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a<br />
ANTONIETTA<br />
Franza<br />
Ringrazio Dio perché oggi i miei figli e i miei nipoti sono<br />
credenti. Ai giovani desidero consigliarli <strong>di</strong> accettare il Signore<br />
e <strong>di</strong>ventare figliuoli <strong>di</strong> Dio, Colui che li guida e li protegge.<br />
Mi chiamo Antonietta Franza e sono<br />
nata a Faeto il 25 marzo 1932. Sono<br />
stata sempre agricoltrice. Mia<br />
madre era <strong>di</strong> fede cattolica, mio<br />
padre non era religioso. I miei nonni paterni<br />
erano gli unici evangelici nella famiglia.<br />
Mia madre morì in giovane età e per questo<br />
motivo rimasi a vivere con i nonni paterni.<br />
Mio nonno fu uno dei primi convertiti <strong>di</strong><br />
Faeto insieme alle famiglie Mastri, Tangi,<br />
Figliola e Montanaro.<br />
Da bambina, alcune cugine <strong>di</strong> mia madre<br />
mi <strong>di</strong>cevano che non dovevo ascoltare la<br />
nonna perché: “I vangelisti tenevano la<br />
scomunica”. Arrivata a 19 anni non sapevo<br />
se ero evangelica o se ero cattolica. Ma in<br />
chiesa cattolica non ci andavo!<br />
“Se <strong>di</strong>venti evangelista non ti sposi più”<br />
oppure “se ti sposi in chiesa evangelica non<br />
verremo al tuo matrimonio” queste erano<br />
le cose che mi venivano dette dalle parenti<br />
<strong>di</strong> mia madre e io, che quell’epoca non<br />
capivo nulla, accettai <strong>di</strong> sposarmi in chiesa<br />
cattolica, ma quei parenti non vennero lo<br />
stesso.<br />
Avevo delle zie suore che un giorno presero<br />
me e mia sorella e, <strong>di</strong> nascosto dalla nonna,<br />
ci portarono a fare la prima comunione. Ci<br />
spaventavano e quando stavamo con loro,<br />
durante l’ora della scuola domenicale, ci<br />
tenevano chiuse in casa per penitenza.<br />
Tante volte penso: “Signore, ma non potevo<br />
capire allora quello che ho capito dopo?”<br />
Se così fosse stato avrei chiaramente detto<br />
ai quei parenti: “Di voi non me ne importa<br />
nulla. Mi sposo nella chiesa dei miei nonni<br />
che mi hanno cresciuta e solo a loro <strong>di</strong>co<br />
grazie!”<br />
Del Corpo <strong>di</strong> Faeto ricordo che, quando<br />
durante la guerra chiusero la chiesa, furono<br />
portate via tutte le Bibbie e andarono<br />
a bruciarle al cimitero. Avevo otto anni.<br />
Quando i Carabinieri e il vigile giravano per<br />
le case per sequestrare le Bibbie, mia nonna<br />
andava a casa <strong>di</strong> altre sorelle e pregavano.<br />
<strong>Il</strong> vigile sapeva che il vicinato era evangelico<br />
e spesso veniva a casa e chiedeva: “Figliò,<br />
tua nonna dove sta?” “E che ne so io<br />
dove sta mia nonna?” “E tiene i cantici?”<br />
(l’innario.) “E che ne so io? Io non so niente”.<br />
“Allora salgo e vengo a vedere”. “Tu non sali<br />
perché qui non c’è nessuno, noi siamo sole,<br />
siamo tutti bambini e tu ci fai paura”. Allora<br />
lui ci minacciava per spaventarci e <strong>di</strong>ceva:<br />
“Voi andate all’inferno, poi i carabinieri vi<br />
vengono a prendere…” In paese avevano<br />
persino composto una canzoncina per<br />
insultarci.<br />
All’inizio degli anni ‘40 una mia zia stava<br />
molto male. Alcuni paesani mandarono<br />
il prete <strong>di</strong>cendogli che voleva confessarsi<br />
prima <strong>di</strong> morire; ma non era vero e quando<br />
il prete arrivò a casa, mia zia gli <strong>di</strong>sse: “Mi<br />
sono confessata al Signore, ho messo la<br />
mano all’aratro e lo tirerò fino alla fine.<br />
Anche nelle prove, io rimango fedele,<br />
quin<strong>di</strong> non perdere tempo”.<br />
Quando morì, aspettavamo che venisse<br />
l’Ufficiale da Roma perché la nostra chiesa<br />
era chiusa. Venne il briga<strong>di</strong>ere Baldassare<br />
Vinti, ma il vicinato non gli fece fare il culto.<br />
Vinti si impose e <strong>di</strong>sse che non sarebbe<br />
ripartito finché non gli facevano leggere<br />
almeno un versetto. Così gli fecero leggere<br />
solo un versetto e poi lo scortarono fino a<br />
Savignano.<br />
Una delle giornate memorabili fu<br />
quando una delle piazze del mio Paese<br />
fu intitolata al Fondatore dell’Esercito<br />
della Salvezza, William Booth e una strada<br />
a un’ufficialessa, Marie Petitpierre. In<br />
quell’occasione, tutto il paese partecipò, ma<br />
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