lezioni e<br />
conferenze per l’America latina, privilegiando Cuba<br />
ove era particolarmente apprezzato ed applaudito.<br />
Con lui ho molto lavorato, scritto e pubblicato: la<br />
sua scomparsa, per la quale cade a ottobre <strong>2022</strong> il<br />
quinquennio, mi ha particolarmente addolorato.<br />
Giorgio era nato a Pavia nel 1940, si era laureato<br />
in ingegneria civile al Politecnico di Milano e<br />
dal 1° novembre 1973 vi diventato assistente di<br />
ruolo nel vecchio e glorioso Istituto di Geodesia<br />
e Topografia, diretto allora dal<br />
professor Luigi Solaini, presidente<br />
della International Society of<br />
Photogrammetry and Remote Sensing.<br />
Io allora ero assistente volontario<br />
da oltre un decennio, e vi tenevo le<br />
esercitazioni di topografia e di teoria<br />
e pratica delle misure: divenimmo<br />
subito amici. Ottima la sua carriera:<br />
nel 1975 ebbe l’incarico per topografia<br />
alla storica Università pavese<br />
e nel 1982 vi divenne professore<br />
associato. Quattro anni dopo tornò<br />
con lo stesso titolo in Politecnico.<br />
Nel 1990 era straordinario di fotogrammetria<br />
all’Università di Chieti,<br />
per essere “chiamato” come ordinario nella Facoltà<br />
di Architettura del Politecnico nel 1994. Nel frattempo<br />
era stato nominato professore onorario dalla<br />
Università del Norte di Trujillo in Perù.<br />
Giorgio già come assistente si era fatto notare partecipando<br />
attivamente a corsi speciali come docente,<br />
e nel 1984 aveva pubblicato, con chi scrive questa<br />
nota e con l’altro amico e collega Carlo Monti,<br />
due volumi alquanto rivoluzionari per gli Istituti<br />
Tecnici per Geometri: Fondamenti di Rilevamento<br />
Generale con l’editore Ulrico Hoepli; topografia, fotogrammetria,<br />
cartografia e progettazione stradale<br />
vi erano esposti in modo nuovo e con molti riferimenti<br />
storici.<br />
L’attività didattica e scientifica del professor Bezoari<br />
è dimostrata dai suoi molti interventi in università<br />
straniere, oltreché italiane. Da ricordare in modo<br />
specifico le sue lezioni e conferenze nelle seguenti<br />
università:<br />
Technion Institute di Haifa, Israele; Univ.<br />
Samarcanda (Uzbekistan); CICON, Buenos Aires;<br />
Università Cattolica di Cordoba; Jordan Univ. di<br />
Amman e Yarmouk Univ. di Irbid (Giordania);<br />
Univ. di La Coruña (Spagna); Univ. di Nis<br />
(Serbia); Univ. di Trujillo (Perù); Univ. di Skopje<br />
(Macedonia); BUAP di Puebla (Messico). In particolare<br />
le università cubane di Camaguey, di Santa<br />
Clara e di Avana. In figura, la copertina del libro<br />
pubblicato in Italia dall’editore Maggioli nella collana<br />
Politecnica:<br />
Con Giorgio ebbi occasione anche di collaudare<br />
molte cartografie aerofotogrammetriche; mi si lasci<br />
ricordare quella importante di Milano in scala<br />
1: 1000, digitale, base dei nuovi piani territoriali<br />
della città. Nella Facoltà di Architettura milanese<br />
Giorgio teneva il corso di topografia, ed io quello<br />
parallelo di fotogrammetria; molte esercitazioni e<br />
lavori di ricerca venivano fatti in comune. Quando<br />
mi venne l’idea di controllare, con mezzi satellitari,<br />
la storica base geodetica di Somma<br />
o del Ticino, Giorgio mi fu di largo<br />
aiuto anche coi mezzi a sua disposizione<br />
(i miei erano pochi). Ne<br />
venne un ottimo lavoro, pubblicato<br />
in diverse riviste; sempre sulla zona<br />
della base geodetica facemmo insieme<br />
un lungo lavoro di carattere<br />
storico sulla “Cascina Malpensa”,<br />
