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dispensa Lab. Didattica disabilita sensoriali

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Disabilità sensoriali, visive, uditive e motorie

I Unità didattica - Lezione 5

Minorazione visiva: aspetti psicologici e relazionali

Nel bambino con minorazione visiva lo sviluppo psicologico segue un percorso differente da

quello del bambino vedente: la mancanza di uno dei canali sensoriali, attraverso i quali si realizzano

le esperienze più significative nei primi anni di vita, determinano un ritardo nelle principali fasi

evolutive. Generalmente il bambino non vedente arriva più tardi alla consapevolezza di una

propria individualità anche perché necessariamente, a causa dell’handicap, la madre deve svolgere

con il bambino più a lungo un ruolo di aiuto, sostegno e mediazione con l’ambiente circostante,

sostituendosi al figlio nello svolgere quelle azioni che il bambino vedente riesce precocemente a

raggiungere. Per esempio, la crisi dell’estraneo determinata dalla capacità di discriminare le figure

familiari dalle altre, che normalmente viene raggiunta verso i 7-9 mesi, nel caso del bambino non

vedente si verifica intorno ai 16-18 mesi. In questa fase, al momento della separazione dai genitori

si manifestano paura e angoscia, reazioni che nel bambino non vedente hanno intensità maggiore

che nel vedente.

Separazioni precoci tra il bambino ed i suoi familiari, costituiscono un ulteriore ostacolo

nell’evoluzione del rapporto oggettuale nel processo di individuazione di sé, con gravi

conseguenze per la salute mentale del bambino stesso. Le frequenti forme di psicosi rilevate nei

bambini non vedenti sono dovute il più delle volte a questa distorsione nello sviluppo della

relazione con i genitori. Inoltre, l’assenza della vista che normalmente ha la funzione di integrare i

dati afferenti dagli altri canali sensoriali, determina un ritardo nell’acquisizione della

rappresentazione di un oggetto come entità globale.

Anche lo sviluppo delle funzioni motorie è spesso molto ritardato non per una mancanza di

potenzialità funzionali, ma in quanto il bambino non vedente è inibito nelle sue tendenze esplorative

per la minore inclinazione verso la padronanza dell’ambiente, generalmente stimolato dal canale

visivo e verso l’autonomia. La deambulazione autonoma avviene con un ritardo di circa 6-8 mesi

rispetto al bambino vedente.

Anche nell’acquisizione del linguaggio si rileva un ritardo significativo in presenza di una

minorazione visiva. Nello sviluppo di questa funzione, infatti, ricopre un ruolo fondamentale la

mediazione dell’adulto che attraverso la gestualità indica al bambino le associazioni tra fonemi e

oggetti. In presenza di una minorazione o, peggio, di una cecità completa, questa associazione può

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