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Diesel 2022-09

EVENTI Beyond Iveco Group: In scena, all’Ogr di Torino. Regia di Fpt mcTER: Ci hanno raccontato l’idrogeno dalla A alla Z EMISSIONI Cummins: I consigli per consumare e inquinare meno DIESEL MARE - INTERVISTE Fpt Industrial: Con Guglielmo Tummarello Volvo Penta: Il resoconto di Andrea Piccione Scania: Paolo Carri e Riccardo Moraglia. Ci si tuffa nel diporto Rama Marine: Marco Chezzici parla di Oxe IDROGENO Man: Dual fuel GRANDANGOLO Yanmar: Il 6LY440 per quegli americani di Lyman-Morse COMPONENTI Saim Marine: Quante nuove! GerrisBoats: Tender e taxi elettrici Honitech: Hob sale a bordo RUBRICHE Editoriale; Hi-tech; Automotive; VeT Network; Oem&Motori (De Antonio Yachts)

EVENTI
Beyond Iveco Group: In scena, all’Ogr di Torino. Regia di Fpt
mcTER: Ci hanno raccontato l’idrogeno dalla A alla Z
EMISSIONI
Cummins: I consigli per consumare e inquinare meno
DIESEL MARE - INTERVISTE
Fpt Industrial: Con Guglielmo Tummarello
Volvo Penta: Il resoconto di Andrea Piccione
Scania: Paolo Carri e Riccardo Moraglia. Ci si tuffa nel diporto
Rama Marine: Marco Chezzici parla di Oxe
IDROGENO
Man: Dual fuel
GRANDANGOLO
Yanmar: Il 6LY440 per quegli americani di Lyman-Morse
COMPONENTI
Saim Marine: Quante nuove!
GerrisBoats: Tender e taxi elettrici
Honitech: Hob sale a bordo
RUBRICHE
Editoriale; Hi-tech; Automotive; VeT Network; Oem&Motori (De Antonio Yachts)

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SETTEMBRE<br />

N°9 <strong>2022</strong><br />

ANNO 35°<br />

EURO 5,00<br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

Grifone<br />

marino<br />

Scania si tuffa in acqua. Al Salone di Genova - Man promuove l’idrogeno sul D2862 - Prosegue l’idillio<br />

tra Rama e Oxe - Abbiamo tastato il polso ai big: Fpt Industrial e Volvo Penta - Yanmar fa “l’Americano”<br />

- Nel paniere di Saim Marine - Il resoconto del mcTER - Beyond: le grandi manovre del Gruppo Iveco


Fai<br />

Settembre <strong>2022</strong><br />

IDROGENO<br />

26. Basta annunci, Man Engines è<br />

passata alle vie di fatto. L’Hydrocat 48<br />

ha un’anima a doppio combustibile, tra<br />

cui l’idrogeno. Merito dei D2862<br />

dieselweb.eu<br />

26<br />

rotta<br />

verso<br />

10<br />

nord<br />

OLTRE UN SECOLO DI<br />

INGEGNERIA NAUTICA<br />

scandinava.<br />

La nostra linea di motori nelle potenze da 700<br />

a 1.150 CV è ora disponibile anche nel segmento<br />

yacht da diporto per uso privato e charter.<br />

Che si tratti di un open sportivo, di un filante<br />

double deck o di un solido explorer, le caratteristiche<br />

di estrema durata e operatività dei motori marini<br />

Scania contribuiscono ad offrire prestazioni eccezionali,<br />

elevata sicurezza e bassi consumi al tuo yacht.<br />

34<br />

24<br />

36<br />

EVENTI<br />

10. Beyond Iveco Group: In scena,<br />

all’Ogr di Torino. Regia di Fpt<br />

14. mcTER: Ci hanno raccontato<br />

l’idrogeno dalla A alla Z<br />

EMISSIONI<br />

18. Cummins: I consigli per<br />

consumare e inquinare meno<br />

DIESEL MARE<br />

21. Copertina interna<br />

INTERVISTE<br />

22. Fpt Industrial: Con Guglielmo<br />

Tummarello<br />

24. Volvo Penta: Il resoconto di<br />

Andrea Piccione<br />

LE RISPOSTE DI<br />

LUGLIO/AGOSTO<br />

Il bando all’endotermico nel<br />

2035 subirà una deroga?<br />

30. Scania: Paolo Carri e Riccardo<br />

Moraglia. Ci si tuffa nel diporto<br />

34 Rama Marine: Marco Chezzi<br />

ci parla di Oxe<br />

IDROGENO<br />

26. Man: Dual fuel<br />

GRANDANGOLO<br />

36. Yanmar: Il 6LY440 per quegli<br />

americani di Lyman-Morse<br />

COMPONENTI<br />

40. Saim Marine: Quante nuove!<br />

42. GerrisBoats: Tender e taxi elettrici<br />

43. Honitech: Hob sale a bordo<br />

RUBRICHE<br />

4. Editoriale 6. Hi-tech 8. Automotive<br />

44. VeT Network 50. Oem&Motori<br />

IL SONDAGGIO<br />

DEL MESE<br />

Le dimissioni di Draghi cadono in<br />

un momento inopportuno?<br />

SEGUICI SUI<br />

SOCIAL:<br />

56%<br />

sì<br />

44%<br />

no<br />

Rispondi su<br />

www.dieselweb.eu<br />

Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono basate su un campione scientifico<br />

3


di Fabio Butturi<br />

SALONE DI BELLEZZA<br />

Cosa si muove nel diporto? Nel<br />

panorama italiano il termometro<br />

è la Lanterna, dove Marco Bucci<br />

indossa la fascia tricolore per il<br />

secondo mandato e il quartiere<br />

fieristico beneficia di investimenti per<br />

oltre 8,3 milioni sul periodo 2021-2028. A<br />

settembre i primi effetti tangibili: la banchina<br />

F potrà ospitare un massimo di 10 barche di<br />

28 metri di lunghezza. Alcuni dati per valutare<br />

lo stato di salute del mercato, estratti dalla<br />

pubblicazione “L’Italia in 10 selfie 2021”,<br />

frutto del lavoro di ricerca e indagine condotto<br />

da Fondazione Symbola. L’Italia è leader per<br />

saldo commerciale, con più di 2 miliardi di<br />

dollari (2,2), davanti a Regno Unito (1,5),<br />

Paesi Bassi (1,4), Germania (0,7) e Polonia<br />

(0,5), ed è tra i maggiori esportatori, seconda<br />

solo ai Paesi Bassi, davanti a Regno Unito,<br />

Stati Uniti, Francia e Germania. La nautica<br />

Made in Italy conta un fatturato globale<br />

di 4,78 miliardi di euro, di cui 1,64 nel<br />

mercato interno, e 23.510 addetti diretti, che<br />

diventano oltre 180.000 considerando tutta la<br />

filiera. E la transizione, come si declina negli<br />

ambienti acquatici? Su questo numero trovate<br />

l’esempio dell’italianissima GerrisBoats, che<br />

progetta tender, taxi e limousine a trazione<br />

elettrica. Per spostarsi su tonnellaggi più<br />

gravosi bisogna sfogliare il servizio su<br />

Windcat Workboats e sui D2862 LE448 dualfuel<br />

di Man Engines, dove entra in gioco<br />

l’idrogeno. Per il resto sappiamo che c’è tanto<br />

fermento, che l’ammoniaca sarebbe ideale<br />

proprio per l’idrogeno e che è nel mirino<br />

della nautica da lavoro, con tutti i rischi<br />

correlati. C’è anche il metanolo, come ponte<br />

per l’idrogeno, più agevolmente replicabile<br />

nel diporto. Le barche che trovate ancorate<br />

alla banchina F del Porto Antico di Genova<br />

sono ancora prevalentemente colonizzate da<br />

motori endotermici.<br />

4<br />

The power to bring you here.


6<br />

AS LABRUNA. 50 CANDELINE SULLA TORTA DELLA DECARBONIZZAZIONE<br />

“E il mare è<br />

sempre più blu”<br />

Libera citazione di Rino Gaetano per AS, splendida cinquantenne come il suo timoniere,<br />

Massimo Labruna, che di anni ne ha 47. Per festeggiare questo traguardo dal forte valore<br />

simbolico, al Castello Carlo V di Monopoli si sono incontrati i cervelli pensanti della motoristica,<br />

della nautica e della politica locale a discutere di “Blue Economy e transizione ecologica”<br />

Riparati dai 36 gradi dalle<br />

candide mura del Castello<br />

Carlo V, Massimo<br />

Labruna ha celebrato l’azienda<br />

di famiglia. L’anno di nascita<br />

risale al 1971, da allora<br />

AS Labruna si è sviluppata<br />

a macchia d’olio nel Mediterraneo,<br />

diventando l’alfiere<br />

di Fpt Industrial nel Mare Nostrum.<br />

Sovrascritto al registro<br />

dieselistico, nel dna di AS è<br />

impressa l’evoluzione postfossile,<br />

a partire dall’ibrido.<br />

È ora di coniugare al presente<br />

indicativo, cioè all’incontro<br />

di venerdì 22 luglio, a Monopoli.<br />

L’esordio spetta proprio<br />

al padrone di casa, nelle vesti<br />

di delegato Blue Economy<br />

di Confindustria Bari-Bat<br />

(Provincia di Barletta Andria<br />

Trani). «La blue economy e<br />

la transizione ecologica di<br />

per sé sono due slogan, dobbiamo<br />

renderle sostenibili,<br />

anche temporalmente. Il limite<br />

al termico nello stradale<br />

comporterà una svolta anche<br />

nella nautica, che è intimamente<br />

legata all’ambiente.<br />

È compito dell’imprenditore<br />

esplorare e scoprire idee nuove,<br />

per svolgere il suo ruolo<br />

pionieristico. Research and<br />

Markets stima il valore del<br />

mercato poco sotto i 5 milioni<br />

di dollari (nel 2021) con<br />

una previsione di crescita a<br />

10,15 miliardi di dollari entro<br />

il 2027. Solo in Italia ci sono<br />

570mila imbarcazioni potenzialmente<br />

riconvertibili».<br />

Segue un’esternazione rivelatrice:<br />

«Il tessuto industriale<br />

pugliese nautico è forte». Perché<br />

rivelatrice? Per comprendere<br />

la solidità del comparto<br />

locale e la genesi della stessa<br />

AS Labruna, bisogna usare il<br />

grandangolo. Da queste parti<br />

il mare non si riduce a una<br />

cartolina, la pesca e il diporto<br />

sono pratica esistenziale. La<br />

Puglia rappresenta oltretutto il<br />

valore aggiunto industriale del<br />

Mezzogiorno. Secondo Giuseppe<br />

Danese, presidente del<br />

distretto della nautica Puglia,<br />

enfatizza il valore delle 300<br />

imprese pugliesi associate,<br />

dalle 70 iniziali del 2010. La<br />

Puglia è all’ottavo posto nella<br />

classifica degli ormeggi in<br />

Italia, con 11.700 posti barca,<br />

comunque deficitari rispetto<br />

alle esigenze turistiche del territorio.<br />

L’auspicio di Danese è<br />

che i porti si connettano con<br />

il territorio per fare sistema<br />

(enogastronomia, musei, città<br />

d’arte, entroterra). Sergio<br />

Fontana, Presidente Confindustria<br />

Bari-Bat, ha valorizzato<br />

il contributo di AS Labruna<br />

e delle imprese pugliesi nella<br />

creazione di valore aggiunto,<br />

regolarizzando le posizioni<br />

contrattuali, producendo quindi<br />

salari e ottemperando agli<br />

obblighi fiscali.Virando infine<br />

decisamente verso l’aggiornamento<br />

tecnologico e la decarbonizzazione.<br />

A questo punto ci concentriamo<br />

sul parterre de roi motoristico.<br />

Il meglio di quest’area,<br />

tecnologica e culturale, che<br />

tra le altre eccellenze vanta il<br />

Politecnico di Bari e il Centro<br />

ricerca e sviluppo della<br />

Magneti Marelli, attualmente<br />

Bosch. Cominciamo da<br />

Fabio Rigon, di Fpt Industrial,<br />

che sottolinea l’impegno<br />

nella continua riduzione<br />

dell’impatto emissivo, anche<br />

con i combustibili alternativi,<br />

come l’Hvo, oltre a idrogeno<br />

ed elettrificazione, incluse le<br />

partnership in corso d’opera<br />

per lo smaltimento delle batterie.<br />

Giovanni Bruni, Isotta<br />

Fraschini Motori, evidenzia<br />

che le aziende hanno bisogno<br />

di energia, e che l’azienda del<br />

Gruppo Fincantieri è orientata<br />

ad assolvere a questa funzione<br />

non solo con il diesel. Stanno<br />

sviluppando un endotermico<br />

al 100 per cento a idrogeno. Il<br />

passaggio successivo saranno<br />

le celle a combustibile. È in<br />

corso anche un progetto ibrido<br />

con fuel cell, motore termico<br />

e batterie, per un rimorchiatore.<br />

Mariano Negri, per Cmd,<br />

è un alfiere dell’ibridizzazione<br />

della nautica (vedi il Blue<br />

Hybrid). Promuove l’idrogeno<br />

e manifesta qualche perplessità<br />

sulla diffusione “endemica”<br />

dell’elettrificazione totale della<br />

linea d’asse.<br />

Si chiamano Bhp19 e Bhp22 i caricabatterie di bordo per applicazioni nautiche, freschi di<br />

immersione all’Electric & Hybrid Marine Expo Europe di Amsterdam. Se vi siete addentrati tra<br />

i padiglioni del Rai, li avete trovati allo stand Edn, che fa parte della grande famiglia di Mta<br />

La rivoluzione copernicana<br />

delle applicazioni<br />

elettriche da un lato semplifica<br />

l’architettura, dall’altro<br />

introduce nuovi elementi, anche<br />

a bordo barca. Edn, per<br />

esempio, vi dice nulla? Si<br />

tratta di un’azienda italiana<br />

specializzata nei caricabatteria<br />

di bordo (Obc) e nei convertitori<br />

di potenza destinati<br />

a mezzi elettrici ed ibridi. Se<br />

non vi bastasse, sappiate che<br />

è parte del Gruppo Mta, ed è<br />

fresca reduce dall’Electric &<br />

Hybrid Marine Expo Europe,<br />

una delle avanguardie della<br />

EDN E I CARICABATTERIE DI BORDO<br />

Densità è energia<br />

elettrificazione nelle applicazioni<br />

nautiche. All’interno<br />

dell’attuale offerta di Edn<br />

per la nautica, i prodotti di<br />

punta sono il caricabatteria<br />

di bordo Bhp19, destinato al<br />

mercato nordamericano, e il<br />

Bhp22, concepito invece per<br />

quello europeo. I due sistemi,<br />

il Bhp19 e il Bhp22, si distinguono<br />

per una tecnologia<br />

di conversione che migliora<br />

la densità di potenza e la potenza<br />

specifica, e per la loro<br />

bidirezionalità che consente il<br />

flusso di energia in due direzioni:<br />

da e verso la batteria.<br />

Questa caratteristica permette<br />

loro di poter essere impiegati<br />

in applicazioni quali la V2L<br />

(vessel to load) dove l’Obc<br />

viene utilizzato come inverter<br />

per alimentare carichi in<br />

corrente alternata all’interno<br />

dell’imbarcazione. Bhp19 e<br />

Bhp22 hanno inoltre, rispetto<br />

ai precedenti prodotti di Edn,<br />

peso e volumi inferiori, rispettivamente<br />

del 30 e del 25 per<br />

cento, e la densità di potenza<br />

è stata aumentata del 35 per<br />

cento. Bhp19 e Bhp22 si caratterizzano<br />

per l’isolamento<br />

galvanico che assicura una<br />

YANMAR POWER TECHNOLOGY: L’SCR FINISCE SULLA APP<br />

Yanmar Power Technology fornisce l’Scr con funzionalità<br />

connesse e un’app di gestione dedicata. Le navi in mare<br />

generalmente non dispongono di un ambiente IT ben<br />

sviluppato e ridurre il tempo dedicato alla gestione a<br />

bordo può essere una sfida. Yanmar Power Technology<br />

ha migliorato l’efficienza a bordo sviluppando un sistema<br />

che fornisce connettività tramite smartphone. Il pannello<br />

di controllo del sistema Scr sviluppato da Yanmar dispone<br />

di una porta Usb che può essere utilizzata per collegarlo a<br />

uno smartphone, consentendo di archiviare le informazioni<br />

di bordo nel cloud tramite un’applicazione dedicata. L’app<br />

consente inoltre di verificare i risultati della diagnosi delle<br />

prestazioni e le notifiche sui tempi di manutenzione anche<br />

in ambienti di bordo privi di accesso a Internet. Yanmar sta<br />

promuovendo l’implementazione di questo sistema per ridurre<br />

il tempo che gli equipaggi devono dedicare alla gestione<br />

della nave attraverso l’uso dell’Ict e proponendo un’adeguata<br />

manutenzione in base alle effettive condizioni di utilizzo, per<br />

GARMIN AUTO GUIDANCE+<br />

netta separazione del mezzo<br />

dalla rete, garantendo la massima<br />

sicurezza operativa.<br />

Garmin è provvidenziale anche in acqua, non solamente<br />

per districarsi nel traffico veicolare. Auto Guidance+1 è ora<br />

disponibile nell’applicazione Boating di Navionics 2. Tra le<br />

funzioni, il miglioramento dei tempi di calcolo delle rotte,<br />

per partire in modo più rapido. Le impostazioni relative<br />

all’altezza consentono di suggerire rotte per le barche a<br />

vela e per le imbarcazioni di grandi dimensioni basate<br />

sull’ingombro totale durante la navigazione di canali,<br />

insenature, ingresso di porti turistici e altro ancora.<br />

Le impostazioni della distanza dalla costa tengono conto<br />

anche di quelle acque poco profonde che potrebbero<br />

essere distanti dalla riva, come ad esempio le secche.<br />

I waypoint illimitati consentono ai diportisti e ai pescatori di<br />

contrassegnare punti di interesse importanti lungo la rotta.<br />

una navigazione sicura dei mari. In risposta alla richiesta di<br />

conformità alle normative sulle emissioni, questo pannello<br />

di controllo del sistema Scr fornisce la gestione del motore<br />

e del sistema Scr in un unico pacchetto per conformarsi alle<br />

normative sulle emissioni di NOx. Inoltre, la centrale del<br />

sistema Scr può archiviare i dati di funzionamento del sistema<br />

nel cloud collegando uno smartphone al sistema tramite una<br />

porta Usb sulla centrale, consentendo la gestione centralizzata<br />

dei dati di diagnosi delle prestazioni. Quando uno smartphone<br />

con l’applicazione dedicata “Yanmar Shipsweb Smart-Link”<br />

installata è collegato al sistema, si collegherà ai dati operativi,<br />

inclusi i dati del motore. Quindi, quando il sistema è online, si<br />

collegherà al servizio cloud fornito da Yanmar Engineering.<br />

Anche in un ambiente offline, l’applicazione può accedere ai<br />

dati di diagnosi delle prestazioni archiviati e possono essere<br />

ricevute notifiche di manutenzione periodica, consentendo di<br />

organizzare in anticipo ricambi e manutenzione, supportando<br />

una pianificazione operativa stabile.<br />

7


di Monica Leonardi<br />

Potenza Per<br />

migliorare la resa<br />

Più potenza. Maggiore produttività. Maggiore operatività. Meno complessità.<br />

I motori Performance Series Cummins offrono vantaggi sia agli agricoltori<br />

che ai produttori di apparecchiature. Maggiore potenza significa maggiore<br />

capacità della macchina. Un design più semplice significa installazione e<br />

manutenzione più semplice.<br />

performance<br />

series<br />

C<br />

’è chi sbatte le porte<br />

dopo lo stop di Bruxelles<br />

ai motori endotermici<br />

dal 2035. Come Carlos Tavares,<br />

Ceo di Stellantis. E chi<br />

fa l’indifferente: “business as<br />

usual”. L’inglese è di fatto la<br />

lingua ufficiale nei palazzi di<br />

Mercedes-Benz a Stoccarda e<br />

l’approccio cool alla situazione<br />

ribadisce la visione globale<br />

del marchio. Non a caso il suv<br />

compatto Glc è divenuto, col<br />

tramontare della Classe C in<br />

versione sedan, berlina non<br />

si può più sentire, il prodotto<br />

“bread-and-butter”, nonostante<br />

i salati listini (in Italia da<br />

50mila euro). Quindi: nel presentare<br />

la Glc MY23 si sottolinea<br />

il successo dell’Eqc, il<br />

gemello full electric posizionato<br />

30mila euro più in alto,<br />

e poi si va al sodo. Perché<br />

il 2035 è ancora lontano e<br />

non esiste soltanto il mercato<br />

dell’Unione Europea.<br />

Ibridi a gasolio<br />

Ecco quindi spuntare nel line-up<br />

di Stoccarda due ibridi<br />

a gasolio, centrati sul 4<br />

8<br />

CHI HA DETTO STOP AGLI ENDOTERMICI?<br />

Due ibridi per<br />

Mercedes<br />

Per il suv compatto Glc, a Stoccarda<br />

schierano non uno, ben due diesel: hybrid<br />

e plug-in hybrid. Pressione a 2.700 bar, due<br />

Vgt e centralina apposita per il solo elettrico<br />

cilindri due litri OM654M,<br />

dove la lettera finale (M sta<br />

per “modified”) ci ricorda<br />

l’inserimento nella catena cinematica<br />

dell’Isg (Integrated<br />

starter generator), l’alternatore-starter.<br />

In questa seconda<br />

generazione si sono aggiunti<br />

il recupero di energia in frenata<br />

e la possibilità di “veleggiare”<br />

a motore spento.<br />

L’OM654M è lo stesso della<br />

Classe C MY22 con cilindrata<br />

maggiorata a 1.993 centimetri<br />

cubici, pressione d’iniezione<br />

del gasolio portata<br />

a 2.700 bar, due turbine a geometria<br />

variabile raffreddate<br />

ad acqua. Idem per l’impianto<br />

di scarico con doppio catalizzatore<br />

Scr e dosaggi separati<br />

dell’iniezione di AdBlue.<br />

Risultato, per la Glc 220d<br />

ibrida si parla di 197 cavalli<br />

di potenza a 3.600 giri e 440<br />

Newtonmetro di coppia, con<br />

un boost elettrico da 23 cavalli<br />

e 200 Newtonmetro per<br />

emissioni Wltp comprese tra<br />

136 e 155 g/km.<br />

Notevoli i dati del plug-in<br />

hybrid Glc 300de, con batteria<br />

da 31,2 kWh che garantisce<br />

oltre 100 chilometri di<br />

percorrenza in elettrico. La<br />

potenza complessiva sale a<br />

Mercedes<br />

ripropone nella<br />

sua segmentazione<br />

la declinazione<br />

diesel-elettrica.<br />

Sempre più<br />

efficiente e<br />

sofisticata.<br />

245 cavalli (335 cavalli col<br />

boost) e la coppia a 750 Nm<br />

con emissioni Wltp di 13-17<br />

g/km. Inoltre due software<br />

ad hoc trasformano la Glc in<br />

un “coltellino svizzero” della<br />

mobilità green. Il primo consente<br />

di “bloccare” il livello<br />

di carica della batteria per<br />

garantirsi l’intera autonomia<br />

elettrica nel percorso di avvicinamento<br />

a un’area Lez,<br />

o Zez (Low Emission o Zero<br />

Emission Zone) così da potervi<br />

circolare senza problemi<br />

come si trattasse di un veicolo<br />

elettrico convenzionale.<br />

Come se fosse elettrico<br />

L’altro, per zone urbane o<br />

nel commuting quotidiano, di<br />

usare il Glc come full electric<br />

inibendo, entro i limiti di<br />

capacità della batteria, l’azionamento<br />

del motore a combustione,<br />

comunque attivabile<br />

per emergenze premendo a<br />

fondo sull’acceleratore; unico<br />

limite (ridicolo fuori dalla<br />

Germania), il non poter superare<br />

i 140 orari in trazione<br />

elettrica.<br />

©<strong>2022</strong> Cummins Inc.


