Catalogo 2010.pdf - Libreria Antiquaria Alberto Govi
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21) BENTIVOGLIO, Ercole (1507-1573). I fantasmi comedia. Venezia, Gabriel Giolito, 1544.<br />
In 8vo (cm 16); piena pelle moderna; cc. 36. Marca tipografica al titolo. Leggere fioriture, ma ottima copia.<br />
RARA PRIMA EDIZIONE di questo riuscito adattamento<br />
della Mostellaria di Plauto (cfr. E.A. Sonnen-schein, a cura<br />
di, Titus Maccius Plautus ‘Mostellaria’, Oxford, 1957, p. XVI;<br />
inoltre F. Bertini, Un rifacimento rinascimentale di Plauto ‘I<br />
Fantasmi’ di Ercole Bentivoglio, in: “Respublica litterarum”,<br />
15, 1992, pp. 161-169).<br />
La scena si svolge a Ferrara, la lingua è moderna e la trama<br />
piena di invenzioni. Nel prologo Bentivoglio esprime la propria<br />
concezione della commedia, che egli vede come uno specchio<br />
che riflette la natura dell’uomo, un’imitazione della vita<br />
e un’immagine della verità. Nello stesso prologo sono poi<br />
elogiati gli antichi commediografi come maestri inarrivabili<br />
dell’arte e modelli da seguire (cfr. M.Ukas, Didactic Purpose in<br />
the ‘Commedia Erudita’, in: “Italica”, 36,1959, p. 199).<br />
Ercole Bentivoglio, rampollo di una nobile famiglia bolognese,<br />
nacque a Mantova poco prima della cacciata dei<br />
Bentivoglio da quella città. Sua madre Lucrezia era figlia illegittima<br />
di Ercole I d’Este. Dopo la morte di papa Giulio II i<br />
suoi genitori furono quindi autorizzati a trasferirsi a Ferrara<br />
e il giovane Ercole entrò a servizio dello zio, divenendo amico<br />
di Ludovico Ariosto. Nel 1534 pubblicò un breve poema<br />
d’amore intitolato Sogno amoroso. Quando Tullia d’Aragona<br />
si stabilì a Ferrara, egli compose per lei diversi sonetti. Durante<br />
le sue numerose missioni diplomatiche, Bentivoglio<br />
visitò diverse città italiane ed entrò in contatto con gli ambienti<br />
letterari veneziani. A Ferrara divenne membro dell’Accademia degli Elevati e più tardi della Accademia<br />
dei Filareti.<br />
Nel 1545 pubblicò la sua commedia di maggior successo, Il Geloso, e un anno dopo la sua opera letteraria<br />
più apprezzata, Le Satire. Intorno al 1550 si stabilì a Venezia, dove entrò a far parte dell’Accademia dei<br />
Pellegrini e divenne intimo di numerosi letterati veneziani, tra cui Anton Francesco Doni e Francesco<br />
Sansovino. Come un patrizio veneziano, egli partecipò anche ad alcune sessioni del ‘Maggior Consiglio’.<br />
Morì a Venezia nel 1573 (cf. R. Verdina, Umanisti e Cinquecentisti minori. I. Ercole Bentivoglio, in: ”Rivista di<br />
sintesi letteraria”, I/4, 1934, pp. 470-487).<br />
Edit16, CNCE. M. Bregoli Russo, Renaissance Italian Theater, Firenze, 1984, nr. 89. L.G. Clubb, Italian Plays<br />
(1500-1700) in the Folger Library, Florence, 1968, nr. 143. M.T. Herrick, Italian Comedy in the Renaissance,<br />
Urbana- London, 1966, p. 116. € 1.500,00<br />
CON UN CAPITOLO IN LODE DEL FORMAGGIO<br />
22) BENTIVOGLIO, Ercole (1507-1573). Le satire et altre rime piacevoli. Venezia, Gabriel<br />
Giolito, 1546.<br />
(legato con:)<br />
MORATO, Fulvio Pellegrino (d. 1549). Rimario de tutte le cadentie di Dante e Petrarca, raccolte…<br />
Novamente con la gionta rispampato. Venezia, Francesco Bindoni e Maffeo Pasini, 1546.<br />
Due opere in un volume in 8vo (cm 15,5); legatura della fine del XIX secolo in piena pelle con impressioni<br />
a secco sui piatti, tagli dorati (cerniera anteriore un po’ debole); cc. 26 + cc. (28). Marche tipografiche al titolo<br />
ed in fine. Ex-libris di George Dunn e Robert Samuel Turner. Dalla biblioteca di Giuseppe Martini. Leggere<br />
fioriture e lievi bruniture, ma ottima copia.<br />
(I) RARA PRIMA EDIZIONE. Bentivoglio fu insieme all’amico Ariosto il maggior autore di satire del<br />
Cinquecento italiano. Durante la sua vita e nel periodo immediatamente successivo alla sua morte, le sue<br />
sei satire furono ristampate per ben cinque volte unitamente ad altre opere poetiche o all’interno di collezioni<br />
antologiche (cfr. A. Corsaro, Ercole Bentivoglio e la satira cinquecentesca, in: “Studi di filologia e critica offerti<br />
dagli allievi a Lanfranco Caretti”, Roma, 1985, I, p. 119-147).<br />
Nella prima Satira sono ridicolizzati gli uomini che s’innamorano in età avanzata, facendo della loro<br />
passione l’unico motivo della loro vita. La seconda poesia, dedicata a Pietro Antonio Acciaioli, cancelliere<br />
presso la corte di Ferrara, è un resoconto delle atrocità commesse dai soldati spagnoli durante l’assedio di<br />
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