Numero 117 - Anno XX, Marzo/Aprile 2012 - Club Plein Air BdS
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I manieri di Mussomeli e Mazzarino<br />
Due gemme nella Sicilia interna che sa di zolfo e di riflessioni culturali e letterarie, che parla<br />
la lingua di Rosso di San Secondo e di Leonardo Sciascia; una Sicilia diversa che si racconta<br />
attraverso due cittadine in cui convivono la tradizione enogastronomica, le preziose vestigia<br />
del passato, la dolcezza del vivere e il legame profondo con la civiltà contadina<br />
R<br />
itrovare il senso delle<br />
cose autentiche, tra vecchie pietre<br />
e sapori perduti, mentre i sensi si<br />
incantano con storie che sanno di<br />
leggenda; storie che ancora trasudano<br />
dagli antichi bagli, dai palazzi,<br />
dai castelli: la provincia nissena<br />
possiede insediamenti che testimoniano<br />
una presenza umana fin<br />
dalle epoche più antiche, una stratificazione<br />
che dal neolitico arriva<br />
alla colonizzazione greca.<br />
Segnata dalla potenza di<br />
Gela, dall'epoca medievale e quindi<br />
dalla fioritura del barocco, la<br />
provincia di Caltanissetta, come<br />
tutta la Sicilia, racconta un po' la<br />
storia del Mediterraneo, attraversando<br />
numerose epoche storiche:<br />
si passa dagli insediamenti dei Rodiocretesi<br />
che hanno fondato Gela,<br />
ai castelli medievali che caratterizzano<br />
il territorio testimoniando il<br />
passaggio di Arabi, Normanni e<br />
Svevi; dalle miniere di zolfo, che<br />
oggi offrono un nuovo modo di intendere<br />
il turismo, alle sette riserve<br />
naturali. C'è un'offerta turistica<br />
di valore culturale molto variegata<br />
e, in particolare, vi sono due cittadine<br />
medievali da non perdere,<br />
Mussomeli e Mazzarino, dove ci<br />
sono tutti i presupposti per trascorrere<br />
belle giornate e dove si<br />
può gustare un’ottima cucina perchè<br />
da queste parti si continua a<br />
cucinare seguendo le ricette “della<br />
nonna"; insomma, due mete adatte<br />
ai viaggiatori che hanno voglia<br />
di scoprire itinerari insoliti e, in<br />
partciolare, per i camperisti, grazie<br />
agli spazi di parcheggio disponibili<br />
e, per quanto riguarda Mussomeli,<br />
la presenza di un’area attrezzata<br />
in Piazzale Mongibello.<br />
Arroccato su un'aspra collina,<br />
Mussomeli sembra controllata<br />
a vista dal suo castello manfredonico.<br />
Edificato nella prima metà del<br />
'300 da Manfredi IV di Chiaramonte,<br />
il maniero fu sede dell'incontro<br />
dei nobili ribelli guidati dal successore<br />
Andrea contro gli Aragonesi.<br />
Condannato a morte Andrea, cominciò<br />
il lento declino dei Chiaramonte.<br />
Subentrarono i Moncada,<br />
Il castello di Mussomeli, che domina l’abitato dall’alto di un’aspra collina<br />
discendenti di una nobile famiglia<br />
catalana, poi i De Prades, discendenti<br />
reali d'Aragona, quindi i Castellar<br />
di Valenza. Nel 1451 la proprietà<br />
passò ai Perapertusa, baroni<br />
di Favara, poi ai Ventimiglia, ai Del<br />
Campo e infine ai Lanza, che rimasero<br />
padroni del castello fino al<br />
1812, quando il parlamento sicilia-<br />
IL CLUB n. <strong>117</strong> – pag. 30<br />
no abolì i feudi. Una leggenda narra<br />
che il conte Cesare Lanza ,dopo<br />
aver ucciso nel castello di Carini la<br />
figlia Laura, si sia ritirato ad espiare<br />
la sua colpa a Mussomeli. La baronessa<br />
di Carini così vaga ancora<br />
per le stanze in cerca del padre.<br />
Il castello presenta una<br />
doppia cinta muraria, ha un corpo