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4 | bulletin • bollettino syndicom 18/2020 comitato del GI Pensionati Assemblea in videoconferenza Hans Preisig e Rosmarie Gerber avevano preparato tutto al meglio per l’assemblea dei pensionati di quest’anno che avrebbe dovuto tenersi a Basilea. Ma come spesso è avvenuto quest’anno, la pandemia del coronavirus ha purtroppo reso impossibile un incontro di persona. Il comitato ha pertanto deciso di tenere l’assemblea dei pensionati in videoconferenza. 15 colleghe e colleghi si sono così collegati il 20/21/22 ottobre dalle ore 9.30 alle ore 12 al portale video corrispondente. Il presidente Thomas Burger ha potuto salutare online il comitato compiacendosi della possibilità di potersi comunque vedere. Come ospiti siamo riusciti a salutare l’esperto di comunicazione e organizzazione Mark Herbst nonché il responsabile web per il Ticino Ernesto Fenner. Ha partecipato al convegno anche Patrizia Mordini del Comitato direttivo in veste di responsabile del GI Pensionati. L’assemblea dei pensionati era – come lo scorso anno – all’insegna del motto «GI Pensionati in movimento». Dopo l’introduzione del presidente, è stato tratto un bilancio del lavoro dell’anno precedente. Il mandato centrale è tuttora chiaramente definito: «La situazione sociale, economica e politica dei pensionati deve essere migliorata!». Questa finalità è molto ambiziosa, ma in quest’ottica c’è ancora grande necessità di intervento. A singoli livelli si registrano dei progressi positivi. Nonostante le limitazioni che hanno dovuto essere adottate a causa della pandemia, a livello dei gruppi di lavoro è stato fatto molto. Da un anno esiste il gruppo «Attivazione del potenziale dei membri», che finora si è incontrato in occasione di 7 sedute (dallo scoppio della pandemia online). Le «linee guida» elaborate dal gruppo sul progetto sono state approvate dal comitato. All’interno del gruppo si sono inoltre formati due sottogruppi: «Politica sociale» e «Digitalizzazione». Entrambi sono composti da membri e non membri attivi del comitato. Nel gruppo «Politica sociale» è stato elaborato un «programma di politica sociale GI Pensionati». Dopo ampie discussioni il comitato ha approvato questo documento corredato di strategia e ha creato i requisiti per raggiungere ancora meglio gli obiettivi corrispondenti. Per migliorare la comunicazione con i membri è stato creato un gruppo di redazione con l’intento di rinnovare la presenza sul web del GI Pensionati. Fortunatamente Mark Herbst si è dichiarato disponibile ad assumere la direzione nell’attuazione del progetto. L’attivazione del sito web aggiornato «GI Pensionati» è prevista per l’inizio del 2021. È in corso una stretta collaborazione con il gruppo «Organizzazione Plus» insediato nel settore ICT. Onde evitare eventuali dimissioni, le colleghe e i colleghi vengono contattati telefonicamente. Il tasso di recupero è incoraggiante. Il dispendio è però enorme, motivo per cui si cercano ulteriori colleghe e colleghe come rinforzo. Attualmente ci sono dei gruppi di lavoro del GI Pensionati solo nella Svizzera tedesca. L’obiettivo è quello di crearne in tutte le regioni linguistiche. Il presidente centrale Daniel Münger ha redatto un documento programmatico all’attenzione del Congresso di syndicom 2021 sul tema «Servizio pubblico». Il documen to ancora in fase di sviluppo è stato visionato dal gruppo di lavoro «Politica sociale» che ha presentato una presa di posizione in merito dal punto di vista del GI Pensionati. Al termine dell’assemblea dei pensionati abbiamo salutato il nostro presidente centrale. Daniel Münger si è compiaciuto di potersi comunque rivolgere al GI Pensionati online. Anche a lui mancano gli incontri di persona con i membri. Ha ricordato che in questi tempi difficili i sindacati sono la forza trainante per poter