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CONFIDENZE DI UN CATTOLICO MILITANTE E BERLUSCONIANO<br />
Non si spiano le telefonate<br />
per giudicare una coscienza<br />
di Renato Farina<br />
Il Diavolo Della Tasmania passa per un caTTolico m<strong>il</strong>iTanTe. Non sa cosa vuol dire, ma<br />
questa è la definizione che passa <strong>il</strong> mercato. Cattolico m<strong>il</strong>itante e berlusconiano.<br />
Una razza di cui ci si interessa solo quando si può usare come pistola contro<br />
<strong>il</strong> nemico politico. Mettiamo insieme leggi e mozioni meravigliose (esagero) e non ci<br />
f<strong>il</strong>a nessuno. Improvvisamente diventiamo gente da intervistare se risulta che Berlusconi<br />
fa feste ad Arcore. Ovvio: si spera in una condanna morale del premier, che<br />
avrebbe peso politico se viene da gente della sua parte. Se uno non lo fa, si entra nella<br />
categoria dei complici che reggono <strong>il</strong> sacco a Don Giovanni mentre rapisce chiunque<br />
purché porti la gonnella. Mi oppongo. I cattolici non è che abbiano un’attitudine morale<br />
maggiore degli altri. La tensione morale è di ogni uomo che sia tale. Dunque non<br />
vedo perché farci depositari in esclusiva di fulmini e saette contro i peccatori. Sem-<br />
mai la nostra specialità è la consapevolezza del peccato originale e della<br />
misericordia, perché ciascuno di noi è stato educato a sapere chi è e del<br />
bisogno di salvezza. Niente da fare: devi rispondere. Qui provo a confidarmi<br />
con voi, lettori amici, dicendo i miei pensierini elementari.<br />
1. I dieci comandamenti valgono per tutti. Guai a diminuirne <strong>il</strong> numero<br />
per compiacere <strong>il</strong> capo abrogando <strong>il</strong> sesto. Ma anche <strong>il</strong> decimo,<br />
non desiderare la roba d’altri (sia pure <strong>il</strong> governo), vale eccome.<br />
2. Che diritto ho io di giudicare la coscienza degli altri? Nessuno. Si<br />
possono giudicare i comportamenti. E io ho per ora una sola certezza: che <strong>il</strong> comportamento<br />
immorale è quello della procura di M<strong>il</strong>ano. Neanche dei pm giudico la<br />
coscienza, ma i comportamenti sono rivendicati. E si vede benissimo come una telefonata<br />
innocente sia diventata <strong>il</strong> pretesto per scrutare la vita di un uomo.<br />
3. Mi si dice: guardi <strong>il</strong> dito sporco invece che la luna che esso indica. Balle. In questo<br />
caso non ho <strong>il</strong> diritto di guardare la luna: è come leggere una lettera che non ho<br />
<strong>il</strong> diritto di aprire. Per me non esiste. Quel dito è una pistola che indicando uccide.<br />
4. Si critica <strong>il</strong> modello di vita di B. e <strong>il</strong> fatto che questo è un esempio negativo per<br />
tutti. La preoccupazione è giusta. Si rifletta: chi amplifica tutto questo e se ne compiace?<br />
A che scopo? Si vuole far credere che <strong>il</strong> sostegno politico a B sia di per sé un<br />
consenso al suo modo di intendere <strong>il</strong> sesso e <strong>il</strong> rapporto con le donne, così da rendere<br />
immorale <strong>il</strong> voto per lui. Un’operazione immorale, una truffa, una confusione delle<br />
essenze. Berlusconi è stato ed è, a dispetto dei moralisti, l’antemurale Christianitatis<br />
dinanzi alla dittatura del relativismo, in fatto di leggi e di pratica di governo.<br />
5. Il moralismo è l’uso della morale a fini politici. È la negazione della morale, la<br />
quale è disinteressata, non è l’arte di picchiare <strong>il</strong> pugno sul petto degli altri.<br />
6. Di certo esiste oggi la necessità di una testimonianza di vita dedicata con serietà<br />
a un ideale, dove <strong>il</strong> rapporto tra le persone, ivi compresa la sessualità, sia segnata<br />
da un rispetto profondo, e dalla considerazione del bene dell’altro.<br />
7. Dire questo però in riferimento alle serate di B. è molto comodo e deresponsab<strong>il</strong>izzante.<br />
È <strong>il</strong> solito metodo per cui si individua nel comportamento di un altro la<br />
causa dei nostri guai. Uno spettacolo costruito da falsari.<br />
8. Qualcuno, credo fosse Solzenicyn, spiegò che l’errore degli intellettuali russi<br />
consistette nelle due domande da cui partirono (per arrivare ai gulag): 1) Che fare?<br />
2) Di chi è la colpa?<br />
9. Invece quelle necessarie sono: 1) Chi siamo? 2) In che cosa veramente crediamo?<br />
10. Signore, abbi pietà di noi, che siamo peccatori.<br />
IL DIAVOLO<br />
DELLA<br />
TASMANIA<br />
DENTRO<br />
IL PALAZZO<br />
Mi si dice: guardi <strong>il</strong> dito sporco<br />
invece che la luna che esso indica.<br />
Balle. Non ho <strong>il</strong> diritto di guardare<br />
la luna: è come leggere una lettera<br />
che non ho <strong>il</strong> diritto di aprire<br />
| | 2 febbraio 2011 | 19