laddove ora sorge l’aeroporto dallo<br />
stesso nome. Un articolo in francese<br />
sulla Malpensa, tradotto per<br />
noi dalla gentile figlia di Giorgio,<br />
Silvia, allora come oggi residente<br />
ed operante a Crans-Montana nella<br />
Confederazione Elvetica, venne pubblicato dalla rivista<br />
Geomatik Schweiz che peraltro aveva già ospitato<br />
miei articoli in tedesco.<br />
In epoca più vicina, ebbi l’idea di rilevare con i<br />
più recenti metodi, il Castello Visconti di Somma<br />
Lombardo; Giorgio a sua volta volle coinvolgere<br />
nella lunga operazione i suoi amici e collaboratori<br />
dell’Università “Gabriele D’Annunzio” di Pescara,<br />
guidati dal professor Giovanni Mataloni: ne venne<br />
un ottimo lavoro, fonte di diverse pubblicazioni<br />
successive.<br />
Socio autorevole della Società Italiana di Topografia<br />
e Fotogrammetria, dal 1982 al 1994 fu nel suo<br />
Consiglio Direttivo e tesoriere dal 1982 al 1986.<br />
Fu anche il primo coordinatore nazionale della<br />
AUTeC (Associazione Universitari di Topografia e<br />
Cartografia).<br />
Nell’immagine che segue, un bel ricordo dei tempi<br />
felici: si era tutti noi a Helsinki, nel 1976, par-<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 43
MERCATO<br />
LETTERE<br />
tecipanti al congresso<br />
internazionale della già<br />
menzionata ISPRS, nella<br />
cui serata inaugurale il<br />
nostro amato Professore<br />
e Maestro, Luigi Solaini,<br />
avrebbe salutato il suo<br />
successore. Ho scattato<br />
io la foto, a notte inoltrata,<br />
nella luce crepuscolare<br />
a mezzanotte passata,<br />
tipica di quel bellissimo<br />
Paese. Giorgio e la moglie Carla sono a destra, accanto<br />
ad Enrica Giussani (Alberto a sua volta ha<br />
sullo sfondo la guglia) mentre i primi a sinistra<br />
sono Ivana e Carlo Monti.<br />
Le discipline del rilevamento e della rappresentazione<br />
sono oggi molto diverse da quelle del secolo<br />
scorso; Giorgio fu con me e con Carlo Monti<br />
l’autore del volume che ne dava allora l’annuncio:<br />
si tratta di “Topografia Generale con elementi di<br />
Geodesia”, pubblicato nel 2002 dalla nota casa<br />
editrice UTET, oggi anche essa purtroppo scomparsa.<br />
Ma parecchi altri furono i volumi pubblicati<br />
assieme a Giorgio,<br />
fra cui due dell’editore<br />
Liguori di Napoli, sugli<br />
strumenti topografici<br />
e su quelli tipici<br />
della fotogrammetria.<br />
Giorgio era da poco in<br />
pensione, e risiedeva<br />
a Crans-Montana con<br />
l’intera famiglia: il figlio<br />
in particolare parla<br />
fluentemente parecchie<br />
lingue europee. La notizia della sua scomparsa<br />
venne data a me ed a Carlo Monti dal collega Luigi<br />
Mussio, e non avremmo voluto crederci. Non vedevamo<br />
Giorgio da un paio d’anni e lo ricordavamo<br />
sempre gentile e sorridente, mai capace di alterarsi<br />
anche di fronte a situazioni difficili. Non ci parve<br />
vero di non poter più gustare assieme il caffè mattutino<br />
al bar del “Poli”, come si usava da decenni.<br />
Non lo dimenticheremo!<br />
Attilio Selvini<br />
Già Presidente della SIFET<br />
CENTO ANNI E POCO PIÙ<br />
Parecchie volte mi è capitato di scrivere che le invenzioni<br />
dell’uomo durano un secolo o giù di lì. Nel 2000<br />
pubblicai, per i tipi della nota casa editrice UTET di<br />
Torino, un libro dal titolo “Fotogrammetria generale”<br />
(1). Siamo nel <strong>2022</strong>; buona parte di quel volume non<br />
ha più significato, se ne salva solo la parte storica. Gli è<br />
che la fotogrammetria, nata all’incirca a metà dell’Ottocento<br />
