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dispensa Lab. Didattica disabilita sensoriali

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È un rovesciamento in positivo dei termini: funzioni, strutture, attività e partecipazione, anziché

impedimenti, disabilità, handicap. Gli altri termini che vengono utilizzati sono: condizione di salute,

menomazione, limitazione dell’attività, restrizione della partecipazione, fattori contestuali, fattori

ambientali, fattori personali.

Il concetto di disabilità cambia e il termine “disabilità” diventa un termine ombrello che include

deficit, disabilità, handicap e sostituisce tutte le precedenti denominazioni utilizzate per indicare la

persona con tale condizione: handicappato, portatore di handicap, in situazione di handicap,

diversabile, diversamente abile. Quest’ultima, coniata per evidenziare come anche in presenza di

una menomazione importante si possa produrre, realizzare, essere competitivi con il resto del

mondo, pone l’enfasi sulla differenza qualitativa nell’uso delle abilità, ma è soprattutto la rincorsa

ad una omologata normalità, una terminologia falsa ed ipocrita perché distorce la realtà e non

rimarca l'obbligo civile della presa in carico da parte di tutti.

I due classificatori a confronto:

a) L'ICDH era coerente con una prospettiva organicistica, e il punto di partenza era sempre

lo stato morboso (malattia congenita o sopravvenuta, incidente), in seguito al quale si

origina una menomazione, intesa come perdita (o anomalia) funzionale, fisica o psichica, a

carico dell'organismo. Tale menomazione può sfociare in disabilità, intesa come limitazione

della persona nello svolgimento delle "normali" attività, mentre questa può portare

all’handicap, ovvero allo svantaggio sociale che si manifesta nell’interazione con

l’ambiente.

b) L’ICF è una prospettiva multidimensionale, che non si limita solo ai fattori organici.

In sostanza l'ICDH valutava i fattori di disabilità iniziando dalla menomazione, mentre l'ICF valuta

le abilità residue dell'individuo (tale ottica è evidente sin dal nome dello standard, ovvero

"classificazione internazionale delle funzionalità"), sostituendo al concetto di "grado di disabilità"

quello di "soglia funzionale"; l'ICDH è limitato al semplice ambito della disabilità, l'ICF descrive i

vari gradi di funzionalità partendo dall'interazione dei suoi fattori e prevedendo anche diverse

sottoclassi dello stesso parametro.

L'intero schema dell'ICF è fondamentalmente ripartito in due macrocategorie, a loro volte

ulteriormente suddivise:

• Parte 1: Funzionamento e disabilità, comprendente i fattori organici

a) Strutture corporee (organi e strutture anatomiche in genere)

b) Funzioni corporee (le funzioni fisiologiche espletate da tali strutture)

• Parte 2: Fattori contestuali

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