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ARTA ntis.<strong>info</strong><br />
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certe idee per piegare così il racconto, senza che appaia<br />
forzato il discorso “a tesi”. A onore di Perretta va proprio<br />
questo, scrive perché ne ha bisogno e perché ha qualcosa<br />
da dire. All’opposto degli altri critici che hai indicato<br />
- caro Di Mauro - lui, che ci parli di medialità, o degli<br />
occhi della dissidenza a/spettacolare, o della lingua del<br />
virtuale, o di qualsiasi altra sciocchezza, non scende mai<br />
dalla tribuna dell’intellettuale dis/organico. Perretta parla<br />
sempre a qualcuno, da pari a pari. Le prime pagine<br />
dei saggi mediali sono scritti come lettera a curatori della<br />
sua/tua stessa genesi. Le pagine di Medialismo ci prendono<br />
per mano e ci impongono il loro tema, la vita quotidiana<br />
degli artisti di una generazione, sans domicile fixe.<br />
Barboni e immigrati dell’arte e del sistema che non solo<br />
vivono un loro mondo, ma hanno una loro visione del nostro<br />
mondo. Perretta ci sbatte in faccia questo suo punto<br />
di vista. Si discute molto e spesso della medialità e tutti,<br />
ormai, sanno che «chi trova un artista trova un tesoro».<br />
Ma come fare a custodire questo tesoro? Come alimentare,<br />
giorno dopo giorno, questo rapporto? Uno dei mezzi<br />
fondamentali per riuscire a preservare questo splendido<br />
“fiore” potrebbe essere la scrittura, visto che la curatela<br />
è pronta a consumarli. Scrivere è, infatti, un modo per relazionarsi<br />
all’artista ma, prima di tutto, per conoscere se<br />
stessi. È un modo per mettere nero su bianco la propria<br />
vita, perché la parole diventino “portatrici sane” dei nostri<br />
sdegni neo-moderni e illuministi. Ogni teoria artistica,<br />
ogni poetica, dura nel tempo ed è quella carta scritta,<br />
apparentemente semplice, che parla di noi e dice veramente<br />
chi siamo. Perché dentro c’è la disapprovazione e<br />
le sensazioni più varie, perché scrivere spinge a dar voce<br />
ai sommessi impulsi dell’animo illuministico che tenta di<br />
sconfiggere questo piattume post-moderno. Perretta potrebbe<br />
dire: «Sine medialità nihil criticità», perché anche<br />
la vita dell’attuale sistema diventerebbe monotona, priva<br />
di quegli argomenti essenziali, che solo la scrittura valutativa<br />
ci permette di trovare. Avremmo bisogno di parole<br />
che riescano a scaldare critica, ontologia e politica,<br />
parole che siano dolci o severe, ma eternamente “vere”<br />
e che soprattutto non denuncino il presupposto di ignorare<br />
la nostra generazione per poi nei fatti emarginarla e<br />
considerarla alla stregua del niente. Se ci si lamenta del<br />
pericolo del Salon des Refusès, allora si trovi il coraggio di<br />
dire cosa è veramente stato il medialismo e che prospettiva<br />
ha veramente aperto nell’arte italiana e internazionale.<br />
Una saggio critico sull’arte italiana, caro Di Mauro,<br />
andrebbe scritto solo se quello che viene messo nero su<br />
bianco è vero almeno per le successive quattro settimane<br />
del tuo rapporto col sistema. Altrimenti diventa una prova<br />
schiacciante contro di te e una fonte di ricatto. E’ indubbio<br />
il fascino delle frasi fissate sulla carta, della busta che<br />
si schiude pian piano e della sorpresa di chi legge. Con<br />
un saggio vero sull’Altra Storia potresti scegliere il colore<br />
del foglio e delle tue idee, mettere a nudo la tua calligrafica<br />
criticità (più che curatorialità) e magari completare<br />
l’opera con due gocce di profumo radicale e rivoluzionario.<br />
Questo una mail non te lo permetterà mai. Ma il vero<br />
motivo, per cui una missiva radicale quanto un saggio in<br />
carta è da preferire, è la perdita della maledetta immediatezza<br />
e l’esercizio del pensiero su ciò che viene detto.<br />
Perché, parliamoci chiaro, con cataloghi e-mail a costo<br />
zero si rischia di scrivere all’altro dell’Altra Storia delle veloci,<br />
assurde, irreversibili scemenze.<br />
Gli artisti di Un’Altra Storia: Gianantonio Abate, Salvatore<br />
Anelli, Francesca Arri, Cornelia Badelita, Angelo Barile,<br />
Enzo Bersezio, Ennio Bertrand, Corrado Bonomi, Domenico<br />
Borrelli, Walter Bortolossi, Paolo Brenzini, Alessandro Bulgini,<br />
Carmine Calvanese, Cinzia Ceccarelli, Daniele Contavalli,<br />
Francesco Correggia, Giorgio Cutini, Ferruccio D’Angelo,<br />
Aldo Damioli, Domenico David, Nebojsa Despotovic,<br />
Matilde Domestico, Attilio Esposito, Roberta Fanti, Raffaello<br />
Ferrazzi, Francesca Ferreri, Octavio Floreal, Silvia Fubini,<br />
