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circumdederunt nobilissimam». Recentemente Cingano 1990, 205ss. ha espresso forti<br />

riserve sul presunto filone pederotico dei carmi stesicorei, dacché nulla all’interno della<br />

produzione dell’Imerese ci autorizza ad individuare eventuali paidikav. Secondo il<br />

critico, questa notizia sarebbe frutto della confusione che in epoca antica ha<br />

contraddistinto la tradizione di Stesicoro ed Ibico: spesso infatti un vocabolo poetico<br />

veniva attribuito a entrambi i poeti, oppure secondo alcuni all’Imerese e secondo altri al<br />

Reggino, o addirittura si era in dubbio a chi dei due attribuire un’intera opera, il poema<br />

\Aqla ejpi; Peliva 35 ; nel caso specifico dei presunti carmi pederotici di Stesicoro, si<br />

tratterebbe quindi di una caratteristica ibicea a lui estesa dalla tradizione antica.<br />

A prescindere dalla veridicità o meno della notizia di Ateneo, abbiamo comunque altre<br />

testimonianze sulla diffusione del costume pederotico nelle città calcidesi (Reggio era<br />

appunto una colonia calcidese): una glossa di Esichio attesta l’uso del verbo<br />

35<br />

Per quanto riguarda i vocaboli assegnati dagli antichi ora a uno ora all’altro poeta, l’aggettivo<br />

ojreivcalko~ attestato in Ibico fr. 1 = S151 Dav. è invece attribuito a Stesicoro da uno scolio ad<br />

Apollonio Rodio (fr. 260 Dav.); lo stesso dicasi per l’aggettivo leuvkippo~, attestato per Ibico<br />

da Ateneo nel frammento dei mostruosi fratelli Molionidi (fr. 285 Dav.), ma secondo Eustazio<br />

impiegato dall’Imerese (fr. 256 Dav.). Ancora l’avverbio e[xoqen è attribuito al Nostro da uno<br />

scolio omerico (fr. 330 Dav.) ma a Stesicoro da uno scolio a Dionisio Trace (fr. 252 Dav.). Tra i<br />

vocaboli assegnati sia a Ibico sia a Stesicoro annoveriamo il controverso aggettivo a[terpno~<br />

(Ibico fr. 328 Dav. e Stesicoro fr. 251 Dav.), il sostantivo brualivktai (Ibico fr. 335 Dav. e<br />

Stesicoro fr. 258 Dav.) e il sostantivo cavrmh (Ibico fr. 340 Dav. e Stesicoro fr. 267 Dav.).<br />

Quanto al poema sui giochi funebri in onore di Pelia, mentre la paternità stesicorea è assicurata<br />

dai frammenti 178-180 Dav., sui presunti \Aqla ibicei sussiste solamente un accenno in Ateneo,<br />

poi rapidamente risolto dal Naucratita stesso: Athen. IV 172d esprime dapprima il dubbio se<br />

l’opera fosse da attribuire a Stesicoro o a Ibico, poi subito dopo cita un verso tratto<br />

espressamente dagli \Aqla dell’Imerese (fr. 179 Dav.). A mia conoscenza solamente<br />

Schneidewin 1833, 160ss. tentò di riconoscere un possibile poema \Aqla ejpi; Peliva a partire<br />

dalle labili tracce dei frr. 301, 306 e 344 Dav. Per una dettagliata trattazione di tutti i frammenti<br />

citati vd. Cingano 1990, 190ss.<br />

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