Automotive<br />

Non chiamateli Tech<br />

Days, come suggerirebbe<br />

il recente passato.<br />

Beyond - Iveco Group<br />

Days è stata l’espressione<br />

dell’identità corporate di<br />

Iveco Group. A proposito di<br />

“brand identity”, Francesco<br />

Tanzi, il Chief fiancial officer,<br />

ha puntualizzato che<br />

nel corso del <strong>2022</strong> il Gruppo<br />

investirà 450 milioni di<br />

euro in ricerca e sviluppo,<br />

solo in Italia. Fpt Industrial<br />

si è calata perfettamente nel<br />

ruolo di “play maker” di una<br />

compagine squisitamente automotive,<br />

senza avere mai<br />

10<br />

BEYOND IVECO GROUP DAYS. Fpt Industrial e la rete delle alleanze<br />

UNITI<br />

SI VINCE<br />

In un mese insolitamente segnato dalle elezioni politiche, potrebbe echeggiare come uno<br />

slogan elettorale. In realtà è l’essenza dell’appuntamento che si è tenuto alle Officine grandi<br />

riparazioni di Torino. Il Gruppo Iveco, di cui Fpt Industrial è il ganglio vitale, ha ricamato una<br />

fitta trama di alleanze per fare sue le sfide della digitalizzazione e della decarbonizzazione<br />

rinnegato la vocazione offroad.<br />

Sicuramente non intende<br />

rinunciare ai crediti maturati<br />

nel biometano, come simbolicamente<br />

enfatizzato dal Barolo<br />

Vigna La Rosa in mano<br />

a Farinetti, la prima bottiglia<br />

con il contributo dell’F28 a<br />

biometano, che equipaggia<br />

il New Holland TK Methane<br />

Power. Anche senza scomodare<br />

il prefisso “bio”, c’è poi<br />

l’accordo con Blue Energy<br />

Motors, che riguarda i primi<br />

camion a gas naturale liquefatto<br />

che circoleranno in India,<br />

alimentati dagli N67 NG<br />

conformi al Bharat VI. Ab-<br />

biamo approfittato del dietro<br />

le quinte, in queste giornate<br />

di luglio alle Officine grandi<br />

riparazioni di Corso Castelfidardo,<br />

immersi in una quinta<br />

scenografica di “pietra viva”<br />

che ci ha riportati all’Arsenale<br />

di Venezia. Ci siamo seduti<br />

al tavolo con Sylvain Blaise,<br />

che esattamente nell’ottobre<br />

del 2021 si è insediato alla<br />

guida di Fpt Industrial. Nel<br />

frattempo, Iveco Group ha<br />

cominciato a camminare con<br />

le sue gambe, Fpt con lui, e<br />

sui confini orientali dell’Europa<br />

si è accesa la miccia<br />

bellica e l’Unione Europea<br />

ha varato REPowerEU. Ecco,<br />

ne approfittiamo per chiedere<br />

l’opinione di Blaise su questo<br />

provvedimento. Potrà forse<br />

consacrare il biometano come<br />

combustibile della svolta, non<br />

solo per il riscaldamento, anche<br />

per l’autotrazione?<br />

«L’attuale tendenza geopolitica<br />

sollecita un grande<br />

risveglio nella direzione<br />

dell’indipendenza energetica»<br />

premette Blaise. «Vedo<br />

l’opportunità di accelerare il<br />

percorso che abbiamo avviato,<br />

ma se si guarda al piano<br />

a breve termine non è certamente<br />

in grado di soddisfare<br />

In primo piano, l’F28, <strong>Diesel</strong> of the year<br />

2020, che si presenta anche in chiave<br />

ibrida e compatibile al biometano.<br />

Chi ha avuto la possibilità di mettersi in mostra all’Ogr?<br />

A firma Iveco, c’erano l’e-Daily, integralmente elettrico, il<br />

prototipo e-Daily a fuel cell da 7,2 tonnellate, con un sistema<br />

di celle a combustibile integrato. Il veicolo è attualmente in<br />

fase di test dell’autonomia aggiuntiva fornita dal sistema<br />

a idrogeno, che dovrebbe alimentare il veicolo fino a 350<br />

chilometri. Non poteva mancare l’S-Way, erede dello<br />

Stralis, presente in versione Plus Autonomous Driving: I<br />

suoi sensori monitorano l’ambiente circostante, rilevano<br />

gli ostacoli e mappano il profilo stradale, adattando al<br />

contempo la traiettoria e la velocità del veicolo. Attraverso<br />

le tecnologie Vehicle-to-Everything (V2X), può interagire<br />

con altri veicoli e infrastrutture autostradali. C’era anche il<br />

Natural Gas, versione Amazon, che può funzionare al 100<br />

percento con il biometano ed è dotato di sistema Driver Pal.<br />

L’assistente vocale Alexa integrato può essere utilizzato per<br />

pianificare i percorsi, controllare lo stato di manutenzione<br />

e richiedere assistenza, informazioni sul traffico e<br />

previsioni del tempo. Nikola Tre, in versione elettrica a<br />

batteria presenta un’autonomia fino a 500 chilometri e<br />

un tempo di ricarica di circa 100 minuti, in versione celle<br />

l’intero fabbisogno di gas<br />

dell’Europa. Nel medio-lungo<br />

termine, REPowerEU potrebbe<br />

però essere un acceleratore<br />

della transizione energetica.<br />

Il gas per il trasporto rappresenta<br />

una frazione limitata del<br />

consumo di gas in Europa, ma<br />

credo che se non altro il gas<br />

sia entrato a far parte dell’agenda.<br />

Il gas naturale fa parte<br />

del nostro dna, siamo leader<br />

nei sistemi di propulsione con<br />

questa alimentazione e la vediamo<br />

come parte integrante<br />

del mix futuro. Anche quando<br />

si ragiona di idrogeno, lo facciamo<br />

in termini di applicazione<br />

al motore a combustione<br />

interna, sulla base del nostro<br />

Sylvain Blaise (nella foto qui sopra) ha<br />

sottolineato come sia necessario affrontare<br />

il percorso verso la sostenibilità in modo<br />

olistico, con una visione completa del ciclo<br />

E guarda chi c’è!<br />

combustibile ha un’autonomia di 800 chilometri e un tempo<br />

di rifornimento inferiore a 20 minuti. Il Magirus Wolf R1 è<br />

un veicolo totalmente elettrico per operazioni antincendio<br />

e di recupero. Il Daily Access, Methane Power è l’ultima<br />

novità della famiglia Daily Minibus. L’E-Way è un autobus<br />

urbano elettrico, distribuito in oltre 600 unità in 8 paesi<br />

europei. Fanno vibrare le nostre corde il modello in scala<br />

dell’ePowertrain Plant, che sarà inaugurato in autunno. Il<br />

Cursor 16 1000 è l’alfiere dei motori marini, l’F28, il <strong>Diesel</strong><br />

of the year 2020, era presente in formato ibrido. C’era<br />

l’Industrial Battery Pack, moduli Microvast per commerciali<br />

e minibus, che promettono alta densità energetica, ridotto<br />

peso della batteria e lungo ciclo di vita. L’eAxle per i pesanti<br />

garantisce elevate prestazioni, efficienza, affidabilità e un<br />

basso Tco. L’Hythane concept è un sistema di miscelazione<br />

con idrogeno, sviluppato congiuntamente con Landi<br />

Renzo. Questa soluzione può utilizzare lo stesso layout<br />

del motore a gas naturale. Infine, e-Novia ha esposto<br />

Yape, la soluzione di guida autonoma l’ultimo miglio. Yape<br />

interagisce con l’eDaily grazie alle funzionalità Driver Pal e<br />

Alexa a bordo.<br />

know-how. Per noi rappresenta<br />

un’evoluzione naturale».<br />

Sylvain Blaise ha esordito<br />

davanti alla platea di Beyond<br />

definendo definendo Fpt come<br />

“key enabler” della transizione<br />

energetica. L’essenza del<br />

suo intervento ha riguardato<br />

quattro pilastri dell’ottica di<br />

Fpt, che sostanzialmente ricalcano<br />

quelli del Cursor X: il<br />

futuro sarà caratterizzato dalla<br />

pluralità delle fonti energetiche<br />

(gas naturale e biometano,<br />

idrogeno verde, elettrificazione,<br />

assali elettrici, batterie),<br />

dalla modularità, da un approccio<br />

multi-applicazione e,<br />

per dirla all’inglese, “smart”.<br />

Chiediamo lumi. In sintesi,<br />

cosa dobbiamo attenderci? Vi<br />

anticipiamo che a far vibrare<br />

le corde è stata l’inaugurazione<br />

dello stabilimento dedicato<br />

all’elettrificazione, proprio<br />

all’ombra della Mole. Infatti<br />

«vorrei cominciare dal tema<br />

dell’elettrificazione» ci conferma<br />

il President della BU<br />

Powertrain, «perché inaugureremo<br />

lo stabilimento per<br />

l’elettrificazione, qui a Torino.<br />

Inoltre, insieme a Nikola<br />

disponiamo dei veicoli pesanti<br />

elettrici, e gli eAxle sono in<br />

produzione da qualche mese.<br />

L’impianto è stato completamente<br />

rinnovato, perché l’essere<br />

in continua evoluzione<br />

fa parte della nostra storia,<br />

proprio là dove sono le nostre<br />

radici e la mente del powertrain.<br />

In questa cornice<br />

trovate lo stato dell’arte in<br />

termini di industrializzazione<br />

e di implementazione dei<br />

processi per l’Industria 4.0 e<br />

lo sviluppo dell’IoT. Questo<br />

stabilimento sarà “carbon<br />

neutral” fin dal primo giorno.<br />

Abbiamo assali per i veicoli<br />

pesanti, entro l’anno sarà la<br />

volta dei Daily elettrici, della<br />

linea di batterie, con 1,4 GW<br />

di capacità, e alcune applicazioni<br />

per autobus».<br />

A tenere banco è l’accordo<br />

siglato con Blue Energy Motors<br />

per la messa in servizio<br />

in India, entro fine anno, dei<br />

primissimi camion a gas naturale<br />

liquefatto, alimentati<br />

dagli N67 NG, conformi<br />

al Bharat VI. Questi motori<br />

usciranno dalle linee torinesi.<br />

Abbiamo chiesto a Anirudh<br />

Bhuwalka, amministratore<br />

delegato dell’azienda di Pune,<br />

di abbozzare un affresco dei<br />

mercati camionistici europeo,<br />

nordamericano e indiano.<br />

«Il mercato indiano dei camion<br />

è molto diverso da<br />

quello europeo e da quello<br />

americano. Le distanze medie<br />

che si percorrono in Europa<br />

e in Nord America sono approssimativamente<br />

di 1.200<br />

chilometri al giorno; in India<br />

la distanza massima percorsa<br />

11


da un veicolo pesante è di circa<br />

350 chilometri. Pertanto, i<br />

requisiti di potenza sono molto<br />

diversi. Nei Paesi in via di<br />

sviluppo il rapporto peso/potenza,<br />

se si considera il diesel,<br />

è attualmente molto più basso<br />

rispetto all’Europa e al Nord<br />

America. Bisogna considerare<br />

il comfort del conducente: gli<br />

standard in India sono molto<br />

diversi da quelli dei conducenti<br />

europei e nordamericani,<br />

che sono più elevati».<br />

La corsa all’elettrificazione<br />

avvicinerà gli standard di<br />

produzione alle esigenze degli<br />

autisti?<br />

«Le batterie sono batterie»<br />

osserva giustamente Bhuwalka,<br />

«si possono alloggiare<br />

indifferentemente in un camion<br />

europeo, americano o<br />

indiano. Penso che l’elettrificazione<br />

contribuisca a standardizzare<br />

il processo, perché<br />

le batterie stanno diventando<br />

comuni a tutti i mercati, con<br />

l’unica differenza che in Europa<br />

sono necessari almeno<br />

700 chilowatt, in India<br />

i requisiti di potenza sono<br />

inferiori. La medesima valutazione<br />

vale per la catena cinematica,<br />

anch’essa destinata<br />

a standardizzarsi. L’unica differenza<br />

che continuerà a sussistere<br />

riguarda le dimensioni<br />

della cabina, più basica per il<br />

mercato indiano».<br />

Infine, qualche nota a margine<br />

dell’accordo sull’N67<br />

NG per i camion a Gnl.<br />

«Il gas è disponibile da diverso<br />

tempo, in India. Il cambiamento<br />

riguarda proprio<br />

l’introduzione del Gnl. Fondamentalmente<br />

la disponibilità<br />

di gas per noi non costituirà<br />

un problema. Ragionando<br />

sull’approvvigionamento di<br />

gas nell’attuale contesto geopolitico,<br />

ci si rende conto<br />

che storicamente in Europa<br />

il rifornimento è avvenuto<br />

attraverso i gasdotti. L’India<br />

è in grado di spuntare prezzi<br />

molto bassi, non dipendendo<br />

da nessun gasdotto. L’allineamento<br />

in termini di politica<br />

governativa, la disponibilità<br />

di infrastrutture e altri elementi<br />

necessari per il successo<br />

della gassificazione sono<br />

tutti quanti a nostro favore.<br />

È solo una questione di tempo,<br />

a mio avviso il Gnl ha un<br />

grande potenziale negli anni<br />

a venire e cambierà le carte<br />

in tavola».<br />

E oltre il Nef?<br />

«Per i trattori da 46 a 55 tonnellate,<br />

il 6,7 litri di Fpt Industrial<br />

è il motore ideale, la<br />

miscela perfetta di dimensioni,<br />

coppia e livello di potenza.<br />

Infatti, questo motore deve<br />

generare un costo totale delle<br />

operazioni di segno positivo<br />

rispetto al diesel».<br />

Lo vedremo come retrofit?<br />

«Siamo i pionieri del gas<br />

naturale liquefatto in India,<br />

quindi il mercato è tutto da<br />

costruire. Con il passare del<br />

tempo, man mano che il Gnl<br />

si diffonderà, saranno introdotte<br />

anche soluzioni aftermarket.<br />

Sarà la fase due<br />

dell’integrazione, al momento<br />

siamo nella fase uno».<br />

Completiamo la panoramica<br />

sull’automotive pesante con<br />

la collaborazione tra Iveco<br />

Bus e Htwo, il marchio di<br />

Hyundai Motor Group per<br />

l’idrogeno. Con la collaudata<br />

tecnologia per le celle a combustibile<br />

utilizzata nei veicoli<br />

a idrogeno di Hyundai, Htwo<br />

sta espandendo la fornitura<br />

di questo sistema ad altri costruttori.<br />

Iveco Bus, si legge<br />

in una nota, sta partecipando<br />

a gare d’appalto europee per<br />

autobus alimentati con celle<br />

a combustibile, con tecnologia<br />

Htwo. Inoltre, il piano<br />

recentemente annunciato<br />

per riavviare la produzione<br />

di autobus in Italia fornirà<br />

un’ulteriore opportunità per<br />

la produzione di autobus alimentati<br />

dalle celle a combustibile<br />

di Htwo. Domenico<br />

Nucera, President Bus Business<br />

Unit di Iveco Group,<br />

ha dichiarato: «Grazie alla<br />

collaborazione con un leader<br />

del settore come Htwo,<br />

forte degli oltre 20 anni di<br />

esperienza di Hyundai nella<br />

tecnologia delle celle a<br />

combustibile a idrogeno, noi<br />

di Iveco Bus siamo in grado<br />

di rispondere rapidamente<br />

alle richieste dei clienti per<br />

veicoli a zero emissioni alimentati<br />

da una tecnologia di<br />

propulsione all’avanguardia.<br />

Abbiamo iniziato a partecipare<br />

a gare pubbliche per<br />

autobus alimentati a idrogeno<br />

e proseguiremo nei prossimi<br />

mesi, mentre continuiamo<br />

a svolgere un ruolo di primo<br />

piano nella transizione energetica<br />

del trasporto di massa<br />

in Europa».<br />

Ancora Nucera, ancora autobus,<br />

a commentare il ritorno<br />

della produzione di autobus<br />

in Italia, da parte di Iveco<br />

Goup. È pure l’occasione per<br />

enfatizzare massimamente la<br />

sinergia intra-gruppo: «Gli<br />

La centralità delle collaborazioni<br />

Nella fitta trama degli accordi tessuta dal Gruppo Iveco<br />

sono noti quello con Nikola Motor e quello con Eni. Ci<br />

siano soffermati su Blue Energy Motors e abbiamo citato<br />

la collaborazione con Hyundai Motor Company. Vale quindi<br />

la pena snocciolare qualche altro nome, a partire da Iveco<br />

Driver Pal, il frutto della collaborazione con Amazon Web<br />

Services. Si ragiona, è il caso di dirlo, con un pionieristico<br />

compagno di viaggio ad attivazione vocale che consente<br />

al conducente di interagire con il veicolo e gli altri autisti<br />

mediante i comandi vocali di Amazon Alexa. La partnership<br />

con Microvast ha avuto uno “scossone” a gennaio <strong>2022</strong>,<br />

con l’annuncio della realizzazione di un pacco batterie<br />

autobus saranno assemblati<br />

a Foggia, dove possediamo<br />

un impianto di produzione di<br />

motori». Esattamente là dove<br />

si producono gli F1 e dove<br />

sono destinati ad attecchire<br />

anche i piccoli per le applicazioni<br />

mobili industriali<br />

«Nei primi anni, e a partire<br />

dal prossimo, ci aspettiamo di<br />

produrre più di 3mila autobus<br />

completo per i Crossway a pianale ribassato per il trasporto<br />

sia urbano che interurbano. Questo pacco batterie di nuova<br />

generazione fornirà al Crossway LE fino a dieci anni di ciclo<br />

vita della batteria. Alla fine di marzo <strong>2022</strong>, il Gruppo ha<br />

siglato un memorandum d’intesa con Enel X, per esplorare<br />

una possibile collaborazione che consenta di sfruttare al<br />

meglio tutte le potenzialità della mobilità elettrica per i veicoli<br />

commerciali in Europa. Con Plus, leader nei veicoli autonomi<br />

per l’autotrasporto, Iveco ha siglato un memorandum<br />

d’intesa per lo sviluppo congiunto di veicoli commerciali a<br />

guida autonoma che integrino il sistema completo di guida<br />

autonoma all’avanguardia PlusDrive sugli S-Way.<br />

a basse e zero emissioni. In<br />

caso di positivo riscontro da<br />

parte del mercato, l’intenzione<br />

è di proseguire con un<br />

tasso annuo di 1.000 unita»<br />

ha detto Nucera. «Sulle nuove<br />

linee di montaggio di Foggia<br />

fabbricheremo anche la più<br />

moderna generazione di autobus<br />

alimentati a batterie<br />

elettriche. E ho il piacere di<br />

ricordare che le attività di<br />

ricerca e sviluppo e di produzione<br />

di queste batterie,<br />

insieme alla fabbricazione di<br />

motori a metano, biometano,<br />

diesel e biodiesel di ultima<br />

generazione, saranno effettuate<br />

proprio qui a Torino»,<br />

ha aggiunto, specificando che<br />

«la produzione sarà affidata<br />

a Fpt Industrial».<br />

Assali elettrici. Oggi per il fabbisogno<br />

dei clienti interni, domani... anche per<br />

il mercato Oem. A ottobre è prevista<br />

l’inaugurazione dello stabilimento per<br />

l’elettrificazione.<br />

Veicoli elettrici a confronto. A sinistra,<br />

l’autobus E-Way, a destra il Nikola Tre.<br />

12<br />

13


Generazione<br />

Lo scorso giugno a Milano<br />

si è svolta, con<br />

grande affluenza di<br />

pubblico, la nuova edizione<br />

di mcTER, evento sulle tematiche<br />

della cogenerazione,<br />

dell’energia e dell’efficienza<br />

energetica.<br />

Tra i vari convegni organizzati,<br />

dedicati alla cogenerazione,<br />

al biogas, alle<br />

soluzioni per l’efficienza<br />

energetica per l’industria<br />

e alla filiera dell’idrogeno<br />

in Italia, abbiamo scelto<br />

per DIESEL di assistere a<br />

quest’ultimo, vista l’attualità<br />

del tema, declinato poi<br />

in vari argomenti: sostenibilità,<br />

incentivi e tecnologie.<br />

Partendo dallo stato<br />

dell’arte e dagli scenari di<br />

mercato, favoriti dal Pnrr,<br />

si è parlato di generazione<br />

di idrogeno, trigenerazione<br />

a idrogeno verde, addictive<br />

manufacturing per l’idrogeno,<br />

oltre che delle miscele<br />

idrogeno/gas naturale per il<br />

riscaldamento delle nostre<br />

case, del ruolo dell’automa-<br />

14<br />

GENERAZIONE. mcTER Milano<br />

QUANDO SI PARLA<br />

DI IDROGENO<br />

Molti i temi affrontati dall’evento su cogenerazione, energia ed efficienza energetica.<br />

