PiùMe Magazine Giugno 2023

THE WINNER
di questi anni ha dato i suoi frutti e i risultati ottenuti in questa
stagione, anche in campo europeo, lo dimostrano”, ha rimarcato
Ludovica Mantovani, presidente della Divisione Calcio Femminile.
Congratulazioni a cui si sono aggiunte quelle del numero 1
della Fifa Gianni Infantino, che sui social ha definito “storico” lo
scudetto ottenuto dalle giallorosse. Che in appena 5 anni sono
riuscite a raggiungere i vertici nazionali (e non solo) grazie a scelte
lungimiranti premiate dal campo: nel 2018 l’As Roma acquisì
il titolo sportivo di una società già esistente (la Res) per istituire
la propria squadra femminile, garantendosi così la possibilità di
partecipare al massimo campionato. La rosa era stata costruita
confermando alcune giocatrici del precedente club e ingaggiandone
altre in giro per la serie A: tra queste, Elisa Bartoli. La sua è una
storia particolare, emblema di appartenenza sportiva (e non solo):
romana e romanista, dopo le esperienze lontano dalla capitale
(con Torres, Mozzanica e Fiorentina), non ha saputo (né voluto)
resistere al richiamo di casa. È visceralmente attaccata ai colori
giallorossi, per questo non stupiscono le scene di incontrollabile
euforia al termine della partita contro la Fiorentina che ha decretato
il verdetto più atteso per la formazione di Spugna: Bartoli, autrice
del gol-scudetto, si è impossessata del microfono dello speaker del
Tre Fontane e ha cominciato a lanciare cori, seguita dalla squadra e
dai tifosi in delirio. “Ho iniziato 5 anni fa un progetto importante con
la mia squadra del cuore e finalmente, dopo un quinquennio fatto di
cadute, vittorie e sconfitte dure, adesso si festeggia. Ho realizzato il
sogno di una vita”, ha dichiarato a La7 la capitana giallorossa. Dal
2018, la Roma ha vissuto una crescita esponenziale, in particolare
grazie al lavoro svolto da Elisabetta Bavagnoli, che nel primo
triennio è stata l’allenatrice, per poi assumere, dal 2021, l’incarico
di responsabile dell’intero settore femminile. La sua esperienza si è
rivelata determinante per impostare (da zero) il lavoro della nuova
società. Proprio il 2021 è stato l’anno del primo trofeo vinto dalle
giallorosse, la Coppa Italia, superando il Milan ai rigori. Non si
trattava certo di un successo isolato, bensì della conferma della
bontà del progetto tecnico. La scorsa stagione, la prima con in
panchina l’emergente Alessandro Spugna, non sono stati messi in
bacheca altri titoli, ma il secondo posto in campionato e la finale di
Coppa Italia (persa contro la Juve) sono stati l’ennesimo riprova del
valore di una squadra a cui mancava poco per compiere il definitivo
salto di qualità. Era solo questione di tempo: la conquista della
Supercoppa nel novembre 2022, proprio a spese delle bianconere,
era stata un altro inequivocabile segnale, nonché il preludio ad uno
scudetto sognato, voluto e meritato.
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