Enzo Gagliardino, Luciano Gaglio, Michelangelo Galliani,<br />
Theo Gallino, Francesca Maranetto Gay, Tea Giobbio, Carlo<br />
Gloria, Paolo Grassino, Gaetano Grillo, Ale Guzzetti, Enrico<br />
Iuliano, Ernesto Jannini, Gabriele Lamberti, Marco Lavagetto,<br />
Paolo Leonardo, Paolo Maggi, Bruno Mangiaterra,<br />
Stefano Martino, Jill Mathis, Antonella Mazzoni, Iler Melioli,<br />
Mercurio, Paolo Minioni, Vinicio Momoli, Roberto Morone,<br />
Giordano Montorsi, Sandra Moss, Amira Munteanu, Pietro<br />
Mussini, Barbara Nahmad, Gianluca Nibbi, Leonardo Pivi,<br />
Plumcake, Pierluigi Pusole, Francesca Renolfi, Paola Risoli,<br />
Alessandro Rivoir, Gianluca Rosso, Alessandro Russo, Gianluca<br />
Russo, Bruno Sacchetto, Gianfranco Sergio, Francesco<br />
Sena, Massimo Spada, Vania Elettra Tam, Valerio Tedeschi,<br />
Silvano Tessarollo, Nello Teodori, Adrian Tranquilli, Vittorio<br />
Valente, Walter Vallini, Federico Vescovo, Mario Vespasiani,<br />
Bruno Zanichelli, Roberto Zizzo, Natale Zoppis.<br />
Silvano Tessarollo<br />
Preferisco guardare il cielo, 2002<br />
installazione, scultura in cera<br />
courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona<br />
Vinicio Momoli<br />
Frasi di primavera, 2009<br />
gomma, cm 103x163<br />
Locandine di alcune mostre curate dalla Galleria negli ultimi anni<br />
Arrivata quasi al suo decimo anno di attività, la Galleria<br />
Caffè Guerbois appare ormai come un punto di riferimento<br />
per la variegata e qualitativa offerta artistica che il suo<br />
fondatore e direttore, Alessandro Ammirata, programma<br />
con piglio battagliero. Supportato da curatori di primo piano,<br />
nel corso degli anni, la Galleria ha ampliato le proprie<br />
vedute verso panorami nazionali e internazionali senza<br />
mai abbandonare la specificità territoriale, la ricerca e<br />
la sperimentazione. Di particolare rilevanza le mostre allestite<br />
per Ugo Nespolo (2003, a cura di Francesco Gallo),<br />
Arman (2005, con testi in catalogo di Demetrio Paparoni e<br />
Marcello Palminteri) e, ancora, quelle più recenti (a cura<br />
di Marcello Palminteri) dedicate a Cesare Berlingeri, Marco<br />
Lodola, Enrico Manera. L’alternarsi della promozione di<br />
giovani artisti ai grandi maestri ha visto svilupparsi progetti<br />
interessanti e stimolanti che indagano la realtà contestuale<br />
siciliana come Da Capaci a Palermo, Desolazione e Speranza,<br />
dei fotografi Eduardo Di Miceli e Benedetto Tarantino.<br />
La mostra, omaggio a Giovanni Falcone, é stata una<br />
riflessione visiva raffinata e originale che prendeva spunto<br />
dai luoghi della strage per mostrarne il lato oscuro e quello<br />
estetico. Meraviglie e contraddizioni della terra siciliana<br />
che si esplicitavano anche nelle opere dei maggiori artisti<br />
isolani dal Novecento ad oggi, nella mostra Sicilia. Figura e<br />
paesaggio nella pittura siciliana, con nomi come Alfonso<br />
Amorelli, Totò Bonanno, Salvatore Fiume, Renato Guttuso,<br />
Piero Guccione, Gianbecchina, Gigi Martorelli, Vincenzo<br />
Nucci, Tino Signorini, Saverio Terruso e molti altri artisti. Così è<br />
venuto nel tempo a delinearsi il lavoro della Galleria Caffè<br />
Guerbois che offre una prospettiva allargata sulle ricerche<br />
figurative, spaziando tra astrazione e figurazione, segnalando<br />
ora le novità linguistiche, ora gli influssi, che offre la<br />
cultura artistica. Le collettive dedicate al Novecento (2009,<br />
Novecento2000) sembrano infatti quasi voler mappare un<br />
percorso in cui si intrecciano stili e tecniche differenti con le<br />
presenze di artisti come Carla Accardi, Agostino Bonalumi,<br />
Hermann Nitsch, Andy Wharol, Hans Hartung, nomi di cui la<br />
galleria dispone con opere in permanenza. Tra le opere in<br />
La Galleria<br />
Guerbois<br />
Caffè<br />
dall’alto e da sinistra<br />
Le sale espositive della galleria<br />
Mostra di Marco Lodola 2010<br />
Inaugurazione della mostra di Cesare Berlingeri 2011<br />
Palermo<br />
di Graziella Melania Geraci<br />
permanenza dei più giovani, si segnalano: Nicola Busacca,<br />
Giuseppe Cuccio, Maria Giovanna Peri, Fabio Marabello.<br />
La diffusione della cultura prosegue per la Galleria con le<br />
mostre di alcuni dei maggiori protagonisti della pittura contemporanea:<br />
Achille Perilli, l’astrattista geometrico, e, per il<br />
decennale dell’attività nel 2012, Mimmo Rotella.<br />
Galleria Caffè Guerbois<br />
Via Valdemone, 35 ABC - 90143 Palermo<br />
Tel. 091305004 Cell. 3394204529<br />
galleria.caffeguerbois@gmail.com<br />
www.galleriacaffeguerbois.com<br />
ARTA ntis.<strong>info</strong> GALLERIE<br />
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