Abbiamo scelto di approfondire il tema della produzione di idrogeno in Italia:<br />

dalle normative alle opportunità per l’industria, dai sistemi tradizionali alle nuove<br />

tecnologie, nella direzione di un vettore energetico sempre più “green”<br />

zione industriale in questo<br />

settore e di idrogeno prodotto<br />

grazie alla valorizzazione<br />

del calore residuo e<br />

del solare. Ma andiamo con<br />

ordine.<br />

Una filiera di opportunità<br />

A fare gli onori di casa è<br />

Maurizio Brancaleoni, già<br />

presidente di Ati Lombardia<br />

(Associazione termotecnica<br />

italiana), che analizza il<br />

panorama attuale dell’idrogeno<br />

in Italia, anche alla<br />

luce delle possibilità offerte<br />

dal Pnrr e in particolare<br />

dal Piano di Transizione<br />

4.0. Il governo ha stabilito,<br />

agli inizi di giugno, che in<br />

Italia ci sono cinque regioni<br />

strategiche, dove le risorse a<br />

disposizione permetteranno<br />

anche di riconvertire i siti<br />

abbandonati e trasformarli<br />

in centri di produzione di<br />

energia pulita. Si tratta di<br />

Basilicata, Friuli Venezia-<br />

Giulia, Piemonte, Puglia e<br />

Umbria. Di queste, solo il<br />

Piemonte ha definito l’idro-<br />

geno un “progetto bandiera”<br />

e vedrà a breve costituita<br />

anche una “Hydrogen<br />

Valley” che rappresenterà<br />

un primo e positivo esempio<br />

di produzione circolare,<br />

utilizzando l’energia offerta<br />

dall’acqua delle montagne<br />

alpine per produrre l’elettrolisi<br />

dell’idrogeno e usarlo<br />

come carburante nelle fabbriche.<br />

Quale sarà l’impatto sull’industria<br />

nazionale? Secondo<br />

Brancaleoni, «sarà una nuova<br />

rivoluzione industriale,<br />

un’opportunità enorme da<br />

cogliere».<br />

Pro e contro<br />

I vantaggi dell’idrogeno<br />

sono illustrati da Paolo Mutti,<br />

Energy Strategy Group<br />

del Politecnico di Milano:<br />

si tratta dell’elemento più<br />

presente sulla terra, ha un<br />

alto contenuto energetico<br />

per unità di massa ed è<br />

stoccabile in forma liquida.<br />

Tra gli svantaggi, il fatto di<br />

dover essere “prodotto”, la<br />

temperatura di liquefazione<br />

molto bassa e il basso contenuto<br />

energetico. Ciò significa<br />

che il potere calorifico<br />

derivante dalla combustione<br />

di idrogeno è tre volte inferiore<br />

a quello da metano.<br />

Proprio questa caratteristica<br />

rappresenta il punto di<br />

partenza per comprendere il<br />

funzionamento dell’economia<br />

dell’idrogeno.<br />

Attualmente l’utilizzo in<br />

ambito industriale è legato<br />

quasi esclusivamente ai<br />

settori chimico e petrolchimico,<br />

nei quali viene sfruttato<br />

come feedstock per i<br />

processi produttivi. Solo il<br />

2 per cento dell’idrogeno è<br />

trattato come vettore energetico<br />

per la produzione di<br />

calore, ma in uno scenario<br />

in cui il prezzo dei combustibili<br />

fossili continua a crescere,<br />

l’idrogeno può rappresentare<br />

un’opportunità<br />

per la decarbonizzazione del<br />

settore, soprattutto dove c’è<br />

fabbisogno di calore ad alta<br />

temperatura. Per quanto ri-<br />

df gdsgsd<br />

Efficienza energetica, cogenerazione e biogas<br />

Tra gli altri temi trattati al mcTER Milano, l’attualità e<br />

importanza della cogenerazione anche in relazione alla<br />

transizione energetica, affrontati in un convegno in cui<br />

istituzioni, ricerca, esperti di efficienza energetica e i<br />

principali player italiani sono intervenuti anche con casi<br />

operativi concreti, entrando nel merito della normativa,<br />

degli incentivi, delle soluzioni sostenibili ed efficienti<br />

consentite dall’utilizzo di un impianto cogenerativo.<br />

Si è parlato di cogenerazione e teleriscaldamento, di<br />

applicazione delle incentivazioni, di sperimentazione<br />

con impianti cogenerativi alimentati con miscele metanoidrogeno,<br />

di trigenerazione e di soluzioni microgrid per<br />

ottimizzare l’efficienza dei sistemi, fino alle soluzioni per<br />

l’efficientamento energetico che i sistemi cogenerativi<br />

consentono. Il convegno “Economia circolare e biogas<br />

per la transizione energetica” ha evidenziato il ruolo del<br />

Nella pagina a fianco. Negli ultimi<br />

anni le tecnologie di produzione<br />

dell’idrogeno hanno, in maniera più<br />

o meno ufficiale, hanno trovato<br />

un modo per distinguersi attraverso<br />

una tavolozza di colori.<br />

guarda i trasporti, l’idrogeno<br />

giocherà un ruolo importante<br />

nel trasporto pesante a<br />

lungo raggio o nel trasporto<br />

pubblico, dove le fuel cell<br />

potrebbero essere una valida<br />

alternativa ai Bev. Oltre<br />

a poter essere utilizzato nel<br />

riscaldamento domestico e<br />

nella generazione elettrica,<br />

l’idrogeno (sotto forma di<br />

ammoniaca) può contribuire<br />

Il potere calorifico derivante dalla combustione<br />

di idrogeno è tre volte inferiore a quello dal<br />

metano. È questo il punto di partenza per<br />

capire l’economia dell’idrogeno.<br />

biometano per la decarbonizzazione dei trasporti e dei<br />

settori “hard to abate”, l’importanza della produzione<br />

di biometano da rifiuti, spaziando dalla sostenibilità del<br />

biometano ai generatori a biomassa per l’efficientamento<br />

delle centrali termiche, con interessanti casi applicativi<br />

proposti dai protagonisti del mercato. Un’ultima sessione<br />

ha infine affrontato il tema, non meno importante, delle<br />

“Soluzioni di efficienza energetica per l’industria”: trend<br />

e scenari futuri oltre ad aggiornamenti normativi e<br />

soluzioni dall’esperienza delle maggiori aziende, tra<br />

diagnosi energetica, fotovoltaico finanziato e sistemi<br />

di stoccaggio, soluzioni per la misura e il monitoraggio,<br />

interazioni di sistemi e apparecchi, spaziando dalla<br />

cogenerazione per l’efficienza all’indipendenza energetica<br />

alle soluzioni per il finanziamento delle imprese, sempre<br />

nel segno della sostenibilità.<br />

a una significativa riduzione<br />

delle emissioni anche nel<br />

trasporto navale.<br />

Oggi a livello globale la<br />

produzione di idrogeno deriva<br />

quasi interamente da<br />

fonti fossili (99,3 per cento):<br />

in particolare, oltre il 70<br />

per cento si riferisce a idrogeno<br />

grigio prodotto con il<br />

processo di Steam Methane<br />

Reforming, il 28 per cento a<br />

idrogeno marrone prodotto<br />

dalla gassificazione del carbone.<br />

La restante quota si<br />

suddivide tra idrogeno blu<br />

(0,6 per cento) e idrogeno<br />

green (0,1 per cento). Solo<br />

l’idrogeno verde, che si ottiene<br />

per elettrolisi (alimentata<br />

da una fonte rinnovabile)<br />

può essere considerato<br />

“carbon neutral”, mentre<br />

tutti gli altri processi hanno<br />

15


Nello sviluppo della filiera dell’idrogeno<br />

sono importanti sia l’adeguamento della<br />

componentistica che l’aggiornamento<br />

delle normative, attualmente allo studio<br />

dell’Unione Europea<br />

un impatto ambientale più<br />

o meno pesante. L’obiettivo<br />

europeo è di arrivare alla<br />

produzione tramite elettrolisi<br />

di 40 GW nel 2030 e a<br />

500 GW nel 2050, un progetto<br />

per il quale l’Italia ha<br />

previsto uno stanziamento<br />

di 10 miliardi di euro.<br />

Il ruolo dei componenti<br />

Il successivo intervento di<br />

Max Veronesi di Anipla,<br />

l’associazione per l’automazione,<br />

si focalizza sul ruolo<br />

dell’automazione industriale<br />

nella filiera tecnologica<br />

dell’idrogeno: «L’automazione<br />

può giocare un ruolo<br />

significativo nelle varie fasi<br />

di produzione, compressione,<br />

stoccaggio e trasporto,<br />

ma bisogna tenere conto<br />

della permeabilità dell’idrogeno<br />

e delle sue caratteristiche<br />

corrosive».<br />

Un altro tema è la manifattura<br />

additiva, affrontato da<br />

Davide Alessandro Colombo<br />

di Valland, azienda attiva<br />

nella produzione di valvole<br />

nel settore petrolifero. Il<br />

problema del deterioramento<br />

del metallo (serbatoi) a<br />

contatto con l’idrogeno può<br />

essere risolto con l’adozione<br />

di questa tecnologia e in<br />

particolare di un materiale,<br />

un acciaio stampato in 3D<br />

(il 316L), che ha una risposta<br />

migliore alla corrosione<br />

rispetto all’acciaio laminato.<br />

Pur essendo una tecnologia<br />

ancora molto costosa,<br />

avrebbe il vantaggio per il<br />

cliente di poter stampare il<br />

componente nella sua azienda<br />

tramite un semplice file.<br />

L’importanza della componentistica<br />

è sottolineata<br />

anche da Alberto Rossi di<br />

Orion Valves, con una panoramica<br />

sull’aspetto normativo<br />

passato e presente<br />

riguardante le valvole e<br />

l’adeguamento delle tubature<br />

esistenti al trasporto di<br />

idrogeno. Nel 2019, Snam<br />

è stata la prima azienda in<br />

Europa a introdurre un mix<br />

di gas naturale e 5 per cento<br />

di idrogeno nella sua rete,<br />

duplicando questa percentuale<br />

dopo pochi mesi. Attualmente<br />

il problema non<br />

è la percentuale di idrogeno<br />

trasportato, quanto la pressione:<br />

di qui l’importanza<br />

di tubature, saldature e valvole,<br />

per le quali a livello<br />

europeo si sta scrivendo una<br />

specifica normativa a cura<br />

del WG19 (Working Group<br />

19 of CEN TC 69).<br />

Applicazioni pratiche<br />

Marco Bellini di Hoval,<br />

azienda con sede nel<br />

Lichtenstein, ha poi illustrato<br />

un’applicazione pratica<br />

dell’utilizzo di idrogeno<br />

per il riscaldamento degli<br />

ambienti: una caldaia pronta<br />

per l’utilizzo di idrogeno al<br />

20 per cento (insieme a gas<br />

naturale) oppure di biometano<br />

al 100 per cento. «Se è<br />

vero che l’utilizzo di idrogeno<br />

in miscela comporta una<br />

riduzione della potenza del<br />

7 per cento, è anche vero<br />

che con una temperatura<br />

superiore si ottiene un maggior<br />

potere calorifico (120<br />

MJ/kg contro 48-50 MJ/kg<br />

del gas naturale) e un recupero<br />

del calore latente, con<br />

una conseguente crescita<br />

del rendimento».<br />

Trigenerazione<br />

Al mcTER si è parlato anche<br />

di trigenerazione ad altissima<br />

efficienza a idrogeno<br />

verde, con l’intervento di<br />

Mario Colaiemma di Maya,<br />

distributore dei gruppi frigoriferi<br />

ad assorbimento ad<br />

acqua e gas prodotti dalla<br />

multinazionale giapponese<br />

Yazaki. Partendo da un sistema<br />

cogenerativo, alimentato<br />

da un motore endotermico,<br />

il calore prodotto<br />

viene convertito in energia<br />

frigorifera tramite un assorbitore<br />

alimentato ad acqua<br />

calda. L’azienda vicentina<br />

Enphos ha progettato Hyris,<br />

un sistema ibrido, e Noi, un<br />

progetto pilota finanziato<br />

dall’Unione Europea nella<br />

zona di Brunico, che funziona<br />

come una sorta di grande<br />

batteria, che si carica di<br />

giorno per utilizzare l’energia<br />

di notte.<br />

Idrogeno verde<br />

Si parla poi di generazio-<br />

Decarbonizzazione<br />

Raffaele Candela di Baxi<br />

ha poi sottolineato l’importanza<br />

dell’idrogeno<br />

come vettore energetico<br />

per la decarbonizzazione,<br />

illustrando la prima caldane<br />

di idrogeno verde con<br />

tecnologia Pem (elettrolizzatori<br />

a membrana protonica)<br />

nell’intervento di Saro<br />

Capozzoli di H2 Energy,<br />

azienda che produce sistemi<br />

di elettrolisi industriale, non<br />

solo Pem ma anche Aem<br />

(elettrolizzatori con membrana<br />

a scambio anionico),<br />

una tecnologia che potrebbe<br />

far compiere il salto di<br />

qualità nella produzione di<br />

idrogeno verde perché molto<br />

stabile e anche economica<br />

rispetto ai sistemi tradizionali<br />

poiché la struttura<br />

è stata semplificata e non<br />

richiede costosi sistemi per<br />

avere acqua ultrapura.<br />

Sempre sull’idrogeno verde,<br />

ma questa sulla produzione<br />

on-site e sulla cattura della<br />

CO 2<br />

, si incentra l’intervento<br />

di Alessandro Ciceri, di Xebec<br />

Europe, multinazionale<br />

canadese che opera nelle<br />

rinnovabili. «Nella supply<br />

chain dell’idrogeno possono<br />

avvenire vari passaggi<br />

dalla produzione all’utilizzo:<br />

nel primo caso, abbiamo<br />

la produzione tramite<br />

Steam Methane Reformer, la<br />

compressione, il trasporto<br />

(che comporta produzione<br />

di altra CO 2<br />

) e infine l’utilizzo;<br />

nel secondo caso,<br />

uno SMR on-site; nel terzo,<br />

elettrolizzatori on-site. Con<br />

la produzione on-site naturalmente<br />

si riducono i costi<br />

e le emissioni, non ci sono<br />

perdite durante lo stoccaggio<br />

e la movimentazione<br />

ed è possibile raggiungere<br />

l’autonomia nella fornitura.<br />

Per produrre un idrogeno<br />

che sia anche “carbon<br />

negative”, come l’idrogeno<br />

azzurro, è necessario<br />

catturare i gas di scarico<br />

derivanti dalla produzione,<br />

un’operazione che oggi riusciamo<br />

a portare a termine<br />

fino all’80 per cento, riutilizzando<br />

poi la CO 2<br />

nelle<br />

serre oppure distribuendola<br />

in forma liquefatta».<br />

Nuove tecnologie<br />

La tecnologia per la produzione<br />

di idrogeno procede<br />

a una velocità esponenziale:<br />

lo dimostra, in uno dei<br />

punti più interessanti del<br />

convegno, il nuovo Steam<br />

Methane Reformer di Wood<br />

(Amec Foster Wheeler) per<br />

la produzione di idrogeno<br />

azzurro e una nuova tecnologia<br />

per la produzione<br />

di bio-idrogeno, nella presentazione<br />

di Omar Bedani.<br />

«Crediamo che lo Steam Reformer<br />

continuerà a giocare<br />

un ruolo fondamentale nella<br />

produzione di idrogeno, ma<br />

catturare i gas di scarico è<br />

molto costoso: per questo<br />

abbiamo pensato a una decarbonizzazione<br />

che avvenga<br />

prima della combustione.<br />

Togliendo la CO 2<br />

dal syngas<br />

ci permette di recuperarne<br />

una quantità maggiore, tagliando<br />

del 95 per cento le<br />

emissioni. Per quanto riguarda<br />

il bio-idrogeno, abbiamo<br />

pensato di sostituire<br />

la carica fossile con un bioliquido<br />

rinnovabile, che ci<br />

consente di avere un idrogeno<br />

azzurro, ovvero “carbon<br />

negative”, anche su scale<br />

molto grandi. Questo tipo<br />

di impianto ha il vantaggio<br />

di essere molto semplice e<br />

di consumare meno energia<br />

elettrica».<br />

ia residenziale miscelata<br />

a idrogeno (2019), che ha<br />

ridotto le emissioni del 22<br />

per cento. «REPowerEU ha<br />

posto il 2029 come termine<br />

ultimo per la produzione<br />

di caldaie a combustibile<br />

fossile. È uno stop che per<br />

noi diventa un’opportunità:<br />

infatti abbiamo realizzato<br />

una seconda generazione di<br />

caldaie ad idrogeno, questa<br />

volta in grado di funzionare<br />

con un volume del 100 per<br />

cento».<br />

Chiude il convegno Pietro<br />

Bianchi di Leonardo Integration,<br />

analizzando l’aspetto<br />

del recupero e della<br />

valorizzazione del calore<br />

residuo nella generazione di<br />

idrogeno e tirando le somme<br />

sull’argomento: «La decarbonizzazione<br />

è un obiettivo<br />

da considerare ineludibile,<br />

ma poiché la disponibilità<br />

di energia pro-capite è<br />

correlata alla qualità della<br />

vita, oltre a ricercare nuove<br />

fonti rinnovabili dobbiamo<br />

porci il problema del recupero<br />

di fonti di calore a<br />

bassa temperatura. Se non<br />

possiamo consumare meno<br />

energia, dobbiamo produrne<br />

inquinando di meno».<br />

Il progetto Hyris di Enphos è<br />

una superbatteria formata da<br />

elettrolizzatori, stoccaggio a bassa<br />

pressione e celle a combustibile<br />

con batterie primarie integrate.<br />

Nelle presentazione dell’azienda<br />

canadese Xebec risultano<br />

evidenti i vantaggi della<br />

produzione di idrogeno on-site.<br />

16<br />

17


Cummins. Consumi della Performance Series<br />

TUTTO SOTTO<br />

CONTROLLO<br />

Come contenere i consumi, in modo da rispettare le prescrizioni sulle emissioni<br />

e mitigare l’impatto sugli Oem della sfrenata rincorsa del caro combustibile? Ce lo<br />

spiega Steve Nendick, che ci racconta come Cummins stia riuscendo nell’impresa<br />

in sette mosse. Consigli espressi in “Stage V” e validi a tutte le latitudini applicative<br />

In UK Cummins è una splendida settantenne<br />

Scrivi Darlington e pensi a Cummins nel Regno Unito e ai<br />

festeggiamenti per i 70 anni di insediamento. Una torta con<br />

tante candeline di platino. Dalle macerie del dopoguerra,<br />

Cummins è stata una presenza rassicurante in Gran Bretagna<br />

per un’ampia gamma di settori, tra cui l’edilizia, gli autobus,<br />

i camion, le ferrovie, il settore marittimo e la generazione<br />

di energia. È negli anni ’50 che Cummins <strong>Diesel</strong> Sales and<br />

Service è stata costituita come sussidiaria dell’importatore<br />

ufficiale Blackwood Hodge, all’epoca una delle più grandi<br />

organizzazioni di vendita e servizi per macchine per<br />

l’ingegneria civile al mondo, diventando formalmente un<br />

distributore indipendente per Cummins Inc.<br />

Cummins <strong>Diesel</strong> Sales and Service forniva anche un<br />

servizio per le applicazioni fuoristrada e per i produttori<br />

non rappresentati da Blackwood Hodge, come Michigan,<br />

Manitowoc, O&K, Ingersoll Rand e Atlas Copco.<br />

Blackwood Hodge era stata fondata dagli imprenditori<br />

seriali John Blackwood e Niall Hodge nel 1938, inizialmente<br />

specializzati in macchinari agricoli. Nel giro di quattro anni i<br />

soci vendono a Bernard Sunley. Blackwood Hodge setacciava<br />

le città devastate d’Europa alla ricerca di camion e attrezzature<br />

pesanti dismesse, in gran parte dell’esercito americano, da<br />

riportare alla vecchia ferriera di Hunsbury Hill, a Northampton,<br />

nel Regno Unito, dove i macchinari venivano riparati per una<br />

nuova vita nell’edilizia. Alla fine degli anni ’40, Bernard Sunley<br />

acquisì l’agenzia per Euclid e i suoi dumper da 15 tonnellate,<br />

disponibili con motorizzazioni Cummins o General Motors e<br />

il feedback positivo sui diesel Cummins indusse Sunley ad<br />

avviare le trattative per una distribuzione ufficiale, nel 1952.<br />

Nel 1956, Cummins costituì la Cummins Engine Company<br />

Ltd e aprì uno stabilimento a Shotts, a metà strada tra<br />

Edimburgo e Glasgow e vicino allo stabilimento di Euclid.<br />

Il sito di Wren’s Nest fu il primo impianto di produzione di<br />

Cummins al di fuori degli Stati Uniti. Nel 1965, Cummins<br />

aprì lo stabilimento di Darlington, nel nord dell’Inghilterra,<br />

e iniziò la produzione dei V6 e V8 “Small Vee”. Vent’anni<br />

dopo, la produzione è passata ai motori Mid-Range e, nel<br />

gennaio <strong>2022</strong>, Darlington ha prodotto il milionesimo motore<br />

