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L'inquietante gemello Lineamenti di storia del doppiaggio in Italia

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1. Il <strong>doppiaggio</strong> è un male, come ogni traduzione, ma non si può pretendere<br />

che tutto il pubblico sia poliglotta. La traduzione è necessaria alla<br />

comprensione.<br />

2. Il doppiato è il miglior sistema <strong>di</strong> traduzione <strong>di</strong> un film <strong>in</strong> quanto le<br />

<strong>di</strong>dascalie sovrimpresse (unica alternativa possibile) <strong>di</strong>stolgono l’attenzione<br />

dall’immag<strong>in</strong>e, affaticano lo spettatore e offrono una versione condensata<br />

<strong>del</strong> <strong>di</strong>alogo.<br />

3. Il <strong>doppiaggio</strong> ha dato ottimi risultati talvolta migliorando la versione<br />

orig<strong>in</strong>ale.<br />

4. L’abolizione <strong>del</strong> <strong>doppiaggio</strong> avrebbe risultati <strong>di</strong>sastrosi dal punto <strong>di</strong> vista<br />

commerciale.<br />

Come ve<strong>di</strong>amo da questo breve resoconto la fazione “contro” è orientata verso<br />

l’opera d’arte <strong>in</strong> se mentre quella a favore verso la ricezione. Il <strong>di</strong>battito trova<br />

posto nell’annosa problematica sulla legittimità <strong>del</strong>la traduzione: ricorre <strong>in</strong>fatti<br />

assai spesso nelle risposte il parallelo con la traduzione letteraria. E’ scontato che<br />

sarebbe preferibile poter gustare l’opera d’arte nella sua compiuta s<strong>in</strong>tesi formale –<br />

contenutistica e che la traduzione provoca <strong>in</strong>evitabilmente una scissione tra le due,<br />

tuttavia una buona traduzione può trasmettere al lettore o allo spettatore una buona<br />

parte <strong>di</strong> ciò che <strong>in</strong>tende trasmettere l’orig<strong>in</strong>ale, mentre l’opera non tradotta rimane<br />

sì <strong>in</strong>tatta ma risulta un arabesco <strong>in</strong>comprensibile.<br />

Non è qui il luogo adatto per riprendere e sviluppare questa annosa polemica:<br />

basti <strong>di</strong>re che il problema <strong>del</strong>la legittimità <strong>del</strong>la traduzione è una questione<br />

puramente teorica e che la traduzione è una necessità pratica <strong>in</strong>sormontabile.<br />

Tuttavia, per quanto riguarda la traduzione per il c<strong>in</strong>ema, il <strong>di</strong>battito è tuttora<br />

acceso poiché, a <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>la letteratura (<strong>in</strong> cui non si può fare altro che<br />

sostituire parole scritte a parole scritte) per il c<strong>in</strong>ema sono possibili varie soluzioni<br />

(come abbiamo visto, il sottotitolaggio, le versioni plurime, l’<strong>in</strong>terprete offrono<br />

<strong>del</strong>le alternative al <strong>doppiaggio</strong>). In più la letteratura è parola, mentre il c<strong>in</strong>ema è<br />

immag<strong>in</strong>e, parola e suono. Un lettore che non conosce il russo sfoglierebbe la<br />

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