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Catalogo 2010.pdf - Libreria Antiquaria Alberto Govi

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Il fiorentino Anton Francesco Doni fu uno dei più originali poligrafi del Cinquecento. Tipografo, poeta,<br />

scrittore, disegnatore, egli produsse bizzarri manoscritti e pubblicò opere stravaganti, spesso corredate da<br />

fantasiosi apparati iconografici (Zucca, 1551-‘52; Mondi, 1552). Spirito polemico (violentissime le sue diatribe<br />

con Pietro Aretino e con Ludovico Domenichi) e girovago (soggiornò a Pavia, Milano, Piacenza, Venezia,<br />

Ancona e Pesaro, solo per citare i luoghi in cui dimorò più a lungo), si occupò con competenza ed originalità<br />

anche di critica d’arte (Disegno, 1549; Pitture, 1564). A lui si devono inoltre i primi saggi bio-bibliografici<br />

di autori italiani (<strong>Libreria</strong>, 1550 e Seconda libreria, 1551).<br />

C. Ricottini-Marsili-Libelli, Anton Francesco Doni scrittore e stampatore, Firenze, 1960, nr. 40. <strong>Catalogo</strong> unico,<br />

IT\ICCU\LIAE\000558. Casali, op. cit., nr. 95. R. Mortimer, Harvard College Library… Italian 16 th Century<br />

Books, Cambridge Ma, 1974, nr. 165. Gamba, nr. 1368. Adams, D-824. € 6.500,00<br />

59) DOUSA, Janus (Jan van der Does, 1545-1604). Epodon ex puris iambis libri II. Antwerpen,<br />

Christophe Plantin, 1584.<br />

In 8vo; cartonato posteriore, taglio rosso; pp. (16), 102, (2 bianche). Marca tipografica al titolo. Ex-libris del<br />

Ginnasio di Altenburg. Piccola macchia sul titolo, lieve brunitura uniforme, ma nel complesso ottima copia.<br />

RARA PRIMA EDIZIONE. L’opera fu stampata dal Plantin a<br />

Leiden, ma una parte degli esemplari reca sul frontespizio<br />

Antwerpen come luogo di stampa (cfr. R. Breugelmans, Lugduni<br />

Batavorum ex officina Christophori Plantini, in: “Quaerendo”, 5/2,<br />

1975, p. 92)<br />

Dopo la dedica a Johannes Posthius (1537-1597), datata Leiden<br />

1583, in cui l’autore cita i suoi modelli (Orazio e Catullo fra gli<br />

antichi, Aurelio Augurelli e Giulio Cesare Scaligero fra i moderni),<br />

segue un epodos di dedica allo stesso Posthius, in cui sono elogiati<br />

umanisti e poeti fiamminghi come Justus Lipsius, Bonaventura<br />

Vulcanius e Johannes Secundus. Quindi nel volume figurano due<br />

componimenti indirizzati a Dousa: un epodos del Vulcanius e una<br />

parodia di Carolus Rocasius.<br />

I primi due carmina del libro I sono dedicati all’opera De incerto<br />

urinarum iudicio del medico Pietro Foresti. Nel carmen terzo, dedicato<br />

a Cl. Lanaeus, Dousa elenca illustri poeti ed umanisti italiani,<br />

come Girolamo Vida, Marcantonio Flamini, Pietro Bembo, Andrea<br />

Navagero, Marco Marullo, Jacopo Sadoleto, Jacopo Sannazaro, ecc.,<br />

e francesi, come Antoine de Baif, Michel de l’Hospital, Remy e<br />

Joachim Du Bellay, Philippe des Portes, Guillaume Budé, Adrien<br />

Turnèbe, Pierre Ronsard, ecc.<br />

Il quarto componimento è una gratulatio per Justus Lipsius, il quinto<br />

è indirizzato a Hadrian Blidenburg, il sesto a Janus Gruterus, il<br />

settimo di nuovo a Lipsius, l’ottavo a Janus Hautenus, il nono è sul<br />

ritratto del Goltzius di Phillippus Gallio, il decimo è dedicato a<br />

Hadrian Blidenburg, l’undicesimo a Janus Hesychius, il dodicesimo a Georgius Benedictus Harlemensis,<br />

il tredicesimo nuovamente a Lipsius, il quattordicesimo all’album amicorum di Domenicus Baudius, il<br />

quindicesimo a Nicolaus Clemens Trelaeus Mosellanus, il sedicesimo a Carolus Rocasius, il diciasettesimo<br />

a Nathan Chytraeus (in cui si parla anche dell’Accademia di Rostock e di David Chytraeus), il diciottesimo<br />

a Bonaventura Vulcanius.<br />

Gli epodi del secondo libro, che si apre con una dedica di Hadranus Iunius al Dousa, sono indirizzati a<br />

Georgius Ratarellus, preside del consiglio di Utrecht, a Hadrianus Iunius, Philippus Morus, Emanueles<br />

Hieronymus, Cornelius Laurimannus, Gerartus Falcoburgius, Stefano Pighi e Gulielmus Cripius. Un componimento<br />

contiene l’epitaffio di Rogerus Hangouardus. Chiudono il volume tre componimenti al Dousa<br />

di Dominicus Baudius, Janus Gruterus e Georgius Benedictus Harlemensis (cfr. Ch.L. Heesakkers-W.M.S.<br />

Reinders, Genoeglijk bovenal zijm mij Muzen. De Leidse Neolatijnse dichter Janus Dousa, Leiden, 1993, p. 95).<br />

Janus Dousa fu il più importante tra gli umanisti fondatori dell’Università di Leida, di cui fu curatore e<br />

bibliotecario, e grande promotore del movimento noelatino nei Paesi Bassi. Dopo gli studi compiuti in<br />

Olanda, a Lovianio, Douai e Parigi, nel 1566 si ritirò nella sua proprietà, dedicandosi alla poesia latina e<br />

allo studio dei classici. Prese parte alla guerra d’indipendenza del suo paese in qualità di comandante e<br />

nel 1585 partecipò ad una ambasceria presso Elisabetta d’Inghilterra. Divenuto embro del Grande Consiglio,<br />

si trasferì da Leida a L’Aia. Morì nel 1604.<br />

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