syndicom rivista N.37

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8 Dossier Le nuove generazioni s’interrogano La stragrande maggioranza dei sindacati europei non riesce a ringiovanire la propria base di attivisti. La Svizzera non fa eccezione. Come si spiega questa disaffezione? Il sindacalismo è diventato antiquato? Le giovani generazioni hanno perso fiducia nella capacità dei sindacati di difenderli? Le interviste condotte con attivisti e colleghi mostrano che il lavoro e il compito del sindacato sono spesso poco conosciuti, o addirittura poco chiari agli apprendisti e ai giovani adulti. Tra i più giovani (vedi pag.10), alcuni sottolineano la mancanza di modernità nei sindacati, la troppa burocrazia o l’insufficiente presenza sui social media, dove una sola persona mobilita molte più persone in un breve lasso di tempo delle nostre organizzazioni. Il desiderio di contribuire all’azione collettiva non si è ridimensionato. Semplicemente, la struttura attraverso la quale esprimere questo impegno è diventata di secondaria importanza. Se a questo si aggiunge la riluttanza dei sindacati a sviluppare offerte specifiche per i più giovani, è facile capire perché questi ultimi si impegnino dapprima nelle associazioni o nei partiti. L’invecchiamento dei metodi è un’ovvia ragione del calo del sindacalismo tra gli under 30, ma non è l’unica: iscriversi a un sindacato significa poter beneficiare di condizioni di lavoro stabili o di praticare sufficientemente a lungo la stessa professione. Di fronte a situazioni lavorative precarie o fluide, il coinvolgimento dei giovani nei sindacati sembra passare in secondo piano. I giovani mandano un messaggio chiaro alle nostre istituzioni. Sta a noi ascoltarli per reinventarci. UNISCITI AL GRUPPO GIOVANI Insieme possiamo realizzare il cambiamento. Un secolo fa, la settimana di cinque giorni era un sogno lontano, così come i salari per gli apprendisti e la protezione contro i licenziamenti. Tutto questo è stato ottenuto con una dura lotta! Per ottenere il futuro che vogliamo, abbiamo bisogno del vostro impegno! Iscriviti al gruppo giovani di syndicom, partecipa, raccontaci le tue richieste! info: jugend@syndicom.ch Da sinistra a destra davanti: Jane Bossard, Philip Fleischmann, Anja Bachmann, dietro: Silas Arn, Jakub Walczak, Matteo Baschera.
Dossier 9 «Il sindacato deve includere i giovani» Il Gruppo d’interesse Giovani di syndicom si è riunito il 29 settembre. All’ordine del giorno: la revisione degli statuti, l’elezione dei successori di alcuni attivisti, troppo anziani per far parte di questo comitato, e i nuovi soci, difficili da reclutare. «Come possiamo rendere la nostra organizzazione più visibile agli apprendisti e ai giovani dipendenti?», si chiede Jane Bossard, segretaria del GI Giovani, che ha appena festeggiato il suo primo anno a syndicom. Un messaggio più chiaro «Quello che facciamo è importante, ma a volte devo ripetere 40 volte la stessa cosa prima che i miei colleghi si sentano coinvolti!», esordisce Anja Bachmann, postina di Winterthur (vedi il suo profilo nell’ultima pagina). Per gli attivisti presenti, è necessario un grosso sforzo pedagogico, e non solo con i giovani. «Un messaggio semplice e chiaro su ciò che il movimento rappresenta sarebbe già un inizio!». Silas Arn, presidente uscente del GI Giovani – 34 anni – e iscritto al sindacato da quando ha iniziato la sua carriera come tecnico informatico a Swisscom, a volte si sente a corto di prospettive quando presenta il lavoro dei sindacati ai colleghi più giovani. «Mi impegno a garantire che il progresso sia equo per tutti. Ma quando spiego la funzione fondamentale dei Contratti collettivi, mi rendo conto che il ruolo diretto e concreto dei sindacati sulle loro condizioni di lavoro rimane poco chiaro». Philip Fleischmann, 30 anni, corriere in bici a Zurigo, lavora in un settore in gran parte non regolamentato. Molti dei suoi colleghi provengono da contesti migratori, non sono consapevoli dei loro diritti e fanno diversi lavori per sbarcare il lunario. «Sto lavorando duramente per garantire che tutti beneficino di una protezione e di un salario minimo il più rapidamente possibile. A Ginevra le cose si stanno muovendo grazie all’azione dei sindacati e uso questo esempio per convincere i miei colleghi ad aderire». Una struttura obsoleta? I membri del Comitato si interrogano sul posto dei giovani ai margini della struttura sindacale. «Il modo in cui i sindacati, e syndicom in particolare, sono strutturati, per settore, per regione, fondamentalmente verticale, non ci permette di portare la prospettiva giovanile nelle strategie e nei piani d’azione sindacali. Abbiamo bisogno di giovani in tutti i comitati», constata Jane Bossard. Per Jakub Walczak, 18 anni, apprendista informatico di Swisscom all’ultimo anno, si tratta di convincere i giovani a impegnarsi. «Solo il peso e la forza del collettivo possono cambiare le cose». Jakub, candidato al Consiglio nazionale nella lista del PS per il Cantone di Berna come capolista dei Giovani socialisti, fa un ulteriore passo avanti: «Dobbiamo riprendere la lotta di classe. I compromessi con i capitalisti non potranno mai renderci pienamente felici». Per Matteo Baschera, 33 anni, poligrafo di formazione e ora dipendente di Galledia, azienda mediatica indipendente della Svizzera orientale e centrale, il dialogo deve avvenire anche a livello intergenerazionale. «Lavoro da 15 anni in un settore in crisi. Voglio partecipare ai cambiamenti in atto e offrire ai più giovani qualcosa di cui parlare che non sia la paura. Ma questa discussione deve avvenire a tutti i livelli dell’azienda, fra tutte le generazioni. Cosa vogliamo? Quale futuro per le nostre professioni? Se da un lato i dipendenti più anziani si battono giustamente per le loro pensioni, dall’altro devono prendere sul serio i timori e le preoccupazioni dei loro colleghi più giovani». Campagne mirate I giovani stanno facendo da specchio al sindacato. Senza arrivare a dire che il modello è superato, c’è un grande potenziale di cambiamento. «A cominciare dall’andare sul campo, a contatto diretto con i giovani disoccupati o in situazioni di lavoro precario», afferma Jane Bossard. Per Anja Bachmann, è fondamentale incontrare i giovani dove si trovano: scuole, festival, eventi. «Sensibilizzare i miei coetanei è motivante. Vorrei che il sindacato ci desse i mezzi per fare campagne di questo tipo». Il coinvolgimento dei giovani nel dialogo sociale e nella contrattazione collettiva, così come una quota di giovani negli organi decisionali, sono ancora oggetto di discussione, così come l’ampliamento della varietà di temi da affrontare. Jane Bossard aggiunge: «I Contratti collettivi sono importanti, ma se non li colleghiamo all’uguaglianza di genere, alle realtà delle persone LGBTQI+ o al clima, il sindacato non terrà conto dei nostri interessi e delle nostre preoccupazioni». I rappresentanti del GI Giovani si sono ritrovati il giorno successivo, il 30 settembre, alla manifestazione nazionale sul clima. «Non c’è nessun lavoro su un pianeta morto: il messaggio è chiarissimo». Muriel Raemy
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