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cultura c’era una volta<br />

ri. Lui accetta, a patto di poter impostare<br />

lo schema della bottega artistica medioevale<br />

e rinascimentale, coinvolgendo così<br />

ogni allievo nella realizzazione di un libro<br />

<strong>il</strong>lustrato. Nasce così “la bottega del libro<br />

<strong>il</strong>lustrato” come metodo di ideazione e<br />

progettazione, un progetto in cui un <strong>il</strong>lustratore<br />

di fama internazionale introduce<br />

bambini e ragazzi al mondo dell’arte,<br />

attraverso un “mestiere” che si fonda sul<br />

legame tra parola e immagine. E li conduce<br />

a vivere un’esperienza innovativa:<br />

«Mentre normalmente ricevono messaggi<br />

ideati da altri (televisione, videogiochi,<br />

ecc), nel laboratorio possono diventare i<br />

soggetti della creazione di immagini e di<br />

cultura. Quando studiavo Biologia all’Università<br />

mi hanno insegnato a “imparare<br />

facendo”, e ho sempre mantenuto questo<br />

attaccamento alla prassi: è un concetto<br />

che ho ritrovato anche<br />

in certe avanguardie artistiche».<br />

al ritmo delle favole<br />

Una vicenda umana sim<strong>il</strong>e<br />

a quella di Carlo Pastori:<br />

un attore di teatro che<br />

si è ritrovato cantastorie.<br />

E <strong>il</strong> papà. Ha quattro figli<br />

e ha iniziato a raccontare<br />

loro favole in musica fin da<br />

quando erano piccoli: gliele<br />

cantava per farli addormentare<br />

o per festeggiare<br />

una ricorrenza, un compleanno,<br />

una gita con gli amici,<br />

o per raccontare loro<br />

la vita di un santo o per<br />

convincerli a mangiare la<br />

frutta, o per raccontargli<br />

com’è bello arrampicarsi<br />

sugli alberi e giocare con la<br />

fionda. O semplicemente<br />

per farli ridere. Per sopravvivenza<br />

domestica, insomma.<br />

Imparando che i bambini<br />

non sono degli stupidi.<br />

«Non mi piace rivolgermi<br />

a loro come farebbe<br />

una vecchia zia che pizzica<br />

le guance al nipotino,<br />

preferisco parlare come se<br />

fossero dei piccoli adulti.<br />

Oltrettutto, come diceva<br />

Giovannino Guareschi, i bambini sono<br />

più abituati a guardare che a ragionare:<br />

ci osservano, e <strong>il</strong> nostro esempio ha la precedenza<br />

sulle direttive che impostiamo<br />

come schema educativo. Hanno una naturalezza<br />

nel calarsi nella vita, nel respirare<br />

le situazioni, che non smette mai di sorprendermi.<br />

Capiscono quello che ti sta a<br />

cuore e sono capaci di una riconoscenza e<br />

di una sincerità critica che noi cosiddetti<br />

“grandi” ci siamo scordati da un pezzo. Se<br />

42 | 2 febbraio 2011 | |<br />

Sotto, <strong>il</strong> cantastorie Carlo Pastori<br />

in uno degli spettacoli<br />

per bambini che porta in giro<br />

per tutta l’Italia<br />

accade a m<strong>il</strong>ano<br />

Carlo Pastori, cantastorie per “sopravvivenza<br />

domestica”: «Capiscono quello che ti sta<br />

a cuore e sono capaci di una riconoscenza e di<br />

una sincerità critica sconosciute agli adulti»<br />

una cosa non gli interessa, stai sicuro che<br />

se ne vanno e fanno altro. È una bella sfida,<br />

scrivere per loro». Anche perché “loro”<br />

spesso e volentieri assistono agli spettacoli<br />

accompagnati da mamma e papà.<br />

«La dimensione del gioco è una prerogativa<br />

di chi fa teatro: <strong>il</strong> gusto della finzione.<br />

Tutto ciò che accade sul palco è finto,<br />

però dice delle cose vere a delle persone<br />

vere». Che risponde a degli interrogativi.<br />

Ad esempio, perché no, quello più istinti-<br />

un trekking urbano per avvicinare<br />

all’arte tutta la famiglia<br />

avvicinare i bambini al mondo dell’arte puntando a fornire<br />

un servizio di qualità. È la sfida di ad artem (adartem.it) società<br />

che opera da anni a M<strong>il</strong>ano con grande esperienza e competenza,<br />

nell’ambito della didattica museale per bambini e ragazzi. un<br />

settore importante quanto delicato e spesso sottovalutato. vengono<br />

organizzate per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie<br />

una serie di visite didattiche sul territorio della lombardia, visite<br />

guidate, percorsi animati, laboratori didattici, lezioni, conferenze<br />

e iniziative collaterali presso esposizioni temporanee oppure ad<br />

esse collegate. un esempio? “Passeggiando per le vie di M<strong>il</strong>ano”:<br />

quattro itinerari diversificati per temi diversi (M<strong>il</strong>ano romana,<br />

Percorsi segreti al castello Sforzesco, Giò Ponti a M<strong>il</strong>ano, M<strong>il</strong>ano<br />

in tram per le vie del centro). una sorta di trekking urbano per<br />

rendere più interessanti le domeniche mattina, e soprattutto<br />

un modo intelligente per riscoprire e percorrere la città con gli<br />

occhi rivolti verso l’alto. Il 2011 prevede inoltre una serie di visite<br />

guidate (a Palazzo reale e al Museo Diocesano) pensate non solo<br />

per le scolaresche, ma per le famiglie. [cs]<br />

vo di tutti i bambini. L’ultima rappresentazione<br />

di Pastori è un testo che mette in<br />

scena un paradossale esame di medicina,<br />

in cui <strong>il</strong> candidato spiega a un esterreffatto,<br />

accigliatissimo e buffo “superprofessore”<br />

come nascono i bambini.<br />

«C’è un professore arrabbiato perché<br />

gli alunni sono impreparati, quindi<br />

rivolge un’unica domanda, secca: “Come<br />

nascono i bambini?”. E <strong>il</strong> bambino: “Ma<br />

è la cosa più fac<strong>il</strong>e del mondo! Tu quanti<br />

papà hai?”. “Uno”, risponde <strong>il</strong> professore.<br />

“E quante mamme?”. “Una”. “E uno più<br />

uno quanto fa?”. “Due”, risponde burbero<br />

<strong>il</strong> professore. “Invece no, fa tre”. Sorride <strong>il</strong><br />

bambino. “Uno più uno fa tre”».<br />

Chiara Sirianni

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