Mid-Range, un’unità da 5,9 litri destinata a essere installata<br />

in un escavatore Hyundai HX220S a Ulsan City, in Corea del<br />

Sud. L’altro stabilimento di produzione Cummins nel Regno<br />

Unito si trova a Daventry, nelle Midland, inaugurato all’inizio<br />

degli anni ’70 per costruire la serie K e altri motori industriali<br />

per applicazioni heavy-duty. L’azienda ha costruito una rete<br />

nazionale per la vendita e l’assistenza dei prodotti a marchio<br />

Cummins e per fornire soluzioni più ampie come contratti di<br />

manutenzione, servizi di ingegneria, revisioni e ricostruzioni<br />

di motori e prodotti integrati personalizzati.<br />

Terra<br />

Le emissioni vanno a braccetto<br />

con i consumi. Lo<br />

sappiamo, non abbiamo<br />

scoperto l’acqua calda, ma di<br />

questi tempi “repetita iuvant”.<br />

L’esigenza di ridurre l’impatto<br />

ambientale allo scarico procede<br />

infatti di pari passo con il drammatico<br />

e inarrestabile lievitare<br />

del pieno alla pompa. Il Brent<br />

è stabile da qualche giorno al<br />

valore di 113 dollari, i costi di<br />

rifornimento alle stazioni di ser-<br />

vizio sono ormai fuori controllo,<br />

sopra i 2 euro al litro anche<br />

presso le stazioni di servizio<br />

più virtuose (questo in base alle<br />

quotazioni di lunedì 27 giugno).<br />

La ricetta per ottimizzare i consumi<br />

prevede i soliti ingredienti<br />

(pressione in camera di combustione,<br />

miglioramenti al sistema<br />

di iniezione, la frontiera dell’efficienza,<br />

i sistemi di post-trattamento<br />

ecc.), quello che cambia<br />

è l’abilità del cuoco. In questo<br />

caso si chiama Steve Nendick,<br />

Marketing Communications Director<br />

for Global Off-Highway<br />

di Cummins, è lui a raccontarci<br />

l’alchimia di Columbus.<br />

«Siamo assolutamente lieti di<br />

condividere i nostri sette principali<br />

consigli per ridurre il<br />

consumo di carburante.<br />

Qui trovate l’X15,<br />

il vertice della<br />

Performance Series.<br />

Steve Nendick ci<br />

racconta la formula<br />

Cummins per<br />

limitare il consumo<br />

di gasolio.<br />

Vado al... minimo!<br />

Girare al minimo contribuisce<br />

a sprecare carburante, indipendentemente<br />

dall’efficienza<br />

del motore. Eppure, nonostante<br />

sia noto, è spesso una pratica<br />

comune (abbiamo visto tutti<br />

gli operatori fermarsi in pausa<br />

pranzo con la macchina al<br />

minimo). Semplicemente spegnendo<br />

il motore quando non<br />

è in uso, gli operatori possono<br />

risparmiare carburante, ridurre<br />

le emissioni e prolungare la vita<br />

della macchina riducendo l’usura<br />

dei componenti, in questo<br />

caso del tutto inutile. A dispetto<br />

di quanto si sente dire nel<br />

settore, i sistemi stop-start non<br />

compromettono la durata del<br />

motore, essendo stati progettati<br />

specificamente per i cicli di<br />

lavoro di “quella” macchina<br />

e dell’operazione specifica e<br />

sono dotati di componenti ottimizzati.<br />

Inoltre, il sistema limita<br />

automaticamente il numero<br />

di arresti all’ora, a differenza<br />

di quanto avviene su un’automobile.<br />

Pertanto, se le macchine<br />

sono dotate di spegnimento<br />

temporizzato del minimo o di<br />

funzionalità di arresto, è opportuno<br />

attivarle. Cummins<br />

offre lo stop-start sui suoi motori<br />

della serie Performance e<br />

nelle prove reali abbiamo visto<br />

che consente un risparmio<br />

di carburante del 10 per cento<br />

rispetto ai motori standard.<br />

Modalità Eco<br />

Il lavoro può essere svolto in<br />

modalità Eco? Anche se molti<br />

operatori ignorano la modalità<br />

Eco (o la detestano), questa<br />

modalità riduce automaticamente<br />

la velocità del motore e<br />

fa risparmiare carburante. Non<br />

ignoratela, attivatela.<br />

L’importanza del controllo<br />

Molte macchine più recenti<br />

sono dotate di una serie<br />

di funzioni di monitoraggio.<br />

Analizzando i dati, gli operatori<br />

possono trovare efficienze<br />

operative comprendendo<br />

come viene utilizzata l’attrezzatura,<br />

ad esempio un eccessivo<br />

funzionamento al minimo<br />

o un uso aggressivo dell’acceleratore».<br />

La manutenzione predittiva è<br />

un’altra leva per mantenere<br />

il motore in “ottima forma”.<br />

E non si inquadri questa pratica<br />

solamente come leva per<br />

il Tco, che permette di esorcizzare<br />

lo spettro dei tempi<br />

di fermo, ma anche la fluidità<br />

degli innesti delle frizioni e la<br />

prevenzione degli effetti dei<br />

residui di olio e degli ugelli<br />

intasati, per fare due esempi.<br />

«Il monitoraggio aiuta anche<br />

a rilevare in anticipo l’insorgenza<br />

di potenziali problemi di<br />

assistenza e a ridurre i costi di<br />

riparazione e i tempi di fermo.<br />

Cummins Guidanz supporta<br />

questa funzionalità sui motori<br />

connessi elettronicamente, ad<br />

esempio.<br />

Manutenzione<br />

Comprendere e seguire i programmi<br />

di manutenzione raccomandati<br />

è fondamentale per<br />

garantire che le attrezzature<br />

offrano prestazioni ottimali. Le<br />

macchine sottoposte a scarsa<br />

manutenzione consumano più<br />

carburante a parità di lavoro<br />

rispetto a quelle sottoposte a<br />

buona manutenzione. La manutenzione<br />

preventiva consente<br />

inoltre di evitare riparazioni<br />

importanti a lungo termine,<br />

massimizzando la produttività<br />

e la durata del motore. Per<br />

continuare a parlare di cose<br />

che spesso vengono ignorate...<br />

Liquidi e pneumatici<br />

Seguite le raccomandazioni<br />

del produttore originale per<br />

assicurarvi che i fluidi corretti<br />

(come l’olio del motore,<br />

dell’impianto idraulico e<br />

dell’assale) siano utilizzati e<br />

mantenuti ai livelli richiesti.<br />

Per garantire un’efficienza<br />

ottimale del carburante, è<br />

importante effettuare ulteriori<br />

controlli sulla pulizia dei<br />

radiatori, delle griglie dei<br />

radiatori e dei filtri dell’aria,<br />

oltre a disporre correttamente<br />

dell’aria dei pneumatici per<br />

l’impiego previsto. Considerate<br />

la possibilità di aggiornare<br />

gli impianti e le attrezzature.<br />

Come sempre è necessario<br />

trovare un equilibrio tra spese<br />

in conto capitale e spese correnti,<br />

ma l’elevato costo del<br />

carburante può far pendere la<br />

bilancia verso la prima per alcuni<br />

operatori con attrezzature<br />

vecchie e meno efficienti.<br />

Rinnovare il parco<br />

Acquistando macchine nuove<br />

o più recenti, gli operatori<br />

possono trarre vantaggio dalle<br />

tecnologie dei motori diesel che<br />

sono state spinte più in alto nella<br />

scala evolutiva, diventando<br />

sempre più efficienti nei consumi,<br />

affidabili e pulite. Ad esempio,<br />

i più recenti motori Cummins<br />

della serie Performance<br />

consumano meno carburante<br />

rispetto alla generazione precedente,<br />

consentendo un sostanziale<br />

risparmio sui costi del<br />

carburante nel corso della vita<br />

del motore e della macchina.<br />

Formazione<br />

Infine, vale la pena di investire<br />

tempo, denaro e sforzi nella<br />

formazione del personale per<br />

le attrezzature che utilizza.<br />

Personale scarsamente addestrato<br />

sarà più propenso a<br />

maneggiare maldestramente la<br />

macchina, facendo lievitare il<br />

consumo di carburante. Con lo<br />

sviluppo delle capacità di monitoraggio,<br />

i dati raccolti potranno<br />

contribuire a migliorare<br />

la formazione degli operatori».<br />

18<br />

19


VADO E TORNO EDIZIONI<br />

POWERTRAIN<br />

POWERTRAIN<br />

INTERNATIONAL<br />

POWERTRAIN<br />

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NEW AGCO<br />

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<strong>Diesel</strong> of the year 2021: John Deere 18.0L - AGCO Power: 100<br />

million euro to relaunch Linnavuori - Kohler: All about<br />

the engines division - Sustainability: e-SUV & more<br />

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Kohler Small Displacement - Sustainable Cat - H2 for<br />

freight & passengers - Web event: Is offroad multitasking? -<br />

SMALL BIG<br />

Deutz between ICE and alternatives - Scania Power Solutions<br />

winner<br />

Kohler wins <strong>Diesel</strong> of the Year for the third time - Scania<br />

Super puts ICE back in the lead on the road - Cat and CHP -<br />

Cummins acquisitions summary - Interview with Allison<br />

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ISSN 0042<br />

Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />

Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />

D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />

DIESEL SUPPLEMENT<br />

July 2021<br />

Isotta Fraschini Motori 16V170 G Engine Road Show -<br />

Comparison: 1.5 liters industrial engines - Fish-Eye: hybrid<br />

Huddig backhoe, with Cummins - Marine: Cannes and Genoa<br />

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Face to face with Baudouin - FPT Smart Hybrid Energy Hub -<br />

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March <strong>2022</strong><br />

ALLA RADICE<br />

DELLA PAROLA<br />

“IDROGENO”


FPT INDUSTRIAL. Intervista a Guglielmo Tummarello<br />

CORSARI<br />

DEL PACIFICO<br />

Fpt Industrial gonfia le vele delle vendite nella nautica, scorrazzando sulle due coste<br />

dell’Oceano Pacifico. La globalizzazione, di mercato e di prodotto, dei marini di Torino,<br />

sia per applicazioni diportistiche che professionali, si riverbera sia sulle coste cinesi che<br />

su quelle nordamericane. Fpt Industrial è presente a Cannes, Genova e Amburgo<br />

Mare<br />

Abbiamo lasciato Guglielmo<br />

Tummarello<br />

allo stand Bimotor,<br />

all’Arsenale di Venezia, il 30<br />

maggio, e lo ritroviamo in<br />

videochiamata, agli inizi di<br />

luglio. Ripartiamo da dove ci<br />

aveva portati lui, quel lunedì,<br />

cioè nella rapida progressione<br />

dei due luoghi più remoti,<br />

e sempre più effervescenti,<br />

dello scacchiere commerciale<br />

di Fpt Industrial, la Cina<br />

e gli Stati Uniti d’America.<br />

Passiamo la parola al Marine<br />

market segment director di<br />

Fpt Industrial.<br />

«La strategia di sviluppo<br />

delle tecnologie per il settore<br />

marino ha una parola<br />

d’ordine, globalizzazione, in<br />

una duplice accezione: sia<br />

in termini di prodotto che<br />

di espressione squisitamente<br />

geografica. Fpt Industrial si<br />

è inizialmente concentrata<br />

sul quadrante europeo, di<br />

gran lunga il più stimolante,<br />

quello con i volumi maggiori.<br />

Avendo acquisito col tempo<br />

una fetta rilevante del mercato<br />

nel Vecchio Continente,<br />

ci siamo giocoforza affacciati<br />

sugli altri scenari, che per<br />

noi sono tuttora emergenti.<br />

Un rinnovato focus di sviluppo<br />

di prodotto, per adattare<br />

i prodotti attualmente<br />

venduti in Europa ai mercati<br />

oltre Oceano, è stato il passaggio<br />

obbligato. Abbiamo<br />

rimpolpato la disponibilità<br />

di rating a norme Epa, con<br />

i dovuti adattamenti a livello<br />

data set dei nostri motori,<br />

per risultare conformi sia al<br />

pleasure che al commercial,<br />

che hanno normative distinte.<br />

Avendo adesso a disposizione<br />

una lineup molto più estesa,<br />

rispetto a cinque anni fa, abbiamo<br />

costruito un approccio<br />

su misura del dealer. Questa<br />

collaborazione è in piedi da<br />

diverso tempo e attendeva un<br />

paniere di prodotti in linea<br />

con le necessità dei cantieri<br />

americani per produrre i<br />

frutti sperati. In questo caso<br />

uno più uno ha fatto tre, non<br />

due! Con un portfolio molto<br />

competitivo, in un mercato in<br />

cui concettualmente la novità<br />

non solo è ben accetta ma è<br />

pure premiata, se gli utilizzatori<br />

sono confortati dal servizio<br />

di after sales. Soddisfatte<br />

queste condizioni gli americani<br />

vanno alla ricerca delle<br />

performance, intese a seconda<br />

delle esigenze come potenze<br />

di picco, altre volte come<br />

Tco. In entrambi i casi non<br />

temiamo il confronto, che si<br />

tratti della curva di potenza<br />

per il diporto o bassi consumi<br />

e disponibilità di coppia per<br />

il commerciale. Negli ultimi<br />

anni il mercato americano<br />

ha giocato un ruolo fondamentale<br />

per la crescita. Come<br />

spesso accade, confrontandoci<br />

con un nuovo mercato,<br />

nuove richieste e con le sfide<br />

di un’audience diversa, abbiamo<br />

raccolto e capitalizzato<br />

le osservazioni dei nostri<br />

Premi newyorchesi per Red Horizon<br />

Risale all’ultima edizione pre-Covid del Salone di Cannes<br />

l’epifania del Red Horizon, concepito da Fpt Industrial insieme<br />

a ZF e Navico (Simrad). Il Red Horizon, sistema elettronico<br />

di controllo e monitoraggio integrato per la nautica di Fpt<br />

Industrial, si è aggiudicato la medaglia d’oro all’edizione 2021<br />

dei New York Product Design Awards. Red Horizon è stato<br />

premiato nella categoria “Watercraft” per aver coniugato<br />

tecnologia, prestazioni, potenza e stile in uno splendido<br />

concept di motoscafo a zero emissioni. Creati per celebrare<br />

l’eccellenza del design nelle varie categorie di prodotti,<br />

indipendentemente dal fatto che si tratti di un’evoluzione<br />

graduale o di una vera e propria rivoluzione, i New York<br />

Product Design Awards premiano i designer che travalicano<br />

interlocutori, che ci hanno<br />

consentito di migliorare il<br />

prodotto a livello globale».<br />

Non ci sono solo gli Stati<br />

uniti a trainare il boom di<br />

Fpt nel marino.<br />

Esattamente, del resto pure in<br />

Cina abbiamo seguito un percorso<br />

di questo tipo. Fino a<br />

tre anni fa non avevamo prodotti<br />

da posizionare all’interno<br />

delle applicazioni che richiedessero<br />

la certificazione<br />

emissiva Ccs e la GB15<strong>09</strong>7,<br />

che consente la navigazione<br />

nelle aeree ristrette sui fiumi.<br />

Aggiustata la frazione della<br />

gamma che si è prospettata<br />

come la più interessante per<br />

la Cina, siano stati in grado<br />

di vendere a spot su alcuni<br />

progetti e diventare complessivamente<br />

più visibili in<br />

quel contesto. Così, quando<br />

è giunto il momento di partecipare<br />

a un tender per noi<br />

molto importante, ce lo siamo<br />

aggiudicati con l’N67 570,<br />

la realtà del momento per ideare progetti e soluzioni con<br />

valenza contemporanea e di prospettiva, destinati a plasmare<br />

il nostro futuro. Il prodotto vincente è stato presentato insieme<br />

alla versione marina del Cursor X. Il progetto Red Horizon<br />

viene proposto all’interno di un ambiente esclusivo, ispirato<br />

al mondo dell’automobile, delle auto di lusso, dell’architettura<br />

delle ville e delle imbarcazioni vintage italiane, creando una<br />

plancia confortevole con un tocco di minimalismo nel quale<br />

il cliente possa sentirsi come a casa. «Quando si progetta<br />

un nuovo oggetto, si vuole creare qualcosa di memorabile,<br />

ed è proprio questo che avevamo in mente quando ci siamo<br />

messi al lavoro», spiega David Wilkie, responsabile del<br />

Centro Stile di CNH Industrial.<br />

dopo avere fornito il motore<br />

per una barca prototipo che<br />

è risultata la migliore tra<br />

quelle che hanno partecipato<br />

a quella gara. Eminent, il nostro<br />

unico dealer cinese, lavora<br />

con noi da decenni e copre<br />

anche altre applicazioni. Nello<br />

specifico, il nostro 6,7 litri<br />

equipaggia dei Rib, gommoni<br />

a chiglia rigida da 7,5 metri,<br />

molto veloci. Il mercato cinese<br />

è assai particolare, come<br />

la sua utenza, per quello che<br />

si definisce lo scenario competitivo,<br />

in ragione di un’enorme<br />

barriera all’ingresso<br />

dei costruttori locali. Noi ci<br />

orientiamo solo verso certi<br />

profili, là dove il contenuto<br />

tecnologico è apprezzato e la<br />

mission è importante. Le applicazioni<br />

keel cooling sono<br />

ancora in una fase emergente<br />

e potranno essere apprezzate<br />

nei grandi fiumi cinesi, che<br />

possono presentare fondali<br />

molto fangosi.<br />

Quali sono le caratteristiche<br />

da soddisfare per soddisfare<br />

i desideri delle specifiche<br />

utenze?<br />

Il plus è un’organizzazione<br />

locale molto forte, radicata<br />

e organizzata. Questo è il<br />

leit-motiv che ci accompagna<br />

e che costituisce il punto di<br />

forza della nostra presenza in<br />

Europa, il network della forza<br />

vendita e post-vendita che,<br />

mi lasci dire, non è seconda<br />

a nessuno, e che vogliamo<br />

replicare in altri mercati. Le<br />

opportunità che si sono presentate<br />

negli ultimi anni non<br />

sono certamente casuali e ci<br />

dimostrano che abbiamo intrapreso<br />

la strada giusta.<br />

E quale sarebbe?<br />

Quella della soddisfazione del<br />

cliente in termini di supporto<br />

durante la fase di allineamento<br />

tecnico, di installazione,<br />

prove mare, fino al commissioning<br />

e al post-vendita. Ed<br />

è quanto è successo nel “demanding”<br />

mercato americano,<br />

attualmente coperto da<br />

tre distributori. In origine la<br />

nostra presenza era garantita<br />

da un solo dealer, Mshs, successivamente<br />

abbiamo conferito<br />

mandato anche a Stauffer<br />

<strong>Diesel</strong> e Madsen Power. I nostri<br />

obiettivi rimangono la copertura<br />

capillare del territo-<br />

rio e il servizio post-vendita.<br />

Come si stanno muovendo<br />

Nef e Cursor?<br />

La gamma Nef è quella che<br />

tipicamente catalizza le vendite,<br />

mediamente oltre il 70<br />

per cento. Nell’ultimo periodo<br />

si stanno riequilibrando le<br />

due famiglie, anche grazie al<br />

contributo dei C16. La gamma<br />

C9, opportunamente rivista<br />

e corretta, sta ottenendo<br />

risultati eccellenti e insieme<br />

all’N67 risulta la più venduta<br />

negli Usa, dove se facessi<br />

somma tra Cursor e Nef<br />

ne uscirebbe una divisione<br />

50 e 50. Non so se dipenda<br />

dall’andamento del mercato<br />

o se sia il nostro network a<br />

spostarsi sulle potenze più<br />

elevate, in controtendenza<br />

rispetto al trend. Noi aspettiamo<br />

un orizzonte temporale<br />

più lungo. Quest’anno<br />

è incredibile, una crescita<br />

anno su anno di questo tipo<br />

fino a pochi anni fa era impensabile:<br />

cresciamo in maniera<br />

significativa rispetto al<br />

peraltro già ottimo 2021, in<br />

egual misura su recreational<br />

e commercial. Probabilmente<br />

parte della crescita è legata<br />

anche al backlog dei cantieri.<br />

L’unica difficoltà che si potrebbe<br />

profilare all’orizzonte<br />

è, a mio avviso, lo shortage di<br />

componenti lato barca, sia di<br />

elettronica che meccanica di<br />

precisione, che potrebbe rallentare<br />

l’industry nel prossimo<br />

immediato futuro.<br />

Cosa succede nel versante<br />

Oem?<br />

Continuiamo ad annoverare<br />

le collaborazioni con Caterpillar,<br />

per il C9 e il C13, con<br />

Mercury per l’N67, e l’ultimo<br />

sodalizio con Yanmar, con il<br />

Nef da 6,7 litri e l’8,7 litri<br />

Cursor.<br />

Anticipazioni sui saloni?<br />

Supportiamo i dealer nella<br />

promozione delle attività,<br />

come la partecipazione alle<br />

fiere. Partecipiamo direttamente<br />

al Cannes Yachting Festival,<br />

con anteprima sfiziose,<br />

e all’Smm di Amburgo, dove<br />

lanciamo una nuova applicazione,<br />

a dimostrazione della<br />

doppia anima marina di Fpt<br />

Industrial (diportistica e commerciale,<br />

ndr).<br />

22<br />

23


Mare<br />

Fin che la barca va, lasciala<br />

andare, canta l’Orietta<br />

da Cavriago, e pare che i<br />

cantieri nautici l’abbiano presa<br />

in parola, a considerare i<br />

grafici delle vendite, a dispetto<br />

degli shock della catena di<br />

fornitura.<br />

Volvo Penta era e rimane la<br />

sirenetta della sala macchine<br />

ed è quindi la più esposta<br />

agli umori del mercato. Andrea<br />

Piccione, Head of Sales<br />

di Volvo Penta Italia, ci aiuta<br />

ad inquadrare la differenza<br />

VOLVO PENTA. Intervista ad Andrea Piccione<br />

LA SIRENETTA HA<br />

PASSAPORTO SVEDESE<br />

Non ce ne vogliano Andersen e l’orgoglio identitario danese, in considerazione dei<br />

dati di vendita, Volvo Penta ribadisce la leadership nella nautica. Si annunciano novità<br />

“elettriche”, che scaturiscono dal fronte delle applicazioni commerciali, e soluzioni<br />

creative per spingersi nel diporto fino ai 60 metri. Buone prospettive anche per il 2023<br />

