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“Aosta va avanti benissimo anche senza toponimi italofoni”<br />

IL PROFESSOR ANNIBALE SALSA: La toponomastica inventata da Tolomei servì alla repressione e<br />

all’italianizzazione forzata di una cultura millenaria<br />

BOLZANO: Annibale Salsa, per molti anni docente presso l’Università di<br />

Genova ed ex presidente del CAI nazionale, consiglia un viaggio d’istruzione<br />

in Valle d’Aosta a tutti coloro che quando si parla di toponomastica in Alto<br />

Adige insistono nel volere nomi italiani.<br />

Ad Aosta, infatti, dopo l’italianizzazione imposta dal fascismo sono stati ripristinati<br />

gli storici toponimi francofoni; ciononostante nessun turista si è ancora<br />

perso. Si riporta qui di seguito l’intero intervento del Professor Salsa:<br />

Da quando è entrato in vigore il “pacchetto autonomia” della Provincia di<br />

Bolzano (1972), la toponomastica rappresenta uno di quei punti problematici che, nell’ambito della<br />

delicata “questione altoatesina”, non sono ancora stati completamente risolti, in particolar modo<br />

per quanto riguarda la microtoponomastica. Tuttavia la soluzione del conflitto, anche in vista di un<br />

futuro terzo Statuto, non è possibile senza la definizione dei toponimi in questa Regione a noi così<br />

vicina.<br />

Lo scorso ottobre l’esimia “Accademia della Crusca” si è pronunciata a favore della salvaguardia<br />

e della valorizzazione dei toponimi italiani in quanto bene culturale (sic!). Questi toponimi sono<br />

denominazioni introdotte negli anni Venti e Trenta del secolo scorso ed è noto che si tratta di<br />

un’italianizzazione forzata che Ettore Tolomei, un Roveretano con origini toscane ed autore del<br />

famoso “Prontuario”, portò avanti con particolare accanimento.<br />

Sorpreso dalla presa di posizione dell’Accademia della Crusca<br />

La notizia mi ha molto sorpreso. Mai mi sarei aspettato che la prestigiosa Accademia sarebbe intervenuta<br />

con la sua autorità per difendere toponimi indifendibili. Mi sarei aspettato piuttosto parole<br />

chiare contro il massiccio impiego di anglicismi, dal momento che è questa la vera malattia che,<br />

con poche eccezioni e comunque senza legittimo fondamento, minaccia la ricchezza della lingua<br />

italiana.<br />

Quando si parla dell’Alto Adige è il caso di ricordare con quale durezza il regime fascista impose<br />

dei toponimi (italiani) per la maggior parte inventati. L’unico scopo di questa operazione era quello<br />

di sostituire gli storici toponimi tedeschi e di reprimere una cultura millenaria con il pretesto di<br />

promuovere un frainteso ideale patriottico.<br />

Ad eccezione di San Lugano, al confine con la Val di Fiemme, unico toponimo italiano storico della<br />

Provincia di Bolzano e in quanto tale da mantenere, tutti gli altri toponimi derivano dal patrimonio<br />

lessicale tedesco e ladino.<br />

Certo, il “Tiroler Verband” aveva dato il via nel XIX secolo a un progetto per la traduzione dei nomi<br />

dei Comuni trentini (l’irredentismo trentino cominciava allora a far paura ai Tirolesi). E naturalmente<br />

valgono anche in questo caso le stesse considerazioni.<br />

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