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NELLE VALLI BOLOGNESI N°56

Il numero dell'inverno 2023 della rivista dedicata a storia, natura e cultura locale edita da Emil Banca

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Nella nostra Libreria<br />

LETTURE - Tratto da “Domenica ore 18 circa - Racconti”<br />

edito da Pendragon<br />

La sera d’inverno<br />

Testo di Laurenzo Mignani<br />

Sul focolare non c’era un gran ché di<br />

brace ormai.<br />

Fra un poco il gatto si sarebbe<br />

acciambellato direttamente sulla<br />

cenere.<br />

La moglie, la vecchia moglie cuciva<br />

a rammendo un vecchio calzettone<br />

e teneva la testa di sbieco per vincere<br />

quel suo difetto di vista.<br />

Le avevano dato l’appuntamento per<br />

la visita agli occhi in primavera, perché<br />

l’agenda non era ancora aperta.<br />

Campa cavallo.<br />

Vincenzo sospirò ed uscì dalla grande<br />

cucina.<br />

Discese i tre scalini e fu nell’aia.<br />

Dette la voce alla cagnina che nel box<br />

uggiolava.<br />

La pipa vecchia, ma di schiuma,<br />

ormai acre di tante foglie triturate fine,<br />

fra i denti.<br />

Fuori era freddo, abbastanza freddo,<br />

del resto era già dicembre, del resto<br />

c’era già la neve.<br />

- L’inverno si è freddato presto e dire<br />

che siamo indietro di una luna. -<br />

Attraversò la corte ed aperse l’uscio in<br />

ferro della stalla.<br />

Era gelato.<br />

Dentro, caldo zuccherato.<br />

Un topo fuggì in fretta allo scatto della<br />

luce elettrica.<br />

Vincenzo era contento per la luce<br />

elettrica, da una settimana gli avevano<br />

dato la trifase.<br />

Quattro vacche ed un vitello.<br />

Le vacche ruminavano lente, il vitello<br />

dormiva.<br />

Era ora d’andare a letto.<br />

Vincenzo sapeva che in città ora non<br />

dormivano.<br />

In città si dorme poco.<br />

Anche suo figlio avrebbe dormito<br />

poco.<br />

Ed era ora d’andare a letto.<br />

Uscì e si appoggiò al muro.<br />

Il cielo era sereno, tante stelle, ma non<br />

erano le stelle dell’estate, ma altre;<br />

queste erano stelle cattive, stelle da<br />

gelate.<br />

Aumentavano anche la malinconia.<br />

Aspirò dalla pipa il fumo del trinciato<br />

forte.<br />

Quando era giovane fumava la foglia<br />

bruna dell’ippocastano.<br />

Si sollevò il bavero della sdrucita<br />

giacca dette in spallucce, ma sospirò.<br />

Suo figlio era da tempo in città.<br />

La sua vecchia in casa a far rammendo.<br />

- Che cielo! Chissà come sono lontane<br />

quelle stelle, e qualcuno ci vuole<br />

andare ! Mio padre diceva, sopra i tetti<br />

di casa solo Dio sa e conosce. Povero<br />

padre, ma erano altri tempi e noi altri<br />

figli. -<br />

Era tempo da colombelle, alla mattina<br />

sarebbero arrivate volando da melo a<br />

melo.<br />

Era anni che non andava più a caccia.<br />

- Vincenzo, sei vecchio, eh sì lo so. -<br />

Meglio era sospirare ed entrare.<br />

La sua vecchia cuciva a rammendo.<br />

- Mamma, le vacche stanno bene ed il<br />

vitello dorme. E’ ora d’andare a letto,<br />

mamma. -<br />

La vecchia sollevò il viso dalla pelle<br />

secca.<br />

Dagli occhi due lucciconi.<br />

Vincenzo distolse lo sguardo ed aspirò<br />

forte dalla sua pipa di schiuma.<br />

Il gatto era a ciambellotto sulla cenere<br />

e ronfava.<br />

Quando erano giovani i dispiaceri li<br />

affogavano assieme a letto.<br />

Ma ora solo i sospiri.<br />

Al buio ogni tanto:<br />

- Dormi ? -<br />

S’accorgevano che tutti e due<br />

vegliavano al buio sfogliando pensieri<br />

belli se lontani ma angoscianti se<br />

presenti, ma in silenzio, sperando che<br />

l’altro dormisse.<br />

E poi era malinconico stare così<br />

distesi con i dispiaceri che uscivano<br />

con i sospiri.<br />

Per quanto ancora ?<br />

Poi solo distesi, perché la vera notte<br />

viene a casa di tutti.<br />

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