qualitativa delle applicazioni<br />

marine. «Assistiamo a una<br />

divaricazione tra domanda<br />

e offerta. Dopo la pandemia<br />

abbiamo assistito a un enorme<br />

balzo nella domanda, stimiamo<br />

che il 40 per cento delle<br />

vendite sia composto da nuovi<br />

armatori, verosimilmente<br />

abituati a standard qualitativi<br />

automotive».<br />

In quali segmenti?<br />

Si registra un forte input sopra<br />

gli 80 piedi ma la crescita è<br />

generalizzata, anche l’usato<br />

è praticamente introvabile. Il<br />

mercato è esploso nel momento<br />

di maggior debolezza della<br />

supply chain, le fabbriche si<br />

trovavano a un regime minimo,<br />

mettendo in crisi l’intera<br />

filiera.<br />

gdsrbhfg fgh<br />

Eccola, la nota dolens…<br />

Un fattore che contraddistingue<br />

il marino, in questa cornice,<br />

è il valore della fornitura<br />

del motore in rapporto al valore<br />

del prodotto finale. È chiaramente<br />

un quoziente particolare,<br />

legato al maggior costo<br />

delle barche rispetto a quello<br />

di altre applicazioni. Un altro<br />

elemento di specificità del<br />

marino, per Volvo Penta, è<br />

che molti cantieri si affidano<br />

al 100 per cento a noi per la<br />

catena di potenza, comprese<br />

eliche, joystick ecc. Nel corso<br />

degli ultimi mesi assistiamo a<br />

un’inversione di tendenza, con<br />

la decisa ripresa della capacità<br />

dei D4 e dei D6. Abbiamo<br />

richiesto al Gruppo Volvo una<br />

superiore disponibilità di D8,<br />

D11 e D13. Peraltro, ci viene<br />

incontro in questa direzione<br />

una leggera flessione della<br />

domanda. Con l’entrobordo<br />

siamo più in difficoltà perché<br />

la fornitura degli invertitori<br />

dipende da ZF. Con gli Ips, invece,<br />

stiamo recuperando terreno.<br />

Registriamo quasi il 40<br />

per cento in più, ed è un anno<br />

record per Volvo Penta. I cantieri<br />

hanno però raddoppiato i<br />

volumi di vendita senza un’adeguata<br />

capacità di accompagnare<br />

e sostenere la domanda.<br />

Un fattore che ci ha frenati,<br />

impedendoci di raddoppiare le<br />

vendite rispetto all’anno precedente.<br />

L’incertezza diffusa<br />

ha indotto la gente a spendere<br />

nel breve termine. Abbiamo<br />

visibilità su tutto il 2023, abbiamo<br />

un “order book” fluido,<br />

anche in ragione delle difficoltà<br />

nella catena di fornitura, e<br />

non si notano cali sostanziali,<br />

a parte la fisiologica flessione<br />

di cui ho già detto.<br />

E l’idrogeno?<br />

Volvo sta approcciando anche<br />

questo aspetto, alla pari delle<br />

nuove tecnologie in generale,<br />

con i metodi tipici del grande<br />

gruppo svedese, quindi<br />

in modo razionale. Abbiamo<br />

analizzato la questione delle<br />

fonti alternative al diesel, con<br />

un focus su soluzioni diverse<br />

in funzione del ciclo operativo<br />

dell’imbarcazione: full electric<br />

per il piccolo diporto e i cicli<br />

operativi come quello dello<br />

shuttle sette metri di un hotel<br />

di lusso, lo ricarichi di notte<br />

e lo usi… tre, forse quattro<br />

volte al giorno? Quindi, l’ibrido<br />

parallelo, con Ips, motore<br />

diesel e motore elettrico.<br />

Salendo di taglia soluzioni integrate<br />

sempre più complesse.<br />

O Ips elettrici, con gruppi di<br />

bordo a giri variabili e pacco<br />

batterie, come i catamarani<br />

che abbiamo esposto al<br />

Salone di Southampton. Una<br />

configurazione di cui c’è forte<br />

richiesta. Il risparmio non è<br />

nell’efficienza ma nella possibilità<br />

di modulare il carico<br />

in base alla richiesta effettiva.<br />

Un’imbarcazione che lavora<br />

al 20/30 per cento del carico,<br />

non richiede più l’accensione<br />

di due grandi motori diesel,<br />

ma di un semplice gruppo a<br />

giri variabili. Stiamo sviluppando<br />

tanti progetti, anche<br />

insieme a Danfoss. Ritengo<br />

che nella nautica il motore a<br />

combustione interna avrà una<br />

storia lunga. Noto la tendenza<br />

a banalizzare, non tutto quello<br />

che compare nell’automotive è<br />

replicabile nella nautica, che<br />

ha numeri e cicli di lavoro ridotti<br />

e imprevedibili, per cui è<br />

impossibile fare calcoli. Volvo<br />

Penta sta facendo studi sulle<br />

applicazioni nautiche commerciali,<br />

come i traghetti, che<br />

travaseremo nel diporto.<br />

In merito ai combustibili alternativi,<br />

il gruppo Volvo si è<br />

espresso favorevolmente sul<br />

biodiesel. Sull’idrogeno sono<br />

francamente scettico, per questioni<br />

di logistica, approvvigionamento<br />

e stoccaggio. Sui<br />

camion funziona, perché quel<br />

ciclo operativo si sposa bene<br />

con l’idrogeno. Nella nautica<br />

non ci sarà un on/off, ma un<br />

lento ritagliarsi quote di mercato<br />

per sostituire i motori<br />

diesel, nel lungo periodo.<br />

Volvo Penta ha recentemente<br />

aggiornato il D13 in ottica<br />

commercial. Sono previsti<br />

ritocchi di potenza alla famiglia<br />

diportistica?<br />

L’idea di Volvo è salire di taglia,<br />

nel 2023 presenteremo<br />

un prodotto che ci porterà su<br />

imbarcazioni intorno alle 500<br />

gros tonn, indicativamente sui<br />

55/60 metri, non con aumenti<br />

di potenza ma con una soluzione<br />

creativa. Saremo presenti<br />

su imbarcazioni dislocanti,<br />

con un palese cambio di marcia<br />

rispetto al passato.<br />

Scr e common rail sono<br />

prassi comune sull’intera<br />

famiglia al di sopra dei 56<br />

chilowatt? Gli Ips e le barche<br />

più grandi equipaggiate<br />

da voi?<br />

I 13 litri sono tuttora legati<br />

agli iniettori pompa, comunque<br />

con degli ottimi consumi<br />

specifici. La gamma Scr<br />

parte dal D8, prosegue con<br />

il D13, da maggio è disponibile<br />

la soluzione integrata<br />

fino all’Ips1350, quindi per le<br />

barche sopra i 24 metri. È una<br />

soluzione molto compatta, rodata<br />

in altri ambiti di utilizzo<br />

del Gruppo Volvo. Riteniamo<br />

sia un grande plus per i cantieri.<br />

Gli scafi più lunghi equipaggiati<br />

da Volvo Penta sono<br />

l’Amer 120, il Mangusta da 33<br />

metri e il San Lorenzo 112. I<br />

cantieri rinnovano la fiducia<br />

a Ips, l’unica soluzione industrializzata<br />

che consente di risparmiare<br />

il 30 per cento del<br />

gasolio, sommando i vantaggi<br />

di installazione, integrazione<br />

prodotto, efficienza, comfort.<br />

Il mercato diportistico continua<br />

a cavalcare l’onda.<br />

Volvo è sempre allineata a<br />

questa tendenza? Come percepite<br />

l’evoluzione del mercato<br />

nel breve periodo?<br />

A meno di cataclismi, nei prossimi<br />

12 mesi dovrebbe continuare<br />

questo stato di salute,<br />

l’order book è sano. Ci prepariamo<br />

al riallineamento del<br />

mercato, i volumi attuali non<br />

sono replicabili all’infinito.<br />

Vedremo con quale velocità.<br />

Può parlarci dell’evoluzione<br />

dell’Assisted docking?<br />

È strettamente legato all’Ips.<br />

Lanciato l’anno scorso, è disponibile<br />

fino al D11 e arriverà<br />

sul D13 a maggio 2023.<br />

Non crediamo in questo momento<br />

nell’ormeggio automatico,<br />

come, del resto, il mercato<br />

auto. Ci sono solamente<br />

dei prototipi come quello che<br />

abbiamo portato all’Ocean<br />

Race. La tecnologia c’è, ma<br />

le altre barche non hanno<br />

l’auto docking... Grazie alla<br />

partnership con Garmin associamo<br />

l’assisted docking alla<br />

visualizzazione a 360° della<br />

barca.<br />

L’interazione con Zem?<br />

Sarà il 2023 l’anno del big<br />

bang elettrico del Gruppo,<br />

annunciato nel 2021 ma castrato<br />

dalla pandemia? Nella<br />

nautica, però, cosa significa<br />

“elettrificare”? Cantieri e<br />

armatori sono pronti?<br />

C’è un’accelerazione nell’elettrificazione<br />

della marina commerciale,<br />

nel diporto rimane<br />

una leva di marketing e un’esperienza<br />

di navigazione. Certamente<br />

non è una questione di<br />

risparmio energetico, dal momento<br />

che non consuma meno<br />

del diesel. Siamo comunque<br />

vincolati ai bassi numeri della<br />

nautica, un ecosistema che<br />

non consente di sviluppare un<br />

progetto industriale. Concepiamo<br />

e sviluppiamo progetti<br />

nel commerciale che saranno<br />

mediati nel diporto. Gli stimoli<br />

normativi saranno decisivi,<br />

come per le macchine terrestri.<br />

Nel 2023 vedremo qualche<br />

macchina ibrida. Dipendiamo<br />

dalle catene efficienti sviluppate<br />

nel truck. Zem si occupa<br />

di batterie e integrazione di<br />

bordo, seguiamo qualche progetto<br />

insieme, triangolando<br />

con loro e Danfoss.<br />

24<br />

25


MAN ENGINES. Dual fuel. Con l’idrogeno<br />

NON È UNA<br />

ESERCITAZIONE<br />

Frase presa in prestito dalle saghe belliche e dai “disaster movie”, si presta ad indicare<br />

i tanti falsi allarmi e i “satelliti spia” comparsi sul monitor della transizione energetica.<br />

L’ufo, in questo caso, è l’idrogeno, che Man Engines ha però concretamente applicato al<br />

sistema propulsivo dell’Hydrocat 48, equipaggiato da un paio di D2862 LE44<br />

Pomo della discordia,<br />

anche quando è tirato<br />

in ballo in formato ecocompatibile,<br />

il motore endotermico<br />

si siede alla tavola<br />

della transizione. Regista di<br />

questa apparizione è Man<br />

Engines, che col termico e il<br />

ciclo <strong>Diesel</strong> ha un rapporto<br />

intimo, quasi cromosomico.<br />

Vi introduciamo alla collaborazione<br />

tra Man e Windcat<br />

Workboats con le parole di<br />

Werner Kübler, responsabile<br />

dello sviluppo di Man Engines.<br />

«La particolarità della<br />

nostra tecnologia è che utilizziamo<br />

un motore diesel con-<br />

venzionale, che non ha bisogno<br />

di essere ottimizzato per<br />

l’idrogeno» esordisce Kübler.<br />

«Man Engines vanta una lunga<br />

esperienza nello sviluppo<br />

di motori diesel affidabili e a<br />

basso consumo di carburante,<br />

anche per le imbarcazioni da<br />

lavoro. Sulla base di questa<br />

esperienza, siamo riusciti a<br />

ottenere i migliori valori di<br />

consumo anche nel funzionamento<br />

a doppia alimentazione,<br />

garantendo lo stesso<br />

comportamento operativo del<br />

funzionamento diesel a pieno<br />

carico. Allo stesso tempo,<br />

grazie all’uso dell’idrogeno,<br />

riduciamo le emissioni di CO 2<br />

dallo scarico di una media di<br />

circa il 50 per cento, e addirittura<br />

fino all’80 per cento<br />

come valore di picco».<br />

Viene quindi utilizzato il motore<br />

marino V12 in cui l’idrogeno<br />

è introdotto nell’aria di<br />

sovralimentazione tramite un<br />

adattatore e viene quindi aggiunto<br />

al ciclo di combustione.<br />

Il processo di combustione<br />

segui i principi del ciclo<br />

<strong>Diesel</strong>, e richiede l’iniezione<br />

di circa il 5 per cento di gasolio.<br />

I parametri di iniezione<br />

common rail del gasolio sono<br />

stati ottimizzati per il funzionamento<br />

a doppio carburante.<br />

Chiaramente il ricorso a una<br />

tecnologia così collaudata<br />

consiste nelle competenze<br />

diffuse e nella capillarità della<br />

rete di assistenza, quando<br />

entra in gioco la manutenzione.<br />

Inoltre, il funzionamento<br />

a gasolio puro può continuare<br />

senza interruzioni, ad esempio<br />

in caso di esaurimento<br />

dell’idrogeno. Disponibilità,<br />

comfort di guida e sicurezza<br />

operativa sono quindi sempre<br />

garantiti dell’adattabilità del<br />

motore a combustione interna.<br />

Anche Willem van der Wel,<br />

amministratore delegato di<br />

Mare<br />

Il campo eolico marino è fortemente<br />

evocativo dell’idrogeno verde. Immagine<br />

concessa da Windcat Workboats.<br />

Windcat Workboats, sottolinea<br />

questo concetto e rilancia:<br />

«Iniziando con i motori<br />

a doppia alimentazione, possiamo<br />

rendere la tecnologia<br />

dell’idrogeno realmente<br />

operativa e dare il via a un<br />

ulteriore sviluppo della tecnologia,<br />

delle normative, della<br />

catena di fornitura ecc.».<br />

A questo punto scendiamo in<br />

campo direttamente noi, di<br />

DIESEL, con le domande che<br />

abbiamo indirizzato al quartier<br />

generale.<br />

Cominciamo dall’inizio:<br />

combustione. Può spiegare<br />

cos’è e come funziona l’adattatore?<br />

Cosa significa<br />

il 5 per cento di diesel: c’è<br />

un serbatoio che eroga il 5<br />

per cento dell’iniezione sotto<br />

forma di diesel e il resto<br />

è idrogeno? Può spiegare il<br />

processo di iniezione e combustione?<br />

Il comportamento operativo,<br />

il consumo di carburante e<br />

tutte le altre caratteristiche<br />

del Man D2862 LE448 Dual<br />

Fuel in modalità diesel corrispondono<br />

esattamente al<br />

Man D2862 LE428 con le<br />

stesse prestazioni (749 chilowatt,<br />

alias 1.019 cavalli a<br />

2.100 giri). In una forma di<br />

pretrattamento, all’aria di<br />

sovralimentazione viene aggiunta<br />

una quantità di idro-<br />

Cmb.Tech: «Utilizziamo endotermici che bruciano<br />

idrogeno e ammoniaca e non emettono CO 2<br />

.<br />

I motori a combustione sono molto più economici<br />

di altre tecnologie, sono affidabili e possono<br />

essere utilizzati nell’ordine dei megawatt»<br />

geno misurata con precisione.<br />

Questa miscela di idrogeno e<br />

aria viene poi accesa con il<br />

gasolio iniettato nella camera<br />

di combustione dei cilindri.<br />

A seconda del punto di<br />

funzionamento del motore, è<br />

necessaria solo una quantità<br />

molto ridotta di gasolio. Sul<br />

banco di prova del motore<br />

sono stati raggiunti valori<br />

decisamente soddisfacenti,<br />

fino al 5 per cento di gasolio,<br />

che però aumentano nel funzionamento<br />

reale. I parametri<br />

di iniezione del gasolio sono<br />

ottimizzati in modalità dual<br />

fuel per ottenere le emissioni<br />

più basse e i migliori valori di<br />

consumo. Pertanto, in modalità<br />

dual fuel, viene rilasciata<br />

una quantità notevolmente<br />

inferiore di CO 2<br />

nei gas di<br />

scarico in circostanze in cui<br />

il comportamento operativo<br />

e le caratteristiche a pieno<br />

carico rimangono invariate.<br />

In caso di problemi nel circuito<br />

dell’idrogeno o di esaurimento<br />

delle scorte di idrogeno,<br />

è possibile passare al<br />

diesel in qualsiasi momento.<br />

Questo garantisce un funzionamento<br />

ininterrotto con la<br />

normale affidabilità. A bordo<br />

dell’imbarcazione Hydrocat<br />

48 sono alloggiati tre serbatoi<br />

di idrogeno modularizzati<br />

da Cmb.Tech. Ognuno ha una<br />

quantità di 69 chili di idrogeno.<br />

Inoltre, sono presenti due<br />

serbatoi di gasolio da 2.900<br />

litri ciascuno (disponibile,<br />

su richiesta, con capacità di<br />

1.900 litri).<br />

Va inoltre menzionato che il<br />

Man D2862 LE448 Dual Fuel<br />

è dotato di un sistema modulare<br />

Scr, sempre a firma Man,<br />

che riduce gli ossidi di azoto<br />

nei gas di scarico mediante<br />

un efficace post-trattamento,<br />

in modo da rispettare i valori<br />

limite previsti dalla normativa<br />

26<br />

27


E i combustibili rinnovabili dove li mettiamo?<br />

Se credete che Man Engines si limiti alle applicazioni<br />

dell’idrogeno, vi sbagliate. A seguire, trovate infatti un<br />

esempio altrettanto disponibile quanto legato a una tendenza<br />

di mercato che, si spera, si riflette anche tra le aspettative<br />

dell’opinione pubblica. L’idrogeno infatti appare ancora<br />

lontano dall’utilizzo massiccio, per i combustibili sintetici si<br />

tratta essenzialmente di limare alcune questioni tecniche,<br />

come quelle legate al punto di fiamma e alla viscosità, oppure<br />

di natura finanziaria, quindi vincolate all’incentivazione<br />

pubblica. Man ha approvato l’utilizzo di gasolio rinnovabile,<br />

con effetto immediato, su tutti i motori marini dell’attuale<br />

gamma, in linea con lo standard EN15940 in Europa e con<br />

la specifica americana Astm D975 dell’American society<br />

for testing and materials. Ciò consentirà agli utilizzatori di<br />

sostituire il gasolio convenzionale a base di petrolio con<br />

un gasolio ottenuto su base rinnovabile. Questo genere di<br />

combusatibile, è bene ricordarlo, si ottiene infatti da rifiuti e<br />

residui di origine animale e vegetale, biomassa cellulosica<br />

come i residui delle colture, ma anche oli vegetali idrotrattati<br />

(è il caso dell’Hvo). «Con l’omologazione dei motori marini<br />

per il gasolio rinnovabile, Man Engines dà un importante<br />

contributo alla sostenibilità, sia nella navigazione da diporto<br />

che in quella professionale», ha dichiarato Claus Benzler,<br />

Responsabile Marine MAN Engines. Inoltre, la combustione<br />

di gasolio rinnovabile rilascia circa il 30 per cento in meno<br />

di particelle e circa il 10 per cento in meno di ossidi di azoto.<br />

«Il gasolio rinnovabile garantisce una combustione più pulita<br />

con minori emissioni. Ciononostante, non si registrano né<br />

riduzioni delle prestazioni né svantaggi per quanto riguarda<br />

gli intervalli di assistenza e manutenzione», ha spiegato<br />

Werner Kübler, Head of Engineering, che abbiamo “sentito”<br />

anche nel testo portante, commentare il sistema dual fuel<br />

a idrogeno. L’uso di un sistema di post-trattamento dei<br />

gas di scarico non ha inoltre alcun effetto negativo sui<br />

componenti del sistema o sull’efficienza dell’unità se si<br />

utilizza un carburante “verde”. Un altro aspetto che merita di<br />

essere sottolineato è che l’utilizzo di gasolio rinnovabile non<br />

richiede alcuna modifica ai veicoli esistenti o all’infrastruttura<br />

di rifornimento. Il carburante rinnovabile può essere rifornito<br />

in forma pura, cioè al 100% di gasolio rinnovabile senza<br />

aggiunta di gasolio convenzionale.<br />

Le serie Man D2862, D2868 e D2676, frazionata a 12, a<br />

8 e a 6 cilindri, per impieghi che spaziano dagli yacht, alle<br />

barche da pesca sportiva alle imbarcazioni da lavoro, sono<br />

specificamente approvate per il gasolio rinnovabile.<br />

La gamma completa di motori marini Man va da 200 a 2.000<br />

cavalli (cioè da 147 a 1.471 chilowatt), conformi sia alle<br />

normative Epa, che Imo e dell’Unione Europea.<br />

Imo Tier III. Grazie alla combustione<br />

più pulita in modalità<br />

dual fuel, il consumo di<br />

urea tecnia si riduce di circa<br />

il 50 per cento.<br />

Per il resto, il motore è lo<br />

stesso, a livello di componentistica:<br />

bielle, pistoni,<br />

common rail ecc.?<br />

A parte le interfacce con il<br />

sistema a idrogeno (meccaniche<br />

ed elettriche), non ci<br />

sono modifiche al motore. Gli<br />

interventi più importanti per<br />

ottimizzare il funzionamento<br />

in modalità dual fuel riguardano<br />

il software.<br />

Qual è l’efficienza del D28,<br />

quando funziona a idrogeno?<br />

L’efficienza consiste nel ridurre<br />

le emissioni di CO 2<br />

dallo scarico grazie all’uso<br />

dell’idrogeno, con una media<br />

di circa il 50 per cento, e addirittura<br />

fino all’80 per cento<br />

come valore di picco. Rispetto<br />

a un motore a idrogeno puro,<br />

il nostro propulsore a doppia<br />

alimentazione garantisce il<br />

funzionamento della nave anche<br />

nel caso in cui l’idrogeno<br />

non sia disponibile sulla nave<br />

o presso l’infrastruttura di rifornimento.<br />

In termini di efficienza effettiva,<br />

si può affermare che<br />

il delta diesel-idrogeno nel<br />

campo di guida principale è<br />

solitamente inferiore all’1 per<br />

cento. Ad esempio, l’efficienza<br />

effettiva alla curva dell’elica<br />

di 1.400 giri è del 40,8 per<br />

cento (nel caso del diesel) e<br />

del 40,7 per cento (nel caso<br />

del dual fuel).<br />

Perché installare comunque<br />

l’Scr, l’idrogeno non è<br />

sufficiente per soddisfare i<br />

parametri emissivi di ossidi<br />

di azoto? È necessario in<br />

caso di esaurimento dell’idrogeno?<br />

Nel motore a doppia alimentazione,<br />

per il processo di<br />

accensione viene bruciata<br />

una miscela di gasolio e aria.<br />

Questo produce inevitabilmente<br />

anche ossidi di azoto,<br />

che devono essere ridotti ai<br />

valori Imo Tier III garantiti<br />

da un sistema catalitico con<br />

AdBlue.<br />

In modalità dual fuel, le emissioni<br />

di NOx grezzi del motore<br />

sono ridotte del 50-70 per<br />

cento circa. In alcuni punti di<br />

carico questo non è sufficiente<br />

per sodvdisfare lo standard<br />

Imo Tier III. Naturalmente,<br />

per poter funzionare in modalità<br />

diesel e rispettare la normativa<br />

Imo Tier III, il sistema<br />

Scr è comunque necessario.<br />

Qui, il D2862<br />

Dual Fuel nel<br />

tipico formato<br />

scontornato.<br />

Come è nata la collaborazione<br />

con Windcat Workboats<br />

e il perché di questa applicazione?<br />

Il fatto è che Cmb.Tech ha<br />

una grande esperienza relativamente<br />

all’idrogeno e ai<br />

relativi sistemi di propulsione,<br />

ed è molto radicata nel<br />

mondo marino all’interno<br />

del Gruppo Cmb, del quale<br />

anche Windcat Workboats è<br />

una filiale.<br />

Man Engines, con la sua<br />

esperienza decennale nello<br />

sviluppo e nella vendita di<br />

motori marini, è il partner<br />

ideale per Cmb.Tech.<br />

Questa tecnologia dual fuel<br />

è applicabile a tutti i motori<br />

marini del listino Man? Lo<br />

vedremo quindi presto nel<br />

settore del diporto?<br />

Abbiamo ricevuto una risposta<br />

tale dal mercato, in merito<br />

all nostro motore D2862<br />

LE448 a doppia alimentazione,<br />

che vorremmo affrontarla<br />

in termini di vendita come<br />

primo passo. Quando avremo<br />

gestito questo primo impatto,<br />

saremo in grado di valutare<br />

eventuali ulteriori sviluppi.<br />

28<br />

29


SCANIA. Al Salone di Genova<br />

COME UNA<br />

SECONDA PELLE<br />

Quella che riveste un qualsiasi motore di quelle latitudini, che si ragioni di Danimarca,<br />

Finlandia o Svezia. Scania Power Solutions ha riscoperto la vocazione diportistica, e<br />

si presenta al Salone di Genova con il 13 e il 16 litri, che hanno incontrato il favore dei<br />

primi cantieri. Allo stand anche la soluzione elettrificata, nell’ottica dell’ibridazione<br />

