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Primo classi�cato<br />
Mentre il treno viaggiava ELSO AVALLE<br />
Carlo e Bettina si conoscevano �n da bambini. I genitori dei ragazzi approvavano il loro matrimonio anche se per<br />
Carlo incombeva il servizio militare. E l’Italia era in guerra.<br />
Carlo e Bettina vollero sposarsi un lunedì all’alba.<br />
Il vecchio prete non poteva prevedere per loro una vita serena e si limitò ad augurare loro l’aiuto del buon Dio.<br />
Tre giorni dopo arrivò la cartolina precetto. Gli squilli di tromba, le adunate, l’addestramento, lo proiettarono in<br />
un mondo tanto diverso dalle sue colline piemontesi. Poi Verona, Bolzano.<br />
Un pomeriggio venne condotto con altre centinaia di reclute alla stazione. Carlo riuscì a scrivere una cartolina a<br />
Bettina dicendo che stava partendo per la Russia.<br />
La robusta �bra di contadino gli permise di superare il tremendo inverno sul fronte del Don.<br />
Quando stava per ria�orare la speranza di tornare venne fatto prigioniero e avviato a lavorare in una miniera di<br />
carbone. Un giorno si procurò una brutta ferita sbattendo il capo sul carrello su cui stava caricando il carbone.<br />
Portato in una specie d’infermeria, si riprese in fretta ma il colpo gli aveva provocato un’amnesia totale. Nella<br />
confusione dello stanzone si ritrovò con dei vestiti non suoi e con la targhetta di riconoscimento di un prigioniero<br />
che lì era morto.<br />
In quei giorni si stava allestendo una tradotta per il rimpatrio di prigionieri italiani e Carlo salì su quel treno con la<br />
nuova identità. Ora si chiamava Antonio e risultava provenire dalla provincia di Arezzo.<br />
All’arrivo in Italia, disorientato e confuso, venne ricoverato in un ospedale militare toscano. Furono cercati, senza<br />
risultato, i parenti del vero Antonio.<br />
Al paese Carlo fu dichiarato scomparso, presumibilmente morto e per lui venne celebrata una messa.<br />
Carlo intanto aveva ripreso vigore ma l'assenza di memoria rimase totale. Nell’ospedale prestava servizio un<br />
giovane u�ciale medico, �glio di un ricco agricoltore che aveva una fattoria in provincia di Siena. Carlo si a�ezionò<br />
al medico. Il dottor Enrico parlò in famiglia di questo povero ragazzo e il padre Edmondo, commosso dal racconto<br />
del �glio, volle conoscerlo. Quando Carlo vide le vigne si illuminò in viso, aveva ritrovato un ambiente familiare.<br />
Non tornò più in ospedale. Il dottor Enrico non ebbe di�coltà ad ottenerne la dimissione.<br />
Cominciò a curare le viti. Aveva ripreso a parlare in modo �uente. Trattava con i fornitori e i clienti dell’azienda,<br />
curava la cantina. La famiglia che lo aveva accolto era composta da padre madre e due �gli, Enrico appunto,<br />
e Lucia, una bella ragazza di venticinque anni. Un giorno Enrico, rincasando in automobile, si schiantò contro<br />
un albero e morì sul colpo. La disgrazia accrebbe l’a�etto della famiglia per Antonio. Verso Lucia, Antonio era<br />
premuroso, gentile, ma non cercava di farle la corte. La ragazza, interessata al giovane, pensava che suo padre<br />
impedisse ad Antonio di corteggiarla.<br />
- È esattamente il contrario! - rispose il padre. - Ho �ducia in questo ragazzo. Se lui ti sposasse, per me sarebbe<br />
una grande gioia -.<br />
Intanto Bettina, che ormai si considerava vedova, si era risposata con un bravo ragazzo. Una notte Antonio si<br />
svegliò di soprassalto. Stava sognando di scendere le scale della sua casa in Piemonte e, inciampando, cadeva picchiando<br />
violentemente la testa. Improvvisamente si ricordò il suo vero nome, Bettina, il matrimonio, la partenza<br />
per la guerra, la prigionia, l’incidente in miniera. Per qualche giorno visse con i suoi pensieri e le sue emozioni, poi,<br />
avendo saputo che in Piemonte si teneva una importante �era agricola, disse che avrebbe desiderato partecipare.<br />
Partì un sabato mattina e, mentre il treno viaggiava alla volta del Piemonte, scompariva Antonio e Carlo riprendeva<br />
coscienza di sé. Scese ad Asti e prese la corriera per il suo paese. Si sistemò nell’unica locanda, gestita da persone<br />
diverse da quando era andato via. Al proprietario domandò se avesse sentito parlare di un certo Carlo disperso in<br />
Russia. Questi alzò le spalle.<br />
Al cimitero si so�ermò sulla tomba del prete che l'aveva unito in matrimonio a Bettina. Fu grande il suo dolore<br />
quando giunse nell’angolo destinato alla sua famiglia e vide le tombe dei suoi genitori. Su una croce lesse: Carlo<br />
B., 22 anni scomparso in Russia nel 1943. Passò davanti alla sua vecchia casa. Era abitata da persone sconosciute.<br />
Riconobbe qualcuno del paese, ma non fu riconosciuto o �nsero di non conoscerlo. Finì per apprendere che<br />
Bettina si era risposata e che la famigliola viveva appena fuori paese. Si era fatta sera e Carlo ritornò in albergo.<br />
Trascorse la notte percorrendo in lungo e in largo la camera, tormentato da una terribile agitazione. Il giorno<br />
successivo, decise di andare comunque da Bettina. Passò con circospezione davanti al suo cancello. La vide che<br />
giocava in giardino con due bambini belli e gioiosi. Osservò la scena per alcuni minuti con il cuore in gola. Carlo<br />
comprese che il passato era morto, che la vita nella sua crudeltà lo aveva separato per sempre dalla persona<br />
che ancora amava. Ritornò lentamente all’albergo, fece la valigia, riprese la corriera per Asti e quindi il treno per<br />
Siena. Pensando al povero dottor Enrico, al signor Edmondo, il lunedì mattina arrivò a Siena. Un’auto pubblica<br />
lo portò �n davanti a casa. Fu Lucia che gli aprì la porta.<br />
I Racconti Dei Premiati<br />
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