NELLE VALLI BOLOGNESI N°56
Il numero dell'inverno 2023 della rivista dedicata a storia, natura e cultura locale edita da Emil Banca
Il numero dell'inverno 2023 della rivista dedicata a storia, natura e cultura locale edita da Emil Banca
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Da non perdere<br />
La visita “guidata” ad una parte<br />
del ricchissimo museo di via<br />
dell’Archiginnasio 2, tra busti di<br />
Nerone e vasi finemente decorati<br />
Un tuffo nell’età<br />
Villanoviana<br />
Testo di Gian Luigi Zucchini<br />
Per conoscere anche sommariamente la città, è opportuno entrare<br />
almeno in alcuni musei. Una parola. I musei a Bologna sono oltre<br />
cento, tra pubblici e privati: quale scegliere? Verrebbe da dire i<br />
principali. E quali sono? L’elenco è un po’ lungo, ma diciamo<br />
la Pinacoteca Nazionale, il museo della storia di Bologna (a<br />
Palazzo Pepoli), il Museo delle attività industriali, il museo Davia<br />
Bargellini....E, tra tanti altri, il Museo Archeologico, che oltre tutto<br />
è uno dei più importanti, soprattutto per la cultura villanoviana;<br />
e per la civiltà egizia, il secondo in Italia, dopo quello di Torino.<br />
Tuttavia, una visita al museo archeologico non serve a nulla, se<br />
non a rendersi conto della vastità del materiale conservato e dei<br />
periodi di storia (e di preistoria) di cui i reperti sono testimonianza.<br />
Si dovrebbe, in successive visite, restringere l’interesse a pochi<br />
settori, escludendo subito quello egizio, che necessita di una<br />
visita solo per lui. Il museo si suddivide poi in ulteriori sezioni:<br />
preistorica, etrusco-italica con particolare estensione di reperti<br />
villanoviani, greca, romana; infine la collezione numismatica e la<br />
gipsoteca (di cui un articolo nel precedente numero 55 di questo<br />
periodico). Ma ancora il materiale su cui orientare il visitatore<br />
sarebbe ingente, e richiederebbe una visita lunghissima: per cui<br />
è necessario, in questa sede, restringere ancora il campo, ed<br />
attenerci al solo periodo villanoviano, di cui tuttavia lo spazio ci<br />
consente pochissime digressioni.<br />
Dunque, entrando in questa sezione dopo aver scorso le vetrine<br />
coi reperti preistorici (di cui molti rinvenuti da Luigi Fantini,<br />
speleologo autodidatta bolognese, a cui questa rivista ha<br />
dedicato un servizio nel n.47), è interessante innanzitutto far<br />
Situla etrusca in bronzo con decorazione a sbalzo<br />
dalla tomba 68 del sepolcreto etrusco della Certosa<br />
Bologna, prima metà del VI sec. a.C.<br />
Museo Civico Archeologico di<br />
Bologna, inv MCABo 17169<br />
Courtesy Museo Civico<br />
Archeologico di Bologna.<br />
scorrere l’occhio sulle pareti della lunga galleria, dove un ampio<br />
fregio riporta decorazioni ad affresco di vita greco-etrusca, quasi<br />
illustrazione della lontanissima vita a cui rimandano gli oggetti<br />
presentati nelle vetrine. I dipinti sono del bolognese Luigi Busi,<br />
(1837 – 1884) un pittore di valore, purtroppo oggi pressoché<br />
dimenticato, che ha lasciato questa interessante testimonianza<br />
della sua arte negli ultimi anni della vita, nel 1881, quando il<br />
Museo fu inaugurato, morendo tragicamente a soli 47 anni<br />
nel manicomio di Pistoia. E non possiamo concludere questo<br />
richiamo senza citare almeno un suo notevole dipinto, cioè la<br />
grande pala d’altare eseguita da lui per la chiesa dei Santi Vitale e<br />
Agricola in via San Vitale, opera di grande effetto.<br />
Dei moltissimi vasi, anche di notevoli grandezze, bisognerebbe<br />
Il Museo Civico<br />
Archeologico di Bologna<br />
ha sede nel quattrocentesco<br />
Palazzo Galvani,<br />
in Via dell’Archiginnasio 2,<br />
antico “Ospedale della Morte”.<br />
Il museo si è dotato da pochi giorni<br />
di un nuovo percorso di accessibilità,<br />
rendendo così possibile a tutti la<br />
visita del museo stesso.<br />
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