Il dado è tratto:<br />

i motori Scania<br />

saranno disponibili<br />

per il diporto,<br />

quindi anche<br />

per gli yacht,<br />

direttamente da<br />

Södertälje. In Italia<br />

se ne occupano<br />

direttamente da<br />

Trento.<br />

dettaglio, Scania Power Solutions<br />

dispone di una gamma<br />

completa sia per la propulsione<br />

che gli ausiliari, che parte<br />

dalle applicazioni gravose,<br />

che definiamo “servizio continuo”,<br />

come quelle portuali<br />

e per la pesca, e si declina<br />

fino alle potenze più alte per<br />

il diporto (700 - 1.200 cavalli).<br />

I motori sono il 6 cilindri<br />

in linea, il D13 (700 - 900<br />

cavalli), e il V8 DI16 (1.000,<br />

1.100 e 1.150 cavalli sono<br />

le tarature omologate Rcd2,<br />

quindi utilizzabili in Europa,<br />

mentre una taratura da 1.200<br />

cavalli è destinata ai mercati<br />

Un gran bel biglietto da visita<br />

È una collaborazione tutta svedese quella tra Marell Boats<br />

e Scania, che hanno progettato l’imbarcazione da pattuglia<br />

M17 con sistema di alimentazione ibrido, che entrerà a<br />

breve in funzione. Il mezzo verrà utilizzato anche per test<br />

approfonditi del sistema ibrido in condizioni di mare mosso<br />

e ad alte velocità, superiori a 55 nodi.<br />

Con il lancio dell’M17 Patrol, con sistema di alimentazione<br />

ibrido, Scania e Marell Boats stanno sviluppando<br />

congiuntamente applicazioni marine sostenibili e<br />

tecnologicamente avanzate.<br />

Il Marell M17 Patrol ha una dimensione di 17 x 4,3 metri<br />

con un dislocamento di 18-23 tonnellate. Diventerà<br />

l’imbarcazione ad alta velocità ibrida più efficiente dal punto<br />

di vista energetico sul suo mercato. Ciò è reso possibile<br />

dalla combinazione della nuova tecnologia ibrida di Scania<br />

con la tecnica costruttiva di Marell.<br />

Operatori di ricerca e soccorso (Sar), polizia, militari e altri<br />

enti governativi richiedono imbarcazioni ad alte prestazioni<br />

con sistemi di propulsione ibrida in grado di operare ad<br />

alta velocità durante i transiti a lunga distanza e con un<br />

ridotto impatto ambientale. Questo mezzo dovrà inoltre<br />

extraeuropei). Il 9 litri è previsto<br />

solo per le applicazioni<br />

da servizio continuo e intermittente.<br />

Partendo proprio<br />

da questi utilizzi, la gamma<br />

Scania per il servizio continuo<br />

copre da 220 a 750 cavalli,<br />

che sono così declinate:<br />

il 9 litri copre da 220 a 350<br />

cavalli, il 13, invece, da 400<br />

a 550, il 16 dai 550 ai 750<br />

cavalli. Per le applicazioni intermittenti<br />

la fascia è quella<br />

300 - 900 cavalli, spalmata<br />

sulle tre famiglie, con il 9 litri<br />

fino a 400 cavalli, il 13 a 700<br />

e il V8 a 900. Le applicazioni<br />

militari e per scafi plananti ad<br />

essere in grado di operare in modo silenzioso ed efficiente,<br />

ad esempio all’interno dei porti e durante le missioni di<br />

pattugliamento. L’M17 è l’evoluzione della piattaforma M15<br />

progettata da Marell e che è stata premiata con il premio<br />

“Interceptor of the year” dalla rivista Baird Maritime nel 2019<br />

e nel 2020. La piattaforma M15 è stata selezionata come<br />

mezzo da pattuglia dalla polizia marittima e come mezzo<br />

di soccorso dai vigili del fuoco di Stoccolma.<br />

uso commerciale sono suddivise<br />

in base alle ore di utilizzo<br />

e al fattore di carico, e non<br />

contemplano il 9 litri. Oltre<br />

alla gamma, il fattore che ci<br />

ha indotti a presentarci in prima<br />

persona, come per gli altri<br />

settori di nostra competenza,<br />

sono i servizi collegati. Anche<br />

per il diporto, come per<br />

la nautica commerciale, garantiamo<br />

la disponibilità di<br />

Scania Assistance, con la gestione<br />

dell’assistenza tramite<br />

call center, che si preoccupa<br />

di deviare la chiamata al centro<br />

di assistenza più vicino.<br />

Abbiamo visto che si riducono<br />

i tempi intervento in maniera<br />

sostanziale. Dal 2019<br />

su tutte le nostre applicazioni<br />

forniamo il C300, una scheda<br />

installata originariamente<br />

sui camion, che permette la<br />

diagnostica a distanza. La<br />

diagnostica remota permette<br />

di coinvolgere più persone,<br />

in qualsiasi punto della nostra<br />

rete di assistenza. Stiamo<br />

formando la nostra rete sulle<br />

specificità del diporto».<br />

Carri: «La rete costituisce un<br />

fattore strategico, fare parte<br />

del nostro circuito di officine<br />

autorizzate significa automaticamente<br />

avere esperienza.<br />

Mare Diporto<br />

Muscoli, cioè capacità<br />

di risalita e curve specifiche<br />

tanto grintose<br />

quanto morbide ed elastiche;<br />

una rete di assistenza capillare<br />

e formata; attitudine e<br />

disponibilità tecnologica ad<br />

avventurarsi tra combustibili<br />

alternativi ed elettrificazione.<br />

Potrebbe essere il ritratto del<br />

fornitore di soluzioni nautiche<br />

per il prossimo decennio, sicuramente<br />

corrisponde all’identikit<br />

di Scania. E qui arriva<br />

la notizia: Scania si apre al<br />

diporto ed esporrà con il suo<br />

stand al Salone di Genova. Le<br />

logiche commerciali di questa<br />

sezione, a differenza di quanto<br />

avviene nelle applicazioni<br />

marine commerciali, spettano<br />

direttamente alla sede di<br />

Trento. Paolo Carri e Riccardo<br />

Moraglia, rispettivamente<br />

direttore e responsabile commerciale<br />

applicazioni marine<br />

e industriali all-speed Scania<br />

Power Solutions, ci hanno introdotto<br />

a questa epocale svolta<br />

del Grifone.<br />

Carri: «Questo è il momento<br />

opportuno per sfruttare<br />

gli asset di prodotto e di organizzazione<br />

e aumentare la<br />

nostra presenza nel marino<br />

in generale, soprattutto ad<br />

alte potenze e nel diporto. In<br />

Italia abbiamo sempre seguito<br />

la politica dei piccoli passi,<br />

che non significa mancanza di<br />

ambizione, esprime pragmaticità.<br />

Siamo partiti qualche<br />

anno fa, crescendo tantissimo<br />

nelle applicazioni industriali.<br />

Il marino ha un potenziale ancora<br />

inespresso, in relazione<br />

all’evoluzione del prodotto,<br />

da qui la decisione di fare<br />

questo investimento. C’è una<br />

serie di interlocuzioni avviate<br />

con i cantieri, alcune addirittura<br />

concluse, altre in fase di<br />

trattativa. Ci stiamo interrogando<br />

su come adeguare la<br />

nostra struttura per sfruttare<br />

al meglio l’organizzazione<br />

Scania già presente sul territorio<br />

e su come instaurare<br />

altre collaborazioni».<br />

Moraglia: «Entrando nel<br />

30<br />

31


C<br />

M<br />

Una parte delle officine Scania<br />

si sta già adoperando, la<br />

rete negli anni si è dimostrata<br />

aperta e flessibile anche per<br />

le applicazioni industriali ed<br />

è interessata al marino, ovviamente<br />

soprattutto nelle<br />

località rivierasche. La rete è<br />

allineata sui nostri standard<br />

operativi, in gran parte si<br />

tratta di aziende indipendenti,<br />

ma sempre sugli stessi livelli<br />

delle officine di proprietà<br />

Scania».<br />

Moraglia: «Il training center<br />

a Trento opera sull’intera rete<br />

e forma tutti i meccanici in<br />

modo costante. In passato son<br />

stati organizzati seminari specifici<br />

sui motori industriali.<br />

Precisiamo anche che siamo<br />

in grado di fornire un prodotto<br />

completo, quindi, compresi gli<br />

invertitori (ZF e Twin Disc).<br />

Abbiamo stretto accordi anche<br />

con produttori di sistemi<br />

di controllo, joystick e sistemi<br />

di propulsione di superficie.<br />

A Genova presenteremo anche<br />

la nostra soluzione ibrida<br />

e full electric, il motore elettrico<br />

e il pacco batterie, per<br />

intercettare la richiesta di sostenibilità.<br />

Siamo in grado di<br />

gestire sia la sezione elettrica<br />

che termica e stiamo formando<br />

le officine sull’ibrido. A<br />

ottobre 2021 Scania ha commissionato<br />

una imbarcazione<br />

alla Marell Boats (vedi box),<br />

in versione Sar (Save and rescue),<br />

tipicamente concepita<br />

per la guarda costiera, dotata<br />

di due V8 da 1.150 cavalli<br />

accoppiati con due elettrici da<br />

230 chilowatt di potenza continua,<br />

280 chilowatt di picco,<br />

flangiati direttamente sui 16<br />

litri. Sarà utilizzata per finalità<br />

dimostrative a cantieri, enti<br />

governativi e clienti privati ed<br />

il suo varo è previsto per questo<br />

autunno».<br />

Quali sono le leve per fare<br />

breccia nei cantieri e per<br />

scardinarne l’inerzia?<br />

Moraglia: «Faccio un passo<br />

indietro, rispetto alle richieste<br />

prestazionali. Abbiamo appena<br />

rimotorizzato una Uniesse<br />

46, un’imbarcazione con una<br />

carena ed un dislocamento<br />

importante. A parità di potenza<br />

dei motori oggetto di<br />

sostituzione per gravi problemi<br />

meccanici, l’imbarcazione<br />

ha raggiunto la velocità di<br />

oltre 37 nodi, rispetto ai 32<br />

nodi della precedente motorizzazione.<br />

Da rimarcare che i<br />

nostri DI13 <strong>09</strong>4M da 700 cavalli<br />

nelle prove a mare sono<br />

arrivati alla percentuale di<br />

carico del 94 per cento, quindi<br />

con una riserva importante<br />

del 6 per cento, utile a mantenere<br />

le prestazioni al variare<br />

delle condizioni dell’imbarcazione.<br />

Questa premessa mi<br />

serve per chiarire come gli<br />

Scania siano la soluzione ideale<br />

per imbarcazioni a scafo<br />

planante. Per l’autotrasporto<br />

i nostri motori sono pensati<br />

per ottenere i massimi rendimenti<br />

a un regime molto basso;<br />

lo stesso concetto è fondamentale<br />

anche nella nautica,<br />

poiché potendo contare in un<br />

momento torcente “importante”<br />

a inizio scala, si avranno<br />

velocità di crociera molto interessanti<br />

e con riduzione sostanziale<br />

dei consumi. Come<br />

esempio a 1.800 giri questa<br />

imbarcazione raggiunge 28<br />

nodi con un consumo orario<br />

per motore intorno a 80 litri.<br />

La nostra strategia è diffondere<br />

il valore del marchio Scania,<br />

attuale leader del truck<br />

market, anche nei mercati<br />

dei motori industriali – dove<br />

il percorso è già in essere –<br />

e del diporto, mercato molto<br />

importante qui in Italia».<br />

Carri: «Ci ha aiutato l’esserci<br />

presentati in anticipo con<br />

lo Stage V, un passaggio complesso<br />

per molte applicazioni,<br />

nel quale abbiamo trasferito<br />

l’esperienza del truck. Siamo<br />

presenti in fasce ben definite<br />

di potenze e di prodotto,<br />

quindi i volumi saranno<br />

proporzionati. D’altra parte,<br />

riteniamo che il tipo di applicazioni<br />

e gli Oem abbiano<br />

contribuito a fare emergere<br />

Scania tra gli industriali e<br />

anche in prospettiva marina<br />

non sarà un’outsider. A Genova<br />

intendiamo tastare il<br />

polso al mercato, riteniamo<br />

di avere qualche cosa da raccontare».<br />

Moraglia: «Su altri fronti<br />

siamo sempre impegnati con<br />

FB Design dove motorizziamo<br />

il loro 56 piedi con i nostri<br />

DI16 V8 da 1.100 cavalli.<br />

È il modello intermedio della<br />

loro gamma, che si inserisce<br />

tra il 52 ed il 60 piedi e ne<br />

accomuna le peculiarità».<br />

Y<br />

CM<br />

MY<br />

CY<br />

CMY<br />

K<br />

32


Mare<br />

Oxe Marine. E il felice sodalizio con Rama Marine<br />

FUORIBORDO A CUI<br />

PIACE LAVORARE<br />

Era il mese di settembre<br />

del 2019 e al Salone di<br />

Genova salimmo a bordo<br />

di una barca del cantiere<br />

olandese Tideman Boats<br />

per disancorarci a velocità<br />

di crociera nel raggio di poche<br />

centinaia di metri dal<br />

molo. Particolarità di questa<br />

escursione? La motorizzazione,<br />

che prevedeva due<br />

Oxe 300. Rama Marine aveva<br />

da poco preso in carico<br />

la distribuzione del brand di<br />

Cimco Marine. All’epoca,<br />

Paolo Coccolini, General<br />

Manager di Rama Motori, e<br />

Alan Ferrari, Sales Manager<br />

per la divisione Rama Marine,<br />

commentarono: «Siamo<br />

molto entusiasti di far parte<br />

della famiglia Cimco Marine;<br />

crediamo che questa<br />

partnership possa suscitare<br />

grande interesse nel mercato<br />

Dal 2019 Rama Marine gestisce i fuoribordo diesel Oxe. All’epoca<br />

l’azienda svedese si chiamava ancora Cimco, poi ribattezzata Oxe Marine.<br />

Marco Chezzi ci ha aiutato a riassumere le evoluzioni di questa soluzione<br />

e a comprendere il consenso riscontrato soprattutto nel commerciale<br />

italiano dei motori fuoribordo.<br />

I prodotti Oxe sono molto<br />

affidabili: alta qualità,<br />

silenziosi, confortevoli e rispettosi<br />

dell’ambiente. Questa<br />

è certamente una novità<br />

per l’industria nautica in<br />

Europa e un concetto completamente<br />

nuovo in Italia,<br />

i primi feedback ricevuti da<br />

importanti attori del mercato<br />

sono decisamente positivi.<br />

Pertanto siamo fiduciosi<br />

di portare presto a termine<br />

un buon affare per il nostro<br />

paese».<br />

Poi ci si è messa di mezzo la<br />

pandemia. E adesso? Ci siamo<br />

affidati a Marco Chezzi,<br />

tecnico commerciale di Rama<br />

Motori, che conferma: «La<br />

quarantena ha impedito in un<br />

primo momento di far emergere<br />

il marchio e di cercare<br />

collaborazioni per far conoscere<br />

il prodotto all’interno<br />

della rete italiana, dove i cantieri<br />

sotto i nove metri sono<br />

numerosi. Al Salone Nautico<br />

del 2021 abbiamo portato<br />

l’Oxe al nostro stand e, con<br />

la collaborazione di un piccolo<br />

cantiere di Cavriago (Reggio<br />

Emilia), Imar Boat, che<br />

produce gommoni dai 5,5 ai<br />

6,9 metri, abbiamo presentato<br />

il modello 690 motorizzato<br />

con un Oxe 200, la livrea<br />

personalizzata con i colori del<br />

motorista svedese, antracite e<br />

giallo. Abbiamo riscontrato<br />

immediatamente un sincero<br />

interesse. Subito dopo il Salone<br />

di Genova, abbiamo portato<br />

la stessa barca poco più a<br />

levante, al Seafuture, l’evento<br />

biennale dedicato all’attrezzatura<br />

militare che si tiene<br />

a La Spezia». Nel frattempo,<br />

Cimco Marine è diventata<br />

Oxe Marine. Un fuoribordo a<br />

ciclo <strong>Diesel</strong> “suona” inusuale,<br />

quasi eretico. Rispetto alla<br />

sua controparte a benzina, oltretutto,<br />

pare allontanarsi dal<br />

naturale approdo dei gommoni<br />

e del “pleasure”, se non altro<br />

per questioni di peso.<br />

«Per ora le applicazioni sono<br />

principalmente da lavoro» risponde<br />

Chezzi, «a parte qualche<br />

caso come il tender del<br />

nuovo yacht di Abramovic,<br />

presentato a febbraio <strong>2022</strong>,<br />

che monta degli Oxe 200, o il<br />

cantiere greco Onda Tenders,<br />

che ha montato una coppia<br />

di Oxe 300». Come è naturale<br />

che sia, Oxe si è ritagliata<br />

fette di mercato nel suo bacino<br />

elettivo, la Scandinavia, e<br />

anche in Olanda, Regno Unito<br />

e Stati Uniti, dove ha equipaggiato<br />

la US Navy, che richiede<br />

barche senza benzina a bordo.<br />

Precisa Chezzi che «anche la<br />

Marina Militare italiana è<br />

alla ricerca di soluzioni simili,<br />

quindi con la concreta<br />

possibilità che si aprano opportunità<br />

di questo tipo». E la<br />

concorrenza? «La Cox Marine,<br />

nostro diretto competitor,<br />

dispone di una sola versione<br />

del motore fuoribordo, il<br />

Cxo300, mentre Oxe mette in<br />

acqua una gamma composta<br />

dal 150, 175, 200 e 300 cavalli».<br />

Oxe a Venezia<br />

Entriamo nell’attualità. Al<br />

Salone di Venezia abbiamo<br />

assistito al lavoro a quattro<br />

mani con il cantiere Studioplast,<br />

di Treviso. «Abbiamo<br />

presentato il taxi motorizzato<br />

con l’Oxe 150» precisa Marco<br />

Chezzi. «Il progetto è nato<br />

da un incontro casuale al<br />

Salone di Venezia dell’anno<br />

scorso, dove il nostro stand<br />

si trovava a fianco a quello<br />

di Studioplast, uno dei principali<br />

player all’interno della<br />

Laguna veneziana per le<br />

barche da lavoro (traghetti,<br />

taxi passeggeri, mototopi<br />

attrezzati per diversi tipi di<br />

lavoro). È così scoccata la<br />

scintilla di una collaborazione<br />

interessante, dapprima<br />

incentrata sull’elettrico, che<br />

sta prendendo piede in Laguna,<br />

poi sfociata nell’argomento<br />

“taxi con motore diesel”.<br />

Si tratta di un 7,60 metri,<br />

quindi leggermente accorciato<br />

rispetto al precedente<br />

taxi (8,50 metri) che montava<br />

motori entro-fuoribordo.<br />

È stata conservata la carena<br />

e svuotata la sala macchine<br />

per alloggiare l’Oxe 150 (in<br />

Laguna la massima potenza<br />

accettata per un fuoribordo è<br />

proprio di 150 cavalli). Negli<br />

utilizzi da lavoro, il fatto che<br />

la sala macchine sia “libera”<br />

permette alcuni vantaggi, soprattutto<br />

in termini di ingombri,<br />

consentendo di stivare<br />

materiale tecnico, sanitario,<br />

di emergenza».<br />

Infine una digressione sul passato<br />

(il Salone di Venezia), il<br />

presente (quello di Genova) e<br />

il futuro prossimo. «Il riscontro,<br />

durante la presentazione a<br />

Venezia, è stato ottimo, anche<br />

perché il taxi ha girato spesso<br />

nel bacino dell’Arsenale, ottenendo<br />

una buona visibilità.<br />

Due tassisti l’hanno provato<br />

e ne sono stati entusiasti, fatto<br />

che ci ha indotti a ragionare<br />

sulla realizzazione di<br />

una piccola serie ad hoc. Un<br />

ambiente, quello dei tassisti<br />

veneziani, piuttosto conservatore<br />

ma che, visto il ricambio<br />

generazionale dovuto anche<br />

al Covid, potrebbe essere predisposto<br />

