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“Caesar: Conquest of Gaul” e “The siege of Alesia”

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Cesare si s<strong>of</strong>ferma poi a descrivere tutti gli scontri e le sortite dei Galli, che, disperati,<br />

tentavano in ogni modo di rompere l’assedio attraverso attacchi mirati contro le truppe romane (<br />

VII, 70 ), che però si concludono in un massacro anche a causa della decisione di Vercingetorige<br />

di far chiudere le porte, per non lasciare sguarnito il suo accampamento: così facendo, egli finisce<br />

per condannare a morte sicura i suoi soldati che, in rotta, tentavano di rientrare in città.<br />

LXX. Opere instituto fit equestre proelium in ea planitie quam intermissam collibus tria<br />

milia passuum in longitudinem patere supra demonstrauimus. Summa ui ad utrisque<br />

contenditur. Laborantibus nostris Caesar Germanos submittit legionesque pro castris<br />

constituit, ne qua subito inruptio ab hostibus peditatu fiat. Praesidio legionum addito<br />

nostris animus augetur: hostes in fugam coniecti se ipsi multitudine inpediunt atque<br />

angustioribus portis relictis coartatur. Germani acrius usque ad munitiones sequuntur. Fit<br />

magna caedes: non nulli relictis equis fossam transire et maceriam transcendere conatur.<br />

Paulum legiones Caesar quas pro uallo constituerat remoueri iubet. Non minus qui intra<br />

munitiones erant perturbantur Galli: ueniri ad se confestim existimantes ad arma<br />

conclamant: non nulli perterriti in oppidum inrumpunt. Vercingetorix iubet portas claudi,<br />

ne castra nudentur. Multis interfectis, conpluribus equis captis Germani sese recipiunt.<br />

Appr<strong>of</strong>ittando delle pause tra questi scontri, Cesare inizia il suo lavoro di fortificazione, che,<br />

come accennato, si svolge in un duplice anello: uno interno per non consentire ai Galli assediati<br />

di compiere sortite o di aprirsi una via di fuga verso l’esterno, ed uno esterno, con lo scopo di<br />

proteggere le truppe romane dagli alleati dei Galli che sarebbero giunti in aiuto degli assediati,<br />

ponendo in questo modo i Romani a rischio di essere accerchiati e di dover dunque combattere<br />

su due fronti ( VII, 72 – 74 ). La descrizione, se nel caso di Avarico era stata breve, per Alesia,<br />

data forse l’importanza dello scontro e della posta in gioco, si fa attenta e minuziosa.<br />

Si inizia dalle opere di scavo, con la preparazione di un vasto e pr<strong>of</strong>ondo fossato ( fossam ), a<br />

pareti diritte ( derectis lateribus ), corredato a breve distanza da altri due fossati più piccoli,<br />

perchè i soldati che aveva a disposizione per proteggere le mura dell’accampamento fossero più<br />

coperti dagli attacchi dei nemici e questi ultimi non potessero compiere attacchi improvvisi tutti<br />

insieme in massa, che avrebbero trovato le truppe romane impreparate, causa il loro esiguo<br />

numero e l’incredibile estensione della cerchia delle mura edificate per l’assedio ( nec facile<br />

totum opus corona militum cingeretur ). Il primo dei due piccoli fossati fu riempito di acqua<br />

deviata da un fiume ( aqua ex flumine derivata ). Accanto alle tre opere di scavo Cesare fece<br />

erigere un terrapieno ( aggerem ) ed un muro ( vallum ) di 12 piedi, con tanto di parapetto (<br />

loricam ) e merlature ( pinnas ). Queste opere murarie erano anche dotate di “cervi” ( grandibus<br />

cervis eminentibus ), intrichi di bastoni e rovi che avevano lo scopo di ritardare se possibile la<br />

scalata dei nemici alle mura. Infine le mura erano completate da un buon numero di torrette.<br />

LXXII. Quibus rebus cognitis ex perfugis et captiuis Caesar haec genera munitionis<br />

instituit. Fossam pedum uiginti derectis lateribus duxit, ut eius fossae solum tantumque<br />

pateret quantum summae fossae labra distarent: reliquas omnes munitiones ab ea fossa<br />

pedes quadrigentos reduxit, id hoc consilio, quoniam tantum esset necessario spatium<br />

conplexus, nec facile totum opus corona militum cingerentur, ne de inprouiso aut noctu ad<br />

munitiones hostium multitudo aduolaret, aut interdiu tela in nostros operi destinatos<br />

coicere possent. Hoc intermisso spatio duas fossas quindecim pedes latas eadem altitudine<br />

perduxit: quarum interiorem campestribus ac emissis locis aqua ex flumine deriuata<br />

compleuit. Post eas aggerem ac uallum XII pedum extruxit. Huic loricam pinnasque<br />

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