come “iconometria”, in pratica oggi non esiste<br />
più, anche se continuano i corsi universitari con quel<br />
nome, così come ogni due anni si celebra ancora a<br />
Stoccarda la tradizionale “Photogrammetrische Woche”<br />
(ora “Photogrammetric week”) nata negli anni<br />
dieci del Novecento a Jena per opera della Fondazione<br />
Carl Zeiss.<br />
Nel libro di cui sopra, si davano i primi cenni su di<br />
uno dei molti strumenti che avrebbero rivoluzionato<br />
la disciplina, così come era sino ad allora conosciuta<br />
e praticata; si parlava dei cosiddetti “droni” che<br />
iniziavano il loro lungo viaggio, passando da incerte<br />
applicazioni militari al loro diffuso uso civile e soprattutto<br />
metrico. Oggi la parola “drone” (per noi, “ape<br />
maschio”) è usata da tutti, sia per applicazione metrica<br />
e quindi cartografica che per altre necessità fra le<br />
più varie, dalla valutazione di aree incendiate a quella<br />
di persone in assembramento più o meno legale. Ma,<br />
sempre nel libro ormai vetusto, si accennava anche a<br />
nuovi sensori: oggi penso con nostalgia alle camere<br />
metriche sia terrestri che aeree, con le loro complesse<br />
ottiche fatte per evitare distorsioni e aberrazioni delle<br />
immagini; oggi anche uno “smartphone” può fornire<br />
dati da tradure in metrica sufficientemente attendibile.<br />
Altro che le complesse ottiche della nostra Galileo<br />
per i dispositivi di Santoni, o quelle ancor più complesse<br />
di Wild e Zeiss! Uno dei più noti ed attenti colleghi,<br />
il professor Mattia Crespi della “Sapienza” romana,<br />
mi scriveva qualche tempo fa: “ … Innanzitutto<br />
bisogna riconoscere che molta della teoria di fotogrammetria<br />
è stata acquisita, e spesso rinominata, nell’ambito<br />
dell’attuale computer vision, e, vista la molto maggiore<br />
diffusione di questa disciplina e della relativa letteratura,<br />
sono in primo luogo i testi migliori di computer vision<br />
ai quali ora ritengo necessario riferirsi per la descrizione<br />
della parte di modellistica matematica”.<br />
In uno dei recenti libri a carattere divulgativo, scritto<br />
con il collega Carlo Monti (2) dicevo fra l’altro: “Accanto<br />
e come prosecuzione della fotogrammetria analitica<br />
nasce quella digitale. E’ una rivoluzione; scompaiono<br />
gli strumenti di misura delle coordinate delle immagini,<br />
perché queste ultime sono già ormai delle matrici; potenti<br />
algoritmi tradotti in “software” d’ogni genere sostituiscono<br />
i costosi obbiettivi tipici della fotogrammetria<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong>
LETTERE MERCATO<br />
sia aerea che terrestre, dato che correggono aberrazioni,<br />
distorsioni, trascinamento dell’immagine e quant’altro.<br />
Stupefacente è poi l’abbandono della verticalità delle prese<br />
aeree; oggi si usano camere a più obbiettivi con inclinazioni<br />
che solo vent’anni prima sarebbero state giudicate<br />
intollerabili ai fini fotogrammetrici. Ai pesanti e costosi<br />
computer (per esempio del tipo HP 1000) necessari per<br />
la fotogrammetria analitica, si sono sostituiti per quella<br />
digitale dei meno ingombranti e meno costosi (ma assai<br />
più potenti) portatili. Ma ciò che ha mutato il volto della<br />
fotogrammetria è l’elaborazione digitale delle immagini,<br />
che è una disciplina fondata sull’utilizzo di algoritmi,<br />
che sfruttano il trattamento analitico per modificare<br />
un’immagine digitale. Questi algoritmi, a partire dai valori<br />
dei pixel dell’immagine, ne restituiscono una versione<br />
