Numero 117 - Anno XX, Marzo/Aprile 2012 - Club Plein Air BdS
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Il sapone di casa<br />
Uossu r'auliva e ppetra cotta, sugni vinutu cca pp'allucintari e-ccapitai m-manu i na bedda<br />
picciotta c'a ppicca a picca mi sta fannu squagghiari<br />
S<br />
econdo Plinio furono i<br />
Galli che per primi prepararono e<br />
usarono il sapone. Il carbonato di<br />
potassio o potassa, indispensabile<br />
per la reazione dei grassi e degli oli<br />
in sali alcalini, poiché ancora non si<br />
sapeva estrarre dal suolo, veniva<br />
ricavato dalle ceneri degli alberi e<br />
dei cespugli bruciati nei boschi e<br />
nelle radure. L'impiego del sapone<br />
col tempo andò aumentando, specie<br />
quando si diffuse l'uso della<br />
biancheria, fino a tal punto che<br />
Marsiglia nel secolo IX divenne famosa<br />
nel mondo anche per la produzione<br />
di quel sapone duro che<br />
ancora oggi porta il suo nome.<br />
Quando si lavava solo a mano,<br />
grande era dunque il consumo di<br />
questo tipo di sapone, preparato<br />
direttamente in casa o prodotto<br />
anche a livello artigianale.<br />
Dalle nostre parti, oltre alle<br />
esperte donne che su richiesta andavano<br />
a prepararlo a domicilio,<br />
erano in funzione anche dei laboratori<br />
artigianali di solito collegati<br />
con i frantoi locali: a Palazzolo, per<br />
esempio, operavano i fratelli Vincenzo<br />
e Rosario Italia, soprannominati<br />
per l'appunto i sapunari, attrezzati<br />
di un piccolo laboratorio a<br />
conduzione familiare in via Roma.<br />
Nel periodo bellico e postbellico<br />
(1940/48), poiché come si<br />
sa anche il sapone, oltre al pane,<br />
alla pasta, allo zucchero, ecc., era<br />
razionato e veniva distribuito tramite<br />
la Carta <strong>Anno</strong>naria, questa<br />
consuetudine improntata all'autosufficienza<br />
e al risparmio, specialmente<br />
riguardo alla classe contadina<br />
e popolare, si consolidò, anzi<br />
diventò una necessità per sopperire<br />
all'inadeguato quantitativo assegnato<br />
con le tessere. Subito dopo,<br />
invece, a partire dagli anni '50,<br />
con l'avvento delle lavatrici a poco<br />
a poco la pratica del bucato a mano<br />
è andata scomparendo e di<br />
conseguenza anche l'utilizzo del<br />
sapone di "casa" progressivamente<br />
si è ridotto; anche nell'area iblea<br />
questa consuetudine come tante<br />
altre sta per finire, ma sopravvive<br />
ancora seppur in poche famiglie,<br />
quelle più legate alla tradizione.<br />
Il sapone, intanto, non si<br />
fa mai di venerdì, altrimenti se-<br />
Ancora oggi, seppur in poche famiglie, si perpetua<br />
la tradizione del sapone fatto “a mano”, in casa<br />
IL CLUB n. <strong>117</strong> – pag. 32