elaborare dei programlA LETTRE/1 lA LETTRE/2 La gauche brahmane Thomas Piketty explique : les partis sociaux-démocrates, partis des travailleurs, attachés à une meilleure répartition des richesses, dès la fin du XX e siècle, sont devenus les partis des diplômés : la gauche brahmane. Pas la gauche caviar. Elle perd progressivement son électorat populaire. Plus les électeurs étaient diplômés, moins ils (elles) votaient à gauche. Depuis 1980, c’est le contraire. En 2012, François Hollande doit sa victoire aux plus hauts diplômés. Il obtient 47 % des suffrages des sans-diplôme, 50 % des diplômés du secondaire et 58 % des diplômés supérieurs. La personnalité des candidats n’y est pour rien. Les élections de 2002 à 2017 le confirment. Diplômés souvent grâce à la gauche qui s’est battue pour l’égalité des chances au niveau de la formation, s’ils sortent d’un milieu modeste, ils restent reconnaissants. L’ancien parti des travailleurs devient le parti des gagnants du système éducatif et progressivement se sépare des catégories populaires. En France, en 1956, 75 % des électeurs n’ont qu’un diplôme primaire. En 2012, ils ne sont plus que 18 %. Dans tous les pays développés le phénomène est le même. Il s’agit de s’en réjouir. Une chance pour la gauche politique et syndicaliste suisse de pouvoir compter sur ces militants bien formés. Elle dispose d’élus et élues efficaces à tous les niveaux. Mais il faut être attentif à deux choses : ces brillant·e·s militant·e·s doivent prendre le temps de fréquenter la base, de l’écouter, de lui laisser une certaine influence et revenir à cet objectif qu’ils négligent trop: se battre pour une meilleure répartition des revenus. Une des clés : une imposition lourde des profiteurs du système capitaliste. • Pierre Aguet Une belle époque ??? J’ai lu : « Vevey 1860 –1914, La belle époque » sans repérer que l’auteur, Daniel Reymond, avait ajouté un point d’interrogation à son titre. Si l’énergie entrepreneuriale de cette époque est décrite avec enthousiasme, si ceux qui installent le gaz, l’électricité, la distribution de l’eau sous pression sont bien mis en évidence, si le cadre géographique privilégié et le climat expliquent la construction de nombreux hôtels de grand confort vingt ans avant Montreux, l’auteur consacre de nombreuses pages à la misère ouvrière qui caractérise cette belle époque. C’est assez rare pour être souligné. La préface rappelle les convictions humanistes, la révolte contre les injustices sociales et l’intérêt pour les mouvements populaires de Daniel Reymond. Au tournant du siècle, les grèves et les manifestations sont très nombreuses à Vevey. L’auteur s’attarde sur le temps de travail, sur les salaires de misère, sur les conditions d’habitat et d’hygiène déplorables des ouvriers qui ont réalisé cette formidable expansion de l’économie veveysanne et régionale. L’auteur a l’humilité de citer ses sources en reprenant les commentaires des témoins, des acteurs et des historiens auxquels il se réfère en présentant leurs textes en italique. J’y ai rencontré de nombreux amis. Merci à cet historien qui sait, à côté des faits historiques, des succès industriels, des réalisations spectaculaires, décrire avec force les conditions de travail et d’habitat de la classe laborieuse, celle qui a souffert pour réaliser de grandes choses. Publié aux éditions de la Thièle à Yverdon-les-Bains ce livre est magnifique, rempli de photos plus originales les unes que les autres. Il mérite un large coup de chapeau. • Pierre Aguet
