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IBYCEA - DSpace@Unipr

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Per risolvere le apparenti difficoltà che la compresenza di tali elementi creava, verso la<br />

fine del XIX secolo si delineò la teoria “evoluzionistica” delle due maniere poetiche<br />

ibicee, che trovò parecchi consensi fino circa agli anni ’70 del XX secolo. Secondo<br />

questa teoria Ibico avrebbe cominciato col comporre a Reggio (o anche in Sicilia, se,<br />

come talvolta ipotizzato, viaggiò anche là, vd. supra 2ss.) poemi corali di tipo epico-<br />

narrativo vicini alla maniera stesicorea, per poi passare, una volta giunto a Samo, alla<br />

composizione di carmi monodici secondo la lira eolica, in modo da adattare la propria<br />

vena poetica all’ambiente del simposio del tiranno Policrate. Dopo il 1922, anno in cui<br />

fu rinvenuto P. Oxy. 1790 che ci restituiva l’ode a Policrate, il frammento 1 = S151<br />

Dav. fu ritenuto il punto di svolta della poetica ibicea, la linea di demarcazione tra il<br />

filone epico che il poeta stava per abbandonare e il nuovo indirizzo poetico che stava<br />

per intraprendere.<br />

Si è soliti considerare Schneidewin 1833 l’iniziatore di tale teoria, ma a ben vedere egli<br />

nel capitolo “Prolegomena de vita et carminibus Ibyci Rhegini” non fece esplicitamente<br />

riferimento a tale distinzione; certamente trattò la materia e fece alcune considerazioni<br />

che ne favorirono la creazione. Infatti, se da una parte sottolineò marcatamente il<br />

legame di Ibico con la poesia corale di ambito magnogreco e con Stesicoro, dall’altra<br />

dovette dare ragione del suo soggiorno a Samo e dell’indole di alcuni carmi non<br />

immediatamente riconducibili alla maniera epica: «Sami quamdiu commoratus sit poeta<br />

et quomodo a Polycrate habitus, non tradidisse veteres, est quod miremur, qui multi sunt<br />

in praedicanda familiaritate Anacreontis atque tyranni. […] Si verum est, quod supra<br />

conjecimus, ut cum Anacreonte ibi versatus sit, in eam aetatem carmina potissimum<br />

incidere amatoria, non ineptum fuerit suspicari» (19s.).<br />

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