06.01.2013 Views

Tav. 2 - Media Key - Mediakey.tv

Tav. 2 - Media Key - Mediakey.tv

Tav. 2 - Media Key - Mediakey.tv

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

BERLINALE 2011<br />

tinua il confronto con i miti del<br />

cinema e della letteratura: Il<br />

grinta e il genere western arrivano<br />

dopo la commedia nera all’inglese<br />

degli Ealing Studios<br />

(Ladykillers), il noir (L’uomo<br />

che non c’era), l’epica greca<br />

(Fratello, dove sei?), generi destrutturati<br />

e ricostruiti ogni volta.<br />

I Coen prendono tutto, tritano<br />

e ricucinano secondo una ricetta<br />

nuova. Questa volta la ricetta<br />

è indubbiamente eseguita<br />

bene, ma usando ingredienti<br />

standard. I Coen non ci aggiungono<br />

i loro ingredienti più preziosi,<br />

l’ironia, il sarcasmo, la dissacrazione,<br />

quel pizzico di cattiveria<br />

che ce li ha fatti amare<br />

tanto. E così Il grinta sembra un<br />

piatto un po’ sciapo, a meno che<br />

come sale non vi bastino tre<br />

TV <strong>Key</strong> 285<br />

Sopra, i fratelli Coen (primo e quarto da sinistra) con Josh<br />

Brolin, Hailee Steinfeld e Jeff Bridges, protagonisti de ‘Il grinta’.<br />

Sotto, Demi Moore in ‘Margin Call ‘di J.C. Chandor e Ralph<br />

Fiennes in ‘Coriolanus’, da lui stesso diretto.<br />

grandi attori, Bridges, Damon e<br />

Brolin, il che di questi tempi non<br />

è comunque poco.<br />

TRAGEDIE DI IERI<br />

E DI OGGI<br />

A testimoniare il legame tra il cinema<br />

e la realtà circostante che<br />

da sempre caratterizza Berlino ci<br />

sono i casi di due altri film, entrambi<br />

in concorso. Margin<br />

Call, pellicola americana indipendente<br />

diretta dall’esordiente<br />

J.C. Chandor, racconta la crisi<br />

economica del 2008, sull’onda<br />

del secondo Wall Street di Oliver<br />

Stone. Quella del titolo è la<br />

chiamata in extremis che i<br />

12<br />

broker fanno per informare i loro<br />

clienti che un titolo sta per crollare.<br />

La storia si svolge di notte<br />

in una banca d’affari, dove i<br />

broker devono decidere se liberarsi<br />

dei loro titoli in crollo o<br />

preoccuparsi delle conseguenze<br />

che la svendita può avere sul<br />

mercato e sui loro clienti. Si allude<br />

al fallimento della Lehman<br />

Brothers, nervo ancora scoperto<br />

della recente storia americana<br />

e di tutto il capitalismo, “un<br />

capitalismo perverso che divora<br />

se stesso”, come ha dichiarato<br />

il regista. “Mio padre ha lavorato<br />

quarant’anni per la Merril<br />

Lynch. Dai suoi racconti e da<br />

varie testimonianze, mi sono<br />

fatto un’idea precisa di quel<br />

mondo”. Il cast è stellare: da Jeremy<br />

Irons (il cinico boss) a Kevin<br />

Spacey, da Stanley Tucci a<br />

Paul Bettany e Demi Moore. “È<br />

stato interessante raccontare esseri<br />

così misteriosi e quasi mostruosi”,<br />

ha spiegato Irons, “un<br />

gruppo di persone amorali che<br />

tentano di salvare sé stessi e la<br />

baracca. Non volevamo giudicarli<br />

ma mostrare il loro lato<br />

umano e fragile”.<br />

Un altro modo per far entrare la<br />

realtà nello schermo è quello di<br />

Coriolanus, un classico dello<br />

‘sceneggiatore’ più famoso di tutti<br />

i tempi, un certo William<br />

Shakespeare, preso da Ralph<br />

Fiennes e portato ai nostri giorni,<br />

nei Balcani. Guerra, miseria,<br />

degrado e ribellione: di fronte<br />

alla folla che scende in piazza al<br />

grido di “Pane! pane!”, contro i<br />

manganelli della polizia, è impossibile<br />

non pensare alle rivolte<br />

di questi giorni, quelle di Tunisi,<br />

del Cairo, di Tripoli. Fiennes<br />

cita i conflitti tra serbi e croati,<br />

russi e ceceni, israeliani e palestinesi,<br />

ma pensa anche all’Iraq<br />

e all’Afghanistan, indelebili<br />

zone di guerra della memoria<br />

odierna. Mai come in questa<br />

tragedia, “così intensa, viscerale,<br />

dal cuore profondamente politico”,<br />

Shakespeare è un nostro<br />

contemporaneo, spiega Fiennes,<br />

che è entrato nel ruolo a teatro a<br />

Londra dieci anni fa e da allora<br />

non ne è più uscito, e che di questo<br />

film è regista, produttore e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!