al cambiamento.<br />

E a Genova<br />

In previsione di Genova abbiamo<br />

già un’altra collaborazione,<br />

con il cantiere Avila<br />

Rhibs (Lecco), che fa gommoni<br />

principalmente applicazioni<br />

militari, come la Guardia<br />

di Finanza e la Guardia costiera.<br />

Anche questo è potenzialmente<br />

un ottimo mercato,<br />

per il nostro motore è consigliato<br />

un utilizzo di almeno<br />

300 ore all’anno ed è proprio<br />

negli ambiti lavorativi dove<br />

i vantaggi possono palesarsi<br />

meglio. Mentre i fuoribordo<br />

a benzina hanno un utilizzo<br />

di circa 3.000 ore, il nostro è<br />

garantito per 10.000».<br />

Prima di congedarci da Rama<br />

Marine, Marco Chezzi ci<br />

propone un breve excursus<br />

tecnico. «Il monoblocco è di<br />

derivazione automotive, dal<br />

150 al 200 è un 4 cilindri in<br />

linea sovralimentato, in ghisa,<br />

su base General Motors;<br />

il 300 è invece un 6 cilindri<br />

in linea biturbo su base Bmw,<br />

in alluminio, con quell’appeal<br />

conferito dalla scocca,<br />

che riporta il simbolo della<br />

Casa bavarese. Trattandosi di<br />

una base automotive, l’albero<br />

motore è orizzontale, una<br />

delle principali innovazioni di<br />

questo motore, e fa sì che la<br />

base non sia mai danneggiata<br />

(i fuoribordo a benzina hanno<br />

tutti gli alberi verticali, che in<br />

mare aperto rischiano di essere<br />

urtati e sinistrati). Anche<br />

il filtro dell’acqua e la pompa<br />

dell’acqua sono collocati nella<br />

parte superiore, facilitando la<br />

manutenzione che può essere<br />

effettuata direttamente dalla<br />

barca, senza smontare il motore<br />

per portarlo in officina.<br />

La trasmissione consiste in un<br />

sistema di cinghie, dal motore<br />

alla trasmissione e dalla trasmissione<br />

direttamente al millerighe<br />

dell’asse eliche. Sono<br />

due le cinghie fondamentali, di<br />

cui la seconda è la più importante,<br />

fatta di fibra di carbonio<br />

in bagno d’olio, molto resistente.<br />

Andando ad abbracciare il<br />

millerighe dell’asse eliche, è<br />

stata eliminata la coppia conica.<br />

Ecco perché la parte bassa<br />

del motore è molto più affusolata<br />

rispetto a un equivalente a<br />

benzina. La semplice inversione<br />

di moto della cinghia comporta<br />

una maggiore sicurezza:<br />

dai test svolti da Oxe risulta<br />

che, tirando indietro la levetta<br />

la barca si ferma immediatamente.<br />

Questa operazione è<br />

possibile fino ad una velocità<br />

massima di 18 nodi.<br />

Rapporto di trasmissione<br />

Per quanto riguarda la centralina,<br />

nella gamma dal<br />

150 al 200 si può cambiare<br />

rapporto di trasmissione (da<br />

1,73:1 a 2,17:1) semplicemente<br />

ruotando un cilindretto<br />

da “alta velocità” ad “alta<br />

coppia” o viceversa. Per il<br />

300 questo non è possibile<br />

perché il rapporto è fisso.<br />

Inoltre, sempre per quanto<br />

riguarda il 300, la prima cinghia<br />

è sostituita da una catena,<br />

più resistente. Un’altra<br />

caratteristica interessante è la<br />

scelta del settaggio dell’elica.<br />

I motori da 150 a 200 non nascono<br />

destrorsi o sinistrorsi,<br />

ma con un semplice settaggio<br />

di centralina si può scegliere<br />

a seconda delle esigenze. Per<br />

quanto riguarda l’elica, Oxe<br />

si riserva di non fornirla, ma<br />

richiede i dati al cantiere o<br />

al privato e in base a questi<br />

successivamente fornisce la<br />

miglior elica possibile in base<br />

allo scafo in cui sarà collocato<br />

il motore. Anche se l’estetica<br />

è quella di un fuoribordo,<br />

è più corretto paragonare il<br />

motore Oxe a un entrofuoribordo,<br />

rispetto al quale però<br />

ha un costo inferiore».<br />

34<br />

35


Grandangolo<br />

Yanmar 6LY440<br />

Motore da corsa<br />

La serie diesel marina 6LY di quarta<br />

generazione di Yanmar si basa sulle virtù<br />

dei suoi classici predecessori a sei cilindri,<br />

migliorandone l’efficienza e riducendo le<br />

emissioni. Il cuore pulsante del motore<br />

rimane il compatto sei cilindri in linea da<br />

5,8 litri (alesaggio: 106 mm, corsa: 110 mm),<br />

vincitore di molte gare per motoscafi, che in<br />

tre decenni ha consolidato la sua popolarità<br />

tra i progettisti, i costruttori e gli armatori<br />

di barche che lodano le sue prestazioni,<br />

l’efficienza del carburante, l’affidabilità<br />

e il funzionamento regolare e silenzioso.<br />

Quest’ultima incarnazione ha portato il motore<br />

in una nuova era di sofisticatezza meccanica<br />

e digitale. I sistemi di iniezione e aspirazione<br />

del carburante sono stati completamente<br />

riprogettati: tutte le funzioni sono ora<br />

gestite dalla precisione di un’elettronica<br />

all’avanguardia. I singoli iniettori sono stati<br />

sostituiti con un common rail ad alta pressione<br />

per fornire carburante finemente atomizzato<br />

ai cilindri e migliorare le prestazioni in<br />

termini di rapporto peso/potenza, risparmio<br />

di carburante e regolarità di funzionamento.<br />

C’è anche una nuova testata a 24 valvole che,<br />

con un collettore di aspirazione e scarico<br />

ridisegnato, ottimizza la “respirazione” del<br />

motore. Tutto ciò fa del 6LY uno dei diesel<br />

marini più efficienti, raffinati e facili da gestire<br />

oggi sul mercato nel segmento di potenza<br />

400-500 cavalli: in particolare il motore 6LY440<br />

offre una potenza di 324 chilowatt a 3.300 giri.<br />

È ideale non solo per le nuove costruzioni, ma<br />

anche per i retrofit. Condividendo l’ingombro<br />

compatto dei suoi predecessori, si adatta<br />

perfettamente alle sale macchine che ospitano<br />

i precedenti modelli 6LY o altri motori simili.<br />

Il 6LY400/440 si collega facilmente con i<br />

controlli meccanici esistenti. Se si desidera<br />

il massimo in termini di facilità e precisione<br />

di controllo dell’imbarcazione, Yanmar offre il<br />

sistema “fly-by-wire” VC10 che garantisce un<br />

cambio di marcia preciso e una regolazione<br />

dell’acceleratore con una sensibilità perfetta.<br />

E con l’opzione di controllo del joystick come<br />

parte di un pacchetto motore e comandi<br />

completamente integrato, anche l’attracco<br />

è davvero semplice. Le teste di comando a<br />

leva singola e doppia dispongono di pulsanti<br />

per la selezione delle funzioni. Le operazioni<br />

sono monitorate con precisione su robusti<br />

schermi da 3,5 pollici con grado di<br />

protezione IP66 e con funzionalità<br />

diagnostiche complete oltre a protezione<br />

UV, rivestimento antiabbagliamento e<br />

ventilazione antiappannamento. Per la<br />

massima sicurezza operativa, due reti<br />

CANbus parallele separano il motore e<br />

le funzioni di monitoraggio. La centralina<br />

di controllo J1939 di Yanmar è dedicata<br />

al controllo del motore e della traslazione<br />

mentre il Gps, il plotter cartografico e i display<br />

di monitoraggio sono gestiti dal bus dati<br />

Nmea2000 in modo che, in caso di guasto del<br />

J1939, il sistema passi automaticamente a un<br />

pannello di backup estraibile.<br />

36<br />

LYMAN-MORSE 35 LM SERIES<br />

SPINTA<br />

DA<br />

YANMAR<br />

La nuova serie 35 LM è<br />

spinta dal motore Yanmar<br />

6LY440, giunto alla quarta<br />

generazione, un compatto<br />

sei cilindri in linea da 5,8 litri,<br />

ideale non solo per le nuove<br />

costruzioni, ma anche per<br />

i retrofit. Un’estetica<br />

apparentemente classica<br />

si accompagna con la<br />

tecnologia più avanzata<br />

Yanmar Marine International<br />

ha unito le forze<br />

con il costruttore di barche<br />

del Maine Lyman-Morse<br />

e lo specialista di idrogetti<br />

HamiltonJet (Nuova Zelanda)<br />

per ottenere una soluzione<br />

di propulsione avanzata per<br />

la prima imbarcazione della<br />

nuova serie 35 LM.<br />

Lanciato a giugno, lo scafo<br />

numero 1 “Shadow” è dotato<br />

di due Yanmar 6LY440 accoppiati<br />

a due Hamilton Waterjet<br />

Hjx29, che consentono all’innovativo<br />

hardtop express di<br />

raggiungere velocità di oltre<br />

40 nodi. Questa è la prima<br />

barca da diporto negli Stati<br />

Uniti ad essere equipaggiata<br />

con i nuovissimi idrogetti.<br />

Il pocket yacht stampato a<br />

freddo di Lyman-Morse è efficiente<br />

e potente, con controlli<br />

di livello militare. “Shadow”<br />

è anche la prima imbarcazione<br />

da diporto ad essere equipaggiata<br />

per la guida autonoma<br />

37


Hamilton Waterjet Hjx29<br />

Alta efficienza<br />

con il sistema all’avanguardia<br />

Sea Machines.<br />

Forniti tramite il distributore<br />

Yanmar Mack Boring & Parts<br />

(con sede nel New Jersey), i<br />

motori diesel marini Yanmar<br />

6LY440 sono stati selezionati<br />

per il nuovo sistema integrato<br />

che alimenta “Shadow” grazie<br />

alle loro prestazioni, all’efficienza<br />

in termini di carburante,<br />

oltre che per la loro affidabilità<br />

e il funzionamento<br />

I motori della serie 6LY sono costruiti<br />

appositamente per applicazioni marine, offrono<br />

una coppia elevata che consente di avere<br />

un’accelerazione ai vertici della categoria e<br />

prestazioni molto reattive<br />

regolare e silenzioso.<br />

I motori della serie 6LY da<br />

3.300 giri e 440 cavalli (324<br />

chilowatt) sono costruiti appositamente<br />

per applicazioni<br />

marine e rappresentano la<br />

scelta ideale per trasmissioni<br />

a getto e cardano, con una<br />

coppia elevata che consente<br />

di avere un’accelerazione ai<br />

vertici della categoria e prestazioni<br />

molto reattive. Con<br />

ingombro, altezza e una larghezza<br />

ridotti, gli Yanmar<br />

common rail a 6 cilindri possono<br />

rappresentare una valida<br />

attrattiva per le nuove imbarcazioni<br />

con spazio limitato<br />

nella sala macchine.<br />

Kevin Carlan, Presidente,<br />

Yanmar Marine International<br />

Americas Division, ha dichiarato:<br />

«Yanmar Marine è<br />

orgogliosa di essere coinvolta<br />

in questo lancio storico. I<br />

Anche il Lyman-<br />

Morse serie LM46,<br />

che quest’anno<br />

ha partecipato<br />

alla Newport to<br />

Bermuda Race,<br />

è alimentato da<br />

motori di Yanmar,<br />

in questo caso<br />

4JH80 o 4JH110.<br />

motori che spingono questa<br />

nuova imbarcazione avanzata<br />

si combinano con gli idrogetti<br />

Hamilton per offrire la migliore<br />

soluzione in termini di<br />

velocità, potenza e allo stesso<br />

tempo diminuire vibrazioni e<br />

rumore. Trattandosi di un motore<br />

in linea fluido e robusto,<br />

la serie Yanmar 6LY di quarta<br />

generazione è la scelta ideale<br />

per questa applicazione,<br />

perché garantisce prestazioni<br />

straordinariamente pulite e<br />

potenti. L’eccezionale lancio<br />

del nuovo Hood 35 LM ha<br />

potuto avvenire grazie al duro<br />

lavoro del personale Yanmar<br />

in collaborazione con i team<br />

di Mack Boring, Hamilton e<br />

Lyman-Morse. Non vediamo<br />

l’ora di vedere la soluzione a<br />

getto d’acqua 6LY-Hamilton<br />

su altre imbarcazioni da diporto<br />

negli anni a venire».<br />

Sostenuti da anni di innovazione<br />

nel diesel e dalla<br />

fornitura di soluzioni basate<br />

sull’applicazione per il settore<br />

della nautica da diporto, i<br />

motori Yanmar si sono saldamente<br />

affermati come lo standard<br />

globale nella propulsione<br />

di barche a vela e piccole imbarcazioni.<br />

Accogliendo una tecnologia<br />

costruttiva avanzata, un artigianato<br />

di alto livello e prestazioni<br />

notevoli, “Shadow” è<br />

dotata di alcune delle tecnologie<br />

marine più avanzate disponibili.<br />

Il primo scafo della<br />

serie 35 LM offre l’estetica e<br />

il comfort tradizionali di uno<br />

scafo in legno combinati con<br />

le classiche linee del Maine.<br />

La Hood 35 LM sigla il proseguimento<br />

della recente collaborazione<br />

di successo tra<br />

Lyman-Morse e C.W. Hood<br />

Design, uno studio anch’esso<br />

situato nel Maine, per la realizzazione<br />

della serie 57 LM.<br />

Il proprietario di “Shadow”,<br />

appassionato di tecnologia,<br />

ha cercato di dotare l’imbarcazione<br />

delle soluzioni più<br />

innovative nella tecnologia<br />

marina.<br />

È una delle prime imbarcazioni<br />

di dimensioni dayboat<br />

a utilizzare il nuovo sistema<br />

di commutazione digitale di<br />

Raymarine, chiamato Yacht-<br />

Sense. Il sistema di controllo<br />

dell’imbarcazione Raymarine<br />

offre la commutazione digitale,<br />

che sostituisce i tradizionali<br />

interruttori meccanici<br />

e interruttori automatici<br />

con moduli di distribuzione<br />

dell’alimentazione a controllo<br />

digitale, riducendo significativamente<br />

le dimensioni<br />

e la lunghezza del cablaggio<br />

necessario per distribuire l’energia<br />

in tutta l’imbarcazione.<br />

“Shadow” è anche la prima<br />

barca da diporto ad essere<br />

equipaggiata per la guida<br />

HamiltonJet ha lanciato l’Hjx29 nel 2020<br />

come primo modello della sua nuova serie a<br />

getto d’acqua Hjx. Ben Reed, amministratore<br />

delegato di HamiltonJet, afferma: «I jet Hjx<br />

forniranno il 4-6 percento in più di spinta a<br />

velocità più elevate rispetto ai precedenti<br />

idrogetti della serie HJ. Nonostante le<br />

dimensioni compatte, la gamma Hjx sarà<br />

in grado di raggiungere velocità superiori<br />

ai 50 nodi, se abbinata a motori e design<br />

dello scafo adeguati. Rispetto alla serie HJ,<br />

Hjx ottiene anche il 15-20 percento in più di<br />

trazione del dissuasore e una maggiore spinta<br />

all’oscillazione. Si tratta di un ottimo esempio<br />

del nostro continuo impegno a progettare<br />

getti d’acqua che offrano la combinazione<br />

definitiva di efficienza ad alta velocità<br />

con capacità a bassa velocità». Grazie<br />

all’ingombro interno compatto, alla spaziatura<br />

dei getti ridotta, al design a basso profilo<br />

e all’idraulica e ai controlli completamente<br />

integrati, la serie Hjx utilizza lo spazio in<br />

modo efficiente e questo la rende ideale per<br />

imbarcazioni fino a 15 metri di lunghezza,<br />

in particolare per barche da pattugliamento<br />

militare, acquacoltura e imbarcazioni di<br />

salvataggio e da diporto. Hjx è compatibile<br />

con un’ampia gamma di motori di produttori<br />

globali e viene offerto con una varietà di<br />

opzioni di controllo, tra cui Avx, l’opzione<br />

di controllo pronta per il futuro, oltre a<br />

blueArrow e ai controlli meccanico-idraulici.<br />

autonoma con il sistema Sea<br />

Machines: Lyman-Morse sta<br />

infatti lavorando a stretto<br />

contatto con il proprietario e<br />

con Sea Machines per fare in<br />

modo che questa barca guidi<br />

con sicurezza se stessa e i suoi<br />

passeggeri verso i traguardi<br />

futuri.<br />

Oltre a costruire la Hood 35<br />

LM, Lyman-Morse è stata impegnata<br />

con molti altri progetti:<br />

di recente è stato lanciato<br />

lo scafo numero 2 della serie<br />

di incrociatori ad alte prestazioni<br />

LM46 (anch’esso alimentato<br />

da Yanmar 4JH80 o<br />

4JH110) che ha gareggiato<br />

quest’anno nella Newport to<br />

Bermuda Race.<br />

Infine, quest’estate Lyman-<br />

Morse ha testato il Navier 27,<br />

un motoscafo in carbonio da<br />

27’ tutto elettrico, ad alte prestazioni,<br />

che offrirà un’autonomia<br />

di 75 miglia nautiche e<br />

introdurrà un tipo di autonomia<br />

intelligente che va ben oltre<br />

il pilota automatico. Il Navier<br />

27 sarà in mostra al Fort<br />

Lauderdale International Boat<br />

Show il prossimo ottobre.<br />

38<br />

39


Componenti<br />

Correva l’anno 2020, a settembre<br />

la pandemia pareva<br />

confinata nell’albo<br />

dei brutti ricordi. Al Salone di<br />

Genova fece capolino un marchio<br />

fino ad allora sconosciuto,<br />

QS Seamaster. La genitorialità<br />

appartiene a Saim Marine e a<br />

Quick, produttore ravennate di<br />

accessori per la nautica. All’epoca<br />

la gamma QS Seamaster<br />

comprendeva cinque tipologie<br />

di eliche di manovra: elettriche<br />

DC, AC trifase, brushless DC-<br />

AC, idrauliche, con installazione<br />

a tunnel o retraibili, tutte<br />

disponibili con comandi On/<br />

Off o proporzionali. Bene, la<br />

famiglia è cresciuta perché c’è<br />

voglia di cambiare e c’è spazio,<br />

per il cambiamento.<br />

Parola a Marco Donà<br />

Lo conferma Marco Donà, amministratore<br />

delegato di Saim:<br />

«Abbiamo dedicato il primo<br />

anno ai nostri clienti italiani,<br />

al consolidamento della gamma<br />

e ai collaudi. Superato<br />

l’anno zero, ci siamo affacciati<br />

sulla ribalta internazionale,<br />

dedicandoci alla “conquista<br />

dell’Europa” e non solo. I nostri<br />

sforzi si sono indirizzati<br />

principalmente alla ricerca di<br />

distributori con alti livelli qualitativi<br />

di servizio, quali, ad<br />

esempio, Recambios Marinos<br />

in Spagna, Exalto in Olanda<br />

e Germania, Atlantis Marine<br />

in UK, Denizmar in Turchia,<br />

dove i QS stanno andando<br />

molto bene, fino all’Australia<br />

e Nuova Zelanda, dove ci siamo<br />

legati a Stella Systems, un<br />

partner col quale siamo in forte<br />

sintonia. Abbiamo scoperto<br />

che ci sono delle nicchie che<br />

abbiamo colmato, rispondendo<br />

a un fabbisogno latente nel<br />

40<br />

SAIM MARINE. QS Seamaster e non solo<br />

AVANTI TUTTA<br />

Da qualche anno Saim Marine ha rinunciato alla rappresentanza di motori entrobordo,<br />

differenziando il listino per candidarsi a fornitore polivalente per i cantieri. E questo<br />

listino continua ad arricchirsi, anche per le stesse soluzioni a firma Saim Marine, come i<br />

generatori Dynamica. I thruster QS Seamaster si affacciano sui mercati internazionali<br />