modificata oppure un dato numerico o tabellare rappresentativo<br />
di una particolare caratteristica dell’immagine<br />
originaria. Le operazioni possono essere svolte in maniera<br />
totalmente automatica oppure con un’interazione anche<br />
continua con l’operatore”.<br />
Come si vede, vi è ormai un abisso fra la fotogrammetria<br />
del ventesimo secolo e l’uso delle immagini a<br />
fini metrici. Un quadro completo della fotogrammetria<br />
all’inizio del secondo decennio del ventunesimo<br />
secolo, è stato fornito dalle molte relazioni tenute in<br />
occasione della “Photogrammetric Week” del 2013 al<br />
Politecnico di Stoccarda. In una precedente sessione,<br />
uno dei più acuti studiosi della materia, Christian<br />
Heipke, forte di incarichi nazionali e internazionali,<br />
disse fra l’altro quanto segue: “Le immagini hanno,<br />
nella nostra società, un ruolo sempre più importante: basta<br />
pensare alle sempre più diffuse videocamere, ai giochi<br />
su computer, alla televisione digitale e alla quotidiana<br />
messe di informazioni meteorologiche.. “Una immagine<br />
dice più di mille parole“: questo ben noto motto descrive<br />
molto del fascino di quanto proviene da fotogrammetria<br />
e telerilevamento. Nel passato le immagini dal cielo<br />
e dai satelliti servivano soprattutto per la redazione di<br />
carte topografiche, mentre oggi servono ad esempio per<br />
l’assunzione e l’aggiornamento di geoinformazioni utili<br />
a diverse applicazioni. Siano sottolineate qui le parole<br />
d’ordine: Osservazione della Terra, Modelli 3D delle<br />
città, Navigazione generale, Protezione delle coste, Pianificazione<br />
delle reti di comunicazione, per cellulari.<br />
Specifiche caratteristiche della fotogrammetria e del telerilevamento<br />
sono l’assunzione delle informazioni senza<br />
contatto fisico, la loro immediata assunzione, e con ciò<br />
la possibilità di riprendere processi dinamici, la completa<br />
grafica documentazione della scena ripresa, la restituzione<br />
in tre dimensioni così come la possibilità di elaborare<br />
rapidamente oggetti di grandi dimensioni. Così i mezzi<br />
fotogrammetrici e del telerilevamento vengono usati per<br />
i più diversi scopi, dal caso del microscopio elettronico<br />
sino alla osservazione dell’intero pianeta”. Mi pare che<br />
questa definizione sia al momento completa.<br />
Dal mio punto di vista, due sono le cause di dispiacere<br />
vista la situazione italiana nell’ambito delle discipline<br />
geomatiche: il Consiglio Nazionale dei Geometri, tutto<br />
preoccupato della gestione degli immobili da un<br />
punto di vista amministrativo, e della sicurezza dei<br />
cantieri (ma le morti sul lavoro aumentano!) non sa<br />
più nulla né di topografia né di (vecchia o nuova) fotogrammetria.<br />
Il Ministero della Pubblica Istruzione,<br />
continua coi giochini degli esami finali con le “calcolatrici<br />
non programmabili”, e annulla nei programmi<br />
per i CAT la vecchia fotogrammetria immettendovi,<br />
chissà perché, un breve paragrafo su “la visione tridimensionale<br />
e bidimensionale” (?). Troppe sono qui le<br />
differenze strutturali fra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione.<br />
A parte la ridicola vicenda, già da più parti censurata,<br />
del titolo dottorale concesso ai laureati triennali<br />
(ed a quelli quadriennali e quinquennali, cosa<br />
assurda in tutto il resto del mondo europeo e non,<br />
che costringe i “dottori di ricerca” a fregiarsi dell’anglosassone<br />
titolo di “PhD” per distinguersi) e a parte<br />
il titolo di professore di cui si fregiano gli insegnanti<br />