18/2020 syndicom bollettino • bulletin | 5 lA LETTera mi di protezione per le persone nel processo lavorativo. Si teme un’eclatante crisi occupazionale innanzitutto nel settore gastronomico e in altri settori a basso reddito. Anche nel settore dei media vengono ridotti posti di lavoro senza motivo e in modo precipitoso, ha affermato Daniel Münger. Ora siamo già travolti dalla seconda ondata, motivo per cui è urgentemente necessario attuare le misure richieste dai sindacati. Crisi di questo genere possono essere superate meglio con un servizio pubblico efficiente. Lo dimostrano i confronti con altri paesi. Ma com’è noto, i borghesi perseguono un’altra finalità e vedono la soluzione soprattutto nella privatizzazione. Il fatto che il servizio pubblico si trasformi analogamente alla società, è imprescindibile, ha affermato Daniel Münger, e in questo senso va inteso anche il suo documento «Servizio pubblico». Si è detto molto compiaciuto del fatto che il GI Pensionati apporti la sua visione in questo processo. Dopo il riuscito scambio di opinioni, l’assemblea dei pensionati di quest’anno è giunta al termine. Questo convegno virtuale di tre giorni ha dimostrato che nonostante le difficili circostanze è possibile tenere una conferenza così impegnativa. Un grande ringraziamento va al presidente Thomas Burger per la preparazione assolutamente professionale e per la perfetta direzione dell’assemblea. Un grazie di cuore anche all’interprete Mylène Donzé. Grazie a Mylène è stato possibile garantire una perfetta traduzione simultanea per tutte e tre le giornate. Siamo così riusciti a portare a termine con successo un’intensa assemblea dei pensionati. Grazie alla preparazione impeccabile e alla direzione presidenziale come pure grazie alla collaborazione attiva del comitato, è stato possibile lavorare in modo estremamente efficiente ed efficace. Sono state adottate importanti decisioni e sono stati trattati ulteriori punti fondamentali. C’è ancora molto da fare – il GI Pensionati si mantiene in movimento! • Peter Rymann, vicepresidente GI Pensionati Necessario un sondaggio Concordo con quanto ha scritto il collega Jean-Jacques Maillard sul Bollettino dei Pensionati numero 16. Anche il nostro Comitato si è confrontato sul problema dell’informazione e per noi pensionati non avere più un giornale che ci informava non era possibile. Abbiamo avuto un incontro con i responsabili della Comunicazione e il Comitato Direttore che in quella sede ci avevano assicurato che si poteva allegare alla nuova rivista syndicom un giornale per i Pensionati. Peccato che esca solo sei volte all’anno. Riteniamo di essere parzialmente soddisfatti del «Bollettino Pensionati». La dichiarazione del responsabile della Comunicazione Christian Capacoel che la nuova «Rivista syndicom» è molto apprezzata mi sembra alquanto azzardata in quanto non è stato dato seguito a nessun sondaggio tra i nostri membri. Chiediamo pertanto di procedere al più breve a un sondaggio tra i membri pensionati e attivi. Questo sondaggio si dovrà fare su rivista, bollettino Pensionati e web. Concordo che in democrazia il Congresso del 2017 avesse scelto questo cambiamento, ma bisognerà ancora chinarsi su questo problema. Credo che modernizzare l’informazione sia un bene ma non si deve stravolgerla. Le nostre critiche sono state comprese e si è deciso di inserire nella «Rivista syndicom» il nostro giornale informativo. A quanto sembra il collega J. J. Maillard ha dichiarato sul quotidiano «Le Courrier» che il suo articolo sia stato modificato e in parte censurato. Secondo la redazione era troppo lungo. E no così non va, i signori del Dipartimento della Comunicazione non si possono permettere di modificare o censurare perché fino a prova contraria noi membri siamo il datore di lavoro…..!!! Credo pure che 2500 caratteri per un articolo siano pochi, forse ne discuteremo ancora prossimamente. • Bubi Caro collega Bubi La constatazione che la rivista è apprezzata si basa sui numerosi feedback che riceviamo. Questi ultimi prevalgono ampiamente sebbene riceviamo anche qualche critica che prendiamo sempre seriamente. Ci siamo già ripromessi di adattare puntualmente la rivista perché