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Il notiziario AITN, Ass. Tecn. Neurofisiopatol. 2 (2006)<br />
ABSTRACT<br />
INDICAZIONI CLINICHE E ASPETTI TECNICI<br />
DELLA POLISONNOGRAFIA<br />
E. FATTORI, A. ROBERT, A. CICOLIN<br />
Centro di Riferimento Regionale di Medicina del Sonno - Università degli Studi di Torino<br />
La Polisonnografia (PSG) è, secondo le linee guida AIMS, l’esame gold standard per la diagnosi dei disturbi del<br />
sonno.<br />
La PSG consente la valutazione di diverse variabili fisiologiche durante il sonno; la struttura base di una PSG completa<br />
è standardizzata e comprende il monitoraggio continuo dei movimenti oculari, i canali elettroencefalografici,<br />
i parametri respiratori comprendendo movimenti toracici, addominali e il flusso aereo, l’elettrocardiogramma,<br />
l’elettromiografia del muscolo sottomentoniero e del muscolo tibiale anteriore per i movimenti delle gambe.<br />
La PSG che si estenda per tutta la notte permette di quantificare accuratamente il sonno e di caratterizzarne completamente<br />
gli stadi, determinando la presenza di: alterazioni dell’architettura del sonno, anomalie cardio-polmonari,<br />
attività motoria correlata al sonno e altri disturbi ad esso legati.<br />
Nel caso vi sia un sospetto di crisi epilettiche notturne è sufficiente ampliare il montaggio encefalico ed utilizzare<br />
una videoregistrazione per ottenere un monitoraggio visivo ed una registrazione elettroencefalografia.<br />
ESPLORAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO<br />
R. QUADRI E G.PELLEGRINO<br />
Servizio di Neurofisiopatologia, ASO S. Croce e Carle - Cuneo<br />
Numerose patologie di interesse neurologico o internistico possono determinare alterazioni funzionali del sistema<br />
nervoso vegetativo. Esse possono interessare prevalentemente le strutture autonomiche centrali (per esempio<br />
alcune sindromi extrapiramidali, come l’atrofia multisistemica), oppure le fibre nervose periferiche; fra queste<br />
ultime, le più note sono le neuropatie diabetica, alcolica, amiloidotica, paraneoplastica e l’insufficienza autonomica<br />
pura. Il danno del sistema nervoso vegetativo si esprime con plurime manifestazioni cliniche a livello di diversi<br />
apparati; il sintomo più rilevante è l’ipotensione ortostatica, ma i pazienti con disfunzione autonomica possono<br />
presentare disturbi della motilità del tubo digerente (alterato svuotamento gastrico, stipsi, diarrea), della minzione,<br />
della sudorazione, della funzione sessuale.<br />
Lo studio delle alterazioni del sistema nervoso autonomo non dispone di metodiche oggettive e riproducibili come<br />
gli esami neurofisiologici utilizzati per l’esplorazione del sistema nervoso periferico somatico; si è pertanto costretti<br />
ad utilizzare metodi che valutano la risposta degli organi effettori a determinati stimoli, <strong>media</strong>ta dalle strutture<br />
nervose vegetative. L’esempio più tipico è rappresentato dallo studio dei riflessi cardiovascolari, che consiste nella<br />
valutazione della risposta della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa a stimoli quali la respirazione profonda,<br />
la manovra di Valsalva, il passaggio dal clino all’ortostatismo, ecc. I test cardiovascolari di funzionalità nervosa<br />
vegetativa sono ampiamente utilizzati da più di venti anni nella diagnostica della neuropatia autonomica diabetica,<br />
ma sono anche applicabili in altre patologie, per esempio nelle disautonomie associate alle sindromi extrapiramidali.<br />
Oltre ai test cardiovascolari sono stati proposte altre metodiche di studio della funzionalità nervosa vegetativa, tra<br />
cui il riflesso simpatico cutaneo, l’analisi spettrale della variabilità della frequenza cardiaca, la microneurografia, il<br />
dosaggio delle catecolamine plasmatiche in clino ed ortostatismo ed altri ancora<br />
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