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PUBBLICITÀ SU INTERNET - Prima Comunicazione

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Da Internet<br />

a Interactive<br />

DI FEDERICO RAMPOLLA<br />

Presidente di Iab Italia<br />

Èstato un anno molto duro, su questo non ci sono<br />

dubbi. Molti operatori della new economy hanno<br />

chiuso i battenti e molti altri hanno dovuto<br />

rivedere le proprie strategie per riuscire a far<br />

quadrare i bilanci e rendere i business plan più realistici<br />

e più vicini alle logiche della old economy. Negli<br />

ultimi mesi dello scorso anno e nel primo semestre del<br />

2001 i mercati finanziari, Nasdaq per primo, hanno<br />

mutato atteggiamento, da un’euforia spesso ingiustificata<br />

a un pessimismo altrettanto eccessivo. In questo<br />

contesto la pubblicità su Internet è stata uno dei principali<br />

capri espiatori della mancanza di utili delle aziende<br />

operanti in Internet.<br />

“La pubblicità su Internet non funziona”, “Il banner è<br />

morto” sono alcune delle frasi che si sono lette sui giornali<br />

o sentite nelle conferenze e ai convegni; affermazioni<br />

pesanti che hanno portato molti operatori a vedere<br />

Internet e la tecnologia digitale come un grande sogno<br />

incapace di mantenere le ‘promesse’ fatte alle aziende e<br />

ai consumatori. Adottando un atteggiamento più realistico<br />

sul mercato ci si accorge però che c’è ancora molto<br />

da fare ma che molto, in ogni caso, è già stato fatto:<br />

strumenti, format, modelli di pricing e di reporting sono<br />

solo alcune delle aree in cui il mercato si è strutturato.<br />

Quello del media digitale è tuttavia un mondo nuovo,<br />

giovanissimo (cinque anni contro i 50 della televisione),<br />

che ha bisogno ancora di crescere sia dal lato<br />

della domanda, in particolare nell’area delle competenze<br />

per la definizione e gestione delle strategie di<br />

marketing digitale, sia dal lato dell’offerta, in particolare<br />

per quanto riguarda la condivisione dei modelli di<br />

vendita, delle ‘best practice’ e dei criteri per la misurazione<br />

dei risultati delle campagne.<br />

Non occorre sottolineare come la rete sia ormai un<br />

fenomeno di massa che continua a crescere in termini<br />

di utenti e di dimensioni complessive del business e<br />

come questo mercato sia estremamente dinamico e in<br />

continua evoluzione. Una cosa, comunque, è certa e<br />

condivisa: Internet è il primo media interattivo e segna<br />

un punto di svolta importante che impatterà inevitabilmente<br />

sui business e sulla vita di ognuno di noi. Poco<br />

importa che questo avvenga tramite il web, con<br />

l’Umts, la banda larga, il wap, la tivù interattiva o altro<br />

ancora: l’aspetto rilevante è che, grazie alla tecnologia,<br />

aziende, marchi e prodotti possono interagire compiutamente<br />

con gli utenti, scambiarsi informazioni e relazionarsi<br />

in un modo differente rispetto a quanto acca-<br />

deva fino a poco tempo fa. Ciò ha creato nuovi modelli<br />

di business, nuove catene del valore e nuovi bisogni<br />

di servizi e competenze: le aziende dovranno quindi<br />

affrontare questi temi con serietà e profondità, sviluppando<br />

nuovi approcci al consumatore e in molti casi<br />

nuove funzioni aziendali.<br />

Le nuove frontiere della tecnologia e la moltiplicazione<br />

degli apparecchi su cui ricevere informazioni,<br />

servizi e pubblicità rendono molto difficile prevedere<br />

con precisione quale sarà la struttura del mercato pubblicitario<br />

di domani, quello che è certo è che su Internet<br />

e su tutti i nuovi media emergenti, i modelli di<br />

prezzo della pubblicità e la possibilità di misurare buona<br />

parte di quanto accade nel web sono radicalmente<br />

diversi da quelli adottati dai media tradizionali. Ma se<br />

è vero che ci si muove verso un futuro ‘digitale’, è altrettanto<br />

vero che i modelli di vendita della pubblicità,<br />

indipendentemente dai canali digitali utilizzati per veicolare<br />

i messaggi, saranno gestiti con logiche molto<br />

vicine a quelle di Internet.<br />

Internet dunque non sarà più Internet. O meglio,<br />

sarà il web, sarà il telefonino, la televisione e altro ancora.<br />

In questo contesto i canali pubblicitari digitali<br />

cresceranno parallelamente alla loro penetrazione sulla<br />

popolazione e muteranno molto più profondamente il<br />

modo di gestire l’interazione con l’utente da parte delle<br />

aziende.<br />

Per seguire questa evoluzione e per contribuire alla<br />

sua crescita l’Internet Advertising Bureau cambia la<br />

sua mission da promotore della pubblicità su Internet a<br />

promotore della pubblicità interattiva in generale di<br />

cui, è bene ricordarlo, Internet è ancora il canale principale.<br />

In Italia, come negli Stati Uniti e nel resto<br />

d’Europa, cambia dunque il nome da Internet Advertising<br />

Bureau a Interactive Advertising Bureau.<br />

Dietro al cambio di nome c’è un messaggio chiaro:<br />

chi ritiene Internet semplicemente già passato di moda<br />

non ha ancora capito che in un futuro più o meno lontano<br />

(il tempo è infatti l’unica variabile incerta) le logiche<br />

di business e comunicazione saranno diverse e<br />

probabilmente chi riuscirà a sviluppare strategie di<br />

successo su Internet godrà di un vantaggio competitivo.<br />

Questa non è una criticità legata solo a strumenti<br />

pubblicitari più o meno validi o efficaci, ma alla reale<br />

comprensione del mutamento epocale in corso e del<br />

processo evolutivo che le aziende dovrebbero affrontare<br />

con serietà e profondità.<br />

<strong>PUBBLICITÀ</strong> <strong>SU</strong> <strong>INTERNET</strong> - 3

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