vogliamo continuare a svilupparci. È inoltre previsto un sondaggio tra i membri, non abbiamo ancora deciso in che misura avverrà e quali metodi applicheremo. Per quanto riguarda il web è previsto un rilancio della pagina dei pensionati. Come vedi non stiamo fermi. Il fatto che gli articoli vengano tagliati capita di continuo. Lo spazio a disposizione è limitato. I tagli dipendono quindi dalle circostanze. Il citato articolo del collega Maillard è stato in compenso pubblicato integralmente sul web. Ed è quanto intendiamo fare sempre di più in futuro. Testi più brevi ma in compenso più vari su carta e più spazio per i dibattiti sul web. Sono felice di poter continuare la collaborazione anche se nella comunicazione non è semplice soddisfare tutte le esigenze dei nostri membri. Accogliamo pertanto volentieri qualsiasi tipo di suggerimento. L’ideale è farlo all’indirizzo kommunikation@syndicom.ch. Cordiali saluti • Christian Capacoel, Responsabile della comunicazione lA LETTRE Promemoria per il personale al beneficio della pensione della Posta: l’ultima possibilità di usufruire dei buoni della Posta è il 31 dicembre 2020. Rappel pour le personnel à la retraite de la Poste : la dernière possibilité de bénéficier des bons de la Poste suisse est le 31 décembre 2020. Erinnerung für pensionierte Mitarbeitende der Post: die letzte Gelegenheit, von den Gutscheinen der Post zu profitieren, ist der 31. Dezember 2020. Le double visage de Jan Tschichold Révolutionnaire typographique en 1925, révisionniste en 1938, chantre du classicisme dès les années quarante, voilà résumé l’itinéraire de Jan Tschichold, personnalité hors du commun. Laquelle a inscrit son nom dans l’histoire de l’imprimerie, grâce à son rôle de chef de file des avant-gardistes. Né en 1902 à Leipzig, il avait l’écriture, voire la typographie, dans le sang. Une vocation renforcée par un père peintre en lettres et l’environnement culturel de la ville. Ainsi, à l’âge de 12 ans, il a l’occasion de visiter l’Exposition mondiale des métiers du livre et des arts graphiques (Bugra). Il y retourne à plusieurs reprises, en profite pour découvrir l’écriture d’autres civilisations. Ses loisirs, l’adolescent les consacre à différents exercices de dessin et de calligraphie … Son rêve : devenir professeur de dessin. Pour atteindre cet objectif, il fréquente, durant trois années, l’Ecole normale d’instituteurs. A 17 ans, il entreprend des études à l’Académie des arts appliqués et des métiers du livre de Leipzig. Ensuite, il s’installe comme designer indépendant et devient conseiller typographique d’une imprimerie. Et c’est le choc ! La première exposition des travaux du Bauhaus, à Weimar, en juillet 1923, l’impressionne, le fascine. Très rapidement, il comprend qu’une importante rénovation artistique vient d’être mise sur orbite. Dans son travail typographique, il ne se fait pas faute d’assimiler et de développer le style général qu’il a vu accroché aux cimaises. L’esthétique présentée est révolutionnaire : disposition asymétrique de la composition, utilisation exclusive des caractères grotesques (sans empattements). Parallèlement, il entre en contact avec les constructivistes et les rénovateurs, avec des artistes russes et polonais. Il fait la connaissance de László Moholy-Nagy, se lie d’amitié avec lui … En 1925, Jan Tschichold patronne la publication d’un numéro spécial des Typographische Mitteilungen. Titre choisi : « Typographie élémentaire ». Ce cahier exceptionnel, où s’expriment plusieurs créateurs graphiques, le propulse au premier plan. Il devient la personnalité de référence de ce que l’on ne tardera pas à appeler « la nouvelle typographie ». On verra, dans un prochain billet, le spectaculaire retournement, c’est-à-dire l’autre face de cette œuvre historique. • Roger Chatelain
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