mercato dei thruster. Noi abbiamo<br />

disegnato queste eliche<br />

partendo dalla nostra ultraventennale<br />

esperienza, introducendo<br />

le opportune modifiche<br />

per incontrare le esigenze<br />

degli armatori».<br />

Quindi, queste novità?<br />

«Presentiamo ai saloni del<br />

diporto, Genova e Cannes, e<br />

all’Smm di Amburgo, tre nuovi<br />

modelli, due riguardano la<br />

gamma delle eliche di manovra<br />

di diametro 610 millimetri<br />

(corrispondenti ai 24 pollici<br />

americani), sia in versione<br />

idraulica da 1.400 Kgf sia in<br />

versione AC trifase da 1.200 o<br />

1.400 Kgf, che ci consentono<br />

di avvicinare taglie di yacht di<br />

tutto riguardo e di affacciarci<br />

alla nautica da lavoro. Presenteremo<br />

inoltre» aggiunge<br />

Donà «un’elica retraibile, 300<br />

chili forza e 300 millimetri di<br />

diametro, in versione DC. A<br />

giugno abbiamo inoltre debuttato<br />

nel Regno Unito presso il<br />

Seawork di Southampton. Il<br />

Regno Unito costituisce il secondo<br />

costruttore in Europa,<br />

dopo l’Italia, per numero di<br />

barche allestite, ed è un mercato<br />

strategico per il refitting,<br />

trovandosi al di fuori delle acque<br />

europee. In quel contesto<br />

ci aspettiamo evoluzioni interessanti<br />

per i QS, in ragione<br />

dell’accordo di distribuzione<br />

con Atlantis Marine, ferrato<br />

sul diporto e altrettanto ben<br />

introdotto nella cantieristica<br />

da lavoro, con un passato specificamente<br />

legato alle eliche».<br />

Tutti i modelli sono costruiti<br />

con materiali alto-resistenziali,<br />

che garantiscono a vita la<br />

tenuta dell’olio del piede in<br />

bronzo. Il piede è progettato<br />

con un profilo idrodinamico<br />

Hydromaster, dal 2021 in piena sintonia<br />

Saim Marine e Hydromaster: risale alla scorsa primavera<br />

l’accordo che Saim Marine ha siglato con Hydromaster,<br />

per la distribuzione in Italia dei pod e dei thruster azimutali<br />

della casa olandese. Originariamente fondata nel Regno<br />

Unito all’inizio degli anni ’50, Hydromaster si è in seguito<br />

trasferita in Olanda nel 2015. L’azienda vanta un’esperienza<br />

di sessant’anni nella progettazione e produzione di pod<br />

azimutali e di high-speed thruster. Restando fedele alla<br />

tradizione produttiva di manufatti semplici, affidabili e<br />

di lunga durata, ha sempre investito in modo rilevante<br />

in ricerca e sviluppo per continuare ad offrire sistemi<br />

propulsivi ad alta tecnologia, destinati ad essere utilizzati in<br />

numerosi campi di applicazione. L’accordo appena siglato<br />

permetterà di introdurre nel mercato italiano una gamma di<br />

pod azimutali e di high-speed thruster ad elevato contenuto<br />

capace di ridurre al minimo le<br />

turbolenze, massimizzare l’efficienza<br />

e ridurre i rumori. Le<br />

eliche sono realizzate in materiale<br />

composito oppure in lega<br />

NiBrAl, a 4 e a 5 pale. Sono<br />

progettate per garantire prestazioni<br />

ed efficienza superiori da<br />

parte di ciascun motore. Un<br />

sistema di controllo dotato di<br />

un microprocessore interviene<br />

preventivamente in caso di<br />

surriscaldamento del motore.<br />

Questo, senza interrompere<br />

improvvisamente l’uso del<br />

thruster, per garantire comunque<br />

il suo utilizzo. La<br />

protezione anodica in alluminio<br />

del gruppo è facilmente<br />

sostituibile, mentre il giunto<br />

elastico parastrappi lo preserva<br />

da shock meccanici.<br />

Secondo Donà l’asso nella<br />

manica di Saim Marine si<br />

trova sulla Via Emilia: «La<br />

divisione di Bologna, dedicata<br />

all’idraulica, dove progettiamo,<br />

sviluppiamo e produciamo<br />

la componentistica per<br />

gli impianti oleodinamici, ci<br />

consente di allestire impianti<br />

customizzati, fornendoci un<br />

vantaggio rispetto a tanti concorrenti».<br />

E non finisce qui, a partire<br />

dalla leva dei gruppi di bordo,<br />

sotto il cappello Dynamica<br />

Generators. Saim ha tolto<br />

il velo al Mini 150V, con 15<br />

chilowatt di potenza massima<br />

a velocità variabile, al momento<br />

motorizzato da Kubota.<br />

«Ripresenteremo inoltre il<br />

dispositivo “ship to shore”, un<br />

dispositivo elettronico che permette<br />

di collegare l’imbarcazione<br />

alle prese di banchina<br />

e effettuare il trasferimento dei<br />

carichi da generatore a banchina<br />

senza blackout. È particolarmente<br />

apprezzato sugli<br />

yacht di grandi dimensioni».<br />

Genova sarà la quinta dell’anteprima<br />

di “IoT”, a firma<br />

Saim Marine, per la gestione<br />

dei sistemi da noi proposti<br />

(generatori Kohler e Dynamica,<br />

interceptor Zipwake, gli<br />

stessi thruster), per integrare<br />

i sensori presenti. Un approccio<br />

semplificato, che consente<br />

di ricevere i segnali e gestirli<br />

su una piattaforma mobile,<br />

non solamente in plancia. Un<br />

sistema all’insegna della proattività,<br />

per ricevere segnali di<br />

anomalie, rintracciare il centro<br />

d’assistenza più vicino e fornire<br />

statistiche. La semplificazione,<br />

auspicata dai cantieri,<br />

tecnologico, offrendo così un sistema di propulsione<br />

che può sostituire analoghe soluzioni attualmente sul<br />

mercato senza il vincolo di una casa motoristica specifica.<br />

Originariamente progettati per imbarcazioni da lavoro,<br />

i sistemi Hydromaster sono ideali anche per il diporto e<br />

sono disponibili in configurazione “L” o “Z” con propulsione<br />

elettrica, ibrida, diesel o idraulica. Contano già molteplici<br />

applicazioni operative in tutto il mondo, quali barche per<br />

il trasporto passeggeri, piccole navi da crociera, pontoni,<br />

chiatte, draghe, utility-ferry ecc. «Siamo molto soddisfatti<br />

di aggiungere i pod azimutali di Hydromaster alla gamma<br />

dei prodotti rappresentati in Italia», ha commentato<br />

Marco Donà. «È un accordo che ci gratifica molto, perché<br />

possiamo proporre un sistema ad alta tecnologia ed<br />

affidabile, progettato e costruito da un team di esperti».<br />

consiste nel fatto che non ci<br />

sono sensori aggiuntivi, per<br />

non interferire con i sistemi di<br />

bordo.<br />

«Infine, riproponiamo il pod<br />

elettrico norvegese Seadrive,<br />

con cui abbiamo vinto il<br />

design award a Genova, che<br />

finalmente è pronto per la<br />

commercializzazione. Entro<br />

fine anno arriverà anche la<br />

versione più potente, da 15<br />

chilowatt, che si aggiunge al<br />

7,5 kW».<br />

Come tutti ben sapete, la passerella<br />

diportistica rivierasca<br />

comincia sulla Croisette, ma<br />

non si esaurisce al Salone di<br />

Genova. In mezzo c’è la vetrina<br />

monegasca, e al salone<br />

di Monaco Saim Marine presenta<br />

un dispositivo di abbattimento<br />

fumi<br />

e rumore sugli<br />

scarichi dei generatori,<br />

chiamato<br />

Exilator, anche<br />

questo di provenienza<br />

scandinava,<br />

danese, per la<br />

precisione.<br />

Brevetto... Nasa<br />

Un sistema brevettato<br />

perché utilizza<br />

ceramiche<br />

impregnate di materiali<br />

particolari,<br />

con un elevato<br />

potere catalizzante,<br />

di origine Nasa,<br />

applicata allo Space<br />

Shuttle. Disponibile<br />

in tre taglie di potenza<br />

(fino a 50, fino a 100 e<br />

fino a 200 chilowatt) è<br />

votato al puro comfort, dal<br />

momento che non può sostituire<br />

il filtro antiparticolato, là<br />

dove è prescritto, ma permette<br />

l’abbattimento dei fumi al 99<br />

per cento, con abbassamento<br />

della soglia di rumore al 70<br />

per cento. La pulizia del filtro<br />

è praticabile dall’equipaggio,<br />

ogni uno o due anni, a seconda<br />

del combustibile utilizzato,<br />

con un ciclo di vita che eccede<br />

le 25.000 ore, prestandosi<br />

dunque ad applicazioni commerciali<br />

e mega-yacht. A dimostrazione<br />

di ciò, il cantiere<br />

Tankoa lo ha adottato su tutte<br />

le sue imbarcazioni. Come<br />

precisa Donà, «se devi tenere<br />

accesi i generatori, con Exilator<br />

è come se non ci fossero».<br />

41


Smontare un motore<br />

e portarlo in officina<br />

per ricondizionarlo?<br />

Perchè farlo<br />

quando è possibile<br />

replicare le<br />

medesime operazioni<br />

direttamente a<br />

bordo?<br />

Mare<br />

42<br />

GERRISBOATS. Taxi/tender alla spina<br />

NON SOLO<br />

PER LA CARENA<br />

GerrisBoats appartiene alla fenomenologia delle start-up. Nelle testa, tra<br />

le tante idee, due sono ben chiare, al punto tale da finire prima su carta<br />

poi in acqua: il disegno della carena e l’alimentazione, tendenzialmente<br />

elettrica, con altre due opzioni, idrogeno e gas naturale liquefatto<br />

Al Salone di Venezia c’è<br />

stato il tripudio degli<br />

ammiccamenti elettrici,<br />

ad Amsterdam, l’altra<br />

naturale candidata a portabandiera<br />

della elettrificazione<br />

delle applicazioni marine,<br />

il 20 giugno è andato in scena<br />

l’Electric & Hybrid Marine.<br />

Che i tempi siano maturi?<br />

Alla GerrisBoats ne sono<br />

convinti: il loro tender sta riscontrando<br />

interesse da parte<br />

dei cantieri di mega-yacht.<br />

Massimo Verme, fondatore<br />

e amministratore delegato<br />

di GerrisBoats, ci introduce<br />

all’avventura di questa startup.<br />

«Gli scafi esistenti non<br />

si prestano all’adattamento<br />

alla propulsione elettrica.<br />

Siamo quindi partiti da un<br />

foglio bianco, tenendo fede<br />

ai seguenti principi: innanzitutto<br />

la velocità, per planare<br />

senza doversi spingere<br />

a 40 nodi in un canale, che<br />

chiaramente non è possibile,<br />

e l’accessibilità, la bassa formazione<br />

d’onda e i criteri di<br />

modularità e scalabilità, per<br />

abbassare i costi di produzione.<br />

La stabilità, il comfort e<br />

la sicurezza dei passeggeri a<br />

bordo, infine, la bassa resistenza,<br />

per ridurre l’attrito e,<br />

di conseguenza, i consumi».<br />

A proposito di consumi, lo<br />

scafo si caratterizza per la<br />

carena e per l’alimentazione<br />

elettrica, promettendo fino al<br />

45 per cento di contenimento<br />

dell’assorbimento elettrico.<br />

Vulkan fornisce la sezione<br />

elettrica e contribuisce attivamente<br />

alla sponsorizzazione<br />

per realizzare il primo dimostratore.<br />

La moto elettrica<br />

contempla 4 batterie, 48 Volt,<br />

con motore da 10 chilowatt,<br />

mentre il tender raddoppia,<br />

con 8 batterie a 200 Volt,<br />

sebbene il motore eroghi 50<br />

chilowatt, per garantire un’ora<br />

di autonomia alla velocità<br />

massima di 16 nodi.<br />

L’elettrico non rappresenta<br />

però un dogma. È infatti<br />

possibile optare per il pacco<br />

batterie, per le celle a combustibile<br />

oppure per il “caro,<br />

vecchio” endotermico a Gnl.<br />

La motorizzazione è incapsulata<br />

all’interno di un cilindro,<br />

in tutto e per tutto simile a un<br />

siluro, per allocare il peso più<br />

in basso possibile è spostato,<br />

a garanzia della sicurezza,<br />

posizionando lontano dalle<br />

sedute la potenziale fonte di<br />

turbolenze. Il paradigma applicativo<br />

non prevede solo<br />

taxi/tender; c’è pure la versione<br />

“limo”, fino a 7 metri.<br />

La versione più esuberante<br />

in cantiere, da 22 metri, si<br />

candida al trasporto lacustre<br />

e lagunare. Il bigbang del<br />

progetto GerrisBoats risale al<br />

febbraio del 2021.<br />

Honitech, non è la prima<br />

volta che ne parliamo.<br />

I motori marini, del resto,<br />

seguono logiche equivalenti<br />

a quelle di altre applicazioni<br />

e meritano al contempo<br />

uno spazio a parte, per la specificità<br />

dell’ambiente e delle<br />

condizioni di utilizzo. Metter<br />

mano ai cilindri motore e ricondizionarli<br />

per restituire loro<br />

il funzionamento corretto è<br />

una pratica consueta: richiede<br />

personale esperto e un’officina<br />

di provata qualità. Oggi<br />

però, fatto salvo il personale<br />

di comprovata capacità, tutto<br />

può avvenire altrove, non in<br />

officina. Capita spesso che<br />

i motori marini si danneggino<br />

per cause accidentali,<br />

per eccessive accelerazioni<br />

d’utilizzo o manutenzione<br />

inappropriata, danni a cui si<br />

aggiunge l’alterazione dall’azione<br />

corrosiva tipica dell’habitat<br />

salino.<br />

Rotondità e cilindricità<br />

Comunemente accade che<br />

questi motori necessitino di<br />

interventi sulla rotondità,<br />

sulla cilindricità e sui tratti<br />

incrociati dei cilindri. E<br />

il doverli ricondizionare richiede<br />

personale addetto allo<br />

smontaggio del motore dal<br />

proprio alloggiamento e l’uso<br />

di un mezzo per il trasporto<br />

in officina, cui poi fa seguito<br />

la vera e propria riparazione.<br />

Dopo di che il motore riportato<br />

“a nuovo” è pronto per<br />

HONITECH. Hob al servizio della nautica<br />

FUORI DAI<br />

LUOGHI COMUNI<br />

Honing on board, per semplicità lo chiameremo con l’acronimo, Hob,<br />

consente di svolgere le operazioni di levigatura del cilindro direttamente<br />

sulla nave in mare aperto. Da quando abbiamo incontrato Honitech,<br />

l’importanza di questa operazione è chiara. A bordo lo è ancora di più<br />

tornare a bordo. Così dall’officina<br />

lo si ricarica sul mezzo<br />

e si rifà il percorso all’inverso<br />

fin sulla nave dove viene riposizionato<br />

nella propria sede.<br />

Tutto ciò col rischio quasi<br />

certo che sul puro costo del<br />

ricondizionamento gravi, in<br />

modo significativo, quello<br />

tanto “improduttivo” quanto<br />

necessario degli uomini e dei<br />

mezzi impiegati per la movimentazione<br />

del motore. E tanto<br />

più grande e pesante sarà<br />

l’unità da ricondizionare, come<br />

quelli a bordo delle grandi<br />

navi, tanto maggiore ne sarà<br />

l’incidenza. Qui assume un<br />

ruolo preminente il ricorso al<br />

sistema di levigatura denominato<br />

Hob: Honing on board.<br />

Ideato, progettato e brevettato<br />

da Honitech proprio per<br />

ricondizionare agevolmente i<br />

cilindri motori direttamente<br />

in loco là dove si trovano,<br />

siano essi su grandi navi e su<br />

imbarcazioni da diporto, ma<br />

senza muoverli dal proprio<br />

alloggiamento, per l’appunto<br />

fuori dal luogo comune: l’officina.<br />

Hob, appositamente<br />

indirizzato per l’uso su imbarcazioni,<br />

offre il massimo<br />

delle proprie capacità anche<br />

a bordo di veicoli industriali,<br />

ma anche per ricondizionare<br />

generatori di corrente e compressori<br />

d’aria, per esempio,<br />

senza smontare o movimentare<br />

alcunché.<br />

Trasportabilità<br />

Indicato per quelle officine<br />

che devono ricostituire rotondità,<br />

cilindricità e tratti incrociati<br />

ai cilindri motore, Hob<br />

si trasporta agevolmente; si<br />

posiziona direttamente sul cilindro<br />

da levigare; è gestito da<br />

un software dedicato i cui parametri<br />

di lavorazione, preimpostati<br />

in base al risultato che<br />

si vuole ottenere, appaiono sul<br />

computer a esso collegato; i<br />

dati di levigatura ottenuti possono<br />

essere stampati. Lavora<br />

cilindri da 63 a 120 millimetri;<br />

tempi di lavorazione contenuti<br />

proporzionali alla quantità<br />

di materiale da asportare.<br />

I vantaggi? Per le officine un<br />

maggior numero di interventi,<br />

più agevoli, esiti di rotondità,<br />

cilindricità e cross hatch riportati<br />

a nuovo per alesaggi<br />

eccellenti. Requisiti, questi,<br />

resi possibili da: leggerezza<br />

del dispositivo (solo 18 chili<br />

di peso), portabilità (fornito in<br />

valigia con rotelle), precisione<br />

(dotato di software e stampante<br />

dedicati). Hob riporta il<br />

motore al funzionamento corretto,<br />

fuori dai luoghi comuni.<br />

43


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2<strong>09</strong>6 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

Vadoetorno<br />

network<br />

ZEROGRADI L’HAPPENING AL MUSEO NICOLIS CON WORKSHOP<br />

DIBATTITO, AWARD E ESPOSIZIONE VEICOLI ● ANTEPRIME VOLVO<br />

FM ELETTRICO- MERCEDES ACTROS L E eECONIC - FORD E-TRANSIT<br />

PROVE SCANIA 500 SUPER ● GREEN DEAL INDUZIONE BREBEMI<br />

IDROGENO ENI A MESTRE ● UE L’ETS SBARCA SULLA STRADA<br />

viaggiare<br />

in classe<br />

super<br />

LUGLIO-AGOSTO<br />

<strong>2022</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

Prima immissione:<br />

5 luglio <strong>2022</strong><br />

7-8<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

LUGLIO/AGOSTO N. 7/8 - <strong>2022</strong><br />

ANNO 31°- euro 5,00<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

EURO MOBILITY EXPO DI PARIGI, E-BUS<br />

MAN AL TEST DI AUTONOMIA, LA STRADA<br />

CHE... RICARICA, D’AURIA INTERURBANO,<br />

SCANIA CITYWIDE BEV, 13 LITRI PER I GT<br />

VOLVO, FILOBUS A LA SPEZIA<br />

La sostenibile<br />

leggerezza<br />

dell’ibrido<br />

da Vadoetorno n. 7-8/<strong>2022</strong> da AUTOBUS n. 7-8/<strong>2022</strong><br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

N.7/8- <strong>2022</strong> ANNO 27°<br />

LUGLIO/AGOSTO<br />

Il signor Q<br />

MERCATO: NUOVO VS USATO. TORNA SU IL SECONDA MANO<br />

PROVA SUL CAMPO: FENDT 826 VARIO DIECI ANNI DOPO<br />

da TRATTORI n. 7-8/<strong>2022</strong><br />

La rivista VADO E TORNO<br />

affonda le radici nel 1962.<br />

Praticamente rappresenta<br />

l’antologia del camion dal<br />

boom economico ai nostri<br />

giorni. Le riviste AUTOBUS<br />

e TRATTORI affiancarono<br />

successivamente VADO E<br />

TORNO nella descrizione<br />

incalzante a aggiornata<br />

di quanto avviene nel<br />

trasporto persone e nella<br />

meccanizzazione agricola.<br />

Mondi che rappresentano,<br />

per noi di DIESEL, gli<br />

scenari di quelle che su<br />

queste pagine chiamiamo<br />

applicazioni. Ad ogni uscita<br />

proporremo la sintesi di<br />

un articolo pubblicato sui<br />

numeri precedenti delle<br />

riviste di VADO E TORNO<br />

EDIZIONI, la nostra casa<br />

comune. Senza timore di<br />

smentita possiamo parlare<br />

di “filiera corta”: la catena<br />

cinematica e le macchine<br />

che la sostanziano.<br />

44<br />

45


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2<strong>09</strong>6 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

viaggiare<br />

in classe<br />

super<br />

Estratto da ‘Vado e Torno’ N°7/8, <strong>2022</strong><br />

ZEROGRADI L’HAPPENING AL MUSEO NICOLIS CON WORKSHOP<br />

DIBATTITO, AWARD E ESPOSIZIONE VEICOLI ● ANTEPRIME VOLVO<br />

FM ELETTRICO- MERCEDES ACTROS L E eECONIC - FORD E-TRANSIT<br />

PROVE SCANIA 500 SUPER ● GREEN DEAL INDUZIONE BREBEMI<br />

IDROGENO ENI A MESTRE ● UE L’ETS SBARCA SULLA STRADA<br />

LUGLIO-AGOSTO<br />

<strong>2022</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

Prima immissione:<br />

5 luglio <strong>2022</strong><br />

7-8<br />

Qualcuno<br />

si ricorda le<br />

autopiste Polistil?<br />

Ebbene, stavolta<br />

i veicoli sono veri<br />

e “succhiano”<br />

l’energia elettrica<br />

dal manto<br />

stradale. Senza<br />

nessun elemento<br />

strisciante<br />

ma sfruttando<br />

il principio<br />

dell’induzione<br />

Un chilometro di asfalto<br />

nel quale sono “affogati”<br />

cavi elettrici, in fibra<br />

ottica e spire in grado di trasmettere<br />

ai veicoli elettrici energia<br />

senza necessità di alcun tipo di<br />

contatto. E senza nemmeno bi-<br />

BREBEMI: ARENA DEL FUTURO<br />

Al via la prima<br />

autopista<br />

sogno di fermarsi per il “pieno”.<br />

Lo sviluppo è di<br />

Electreon e Abb<br />

Denominata Dynamic wireless<br />

power transfer, la nuova tecnologia<br />

sviluppata da Electreon e<br />

Abb per la ricarica dei veicoli<br />

commerciali si basa sull’induzione<br />

dinamica ed è stata lanciata<br />

in via sperimentale sul circuito<br />

“Arena del Futuro” nell’ambito di<br />

un progetto ideato e coordinato da<br />

A35 Brebemi e dall’operatore di<br />

infrastrutture per la mobilità.<br />

La tecnologia a induzione non<br />

è una novità assoluta, se è vero<br />

che progetti di ricarica di veicoli<br />

commerciali elettrici tramite<br />

trasferimento di energia wireless<br />

dal manto stradale hanno visto la<br />

luce negli anni passati in diversi<br />

paesi d’Europa. Laddove il paradigma<br />

tradizionale vuole però che<br />

il mezzo si ricarichi sostando su<br />

un’apposita piastra collocata sotto<br />

il fondo stradale, la novità del<br />

progetto lombardo sta nella possibilità<br />

per i veicoli di ricaricarsi<br />

viaggiando su una corsia dedicata.<br />

Come funziona? L’energia è<br />

attinta dalla rete in corrente alternata<br />

e prontamente trasformata in<br />

continua in un’apposita cabina di<br />

trasformazione fornita da Abb, nella<br />

quale passa anche allo stadio di<br />

bassa tensione (600 Volt). In queste<br />

condizioni viene incanalata sotto il<br />

circuito, per poi essere riconvertita<br />

in alternata a 86 kHz, frequenza<br />

adatta per gli utilizzi wireless.<br />

Le sperimentazioni, sul circuito<br />

situato vicino alla Brebemi in<br />

prossimità di Chiari, in provincia<br />

di Brescia, sono partite a inizio<br />

<strong>2022</strong>, per poi sfociare nella presentazione<br />

ufficiale a inizio giugno<br />

(a cui ha partecipato il ministro<br />

Maria Stella Gelmini).<br />

Protagonisti dei test, una 500e<br />

a batteria firmata Stellantis e un<br />

autobus full electric Iveco Bus E-<br />

Way. I due costruttori fanno parte<br />

del gruppo di partner del progetto,<br />

insieme a Mapei, Pizzarotti,<br />

Prysmian, Fiamm, Università di<br />

Parma, Università Roma Tre, Politecnico<br />

di Milano, Tim.<br />

Tre piastre sotto<br />

il telaio per assorbire<br />

L’e-bus E-Way, nello specifico, è<br />

stato equipaggiato con tre piastre<br />

montate sotto il telaio, in grado di<br />

assorbire 25 kW ciascuna.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 54 di<br />

Vado e Torno Luglio/Agosto<br />

<strong>2022</strong>. Inquadra il QRcode<br />

e leggi l’articolo integrale.<br />

46<br />

47


VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

LUGLIO/AGOSTO N. 7/8 - <strong>2022</strong><br />

ANNO 31°- euro 5,00<br />

N.7/8- <strong>2022</strong> ANNO 27°<br />

LUGLIO/AGOSTO<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

EURO MOBILITY EXPO DI PARIGI, E-BUS<br />

MAN AL TEST DI AUTONOMIA, LA STRADA<br />

CHE... RICARICA, D’AURIA INTERURBANO,<br />

SCANIA CITYWIDE BEV, 13 LITRI PER I GT<br />

VOLVO, FILOBUS A LA SPEZIA<br />

La sostenibile<br />

leggerezza<br />

dell’ibrido<br />

Estratto da ‘AUTOBUS’ n. 7/8, <strong>2022</strong><br />

0,68 kWh/km<br />

Media consumi<br />

Estratto da ‘TRATTORI’ n. 7/8, <strong>2022</strong><br />

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Il signor Q<br />

MERCATO: NUOVO VS USATO. TORNA SU IL SECONDA MANO<br />

PROVA SUL CAMPO: FENDT 826 VARIO DIECI ANNI DOPO<br />

Ventiquattro ore<br />

filate sulla linea<br />

23 di Firenze per<br />

l’elettrico Man,<br />

che ha chiuso<br />

la giornata di<br />

test lasciandosi<br />

alle spalle 400<br />

chilometri (con<br />

un quarto di<br />

batteria residua).<br />

La frenata<br />

rigenerativa fa<br />

la differenza!<br />

Si accendono<br />

i motori per<br />

l’edizione 2023<br />

del Tractor of the<br />

Year. A Milano i<br />

rappresentanti<br />

di 13 brand<br />

hanno presentato<br />

alla giuria le<br />

peculiarità dei<br />

propri mezzi.<br />

Entro metà luglio<br />

la lista dei finalisti<br />

Test di autonomia<br />

Prova di forza<br />

TRACTOR OF THE YEAR<br />

Let the challenge begin<br />

Dalle 6 alle 6, senza soste<br />

(salvo quelle alle fermate<br />

simulate). 24 ore in esercizio,<br />

tre driver ad alternarsi al volante,<br />

una giornata a destreggiarsi<br />

nel traffico di Firenze con l’obiettivo<br />

di fornire una risposta alla<br />

fatidica domanda “Quanti chilometri<br />

con una ricarica?” e fornire<br />

un parametro di riferimento da<br />

cui partire per consentire agli o-<br />

peratori di valutarne condizioni e<br />

potenzialità di utilizzo.<br />

Lunedì 13 giugno la città di<br />

Firenze, con il supporto tecnico e<br />

logistico di Autolinee Toscane, ha<br />

ospitato una prova di autonomia in<br />

servizio simulato del Man Lion’s<br />

City elettrico. Un test a cui noi di<br />

Autobus abbiamo avuto l’occasione<br />

di partecipare in esclusiva.<br />

Dopo il significativo risultato<br />

ottenuto a Monaco di Baviera<br />

(550 chilometri coperti con un<br />

unico “pieno”) a maggio dello<br />

scorso anno, infatti, si è voluto replicare<br />

l’iniziativa alle nostre latitudini<br />

e… nel nostro traffico.<br />

L’autobus dimostrativo di colore<br />

azzurro metallizzato, sopran-<br />

nominato dal marketing tedesco<br />

“Road Runner”, impegnato nelle<br />

due settimane precedenti in un tour<br />

che ha toccato undici città del nord<br />

Italia, è stato zavorrato a metà carico<br />

(2.250 kg + autista ed assistenti)<br />

in conformità alle normative Uitp<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 36 di<br />

Autobus Luglio/Agosto <strong>2022</strong>.<br />

Inquadra il QR code e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

Dopo due anni di stand-by<br />

causa Covid, l’itinerario<br />

del Tractor of the Year<br />

torna alla sua formula originale.<br />

Ecco che il 15 e 16 giugno si è<br />

svolto in presenza l’evento inaugurale<br />

“Let the challenge begin”,<br />

organizzato per consentire alle<br />

aziende di presentare alla giuria<br />

le proprie proposte nelle varie categorie<br />

in vista della premiazione<br />

di novembre. Presso l’Hotel The<br />

Square nel centro di Milano si<br />

sono dunque radunati i rappresentanti<br />

delle case costruttrici e<br />

dello sponsor ufficiale BKT e i 25<br />

giurati europei in rappresentanza<br />

di altrettante testate specializzate<br />

per una serratissima due giorni di<br />

disamine tecniche sui mezzi in<br />

lizza.<br />

La formula offre infatti a ogni<br />

competitor la possibilità di presentare<br />

ai giurati attraverso materiali<br />

audio e video le peculiarità<br />

dei propri mezzi. Tre le categorie<br />

aperte alla competizione: Tractor<br />

of the Year, per i trattori da<br />

campo aperto senza alcuna limitazione,<br />

Best Utility per i mezzi<br />

aziendali multiporpouse con motore<br />

a 4 cilidri, potenza compresa<br />

tra i 70 e i 150 cavalli e massa<br />

totale scaricabile a terra contenuta<br />

entro i 10.500 chili, e Best of<br />

Specialized per i trattori da frutteto,<br />

vigneto, montagna e collina.<br />

Oltre ovviamente all’ambitissima<br />

targa di Sustainable Toty<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 22 di<br />

Trattori Luglio/Agosto <strong>2022</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

48<br />

49


OEM & MOTORI. Cupra e De Antonio Yachts<br />

Motori e componenti per OEM<br />

Cultura, tecnica, impieghi<br />

e mercato del motore diesel.<br />

Fondato nel 1986<br />

Direttore responsabile<br />

Maurizio Cervetto<br />

Coordinatore redazionale<br />

Fabio Butturi<br />

In redazione<br />

Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />

Stefano Eliseo, Fabio Franchini,<br />

Fabrizio Dalle Nogare, Cristina Scuteri,<br />

Roberto Sommariva<br />

FORMENTOR<br />

SI FA IBRIDO<br />

La barca di De Antonio Yachts, di casa in quel di Barcellona, dopo<br />

l’esordio di due anni fa ripropone lo stilema che prende il nome<br />

dalla best seller Cupra, la Formentor. Stavolta però, si ibridizza<br />

Ha collaborato<br />

Maria Grazia Gargioni<br />

Impaginazione e grafica<br />

Marco Zanusso<br />

Gestione editoriale<br />

Fabio Zammaretti<br />

È<br />

uno strano binomio,<br />

quello tra Cupra e De<br />

Antonio Yachts, eppure<br />

non è più una novità. Cupra<br />

conserva l’effervescenza<br />

iberica della quale è espressione<br />

e la catena cinematica<br />

della casa madre, il Gruppo<br />

Volkswagen. Inaugurato appena<br />

quattro anni fa, nel 2021<br />

ha contabilizzato 80.000<br />

veicoli consegnati, trainati<br />

dall’appeal della Formentor.<br />

Anche De Antonio Yachts è<br />

un cantiere squisitamente catalano,<br />

con sede a Barcellona,<br />

nonostante le assonanze italiane.<br />

Impegnato a segmentare<br />

il listino con un’offerta<br />

che spazia da 8 a circa 15<br />

metri, Cupra ha prestato il<br />

suo marchio per la seconda<br />

volta al cantiere catalano, e<br />

non poteva che virare verso<br />

la tanto invocata elettrificazione.<br />

Correva l’anno 2020 e<br />

il primo scafo si rivelò capace<br />

di erogare 400 cavalli e di<br />

raggiungere la velocità mas-<br />

sima di 40 nodi. Adesso è il<br />

momento del D28 Formentor<br />

e-Hybrid. Come suggerisce<br />

lo stesso marchio Cupra, le<br />

forme squadrate, il carattere<br />

dinamico e i colori poco<br />

convenzionali che sfoggia,<br />

contraddistinguono il design<br />

esterno di questa imbarcazione:<br />

spiccano il particolare<br />

scafo in colore blu petrolio,<br />

inserti neri e in fibra di carbonio<br />

insieme a una serie di<br />

elementi distintivi.<br />

«Amiamo sconfinare e portare<br />

le nostra performance in<br />

altri territori. De Antonio è<br />

il partner perfetto per rappresentare<br />

il carattere sfidante<br />

e unconventional del<br />

brand in un ambiente completamente<br />

diverso, in mare.<br />

Ora, con la versione ibrida<br />

D28 Formentor, che sarà<br />

ufficialmente presentato al<br />

pubblico all’inizio del 2023,<br />

stiamo per compiere un ulteriore<br />

passo avanti», afferma<br />

Antonino Labate, direttore<br />

Strategia, Sviluppo Business<br />

e Operazioni di Cupra. Si diceva<br />

dell’architettura ibrida.<br />

Oltre all’endotermico da 400<br />

cavalli, nella catena cinematica<br />

sono integrati due motori<br />

elettrici retraibili da 15<br />

chilowatt, per consentire allo<br />

yacht di solcare il mare sia a<br />

combustione tradizionale che<br />

in modalità completamente<br />

elettrica.<br />

In quest’ultima modalità,<br />

il D28 Formentor permette<br />

dunque di navigare a emissioni<br />

zero in porti e laghi<br />

soggetti a restrizioni, ad<br />

esempio, il che significa zero<br />

inquinamento dell’acqua ed<br />

emissioni acustiche molto<br />

basse. Secondo i progettisti,<br />

l’elemento che rende questo<br />

yacht D28 ancora più speciale<br />

è la verniciatura grigio<br />

Graphene già presente nella<br />

gamma colori di Cupra, in<br />

abbinamento al ponte in teak<br />

sintetico e alla tappezzeria,<br />

anch’essa in grigio.<br />

Due scatti del D28 Formentor e-Hybrid. Nella immagine di sinistra, sulla banchina, l’auto omonima.<br />

Stampa<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

Fotolito<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

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di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />

Registro Nazionale della Stampa<br />

n. 4596 del 20/04/1994<br />

n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-11-2001<br />

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. -<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004<br />

n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

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