delle scuole secondarie, negli Stati europei delle dimensioni<br />
dell’Italia i “geometri” (tutti laureati) sono<br />
sui quattro o cinquemila, contro i nostri più di centomila<br />
che però fanno in gran parte gli amministratori<br />
condominiali, i cassieri bancari, gli impiegati pubblici<br />
e così via. La benemerita AGIT (Associazione Geometri<br />
Italiani Topografi, chiara tautologia) conta infatti<br />
qualche migliaio di soci: sono loro i veri topografi, che<br />
tengono alto il prestigio nostrano in tema di rilevamento<br />
e rappresentazione.<br />
Abbiamo un Parlamento che è quel che è, affaticato<br />
a sopravvivere per la pensione: ma al momento al<br />
governo vi è una persona seria, sicuramente di livello<br />
europeo, che tutto quanto ho qui sopra scritto conosce<br />
anche per gli incarichi che ha avuto nell’Unione.<br />
Che per caso non possa, fra i mille problemi che ha<br />
da risolvere, trovare il tempo per occuparsi anche di<br />
ciò che ho qui detto? Speriamolo! Oggi è il giorno<br />
dell’Epifania, per i Greci antichi π cioè manifestazione<br />
divina: che gli Dei ispirino il prossimo<br />
Presidente della Repubblica!<br />
1) A. Selvini, F. Guzzetti. Fotogrammetria generale.<br />
UTET, Torino, 2000.<br />
2) C. Monti, A. Selvini. Dall’iconometria al trattamento<br />
delle immagini.<br />
Maggioli<br />
ed. Santarcangelo di Romagna, 2017.<br />
Attilio Selvini<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2022</strong> 45
AGENDA<br />
5 – 7 Luglio<br />
GI _Salzburg <strong>2022</strong>:<br />
The Forum for<br />
Geoinformatics<br />
Salisburgo, Austria<br />
https://gi-salzburg.org/<br />
en/<br />
30 Agosto<br />
International Drone<br />
Show<br />
Odense, Denmark<br />
https://www.<br />
odenserobotics.dk/<br />
events/internationaldrone-show-<strong>2022</strong>/<br />
22-28 Agosto<br />
Firenze - FOSS4G <strong>2022</strong><br />
Academic Track<br />
http://www.geoforall.it/<br />
kcp3h<br />
19 -22 Settembre<br />
European Cartographic<br />
Conference<br />
Vienna - Austria<br />
https://eurocarto<strong>2022</strong>.<br />
org/<br />
11-15 Settembre<br />
Warsaw (Poland)<br />
FIG Congress <strong>2022</strong><br />
http://www.geoforall.it/<br />
kc3kd<br />
12 – 14 Ottobre<br />
Dronitaly<br />
Bologna, Italia<br />
https://www.dronitaly.it/<br />
18 – 20 Ottobre<br />
Intergeo HYBRID<br />
Essen, Germania<br />
https://www.intergeo.<br />
de/en/<br />
27 – 30 Ottobre<br />
BMTA <strong>2022</strong><br />
Paestum – Salerno<br />
www.archeomatica.<br />
it/3q8q<br />
<strong>2022</strong><br />
Roma 25-27 ottobre<br />
LEICA BLK2GO<br />
MAPPATURA MOBILE SEMPLIFICATA,<br />
SCANSIONA OGNI TIPO DI AMBIENTE IN MOVIMENTO<br />
EFFETTUANDO MILIONI DI MISURAZIONI.<br />
BLK2GO utilizza una tecnologia avanzatissima che permette<br />
di ottenere le migliori prestazioni di mappatura disponibili<br />
nella categoria dei dispositivi mobili portatili.<br />
Maggiore velocità e sicurezza durante la cattura di immagini e<br />
scansioni, anche nel caso di ampi spazi interni, esterni, interrati,<br />
complessi e su più livelli.<br />
Identifica diverse superfici ed analizza i dati LiDAR per<br />
calcolare la propria posizione in 3D.<br />
Tre fotocamere panoramiche identificano le analogie tra<br />
immagini consecutive per calcolare il movimento dello scanner<br />
attraverso lo spazio 3D.<br />
Leggero: pesa solo 775 grammi.<br />
Portata Lidar fino a 25 metri.<br />
Fotocamera “inquadra & scatta” per catturare dettagli specifici.<br />
Molto altro ancora.<br />
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