Interview Italy-florida Mission - Italy-America Chamber of Commerce ...
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.it italian trade<br />
AFFARI<br />
Mercato Gioielli<br />
Non e' tutto oro quello che luccica<br />
Di Stefania Miselli<br />
Negli ultimi anni gli Stati Uniti annoverano un numero<br />
sempre maggiore di aziende italiane che approdano "oltreoceano"<br />
per aprire filiali delle loro imprese, con Miami che<br />
si è conquistata un posto tra le mete predilette.<br />
I costi delle materie prime alle stelle ed un euro penalizzante<br />
nei confronti del dollaro non contribuiscono a facilitare<br />
l'export europeo negli States; ciononostante, la crisi<br />
dei mercati europei è tale che gli imprenditori trovano<br />
comunque conveniente cercare di crearsi uno sbocco<br />
americano.<br />
Il settore dell'oro e della gioielleria non fanno eccezione.<br />
Miami negli ultimi anni ha assistito all'ingresso, nel suo<br />
panorama economico, di aziende davvero degne di nota:<br />
Chimento, Calgaro, Mio Oro, Pianegonda sono solo alcuni<br />
dei prestigiosi nomi che popolano il suo scenario. La situazione<br />
non è diversa nel resto degli Stati Uniti, soprattutto<br />
nelle capitali della moda e dello showbiz, quali New York e<br />
Los Angeles.<br />
Tuttavia, tali compagnie si trovano ad affrontare diversi<br />
problemi, fra questi, la scelta del prodotto da proporre e del<br />
canale di distribuzione adeguato sono i più immediati.<br />
Mentre in Italia, ed in Europa in generale, la tendenza è<br />
ancora orientata più al prodotto di oreficeria, con l'oro giallo<br />
a 18 carati che continua a farla da padrone, il consumatore<br />
americano appassionato di gioielleria predilige, in<br />
generale, un prodotto in oro bianco o platino e diamante,<br />
possibilmente di linea classica e non eccessivamente<br />
trendy. Per i prodotti di tendenza il consumatore medio<br />
preferisce l'argento, limitando cosi' il proprio investimento.<br />
Il consumatore meno s<strong>of</strong>isticato che vuole comunque un<br />
gioiello in oro si orienta ancora sui 14 carati, senza troppe<br />
pretese a livello di design.<br />
Se prendiamo in esame aziende italiane che godono già di<br />
una buona popolarità si nota che, una volta adattata la produzione<br />
alle esigenze di mercato, le stesse si trovano alle<br />
prese con l'altro grande scoglio: i canali distributivi.<br />
Le aziende piu' solide, che dispongo di una capacità<br />
finanziaria consistente, si orientano verso un'unica scelta,<br />
al fine di salvaguardare il proprio marchio: l'apertura di una<br />
filiale statunitense, con lo scopo di commercializzare il<br />
prodotto direttamente e mantenere pieno controllo sulla<br />
rete di distribuzione, lasciando la produzione sotto l'egida<br />
della casa madre italiana.<br />
In questo modo, a seconda del target di consumatore<br />
finale che intendono raggiungere, tali aziende possono<br />
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scegliere liberamente se orientarsi verso il negozio di<br />
gioielleria che espone i marchi più prestigiosi, verso i<br />
canali della grande distribuzione quali Saks, Neiman<br />
Marcus e Baily Banks & Biddle, per annoverarne alcuni, o<br />
decidere di intraprendere entrambe le strade, qualora la<br />
capacità produttiva aziendale lo permetta. Questa scelta<br />
comporta un cospicuo investimento, non soltanto a livello<br />
di marketing e pubblicità, ma anche a livello di costi fissi.<br />
Questa è la ragione per la quale tante imprese optano per<br />
affidarsi a un distributore locale.<br />
Tuttavia, la scelta di un distributore esterno, che pur comporta<br />
un minor investimento economico nell'immediato,<br />
non è necessariamente sinonimo di una minor percentuale<br />
di rischio nel medio e lungo termine.<br />
Il primo problema che si deve affrontare è l'individuazione<br />
di un distributore serio a cui affidare la propria linea.<br />
Purtroppo, raramente il distributore americano rappresenta<br />
un marchio in esclusiva. Generalmente, i distributori si<br />
avvalgono della propria conoscenza del mercato per rappresentare<br />
ben più di un'azienda, arrivando in molti casi a<br />
commercializzare anche prodotti tra loro in concorrenza,<br />
finendo per non dare a nessun marchio l'enfasi che<br />
meriterebbe e limitando i pr<strong>of</strong>itti dell'azienda produttrice.<br />
Inoltre, incappando nelle mani di un distributore poco<br />
affidabile, si rischia che il prodotto venga piazzato in punti<br />
vendita non selezionati e poco qualificati, che non enfatizzano<br />
l'importanza della brand.<br />
I danni di immagine derivanti da tale politica possono rivelarsi,<br />
per la casa produttrice, enormi se non in alcuni casi<br />
devastanti. Una errata distribuzione ha il potere di<br />
annullare anni di duro lavoro, per quanto concerne l'immagine<br />
del marchio; a volte le aziende si risollevano a fatica<br />
dalla debacle che ne consegue. Per evitare che il produttore<br />
venga relegato a passivo spettatore della propria<br />
caduta di prestigio, occorre quindi fare una ricerca appr<strong>of</strong>ondita<br />
sulle credenziali del distributore e non affidarsi al<br />
primo sconosciuto, interessato ad assumere la rappresentanza<br />
della linea di gioielleria.<br />
Il mercato statunitense è sicuramente ricco di opportunità<br />
ma l'ambizione di ritagliarsi uno spazio, a qualunque condizione<br />
e senza i necessari investimenti, può essere molto<br />
dannosa nel medio periodo.<br />
Purtroppo, è davvero il caso di dirlo, non è sempre tutto oro<br />
quello che luccica. �