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ARTA ntis.<strong>info</strong> PRIMO PIANO<br />

Il colore rosso del melograno<br />

Arpinè Sevagian<br />

omaggia Sayat Nova<br />

di Araxi Ipekjian<br />

Il “Colore rosso del Melograno” ciclo pittorico dell’artista<br />

armena Arpinè Sevagian è la rappresentazione<br />

fantastica di un menestrello di corte nell’Armenia del<br />

XVII secolo. Ricordi, illuminazioni metafisiche, pantomime,<br />

simboli religiosi del folklore caucasico. A cavallo<br />

tra l’arte dell’occidente cristiano e quella dell’oriente<br />

islamico. Visionaria interpretazione dei più significativi<br />

fotogrammi del film di Serghiej Paradjanov Il colore<br />

delle melagrane. Omaggio fatto ad un poeta considerato<br />

il Dante della letteratura armena, da parte di<br />

un’artista profondamente appassionata di poesia ed<br />

essa stessa poetessa, innamorata del suo paese d’origine.<br />

La vita del trovatore armeno Sayat Nova, vissuto<br />

nel Seicento, dall’infanzia alla corte regale, dal ritiro<br />

in un convento alla morte, è esplicata attraverso una<br />

serie di opere, statiche come quadri che non raccontano,<br />

ma mostrano, evocano, suggeriscono per via di<br />

metafore, analogie, estri surrealisti, paesaggi onirici,<br />

pause liturgiche. Tributo che conta di pittorica sensualità.<br />

Ermetico, ma allo stesso tempo abbagliante. Sayat-<br />

Nova, diventa, in questo modo, non solo il nome di un<br />

trovatore armeno del XVII secolo, ma soprattutto fonte<br />

primaria d’ispirazione artistica. Il “Colore rosso del Melograno”<br />

non è, quindi, un racconto della vita di Sayat<br />

Nova, ma utilizzandone gli episodi principali, le sue diverse<br />

fasi: infanzia, adolescenza, servizio del principe,<br />

convento, morte, è una illustrazione che rifugge i limiti<br />

ristretti dell’avventura individuale. Si tratta meno di Sayat-Nova<br />

che di un poeta, anzi dell’artista fra gli uomini.<br />

Ecco la sua infanzia e la scoperta del mondo; l’adolescenza<br />

e il risveglio dei sensi all’amore; il servizio reale e<br />

le sue servitù; il convento e le sue miserie; la morte e la<br />

sua vertigine mistica. Tanti pretesti per delle immagini<br />

che rappresentano non delle scene realistiche, ma delle<br />

sublimazioni pittoriche del reale. Gli avvenimenti svaniscono<br />

a vantaggio della meditazione sui fatti. Come<br />

se attraverso l’illustrazione dei diversi periodi della vita<br />

di Sayat-Nova, Arpinè Sevagian ci trascinasse molto al<br />

di là, verso il mondo delle idee pure, una specie di universum<br />

platonico, il cui approccio trova nella poesia e<br />

nella sua pratica più che degli alleati: una voce e una<br />

via. Si abolisce la storia. È la vita di un poeta del XVII<br />

secolo? La “presenza” del tempo si intuisce solo perché<br />

Sayat-Nova è incarnato da persone di età diversa: un<br />

monello, un adolescente, un adulto nella forza dell’età,<br />

Arpinè Sevagian<br />

arpynukka@alice.it<br />

www.equilibriarte.net/arpysevagian<br />

Passione e Tormento 2011<br />

processualità miste su carta, cm 25x35<br />

un uomo che sta invecchiando. Niente ordine cronologico<br />

per meglio obbedire agli imperativi esoterici di<br />

un discorso simbolico. Esoterici per chi non è armeno<br />

perché si tratta di un simbolismo in profondo accordo<br />

con quello della Chiesa Armena. Festival di immagini<br />

sontuose, immobili, costrette dalla scena, lente, ieratiche,<br />

dai visi impassibili. Bellezza strana, malefica, anche<br />

se la leggibilità del simbolo non è sempre di una<br />

chiarezza immediata. Sebbene, sul simbolismo proprio,<br />

alla chiesa armena, si innesti un barocchismo di tipo<br />

surrealista. “Mistico-estetico-cristiano-armeno” ancorato<br />

a una cultura che non ha niente a che vedere<br />

con la cultura occidentale, poco in comune con la<br />

religione apostolica, assolutamente niente a che fare<br />

col materialismo storico e sociale ...<br />

La tua voce, il mio tormento<br />

La tua voce è giunta a me attraverso i secoli.<br />

Le tue parole sono arrivate a me<br />

grazie all’inchiostro e alla carta.<br />

La tua anima è approdata in me<br />

come una nave colma di passione<br />

che fa scalo in un porto pronto<br />

ad accoglierla senza alcuna riserva.<br />

Grazie a te io ritrovo la mia voce,<br />

il mio grido di dolore,<br />

la mia sofferenza, il mio tormento.<br />

In questa esistenza effimera,<br />

dove ogni cosa è momentanea,<br />

provvisoria, incerta.<br />

Io nel mezzo della mia destabilizzazione,<br />

cerco una risposta consolidante nel mio talento<br />

ma non la vedo, non la sento.<br />

E con faticosa accettazione penso:<br />

“avrò quello che con strazio aspetto<br />

in un altro luogo, in un altro momento”.<br />

(Arpinè Sevagian, 2007) Dialogando con Sayat Nova<br />

Torretta Valadier<br />

Piazzale di Ponte Milvio, 48 - Roma<br />

Vernissage sabato 29 ottobre 2011, ore 18,00<br />

27 ottobre - 3 novembre 2011<br />

orario: 10,00 - 14,00<br />

15,00 - 19,00<br />

Segni diVersi<br />

mostra d’arte contemporanea<br />

tributo ad Alda Merini<br />

Miro Gabriele<br />

miro.gabriele@libero.it<br />

www.sitohd.com/mirogabriele<br />

GIULIAFERRETTI<br />

Acqua frizzante, 2011<br />

acrilico su tela, cm 60x60<br />

Cell. 334.9310740<br />

giuliaferrettimicio@alice.it<br />

www.giuliaferrettimicio.it<br />

Miro Gabriele<br />

Stefania Vassura<br />

Valentina Majer<br />

LUCIA ROSADELLA VALENTINA<br />

Ugola d’oro, 2011<br />

acrilico su tela<br />

Tel. 0434.923052 - Cell. 349.053.2285<br />

luciadellavalentina@alice.it<br />

www.bottegangeli.com

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