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Le �danzate dell'autista CORDELIA PAGELLA<br />
Si era diretti a visitare un castello sabaudo, speci�co,sempre durante una gita “commerciale”. Per giungere<br />
alla meta. Vale a dire al ristorante delle “dimostrazioni” girammo per gran parte della provincia. In questi<br />
tempi in cui le adesioni a questo tipo di turismo sono poche, racimolare almeno trenta passeggeri richiede<br />
un’area enorme e quindi strade e strade...<br />
Ad ogni fermata una battuta dell’autista “Qui dove c’è questa signora che sta salendo,avevo una �danzata...<br />
Quella che vendeva i �ori in quest’angolo”, il mezzo proseguì per il punto opposto della città e salirono due<br />
passeggeri, era un viale con due aiuole“.<br />
Benvenuti signori, qui avevo una �danzata. vi ricordate di quella che curava le aiuole quando pioveva?” ci fu<br />
una risata collettiva. Arrivammo in una zona collinare, due fermate, due persone, salimmo la collina, tra le<br />
ville recenti sparse tra l’amenità di prati, giardini e frutteti, parte in maturazione parti ancora in �ore, si trovava<br />
una casa disabitata, addirittura in stato d’abbandono “Qui abitava una mia �danzata…” la solita battuta del<br />
guidatore “Dov‘è �nita?” chiese scherzosamente un passeggero “E’ scappata sparita..”<br />
Proseguimmo per altre zone della provincia, se la fermata era presso un’edicola con un’icona di Madonne<br />
o di Santi ecco la battuta dell’autista di una �danzata addetta ad in�orare ed addobbare i piccoli santuari,<br />
altrimenti se in vicinanza di un bar o ristorante la �danzata diventava la barista di tanti anni prima se non<br />
addirittura la ragazza reclamizzata per un prodotto come un gelato“. Ma non facciamo altro che girare la<br />
provincia,non si arriva a vedere la reggia di ***” si espresse un passeggero “E io - rispose l’autista - devo<br />
compiere un percorso massacrante, meno male che penso alle mie �danzate!”<br />
Si giunse �nalmente al ristorante che ci avrebbe trattenuti in mattinata era un po’ tardi per una prima<br />
colazione, avevamo molto caldo, si era in piena estate, la dimostrazione durò poco più di un’ora perché era<br />
l’ora del pranzo, posso dire, un ottimo menù, acquistammo quasi tutti “una cosetta da non più di venti euro”<br />
io scelsi un copri tutto a �ori.<br />
Una persona o due fece grossi acquisti. Partimmo per la località programma principale della gita attraversammo<br />
villaggi sui pendii di panoramiche colline ed in ogni dove non mancava una �danzata per il guidatore,<br />
ognuna volatilizzata... Finalmente la meta, il castello sabaudo assai noto, ma entrare?<br />
L’orario di apertura era il tardo pomeriggio e neppure il parco si poteva visitare, si doveva aspettare più di<br />
un’ora per visitarlo ed il tempo di permanenza erano due ore e poi con l’afa... Ci accontentammo di vederlo<br />
dall’esterno, un grande cortile con delle sentinelle immobili vestite di una divisa azzurrina: erano immagini<br />
in cartone a grandezza naturale, la cittadina era addobbata per festeggiare una ricorrenza storica e di quelle<br />
“sentinelle“ ne erano piene le viuzze circostanti e la piazza di fronte alla reggia. Io mi aggregai ad un gruppo<br />
che visitava le chiese circostanti, vere opere d’arte, notai la devozione degli artisti di epoche lontane nel<br />
forgiare dipinti ed icone rappresentare scene bibliche o vite di santi, arte non uscita solo da pennelli o scalpelli,<br />
uscita soprattutto dal cuore e dalla loro fede. In�ne in gruppo passeggiammo lungo il recinto del parco; io<br />
sollevai un attimo lo sguardo verso una torre del castello “ quante cicogne!” esclamai, infatti c’era un nido di<br />
questi trampolieri“. Ma questa è la zona delle cicogne - mi risposero - e ce sono dovunque anche sui campanili”<br />
ed a pochi passi notai una casetta colorata e la scritta ‘Casa degli uccelli’ e non mancò il commento di uno del<br />
gruppo “non abbiamo potuto visitare l’interno del castello, beh! l’abbiamo visto dalle foto della portineria, in<br />
compenso abbiamo visto da vicino le cicogne”.<br />
Era tempo di partire,tutti al pullman e non mancò la battuta dell’autista “Avevo una �danzata, la massaia che<br />
portava il becchime alle cicogne ma poi... sarà volata con loro”.<br />
Fu lungo anche il ritorno si doveva ripercorrere la provincia ma prima di arrivare nella provincia di residenza<br />
si doveva uscire da quella in cui stava il castello sabaudo, passammo per Cavallermaggiore, incontrammo<br />
dei pullman “Quelli - disse l’autista - accompagnano i giovanissimi al lido... e lì avevo una �danzata”.<br />
Dopo un lungo tratto collinare si vide un’altura con un santuario con delle cappelle votive “Quello è il Sacro<br />
Monte di***.. avevo una �danzata quella che vendeva le candele e in�orava le cappelle”.<br />
Ad un tratto un passeggero esclamò “Ma lei è un Rodolfo Valentino! Fidanzate dappertutto!”<br />
Il sole era tramontato, ognuno non vedeva l’ora del ritorno, dovevano scendere prima quelli che erano saliti<br />
di buon’ora ed alla �ne quelli saliti per ultimi, io ero a metà ma vidi la mia parte di provincia, sì più lunghi<br />
34 7° Concorso Nazionale Per Scrittori Inediti - 2010